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Periodico elettronico di informazione motociclistica<br />
PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT<br />
rea: “<strong>Moto</strong>GP e Superbike<br />
diversissime nell’elettronica”<br />
Jonathan Rea, sost<strong>it</strong>uto dell’infortunato Stoner, nell’ultimo periodo<br />
ha corso alternativamente su Superbike e <strong>Moto</strong>GP. Un interessante<br />
confronto sullo stato dell’arte dell’elettronica nelle due special<strong>it</strong>à<br />
D ifficile trovare un pilota che possa dare un opinione più informata<br />
di quella di Jonathan Rea in mer<strong>it</strong>o alle differenze<br />
fra l’elettronica di una <strong>Moto</strong>GP e una Superbike. Negli ultimi<br />
due mesi, a segu<strong>it</strong>o dell’infortunio di Casey Stoner, l’irlandese<br />
ha infatti alternato la sua CBR1000RR Ten Kate alla RC213 del<br />
team interno. Trovandosi quindi nella posizione di poter offrire un<br />
interessantissimo insight rispetto al livello di entrambe in un’intervista<br />
pubblicata sul br<strong>it</strong>annico <strong>Moto</strong>matters. «Le strategie del<br />
controllo di trazione sono completamente diverse» ha spiegato<br />
Rea. «Nel Mondiale Superbike, nel corso della gara, tendo ad aumentare<br />
il livello d’intervento del controllo di trazione – di fatto,<br />
più ci si avvicina al finale più si cerca di risparmiare gomma. Qui<br />
sembra funzionare tutto al contrario, perché bisogna ridurre l’intervento<br />
del traction control e lasciare che la moto derapi di più,<br />
altrimenti si finisce per andare molto più lenti» Non è stato tanto<br />
il numero di opzioni disponibili – molto superiore su una <strong>Moto</strong>GP<br />
rispetto ad una Superbike – quanto l’approccio diametralmente<br />
opposto richiesto dalle due. Rea ha identificato il problema maggiore<br />
nel fatto che con la <strong>Moto</strong>GP la differenza fra i tempi che si<br />
staccano con la soluzione ottimale e una penalizzante è comunque<br />
talmente contenuta che si fatica a capire quale strategia sia<br />
quella più redd<strong>it</strong>izia finché non si ha una sufficiente dose di esperienza.<br />
«Le possibil<strong>it</strong>à in <strong>Moto</strong>GP sono infin<strong>it</strong>e» entra nel dettaglio<br />
Rea. «Essendo piovuto durante le libere a Misano ed Aragon non<br />
potevamo certo fare un long run in qualifica per permettermi di<br />
capire come si comporta il controllo di trazione - dovevamo puntare<br />
ad una buona posizione in griglia. A Brno ho praticamente dovuto<br />
ri-imparare a guidare, quindi non conta. E’ stato qui che ho<br />
iniziato a capire cosa significhi guidare una <strong>Moto</strong>GP, ma ho ancora<br />
molto da imparare». In particolare, ha spiegato Jonathan, girando<br />
molto di più con gomme consumate e facendo simulazioni di gara<br />
per capire come cambia il comportamento della moto, e dunque<br />
come va gest<strong>it</strong>o dal punto di vista dell’elettronica. Jonathan ha<br />
spiegato come in Superbike l’elettronica, pur avanzata, non è così<br />
fondamentale come in <strong>Moto</strong>GP, e il pilota possa dare un maggior<br />
contributo nella guida. Prova ne sia il fatto che la gestione elettronica<br />
della sua Honda (un pacchetto commerciale sviluppato da<br />
Cosworth), pur non all’altezza della concorrenza, non gli impedisce<br />
di essere compet<strong>it</strong>ivo in Superbike anche se, ovviamente, poter<br />
avere il sistema HRC sulla sua CBR non sarebbe affatto male.<br />
Un altro aspetto per cui la derivata di serie si può permettere di<br />
fare a meno del livello di sofisticazione impiegato in <strong>Moto</strong>GP sta<br />
nella maggior guidabil<strong>it</strong>à in usc<strong>it</strong>a di curva. «La Superbike è più facile<br />
da gestire – quando si apre il gas sulla <strong>Moto</strong>GP non sembra di<br />
far succedere nulla direttamente, mentre sulla Superbike sento un<br />
collegamento molto più diretto fra acceleratore e gomma posteriore».<br />
La connessione fra acceleratore e ruota posteriore, falsata<br />
dal ride-by-wire e da tutte le strategie elettroniche necessarie a<br />
lim<strong>it</strong>are al minimo il consumo di carburante per finire la gara con<br />
soli 21 l<strong>it</strong>ri, è da sempre – diciamo almeno dall’avvento delle 800<br />
– una sorta di Sacro Graal per i tecnici dei reparti corsa giapponesi.<br />
Tanti piloti hanno spesso identificato nella mancanza di feeling<br />
sulla manopola destra il fattore lim<strong>it</strong>ante, tanto che Honda<br />
nel 2010 ha iniziato a montare un trasduttore di coppia all’usc<strong>it</strong>a<br />
pignone per mon<strong>it</strong>orare le risposte della moto a fronte delle richieste<br />
del pilota. Obiettivo: affinare la propria gestione elettronica, e<br />
– incidentalmente, anzi no – tararla alla perfezione per utilizzare al<br />
meglio il cambio seamless montato nel 2011. Insomma, meglio la<br />
<strong>Moto</strong>GP o la Superbike da guidare? «Ci sono vantaggi e svantaggi.<br />
Mettiamola così: potremmo imparare molto da questo box…».<br />
66 67<br />
09 Ottobre<br />
2012<br />
»»<br />
»<br />
Anno<br />
02<br />
Numero<br />
<strong>78</strong><br />
<strong>Moto</strong>GP » Prove