Rapporto Zoomafia 2012 - Lav
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20<br />
tervento deciso e autorevole delle Autorità preposte”. Questo<br />
quanto denunciato nel mese di luglio 2011 dal Presidente della<br />
Commissione consiliare Sicurezza del Territorio e <strong>Lav</strong>ori pubblici<br />
Armando Foschi che ha inviato una nota ufficiale al Comandante<br />
della Polizia stradale di Pescara, al Comandante provinciale dei Carabinieri<br />
e al Comandante della Polizia municipale Carlo Maggitti,<br />
oltre che per conoscenza al Prefetto di Pescara e al sindaco. “Il fenomeno<br />
si ripete identico quasi tutte le mattine – ha sostenuto<br />
Foschi -: tra le 6 e le 8 alcune strade della città si trasformano in<br />
piste per la corsa dei cavalli. Strada Colle Renazzo, strada Vallelunga,<br />
zona San Silvestro spiaggia, via Primo Vere, lungomare Cristoforo<br />
Colombo, via Figlia di Iorio e le strade limitrofe vengono<br />
percorse in lungo e largo da famiglie Rom in sella ai propri cavalli<br />
facendoli galoppare, al seguito di motorini, oppure alla guida di<br />
calessi con l’obiettivo di far allenare gli animali per le gare vere e<br />
proprie. Ma tale presenza rappresenta evidentemente un pericolo<br />
per gli altri automobilisti, costretti a schivare calessi e animali. Non<br />
solo: molti cittadini hanno denunciato anche la presenza degli<br />
stessi cavalli con il calesse lungo le spiagge della riviera sud, anche<br />
in questo caso con il mancato rispetto delle più elementari norme<br />
igienico-sanitario”.<br />
Il 14 luglio 2011, gli agenti della Polizia municipale di Pescara<br />
hanno individuato un cavallo guidato dal proprietario, immerso in<br />
mare, a Porta Nuova, sino alla pancia, intento a “passeggiare” come<br />
allenamento in acqua; un secondo invece transitava tranquillamente<br />
tra le auto in viale Primo Vere, trainando una biga. Per i due<br />
proprietari, entrambi appartenenti a una nota famiglia di etnia<br />
Rom della città, sono scattate sanzioni pari a 1.060 euro, elevate<br />
dalla Polizia municipale.<br />
Un verbale di 24 euro per aver mal “parcheggiato” il cavallo è<br />
stata elevata a un Rom a Montesilvano, in provincia di Pescara, ad<br />
opera dei Carabinieri del nucleo Radiomobile. Una notizia passata<br />
come una stranezza, come un fatto stravagante, ma le circostanze<br />
sono particolari. “Per comprendere lo spirito nel quale è stata elevata<br />
la sanzione occorre conoscere il contesto - ha spiegato all’Adnkronos<br />
il sindaco del paese, Pasquale Cordoma - È proprio là,<br />
sul margine del lungofiume Saline, che i nomadi sono soliti allenare<br />
i loro cavalli, spesso utilizzati per le corse clandestine”. “Gli animali<br />
- ha proseguito il primo cittadino di Montesilvano - vengono fatti<br />
correre lungo la strada, mentre i Rom guidano l’auto tenendoli per<br />
la briglia dal finestrino aperto della vettura. Un comportamento<br />
estremamente pericoloso non solo per i cavalli, ma anche per le<br />
persone e le macchine che possono sopraggiungere. Non deve sorprendere<br />
quanto successo al Rom, non è una stranezza, nè una curiosità.<br />
L’episodio è solo frutto di comportamenti errati che in<br />
quanto tali vanno censurati”.<br />
Oltre una decina di stalle completamente abusive con all’interno<br />
sei cavalli da corsa, realizzate su un terreno di proprietà<br />
privata ricoperto da rifiuti di ogni genere, materassi, cavi abbandonati,<br />
rottami, paglia e biada per alimentare gli animali, con due<br />
pit bull a presidiare l’area. È questa la scena che si è presentata il<br />
4 maggio 2011 mattina agli occhi dei componenti della commissione<br />
lavori pubblici che si sono recati sul posto per un sopralluogo.<br />
L’ampia superficie si trova tra strada Colle Renazzo e strada Colle<br />
Pizzuto, a Pescara.<br />
2.2.1 Operazione “Gramigna”<br />
Il 22 Luglio 2011 c’è stata a Messina l’operazione “Gramigna”<br />
che ha confermato il legame tra criminalità organizzata di stampo<br />
mafioso e corse clandestine di cavalli. Qui di seguito uno stralcio del<br />
lunghissimo comunicato stampa del Comando Provinciale dei Carabinieri<br />
di Messina: “Messina: arrestate dai Carabinieri 37 persone,<br />
ritenute responsabili di associazione mafiosa, traffico di sostanze<br />
stupefacenti, usura, estorsione, organizzazione di corse clandestine<br />
di cavalli, truffa ed altri reati. Nella medesima operazione, la Polizia<br />
di Stato trae in arresto 7 persone indagate per usura.<br />
Nelle prime ore di oggi, militari di questo Comando Provinciale,<br />
in collaborazione con personale di altri Comandi Provinciali hanno<br />
tratto in arresto complessivamente 37 persone, indagate a vario<br />
titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione<br />
finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, traffico e detenzione<br />
illeciti di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere<br />
finalizzata ai reati contro il patrimonio, estorsione, usura, associazione<br />
per delinquere finalizzata al maltrattamento di animali ed<br />
all’illecita organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali,<br />
violazione alla normativa sulle armi e sulle munizioni.<br />
L’attività è stata svolta in esecuzione di un provvedimento di<br />
misura cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina, dott. Antonino<br />
Francesco Genovese, su richiesta del Procuratore Capo della<br />
locale Direzione Distrettuale Antimafia, dott. Guido Lo Forte, e del<br />
Sost. Proc. Angelo Cavallo. Dei 37 soggetti arrestati da questo Comando,<br />
4 erano già detenuti presso le Case Circondariali di Messina,<br />
Palermo, Sciacca (AG) ed Enna, mentre 3 degli odierni arrestati<br />
sono stati associati agli arresti domiciliari.<br />
L’operazione è stata condotta con un dispositivo di oltre 200<br />
Carabinieri del Reparto Operativo e delle 9 Compagnie del Comando<br />
Provinciale di Messina, integrato da altri 40 militari dei Comandi<br />
Provinciali di Napoli, Palermo, Catania, Agrigento, Trapani ed<br />
Enna, e con l’ausilio di unità del Nucleo Cinofili di Nicolosi (CT) ed<br />
un velivolo del Nucleo Elicotteri di Catania Fontanarossa.<br />
L’attività svolta dai Carabinieri del dipendente Nucleo Investigativo<br />
ha avuto inizio intorno alla fine dell’anno 2006, successivamente<br />
all’esecuzione dell’operazione “Case Basse” che aveva<br />
permesso di disarticolare il clan mafioso di Santa Lucia sopra Contesse<br />
e della Zona Centro.<br />
L’indagine, finalizzata a contrastare il clan avverso, riconducibile<br />
ai fratelli Spartà Giacomo e Spartà Antonino, faceva subito<br />
emergere l’esistenza di una rete criminale dedita al traffico ed allo<br />
spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare hashish, marijuana<br />
e cocaina, permettendo altresì di indirizzare l’attenzione su alcuni<br />
soggetti già ritenuti appartenenti a gruppi mafiosi gravitanti nei<br />
quartieri cittadini:<br />
- del clan Spartà nel quartiere di Giostra;<br />
- del clan Ferrante - Lo Duca -Ventura nel quartiere di Camaro.<br />
Il sistema delinquenziale individuato dai Carabinieri si fondava<br />
sull’esistenza di diversi gruppi criminali, tra loro collegati tramite<br />
relazioni di mutuo soccorso, in stretta comunione di interessi con<br />
un’ulteriore associazione composta da soggetti residenti in Campania<br />
ed in altre provincie della Sicilia.<br />
(Omissis)<br />
Nell’ambito delle articolate indagini, i contatti tra i soggetti<br />
intercettati facevano emergere ulteriori attività illecite commesse<br />
nel capoluogo peloritano ma anche in altre province.<br />
(Omissis)<br />
Il Micalizzi Lorenzo, forte del suo carisma delinquenziale, era<br />
anche il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata<br />
ad organizzare le corse clandestine di cavalli, ai quali venivano<br />
somministrati medicinali che ne alteravano le caratteristiche, pregiudicandone<br />
la salute. In particolare, Micalizzi Lorenzo e Arena<br />
Domenico acquistavano e gestivano alcuni cavalli destinati alle<br />
corse clandestine, ricavandone notevoli profitti, con la partecipazione<br />
del veterinario Di Blasi Antonino, che consigliava e prescriveva<br />
i farmaci per migliorare le prestazioni degli animali in vista ed<br />
in funzione delle corse clandestine. Sulla base dell’articolata richiesta<br />
della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha condiviso<br />
l’esito delle indagini condotte dai Carabinieri, come sopra accennato,<br />
il Gip ha ravvisato gli estremi del reato di associazione per delinquere<br />
di tipo mafioso”.<br />
In pratica gli arrestati si erano divisi la città di Messina e gestivano<br />
tutte le attività criminali dallo spaccio di droga, alle estorsioni,<br />
alle truffe al racket, alle rapine, all’usura, all’organizzazione