Rapporto Zoomafia 2012 - Lav
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combattimenti e segnalazioni a iosa senza una adeguata verifica<br />
delle fonti e della credibilità dei fatti segnalati. In questo contesto<br />
vanno inquadrate anche molte segnalazioni che riguardano il coinvolgimento<br />
di gruppi di nomadi nella gestione dei combattimenti<br />
e delle attività connesse, come furti di animali e allevamento di<br />
cani. Ancorché sia stato accertato in sede giudiziaria l’interesse e<br />
il coinvolgimento di gruppi di nomadi nei vari traffici legati alla cinomachia<br />
e alla tratta di cuccioli, casi segnalati un po’ tutte le regioni,<br />
in particolare quelle della fascia adriatica, riteniamo<br />
pericolosa e forviante una generica e sommaria criminalizzazione<br />
che relega a determinati gruppi etnici la gestioni di tali attività. Le<br />
indagini svolte nel corso degli anni hanno fatto emergere una realtà<br />
molto composita nella quali confluiscono molteplici interessi<br />
e diverse tipologie di persone.<br />
Alla fine di marzo 2011, i Carabinieri del Nas a Paese (TV), hanno<br />
trovato un rottweiler chiuso in una specie di discarica con scarsissima<br />
libertà di movimento e davanti alla cuccia-prigione un cucciolo<br />
morto appeso con una corda. Il responsabile ha tentato di<br />
giustificarsi dicendo che il cucciolo era stato ucciso dal rottweiler<br />
e che per questo lo aveva punito facendogli penzolare il corpo davanti<br />
al muso, ma il cucciolo non presentava ferite. L’uomo è stato<br />
denunciato per maltrattamento mentre il rottweiler è stato sequestrato.<br />
Il 4 maggio 2011 i Carabinieri di Mestre, nel corso di controlli<br />
finalizzati alla ricerca di droga a casa di un uomo che aveva avuto<br />
precedenti in Germania per vicende legate alla detenzione di sostanza<br />
stupefacenti, hanno trovato un allevamento di dogo argentini.<br />
I militari lo hanno arrestato perché hanno anche scoperto<br />
una pistola con matricola abrasa. I Carabinieri avrebbero sequestrato<br />
anche alcuni video riproducenti combattimenti tra cani. Nell’abitazione<br />
del giovane e nel suo computer i Carabinieri hanno<br />
trovato elementi per sospettare un giro di scommesse collegate<br />
con i combattimenti tra cani e tra cani e cinghiali. L’indagato ha<br />
sostenuto che i video che aveva nel pc sarebbero stati scaricati da<br />
Internet. Le indagini scaturite hanno portato alla denuncia di tre<br />
uomini, tutti pregiudicati con una lunga sfilza di precedenti penali.<br />
Nel contempo i militari hanno anche sequestrato e portato in<br />
canile i dogo argentino. I cani erano divisi tra due luoghi: quattro<br />
in un magazzino a Spinea, gli altri cinque in una delle abitazioni<br />
perquisite.<br />
Il 26 settembre 2011, c’è stato un blitz della polizia a Scampia,<br />
quartiere a Nord di Napoli, gli agenti del locale commissariato, guidato<br />
dal dott. Michele Spina, hanno controllato strade e giardini<br />
dove erano stati allestiti dei veri e propri allevamenti di cani da<br />
combattimento. La polizia ha trovato due recinti uno dei quali in<br />
viale della Resistenza, entrambi situati all’interno delle famigerate<br />
“piazze di spaccio della droga” nei pressi delle cosiddette “case dei<br />
Puffi”. Gli agenti hanno sequestrato e poi affidato ai veterinari due<br />
cuccioli di Dogo argentino e un Rottweiler. Altri agenti di Scampia<br />
stanno operando all’interno di un’altra piazza di spaccio dove si<br />
trovano altri cuccioli di cani da combattimento. Un uomo mentre<br />
era in corso l’operazione in viale della Resistenza ha sostenuto che<br />
i tre cani ritrovati all’interno del recinto, allestito in un’area di proprietà<br />
comunale, erano i suoi. “Rottweiler, Dogo argentino ed altri<br />
cani da combattimento rappresentano per la camorra simbolo di<br />
potenza e protervia”, ha spiegato un investigatore -. I tre cani sequestrati,<br />
quindi, unitamente agli altri ritrovati in un altro recinto<br />
potrebbero rappresentare soltanto uno “status simbol” per esponenti<br />
della camorra di Scampia.<br />
Alla fine del mese di settembre 2011, a Trapani e a Erice, sono<br />
state segnalate numerose scomparse di cani randagi, molti dei quali<br />
cuccioli, prelevati, secondo il racconto di alcuni testimoni, da un<br />
uomo a bordo di una motoape. Polizia e Carabinieri hanno aperto<br />
una indagine. Il sospetto è che possano essere impiegati in combattimenti<br />
clandestini.<br />
Il 17 ottobre 2011, a Caltanissetta, due pit bull utilizzati in<br />
combattimenti clandestini sono morti, nonostante le cure. Uno era<br />
stato legato il 3 ottobre davanti a un ambulatorio veterinario della<br />
città, l’altro il 15 in via Angeli. Gli animali presentavano estese lacerazioni<br />
invase da larve carnarie, soprattutto nella regione della<br />
testa e del collo.<br />
Il 3 novembre 2011, la polizia ha individuato e sequestrato<br />
un’area all’interno delle cosiddette “palazzine” in via Vittorio Emanuele<br />
nel quartiere di Napoli di Piscinola in cui si effettuavano<br />
combattimenti illegali tra cani. A dare la conferma dell’ipotesi di<br />
indagine nata da una serie di segnalazioni qualche mese fa, il ritrovamento<br />
di quattro animali feriti. Un primo controllo, effettuato<br />
da agenti qualche settimana addietro insieme a veterinari<br />
dell’Asl, non aveva prodotto risultati. L’area da combattimento era<br />
costituita da un recinto in muratura e ferro costruito a ridosso di<br />
una statua di Gesù. Qui i poliziotti hanno trovato quattro pit bull<br />
con cicatrici e lesioni recenti, legati con catene troppo strette e<br />
denutriti, nonché un cucciolo. Uno dei cani aveva addosso il microchip<br />
di riconoscimento: è stato così individuato il proprietario<br />
che dovrà rispondere di abbandono di animali e spiegare come mai<br />
il suo cane fosse nelle strutture sequestrate.<br />
Un allevamento abusivo di pit bull è stato scoperto il 16 novembre<br />
dalla polizia municipale all’Arenella a Palermo. Il nucleo<br />
per l’ambiente è arrivato in via Cardinale <strong>Lav</strong>itrano su segnalazione<br />
dei residenti che da giorni erano disturbati da cattivi odori, dovuti<br />
allo sversamento abusivo di melassa, prodotto di scarto della lavorazione<br />
dello zucchero. Una volta entrati, tra edifici fatiscenti e<br />
scritte sui muri inneggianti ai boss Totò Riina, Bernardo Provenzano<br />
e Salvatore Lo Piccolo, gli agenti hanno trovato numerose stanze<br />
utilizzati come canili per i pit bull: uno era morto. Ci sono luoghi<br />
che, loro malgrado, restano legati a qualcosa: l’Arenella evoca in<br />
noi il tòpos dei combattimenti. Alla fine degli anni Novanta ci sono<br />
state diverse operazioni di polizia giudiziaria, portate avanti dalla<br />
Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato. Nel corso di una di queste<br />
operazioni intervenimmo personalmente in qualità di ausiliari<br />
della Polizia e sequestrammo diversi pit bull tenuti in capannoni di<br />
una ex cava. Fu denunciato un noto “pitbullaro” già incriminato e<br />
condannato con decreto penale altre volte per fatti simili, molto<br />
conosciuto negli ambienti dei trafficanti e dei negozianti di animali.<br />
Una donna che abita a un passo dallo stagno di Molentargius<br />
(CA) ha denunciato il furto del suo pit bull l’8 dicembre 2011. Il<br />
cancello di casa è stato forzato e dall’interno del cortile sono stati<br />
portati via i due cani, il pit bull, Pippo, e una femmina meticcia di<br />
due anni. La femmina è ritornata a casa fradicia e sporca, mentre<br />
il pit bull no. Dopo alcune settimane la signora ha riconosciuto il<br />
suo cane dalle foto pubblicate sul sito web di “L’Unione sarda”: era<br />
stato trovato impiccato sul molo di Su Siccu. Secondo la donna a<br />
Sant’Elia, anche se non se ne parla, i combattimenti si svolgono<br />
ancora e ci sarebbe un grosso giro che vi ruota attorno. Pippo era<br />
molto docile, non aggrediva le persone, ma era molto combattivo<br />
con altri cani.<br />
A Lecce, nel mese di dicembre 2011, è stato fatto un macabro<br />
ritrovamento nelle campagne del sud Salento: un pit bull torturato,<br />
ucciso e bruciato. Forse dietro ci sono i combattimenti clandestini.<br />
A Trieste, stando ad alcune segnalazioni, soprattutto sul confine,<br />
si organizzerebbero combattimenti tra cani. Gli animali sarebbero<br />
portati a Trieste, in Croazia o in Slovenia, addestrati e poi<br />
utilizzati nei combattimenti.