Rapporto Zoomafia 2012 - Lav
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Poggio Sannita: maltrattamenti. Aragona in Sicilia, una sorta di<br />
canile abusivo, senza legge e senza controlli, un caso di cui si parla<br />
da anni, solo ora si sta svuotando. Chiuso definitivamente ad aprile<br />
dopo anni di battaglie il lager per definizione, quello di Cicereale,<br />
in Campania, diventato un caso nazionale. Dentro duemila cani,<br />
per ciascuno la famiglia Capasso percepiva due euro al giorno. Ci<br />
sono stati anni di battaglie giudiziarie prima della chiusura. L’unico<br />
caso in cui il ministero si è costituito parte civile. Nei casi di sequestri<br />
la situazione che si presenta è sempre la stessa: cani scheletrici,<br />
malati, nessuna sterilizzazione, spesso promiscuità, a volte<br />
morti. Tra i reati più frequenti riscontrati: frode, medicinali scaduti,<br />
esercizio abusivo della professione medica». Solo questi casi,<br />
se confermati con sentenze definitive, basterebbero a dare un’idea<br />
della situazione.<br />
Centotrentadue cani in precarie condizioni, tenuti al freddo e<br />
senza cibo. Questa la situazione accertata nel mese di gennaio 2011<br />
dalla task force del Ministero della Salute e dai Carabinieri del Nas<br />
in un canile in provincia di Isernia. La struttura, gestita da privati,<br />
mostrava – secondo quanto sarebbe stato accertato dalle verifiche<br />
– carenze igienico sanitarie tanto gravi da non garantire il rispetto<br />
delle esigenze etologiche e di benessere degli animali.<br />
Il 22 marzo 2011 la Procura di Palmi (RC) ha emesso una serie<br />
d’informazioni di garanzia nell’ambito di un’indagine sull’appalto<br />
per i cani randagi iniziata nel 2008 e condotta dalla Polizia locale<br />
con il supporto del Corpo forestale dello Stato. Nel mese di ottobre<br />
2008 la Polizia locale eseguì un blitz a sorpresa presso un canile<br />
gestito da una società che aveva in appalto, ormai da diversi<br />
anni, il servizio di cattura e ricovero dei cani randagi. L’esito dell’ispezione,<br />
oltre a evidenziare “problematiche igienico-sanitarie”,<br />
rilevava “gravi irregolarità sotto il profilo del rispetto delle prescrizioni<br />
contenute nella normativa di concessione dell’appalto”.<br />
Nello specifico, come riportato dai giornali, secondo gli inquirenti<br />
«le schede anagrafiche dei cani venivano registrate in maniera periodica<br />
e non sistematica. I dati presenti sul registro, al momento<br />
dell’ispezione, non corrispondevano alle schede anagrafiche, giacché<br />
venivano attribuiti al Comune di Palmi 147 cani randagi mentre<br />
in realtà vi erano 131 schede anagrafiche e altre 13 che<br />
venivano indicate quali “ultimi arrivi” non ancora inseriti comunque<br />
non rispondenti in termini numerici». Secondo le condizioni<br />
contrattuali stipulate dalle parti le attività di accalappiamento si<br />
sarebbero potuto svolgere solo con una convenzione con il servizio<br />
veterinario, mentre dalle indagini emergeva che la ditta non<br />
risultava convenzionata con l’Asl. Secondo gli inquirenti «tutte le<br />
catture eseguite dal personale della ditta erano state eseguite in<br />
maniera illegittima ed arbitraria. Alle catture seguivano le relative<br />
fatturazioni che venivano sistematicamente approvate dal responsabile<br />
dell’appalto il quale attestava di suo pugno la regolarità<br />
quantitativa dei cani catturati e ricoverati, procedendo a<br />
liquidazione sistematica». A conclusione di oltre due anni di indagini<br />
la Procura della Repubblica ha emesso, nei confronti degli amministratori<br />
e dipendenti della ditta e di un funzionario comunale,<br />
in concorso tra loro, avviso di conclusione delle indagini preliminari<br />
e contestuale informazione di garanzia per abuso d’ufficio,<br />
falsità ideologica, truffa aggravata e continuata ai danni del comune<br />
di Palmi.<br />
Nel mese di marzo 2011, i Carabinieri del Nas hanno sottoposto<br />
a sequestro sanitario un canile rifugio in provincia di Lecce. Nel<br />
provvedimento, notificato al sindaco, è stato fatto divieto di accogliere<br />
altri cani. Sono state sequestrate anche 148 confezioni di<br />
medicinali, perché non vi era il registro di carico e scarico, e una<br />
tonnellata di cibo scaduto.<br />
I Carabinieri del Nas di Lecce hanno scoperto il 23 marzo 2011<br />
un canile attivato senza autorizzazione e sprovvisto di prescritti<br />
requisiti strutturali. Nella circostanza è stato effettuato il sequestro<br />
sanitario della struttura, che ospitava 279 cani. Scoperta anche<br />
una tonnellata di alimenti per animali in confezioni ormai scadute<br />
e 148 confezioni di medicinali.<br />
Il 27 aprile 2011, su disposizione del pubblico ministero, è avvenuto<br />
il sequestro di un canile privato di Montemarciano (AN). A<br />
dare esecuzione al provvedimento sono stati gli uomini del Nucleo<br />
Investigativo Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Ancona<br />
e le Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza Zoofila del WWF e Legambiente.<br />
Il sequestro è scattato a seguito di presunte violazioni<br />
delle norme a tutela degli animali d’affezione e delle condizioni di<br />
detenzione dei cani ricoverati nella struttura, segnalate da tempo<br />
dai volontari. Le segnalazioni e le testimonianze sono state infatti<br />
raccolte dalle Guardie Zoofile, cosi come l’ampia documentazione<br />
fotografica.<br />
Il 16 giugno 2011, Carabinieri, tecnici comunali e polizia locale<br />
di Monselice (PD) hanno fatto un controllo al canile. Il controllo è<br />
scaturito a seguito di alcune segnalazioni. L’esito del controllo ha<br />
portato alla scoperta di una struttura non a norma, con tetti di lamiera,<br />
diffuso odore di fogna, scoli pieni di liquame.<br />
3.2 La tratta di cani e gatti<br />
25<br />
Gli agenti della Polstrada di Arezzo, il 19 gennaio 2011, hanno<br />
fermato una Skoda Felicia con targa slovacca, e, stipati sotto i sedili<br />
e nel bagagliaio, hanno trovato 37 cuccioli di diverse razze. Gli<br />
animali erano di due mesi di vita e non avevano possibilità di bere<br />
o mangiare. Per i due occupanti il veicolo è scattata la denuncia per<br />
maltrattamento degli animali. I cuccioli sono stati affidati all’Enpa<br />
di Arezzo.<br />
85 cuccioli di cane di varie razze sono stati sequestrati il 24<br />
gennaio 2011 a seguito di un controllo all’altezza di un’area di servizio<br />
dell’A1, a Firenze Nord, a bordo di un veicolo proveniente dall’Ungheria.<br />
Gli animali sono stati sequestrati dalla polizia e dal<br />
Corpo forestale dello stato. Le condizioni di salute degli animali<br />
sono state definite “gravi”. I cuccioli sono stati affidati a varie associazioni<br />
di Prato.<br />
Il 31 gennaio 2011, la Guardia di Finanza di Lauria (PZ) ha denunciato<br />
due persone - un 44enne di Caserta e un 40enne di Napoli<br />
– che trasportavano con un furgone sulla A3 con cuccioli di<br />
varie razze, provenienti dall’Ungheria. In tutto 32 animali, di cui 26<br />
riportati nei documenti di viaggio e 6 sprovvisti di documentazione<br />
e microchip.<br />
Venticinque cuccioli provenienti dall’Ungheria sono stati scoperti<br />
dalla Finanza in una cascina di Montichiari (BS), il 9 febbraio<br />
2011. Tre persone, un ungherese e due italiani che importavano<br />
cani dall’Ungheria trasportandoli su automobili, senza vaccino e<br />
senza regolare documentazione, sono state denunciate.<br />
Ventisette cuccioli di cani di diverse razze, 175 documenti comprovanti<br />
la vendita degli animali, 130 passaporti ungheresi di cani<br />
oltre a svariati documenti sanitari, materiale informatico, telefoni<br />
cellulari, computer, medicinali veterinari, siringhe per inserimento<br />
microchip, microchip e vari documenti contabili: è quanto sequestrato<br />
dal Corpo forestale dello Stato dei Comandi provinciali di<br />
Pistoia e Prato nell’ambito dell’operazione kutya finalizzata a<br />
stroncare un traffico di cani provenienti illegalmente dall’Ungheria<br />
(“Kutya” è la traduzione ungherese del termine “cane”). Coordinati<br />
dalla Procura della Repubblica di Pistoia, i Forestali hanno<br />
effettuato perquisizioni domiciliari ed eseguito, il 23 febbraio 2011,<br />
l’ordinanza di misura cautelare in carcere a carico di tre persone,<br />
due uomini di nazionalità italiana ed una donna di nazionalità ungherese.<br />
La donna era incaricata della gestione degli annunci su<br />
Internet e di tenere i contatti con l’Ungheria, mentre i due uomini<br />
si occupavano della vendita. L’indagine è nata a seguito di alcune<br />
denunce presentate nell’estate 2010 da cittadini vittime di truffa<br />
e frode nell’esercizio del commercio. Gli accertamenti del personale<br />
del Corpo forestale dello Stato, grazie anche alla collaborazione<br />
del Servizio veterinario della ASL 3 di Pistoia, hanno<br />
permesso di appurare come i cuccioli, in gran parte venduti tramite<br />
annunci su siti Internet, non provenissero dall’allevamento dichia-