Rapporto Zoomafia 2012 - Lav
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cercato le tracce di materiale organico presenti in alcune preparazioni<br />
della farmacopea cinese sfruttando il DNA di animali e piante<br />
utilizzati. Dalle analisi genetiche dei ricercatori australiani è emerso<br />
che per alcuni preparati erano state utilizzate specie a rischio o<br />
minacciate di estinzione, come l’orso bruno asiatico (Ursus thibetanus)<br />
e la saiga (Saiga tatarica), un’antilope una volta molto diffusa<br />
in Asia, ma che ormai vive solo in alcune aree di Russia,<br />
Kazakhstan e Mongolia. Proprio la ricerca delle corna degli esemplari<br />
maschi nelle preparazioni della farmacopea cinese ha fatto<br />
incrementare il bracconaggio della saiga, portandola sull’orlo dell’estinzione.<br />
A oltre 30 anni di distanza dall’adozione della legislazione europea<br />
per sradicare l’uccisione fuorilegge degli uccelli selvatici, il<br />
fenomeno è ancora diffuso in Europa, ma anche in Italia. A lanciare<br />
l’allarme è BirdLife, che in un rapporto del mese di luglio 2011 esamina<br />
la situazione in 38 paesi europei, dalla Spagna all’Ucraina.<br />
“Gli uccelli vengono colpiti da pallottole ma anche intrappolati,<br />
catturati da reti, incollati o addirittura inzuppati di veleno letale,<br />
per fare da esca e uccidere altri uccelli. La creatività di quanti violano<br />
la legge per uccidere un uccello è spaventosa”. Secondo la fotografia<br />
scattata da Birdlife, l’Italia è fra i paesi dove gli uccelli<br />
selvatici continuano ad essere maggiormente nel mirino di diverse<br />
pratiche fuorilegge: avvelenamento, trappole, commercio illegale,<br />
uccisioni in aree protette e fuori stagione, senza permesso o per divertimento.<br />
Il fenomeno non è ristretto ai paesi del Mediterraneo,<br />
contrariamente a quanto ritenuto comunemente, ma una pratica<br />
diffusa. Secondo BirdLife, spesso gli animali vengono uccisi per<br />
motivi economici: ad esempio perché vengono percepiti come concorrenti<br />
per le risorse dai proprietari di terreni, oppure perché rappresentano<br />
una fonte di guadagno per traffici illegali. In altri casi<br />
vengono catturati per farne dei trofei, per ignoranza della legge o<br />
semplice divertimento. Sono oltre 80 le specie di uccelli protetti<br />
vittime di questi crimini.<br />
Quasi un terzo degli uccelli selvatici nidificanti in Italia è minacciato<br />
in modo grave di estinzione o si trova in una situazione di<br />
vulnerabilità. Ben sei le specie (tra cui capovaccaio, grifone e aquila<br />
del Bonelli) che si trovano in pericolo imminente di estinzione. È<br />
quanto emerge dalla Lista Rossa italiana degli uccelli nidificanti in<br />
Italia messa a punto dalla LIPU-BirdLife Italia con l’Università La<br />
Sapienza di Roma, resa pubblica il 7 giugno 2011, dopo 13 anni<br />
dalla precedente versione realizzata nel 1999. Nello stesso giorno è<br />
stata pubblicata anche la nuova Lista rossa mondiale redatta da<br />
BirdLife International, rete mondiale di associazioni che difendono<br />
gli uccelli e la natura, e riferimento ufficiale per la Lista rossa dell’IUCN<br />
(International Unione Conservation Nature). Dalla Lista si<br />
evidenzia come il 13% delle circa 10mila specie è minacciata di<br />
estinzione: per circa 100 specie di uccelli dell’Amazzonia i rischi<br />
sono cresciuti in modo consistente a causa della deforestazione. La<br />
nuova Lista Rossa italiana evidenzia la situazione molto delicata in<br />
cui versano sei specie: gipeto, capovaccaio, grifone e aquila del Bonelli,<br />
oltre che forapaglie comune e bigia padovana, compaiono<br />
nella categoria “CR” (critically endangered, in pericolo critico). Rapaci<br />
e avvoltoi risultano tra le specie a maggior rischio di estinzione<br />
perché si tratta di specie predatrici o “spazzine”, considerate<br />
per molto tempo nocive in Italia e per questo costantemente perseguitate.<br />
Ancora oggi le uccisioni illegali rappresentano la più<br />
importante minaccia per la maggioranza di queste specie. Frammentazione<br />
e distruzione degli habitat naturali sono comunque i<br />
fattori più importanti che minacciano gli uccelli. Nel complesso<br />
sono state 270 le specie prese in considerazione: il 27,3% è invece<br />
“in pericolo” o “vulnerabile” (il 2,2% è minacciato “in modo critico”,<br />
l’8,1% è “in pericolo”, il 17% è “Vulnerabile”). Il 51% delle specie,<br />
pur sotto osservazione, desta minore preoccupazione, il 9,6% delle<br />
specie è “Quasi minacciato”. Tra gli ordini più minacciati quello degli<br />
Accipitriformi (come nibbi, aquile, avvoltoi), con il 56,5% delle specie<br />
a rischio di estinzione o quasi minacciato, e degli Anseriformi<br />
(oche, cigni e anatre) con il 55,6% delle specie a rischio.<br />
Secondo la Commissione europea, solo il 17% degli habitat e<br />
delle specie protette nell’ambito delle norme Ue gode di uno status<br />
“soddisfacente” di conservazione. Il 65% degli habitat e il 52%<br />
delle specie esaminati viene classificato invece con uno status “non<br />
soddisfacente”. Il 25% delle specie animali europee, inclusi mammiferi,<br />
anfibi, rettili, uccelli e farfalle, è a rischio estinzione. L’88%<br />
degli stock di pesce soffre di un prelievo eccessivo e il 46% è al di<br />
fuori delle soglie limite di sicurezza dal punto di vista biologico.<br />
Inoltre secondo le stime, il pesce catturato in maniera accidentale<br />
ammonta a 38 milioni di tonnellate l’anno, cioè il 40% delle catture<br />
complessive. Dal 1990, la popolazione degli uccelli comuni<br />
delle zone rurali è calata fra il 20% e il 25%. Nei fiumi e nei laghi<br />
europei sono minacciati il 44% di tutti i molluschi, il 37% dei pesci<br />
e il 23% degli anfibi. Sono minacciati anche il 19% dei rettili, il<br />
15% dei mammiferi e delle libellule e il 13% degli uccelli. Analizzando<br />
lo “stato di salute” di oltre 6.000 specie presenti in Europa,<br />
i ricercatori hanno creato una “European Red List” per la varietà<br />
selvatiche più a rischio sopravvivenza.<br />
4.1 I traffici internazionali<br />
Particolarmente intenso è stato il mese di gennaio 2011 per gli<br />
agenti del Servizio Cites del Corpo forestale dello Stato di Genova<br />
che, durante le attività di contrasto di traffici illeciti perpetrati ai<br />
danni di specie animali minacciate di estinzione, hanno denunciato<br />
sei persone ed effettuato diversi sequestri. Ai primi di gennaio<br />
il Corpo forestale dello Stato è stato contattato dalla Dogana di<br />
Genova e dalla Guardia di Finanza per il ritrovamento di alcuni<br />
esemplari di uccelli, in particolare di un pappagallo cenerino (Psittacus<br />
erithacus) e due cardellini (Carduelis carduelis) importati illegalmente<br />
da un cittadino marocchino, che è stato individuato e<br />
segnalato all’Autorità Giudiziaria. Successivamente è stato scoperto<br />
un traffico illegale di tartarughe e dieci esemplari di Testudo<br />
graeca, anch’esse importate in Italia da passeggeri provenienti dall’Africa<br />
sono state poste sotto sequestro. Sono due le denunce scattate<br />
nell’ambito di questa operazione. Irregolarità sono state<br />
riscontrate anche relativamente ad alcuni carichi di pelli grezze di<br />
alligatore (Alligator mississippiensis) importate dagli Stati Uniti per<br />
fini commerciali. Durante i controlli doganali su circa 3.500 pezzi,<br />
ben 454 pelli - per un valore stimato di circa 40.000 euro - sono<br />
risultate accompagnate da targhette irregolari. L’amministratore<br />
unico della società d’importazione è stato pertanto segnalato all’Autorità<br />
Giudiziaria. Infine, i controlli condotti sulle vendite tramite<br />
annunci on-line, strumento sempre più utilizzato dai<br />
contrabbandieri, hanno permesso il sequestro di un carapace di<br />
tartaruga marina della famiglia Cheloniidae, campione incluso<br />
nella Convenzione di Washington. Il guscio era stato messo in vendita<br />
illegalmente su un comune sito web al prezzo di 400 euro. I<br />
Forestali, dopo aver verificato l’assenza della certificazione Cites<br />
comprovante l’origine legale e la provenienza, hanno sequestrato<br />
il carapace e denunciato l’uomo per offerta in vendita di uno specimen<br />
Cites senza autorizzazione.<br />
Nel 2011 il CFS di stanza all’aeroporto di Malpensa ha sequestrato<br />
46 borse e 65 paia di calzature destinate all’esportazione in<br />
Russia prodotte con pellami di pitone corto provenienti dall’Indonesia<br />
in violazione della normativa Cites, mentre i NAS hanno sequestrato<br />
339 rettili (boa e pitoni) ospitati in una struttura non<br />
autorizzata.<br />
La Cites ha sequestrato nel corso del 2011 numerosi rapaci, 15,<br />
in Sicilia e 20 in Abruzzo. Nel 2010 ne sono stati sequestrati 45 in<br />
Sicilia. Tra gli esemplari recuperati anche uccelli in via d’estinzione<br />
come l’Aquila del Bonelli o il Lanario. Questi uccelli sono molto ricercati<br />
sia per la caccia che per gli spettacoli. Il commercio illegale<br />
di specie protette, nel nostro paese è ancora fiorente e fonte di cospicui<br />
guadagni illeciti (una coppia di aquile del Bonelli può fruttare<br />
sino a 20.000 euro). Va evidenziato che in Sicilia non esistono