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Cop ISPLAD - Salute per tutti

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già agli strati più profondi del derma (circa 250-<br />

300 µm). Alzando il valore di Stack ed aumentando<br />

il tempo di <strong>per</strong>manenza, ma mantenendo<br />

fissi gli altri parametri, si ha un aumento dell’ablazione<br />

e del danno termico complessivo agli<br />

strati più profondi di oltre 400 µm. La carbonizzazione<br />

su<strong>per</strong>ficiale appare minima entro i<br />

primi 45 μm (Figura 7).<br />

I parametri con tempo di <strong>per</strong>manenza di 1000<br />

µs, rispetto a quelli di 500 µs, determinano<br />

un’area di ablazione di 125 μm senza l’utilizzo<br />

dello Stack e ad 1 passaggio, e la trasmissione<br />

dell’impulso leggermente più profonda nel<br />

derma, al variare dello Stack, in modo significativo<br />

(p > 0.01) solo con un passaggio singolo.<br />

L’esecuzione di 2 o 3 passaggi non modifica in<br />

modo significativo l’effetto termico sui tessuti.<br />

Ovviamente l’esecuzione di passaggi multipli<br />

determina un aumento del diametro dei singoli<br />

spot e una <strong>per</strong>dita della uniformità della forma<br />

(dovuto al movimento del manipolo).<br />

L’aumento della potenza di emissione dell’impulso<br />

del laser a 20 W non corrisponde ad un<br />

aumento proporzionale della profondità dell’effetto<br />

termico, ma solo a un lieve aumento della<br />

profondità dell’azione ablativa (85 μm a 500 μs<br />

e Stack 1).<br />

Dalla valutazione dei dati senza l’utilizzo dello<br />

Stack, con 1 singolo passaggio, emerge che<br />

all’aumentare del tempo di <strong>per</strong>manenza (da 500<br />

a 1000 μs) oppure all’aumentare della potenza<br />

(da 13 W a 20 W), che comporta un aumento<br />

dell’energia somministrata al tessuto, si riscontri<br />

un aumento significativo dell’effetto ablativo,<br />

mentre vi è un minore aumento della profondità<br />

dell’azione coagulativa (Grafici 1 e 2).<br />

Questo dato conferma le risultanze di Fulton et<br />

al. 21 in cui si ribadisce che l’interazione laser col<br />

tessuto è fortemente dipendente dall’energia<br />

somministrata: l’impiego di basse energie induce<br />

nel tessuto una maggiore i<strong>per</strong>termia, mentre<br />

con energie più alte si ha una inversione della<br />

dinamica in cui si riscontra una maggiore vaporizzazione<br />

del tessuto accompagnata da un<br />

danno termico coagulativo più contenuto.<br />

Questi dati sono estremamente significativi: l’effetto<br />

termico voluto dall’o<strong>per</strong>atore anche agli<br />

strati dermici più profondi può essere ottenuto<br />

anche a potenze relativamente basse, riducendo<br />

così il dolore del trattamento, il downtime e i<br />

rischi di effetti collaterali. Infatti il sistema di<br />

emissione di DOT con la modalità Stack <strong>per</strong>mette<br />

di controllare la profondità dell’effetto<br />

termico correlandosi anche alla potenza eroga-<br />

Valutazione in vivo della interazione di un laser CO 2 frazionale sulla cute mediante microscopia confocale<br />

ta, <strong>per</strong>mettendo così un maggior controllo del<br />

danno termico. Negli interventi dermatologici<br />

questa opportunità è da considerarsi estremamente<br />

importante. è interessante segnalare<br />

<strong>per</strong>altro che lo stesso effetto sul tessuto si nota<br />

già a 9 W, come evidenziato dal nostro gruppo<br />

in uno studio in corso, dove stiamo valutando<br />

l’efficacia di diversi parametri (potenza, tempo<br />

di <strong>per</strong>manenza, valutazione della modalità DOT<br />

On ed Off) a seconda delle diverse zone cutanee<br />

da trattare.<br />

Diametro di ogni singolo impulso<br />

con l’impatto con i tessuti<br />

Il diametro dello spot (DOT) mantiene<br />

un’uniformità di dimensione fino a circa 200<br />

µm di profondità, poi tende a ridursi di pochi<br />

micron (come evidenziato nel grafico 3 e figura<br />

5). A profondità maggiore il diametro diminuisce.<br />

è doveroso segnalare <strong>per</strong>ò che oltre i 300<br />

µm la definizione del microscopio confocale si<br />

riduce e non è possibile evidenziare il diametro<br />

con certezza. Questo comportamento dell’impulso<br />

del laser CO 2 frazionale SmartXide è <strong>per</strong>ò<br />

molto coerente con la fisica dell’assorbimento<br />

del CO 2 nel tessuto cutaneo: man mano che il<br />

target assorbe l’impulso e si verifica una <strong>per</strong>dita<br />

di potenza, il diametro tende a ridursi. Inoltre<br />

l’erogazione di impulsi multipli tramite la<br />

modalità Stack consente di modellare il cratere<br />

con una morfologia cilindrica alesando la struttura<br />

ad ogni passaggio. Inoltre vi è una netta<br />

corrispondenza con le evidenze istologiche<br />

riportate in figura 6, che conferma l’attendibilità<br />

della metodica confocale. La regolarità del diametro<br />

dell’impulso è fondamentale <strong>per</strong> ridurre i<br />

rischi di propagazione del calore nei tessuti circostanti:<br />

l’emissione scannerizzata degli impulsi<br />

DOT, <strong>per</strong>ciò, <strong>per</strong>mette di ottenere un danno<br />

termico molto controllato. L’impiego di passaggi<br />

multipli (non legati alla funzione Stack)<br />

ovviamente modifica il diametro di ogni singolo<br />

spot, anche se la manualità dell’o<strong>per</strong>atore<br />

<strong>per</strong>mette di controllare la sovrapposizione dell’emissione<br />

e quindi di ridurre una eccessiva<br />

alterazione del diametro degli impulsi.<br />

Effetti tissutali dell’emissione<br />

del CO 2 frazionale<br />

I segni dell’infiammazione dei tessuti<br />

(vasodilatazione reattiva, presenza di cellule<br />

dell’infiammazione come macrofaci, linfociti)<br />

sono più evidenti con l’aumentare della potenza<br />

e del tempo di <strong>per</strong>manenza dell’impulso. I<br />

Journal of Plastic Dermatology 2010; 6, 2<br />

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