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Cop ISPLAD - Salute per tutti

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no infiltrati dai neutrofili (migrazione) che<br />

costituiscono un denso aggregato cellulare,<br />

soprattutto alla <strong>per</strong>iferia del coagulo 1 . Oltre ad<br />

enzimi ad attività degradativa contenuti nei granuli<br />

specifici, azzurrofili o terziari (elastasi, collagenasi<br />

e gelatinasi), i neutrofili producono<br />

anche citochine e chemochine, quali fattore di<br />

necrosi tumorale (tumor necrosis factor-alfa,<br />

TNF-alfa), interleuchine-1a e 1b (IL-1a, IL-1b),<br />

proteine chemiotattiche <strong>per</strong> i monociti 1 e 2<br />

(monocyte chemiotactic protein, MCP-1 e MCP-2),<br />

proteina infiammatoria macrofagica 1 alfa<br />

(macrophage inflammatory protein, MIP 1 alfa).<br />

Entro 24-48 ore l’infiltrato cellulare polimorfonucleato<br />

viene gradatamente sostituito dai<br />

macrofagi; in particolare, oltre ad IL-1 e TNFalfa,<br />

i macrofagi producono il TGF-beta, il<br />

PDGF e il fattore di crescita insulino-simile<br />

(insulin-like growth factor, IGF) 5 .<br />

Di <strong>tutti</strong> questi fattori di crescita, il TGF-beta, a<br />

basse concentrazioni, ha una forte azione inibitoria<br />

sulla crescita cellulare, mentre ad alte concentrazioni<br />

stimola la proliferazione 6 ; ha, inoltre,<br />

potente effetto chemiotattico sulle cellule<br />

che prendono parte alla costituzione del tessuto<br />

di granulazione, stimola la deposizione di<br />

matrice extracellulare e ne inibisce la degradazione.<br />

In definitiva, il TGF-b emerge come uno<br />

dei fattori più importanti nel promuovere la formazione<br />

del tessuto di granulazione 7 .<br />

Un altro fattore chiave nella formazione del tessuto<br />

di granulazione sono le metallo-proteasi<br />

della matrice (MMPs: matrix metallo proteases),<br />

insieme di enzimi degradanti il connettivo con<br />

un ruolo chiave nell’infiammazione e nella riparazione<br />

tissutale, di cui i macrofagi sono una<br />

fonte rilevante.<br />

Nel corso del processo di riparazione delle ferite<br />

questi enzimi sono sottoposti ad un accurato<br />

processo di attivazione/disattivazione <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere<br />

il rimodellamento del tessuto neoformato<br />

e la formazione della cicatrice 8 .<br />

Una volta attivate, le MMPs vengono rapi -<br />

damente inibite dagli inibitori tissutali delle<br />

proteasi (tissue inhibitors of metallo proteases,<br />

TIMPs).<br />

Con la secrezione di urokinase-type plasminogen<br />

activator (uPA), precursore della plasmina e<br />

prodotto dai macrofagi, ha inizio il processo di<br />

degradazione del coagulo e contemporaneamente<br />

la proliferazione ed il differenziamento<br />

delle cellule connettivali (fibroblasti e miofibroblasti),<br />

delle cellule endoteliali e dell’epitelio di<br />

rivestimento che portano, da un lato, alla for-<br />

La fisiopatologia della cicatrizzazione<br />

mazione del tessuto di granulazione e, dall’altro,<br />

alla riepitelizzazione della ferita 9 .<br />

Nella formazione del tessuto di granulazione e,<br />

più in generale, nel processo di riparazione<br />

della ferita, una fase cruciale è costituita dall’angiogenesi,<br />

processo attraverso cui i vasi preesistenti<br />

producono <strong>per</strong> gemmazione, vasellini<br />

neoformati 10-12 . La ricca componente vascolare<br />

e le alte concentrazioni di mediatori vasoattivi,<br />

determinano la formazione nel tessuto di granulazione<br />

di un ricco essudato infiammatorio,<br />

che lo rende fortemente edematoso e funzionalmente<br />

diretto a detergere l’area danneggiata, a<br />

colmare la <strong>per</strong>dita di sostanza avvenuta durante<br />

la lesione e a nutrire il nuovo tessuto mesenchimale.<br />

La formazione di tessuto di granulazione procede<br />

ancora <strong>per</strong> i primi cinque-sei giorni successivi<br />

al trauma, <strong>per</strong> decrescere all’inizio della<br />

seconda settimana ed essere sostituito dalla<br />

deposizione di fibrille collagene (sintesi proteica),<br />

a disposizione prevalentemente parallela<br />

all’incisione e, <strong>per</strong>tanto, non ancora in grado di<br />

ristabilire la continuità tissutale. Alla regressione<br />

del tessuto di granulazione si accompagna la<br />

scomparsa dei vasi neoformati, che ne sono<br />

componente essenziale, e tale fenomeno è clinicamente<br />

segnalato dall’impallidimento della<br />

ferita. Il collagene costituisce più del 50% delle<br />

proteine presenti nel tessuto cicatriziale e la sua<br />

produzione è essenziale nel processo di guarigione.<br />

La concentrazione dei vari tipi di collagene<br />

è variabile: nel derma normale quello di<br />

tipo I predomina su quello di tipo III, mentre<br />

nel tessuto di granulazione il tipo III è prevalente.<br />

L’acido ialuronico, inoltre, facilita il movimento<br />

e la divisione cellulare all’interno della<br />

matrice extracellulare (ECM). La concentrazione<br />

di questa molecola normalmente aumenta<br />

subito dopo l’evento lesivo, diminuisce nei<br />

dieci giorni successivi, <strong>per</strong> poi rimanere costante<br />

nel tempo; i glicosaminoglicani solfatati invece,<br />

nello stesso <strong>per</strong>iodo, aumentano progressivamente<br />

la loro concentrazione.<br />

Un fenomeno rilevante del processo di riparazione,<br />

è la contrazione della ferita, tanto più<br />

importante quanto più estesa è stata la <strong>per</strong>dita<br />

di sostanza e la formazione di tessuto di granulazione.<br />

La contrazione è dovuta sia alla disidratazione<br />

del coagulo (soprattutto alla su<strong>per</strong>ficie<br />

esposta all’aria), sia all’azione dei miofibroblasti.<br />

Il processo di contrazione della ferita,<br />

della durata media di 12-15 giorni, è caratterizzata<br />

da movimenti centripeti da parte dei mar-<br />

Journal of Plastic Dermatology 2010; 6, 2<br />

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