Cop ISPLAD - Salute per tutti
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180<br />
V. Bevelacqua, G. Schipani, M. Barone<br />
gini della lesione verso il centro. I fibroblasti<br />
sembrano avere il ruolo predominante, andando<br />
incontro, infatti, ad una serie di cambiamenti<br />
fenotipici, che modificano la loro interazione<br />
con la matrice extracellulare: prima hanno fenotipo<br />
migratorio, poi profibrotico e, infine, sviluppano<br />
gradualmente il fenotipo definitivo,<br />
cioè diventano miofibroblasti, arricchendo il<br />
proprio citoplasma con microfilamenti ricchi di<br />
actina.<br />
Quando la ferita è completamente riepitelizzata<br />
la contrazione si conclude e i miofibroblasti<br />
vanno incontro ad apoptosi. Entro 4-5 settimane<br />
la cicatrizzazione è ultimata, con la scomparsa<br />
pressoché completa dell’infiltrato infiammatorio,<br />
il <strong>per</strong>fezionamento della riepitelizzazione<br />
ed il rimodellamento.<br />
Il rimodellamento della cicatrice è un processo<br />
che prosegue <strong>per</strong> almeno due-tre mesi, ben<br />
oltre la fase morfologicamente più appariscente<br />
della sostituzione del tessuto di granulazione e<br />
della riepitelizzazione. Il tessuto connettivale,<br />
deposto nella fase di riassorbimento del tessuto<br />
di granulazione, va incontro ad estesa riorganizzazione,<br />
che ne modifica le proprietà biochimiche<br />
e meccaniche. I fibroblasti inizialmente<br />
depongono collagene di tipo III, successivamente<br />
sostituito da collagene di tipo I; la deposizione<br />
di acido ialuronico raggiunge un picco<br />
durante le prime 24-48 ore, <strong>per</strong> poi declinare<br />
ed essere rimpiazzato da quella dei proteoglicani<br />
solfatati che contengono glicosaminoglicani<br />
(catene di dermatan- e condroitin-solfato);<br />
modesta è, invece, la deposizione di fibre elastiche<br />
11 .<br />
In questo processo hanno un ruolo centrale le<br />
MMPs e varie citochine, tra cui il TGF-beta che<br />
stimola la sintesi, non solo di collagene, ma<br />
anche degli inibitori delle proteasi.<br />
odalità di guarigione<br />
m<br />
La guarigione delle ferite può aver<br />
luogo <strong>per</strong> rigenerazione (le cellule danneggiate<br />
sono sostituite con cellule dello stesso tipo),<br />
oppure <strong>per</strong> sostituzione con tessuto connettivo<br />
(fibrosi).<br />
Nel primo caso, in genere, la riparazione non dà<br />
luogo ad esiti cicatriziali di rilievo, mentre nel<br />
secondo si ha la formazione di una cicatrice<br />
<strong>per</strong>manente.<br />
Nella cicatrizzazione “<strong>per</strong> prima intenzione”,<br />
che può avvenire dopo incisione chirurgica, o<br />
Journal of Plastic Dermatology 2010; 6, 2<br />
in seguito a ferita accidentale da oggetto tagliente,<br />
la ferita è lineare e non c’è, o è minima, la<br />
<strong>per</strong>dita di sostanza; i margini sono vicini o<br />
accostabili mediante sutura chirurgica, cosicchè<br />
dopo circa 8 giorni gli stessi sono fermamente<br />
uniti.<br />
Il risultato è una cicatrice lineare, inizialmente<br />
rossa <strong>per</strong> la presenza di un cospicuo numero di<br />
capillari che, via via, si riducono ottenendo così<br />
un tessuto simile alla cute circostante.<br />
La cicatrizzazione “<strong>per</strong> seconda intenzione” si<br />
verifica spesso come conseguenza di ustioni di<br />
III grado, ferite suppuranti o cavità ascessuali.<br />
L'agente vulnerante provoca, frequentemente,<br />
<strong>per</strong>dita di sostanza notevole, con margini diastasati<br />
e notevole deposito di fibrina. La ferita è<br />
scarsamente detersa e va facilmente incontro a<br />
complicazioni infiammatorie e infettive.<br />
Il processo di cicatrizzazione è tanto lungo<br />
quanto il <strong>per</strong>iodo di rimodellamento e predispone<br />
così alla formazione di una cicatrice patologica.<br />
C onclusioni<br />
La cicatrizzazione è, dunque, un complesso<br />
processo basato sull’attività coordinata di<br />
numerose popolazioni cellulari e mediatori chimici<br />
al fine di raggiungere la restituito ad integrum<br />
del tessuto leso.<br />
L’approfondita conoscenza della fisiopatologia<br />
di questo fenomeno, potenziata dai recenti<br />
studi di biologia molecolare, rappresenta il presupposto<br />
imprescindibile <strong>per</strong> la comprensione<br />
della cicatrizzazione patologica e dei sistemi di<br />
prevenzione e cura.<br />
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