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Boccaccio lettore di Orazio

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Stefano Benedetti<br />

Inf. XXXII, 10-11). Si veda infine, ancora evocando Omero, la citazione esplicita<br />

<strong>di</strong> Ars 359 in Geneal. XV 4, 32.<br />

Su un altro piano è altresì notevole l’ascendenza delle categorie – peraltro<br />

affatto usuali nelle retoriche dei secoli XII-XIII – dell’<strong>Orazio</strong> teorico presso<br />

l’autore del Decameron, evidentemente del binomio prodesse e delectare quale<br />

traspare in alcuni sno<strong>di</strong> riflessivi dei novellatori (Decam. II 3, 5; II Concl., 9; VI<br />

4, 3; X 9, 4, qui con scarto dalla funzione <strong>di</strong>dascalico-morale rimarcato da<br />

Dioneo «per ciò che altro è il nostro fine» 45 ), e soprattutto nel Proemio, dove<br />

informa uno dei passaggi chiave («parimente <strong>di</strong>letto delle sollazzevoli cose in<br />

quelle [novelle] mostrate e utile consiglio», Decam., Proemio 14) 46 , non senza<br />

aver dato modo <strong>di</strong> sottolineare variamente la rilevanza dell’Ars nella poetica<br />

complessiva del Decameron 47 . Il para<strong>di</strong>gma oraziano del «delectando pariterque<br />

monendo», consueto alla topica boccacciana dell’esor<strong>di</strong>o 48 , si ripropone come<br />

invariante della fabula anche nell’accezione allegorica (in Geneal., XIV 9, le<br />

«fabule [...] et sic una et eadem lectione proficiunt et delectant»; effetto che in<br />

Geneal., XV 1, è attribuito all’opera stessa del mitografo, il quale «facit fabulas<br />

cum delectatione fructuosas») e, in quanto principio <strong>di</strong> contiguità tra fondamento<br />

<strong>di</strong> verità morale e artificiatum della forma <strong>di</strong>lettevole, attraversa in genere<br />

tutta la riflessione poetologica del <strong>Boccaccio</strong>, dal Trattatello in laude <strong>di</strong> Dante<br />

in avanti 49 .<br />

Non secondaria, in ogni caso, per la ricezione boccacciana dei postulati retorico-stilistici<br />

dell’Ars poetica, sarà da considerare l’incidenza dei testi me<strong>di</strong>atori 50 ,<br />

45 Cfr. HOLLANDER, «Utilità» in <strong>Boccaccio</strong>’s Decameron, cit., pp. 223-28.<br />

46 Dove opportunamente è stata rilevata la resa <strong>di</strong>retta del pariter <strong>di</strong> Ars poet. 344, da<br />

P. M. FORNI, Realtà/Verità, in «Stu<strong>di</strong> sul <strong>Boccaccio</strong>», XXII, 1994, pp. 235-56: 237 (poi in<br />

Lessico critico decameroniano, a cura <strong>di</strong> R. Bragantini e P. M. Forni, Torino, UTET, 1995).<br />

47 Cfr., oltre agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> HOLLANDER già citati, supra, alla n. 3, M. PICONE, Gioco e/o letteratura.<br />

Per una lettura lu<strong>di</strong>ca del Decameron, in Passare il tempo. La letteratura del gioco e<br />

dell’intrattenimento dal XII al XVI secolo, atti del Convegno <strong>di</strong> Pienza, 10-14 settembre 1991, 2<br />

voll., Roma, Salerno, 1993, vol. I, pp. 105-106 e 120; FORNI, Realtà/Verità, cit., pp. 236 sgg.<br />

48 Ritorna infatti nella Amorosa Visione, sonetto 3, 13-14; nel Proemio al volgarizzamento<br />

liviano, 9-10, cfr. M. T. CASELLA, Nuovi appunti intorno al <strong>Boccaccio</strong> traduttore <strong>di</strong> Livio,<br />

in «Italia me<strong>di</strong>oevale e umanistica», IV, 1961, pp. 77-129: 102-103 (poi in EAD., Tra<br />

<strong>Boccaccio</strong> e Petrarca. I volgarizzamenti <strong>di</strong> Tito Livio e <strong>di</strong> Valerio Massimo, Padova, Antenore,<br />

1982); nel De mulieribus claris, Proemio 7. Cfr. anche V. KIRKHAM, Morale, in Lessico<br />

critico decameroniano, cit., pp. 254 sgg.<br />

49 Cfr. A. CERBO, Retorica e ideologia nel <strong>Boccaccio</strong> latino, Napoli, Ferraro, 1984, pp.<br />

94-96. Riba<strong>di</strong>sce la persistenza del para<strong>di</strong>gma oraziano <strong>di</strong> prodesse/delectare lungo tutto l’operato<br />

poetico del <strong>Boccaccio</strong> L. BATTAGLIA RICCI, Giovanni <strong>Boccaccio</strong>, in Storia della letteratura<br />

italiana. II. Il Trecento, Roma, Salerno, 1995, p. 748.<br />

50 Cfr. V. BRANCA, Registri strutturali e stilistici nel Decameron, in ID., <strong>Boccaccio</strong> me<strong>di</strong>evale<br />

e nuovi stu<strong>di</strong> sul Decameron, Firenze, Sansoni, 1992 8 , pp. 86 sgg.<br />

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