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<strong>Boccaccio</strong> <strong>lettore</strong> <strong>di</strong> <strong>Orazio</strong><br />
pren<strong>di</strong>stato poetico <strong>di</strong> Dante 59 , si può forse riportare anche l’avvenuto passaggio<br />
del <strong>Boccaccio</strong> da una conoscenza ancora generica alla più attiva frequentazione<br />
della poesia <strong>di</strong> <strong>Orazio</strong>, <strong>di</strong> cui nelle opere anteriori al 1348 sono documentate<br />
tracce spora<strong>di</strong>che ed esili.<br />
Qualche eco si può rintracciare nella Amorosa visione 60 : da Carm. I 15, 1-2<br />
per la figura <strong>di</strong> Paride, in Amor. Vis. VII, 62-66 e per i «freti» solcati dalla nave<br />
<strong>di</strong> Elena, in Amor. Vis. XXVII, 42; da Carm. III 16, 1 per Danae, in Amor. Vis.<br />
XVI, 70-74; mentre parrebbe da escludere Carm. I 28 come fonte per il pitagorico<br />
Archita collocato fra i poeti in Amor. Vis. V, 41, se in ZM, 17b, <strong>Boccaccio</strong><br />
lo qualifica come philosophus 61 . Appena un riferimento nella Elegia <strong>di</strong> madonna<br />
Fiammetta per il motivo della fabula vulgi (da Epod. XI 7-8, usufruito insieme<br />
ad Ovi<strong>di</strong>o, Amorum VII 1, 21 in Elegia V 25, 9; luogo del resto topico per<br />
ascendenza petrarchesca, si vedano anche Rime LXXXIII, 12-14 e Corbaccio,<br />
112). Mentre ancora nel solco della tra<strong>di</strong>zione dei florilegi si situa un’annotazione<br />
come quella a c. 46r <strong>di</strong> ML, il <strong>di</strong>stico «Oderunt peccare mali, formi<strong>di</strong>ne pene<br />
/ Oderunt peccare boni, virtutis amore», che è riduzione proverbiale <strong>di</strong> Epist. I<br />
16, 53 62 .<br />
È quin<strong>di</strong> agli anni del magistero petrarchesco che pare opportuno riferirsi per<br />
circoscrivere con maggiore atten<strong>di</strong>bilità la zona in cui il <strong>Boccaccio</strong> compulsa<br />
più attentamente i versi oraziani, e a questa fase potremmo ragionevolmente<br />
attribuire la compilazione delle liste <strong>di</strong> notabilia oraziani in ZM, in particolare<br />
della prima serie <strong>di</strong> estratti. Invano cercheremmo in questo scarno regesto <strong>di</strong> lettura<br />
il documento <strong>di</strong> un gusto instrinsecamente poetico o stilistico, e del tutto<br />
isolata sta l’unica traccia <strong>di</strong> un apprezzamento personale (l’attributo «magnifica»<br />
riferito alla quarta ode del libro IV) 63 . Non c’è dubbio infatti che in quella<br />
sequenza <strong>di</strong> excerpta il <strong>Boccaccio</strong> assecon<strong>di</strong> un’istanza tipica della sua tecnica<br />
59 Cfr. CERBO, Retorica e ideologia nel <strong>Boccaccio</strong> latino, cit., pp. 89-90.<br />
60 Per questi riscontri mi rifaccio a BRANCA, commento ad Amor. Vis., cit., ad loc.<br />
61 Analogamente, nella sezione De doctoribus seu inventoribus, philosophis, poetis tratta<br />
da Paolino Veneto, in ZM, c. 227r, Archita è in<strong>di</strong>cato come «philosophus optimus quem<br />
docentem au<strong>di</strong>vit Plato» (per la sezione paoliniana <strong>di</strong> ZM cfr. A. M. COSTANTINI, Stu<strong>di</strong> sullo<br />
Zibaldone Magliabechiano. III, La polemica con Paolino Veneto, in «Stu<strong>di</strong> sul <strong>Boccaccio</strong>»,<br />
X, 1977, pp. 255-75).<br />
62 Cfr. B.M. DA RIF, La Miscellanea Laurenziana, cit., p. 118; A. MONTEVERDI, <strong>Orazio</strong><br />
nel Me<strong>di</strong>oevo, in «Stu<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>evali», n.s., IX, 1936, pp. 162-80: 168. Nella medesima ML una<br />
citazione oraziana (ancora su Danae, da Carm. III 16, 8) si rinviene nelle glosse del<br />
<strong>Boccaccio</strong> alle Dirae-Ly<strong>di</strong>a (cfr. M. L. LORD, <strong>Boccaccio</strong>’s Virgiliana in the Miscellanea latina,<br />
in «Italia me<strong>di</strong>oevale e umanistica», XXXIV, 1991, pp. 127-97: 192 e nn. 157-58).<br />
63 ZM, 1a: «Nerones seu drusi nobiles romani de quibus magnifica Oratius oda 4° l.<br />
iiii°».<br />
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