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Boccaccio lettore di Orazio

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<strong>Boccaccio</strong> <strong>lettore</strong> <strong>di</strong> <strong>Orazio</strong><br />

tra gli altri della Epistola a Cangrande, probabilmente nota al <strong>Boccaccio</strong> priva<br />

della parte nuncupativa e perciò usufruita come anonima nell’Accessus al commento<br />

dantesco 51 , ripresa anche là dove l’epistola allegava l’autorità oraziana:<br />

sicuramente per il remisse et humiliter dello «stilo comico» (da Ep. a Cangr., 30<br />

a Esposiz., Accessus 19) così centrale nella retorica boccacciana, dalla «bassezza»<br />

intesa come «mezzana via» <strong>di</strong> Filoc. V 97, 6, sino alla piena enunciazione<br />

<strong>di</strong> poetica dello «istilo umilissimo e rimesso» della introduzione alla IV giornata<br />

del Decameron 52 . Tuttavia, in almeno un caso, con una variante significativa<br />

del <strong>Boccaccio</strong>, il quale, ricapitolando i generi passati in rassegna dall’epistola<br />

(dopo trage<strong>di</strong>a e comme<strong>di</strong>a, «sunt et alia genera narrationum poeticarum, scilicet<br />

carmen bucolicum, elegia, satira, et sententia votiva, ut etiam per Oratium<br />

patere potest in sua Poetria» 53 ), sostituiva il lirico alla sententia votiva, il solo<br />

genere corrispondente in effetti al testo dell’Ars 54 («[...] è da sapere che le poetiche<br />

narrazioni sono <strong>di</strong> più e varie maniere, sì come è tragedìa, satira e comedìa,<br />

buccolica, elegìa, lirica ed altre» 55 ). Seppure dovesse trattarsi <strong>di</strong> un’inserzione<br />

scontata, in linea con i co<strong>di</strong>ci retorico-stilistici <strong>di</strong>ffusi, certo ad essa non doveva<br />

essere estranea, per la nozione dei generi poetici maturata dal Certaldese, proprio<br />

l’esemplarità dell’<strong>Orazio</strong> lirico.<br />

Può importare, in tal senso, che la prima menzione <strong>di</strong> <strong>Orazio</strong> nell’opera del<br />

<strong>Boccaccio</strong> 56 si <strong>di</strong>a sotto l’insegna del Petrarca, per il cui transito dagli stu<strong>di</strong> giu-<br />

51 Cfr. PADOAN, commento a Esposiz., pp. 767-68, nn. 11 e 17; ma cfr. anche L. JENARO-<br />

MACLENNAN, The Trecento Commentaries on the Divina Comme<strong>di</strong>a and the Epistle to<br />

Cangrande, Oxford, Clarendon Press, 1974, pp. 108-23 e C. PAOLAZZI, Le letture dantesche<br />

<strong>di</strong> Benvenuto da Imola, in «Italia Me<strong>di</strong>oevale e Umanistica», XXII, 1979, pp. 319-66: 325<br />

(poi in ID., Dante e la Come<strong>di</strong>a nel Trecento, Milano, Vita e Pensiero, 1989, pp. 223-76).<br />

52 Si vedano, tra gli altri, R. HOLLANDER, <strong>Boccaccio</strong>’s Dante: Imitative <strong>di</strong>stance<br />

(Decameron I 1 and IV 10), in «Stu<strong>di</strong> sul <strong>Boccaccio</strong>», XIII, 1981-82, pp. 169-98: 172-73 e n.<br />

13; ID., Decameron: the sun rises in Dante, in «Stu<strong>di</strong> sul <strong>Boccaccio</strong>», XIV, 1983-84, pp. 241-<br />

55: 246-47; quin<strong>di</strong> l’analisi <strong>di</strong> R. FEDI, Il “regno <strong>di</strong> Filostrato”. Natura e struttura della<br />

Giornata IV del Decameron, in «Modern Language Notes», 102, 1987, n. 1, pp. 39-54: 46-47.<br />

Può essere tuttavia interessante evidenziare come la <strong>di</strong>retta referenza all’elogio della me<strong>di</strong>ocritas<br />

si avvalga in apertura dell’immagine <strong>di</strong> torri e cime degli alberi percosse dal vento dell’invi<strong>di</strong>a,<br />

tòpos frequente nel <strong>Boccaccio</strong>, ch pure si può far risalire a Carm. II 10, 9-11.<br />

53 D. ALIGHIERI, Epistola a Cangrande, a cura <strong>di</strong> E. Cecchini, Firenze, Giunti, 1996, par.<br />

32, p. 12.<br />

54<br />

BRUGNOLI, MERCURI, <strong>Orazio</strong> Flacco, Quinto, cit., pp. 174-75.<br />

55<br />

BOCCACCIO, Esposiz., Accessus 17.<br />

56 Secondo la datazione della biografia petrarchesca, a ridosso della laurea romana, agli<br />

anni 1341-42 (cfr. G. BILLANOVICH, Petrarca letterato. I, Lo scrittoio <strong>di</strong> Petrarca, Roma,<br />

Storia e Letteratura, 19952 , pp. 74-78; datazione ora riba<strong>di</strong>ta da FEO, Co<strong>di</strong>ci latini del<br />

Petrarca, cit., p. 346); ma per l’abbassamento al 1348-50 (secondo la tesi già del Massèra)<br />

cfr. l’e<strong>di</strong>zione a cura <strong>di</strong> R. Fabbri, G. BOCCACCIO, Vite <strong>di</strong> Petrarca, Pier Damiani e Livio, in<br />

Tutte le opere, cit., vol. V, to. I, 1992, pp. 881-85.<br />

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