La città - L'Azione
La città - L'Azione
La città - L'Azione
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>L'Azione</strong> 24 OTTOBRE 2009<br />
Guardare avanti con fiducia e coraggio,<br />
puntando su nuovi investimenti.<br />
Questa sembra essere la soluzione<br />
più consona per superare<br />
la crisi del nostro territorio. E’ quanto<br />
emerso dalla tavola rotonda<br />
“Dopo la crisi: cosa abbiamo imparato?”,<br />
organizzata venerdì 16<br />
dalla Carifac, con il patrocinio del<br />
Comune di Fabriano, Lions e Rotary<br />
Club. Un evento molto sentito<br />
in <strong>città</strong>, tanto che l’Oratorio della<br />
Carità non è riuscito a contenere<br />
l’enorme folla dei partecipanti.<br />
Tra i relatori, economisti di rilievo,<br />
amministratori ed esponenti<br />
politici: Prof. Giacomo Vaciago<br />
(Università Cattolica di Milano, Il<br />
Sole 24 Ore), Prof. Alberto Niccoli<br />
(Università Politecnica delle Marche),<br />
Michele Orsanelli (Amministratore<br />
Unico Palladio Sviluppo),<br />
Salvatore Fortuna (Presidente Confartigianato<br />
Marche), Giuseppe Casali<br />
(Presidente Confindustria Ancona),<br />
Vincenzo Consoli (Amministratore<br />
Delegato Veneto Banca<br />
Holding), On. Maria Paola Merloni,<br />
Sen. Francesco Casoli e il Presidente<br />
della Regione Marche, Gian<br />
Mario Spacca. L’incontro si è aperto<br />
con una protesta dei giovani del<br />
Centro Sociale Fabbri e di un gruppo<br />
di cassintegrati della Antonio<br />
Merloni, che hanno voluto ricordare<br />
quanto la realtà fabrianese<br />
necessiti di un rilancio immediato<br />
(con uno striscione all’esterno:<br />
"Dentro la vostra crisi, reclamiamo<br />
reddito"). “Questa crisi ci ha costretto<br />
a rivedere tutto il sistema finanziario<br />
ed economico”, ha introdotto<br />
il Direttore Generale della Carifac,<br />
Paolo Mariani, “la ripresa non<br />
potrà mai essere possibile se non<br />
saranno rimosse definitivamente le<br />
cause che l’hanno generata”.<br />
L’economista Giacomo Vaciago ha<br />
posto l’attenzione sull’investimento<br />
futuro, incoraggiando sopratutto<br />
i giovani: “<strong>La</strong> nostra non è stata<br />
una recessione normale”, ha affermato,<br />
“e per questo dobbiamo agire<br />
con attenzione e consapevolezza.<br />
Abbiamo smesso di cadere ma<br />
non siamo ancora ripartiti. Per farlo<br />
occorre ricostruire, in un certo<br />
senso, un nuovo modello di economia,<br />
con determinate regole e<br />
forme di impegno”. Anche il Prof.<br />
Niccoli ha rimarcato l’importanza<br />
dell’investimento: “Il fallimento<br />
c’è stato anche perché è venuta<br />
meno la fiducia, insieme ai com-<br />
FABRIANO 11<br />
<strong>La</strong> <strong>città</strong><br />
Ma la crisi non è finita...<br />
Cos'è emerso dal convegno Carifac: servono fiducia e coraggio<br />
I manifestanti sventolano banconote fac-simile da 500 euro all'esterno<br />
dell'Oratorio della Carità mentre all'interno si svolgeva la tavola rotonda<br />
portamenti sbagliati delle autorità.<br />
E’ importante, ora come ora,<br />
generare nuove capacità produttive,<br />
investendo sul capitale sociale<br />
e umano. Spostare l’attenzione dall’ambito<br />
finanziario a quello reale,<br />
concentrandoci sull’occupazione e<br />
il reddito”. Il presidente di Confindustria<br />
Ancona, Giuseppe Casali,<br />
ha sottolineato l’importanza delle<br />
piccole attività industriali marchigiane,<br />
da assumere come modello<br />
per il forte senso di elasticità e di<br />
attaccamento al personale. Un fattore<br />
messo in rilievo anche dall’Amministratore<br />
Delegato Veneto<br />
Banca, Vincenzo Consoli.<br />
Di notevole interesse gli interventi<br />
dei politici presenti in sala. “Da<br />
questa crisi abbiamo imparato ben<br />
poco”, ha affermato il Senatore<br />
Francesco Casoli: “<strong>La</strong> strategia del<br />
rinnovamento andava fatta prima,<br />
quando tutto procedeva bene. Le<br />
istituzioni non sono state unite<br />
come avrebbero dovuto, e non hanno<br />
agito con lungimiranza. E’ venuto<br />
il momento di iniziare a dialogare<br />
veramente con tutti i soggetti<br />
coinvolti”.<br />
L’on. Maria Paola Merloni ha invece<br />
parlato di tre insegnamenti<br />
L’iniziativa, organizzata dal Csa<br />
Fabbri, è stata volutamente ironica<br />
come involontariamente ironico,<br />
se non inopportuno, è il titolo<br />
che è stato dato a questa tavola rotonda.<br />
“Dopo la crisi: cosa abbiamo<br />
imparato?”. Noi abbiamo<br />
imparato che la crisi non è ancora<br />
finita, che qualcuno questa crisi<br />
l’ha generata e non sono gli stessi<br />
soggetti che quotidianamente la<br />
subiscono, ciò lo possono testimoniare<br />
gli operai senza lavoro, i precari,<br />
le famiglie in difficoltà, chi<br />
ha mutui da pagare e pesanti tasse<br />
per i figli all’università. Noi abbia-<br />
Lega Nord: "Sì a Carifac-Veneto Banca"<br />
<strong>La</strong> Lega Nord è l’unico partito ad<br />
aver preso posizione sulla questione<br />
Carifac. Abbiamo detto che l’accordo<br />
con Veneto Banca è l’unica<br />
soluzione possibile e che ogni altra<br />
ipotesi risponde a interessi che<br />
nulla hanno a che vedere con la<br />
tutela del credito e con il sostegno<br />
alle piccole e medie imprese del<br />
nostro territorio.<br />
Ma la chiarezza a Fabriano non<br />
paga. E così è scattato il black out<br />
informativo. Una consegna del silenzio<br />
da repubblica balcanica. Un<br />
“troncare e sopire” così puntuale<br />
da far pensare alla regia di qualche<br />
manina pesante e influente, terrorizzata<br />
dall’idea che a Fabriano si<br />
possa uscire dal pantano dei silenzi<br />
e delle decisioni prese in qualche<br />
ristretto circolo di parrucconi.<br />
<strong>La</strong> posta in gioco è la sopravvivenza<br />
della cassaforte del territorio e<br />
ogni silenzio è una pugnalata alla<br />
schiena della nostra comunità. Per<br />
questo la Lega Nord rimarcherà in<br />
ogni sede le sue posizioni, senza<br />
curarsi della prudenza degli ignavi<br />
e degli attendisti che aspettano<br />
di vedere chi la spunta per poter<br />
saltare allegramente sul carro dei<br />
vincitori. <strong>La</strong> Carifac, negli anni, ha<br />
perso molti treni. E’ rimasta sola<br />
quando altre casse di risparmio ricercavano<br />
accordi con altre banche<br />
e provavano ad uscire dal proprio<br />
nanismo. Questo isolamento da<br />
bella addormentata nel bosco è finito<br />
quando è arrivata la crisi, che<br />
ha rovesciato sull’istituto un insostenibile<br />
fardello di fallimenti e di<br />
crisi dell’industria locale e del suo<br />
indotto.<br />
Oggi la Carifac, per rimanere ancorata<br />
al territorio, ha bisogno di<br />
un’altra banca che metta i soldi e<br />
tuteli il credito della nostra terra. E<br />
per questo l’istituto perderà un po’<br />
della sua autonomia. Ci dispiace<br />
come fabrianesi ma è sempre meglio<br />
un po’ meno di autonomia che<br />
il declino. In questo senso la Lega<br />
I relatori del convegno "Dopo la crisi: cosa abbiamo imparato?"<br />
costruttivi, etico, tecnico e di cambiamento:<br />
”Quando mio padre, nel<br />
1980, si insediò alla presidenza<br />
nazionale di Confindustria, disse<br />
che con questo stato, con questa<br />
scuola, con questa fabbrica non<br />
avremmo potuto vincere le sfide<br />
degli anni ’80. Ebbene, se la politica<br />
non torna ai problemi reali, con<br />
questo stato, con questa scuola, con<br />
questa fabbrica non riusciremo ad<br />
affrontare le difficoltà di oggi”. Un<br />
futuro che deve essere costruito<br />
velocemente, con nuove misure a<br />
sostegno delle imprese e dei lavoratori,<br />
alimentando un rapporto di<br />
fiducia con le istituzioni bancarie,<br />
come ha rimarcato il Governatore<br />
Gian Mario Spacca, “è necessario<br />
attivare una nuova strategia di attacco,<br />
un progetto di politica industriale<br />
fondato su accordi di programma”.<br />
Elisabetta Monti<br />
"Un titolo proprio inopportuno!"<br />
<strong>La</strong> protesta del Csa Fabbri e degli operai con difficoltà occupazionali<br />
Nord ritiene che debba essere rispettato<br />
un principio fondamentale:<br />
le banche devono fare accordi<br />
diretti con altre banche, che conoscono<br />
il mestiere e possono portare<br />
vantaggi ed opportunità.<br />
Per queste ragioni la Lega Nord<br />
valuta positivamente l’accordo tra<br />
Carifac e Veneto Banca. Non è sicuramente<br />
un accordo da applausi<br />
ma l’unica soluzione possibile tra<br />
quelle che passa il convento. Adesso<br />
tocca a Veneto Banca scoprire<br />
le carte. Il vertice venga a Fabriano.<br />
Tutte le settimane. Per incontrare<br />
i lavoratori, la comunità locale<br />
e le imprese. Perché per fare accordi<br />
sul territorio non basta mettere<br />
i soldi ma serve innanzitutto il<br />
consenso.<br />
Dimostrino concretamente di non<br />
agire da colonizzatori e di non essere<br />
interessati solo a comperare<br />
sportelli.<br />
Gian Pietro Simonetti,<br />
Lega Nord Fabriano<br />
mo imparato che, in<br />
realtà i soldi ci sono,<br />
per salvare le banche<br />
e le imprese, ma<br />
non per migliorare un<br />
welfare state praticamente<br />
inesistente oggi<br />
in Italia. Tutto ciò è<br />
ancora più critico nel<br />
nostro territorio. Dalla<br />
scomparsa del Fabriano<br />
Basket, passando<br />
per la crisi irreversibile<br />
dell’Antonio<br />
Merloni e del suo indotto,<br />
attraverso le vicissitudini<br />
della Carifac ed arrivando<br />
infine alla chiusura dell’università,<br />
ogni giorno questo territorio<br />
si impoverisce dal punto di vista<br />
culturale ed economico. <strong>La</strong> ripresa<br />
di Fabriano non può essere gestita<br />
né da coloro che fino ad oggi hanno<br />
tratto benefici dallo sfruttamento<br />
del nostro territorio, né da “avvoltoi”<br />
provenienti da fuori, pronti<br />
a “colonizzare” un territorio in<br />
depressione. L’uscita dalla crisi<br />
Foto Cico<br />
Foto Cico<br />
Uno striscione del Centro Sociale Fabbri<br />
deve necessariamente passare per<br />
un nuovo protagonismo sociale<br />
che coinvolga direttamente chi la<br />
crisi la sta subendo sulla propria<br />
pelle: migranti, operai, precari e<br />
studenti… è necessario, in questo<br />
periodo, rivendicare il diritto al<br />
reddito, ed avere il coraggio di ridisegnare<br />
collettivamente un nuovo<br />
modello di sviluppo che sia partecipato<br />
e non imposto.<br />
Centro Sociale Autogestito Fabbri<br />
Alcuni operai in cassa integrazione che hanno chiesto la parola