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Sessione 2 - Ispra

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idrica sotterranea può aver realizzato un processo di erosione-dissoluzione dell’orizzonte<br />

di travertino o, in alternativa, dell’intera successione piroclastico-alluvionale presente a<br />

tetto del substrato carbonatico che, in questo settore della piana, si rinviene a meno di<br />

60 m dal p.c.<br />

Viceversa, per quanto riguarda l’area della fossa di S. Vito, i dati geologici raccolti integrano<br />

il modello geomorfologico e stratigrafico del sottosuolo, confortando l’ipotesi di una<br />

origine da sprofondamento, mentre i dati di carattere storico non forniscono elementi<br />

determinanti, se non una serie di informazioni che ci suggeriscono delle ipotesi e permettono<br />

di porre delle conditio temporali.<br />

Tra esse, l’esistenza di una chiesa sul bordo della depressione, riferita nei manoscritti già<br />

intorno all’anno 1000, dedicata ad un santo (S. Vito) il cui culto è generalmente attestato<br />

in aree interessate da terremoti e/o sprofondamenti. La circostanza riportata da alcuni<br />

Autori (LIGUORI ROSSI A., 1990,) che la chiesa di S. Vito sia stata edificata sui resti di un<br />

tempio di età romana consente di ipotizzare che la depressione possa essersi formata<br />

in età romana e che il tempio possa essere stato edificato proprio come espressione di<br />

culto alla divinità ritenuta responsabile dell’evento.<br />

Parallelamente, la presenza all’interno della depressione dei ruderi di una piccola chiesa<br />

di età paleocristiana dedicata a S. Apollonia, consente di ipotizzare che la costruzione della<br />

chiesa possa essere stata realizzata a sprofondamento già avvenuto, e che questo sia<br />

pertanto precedente all’intervallo VI-IX sec d.C..<br />

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della piana del F. Sarno: ulteriori dati relativi all’assetto stratigrafico del territorio. Atti<br />

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