Sessione 2 - Ispra
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Fig 9 – Distribuzione delle liquefazioni in funzione della geologia e dell’intensità dei terremoti. In<br />
basso sono indicate le distanze massime a cui si può vericare una liquefazione in funzione della<br />
magnitudo del terremoto: a destra con i dati 1900-1990, a sinistra con i dati 1000-1990.<br />
Liquefaction distribution vs plio-quaternary geology and earthquake intensity. Down is shown the<br />
maximum distance for liquefaction vs magnitude: in the right with 1900-1990 range, in the left with<br />
1000-1990 range.<br />
dei sinkhole, non concomitanti con un evento sismico, bisogna invocare altre cause: p. es.,<br />
si potrebbe pensare alle variazioni del carico idraulico nel caso dei sinkhole della Pianura<br />
Pontina (Lazio meridionale) dove spessori di 100-200m di sedimenti terrigeni poggiano<br />
su un substrato carbonatico, fagliato e ospitante una falda idrica in pressione. È interessante<br />
notare come in occasione del terremoto calabro del 1905 di intensità di X MSK e<br />
Magnitudo stimata pari a 7, nella Valle del Drago vi fu la liquefazione del terreno con<br />
importante fuoruscita di fango da fessure nel terreno, fenomeno descritto come accaduto<br />
anche in altre occasioni dopo intense piogge (MERCALLI, 1906; RIZZO, 1907; GALLI et<br />
al. 1997).<br />
La mappa dei fenomeni di liquefazione (GALLI et al., 1997) se confrontata con la distribuzione<br />
del terrigeno plio-quaternario, a diverso potenziale di liquefacibilità, evidenzia come<br />
i fenomeni di liquefazione tendano a distribuirsi maggiormente lungo la catena appenninica<br />
(fig. 9), nonostante la diffusione del terrigeno lungo le aree costiere e le principali<br />
aree vallive (Pianura Padana, fossa Bradanica), mostrando di seguire soprattutto la distribuzione<br />
degli epicentri sismici dei maggiori terremoti.<br />
Invece, il confronto con la distribuzione dei sinkhole (ISPRA, 2009), evidenzia come<br />
quest’ultimi siano distribuiti sia nelle aree di catena, in sovrapposizione spesso alle segnalazioni<br />
di liquefazione, che nelle aree costiere e di pianura, poco interessate da liquefazioni<br />
a causa della lontananza dagli epicentri sismici (fig. 10).<br />
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