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Sessione 2 - Ispra

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e Cotilia degli Aborigeni; ove galleggia un’isola; uniti a questi , inviate le decime ad Apollo<br />

Clario.<br />

Testimonianza della origine ellenica del territorio di Cittaducale è il nome “Cotilia”che fu<br />

dato a causa dei monti che la circondano con una forma quasi di anfiteatro.<br />

Dell’isola fluttuante del Lago di Paterno, ne hanno parlato Autori latini, quali PLINIO, VARRONE,<br />

MACROBIO eSENECA.<br />

Quest’ultimo riporta: “Ipse ad Cutilias natantem insulam vidi, et alia in Uedimonis lacu<br />

euhitur (lacus in Statoniensis est .Cutiliarum insula et harbores habet et herbas<br />

nutrit:tamenqua sustinetur et in hanc atque illam partem non uento tantum sed aura<br />

compellitur, nec umquam illi perdiem ac noctem uno locostatio est: adeo monetur beniflactu”<br />

TITO LIVIO (27 a. C.) ne accenna nel suo lavoro riguardo la storia di Roma quando descrive<br />

la strada percorsa da Annibale da Amiternum a Roma.<br />

Per la sua ubicazione, quasi al centro della penisola italica, il lago di Paterno con la sua<br />

isola galleggiante fece ritenere a VARRONE e PLINIO (77 a,. C., 47- 45 a. C.), che esso fosse<br />

l’ombelico d’Italia. Si legge infatti in PLINIO: “In agro Reatino, Cutiliae lacum in quo fluctuat<br />

insula Italiae umbilicum esse: M.Varro tradit”; Nel territorio reatino, il lago di Cotilia, sul<br />

quale galleggia un’isola è l’ombelico d’Italia: così M.Varrone tramanda.<br />

Sempre a proposito del lago di Paterno alcuni Autori (tra cui BIONDO, 1558) hanno ritenuto<br />

che ad esso volesse riferirsi Virgilio quando nel libro VII dell’Eneide, descrivendo l’Italia<br />

centrale ai tempi di Enea, parla di un lago chiamato Ampsanctus, situato ai piedi di alti<br />

monti e circondato da fitti boschi percorsi da un fragoroso torrente. Lì si aprivano una<br />

orrenda spelonca e un lago pestilenziale, attraverso l’Ancheronte infernale sbucava di<br />

sottoterra:<br />

L’identificazione del lago nominato da Virgilio con il lago di Paterno, o comunque con le<br />

acque solfuree di Cotilia, non sembra però accettabile dalla maggior parte dei critici<br />

(ALIOTTA et al. 1982; CADDEU, 2009), perché se al detto lago corrisponde il fatto di trovarsi<br />

nel centro dell’Italia, non corrispondono ugualmente le altre caratteristiche. L’opinione più<br />

accreditata è quella che ritiene trattarsi del lago di Ansanto o Mofeta di Ansanto (Avellino).<br />

L’area del Lago di Paterno era sacra alla dea Vacuna e sembra che fossero ivi presenti<br />

luoghi di culto dedicati alla dea.<br />

A tal proposito PERSICHETTI (1910) riporta: Non volendo io neppure oppugnare l’ipotesi dello<br />

stesso Gori circa l’esistenza di un tempio di Vacuna nei pressi di Cerchiara nella valle del<br />

torrente Canera, perche ivi pure si rinvennero epigrafi votive a quella dea, cosa del resto<br />

non difficile essendo grande il culto dei Sabini,… per essa ne tampoco volendo indugiarmi<br />

a ribattere ciò che il Gori medesimo osserva contro la mia opinione rispetto al lago di<br />

Cotilia, perche il suo ragionamento mi sembra tanto debole da non richiedere una lunga<br />

confutazione, bastando osservare che il lago di Paterno e un lago vero e proprio, del<br />

diametro di 120 m., e quindi ben poteva essere il lacus Cutiliae, mentre le sorgenti solforose<br />

della pianura presso i moderni bagni, prossimi alla cadente chiesa della madonna di<br />

S. Vittorino, sono piccoli stagni o laghetti, il più grande dei quali ha 50 m. di diametro, che<br />

non hanno ora, ne hanno avuto mai aspetto, grandezza ed importanza di vero lago, e<br />

quello di Paterno trovasi pure ad aquas Cutüias, perche di qua e di lä di esso sono tuttora<br />

visibili avanzi di cospicue terme romane: lasciando adunque da banda tutto questo ed altro<br />

, a me preme soltanto richiamare l’attenzione degli studiosi sopra una recente scoperta<br />

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