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PieMonti 6-2012.pdf - Comune di Alpette

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10<br />

Primo Primo Piano<br />

Il modello <strong>di</strong> Borghi srl<br />

per l’appennino<br />

I modelli piemontesi <strong>di</strong> intervento – nel loro programma generale <strong>di</strong> sviluppo<br />

locale e nella progettazione – hanno vali<strong>di</strong> esempi in tutt’Italia. A guidare molti<br />

interventi specifi ci su borghi e zone abbandonate dell’Appennino, è stata la<br />

società “I Borghi srl”, con sede a Roma (www.iborghisrl.it). “La nostra impresa<br />

– spiega il presidente Michele Esposto – sostiene e applica un modello <strong>di</strong> intervento<br />

che assume la riqualifi cazione del patrimonio immobiliare, come struttura<br />

portante <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> ospitalità <strong>di</strong>ffusa”. Lo sviluppo <strong>di</strong> un prodotto turistico<br />

unico ed originale, attraverso:<br />

il coinvolgimento degli operatori dello sviluppo locale, <strong>di</strong> investitori istituzionali<br />

e privati, degli operatori della fi liera turistica, nonché della piccola impren<strong>di</strong>toria<br />

locale, esistente e nascente;<br />

l’ideazione e lo sviluppo <strong>di</strong> un’offerta turistica che, basata su un modello innovativo<br />

<strong>di</strong> ricettività e su un tema <strong>di</strong> attrazione <strong>di</strong>fferenziante, connoti in<br />

maniera decisa la proposta agli occhi del mercato turistico <strong>di</strong> riferimento;<br />

la messa a punto <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> gestione effi cace ed effi ciente e <strong>di</strong> un sistema<br />

<strong>di</strong> promo-commercializzazione che consenta <strong>di</strong> sfruttare al meglio le<br />

opportunità <strong>di</strong> mercato.<br />

tra<strong>di</strong>zione sì, ma anche unendo temi<br />

forti che accompagnano la modernità<br />

degli inse<strong>di</strong>amenti”.<br />

Innovativi e popolari<br />

Domotica, green economy, fonti<br />

<br />

Slow Food<br />

energetiche rinnovabili, utilizzo del<br />

legno per il recupero e opportuno uso<br />

della pietra, nuovi stili progettuali che<br />

conservino volumi carichi <strong>di</strong> storia,<br />

ma che allo stesso tempo sappiano<br />

guardare al futuro. Un’operazione che<br />

all’Uncem piace defi nire “popolare”,<br />

adatta a tutti. Anche negli standard<br />

economici in<strong>di</strong>viduati: per l’acquisto<br />

iniziale degli immobili non si dovranno<br />

superare i 50-100 euro al metro<br />

quadrato, per arrivare a 1000-1300 euro<br />

al mq per la casa recuperata. “Proprio<br />

così – prosegue Riba –. Queste cifre,<br />

ovviamente verifi cabili e mo<strong>di</strong>fi cabili<br />

nelle <strong>di</strong>verse situazioni che incontriamo,<br />

<strong>di</strong>mostrano che non possiamo<br />

permetterci <strong>di</strong> fare un recupero fi ne<br />

a se stesso. Ricostruire vuol <strong>di</strong>re<br />

favorire famiglie e singoli, giovani e<br />

adulti, che guardano alla montagna<br />

come luogo in cui vi sono i margini<br />

per creare nuove attività, nuovi lavori,<br />

nei campi ad esempio dell’agricoltura<br />

multifunzionale, piuttosto che ricettivoturistico.<br />

La sapiente reinterpretazione<br />

architettonica non è un incidenza<br />

casuale. Lo sanno bene gli architetti<br />

che fi nora abbiamo incontrato. A tutti<br />

abbiamo illustrato le caratteristiche<br />

del programma, che prevede anche

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