PieMonti 6-2012.pdf - Comune di Alpette
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36<br />
Attualità<br />
Comunità montane<br />
dentro una tesi<br />
<strong>di</strong> Silvia Rodeghiero<br />
Con il lavoro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ho voluto<br />
approfon<strong>di</strong>re la tematica relativa<br />
alle Comunità montane, nel tentativo<br />
<strong>di</strong> comprendere se sia stato giustifi cato<br />
l’accanimento manifestato nei confronti<br />
<strong>di</strong> questi enti all’indomani della crisi<br />
economico-fi nanziaria che ha colpito il<br />
nostro Paese e dei clamorosi casi <strong>di</strong> abuso<br />
della <strong>di</strong>sciplina evidenziati dall’ormai<br />
celeberrimo libro-inchiesta <strong>di</strong> Stella e<br />
Rizzo (“la Casta”, 2007), che ha acceso<br />
la miccia <strong>di</strong> tutte le successive <strong>di</strong>scussioni<br />
sorte sull’argomento.<br />
Si è partiti dal troppo spesso <strong>di</strong>menticato<br />
articolo 44 della Costituzione, ai sensi<br />
del cui secondo comma “la legge<br />
<strong>di</strong>spone provve<strong>di</strong>menti a favore delle<br />
zone montane”, per procedere poi a<br />
un esame delle principali normative e<br />
pronunce giurisprudenziali che hanno<br />
interessato i territori montani, fi no alle<br />
nefaste conseguenze che l’articolo 16<br />
del decreto-legge 138/2011 avrebbe<br />
prodotto se non fosse intervenuto il<br />
successivo art. 19 della Spen<strong>di</strong>ng review<br />
(decreto-legge 95/2012), il cui comma<br />
terzo ha preso in considerazione proprio<br />
le Terre alte, prevedendo l’istituzione <strong>di</strong><br />
Unioni <strong>di</strong> Comuni montani, una sorta <strong>di</strong><br />
evoluzione delle Comunità montane, che<br />
Silvia Rodeghiero<br />
Silvia Rodeghiero,<br />
<strong>di</strong> Asiago, si è laureata<br />
in Giurisprudenza con<br />
una lavoro <strong>di</strong> analisi<br />
e ricerca sulla storia<br />
e sul futuro degli enti.<br />
Ecco una sintesi<br />
della sua tesi<br />
si salvano dalla soppressione e trovano,<br />
anzi, nuovo slancio.<br />
La seconda parte della tesi è de<strong>di</strong>cata<br />
a una terra che amo, alla “mia” terra,<br />
l’Altopiano <strong>di</strong> Asiago, e alla Comunità<br />
montana “Spettabile Reggenza dei Sette<br />
Comuni”, dalle origini alle prospettive<br />
future, soprattutto alla luce della recente<br />
legge regionale n. 40, approvata il<br />
19 settembre scorso, <strong>di</strong>sciplinante le<br />
nuove “Unioni montane”. In merito<br />
al provve<strong>di</strong>mento sono state raccolte<br />
opinioni <strong>di</strong>vergenti: se da alcune<br />
parti è stato manifestato un certo<br />
entusiasmo, non altrettanto può <strong>di</strong>rsi<br />
per gli amministratori altopianesi, che<br />
hanno rilevato dei punti critici nella<br />
<strong>di</strong>sciplina. In primis, l’eccessivo numero<br />
<strong>di</strong> consiglieri (tre membri per <strong>Comune</strong>)<br />
e, in secondo luogo, la questione degli<br />
ambiti territoriali: potendo i Comuni<br />
presentare alla Giunta le loro proposte <strong>di</strong><br />
Unione, infatti, preoccupa la possibilità<br />
che in Altopiano si vengano a creare<br />
una pluralità <strong>di</strong> Unioni, dunque, con una<br />
possibile duplicazione <strong>di</strong> enti, <strong>di</strong> organi,<br />
<strong>di</strong> funzioni e con problematiche non<br />
in<strong>di</strong>fferenti anche per quanto riguarda<br />
il censuario e la ripartizione dei rapporti<br />
attivi e passivi che attualmente fanno<br />
capo alle Comunità montane.<br />
Al momento, si sono potute formulare<br />
solo delle ipotesi in merito a quello<br />
che potrà essere il futuro per questo<br />
territorio, poiché occorrerà attendere<br />
le deliberazioni della Giunta regionale<br />
e la formulazione delle proposte <strong>di</strong><br />
Unione da parte dei Comuni. Certo è<br />
che questi ultimi dovranno sforzarsi <strong>di</strong><br />
superare il campanilismo che da sempre<br />
li caratterizza per de<strong>di</strong>care la loro<br />
attenzione solo al bene della montagna<br />
e delle sue genti, nella consapevolezza<br />
delle potenzialità insite in questi territori<br />
e nella speranza che le stesse vengano<br />
sviluppate e sfruttate, in modo tale da<br />
allontanare dagli enti montani l’epiteto<br />
<strong>di</strong> “carrozzoni”.