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PieMonti 6-2012.pdf - Comune di Alpette

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Cattaneo: “L’esperienza delle<br />

Comunità montane deve essere valorizzata”<br />

<strong>di</strong> Elisa Sola<br />

Il presidente del Consiglio regionale interviene sulla trasformazione delle Comunità<br />

in Unioni. Con un appello: è necessario ripensare ai meccanismi <strong>di</strong> “restituzione” della<br />

pianura per le risorse messe a <strong>di</strong>sposizione dalla montagna<br />

Presidente Cattaneo, a proposito<br />

della riforma delle Comunità<br />

montane e elle trasformazioni in<br />

Unioni montane dei Comuni, quali<br />

sono i vantaggi che lei intravede?<br />

Dove i punti <strong>di</strong> debolezza? Come<br />

è possibile facilitare il processo e<br />

il cambiamento senza buttare via<br />

40 anni <strong>di</strong> storia <strong>di</strong> politiche per la<br />

montagna?<br />

Ho con<strong>di</strong>viso l’impianto della riforma,<br />

peraltro “imposta” da norme <strong>di</strong> livello<br />

nazionale, proprio nel presupposto che<br />

l’esperienza e la storia delle Comunità<br />

montane non vadano assolutamente<br />

<strong>di</strong>sperse, soprattutto in una realtà come<br />

il Piemonte, dove questi enti avevano<br />

un forte ra<strong>di</strong>camento e buoni livelli<br />

<strong>di</strong> effi cienza. Anche perché, da noi,<br />

le riforme erano già state fatte negli<br />

anni scorsi, e una certa <strong>di</strong>spersione che<br />

esisteva in talune aree era già stata<br />

superata. Adesso la responsabilità<br />

pprincipale p torna in capo p ai Comuni, ,pprimi<br />

interpreti delle esigenze del territorio e<br />

dei citta<strong>di</strong>ni. Tocca loro in<strong>di</strong>viduare un<br />

nuovo assesto <strong>di</strong> cooperazione che, a<br />

mio avviso, non potrà che tener conto<br />

della realtà esistente e consolidata dei<br />

servizi comuni già attivi e funzionanti.<br />

Il Piemonte deve tornare a guardare<br />

ai territori considerati troppo<br />

spesso “periferici” o “marginali”.<br />

È possibile secondo lei uscire da<br />

un “torinocentrismo” e riavviare<br />

una programmazione <strong>di</strong> sviluppo<br />

socio-economico per tutto il<br />

territorio? Non pensa sia giunto<br />

il momento <strong>di</strong> avere una Regione<br />

che contribuisce a riequilibrare il<br />

rapporto tra montagna “produttrice<br />

<strong>di</strong> beni e risorse” (si pensi ad<br />

acqua e idroelettrico) con la città<br />

“consumatrice”?<br />

Non potrei essere più d’accordo, io che<br />

provengo dalla provincia più montana<br />

del Piemonte! Nella VII legislatura<br />

mi sono battuto e ho ottenuto che<br />

la specifi cità montana fosse inserita<br />

nello Statuto come parametro <strong>di</strong><br />

cui la Regione deve tener conto<br />

nell’attuazione delle proprie politiche.<br />

In questa legislatura ho presentato una<br />

legge per rafforzare l’autonomia del<br />

Vco proprio in ragione del suo essere<br />

montagna, <strong>di</strong>segno purtroppo superato<br />

dagli eventi e dagli accorpamenti ora<br />

in atto. Ma il problema resta, perché<br />

occorre, in qualche modo, far sì che<br />

la “restituzione” alla montagna delle<br />

risorse che il pubblico ottiene per<br />

l’uso delle risorse naturali, come<br />

quelle idriche, sia considerato<br />

non un “omaggio” soggetto<br />

alla valutazione della<br />

maggioranza <strong>di</strong> turno, ma un fatto<br />

dovuto, come riconoscimento<br />

dell’importanza che il presi<strong>di</strong>o del<br />

territorio ha, ad esempio, per la<br />

prevenzione del rischio idrogeologico. La<br />

mia battaglia in questo senso continua e<br />

non sono da solo!<br />

Da anni, le politiche regionali per<br />

la montagna sembrano esser state<br />

messe ai margini. In tre anni sono<br />

arrivate ben due leggi <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no<br />

degli enti sovracomunali montani,<br />

ma poche altre sono state le<br />

<strong>di</strong>sposizioni a favore delle Terre Alte.<br />

Da cosa bisogna partire secondo<br />

lei, per generare nuovo sviluppo,<br />

nuove imprese, nuove opportunità<br />

<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento sui nostri territori<br />

montani?<br />

La crisi internazionale si è ripercossa<br />

sulle fi nanze pubbliche, e temo che ben<br />

<strong>di</strong>ffi cilmente, nell’arco dei prossimi anni,<br />

si sarà in grado <strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione<br />

risorse importanti per sostenere lo<br />

sviluppo del territorio, anche se le<br />

<strong>di</strong>ffi coltà <strong>di</strong> cassa non devono <strong>di</strong>ventare<br />

un alibi per tagliare tutto, e nella spesa<br />

le pubbliche amministrazioni devono<br />

avere delle precise priorità. Ma per<br />

supplire alla risorse scarse occorrerà<br />

agire con la capacità <strong>di</strong> mettere in<br />

relazione pubblico e privato, lavorare<br />

in sinergia tra più enti, sfruttare tutte<br />

le opportunità ad esempio, <strong>di</strong> ban<strong>di</strong><br />

europei, e proseguire davvero nell’opera<br />

<strong>di</strong> semplifi cazione delle norme, perché<br />

salvaguardare la montagna non signifi ca<br />

imbalsamarla, la montagna deve<br />

continuare ad avere le risorse, fattore <strong>di</strong><br />

sviluppo dei territori.<br />

15<br />

Attualità Attttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttualità

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