PieMonti 6-2012.pdf - Comune di Alpette
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con lo strumento della convenzione,<br />
all’interno della medesima unione. Su<br />
questo tema vi è oggi la convergenza<br />
dell’assessorato regionale agli enti<br />
locali, delle associazioni – Uncem,<br />
Anci, Legautonomie in primis – dei<br />
sindaci e dei presidenti <strong>di</strong> Comunità. E<br />
su questo principio – <strong>di</strong> “modularità”<br />
dell’organizzazione – si stanno<br />
organizzando gli amministratori locali.<br />
Quali certezze sul personale<br />
Complessa invece la situazione del<br />
personale. Dopo la manifestazione<br />
in piazza Castello a Torino lunedì 26<br />
novembre, sono stati sbloccati i fon<strong>di</strong><br />
regionali del 2012 per il pagamento <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>cembre e della tre<strong>di</strong>cesima dei 430<br />
<strong>di</strong>pendenti delle Comunità. Sul 2013<br />
restano molte incertezze. Il “Fondo<br />
regionale per la montagna”, ridefi nito<br />
nei cespiti dalla Legge Maccanti, non<br />
è ancora stato stimato (al 20 <strong>di</strong>cembre<br />
2012). Anche le funzioni delle Comunità<br />
montane non sono ancora state<br />
riassegnate ai Comuni (che hanno<br />
l’obbligo <strong>di</strong> gestione in forma associata).<br />
L’assegnazione del personale è legata a<br />
questo passaggio, non certo semplice.<br />
Quasi una rivoluzione (le Unioni non<br />
avranno competenze proprie). Saranno<br />
i Commissari (nominati nelle Comunità<br />
che non si trasformano in una sola<br />
Unione o “perdono” uno o più Comuni)<br />
a gestire i rapporti giuri<strong>di</strong>ci attivi e passivi<br />
(tra i quali vi è il personale). Sarà proprio<br />
il commissario a fare la “ricognizione<br />
delle professionalità presenti al fi ne<br />
della proposta del piano <strong>di</strong> riparto nei<br />
confronti delle nuove forme aggregative<br />
e dei comuni non aderenti, oltre che<br />
al fi ne <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le professionalità<br />
atte a garantire l’esercizio delle funzioni<br />
proprie delle preesistenti comunità<br />
montane che saranno oggetto <strong>di</strong><br />
conferimento”. Dunque il personale<br />
rientrerà nel piano <strong>di</strong> riparto e <strong>di</strong><br />
assegnazione alle forme aggregative<br />
(cioè sia unioni che convenzioni) e ai<br />
Comuni che ne restino fuori.<br />
Le opinioni dei Consiglieri regionali<br />
Sono state intense e a tratti segnate da un acceso confronto tra<br />
maggioranza e opposizione, le sedute del Consiglio regionale che<br />
hanno portato all’approvazione della legge 11, per tutti la “legge<br />
Maccanti” dal nome dell’assessore che l’ha fortemente voluta e<br />
costruita (i primi tavoli tecnici promossi dall’assessorato enti locali<br />
erano iniziati nell’aprile 2011, quando non era uscita neppure<br />
la manovra d’estate con i <strong>di</strong>struttivi provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> Calderoli<br />
e Tremonti).<br />
Il presidente della Regione Roberto Cota non ha dubbi: “Ancora<br />
una volta la Regione è al fi anco delle amministrazioni locali, per<br />
supportarle e risolvere i loro problemi. Questa riforma sistema<br />
molte criticità dal punto <strong>di</strong> vista dell’assetto istituzionale e interviene<br />
in favore dell’operatività soprattutto dei piccoli Comuni”.<br />
Secondo il presidente del Gruppo regionale della Lega Nord<br />
Mario Carossa e il vicepresidente leghista Michele Marinello,<br />
“questa riforma messa in campo dalla Giunta Cota con una legge<br />
fi rmata dall’assessore Maccanti è un atto <strong>di</strong> grande responsabilità,<br />
che tutela tutte le realtà amministrative del nostro territorio e<br />
va incontro alle legittime richieste ed esigenze dei sindaci”. “Ma<br />
soprattutto – proseguono – tutela i citta<strong>di</strong>ni, garantendo loro<br />
<strong>di</strong> poter continuare ad avere tutti i servizi che i comuni, anche<br />
quelli più piccoli delle nostre montagne, possono erogare”. Di<br />
parere opposto Aldo Reschigna, presidente del gruppo del Partito<br />
Democratico: “Ci saremmo aspettati più coraggio da parte<br />
della Giunta regionale nel dare maggiori elementi <strong>di</strong> riferimento<br />
al sistema che, così come è, non é in grado <strong>di</strong> autodeterminarsi.<br />
Mi riferisco in particolare a una maggiore defi nizione dei criteri<br />
per le Unioni dei Comuni o agli insuffi cienti riferimenti agli ambiti<br />
territoriali per le politiche <strong>di</strong> sviluppo della montagna. Da questo<br />
il nostro voto contrario”. “Le in<strong>di</strong>cazioni del Pd – aggiunge Mino<br />
Taricco – andavano nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> porre un argine ad una<br />
eccessiva frammentazione, anche in considerazione del fatto che<br />
Non allunghiamo i tempi<br />
I presidenti dell’Uncem nazionale e<br />
regionale, Enrico Borghi e Lido Riba<br />
non hanno dubbi: “Nelle zone montane<br />
– spiegano – la trasformazione delle<br />
Comunità montane in Unioni dei<br />
Comuni montani assicura ai Comuni<br />
piccoli la garanzia <strong>di</strong> poter rispettare<br />
la scadenza del 31 <strong>di</strong>cembre per<br />
l’esercizio associato <strong>di</strong> almeno tre<br />
funzioni fondamentali. Pertanto non<br />
riteniamo siano necessari rinvii, almeno<br />
per le zone montane. Al contrario,<br />
occorre mettere in campo una norma<br />
<strong>di</strong> autentica incentivazione per quei<br />
Comuni che scelgono l’Unione, anziché<br />
lisciare il pelo a chi non accetta il<br />
processo riformista in campo. Con il<br />
ministro Cancellieri avevamo stretto un<br />
patto e lo dobbiamo onorare, anche<br />
per rispetto verso i tantissimi sindaci<br />
e amministratori locali che in queste<br />
ore stanno lavorando alacremente e<br />
seriamente per ottemperare alla legge.<br />
È tempo <strong>di</strong> sostenere i migliori, anche<br />
questi territori saranno destinatari <strong>di</strong> risorse aggiuntive stanziate per la<br />
montagna e per favorire le politiche <strong>di</strong> sviluppo, anche attraverso uno<br />
specifi co Fondo regionale”. Perplessità anche sulla gestione della transizione,<br />
nei primi mesi del 2013. “Abbiamo cercato <strong>di</strong> semplifi care valorizzando<br />
le capacità dei territori <strong>di</strong> gestire i propri problemi, per questo<br />
avremmo voluto non ricorrere alla nomina <strong>di</strong> Commissari liquidatori, a<br />
prescindere, per quanto riguarda il riparto dei beni, delle attività e delle<br />
passività delle attuali Comunità montane, prevedendone la nomina solo<br />
qualora tra le Amministrazioni locali non si fossero raggiunto accor<strong>di</strong>. È<br />
singolare – evidenzia Taricco – che un’Amministrazione regionale erettasi<br />
ad alfi ere dell’autonomia, abbia in quest’occasione <strong>di</strong>mostrato così<br />
poca fi ducia nei confronti degli Amministratori locali”.<br />
Per il gruppo Progett’Azione “è stato fatto un buon lavoro, l’Aula ha cercato<br />
<strong>di</strong> mantenere all’interno della legge le attese delle forze politiche.<br />
Abbiamo fi ssato dei criteri evitando <strong>di</strong> vincolare troppo le modalità <strong>di</strong><br />
unione, è un elemento positivo”, spiegano Gianluca Vignale (relatore<br />
della legge con Davide Gariglio per il Pd) e il capogruppo Angelo<br />
Burzi. “Il merito del ddl è aver messo un punto sul quadro normativo <strong>di</strong><br />
un tema molto delicato – ha sottolineato il gruppo Pdl con l’intervento<br />
Augusta Montaruli – la Giunta dovrà aiutare i Comuni che non hanno<br />
suffi ciente personale per recepire la legge”.<br />
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Primo Piano