Presidenza del Vice Presidente SECCHIA - Senato.it
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<strong>Senato</strong> <strong>del</strong>la Repubblica ~<br />
41363<br />
~<br />
IV<br />
Legislatura<br />
772a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 17 GENNAIO 1968<br />
ad uno Stato nuovo, basato su nuovi principi<br />
e con una diversa organizzazione interna,<br />
di cui lie autonomie locali e la regione<br />
formavano la parte essenziale. L'a,rticolo 5<br />
<strong>del</strong>la Carta cost<strong>it</strong>uzionale consacra tale principio<br />
e dimostra quale tipo di Stato volle la<br />
Cost<strong>it</strong>uente <strong>del</strong> popolo <strong>it</strong>aliano: uno Stato<br />
che fosse la negazione di quello ret,to dallo<br />
Statuto albertino. È: ovvio che esso non può<br />
avere la stessa organizzazione amministrativa<br />
di quel10 pre-fascista, non può avere<br />
le stesse leggi e gli stessi poteri di uno Stato<br />
fondato sul principio <strong>del</strong>la dipendenza dall'alto<br />
e <strong>del</strong>la subordinazione. Nel sistema voluto<br />
dalla Cost<strong>it</strong>uzione le autonomie locali<br />
sono parte fondamentale e sono nel contempo<br />
parte integrante <strong>del</strong>l'un<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica nazionale.<br />
La edificazione <strong>del</strong> nuovo Stato fu affidata<br />
al legislatore ordinario, che da anni<br />
avrebbe dovuto por mano ad essa se la maggioranza<br />
governativa e il misoneismo intel"essato<br />
di gruppi dirigenti non avessero prefer<strong>it</strong>o<br />
perpetuare il vecchio Stato. Non dunque<br />
alla ist<strong>it</strong>uzione <strong>del</strong>le regioni si lim<strong>it</strong>a la riforma<br />
ma si estende e si deve estendere<br />
all'intero sistema. Fino a quando si lascLano<br />
in piedi le vecchie strutture di uno Stato<br />
centralizzato e burocratizzato, supera,to <strong>del</strong><br />
resto dallo spirÌ<strong>it</strong>o <strong>del</strong> nostro tempo e dalla<br />
nuova realtà sociale e dissimulante una falsa<br />
democrazia, si mantengono le corndizioni<br />
per qualunque avventura: come avvenne<br />
i,eri con il fascismo, come stava per avvenire<br />
oggi.<br />
E generali e uomini pol<strong>it</strong>ici assetati di<br />
potere ed esaltati da manie napoleoniche,<br />
manie solleticate da ben conosciuti gruppi<br />
di destra, possono t,entare, nella loro farneticazione,<br />
avventure di restaurazione total<strong>it</strong>aria,<br />
mortificando le ist<strong>it</strong>uzioni democratiche,<br />
sopprimendo Le libertà cost<strong>it</strong>uzionali.<br />
Una diversa formazione e organizzazione<br />
<strong>del</strong>lo Stato non avrebbe reso possibile neppure<br />
il sogno <strong>del</strong>l'avventura e quanti hanno<br />
in odio la democrazia neppure potrebbero<br />
col,tivare la speranza di poterla distruggere.<br />
È: necessario, urgente, indilazionabile rendere<br />
la Cost<strong>it</strong>uzione operante e non lasciarla<br />
come un documento storico, ma tradurla<br />
in una realtà attiva e concreta, creando<br />
innanzi tutto il nuovo Stato fondato su tre<br />
cardmi fondamentali: autonomie locali, decentramento,<br />
regioni. Vi è oggi una dissociazione<br />
profonda fra la enunciazione di principio<br />
<strong>del</strong>le esigenze di trasformazione che i<br />
ceti dirigenti si compiacciono di fare ed il<br />
loro effettivo operare (o non operare); e neppure<br />
il Governo di oentro-sinistra si è sottratto<br />
agli ingranaggi <strong>del</strong> sistema, tanto<br />
che i socialisti, ricalcando le orme dei socialdemocratici,<br />
non hanno cambiato i bottoni,<br />
ma hanno usato quelli esistenti, i vecchi<br />
bottoni, nella assuefazione placida: quieta<br />
non movere. E si assiste ad un duplice<br />
comportamento pol<strong>it</strong>ico dei governanti: da<br />
una parte l'enfasi e la retorica e le promesse<br />
di impeg1ilo a fare, dal:l'altra un procedere<br />
ed un agire in senso <strong>del</strong> tutto opposto ad<br />
ogni necessaria riforma. Non tener conto<br />
<strong>del</strong>le esigeze che SCaJturiscono dalla s<strong>it</strong>uazione<br />
mOlrale, culturale, economica <strong>del</strong>la società<br />
moderna e non cogliere i.l novum che essa<br />
esprime, chiudendola negli schemi di un ordinamento<br />
giuridico ormai consunto, vuoI dire<br />
porsi al di fuori <strong>del</strong>la realtà storica.<br />
È: noto a tutti che dall'ordinamento pol<strong>it</strong>ico,<br />
dal modo e dai principi eon i quali lo<br />
Stato è organizzato dipendono la libel'tà e<br />
l'avvenire di un Paese.<br />
È: facile cogliere le caratteristiche <strong>del</strong> nostro<br />
presente. Si parla di autonomie locali,<br />
si parla di regioni e di decentramento come<br />
esigenza di uno Stato moderno, mentre la<br />
realtà attuale ampiamente ci mostra che la<br />
tendenza accentratrice continua, che non si<br />
rinuncia a mantenere in v<strong>it</strong>a l'edificio statuale<br />
nelle vecchie strutture, che le autonomie<br />
locali sono svuotate di quei poteri per<br />
i quali l'autonomia è autonomia e non l'etichetta<br />
di un involucro senza sostanza; e si<br />
rifugg.e e si respinge ogni riforma <strong>del</strong> vecchio<br />
e pesante ordinamento, nonchè una riforma<br />
fiscale che assicuri agli Enti locali,<br />
con l'autosufficienza, i mezzi per vivere. La<br />
struttura <strong>del</strong>lo Stato centralizzato è rimasta<br />
intatta e i Prefetti napoleonici, retaggio <strong>del</strong>le<br />
monarchie assolute, imperano, strumenti<br />
essenziali <strong>del</strong> controllo centrale; essi continuano<br />
ad essere, come rilevano gli scr<strong>it</strong>tori<br />
pol<strong>it</strong>ici, il perno su cui le amminisltrazioni<br />
locali sono obbligate a muoversi, con una<br />
autonomia vigilata, controllata, diretta; e