Presidenza del Vice Presidente SECCHIA - Senato.it
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<strong>Senato</strong> <strong>del</strong>la Repubblica ~<br />
41377<br />
~<br />
IV<br />
Legislatura<br />
772a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 17 GENNAIO 1968<br />
quelli che non vogliono: non vogliono nettamente,<br />
francamente, aIpertamente. Ri!teniama<br />
infatti un er!I'Ore pol<strong>it</strong>ico l'attuazione<br />
<strong>del</strong>l'Ente regione e ci battiamo perchè non<br />
venga attuato.<br />
Il problema è di vasta rilevarnza, non è<br />
prob1ema da presentarsi in termini casalinghi<br />
e minUlti, come quando si dice: «guardate<br />
che si !tratta solo di ammobIliare una<br />
'casa, di creare mobili reg!lonalist,i per Iriempire<br />
i muri regi analIsti che sOlno già posti<br />
nel testo cost<strong>it</strong>uzionale »; oppure quando<br />
,i dice: « badate che non vogliamo fare dene<br />
regioni uno s'trumento di evers,ione ». In questi<br />
ultimi mesi poi sono apparsi numerosi<br />
manifesti murali constralci di £rasi di Einuadi,<br />
sulle qual,i mi soffermerò brevemente<br />
per sottoliÌneare che non è certo Ila voce che<br />
parte dai liberali voce di avversione al deoentramento<br />
amministrativo, voce di avversione<br />
a quell'autOlgoverno locale di cui parla<br />
appunto Einaudi. Non è çevto quella che<br />
parte dai liberali voce di avversione e di<br />
ostIl<strong>it</strong>à nel confronti <strong>del</strong>le autonomie localI.<br />
Il pI10blema è di sapere se in concreto le<br />
vegioni favoriscono l'autonomia locale e non<br />
si pongano invece come strumento eversivo<br />
deHa struttura deHo St3Jto. Disse gi'naudi:<br />
« Chi deve decidere, l'impiegato <strong>del</strong> Ministero<br />
ddl'interno o il di,retto inter,essato? ». È<br />
in questa frase la vecchia polemica contro<br />
la burocrazia Iromana sol<strong>it</strong>amente considerata<br />
tarda, sol<strong>it</strong>amente consideralta lenta.<br />
Permettetemi di racoontaDe quarato ho letto<br />
non senza interesse sulla l'uhrÌiCa di un glrosso<br />
giornale torinese. Si tratta <strong>del</strong>la lettera<br />
di un meridionale che dice teSltualmente:<br />
« Caro Direttore, io sono mer.idionale, appartengo<br />
ad una vecchia famig:lia, e ricordo ancora<br />
mio nonno che gIà impiegati piemolil'tesi<br />
venuti qui da noi a ,reggere le Prefetture, a<br />
reggere i Ministeri chiamava buzzurri. Ricordo<br />
il disprezzo, ricordo il senso di distacco<br />
con il quale mio nonno ,considerava questi<br />
buz:zmrri. Scusi, caro direttore, lei che<br />
dirige un girosso giornale di Torino non<br />
avrebbe arcune centinaia di buzzì1rri da mandare<br />
qui da noi per mettere a posto diverse<br />
cose? ». Dunque anche la vecchia polemica<br />
>contro la vecchia burocrazia si è nOltevOll-<br />
mente dilu<strong>it</strong>a nel tempa e oggi c'è chi ha<br />
nos'talgia dei buzzurri.<br />
Ma non è questo ill punto. Emerge con<br />
tut'ta chiarezza secondo me, esaminata la<br />
concreta s<strong>it</strong>uazione <strong>it</strong>aliana .non alla luce di<br />
un astlratto dOHI1inarisma, ma proprio aderendo<br />
alla realtà, che l'Italia abbisagna di<br />
buone autonomie locali, di buone formule<br />
di governo locale. Non abbisagna il nastro<br />
Paese deHe regioni che rappresenterebbero<br />
quakO'sa di dis,tac>caw dalla realtà, qualcosa<br />
di >cui non si sente la lI1!ecessi>tàe comportel'ebbero<br />
in concreto il penicolo di diventall"e<br />
strumento di eversione malgrado 'le numerose<br />
assicurazioni in cantrario di ben defin<strong>it</strong>e<br />
parti poM,tiche. Nai dobbiamo considerare<br />
la precisa realtà <strong>it</strong>al:iana e luI10Va,re<strong>del</strong>le farmule<br />
pol<strong>it</strong>iche iChe a questa realtà si adat.<br />
tino come il regolo l,esbia che vediama ci,tato<br />
in tutti i trattati giuridici come esempio dd<br />
adeDenza <strong>del</strong>l'equ<strong>it</strong>à alla ,realtà dei cas.i singoli.<br />
Se ci poniamo da un punto di viS<strong>it</strong>a<br />
astratta rischiamo di commettere degll,i er-<br />
110ri viziati appunto dal dottrinarismo il .che<br />
~ sia detto tra parentesi ~ non è certo il<br />
caso dei comunisti, poichè il reg,ionalismo<br />
dei >comunisti è unregionalismo meramente<br />
tattico, non affondata ndla storia <strong>del</strong> 10110<br />
paI1t<strong>it</strong>o e pI1eso come pretesto per condurr-e<br />
un ceI1ta ti'PO' di battaglia<br />
oeva, quello dei comunisti<br />
pol<strong>it</strong>ica. Come di-<br />
è un regionalisma<br />
tattico e passo dispensarvi da c<strong>it</strong>aziani che<br />
confarterebbero<br />
affermazione.<br />
adeguatamente questa mia<br />
Ben diversa, per veri!tà, la posizione <strong>del</strong><br />
mOlndo cattolico. Per il mondo cattolico questo<br />
problema <strong>del</strong>le regiani si pane come un<br />
sincero, autent,ico travagl/io, un travaglio che<br />
affOlnda ndla real,tà <strong>del</strong>la loro storia 'Pol<strong>it</strong>ica.<br />
Occo:rre iricordare ~ 10 sappiamo tutti, ma<br />
farse è bene ricordarlo ~ che i cattolici vennero<br />
per decenni tenuti lontani dalle urne<br />
pol<strong>it</strong>iche dal Non expedlt, che per decenni<br />
affrontaI'ono soltanto le urne amministra-<br />
Live e si ab<strong>it</strong>uarono a considerare i gra,udi<br />
problemi nazionali sotto l'angolo visuale,<br />
soHo l'incidenza che questi problemi trovavano<br />
nei Consigli degli ent,i 10caM. Peraltro,<br />
il regionalismo dei cattolici sorge solo dopo<br />
il 1900: non ve ne è traccia nella prima parte<br />
<strong>del</strong> movimento cattolko, in quell'Opera dei