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Diversifarm Idee imprenditoriali innovative nell'agricoltura delle ...

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dimenticare valori importanti come quelli della conservazione e della salubrità del<br />

territorio e dell’ambiente.<br />

La Politica Agricola Comune, per diversi motivi, quindi, non sarebbe potuta<br />

rimanere a lungo così come era stata formulata all’inizio, dal momento che aveva<br />

fin da subito mostrato alcuni suoi punti deboli.<br />

Vari furono i tentativi di riforma, ma la più consistente è stata sicuramente<br />

quella del 1992, che ha preso il nome dell’allora Commissario Europeo<br />

dell’Agricoltura Mac Sharry.<br />

Il cambiamento di rotta è stato, in questo caso, coraggioso e decisivo,<br />

perché si è puntato sul passaggio dal sistema di sostegno dei prezzi a quello di<br />

sostegno dei redditi degli agricoltori, intendendo quindi finanziare non più lo<br />

status, ma il progetto, nel senso che solo chi si adeguava ai limiti posti dalla<br />

Comunità e adottava i sistemi di produzione stabiliti poteva usufruire degli aiuti;<br />

sistema peraltro già adottato da tempo e con successo da altri Paesi sviluppati,<br />

tra cui gli Stati Uniti.<br />

L’obiettivo di questa riforma era di ricollegare l’agricoltura europea con la<br />

realtà del mercato, attraverso una riduzione dei prezzi dei prodotti, in modo che<br />

fossero più competitivi, sia sul mercato interno, sia su quello internazionale,<br />

anche se il principio fondamentale della preferenza per la produzione agricola<br />

comunitaria, su cui la PAC era basata, rimaneva intatto 1 .<br />

Con la riforma, però, si cercò soprattutto di eliminare il problema della<br />

sovrapproduzione e di correggere anche la distorsione data dal fatto che il<br />

vecchio sistema di aiuti avvantaggiava le grandi aziende agrarie, più che i piccoli<br />

agricoltori.<br />

Essa avrebbe dovuto, tra l’altro, facilitare le cose in vista dell’abbassamento<br />

<strong>delle</strong> barriere doganali e quindi, della realizzazione del libero mercato all’interno<br />

della CEE; inoltre ha anche tentato di restituire agli agricoltori il loro compito<br />

originario di curatori e manutentori del paesaggio, riprendendo in considerazione<br />

degli aspetti precedentemente dimenticati, come la conservazione del territorio e<br />

la salvaguardia dell’ambiente.<br />

Quest’ultimo obiettivo non è stato, però, pienamente centrato dalla riforma<br />

del 1992, che dunque, nonostante gli sforzi e le buone intenzioni, non è stata<br />

sufficientemente ampia, infatti, essa si è concentrata sulla produzione alimentare,<br />

allo scopo di eliminare il surplus produttivo, e sul sostegno ai redditi, trascurando<br />

l’aspetto qualitativo della politica agricola, che avrebbe dovuto portare<br />

l’agricoltura europea verso il raggiungimento degli obiettivi più ambiziosi che si<br />

era posta. Era giunta quindi l’ora di rimettere mano alla politica agricola, per<br />

cercare di raggiungere quegli obiettivi che erano rimasti per il momento disattesi.<br />

1.2. Mondo agricolo e mondo rurale<br />

Dal momento che le riforme attuate sinora non permettevano di<br />

raggiungere importanti obiettivi, appariva chiaro che una ulteriore riforma non<br />

poteva più essere limitata entro confini solamente agricoli, ma, oltre a<br />

comprendere misure di mercato, doveva tenere conto <strong>delle</strong> necessità del mondo<br />

1 Gli altri due principi di base della PAC sono l’unicità del mercato comune e la solidità finanziaria;<br />

anche questi, al pari di quello della preferenza comunitaria, rimangono validi.<br />

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