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IL tecnico uscente (Di Somma), l’ambizioso (Carannante) e il redivivo (Di Nola). Questi i nomi che circolano nel capoluogo regionale. All’indomani della sconfitta di Città Sant’Angelo, a Campobasso c’è voglia di futuro. C’è voglia di cancellare gli stenti di un’annata deludente su tutta la linea. Sono voci che inseguono notizie che tarderanno ad arrivare, un po’ come questa primvera. Il nome del futuro tecnico del Campobasso non sarà ufficializzato se non quando il presidente Capone avrà stilato e dichiarato pubblicamente le velleità future del club che gestisce ormai da tre anni e cinque mesi. Il problema principale è la società. Prima degli uomini ci sono i progetti e gli schemi. Capone ha già detto e ribatito che senza un aiuto concreto, cioè un partner disposto ad affiancarlo (anche con la maggioranza) con un carico di denari importante, non darà l’assalto al professionismo. Se nessuno dovesse farsi vivo dalle sue parti, il presidente cambierebbe obiettivo puntando su una squadra di giovani guidati da un tecnico capace di lavorare con ragazzi senza esperienza. Un po’ come avvenne nel primo anno di Paolucci quando i presidenti erano Iacampo e Rizzi. Unica, sostanziale differena: la società stavolta avrebbe solide basi finanziarie. Se invece i programmi di Capone saranno (almeno sulla carta) ambiziosi come quelli annunciati alla vigilia dei tre campionati da lui gestiti per intero, allora anche i giocatori e il mister sarebbero di prima qualità. Usiamo il condizionale perché finora il presidente non ci ha mai preso: né con i tecnici né con i giocatori. I risultati del suo triennio sono mediocri confrontati ai soldi spesi. Ma Capone è un generoso, e se la passione continuerà ad agirare i suoi sogni di autentico uomo di sport e di persona seria, allora potremo aspettarci una stagione interessante, sempre che il patron abbia fatto tesoro degli evidenti errori com- Carannante si candida, ma per decidere c’è ancora tempo. La società resta alla finestra Il mister vorrebbe scegliere tutti i nuovi giocatori. Molino e Capone saranno d’accordo? Di Somma chiede carta bianca Il futuro dei lupi è appena cominciato Carannante e Molino: insieme come ai tempi del Foggia? messi finora. Chiuso il discorso della programmazione si passerà alla costruzione dell’impianto tecnico. A cominciare dall’allenatore. La notizia è questa: Di Somma resterebbe solo con un progetto che gli permetterebbe di scegliere i giocatori. Il tecnico stabiese vorrebbe avere carta bianca, ma con Capone sappiamo che non sarà facile. E poi c’è Gigi Molino che è il direttore sportivo in carica e lo sarà certamente in futuro a prescindere dalle ambizioni di Capone. La domanda è d’obbligo: riuscirà Di Somma a costruire una squadra senza ingerenze? L’interrogativo sarà affrontato a fine mese, quando i tre (Capone, Di Somma e Molino) siederanno allo stesso tavolo per pianificare il futuro. Per come conosciamo Capone e per quello che abbiamo potuto capire di Di Somma negli ultimi due mesi, sappiamo che si tratta di due uomini tutti d’un pezzo, due personalità molto forti che porebbero fare faville insieme o provocare un cortocircuito. Molino sa che il rischio di vedere Di Somma partire alla volta di altri lidi è alto. Per questo il Campobasso a giorni comincerà a guardarsi attorno. C’è in piedi l’ipotesi di Carannante, accreditata per il semplice fatto che il tecnico ormai ex Trivento e Molino sono stati compagni di squadra a Foggia. In Campania scrivono di Mario Di Nola e lo accostano ai lupi molisani, ma solo se si dovesse puntare sui giovani. Di Nola è stato quello che più di tutti si è avvicinato al sogno della promozione nell’era Capone. Molino co- nosce anche lui, perché in quella squadra, almeno nei primi mesi, giocava alla sua corte. L’apporto di Di Nola alla causa rossoblù è stato apprezzato e criticato al tempo stesso. Bravissimo a gestire lo spogliatoio, ma non altrettanto convincente nel dare un gioco decente alla squadra. Una scelta che non convince appieno come quelle relative a tutti i cosiddetti cavalli di ritorno. Ma sono solo ipotesi. Per ora tre nomi. Fino al summit decisivo ne spunteranno altri come funghi. La sensazione è che siamo solo alle prime schermaglie. Maurizio Cavaliere Decisioni del Giudice sportivo Bojano, spareggio senza Altieri e Panìco Tre turni Mirco Ruggiero e Simone Vaglini (L’Aquila) Due turni Mattia Rodia (Casoli) Un turno Christian Quintiliano (Atletico Trivento), Nunzio Panìco e Michele Altieri (Bojano), Giorgio Albanesi (Civitanovese), Cristiano Colella (L’Aquila), Claudio Marinilli (Luco Canistro), Luca Di Meo (Miglianico), Domenico Ferrentino (Campobasso), Nicola Moretti (Recanatese), Marcello Corazzini (Santegidiese). Ammende: 1.000 euro alla Santegidiese 600 euro all’Aquila. Messaggio del diesse ai giocatori. «I giovani? Ci stiamo già muovendo» Molino: «Chi ha dato non deve preoccuparsi» SE DI SOMMA non ha ancora deciso, non altrettanto può dirsi per Gigi Molino. ’Il drago’ sarà il direttore sportivo del Campobasso con o senza progetti ambiziosi. «Sì - interviene - voglio restare in Molise e con Capone». Molino non si pronuncia sulla questione allenatore, anche se una sua battuta lascia intendete che non c’è nulla di scontato. «Parleremo con mister Di Somma, se deciderà di non abbracciare il progetto del presidente, ci guarderemo intorno e cercheremo un altro allenatore in grado di farci fare il salto di qualità». Si parla di Carannante... «Il fatto che abbiamo giocato insieme a Foggia non vuol dire niente. Conosco bene il tecnico, ma, ripeto, le decisioni saranno prese solo tra una decina di giorni». Deluso dall’ultima parte di campionato? «Sì, siamo delusi dalle prestazioni dei giocatori». Non è che adesso smembrerete la squadra senza tenere conto delle indicazioni del torneo? «Assolutamente no, sarebbe un errore. Penso che ci saranno giocatori che terremo volentieri». Per esempio Covelli? «Non faccio nomi, dico solo che - spiega Molino riferendosi indirettamente ai giocatori - chi ha dato non deve preoccuparsi». E i giovani? «Beh, in questo senso ci stiamo già muovendo perché, a prescindere dal programma futuro di Capone - conclude ’il drago’ - gli juniores in campo dovranno esserci comunque». mc
NUOVO oggi MOLISE Martedì 18 Maggio 2010 SPORT «Peccato non aver centrato i playoff e ancora di più non aver aiutato il Bojano» Il presidente gialloblù analizza la stagione senza timori: «Questa è una piazza per fare esperienza» Falcione ’congeda’ Carannante «Decisione consensuale presa già a dicembre Il Trivento può e deve ancora crescere tanto» AL suo primo anno di presidenza dell’Atletico Trivento Edoardo Falcione non può che essere soddisfatto del traguardo portato a casa dai suoi ragazzi. Anche se, nell’intervista di fine stagione, il patron campobassano di nascita (rimpianto da molti tifosi del Campobasso) non è sembrato molto entusiasta della qualità del lavoro prodotto dall’intero staff gialloblù. La mancata conquista dei playoff, però, non c’entra nulla nell’analisi del presidente Falcione. Il Trivento ha fallito la conquista dei playoff visto il concomitante pareggio della Civitanovese contro il Centobuchi. Resta comunque una stagione molto entusiasmante, quella gialloblù. «L’amaro in bocca resta in bocca - dice il presidente del Trivento, Edoardo Falcione - Siamo stati sfortunati ad affrontare proprio il Miglianico nell’ultima giornata. Loro dovevano salvarsi e hanno giocato una partita ottima. Ma anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni per conquistare i playoff. Comunque il mio dispiacere non è tanto per il fatto che non abbiamo centrato i playoff, quanto perché non siamo riusciti a dare una mano al Bojano che, con il pareggio del Miglianico contro di noi, sarà costretto a giocare lo spareggio salvezza». Come valuta la stagione dell’Atletico Trivento? «Sicuramente positiva. Nelle previsioni volevamo fare un buon campionato. Siamo stati molto vincini alla prima posizione. Ma non tutto è girato per il meglio nei momenti decisivi». Cos’è mancato al Trivento per fare il salto di qualità? «Secondo me è mancato anche il non essere partiti con la mentalità vincente. Ci è mancata un po’ di testa in alcune partite. A livello fisico siamo stati perfetti. Non ce l’aspettavamo di ritrovarci così in alto. E più di qualche volta ci è mancata anche la fortuna». Adesso quale avrà l’Atletico Trivento? «Il Trivento deve ripartire dai giovani. Questo è un bel paese che è capace di accogliere alla grande chiunque. Ma purtroppo ci sono 50-100 spettatori la domenica al campo. Non ci sono grosse possibilità di crecita». Questo vuol dire che ci sarà un ridimensionamento dei progetti? «Io non parlerei proprio di ridimensionamento. Ma sicuramente il budget dovrà essere osservato. Dovranno essere migliorate alcune situazioni, in quanto non ho visto un lavoro di squadra «Cambiare club? Non adesso: l’anno prossimo saremo ancora sulle sponde del Trigno» IL RIGORE del Miglianico, segnato da Del Gallo all’Acquasantianni, non solo ha costretto il Trivento a salutare i playoff, ma ha anche impedito al collettivo trignino di raggiungere il primo posto nella classifica delle migliori difese di tutta la serie D. Alla vigilia del match di domenica scorsa, la retroguardia gialloblù era la seconda in Italia con diciannove reti subite, meglio aveva fatto solo la Recanatese con appena diciotto reti incassate. Il Trivento tifava per un gol dell’Agnone contro la squadra leopardiana nell’ultima di campionato, rete che è arrivata in virtù di un bel guizzo di Roby Aquaro, tiro al volo respinto dal portiere e destro vincente sulla ribattuta. Purtroppo, però, la rete incassata contro il Miglianico ha ristabilito le distanze. Dunque la migliore difesa italiana per quanto riguarda la cosid- in alcuni frangenti. «Io non credo che una società come Trivento possa permettersi di tenere in panchina gente come Ferreyra e Chicco - spiega - entrambi sono stati colpiti da problemi fisici, forse dovuti al campo, forse dovuti ad alcune decisioni mediche. Non dò la colpa ai giocatori. Però credo che qualcosa sia successo». E intanto sempre più voci danno per partente mister Carannante. «Già a dicembre si era fatto un discorso comune con Carannante. Lui aveva fatto capire che dopo tre anni in cui aveva fatto bene forse sarebbe potuto arrivare anche il momento di separarsi. Credo che proprio per questo sia stato anche un bene non andare ai playoff. Ma questa situazione non aveva certo distratto noi o il mister che a Trivento ha fatto un grande lavoro». La juniores del Trivento ha fatto un grande regalo alla società e alla regione con la conquista dei quarti di finale nazionali, non crede? «E’ stata una grande soddisfazione per la società. I ragazzi sono stati molto bravi a vincere il girone e hanno dimostrato che avrebbero potuto giocarsi senza problemi anche le Final four. Ma la juniores ora deve essere al servizio della prima squadra. Deve essere un sembatoio per la serie D. L’importante è riuscire a mandare con i più grandi i ragazzi più promettenti». Come valuta il suo primo anno alla presidenza dell’Atletico Trivento? «Al primo anno anch’io ho peccato in alcune occasioni. Credo comunque che Trivento sia un’ottima piazza per fare esperienza». Questo vuol dire che potremmo vedere Falcione a dirigere altre società? «Non nell’immediato. L’anno prossimo sarò sicuramente ancora all’Atletico Trivento». Non si tira mai indietro il presidente Falcione. Il suo entusiasmo è evidente sempre. Ma è chiaro che Trivento dovrà dare tanto per mantenere Falcione presidente. Marco Masciantonio 37 Falcione a Trivento... per ora Dieci reti subite: al Bojano non basta la migliore retroguardia interna del girone per salvarsi Trivento seconda difesa della D Delle 167 squadre di interregionale solo la Recanatese ha fatto meglio detta ’quarta serie’ (167 formazioni in tutto) resta quella della Recanatese. Al secondo posto il Trivento appaiato alla Virtus Entella (girone A). Altro dato statistico interessante è quello relativo alla tenuta difensiva del Bojano tra le mura di casa. I bifernini hanno chiuso il campionato con appena dieci reti subite, migliore performance di tutto il girone. Il paradosso è che neanche un pacchetto arretrato così ben affiatato (almeno in casa) non ha consentito ai matesini di centrare la salvezza diretta. Maurizio Cavaliere La permanenza del tecnico in altomolise è sempre più in discussione. E Baratto si dà alla panchina... Agovino incerto, l’Agnone pensa al futuro CONGEDO peggiore non poteva essersi, ma il campionato dell’Agnonese resta più che positivo. Insomma, la sconfitta di Recanati non scalfisce di un niente quanto di buono fatto dall’undici di Massimo Agovino che, dopo l’anno scorso, ha confermato di poter recitare un ruolo di media alta classifica. Tuttavia oggi a tenere banco negli ambienti calcistici altomolisani è proprio la riconferma sulla panchina del «Civitelle» del tecnico di San Giuseppe Vesuviano, una vera garanzia per un torneo come quello di serie D. «Ne riparleremo ad inizio giugno» il commento del diretto interessato all’indomani del saluto finale che il presidente Carmine Masciotra ha voluto porgere all’intera rosa domenica sera all’interno del ristorante Jaser Village. «Voglio prendermi qualche settimana di ri- Agovino brinda al campionato Per colpa di questo rigore il Trivento non si aggiudica la palma di miglior difesa della serie D poso - ha proseguito Agovino che sabato prossimo volerà a Madrid per ammirare la sua Inter in finale di Champions - dopo di che parlerò con Sabelli e Masciotra e valuteremo se ci sono le premesse per ripartire». Ancora da stabilire se il tecnico si opererà o meno al ginocchio. «Ad oggi - dice Agovino in merito all’intervento chirurgico - attendo notizie da Roma che, se non dovessero arrivare entro la fine di maggio, posticiperò l’operazione all’anno prossimo». Inoltre, Agovino non nasconde il fatto di voler ambire ad una piazza che punti a qualcosa in più della semplice salvezza. «Dopo due anni ad Agnone penso sia la giusta ricompensa per quanto fatto vedere». Insomma, seppur non lo dica apertamente, quella di Recanati per Agovino potrebbe essere stata l’ultima gara sulla panca dell’Agnonese. Nei prossimi giorni se ne saprà certamente di più. Sta di fatto che sulle orme del tecnico campano c’è già l’Atessa-Valdisangro. Agovino non smentisce. «E’ vero qualcuno mi ha contattato, ma ripeto: adesso voglio pensare solo a riposarmi un po’». E mentre Agovino medita, quella nelle Marche è stata l’ultima apparizione ufficiale dell’attaccante Giovanni Baratto che dalla prossima stagione intraprenderà la carriera da allenatore. Sarà lui il possibile sostituto di Agovino? Difficile dirlo, sta di fatto che il rapporto di amore tra il mago di San Giuseppe Vesuviano e il club di viale Castelnuovo, inizia a traballare. Così dire che in alto Molise da giugno potrebbe partire un’altra era non è da profani. Chi vivrà vedrà... mdo
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