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NUOVO oggi MOLISE Martedì 18 Maggio 2010 LA PROPOSTA I COMUNI vanno esaltati e tutelati dalle istituzioni maggiori con atti concreti ed efficaci, vanno tenuti nella più marcata considerazione e soprattutto l’autonomia dei Comuni è necessaria. Così in sistesi il senso della giornata di mobilita- «Servono risorse per investire» zione nazionale promossa dal Pd al fine di dare credito alla proposta di legge sul patto di stabilità verso un piano di invariazione di spesa. «Sveglia! Diamo ossigeno ai Comuni», questo lo slogan dell’iniziativa promossa dal Partito Democra- tico in ambito nazionale e che ha visto protagonisti anche gli esponenti del partito in Molise. Ieri mattina nella sede regionale del Pd, Danilo Leva, segretario molisano, l’onorevole Paola De Micheli, il vicesegretario regionale, Francesco Totaro, il capogruppo Pd al Comune di ATTUALITA’ L’iniziativa in ambito nazionale ha interessato anche il Molise L’onorevole De Micheli: «Verità, equità e concretezza» Il Pd in campo: «Diamo ossigeno ai Comuni» Campobasso, Antonio Battista e diversi altri esponenti del partito hanno evidenziato le motivazioni alla base del percorso intrapreso a favore dei Comuni. «Dal 2006 non c’è un euro di risorse regionali per gli investimenti, per i Comuni non c’è la possibilità di progettare. I Comuni rappresentano l’ossatura di questo Paese. Non si può continuare - dice Leva - a massacrare i Comuni», le proposte del Pd sono quindi molto chiare. Le posizioni sono state evidenziate anche dall’onorevole Paola De Micheli, tre le parole chiave del percorso del Pd sulla questione: «Verità, equità e concretezza». L’onorevole punta l’attenzione sull’esigenze di dare voce e sostegno ai Comuni: «Non possiamo fare la manutenzione ai sorrisi. Noi siamo disposti a discutere di riforme. I cittadini che pagano le tasse - ha evidenziato Paola De Micheli - devono avere un quadro vero dietro una prospettiva di riforme. Non esiste al mondo che chi sta male deve rivolgersi agli organi superiori, questo patto di stabilità deprime il piano degli investimenti degli enti Il segretario regionale, Leva: «Per i Comuni non c’è la possibilità di progettare, rappresentano l’ossatura di questo Paese, non si può continuare a massacrarli» locali. Il Partito Democratico non è un partito che dice solo no». Ridare equilibrio alla spesa, un obiettivo ’targato’ Pd: «I Comuni e le Province non producono deficit, i 35 miliardi di deficit - ha detto l’onorevole De Micheli - provocati da amministrazioni centrali e Re- 5 gioni». Al fianco del Pd in questa ’battaglia’ anche Adriana Izzi, consigliere comunale di «Città di noi» al Comune di Campobasso: i comuni, tessuto connettivo da ricostruire, sono, quindi, essenza per il futuro. Andrea Nasillo
DA PALAZZO MAGNO Conferenza stampa ieri mattina del consigliere di Aenne La coerenza non paga «E io me ne frego» Peppe Notartomaso ’lancia’ Generazione Italia e attacca il modello incarnato dal premier Diretto, senza filtri né artifici linguistici. Una condivisione senza se e senza ma, con la consapevolezza che forse, in questo momento, una scelta così di parte potrà portare solo guai. Peppe Notartomaso, esponente di lungo corso di Alleanza Nazionale, consigliere provinciale di Campobasso eletto con An sceglie di stare con Gianfranco Fini. E con lui, assicura, ci sono parecchi amministratori che aspettano solo la nascita dei circoli cittadini di Generazione Italia per uscire allo scoperto. Invece Nortartomaso decide di fare il grande passo da solo, proponendosi come riferimento per il circolo cittadino dei ’dissidenti finiani’ che, a giorni, dovrebbe vedere la luce. «La coerenza politica non paga, lo so - dice nel corso di una conferenza stampa - ma io me ne frego». Strappa il sorriso dei presenti quando battibecca in maniera assolutamente scherzosa con Vincenzo Mucci, collega in Consiglio provinciale ma esponente (almeno fino ad ora, ndr) della maggioranza che dovrebbe sostenere il dimissionario Nicola D’Ascanio. La politica ha perso il rapporto con il cittadino. La capacità di dare risposte e i circoli di Generazione Italia, che non avranno pol- trone da occupare saranno la risposta a questa domanda - inevasa - di efficienza: è la sintesi del pensiero di Peppe Notartomaso che attacca frontalmente le scelte governative messe in campo dal premier Berlusconi. «La mia non è né una dichiarazione di guerra né di indipendenza. Non è nemmeno una scelta di campo, è una decisione di coscienza e soprattutto di rispetto che devo ai miei elettori. Un rispetto che dopo gli ultimi accadimenti si è tramutato in dovere morale che trova concretezza nel seguire le scelte di Fini». Notartomaso offre la chiave di lettura dei fatti politici che hanno scosso, ormai qualche settimana fa, il panorama politico che fa riferimento al centrodestra, al Pdl. E, logicamente, non è una lettura positiva di fatti e accadimenti. «Fini sta cercando di arginare le anomalie di un partito che, al di là degli spot che lo descrivono come il Partito della Libertà, è un partito a trazione leghista. Un partito dove a capo c’è un solo uomo che non accetta il confronto e che applica come regola principale la potica del "o sei con me o sei contro di me. Un partito padronale». Contrario a qualsiasi regola di partecipazione democratica. Berlusconi però, in questo, non è simile a Iorio. Per Notartomaso però c’è differenza. E quindi ricusa il modello Berlusconi e approva il modello Iorio. «Io rispetterò appieno il mandato dei miei elettori, non faccio qualcosa perché devo ricevere in cambio qualcosa». E ricorda (in maniera inopportuna forse visto il tempo passato da quell’episodio, ndr) che anche la maggioranza di Palazzo Magno lo aveva corteggiato. «Sono all’opposizione e qui resterò fino all’ultimo giorno» dice ancora. Per Notartomaso la politica ha perso aderenza con la quotidianità dei cittadini, non riesce più a farsi domande che sono prodromiche ad ogni azione politica. Il politico cosa è senza i suoi elettori? I partiti cosa sarebbero senza gli elettori? Quale gli scopi di chi decide di rappresentare i cittadini? Per queste domande, ormai archiviate nel passato remoto dell’Italia, per le risposte mai fornite alle giuste esigenze dei cittadini, per Peppino Notartomaso la possibilità della ’riscossa’ è affidata ai circoli Generazione Italia e al concetto che sottende la loro creazione: un contributo alla crescita e all’avvicinamente dei cittadini e dei giovani alla politica, al centrodestra e ad un grande partito che può crescere ancora e che deve ancora irrobustirsi. «Berlusconi oggi e La Loggia ieri sono stati eletti in Molise ma nessuno dei due ha rappresentato e rappresenta il Molise. Probabilmente sanno poco di quanto accade in Molise e di qual è la reale situazione. Nessuno però parla, nella speranza che, non irritando il padrone, la prossima volta, magari, si potrà pure sperare di ricevere qualcosa in cambio. Il paradosso è proprio in questo: la prassi ormai consolidata vuole che sia tutto legato alle nomine. All’interno dei partiti, al Parlamento. Nomine che dovrebbero essere fatte in base ai meriti e al potenziale apporto che ciascuno può dare al miglioramento del sistema. I soggetti che dovrebbero adoperarsi per risolvere le problematiche dei cittadini sono più preoccupati invece di mantenere il proprio status. Quale altra potrebbe essere propritaria se non attuare, attraverso un a gestione individuale, il controllo sulle menti e sullo sviluppo perché vige la logica del "o con me o contro di me". Torniamo alle scelta degli uomini attraverso il meccanismo delle preferenze, restituiamo al popolo quello che gli hanno tolto. La possibilità di scegliere. Per questi motivi credo che sia più che mai necessario aderire ad un progetto che ha come scopo la messa in campo di idee ed esigenze reali, luogo dove le cui fondamenta saranno la democrazia e il libero pensiero, uno strumento di miglioramente e di benessere sociale». Le idee ci sono, Peppe Notartomaso le ha anche più volte sottolineate. Grandi temi come l’agricoltura e commercio sui quali l’esperienza politica di Notartomaso ha dato suggerimenti e alternative. Coerenti con la sua idea di politica. Forse per questo inascoltate . lusa lucsam66@gmail.com D’Ascanio dimissionario I rumors in via Roma Coalizzarsi per costringerlo ad accettare tutti, compresi quelli che lo tradiscono? Palazzo Magno senza guida, mancano meno di due settimane al redde rationem. E il centrosinistra cosa fa? Intanto andrebbe capito cosa fanno i ’colleghi di partito’ del presidente Nicola D’Ascanio. Una riunione improvvisa ha fatto saltare la conferenza stampa dell’Italia dei Valori sul tema (mai scontato) della sanità che si terrà domani. Ma il tema adesso è altro: Pd e Idv, ora, sono seduti attorno allo stesso tavolo per affrontare insieme questo tema. E pare già un buon punto di partenza in vista di altri obiettivi da raggiungere. Ma i rumors sono come sempre impietosi: il ’tirare a campare’ non è nel dna politico di Nicola D’Ascanio. E la sua mossa ha messo all’angolo tutti. Solo che qualcuno potrebbe pensare di ricavarne qualcosa da questa situazione instabile. Alzare il prezzo e indebolire la posizione del presidente, ad esempio. Come? I dissidenti del Pd e i trasfughi che ancora non hanno entrambi i piedi in altri ed opposti schieramenti potrebbero coalizzarsi e chiedere di far parte di questa nuova (ma breve perché le elezioni sono vicine) era D’Ascanio. O tutti o nessuno. E così il gioco è fatto. A scapito della ’faccia pulita’ del centrosinistra, ormai merce rara.
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