Marzo 2013 - Centri di Ricerca
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025-113 MOUREN (RAPHAËLE), Écritures et<br />
réseaux: l‟exemple de Piero Vettori in «Lettere<br />
come simboli», a cura <strong>di</strong> P. DEGNI, pp.<br />
196-210. Work in progress (in attesa <strong>di</strong> adeguato<br />
vaglio critico) sulla scrittura, o meglio le <strong>di</strong>fferenti<br />
scritture, dell‟umanista Pier Vettori, adottate come<br />
strategia <strong>di</strong> indagine filologico-e<strong>di</strong>toriale e<br />
come <strong>di</strong>alogo, sempre aperto, con le proprie fonti.<br />
Su tutto campeggia il magistero insostituibile <strong>di</strong><br />
Angelo Poliziano, che non a caso ispirerà una delle<br />
varie grafie usate dal Vettori. – Elena Gatti<br />
025-114 ORSINI (PASQUALE), Scrittura come<br />
immagine: la funzione simbolica della maiuscola<br />
liturgica in epoca me<strong>di</strong>obizantina<br />
in «Lettere come simboli», a cura <strong>di</strong> P. DE-<br />
GNI, pp. 81-94. Si propone una <strong>di</strong>versa ricostruzione<br />
della genesi della maiuscola liturgica – scrittura<br />
greca destinata alla produzione libraria bizantina<br />
fra il IX e l‟XI secolo – al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />
le sue specifiche funzioni comunicative <strong>di</strong> tipo<br />
simbolico. La compenetrazione completa fra scrittura<br />
e immagine è l‟essenza autentica <strong>di</strong> questa<br />
scrittura, in cui «si ricongiungono i due livelli separati<br />
<strong>di</strong> mon<strong>di</strong>, quello terreno e quello celeste»<br />
(p. 94). - Elena Gatti<br />
025-115 PACINI (PIETRO), “Al tempo dei<br />
tempi…” Alcune proposte sulle fonti delle<br />
illustrazioni <strong>di</strong> Carlo Chiostri per le Novelle<br />
<strong>di</strong> Emma Paro<strong>di</strong>, in Le Figure e le Storie,<br />
a cura <strong>di</strong> F. CAMBI – W. SCANCARELLO, pp.<br />
45-72. Le influenze stilistiche sull‟opera <strong>di</strong> Carlo<br />
Chiostri devono essere identificate nel così detto<br />
Orientalismo tipico della seconda metà<br />
dell‟Ottocento, nella riproposizione <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>oevo<br />
<strong>di</strong> maniera e nell‟inevitabile riferimento a Gustav<br />
Doré. – M.C.<br />
025-116 Paese che vai, Museo che trovi, Milano,<br />
Associazione Italiana dei Musei della<br />
Stampa e della Carta – AIMSC, 2009, pp.<br />
46, manca ISBN, s.i.p. Si tratta <strong>di</strong> un „repertorio‟<br />
che raccoglie le schede <strong>di</strong> presentazione relative<br />
a 21 musei della stampa e della carta, articolati<br />
per regioni e membri dell‟Associazione. Le schede<br />
contemplano una sintetica descrizione delle strutture<br />
e del posseduto, con in<strong>di</strong>cazioni geografiche,<br />
orari <strong>di</strong> apertura, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ingresso, attività<br />
<strong>di</strong>dattiche proposte. – A.L.<br />
025-117 PALAZZOLO (MARIA IOLANDA) – SARA<br />
MORI – GIORGIO BACCI, Edoardo Perino. Un<br />
e<strong>di</strong>tore popolare nella Roma umbertina,<br />
Milano, Franco Angeli, 2012, pp. 151, ISBN<br />
L‟almanacco bibliografico, n° 25, marzo <strong>2013</strong><br />
978-88-204-0002-6, € 20. Si schedano i singoli<br />
contributi.<br />
025-118 PALAZZOLO (MARIA IOLANDA), Prima<br />
<strong>di</strong> Perino. L‟e<strong>di</strong>toria romana alle soglie<br />
dell‟unità, in M.I. PALAZZOLO – S. MORI – G.<br />
BACCI, Edoardo Perino, pp. 7-17. Prima<br />
dell‟annessione al Regno d‟Italia, il panorama delle<br />
imprese tipografiche romane era dominato dalle<br />
gran<strong>di</strong> stamperie pontificie, date in appalto o governate<br />
<strong>di</strong>rettamente dalle autorità <strong>di</strong> governo. Le<br />
<strong>di</strong>tte private erano invece poche e <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni,<br />
relegate a una attività tipograficoe<strong>di</strong>toriale<br />
solamente <strong>di</strong> tipo residuale. – M.C.<br />
025-119 PANAINO (ANTONIO C. D.), Scrittura<br />
e scritture nell‟Iran tardo antico fra tra<strong>di</strong>zione<br />
e innovazione, in «Lettere come simboli»,<br />
a cura <strong>di</strong> P. DEGNI, pp. 31-59. Si ragiona<br />
sull‟importanza politico-ideologica della scrittura<br />
nell‟Iran tardo antico e altome<strong>di</strong>evale, analizzando<br />
e comparando non solo alcuni alfabeti (in<br />
particolare l‟aramaico, l‟antico persiano e l‟iranico<br />
nelle sue molteplici varianti), ma anche le letterature<br />
religiose che hanno intersecato la loro storia<br />
con quelle delle scritture stesse, «ciascuna figlia<br />
non del caso, ma <strong>di</strong> contesti particolari e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />
e scelte politicoculturali spesso coraggiose e<br />
senza dubbio me<strong>di</strong>tate» (p. 59). – Elena Gatti<br />
025-120 PAOLI (MATILDE) – MARIO DE GRE-<br />
GORIO – ENZO MECACCI, In <strong>di</strong>fesa del popone.<br />
Letteratura e cucina in Toscana, con la<br />
riproduzione anastatica della Lettera apologetica<br />
<strong>di</strong> Lionardo Giachini in <strong>di</strong>fesa, et<br />
lode del popone, Torrita <strong>di</strong> Siena, Società<br />
Bibliografica Toscana, 2012, pp. 108, ISBN<br />
978-88-9069906-1, s.i.p. Ennesima, elegante e<br />
curiosa pubblicazione della Società Bibliografica<br />
Toscana, che stavolta si cala nella spinosa questione<br />
che vede contrapposti toscani e resto<br />
d‟Italia: popone o melone? Dopo alcuni cenni introduttivi<br />
<strong>di</strong> Marilisa Cuccia e Paolo Tiezzi Maestri,<br />
si entra subito nel vivo della questione con<br />
Matilde Paoli (Gli intransigenti del popone, pp.<br />
17-38), che racconta come avvenne che melone<br />
prese il sopravvento su popone. Segue il contributo<br />
<strong>di</strong> Mario De Gregorio (Il popone sotto torchio,<br />
pp. 39-58), che partendo dalla fortuna dei trattati<br />
<strong>di</strong> agronomia nel Cinquecento, ripercorre la genesi<br />
della Lettera apologetica in <strong>di</strong>fesa del popone, riprodotta<br />
alla fine del vol. Da ultimo Enzo Mecacci<br />
(Un popone per il maestro, pp. 59-64) narra il curioso<br />
ritrovamento, in un registro scolastico del<br />
1482, <strong>di</strong> una nota che vede protagonisti due gio-