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30 PCB febbraio 2012
▶ SPECIALE AZIENDE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE
L’aspirazione dei fumi
di saldatura
La salute prima di tutto. Lo scopo
dell’informazione non è quello di spaventare,
ma di consigliare a non sottovalutare i problemi
come quello dei fumi generati dalla saldatura
di Edoardo Banfi, Apex Tools
I
nostri tempi sono spesso ricchi di
contraddizioni. Sempre più spesso
capita, anche nel nostro settore,
che professionisti dell’industria elettronica
ed elettromeccanica seguendo
l’onda salutista in voga, confidano di
essere riusciti a smettere di fumare. La
cosa naturalmente non può che fargli
onore,se non che molti di loro nel
contempo trascurano, o non si pongono
alcun problema, riguardo l’igiene e
la salute sul loro posto di lavoro. Nello
specifico si parla della pulizia dell’aria
che respirano mentre effettuano le
saldature dei componenti elettronici.
Spesso ci si accontenta di utilizzare
sistemi di aspirazione fumi assolutamente
inefficaci, usati scorrettamente
o trascurandone la manutenzione.
Addirittura a volte non viene usato
alcun sistema di filtraggio, motivando
la cosa con l’uso limitato dei saldatori,
argomento assai comune nei laboratori,
dal controllo qualità alla R&D.
Con l’introduzione delle nuove leghe
saldanti senza piombo, la situazione è
già cambiata in modo radicale, infatti
aumenta gradualmente la richiesta dal
mercato di potersi dotare di sistemi
non solo a norma, ma più efficaci. In
alternativa si richiede di poter aggiornare
i sistemi attualmente utilizzati,
ma in via di obsolescenza. Il motivo
è presto detto e risiede nella maggiore
fumosità e in una più forte azione
irritante dei flussanti utilizzati con
le attuali leghe lead-free, fattori che
concorrono pesantemente a causare
una maggiore sensibilizzazione degli
operatori a questo tipo di problema.
Le ragioni della maggiore
fumosità
In genere gli attuali quantitativi di
flussante utilizzati nelle applicazioni
di saldatura RoHS sono maggiori
rispetto al passato, sia in produzione,
sia nelle applicazioni di saldatura
manuale con filo di lega saldante; oltretutto
sono utilizzati a temperature
superiori a quelle normalmente utilizzate
con le leghe contenenti piombo
(fino a 250 °C – 260 °C nelle saldatrici
a onda).
L’aumento anche di pochi gradi
centigradi delle temperature operative
in produzione e in parallelo delle
quantità di flussante, contribuisce ad
aumentare ulteriormente la concentrazione
del particolato (vedi Fig. 1).
In pratica queste leghe risultano
sensibilmente più fumose e di conseguenza
più fastidiose per gli operatori,
riuscendo a saturare velocemente e
in breve tempo ambienti di lavoro anche
molto ampi.