Azienda - B2B24 - Il Sole 24 Ore
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PCB Magazine n.2 - FEBBRAIO 2012<br />
SPECIALE: <strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />
IL SOLE <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00<br />
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI<br />
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n.2<br />
FEBBRAIO 2012
Tagli alle spese<br />
Tasse, pensioni e rilancio del lavoro sono i<br />
temi più caldi nelle pagine dei quotidiani in<br />
questo difficile momento. La pesante manovra<br />
varata dal governo sta cominciando a poco a<br />
poco a far sentire la sua pressione, soprattutto<br />
nella predisposizione all’acquisto da parte<br />
delle famiglie. È inutile nasconderlo: i soldi<br />
da sborsare per fronteggiare il momento di<br />
emergenza (che non è ancora finito) sono tanti,<br />
soprattutto da parte di chi non disponga di<br />
entrate consistenti, mentre un’insicurezza<br />
diffusa sta a poco a poco pervadendo la società<br />
italiana. Un’insicurezza data da tanti fattori:<br />
dalle rivoluzioni in atto con le liberalizzazioni<br />
(che, se da una parte garantiranno degli indubbi<br />
benefici, dall’altra scontentano larghi settori<br />
dell’opinione pubblica) alle dichiarazioni<br />
non sempre felici dell’esecutivo in merito alle<br />
intenzioni sulle trasformazioni del mondo del<br />
lavoro. Le manovre che ci aspettano - mi auguro<br />
vivamente - potranno contribuire al rilancio<br />
dell’occupazione, ma dall’altro non possono che<br />
preoccupare centinaia di migliaia di lavoratori.<br />
È alle porte un futuro diverso da quello che<br />
tutti per anni eravamo abituati a immaginare<br />
e l’atmosfera d’incertezza limita fortemente le<br />
potenzialità di spesa.<br />
Lo dimostrano i recenti dati presentati<br />
dall’Osservatorio Acquisti CartaSI in relazione<br />
ai settori coinvolti nei saldi post natalizi: le<br />
contrazioni sono evidenti in tutti i settori,<br />
compreso quello dell’elettronica tradizionale,<br />
che ha conosciuto un calo importante trascinato<br />
dallo scivolone del settore degli elettrodomestici;<br />
▶ EDITORIALE<br />
quest’ultimo ha perso il 15% rispetto alla<br />
stagione 2011. L’unico dato positivo sembra<br />
essere quello dell’informatica (+1,6%) o - per<br />
meglio dire – il settore degli smartphone e dei<br />
tablet, un ambito questo che riguarda il nostro<br />
mondo molto da vicino. Questo lascia ben sperare<br />
per una tenuta del mercato, soprattutto per quelle<br />
aziende che siano coinvolte nella produzione di<br />
circuiti e assemblati flessibili.<br />
Non abbiamo ancora a disposizione i dati<br />
sul mercato dei c.s. in Europa per il mese di<br />
dicembre, ma dalle voci che circolano, l’atmosfera<br />
sembra essere di vago ottimismo, soprattutto<br />
considerando l’andamento di leggera tenuta<br />
del mercato americano, i cui dati sono già a<br />
disposizione presso il sito dell’IPC.<br />
I produttori di c.s. italiani non si lamentano,<br />
soprattutto le aziende che operano con l’estero;<br />
lo stesso vale per distributori, ma solo per una<br />
parte, visto che il mercato interno è in maggiore<br />
contrazione rispetto a quello estero.<br />
La sensazione è che quel vago ottimismo che in<br />
ogni caso si percepisce troverà un suo riscontro<br />
nelle prossime decisioni del governo. Se saranno<br />
sagge forse potremmo esultare per il passato<br />
pericolo e per un vero e sostanziale rilancio<br />
dell’economia nazionale, se si metteranno troppo<br />
di traverso, anche per il mercato del nostro settore<br />
potrebbero aprirsi momenti di acuta difficoltà.<br />
PCB febbraio 2012<br />
5
6 PCB febbraio 2012<br />
▶ SOMMARIO - FEBBRAIO 2012<br />
IN COPERTINA<br />
Fondata nel 1969 a Concorezzo<br />
(MB), OMR Italia S.p.A. è oggi<br />
tra i maggiori produttori europei di<br />
circuiti stampati.<br />
Elevata capacità produttiva, processi<br />
altamente qualificati, un sistema<br />
qualità certificato ISO TS 16949<br />
abbinati a un’elevata flessibilità fanno<br />
di OMR un’azienda in grado di<br />
soddisfare ogni esigenza del mercato.<br />
OMR si pone quindi come supply<br />
partner europeo estremamente<br />
affidabile e flessibile, permettendo ai<br />
propri clienti di ridurre il total cost<br />
of ownership e di velocizzare il time<br />
to market.<br />
OMR Italia S.p.A.<br />
Via Brodolini 22/26 I<br />
20049 Concorezzo (MB)<br />
Tel. +39 039 61.13.1<br />
Fax +39 039 61.13.280<br />
sales@omritalia.it<br />
www.omritalia.it<br />
agenda<br />
Eventi/Piano Editoriale _______________10<br />
a cura della Redazione<br />
ultimissime<br />
C.S. e dintorni _______________________12<br />
a cura di Massimiliano Luce<br />
speciale<br />
<strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />
Saldatura e rilavorazione oggi ___________22<br />
di Piero Bianchi<br />
Usura e ossidazione delle punte _________26<br />
di Davide Oltolina<br />
L’aspirazione dei fumi di saldatura _______30<br />
di Edoardo Banfi<br />
speciale prodotti<br />
Conduzione, irraggiamento<br />
e convezione per il preriscaldo dei pcb ____34<br />
di Dario Gozzi<br />
Punte o cartucce, ma sempre<br />
con alte prestazioni ___________________38<br />
di Dario Gozzi<br />
SRT Micra: creatività e innovazione______42
progettazione<br />
Progettazione eco-compatibile __________44<br />
di Dario Gozzi<br />
Importanza dell’analisi di Power Integrity __48<br />
di Patrick Carrier<br />
oltre i pcb<br />
Pavimentazioni ESD: procedere<br />
in sicurezza _________________________52<br />
di Paola Di Silvestro<br />
DRAM 3D su Logica: esperienze<br />
e valutazioni ________________________58<br />
di Eric Beyne<br />
produzione<br />
Definizione e valutazione di un processo<br />
di cleaning __________________________62<br />
di Tom Forsythe<br />
La deumidificazione nel processo<br />
produttivo __________________________68<br />
di Serena Bassi<br />
aziende e prodotti<br />
Prospettive integrate di collaudo _________72<br />
di Riccardo Busetto<br />
azienda informa<br />
<strong>Il</strong> board tester SPEA 3030 supera<br />
quota 500 __________________________76<br />
di Umberto Zola<br />
fabbricanti<br />
Produttori di circuiti stampati in base<br />
al logo di fabbricazione ________________80<br />
a cura della Redazione<br />
PCB febbraio 2012<br />
7<br />
Anno 26 - Numero 2 - Febbraio 2012<br />
www.elettronicanews.it<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma<br />
REDAZIONE: Riccardo Busetto (Responsabile di Redazione)<br />
CONSULENTE TECNICO: Dario Gozzi<br />
COLLABORATORI: Edoardo Banfi, Serena Bassi,<br />
Eric Beyne, Piero Bianchi, Patrick Carrier,<br />
Massimiliano Luce, Paola Di Silvestro,<br />
Tom Forsythe, Davide Oltolina, Umberto Zola<br />
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Elena Fusari<br />
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi<br />
PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />
SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />
PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti<br />
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu<br />
SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano) - Tel. 02 3022.1<br />
UFFICIO TRAFFICO: Tel. 02 3022.6060<br />
STAMPA: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA)<br />
Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro).<br />
Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994<br />
ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />
Associato a:<br />
Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali,<br />
liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti<br />
dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica<br />
l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />
Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi<br />
al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano).<br />
Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna<br />
parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo<br />
o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.<br />
L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio<br />
Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti<br />
agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società<br />
di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne<br />
per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />
Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />
personali nell’esercizio della attività giornalistica”.<br />
La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista PCB Magazine rende noto al pubblico che esistono<br />
banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. <strong>Il</strong> luogo dove è possibile<br />
esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali,<br />
presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.60951).
8 PCB febbraio 2012<br />
▶ SI PARLA DI - LE AZIENDE CITATE<br />
<strong>Azienda</strong> pag. <strong>Azienda</strong> pag. Inserzionisti pag.<br />
A Acd ___________________ 13<br />
Agilent ________________ 74<br />
Altera _________________ 60<br />
Amkor _________________ 60<br />
APEX EXPO ________ 14, 20<br />
Apex Tools __________ 30, 33<br />
Apple __________________ 74<br />
Aurel Automation ________ 12<br />
B Bosch __________________ 73<br />
C CEI ___________________ 16<br />
Centro di Coordinamento<br />
RAEE _________________ 20<br />
Cisco __________________ 73<br />
Cobar Solder ____________ 13<br />
Cooper Industries ________ 33<br />
D Dek ___________________ 18<br />
E Ecolight ________________ 20<br />
EMT Electronics ___68, 70-71<br />
ESD Forum ____________ 16<br />
ETS ___________________ 77<br />
EVS International ________ 14<br />
Ewig __________________ 36<br />
F Finetech _______________ 14<br />
Fujitsu _________________ 60<br />
G Gemeinschaft<br />
Emissionskontrollierter<br />
Verlrgewerkstoffe, e.V. ____ 56<br />
Globalfoundries _________ 60<br />
Gütegemeinschaft<br />
umweltfreundlicher<br />
Teppichboden e.V. ________ 55<br />
I i-tronik _____________ 72, 74<br />
IBM _______________ 44, 73<br />
Imec _______________ 58-60<br />
Intel ___________________ 60<br />
K KIC ___________________ 14<br />
Kyzen ____________62-63, 66<br />
L Life Project _____________ 42<br />
M Magna _________________ 16<br />
Mapei ______________ 52, 56<br />
Mentor Graphics ___48-49, 51<br />
Metcal _________________ 40<br />
Micron ________________ 60<br />
N Nvidia _________________ 60<br />
O OK Italy __________38, 40-41<br />
P Panasonic ______________ 60<br />
Philips _________________ 16<br />
Prodelec ___________18, 68, 71<br />
Productronica ___12, 73, 76, 79<br />
Q Qualcomm _____________ 60<br />
R R&D Technological<br />
Services ________________ 20<br />
S Samsung _______________ 60<br />
Sony __________________ 60<br />
SPEA ______________ 76-79<br />
T Team Nazionale ESD _____ 16<br />
TE Connectivity _________ 16<br />
Teppichforschungsinstitut<br />
Aachen ________________ 55<br />
TRI ________________ 72-74<br />
TSMC _________________ 60<br />
V VJ Electronix ____________ 42<br />
W Weller ______________ 32-33<br />
X Xilinx __________________ 60<br />
A<br />
AGM PCB ........................................... 80<br />
APEX TOOL ....................................... 19<br />
AREL .................................................. 81<br />
ASM ASSEMBLY ................................ 15<br />
B<br />
BASELECTRON .................................. 81<br />
C<br />
CABIOTEC ............................................ 4<br />
E<br />
ELABORA .......................................... 61<br />
F<br />
FARNELL ........................................... 47<br />
I<br />
I-TRONIK ..............................II cop. - 57<br />
INVENTEC PERFORMANCE<br />
CHEMICALS ITALIA ................... III cop.<br />
ITECO TRADING ................................ 33<br />
K<br />
KYZEN ............................................... 65<br />
L<br />
LIFETEK ................................. IV cop. - 9<br />
O<br />
OMR ITALIA ................................. I cop.<br />
OSAI A.S. ........................................... 25<br />
P<br />
PHOENIX CONTACT .......................... 43<br />
PRODELEC ...........................11 - 17 - 21<br />
S<br />
SPEA .................................................... 3<br />
T<br />
TECNOMASTER ................................ 81<br />
TECNOMETAL ................................... 82<br />
V<br />
VALCHIAN ......................................... 18<br />
W<br />
WIN-TEK ............................................ 37<br />
Z<br />
ZUKEN ............................................... 45
10 PCB febbraio 2012<br />
▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI<br />
Data e luogo Evento Segreteria<br />
7-8 febbraio<br />
San Jose, CA<br />
USA<br />
7-9 febbraio<br />
Seul<br />
Corea del sud<br />
6-9 febbraio<br />
Phoenix, AZ<br />
USA<br />
7-9 febbraio<br />
Düsseldorf<br />
Germania<br />
28 febbraio - 1 marzo<br />
San Diego, CA<br />
USA<br />
Gennaio<br />
Test elettrico<br />
Febbraio<br />
<strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />
Marzo<br />
I sistemi di lavaggio<br />
Aprile<br />
Marcatura e tracciabilità<br />
Maggio<br />
Forni e profili termici<br />
Giugno<br />
ESD<br />
Luglio - Agosto<br />
Materiali di consumo e attrezzature<br />
Settembre<br />
Pick & Place<br />
Ottobre<br />
I sistemi di serigrafia<br />
Novembre<br />
Produzione circuiti stampati<br />
Dicembre<br />
Software di progettazione<br />
Linley Tech Data Center<br />
Conference 2012<br />
The Linley Group<br />
355 Chesley Avenue<br />
Mountain View, CA 94040 - USA<br />
Tel. +1 408 27.03.772<br />
SEMICON Korea 2012 Tel. +82 2 53.17.804<br />
hchoi@semi.org<br />
11th annual Flexible<br />
Electronics and Displays<br />
Conference and Exhibition<br />
International Exhibition<br />
with Workshops on<br />
Electromagnetic<br />
Compatibility<br />
FlexTech (formerly USDC)<br />
3081 Zanker Road<br />
San Jose, CA 95134 - USA<br />
Tel. +1 408 57.71.300 - Fax +1 408 57.71.301<br />
info@flextech.org<br />
Mesago Messe Frankfurt GmbH<br />
Rotebuehlstr. Dal 83-85<br />
70178 Stoccarda - Germania<br />
Tel. +49 711 61.94.60 - Fax +49 711 61.94.691<br />
info@mesago.com - www.mesago.de<br />
IPC APEX Expo IPC - Association Connecting Electronics Industries<br />
3000 Lakeside Drive, 309 S,<br />
Bannockburn, IL 60015 - USA<br />
Tel. +1 847 61.57.10.0 - Fax +1 847 61.57.10.5<br />
Piano editoriale 2012 Editorial calendar 2012<br />
January<br />
Test equipment<br />
February<br />
Rework and hand soldering<br />
March<br />
Cleaning systems<br />
April<br />
Labels and traceability<br />
May<br />
Reflow and wave soldering<br />
June<br />
ESD<br />
July - August<br />
Consumables<br />
September<br />
Pick & Place<br />
October<br />
Screen printing systems<br />
November<br />
PCB manufacturing<br />
Dicember<br />
Design software for pcb
12 PCB febbraio 2012<br />
▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI a cura di Massimiliano Luce<br />
Automatizzare l’elettronica<br />
<strong>Azienda</strong> italiana<br />
spesso presente alle<br />
manifestazioni nazionali<br />
e internazionali, Aurel<br />
Automation, con sede<br />
e centro produttivo<br />
a Modigliana (FC),<br />
specializzata in sistemi<br />
d’automazione per la<br />
produzione elettronica,<br />
non ha certamente<br />
mancato l’appuntamento<br />
con Productronica,<br />
la kermesse bavarese<br />
dell’elettronica svoltasi<br />
a Monaco lo scorso<br />
novembre. Attiva dal 1970<br />
nel settore dell’elettronica,<br />
l’azienda possiede un<br />
catalogo importante,<br />
che va dalle macchine di<br />
deposizione materiali alle<br />
serigrafiche, dai sistemi<br />
di handling per circuiti<br />
stampati ai forni per<br />
le linee di produzione<br />
automatiche.<br />
“<strong>Il</strong> nostro è un catalogo<br />
complesso, che spazia<br />
in diversi settori<br />
dell’elettronica industriale”,<br />
ha confermato Nerio<br />
Samorì, responsabile<br />
di Aurel Automation.<br />
“Abbiamo ad esempio una<br />
vasta scelta di strumenti<br />
laser per il mondo<br />
dell’elettronica: dalla<br />
marcatura al trimming di<br />
circuiti elettronici con teste<br />
Yag a diodi, a lampada<br />
o a CO , utilizzabili a<br />
2<br />
seconda dei materiali<br />
dell’applicazione.”<br />
Erano molti i prodotti<br />
dell’azienda italiana<br />
presentati a Monaco,<br />
anche se un posto di<br />
rilievo nel grande stand di<br />
Productronica era dedicato<br />
alla XCEL (si veda notizia<br />
pubblicata sul numero<br />
di gennaio 2012 di PCB<br />
Magazine a pag. 20),<br />
una work cell flessibile<br />
per varie applicazioni<br />
nel mondo della<br />
microelettronica. Si tratta<br />
di una macchina versatile,<br />
utilizzabile nell’SMT, nelle<br />
applicazioni a film spesso,<br />
nei display, nel settore<br />
della produzione di celle<br />
solari e per la lavorazione<br />
di sensori su substrati<br />
rigidi e flessibili come<br />
l’FR4, il vetro, la ceramica<br />
e il poliestere.<br />
La macchina è utilizzabile<br />
some sistema d’ispezione,<br />
come ink-jet, come<br />
sistema di marcatura,<br />
negli assemblaggi di odd<br />
form, per il coating e la<br />
dispensazione di resine, colle<br />
e paste e capace di eseguire<br />
misurazioni 2D e 3D.<br />
La versatilità della<br />
macchina viene<br />
sottolineata da Samorì:<br />
“Con la XCEL tutto<br />
può essere modificato<br />
sostituendo le teste. Si<br />
tratta infatti di un robot<br />
cartesiano che può fare<br />
diverse cose. In questo<br />
caso può fare coating<br />
di particolari meccanici<br />
o elettronici, dato che<br />
l’abbiamo equipaggiata<br />
con una testa a microspray<br />
per penetrare con<br />
maggiore accuratezza nelle<br />
scanalature più minute.<br />
La macchina può essere<br />
configurata fino a 5 assi,<br />
può essere impiegata in<br />
modalità stand alone o in<br />
linea ed è equipaggiata con<br />
righe ottiche di estrema<br />
precisione e dispone di un<br />
movimento pilotato da<br />
una serie di motori lineari.<br />
Non si tratta quindi di<br />
un piccolo plotter dotato<br />
di pennetta, ma si tratta<br />
di un dispositivo molto<br />
complesso. La macchina<br />
che presentiamo in fiera<br />
è configurata per operare<br />
come coating di fuel cell,<br />
quindi si può immaginare<br />
a che livello sia il grado di<br />
sofisticazione della stessa”.<br />
Altro settore in cui<br />
Aurel da anni opera,<br />
come si è detto, è<br />
quello delle macchine<br />
serigrafiche. Utilizzabili<br />
in configurazione stand<br />
alone o in linea, dotate<br />
di sistemi d’ispezione,<br />
le serigrafiche Aurel<br />
presentate a Productronica<br />
erano quelle dedicate alla<br />
microelettronica: non si<br />
trattava quindi di comuni<br />
macchine per i pcb o<br />
per la crema di stagno.<br />
Dispositivi estremamente<br />
precisi, anch’esse<br />
equipaggiate con motori<br />
lineari, righe ottiche e<br />
provviste di risoluzioni<br />
al micron e inferiori, le<br />
serigrafiche di Aurel sono<br />
dotate di sistemi di visione<br />
integrate che permettono<br />
sia la centratura del pezzo<br />
sia l’ispezione dopo<br />
aver avviato il processo<br />
serigrafico.<br />
“<strong>Il</strong> settore serigrafico è<br />
seguito con particolare<br />
attenzione da Aurel -<br />
ha aggiunto Samorì - in<br />
particolare le applicazioni<br />
per acciaio piano o in tubi,<br />
questi ultimi utilizzati,<br />
ad esempio, per ricavare<br />
i riscaldatori utilizzati<br />
nel settore del bianco<br />
(lavatrici, scaldabagni,<br />
macchine per iniezione<br />
della plastica, macchine<br />
da caffè). Si tratta di<br />
un settore importante<br />
in cui naturalmente le<br />
applicazioni possono<br />
variare ed estendersi<br />
anche nel campo<br />
della lavorazione per<br />
l’elettronica”.<br />
Aurel<br />
www.aurelautomation.com
Tecnologie di test<br />
a stelle e striscie<br />
ACD mostrerà al<br />
pubblico delle grandi<br />
occasioni le sue capacità di<br />
test nel corso del SMTA<br />
Houston Expo and Tech<br />
Forum, che si svolgerà<br />
il prossimo 9 febbraio<br />
presso lo Staff ord Centre,<br />
a Staff ord, Texas. <strong>Il</strong> test<br />
fuzionale proposto da<br />
ACD consente di verifi care<br />
che ciascuna delle varie<br />
funzionalità del prodotto<br />
defi nite nelle specifi che<br />
di progettazione o nelle<br />
specifi che di test soddisfi no<br />
le corrette richieste. In<br />
aggiunta al test a sonde<br />
mobili, il test funzionale è<br />
fondamentale nel fornire<br />
ai clienti di ACD qualità e<br />
assemblaggi privi di difetti.<br />
Inoltre, ACD lavora a<br />
stretto contatto con i propri<br />
clienti e il Functional<br />
Test Department è<br />
impegnato a sviluppare<br />
un test accurato per ogni<br />
assemblaggio. Anche<br />
i tester a sonde mobili<br />
per schede a singola o a<br />
doppia faccia, consentono<br />
ad ACD di rispondere<br />
in modo puntuale alle<br />
aspettative dei clienti. La<br />
società utilizza inoltre<br />
Acculogic ScanNavigator,<br />
una potente suite di<br />
strumenti sia hardware sia<br />
software appositamente<br />
progettata per il controllo<br />
di dispositivi elettronici,<br />
schede e sistemi che<br />
utilizzano gli standard<br />
IEEE 1149.1 e IEEE<br />
1149.4. Inoltre, il reparto<br />
di test di ACD off re<br />
consulenza JTAG e test<br />
coverage per progetti che<br />
impiegano Boundary Scan<br />
così come programmazione<br />
in-system di dispositivi<br />
a logica programmabile<br />
come FPGA e memorie<br />
fl ash. Tra i punti di forza<br />
di ACD non è possibile<br />
non menzionare le<br />
linee Juki e MYDATA,<br />
entrambe garantiscono alla<br />
società texana la massima<br />
fl essibilità di processo.<br />
ACD<br />
www.ACDUSA.com<br />
Pasta saldante<br />
per ogni esigenza<br />
Cobar Solder Products<br />
è prossima al lancio<br />
uffi ciale della pasta<br />
saldante senza alogeni e<br />
alogenuri Cobar OT2.<br />
L’appuntamento con la<br />
presentazione uffi ciale<br />
del nuovo prodotto è<br />
all’IPC APEX Expo.<br />
<strong>Il</strong> fl ussante medio<br />
di nuova concezione<br />
per pasta saldante ha<br />
proprietà uniche che<br />
eliminano i difetti<br />
legati all’ossidazione e<br />
alla miniaturizzazione.<br />
La riduzione delle<br />
dimensioni d’ingombro<br />
dei componenti<br />
richiedono meno pasta<br />
saldante; tuttavia, la pasta<br />
ha proprietà di attivazione<br />
suffi cienti per soddisfare<br />
le richieste dei moderni<br />
processi miniaturizzati.<br />
Cobar OT2 è disponibile<br />
con leghe a basso costo<br />
come SN100C or<br />
SCANGe-071. Queste<br />
paste saldanti sono<br />
prive di argento (o al<br />
massimo ne hanno una<br />
bassa quantità) e sono<br />
ideali per i mercati dove<br />
i costi rappresentano<br />
un elemento decisivo.<br />
Ciò detto, Cobar OT2<br />
è disponibile anche in<br />
SAC305.<br />
<strong>Il</strong> fl ussante medio a base<br />
di resina rende molto<br />
facile la stampa anche<br />
a velocità molto elevata<br />
(>200 mm/sec). Grazie<br />
al suo notevole sistema<br />
di attivazione, la pasta<br />
elimina i difetti Head-in-<br />
Pillow che sono cruciali<br />
nella saldatura senza<br />
piombo di BGA. Anche<br />
con i componenti più<br />
piccoli, come ad esempio<br />
gli 01005 o gli 0201,<br />
questa pasta non mostra<br />
eff etti graping o difetti<br />
di altro genere. Infi ne,<br />
fornisce le condizioni di<br />
bagnatura ideali per la<br />
massima affi dabilità dei<br />
punti di saldatura.<br />
Cobar Solder Products<br />
www.cobar.com<br />
PCB febbraio 2012<br />
13
Solder recovery più effi ciente<br />
Nella lista dei sicuri protagonisti del prossimo IPC APEX<br />
Expo, si segnala in modo particolare il nome di EVS<br />
International, che sarà presente all’evento con il suo EVS<br />
7000LFHS di cui abbiamo già parlato in queste pegni (vedi<br />
PCB Magazine 01/12 p. 19). In quell’occasione, EVS mostrerà<br />
in anteprima le sue ultime innovazioni e aggiornamenti in<br />
fatto di parametri operativi e nuovi software, con maggiore<br />
capacità di estrazione, migliore effi cienza termica e percentuali<br />
di recupero in forte aumento. Queste nuove e migliorate<br />
funzionalità contribuiscono a ridurre sensibilmente le<br />
emissioni di anidride carbonica, raff orzando la loro capacità di<br />
14 PCB febbraio 2012<br />
raggiungere e mantenere lo standard aziendale ambientale ISO<br />
14001. In occasione dell’evento americano EVS illustrerà in<br />
modo molto dettagliato il nuovo Nitrogen Reduction System.<br />
Grazie a questi nuovi e migliorato sistema è possibile ridurre<br />
in modo signifi cativo anche il consumo di azoto, abbassandone<br />
il fl usso per l’onda senza incorrere in una perdita di capacità<br />
o di qualità della saldatura (in fase di sperimentazione è stato<br />
raggiunto un risparmio del 66%).<br />
EVS International<br />
www.solderrecovery.com<br />
Rework collaudato per componenti SMT<br />
Ci sono molti motivi per cerchiare<br />
sulle proprie agende le date che<br />
vanno dal 28 febbraio al 1 marzo. Una<br />
ragione è che in quei giorni si svolgerà a<br />
San Diego l’IPC APEX<br />
Expo, la seconda è<br />
che all’appuntamento<br />
californiano ha già<br />
confermato la sua<br />
presenza Finetech.<br />
Refl ow universale<br />
KIC ha annunciato il rilascio del<br />
Refl ow Process Index, progettato<br />
per aiutare i produttori di elettronica a<br />
ottenere la massima qualità e capacità di<br />
trasporto dai propri forni a rifusione. Un<br />
forno a rifusione è una sofi sticata scatola<br />
nera che coinvolge un numero incredibile<br />
di attività come la creazione di calore, il<br />
soffi o dell’aria, la rimozione di sostanze<br />
volatili, il controllo della pressione statica,<br />
il controllo della temperatura e della<br />
velocità di trasporto e molto altro. RPI<br />
è un sistema automatico che, una volta<br />
programmato, lavora in background senza<br />
alcun coinvolgimento dell’operatore. Le<br />
sue funzionalità includono:<br />
Presso lo stand della società sarà<br />
possibile approfondire la conoscenza del<br />
sistema di rework<br />
FINEPLACER.<br />
Si tratta di una<br />
tecnologia di rework<br />
collaudata per un<br />
ampio spettro di<br />
componenti SMT,<br />
che variano nel<br />
formato da 0201<br />
a BGA da 70<br />
x 70 mm, e una<br />
gestione dei pcb fi no a 310 x<br />
400 mm.<br />
- condivisione in tempo reale di<br />
tutti i dati attinenti di processo e<br />
produzione;<br />
- profi li in automatico di ciascun pcb;<br />
- allarme immediato per specifi che<br />
situazioni out-of-spec;<br />
Una camera di osservazione di<br />
processo in tempo reale permette di<br />
seguire il processo di refl ow da quasi<br />
ogni angolazione. FINEPLACER<br />
rappresenta un compatto ma versatile<br />
sistema di rework a gas caldo di livello<br />
altamente professionale, ben superiore a<br />
quanto il suo prezzo allettante può fare<br />
intendere.<br />
<strong>Il</strong> sistema integra l’intero ciclo di<br />
rework in un design effi ciente senza<br />
comprometterne la funzionalità.<br />
Finetech<br />
www.f inetechusa.com<br />
- grafi ci SPC automatici, incluso Cpk;<br />
- tracciabilità del processo fi no al<br />
singolo pub;<br />
- prevenzione dell’errore umano come<br />
ad esempio la produzione del pcb<br />
sbagliato o errate impostazioni del<br />
forno (è necessario il codice a barre).<br />
Ultimo, ma non meno importante, KIC<br />
RPI è universalmente applicabile perché<br />
funziona indipendentemente dal modello<br />
di forno, dalle linee di produzione, dal<br />
personale, dal tipo di pub, così come dalla<br />
fabbrica di provenienza.<br />
KIC<br />
www.kicthermal.com
Solder recovery più effi ciente<br />
Nella lista dei sicuri protagonisti del prossimo IPC APEX<br />
Expo, si segnala in modo particolare il nome di EVS<br />
International, che sarà presente all’evento con il suo EVS<br />
7000LFHS di cui abbiamo già parlato in queste pegni (vedi<br />
PCB Magazine 01/12 p. 19). In quell’occasione, EVS mostrerà<br />
in anteprima le sue ultime innovazioni e aggiornamenti in<br />
fatto di parametri operativi e nuovi software, con maggiore<br />
capacità di estrazione, migliore effi cienza termica e percentuali<br />
di recupero in forte aumento. Queste nuove e migliorate<br />
funzionalità contribuiscono a ridurre sensibilmente le<br />
emissioni di anidride carbonica, raff orzando la loro capacità di<br />
14 PCB febbraio 2012<br />
raggiungere e mantenere lo standard aziendale ambientale ISO<br />
14001. In occasione dell’evento americano EVS illustrerà in<br />
modo molto dettagliato il nuovo Nitrogen Reduction System.<br />
Grazie a questi nuovi e migliorato sistema è possibile ridurre<br />
in modo signifi cativo anche il consumo di azoto, abbassandone<br />
il fl usso per l’onda senza incorrere in una perdita di capacità<br />
o di qualità della saldatura (in fase di sperimentazione è stato<br />
raggiunto un risparmio del 66%).<br />
EVS International<br />
www.solderrecovery.com<br />
Rework collaudato per componenti SMT<br />
Ci sono molti motivi per cerchiare<br />
sulle proprie agende le date che<br />
vanno dal 28 febbraio al 1 marzo. Una<br />
ragione è che in quei giorni si svolgerà a<br />
San Diego l’IPC APEX<br />
Expo, la seconda è<br />
che all’appuntamento<br />
californiano ha già<br />
confermato la sua<br />
presenza Finetech.<br />
Refl ow universale<br />
KIC ha annunciato il rilascio del<br />
Refl ow Process Index, progettato<br />
per aiutare i produttori di elettronica a<br />
ottenere la massima qualità e capacità di<br />
trasporto dai propri forni a rifusione. Un<br />
forno a rifusione è una sofi sticata scatola<br />
nera che coinvolge un numero incredibile<br />
di attività come la creazione di calore, il<br />
soffi o dell’aria, la rimozione di sostanze<br />
volatili, il controllo della pressione statica,<br />
il controllo della temperatura e della<br />
velocità di trasporto e molto altro. RPI<br />
è un sistema automatico che, una volta<br />
programmato, lavora in background senza<br />
alcun coinvolgimento dell’operatore. Le<br />
sue funzionalità includono:<br />
Presso lo stand della società sarà<br />
possibile approfondire la conoscenza del<br />
sistema di rework<br />
FINEPLACER.<br />
Si tratta di una<br />
tecnologia di rework<br />
collaudata per un<br />
ampio spettro di<br />
componenti SMT,<br />
che variano nel<br />
formato da 0201<br />
a BGA da 70<br />
x 70 mm, e una<br />
gestione dei pcb fi no a 310 x<br />
400 mm.<br />
- condivisione in tempo reale di<br />
tutti i dati attinenti di processo e<br />
produzione;<br />
- profi li in automatico di ciascun pcb;<br />
- allarme immediato per specifi che<br />
situazioni out-of-spec;<br />
Una camera di osservazione di<br />
processo in tempo reale permette di<br />
seguire il processo di refl ow da quasi<br />
ogni angolazione. FINEPLACER<br />
rappresenta un compatto ma versatile<br />
sistema di rework a gas caldo di livello<br />
altamente professionale, ben superiore a<br />
quanto il suo prezzo allettante può fare<br />
intendere.<br />
<strong>Il</strong> sistema integra l’intero ciclo di<br />
rework in un design effi ciente senza<br />
comprometterne la funzionalità.<br />
Finetech<br />
www.f inetechusa.com<br />
- grafi ci SPC automatici, incluso Cpk;<br />
- tracciabilità del processo fi no al<br />
singolo pub;<br />
- prevenzione dell’errore umano come<br />
ad esempio la produzione del pcb<br />
sbagliato o errate impostazioni del<br />
forno (è necessario il codice a barre).<br />
Ultimo, ma non meno importante, KIC<br />
RPI è universalmente applicabile perché<br />
funziona indipendentemente dal modello<br />
di forno, dalle linee di produzione, dal<br />
personale, dal tipo di pub, così come dalla<br />
fabbrica di provenienza.<br />
KIC<br />
www.kicthermal.com
16 PCB febbraio 2012<br />
XIV edizione del Convegno<br />
Nazionale ESD<br />
La XIV edizione del Convegno<br />
nazionale ESD, organizzato dal<br />
Team Nazionale ESD e coordinato<br />
da CEI-Comitato Elettrotecnico<br />
Italiano, Magna e Università di<br />
Genova, si terrà il 16 maggio p.v. a<br />
Monza, presso la sede Philips.<br />
Dopo 18 anni di programmazione<br />
e, in particolare, dopo il successo<br />
dell’edizione 2011, tenutasi a<br />
Marostica, l’appuntamento annuale<br />
con i temi correlati ai fenomeni<br />
elettrostatici è riconosciuto dagli<br />
operatori e dagli esperti del settore<br />
come un evento fondamentale che<br />
consente di rimanere aggiornati<br />
sui trend e sulle ultime novità<br />
tecnologiche e normative.<br />
<strong>Il</strong> Convegno - oltre a porsi come<br />
obiettivo la divulgazione della<br />
cultura ESD - vuole stimolare e<br />
sensibilizzare i settori e le aziende<br />
coinvolte nella gestione di eventi<br />
legati alle scariche elettrostatiche.<br />
Verranno analizzati i criteri inerenti<br />
la protezione passiva e attiva e gli<br />
elementi tecnici e amministrativi<br />
contenuti in un “programma ESD”<br />
attraverso la presentazione delle<br />
esperienze dirette degli utilizzatori<br />
che operano, tra gli altri, nel<br />
settore “automotive”, per il quale il<br />
raggiungimento e il mantenimento<br />
di alti target qualitativi è di vitale<br />
importanza.<br />
Non macherà, inoltre, un attento<br />
sguardo alla normativa tecnica in<br />
ambito internazionale grazie alla<br />
partecipazione di Rainer Pfeifl e,<br />
responsabile della delegazione<br />
tedesca in ambito IEC (International<br />
Electrotechnical Commission).<br />
Pfeifl e presenterà i punti salienti<br />
della normativa internazionale che<br />
defi nisce i requisiti di sicurezza<br />
relativi alla necessaria protezione<br />
attiva in considerazione della sempre<br />
più ampia produzione di LED e del<br />
relativo impiego in diversi settori<br />
dell’Industria.<br />
Ulteriori interventi tratteranno<br />
l’analisi dei requisiti ESD relativi<br />
ad apparecchiature automatiche,<br />
l’evoluzione dei sistemi di protezione<br />
ESD in linea con lo stato dell’arte,<br />
la gestione dei componenti MSD<br />
(Moisture-sensitive devices) –<br />
argomento questo di notevole<br />
interesse a causa dell’aumento dei<br />
processi conformi alle direttive<br />
RoHS – l’evoluzione tecnologica<br />
e normativa nel settore elettronico<br />
e la migrazione in atto verso le<br />
nanotecnologie.<br />
Com’è consuetudine dei Convegni<br />
ESD, è prevista, a conclusione<br />
dell’incontro, una “tavola rotonda”<br />
durante la quale verranno ripresi gli<br />
argomenti più interessanti emersi nel<br />
corso degli interventi e i partecipanti<br />
potranno chiedere chiarimenti e<br />
porre domande ai relatori.<br />
La partecipazione al Convegno è<br />
gratuita fi no a esaurimento dei posti<br />
disponibili.<br />
ESD Forum<br />
www.esditaly.com<br />
Connettore<br />
scheda-scheda a<br />
componente unico<br />
TE Connectivity ha presentato un<br />
connettore scheda-scheda (BtB)<br />
liscio, a compressione e a componente<br />
unico che, mediante compressione dei<br />
contatti, consente la connessione a<br />
una scheda secondaria placcata in oro<br />
localmente. Sono disponibili versioni<br />
con diverse posizioni, altezza e passo.<br />
Di conseguenza, il nuovo connettore<br />
consente una maggiore fl essibilità del<br />
design, caratteristica che ha spinto<br />
le maggiori aziende produttrici di<br />
apparecchi mobili verso la sua adozione.<br />
Questo connettore BtB a compressione,<br />
costruito in materiale termoplastico per<br />
alte temperature e lega di rame, è dotato<br />
di concavità nella zona di connessione e<br />
di contatti precaricati che sono protetti<br />
da danni accidentali. La coplanarità di<br />
0,08 mm su tutti i terminali a saldare<br />
riduce ulteriormente lo spessore della<br />
pasta saldante, consentendo una<br />
maggiore precisione e un ampliamento<br />
delle applicazioni. I prodotti sono<br />
forniti in un nastro che consente le<br />
operazioni automatiche di pick and<br />
place. <strong>Il</strong> connettore BtB è ottimizzato<br />
per l’assemblaggio automatizzato e per<br />
ridurre costi e tempi di consegna.<br />
Grazie al suo design liscio, modulabile<br />
e ottimizzato per la produzione<br />
automatico, questo connettore a<br />
componente unico BtB di prima<br />
generazione collega la scheda principale<br />
del circuito stampato a quella secondaria,<br />
ad esempio nei tastierini numerici, ed è<br />
ideale per apparecchi mobili, macchine<br />
fotografi che, GPS portatili e così via.<br />
TE Connectivity<br />
www.te.com
Serigrafi a e dispensazione tutto in uno<br />
opzione Stinger di<br />
L’ DEK è un sistema<br />
di dispensazione a bordo<br />
della serigrafi ca che<br />
consente una doppia<br />
funzionalità su un singolo<br />
sistema, permettendo<br />
di risparmiare spazio<br />
all’interno del reparto<br />
produttivo e riducendo<br />
i costi di acquisto di un<br />
sistema di dispensazione.<br />
Questa opzione è<br />
ideale per i clienti che<br />
lavorano con schede dalla<br />
tecnologia mista, che<br />
richiede sia l’adesivo che<br />
la pasta saldante.<br />
Tradizionalmente,<br />
l’adesivo viene usato<br />
per fi ssare i componenti<br />
SMD al lato inferiore<br />
della scheda in fase di<br />
saldatura a onda, per<br />
i componenti grandi<br />
in fase di saldatura<br />
a rifusione, per i<br />
prodotti sottoposti a un<br />
ambiente critico e per<br />
le applicazioni SMT<br />
periferiche quali i corner<br />
bonding.<br />
Stinger è integrato<br />
all’interno del sistema di<br />
visione della serigrafi ca e<br />
opera come un normale<br />
sistema di dispensazione<br />
in linea.<br />
Una volta che la scheda<br />
è stata serigrafata,<br />
questa viene abbassata<br />
al livello del sistema di<br />
visione dove l’opzione<br />
Stinger dispensa l’adesivo<br />
su un pattern<br />
pre-programmato.<br />
<strong>Il</strong> sistema dispensa<br />
mediante una valvola<br />
che consente una rapida<br />
sostituzione della<br />
Caratteristiche tecniche<br />
cartuccia di adesivo<br />
senza necessità di pulizia<br />
del sistema, mentre la<br />
cartuccia può essere<br />
nuovamente riempita<br />
in pochi minuti al<br />
momento del cambio di<br />
lavorazione.<br />
<strong>Il</strong> set-up semplice<br />
e veloce è possibile<br />
grazie all’interfaccia<br />
utente Instictiv V9,<br />
che guida l’utente nella<br />
programmazione in<br />
modo rapido ed effi cace.<br />
Stinger non sostituisce<br />
per intero un sistema di<br />
dispensazione, ma facilita<br />
la doppia funzionalità ed<br />
estende le applicazioni<br />
possibili i clienti che<br />
lavorano su schede con<br />
tecnologia mista.<br />
L’opzione è disponibile<br />
su tutte le nuove<br />
serigrafi che DEK<br />
e utilizzabile anche<br />
con tutte quelle che<br />
utilizzano Instictiv V9.<br />
Prodelec<br />
www.prodelecgroup.com<br />
- Utilizza: adesivi in cartucce standard di 10cc<br />
- Tempo di sostituzione cartuccia: 1 minuto<br />
- Compatibile: con la maggior parte degli adesivi<br />
a dispensazione<br />
- Cartucce/Siringhe: 10cc EFD; Nozzle 21/22/23<br />
gauge (ID rispettivamente di 0,51 mm, 0,41 mm<br />
e 0,33 mm)<br />
- Un secondo per sito, per la sola dispensazione<br />
(la correzione laser potrebbe richiedere più tempo)<br />
- Siti programmabili: massimo 1000<br />
- Imbarcamento schede: massimo ± 1mm
20 PCB febbraio 2012<br />
Innovazione vapor phase<br />
<strong>Il</strong> produttore<br />
di soluzioni di<br />
saldatura vapor phase<br />
R&D Technological<br />
Services sarà presente<br />
all’IPC APEX Expo<br />
di San Diego con il<br />
suo RD1 Batch Type<br />
Vapor Phase Reflow<br />
System. L’RD1 utilizza<br />
la tecnologia vapor<br />
phase per fornire un<br />
trasferimento coerente<br />
e uniforme del calore,<br />
con un reflow di alta<br />
qualità. L’avanzato<br />
sistema di reflow è stato<br />
progettato per i bassi<br />
volumi di produzione<br />
e per i prodotti di<br />
dimensioni più piccole.<br />
Inoltre, RD1 garantisce<br />
operazioni user-friendly<br />
e un elevato controllo<br />
del processo, diventando<br />
il perfetto connubio tra<br />
tecnologie vapor phase e<br />
a convezione. In questo<br />
modo, RD1 consente<br />
a qualsiasi azienda,<br />
indipendentemente<br />
dalle sue dimensioni, di<br />
produrre prodotti di alta<br />
qualità.<br />
L’RD1 possiede una<br />
dotazione di lavoro di<br />
12 x 10 x 2,25 pollici e<br />
utilizza un sistema di<br />
trasporto pallettizzato<br />
brevettato che mantiene<br />
il prodotto orizzontale<br />
lungo tutto il processo.<br />
<strong>Il</strong> sistema è dotato<br />
di comandi touch<br />
screen, di una zona<br />
di preriscaldamento<br />
a convezione, di una<br />
serie di programmi<br />
personalizzabili, di una<br />
zona di raffreddamento,<br />
di un serbatoio<br />
ausiliario per i fluidi di<br />
lavoro e di un sistema di<br />
filtraggio avanzato.<br />
R&D<br />
Technological Services<br />
www.rdtechnicalservices.com<br />
In crescita<br />
la raccolta in negozio<br />
dei rifiuti elettronici<br />
l contributo degli<br />
“Iesercizi commerciali<br />
nella raccolta dei RAEE<br />
è stato importante”, ha<br />
recentemente dichiarato<br />
Walter Camarda, presidente<br />
di Ecolight, consorzio per<br />
la gestione dei RAEE che<br />
offre il servizio di ritiro dei<br />
rifiuti elettronici a oltre<br />
3mila negozi in tutta Italia.<br />
Sono state oltre 12mila le<br />
tonnellate di rifiuti elettronici<br />
raccolte in negozio nel 2011,<br />
contro le 4 mila del 2010.<br />
Nel 2011 il sistema dell’Uno<br />
contro Uno ha perciò iniziato<br />
a dare i primi frutti, anche<br />
se risultano ancora pochi<br />
i piccoli elettrodomestici<br />
(appena il 15 per cento dei<br />
300mila pezzi raccolti).<br />
“Siamo convinti”, ha<br />
proseguito Camarda, “che<br />
vi siano le potenzialità per<br />
tassi di raccolta ancora più<br />
elevati, oggi frenati in buona<br />
parte da difficoltà di gestione<br />
esterne al sistema distributivo<br />
e dovuto a normative<br />
inadeguate sulle quali, ormai<br />
da troppo tempo, la filiera<br />
sta chiedendo interventi<br />
urgenti. <strong>Il</strong> dato di quest’anno<br />
però ci conforta ed è indice<br />
di un sistema che, seppur<br />
lentamente, sta crescendo”.<br />
<strong>Il</strong> decreto Uno contro Uno<br />
(entrato in vigore il 18<br />
giugno 2010) impone ai<br />
negozianti il ritiro gratuito<br />
di un’apparecchiatura<br />
elettrica vecchia al momento<br />
dell’acquisto di una nuova di<br />
equivalente funzionalità.<br />
Nell’immediato futuro, due<br />
sono i nodi da affrontare:<br />
innanzitutto il fronte<br />
dell’informazione: “Far<br />
conoscere al consumatore<br />
questa opportunità è il<br />
primo passo per raggiungere<br />
livelli importanti di<br />
raccolta”, ha ricordato<br />
il direttore generale di<br />
Ecolight. “E il basso dato<br />
di raccolta dei piccoli<br />
elettrodomestici è il<br />
principale indice della scarsa<br />
conoscenza”. In secondo<br />
luogo la questione legata<br />
alle piazzole comunali: non<br />
sempre è possibile conferire<br />
i rifiuti raccolti dal circuito<br />
della distribuzione alle isole<br />
ecologiche. Secondo infatti<br />
i dati 2011 del Centro<br />
di Coordinamento Raee,<br />
circa quattro piazzole su<br />
dieci non ritirano i rifiuti<br />
elettronici raccolti dai<br />
negozi attraverso il sistema<br />
dell’uno contro uno.<br />
Ecolight<br />
www.ecolight.it
di Piero Bianchi<br />
22 PCB febbraio 2012<br />
▶ SPECIALE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />
Saldatura<br />
e rilavorazione oggi<br />
La saldatura manuale e le operazioni di rework in genere<br />
hanno già superato da tempo la fase prettamente manuale dove basta<br />
mano ferma e un minimo di conoscenza tecnica. Tuttavia resta sempre<br />
un’operazione tra le più critiche, che richiede un certo contributo<br />
di tempo e qualche investimento<br />
della componentistica<br />
elettronica ha assunto<br />
L’evoluzione<br />
una criticità crescente presentando<br />
il suo aspetto sempre più<br />
miniaturizzato nel package e con<br />
elevato pin count; questa direttrice<br />
di sviluppo ha indotto lo sviluppo di<br />
sistemi di reworking sempre più complessi<br />
(e costosi).<br />
Un esempio tipico è dato dai<br />
package BGA e delle rispettive versioni<br />
μBGA e CSP che introduco-<br />
no problemi a livello di ispezione dei<br />
giunti di saldatura, la cui affi dabilità è<br />
resa precaria dalla possibile formazione<br />
di void.<br />
La qualità della saldatura manuale<br />
dipende da diverse variabili, capacità<br />
dell’operatore, qualità del fi lo, bontà<br />
ed effi cienza della stazione di saldatura.<br />
Anche la saldatura manuale è infl<br />
uenzata dall’evoluzione del mondo<br />
tecnologico che la circonda e a cui<br />
deve rispondere con soluzioni sempre<br />
innovative.<br />
Nelle operazioni di saldatura manuale<br />
esiste sempre una stretta relazione<br />
di causa-eff etto che lega la capacità<br />
dell’operatore e le prestazioni<br />
della stazione di saldatura o di rework.<br />
Anche la migliore stazione di saldatura<br />
nulla può nei confronti di un operatore<br />
senza competenze.
Di contro un operatore dotato di<br />
capacità e istruzione, con un ottimo<br />
sistema di saldatura, capace di rilavorare<br />
anche il caso più disperato, non<br />
sarà mai in grado di bilanciare quelle<br />
lacune che ha generato il processo<br />
perché obiettivo del processo è il<br />
fi rst-pass yeld e il recuperare in fase di<br />
rework è un costo e non un plus.<br />
Un alto livello tecnologico delle apparecchiature<br />
utilizzare contribuisce<br />
comunque alla positiva riuscita delle<br />
operazioni perché consente un buon<br />
controllo della maggior parte delle<br />
variabili coinvolte. È questa in fondo<br />
una delle motivazione che ha spinto<br />
verso stazioni dalle ottime prestazioni,<br />
l’altra è la necessità di avere sistemi<br />
effi cienti.<br />
L’effi ciente trasferimento termico<br />
consente saldature ripetitive, con un<br />
livello di temperatura stabile, senza<br />
oscillazioni dovute al lento recupero<br />
della potenza termica.<br />
Nelle operazioni di rilavorazione<br />
si possono identifi care quattro fasi:<br />
la dissaldatura e la rimozione del<br />
componente, la pulizia delle piazzole,<br />
il posizionamento del nuovo componente<br />
e la sua saldatura. Nel caso<br />
di componenti complessi come quella<br />
appartenenti alla famiglia area array<br />
è richiesta anche la serigrafi a o la dispensazione<br />
della pasta saldante.<br />
Uno dei grossi problemi che si incontrano<br />
a livello operativo è la collocazione<br />
dei mini-stencil utilizzati per<br />
depositare la pasta sui pad del componente<br />
in rilavorazione.<br />
Questa operazione se non eseguita<br />
correttamente compromette anche<br />
la fase successiva di rifusione e formazione<br />
dei giunti.<br />
Altre diffi coltà pratiche intervengono<br />
più direttamente nel processo<br />
di riparazione e derivano dall’aumento<br />
del numero di terminali e dalla riduzione<br />
del loro passo. Spesso diminuisce<br />
di dimensioni anche il pcb riducendo<br />
sempre più gli spazi utili per<br />
intervenire con il rischio di interferire<br />
coi componenti circostanti.<br />
Reworking di un BGA<br />
Per la rimozione del BGA dalla<br />
scheda si procede preriscaldando dal<br />
basso la scheda in maniera uniforme<br />
con una temperatura compresa tra i<br />
130 e i 160 °C; si utilizza un sistema<br />
di preriscaldamento a raggi infrarossi.<br />
Parallelamente s’interviene sul lato<br />
top con un sistema ad aria calda,<br />
programmabile per generare il corretto<br />
profi lo termico che porti alla rifusione<br />
dei giunti di saldatura.<br />
Particolare attenzione per la riuscita<br />
dell’operazione va posta alla fase di<br />
preriscaldamento a raggi infrarossi.<br />
L’esperienza suggerisce che gradienti<br />
termici molto elevati, causati<br />
da preriscaldi inadeguati, producono<br />
fl essioni e deterioramenti del substrato,<br />
mentre a favorire il buon esito<br />
dell’operazione interviene la capacità<br />
di riscaldare uniformemente l’intera<br />
superfi cie inferiore della scheda,<br />
per tutta la fase di rilavorazione.<br />
Importante è anche il controllo della<br />
velocità di riscaldamento, che non<br />
deve superare la rampa di 4 °C/sec;<br />
la velocità non deve essere neppure<br />
troppo bassa per non allungare oltremodo<br />
i tempi di processo che inciderebbero<br />
sulla formazione dell’intermetallico.<br />
Al proposito si ricorda che per la<br />
maggior parte dei componenti SMT<br />
i produttori stabiliscono i massimi valori<br />
di temperatura raggiungibile e i<br />
relativi tempi di esposizione, normalmente<br />
40 secondi a <strong>24</strong>0 °C piuttosto<br />
che 10 secondi a 260 °C.<br />
L’unità di controllo che usualmente<br />
equipaggia le stazioni di rework, consente<br />
di tenere costantemente monitorati<br />
i valori di temperatura sul lato<br />
top e bottom del pcb tramite l’utilizzo<br />
di termocoppie. Questi valori possono<br />
essere registrati per generare dei<br />
report sul processo e legati ai dati del-<br />
PCB febbraio 2012<br />
23
<strong>24</strong> PCB febbraio 2012<br />
la scheda in lavorazione<br />
(codice, numero di serie,<br />
ecc) inseriti manualmente<br />
o tramite barcode, per avere<br />
la tracciabilità del prodotto.<br />
Capita a volte di dover<br />
rimuovere un BGA non<br />
perché sia danneggiato o<br />
difettoso, ma perché si sono<br />
riscontrati problemi di saldatura<br />
dei bump.<br />
Alcuni componenti, in particolare<br />
quelli custom, hanno un costo che ne<br />
giustifi ca il recupero, realizzato tramite<br />
apposito kit.<br />
Nelle operazioni di recupero di un<br />
BGA (valide anche per CSP, QFN<br />
e LLP), la prima fase richiede il posizionamento<br />
del componente nella<br />
nell’apposita fi xture; il package va inserito<br />
rovesciato, con le piazzole che<br />
ospitano i bump rivolte verso l’alto,<br />
su cui con una mini lamina serigrafi -<br />
ca si stampa il deposito di pasta saldante.<br />
Le caratteristiche di questo mini<br />
stencil devono essere tali di consentirne<br />
il perfetto parallelismo e il corretto<br />
allineamento coi bump. Un deposito<br />
di pasta saldante accurato aiuta a<br />
compensare e livellare eventuali diff erenze<br />
di altezza nei bump intervenute<br />
a seguito delle operazioni precedenti<br />
(assemblaggio e rimozione) e più<br />
raramente alle inevitabili tolleranze<br />
costruttive del package.<br />
Rifondendo con il corretto profi lo<br />
termico si facilità la fuoriuscita pressoché<br />
totale delle sostanze volatili.<br />
Con queste operazioni si rende disponibile<br />
un componente pronto per essere<br />
assemblato nuovamente sul pcb<br />
di destinazione.<br />
Si evita il pericolo di avere giunti<br />
con void o cortocircuiti tra piazzole<br />
o bump contigui come avverrebbe<br />
serigrafando direttamente sulla scheda<br />
con poco spazio a disposizione per<br />
intervenire.<br />
I case di molti componenti sono<br />
sensibili all’umidità per cui una volta<br />
rimossi è bene sottoporli a baking per<br />
<strong>24</strong> ore a 125 °C prima di rimontarli<br />
sulla scheda. Tutte le operazioni che<br />
portano al recupero del componente<br />
espongono a problemi ESD, per cui è<br />
bene tenerne conto nell’allestire l’area<br />
di lavoro.<br />
L’azione del cooling<br />
sul giunto di saldatura<br />
Nei sistemi di rework delle ultime<br />
generazioni oltre al tempo e alla temperatura,<br />
è controllato anche il volume<br />
di aria calda erogato dagli ugelli.<br />
Le termocoppie poste a stretto contatto<br />
con scheda e componente permettono<br />
di avere un feedback in tempo<br />
reale che aiuta a operare in tutta<br />
sicurezza, indipendentemente dalla<br />
temperatura ambiente o dalle masse<br />
termiche del pcb.<br />
I nozzle sono in acciaio inossidabile<br />
e disponibili in un’ampia gamma di<br />
geometrie, a copertura di della totalità<br />
dei componenti di uso corrente. I costruttori<br />
più aff ermati sono anche in<br />
grado,nel rispetto dei tempi tecnici, di<br />
fornire ugelli custom.<br />
L’evoluzione dei componenti complessi<br />
e le leghe lead-free hanno enfatizzato<br />
l’esigenza di disporre di un sistema<br />
di raff reddamento effi cace che<br />
permetta di ottenere una struttura<br />
cristallina del giunto che ne assicuri<br />
l’affi dabilità sulla lunga distanza.<br />
In alcuni sistemi terminato<br />
il ciclo termico<br />
di saldatura si spengono<br />
semplicemente gli<br />
elementi riscaldanti<br />
per soffi are solo aria a<br />
temperatura ambiente<br />
mentre in altri subentrano<br />
anche ventole<br />
addizionali per velocizzare<br />
l’operazione di raffreddamento.<br />
La valutazione della<br />
qualità del giunto saldato in base alla<br />
sua lucentezza, come avveniva in passato,<br />
non è più realistica. La conformazione<br />
cristallina delle leghe SAC<br />
conferisce alla saldatura un aspetto<br />
assolutamente opaco, granuloso. Solo<br />
nel momento della fase liquida queste<br />
leghe hanno un aspetto lucente, ma<br />
solidifi cando opacizzano per cui è assolutamente<br />
improprio valutare oggi<br />
la qualità del giunto dalla sua cosmesi.<br />
Gli aspetti da considerare riguardano<br />
la forma, l’omogeneità della<br />
superfi cie, la dimensione del menisco,<br />
la presenza o meno di microfratture,<br />
che costituiscono il problema più<br />
comune derivante da un inadeguato<br />
raff reddamento di queste leghe.<br />
Secondo quanto stabilito dalla norma<br />
IPC-610-D per le specifi che di<br />
accettabilità delle micro criccature superfi<br />
ciali o shrinkage crack, la frattura<br />
non deve toccare la base o la testa del<br />
giunto, anche se poi il livello di qualità<br />
imposto in genere dai committenti<br />
spesso non le rende accettabili in<br />
alcun modo.<br />
Le leghe ad oggi più utilizzate<br />
anche in saldatura manuale sono<br />
sicuramente le SAC, nelle loro varie<br />
composizioni, ma molti utilizzatori<br />
si stanno orientando verso l’utilizzo<br />
delle leghe a base di stagno e rame<br />
(K100LD, Sn100) che hanno la<br />
caratteristica di dare un giunto più<br />
lucido, aver migliore bagnabilità e,<br />
non contenendo l’argento, di costare<br />
molto meno delle prime.
<strong>24</strong> PCB febbraio 2012<br />
la scheda in lavorazione<br />
(codice, numero di serie,<br />
ecc) inseriti manualmente<br />
o tramite barcode, per avere<br />
la tracciabilità del prodotto.<br />
Capita a volte di dover<br />
rimuovere un BGA non<br />
perché sia danneggiato o<br />
difettoso, ma perché si sono<br />
riscontrati problemi di saldatura<br />
dei bump.<br />
Alcuni componenti, in particolare<br />
quelli custom, hanno un costo che ne<br />
giustifi ca il recupero, realizzato tramite<br />
apposito kit.<br />
Nelle operazioni di recupero di un<br />
BGA (valide anche per CSP, QFN<br />
e LLP), la prima fase richiede il posizionamento<br />
del componente nella<br />
nell’apposita fi xture; il package va inserito<br />
rovesciato, con le piazzole che<br />
ospitano i bump rivolte verso l’alto,<br />
su cui con una mini lamina serigrafi -<br />
ca si stampa il deposito di pasta saldante.<br />
Le caratteristiche di questo mini<br />
stencil devono essere tali di consentirne<br />
il perfetto parallelismo e il corretto<br />
allineamento coi bump. Un deposito<br />
di pasta saldante accurato aiuta a<br />
compensare e livellare eventuali diff erenze<br />
di altezza nei bump intervenute<br />
a seguito delle operazioni precedenti<br />
(assemblaggio e rimozione) e più<br />
raramente alle inevitabili tolleranze<br />
costruttive del package.<br />
Rifondendo con il corretto profi lo<br />
termico si facilità la fuoriuscita pressoché<br />
totale delle sostanze volatili.<br />
Con queste operazioni si rende disponibile<br />
un componente pronto per essere<br />
assemblato nuovamente sul pcb<br />
di destinazione.<br />
Si evita il pericolo di avere giunti<br />
con void o cortocircuiti tra piazzole<br />
o bump contigui come avverrebbe<br />
serigrafando direttamente sulla scheda<br />
con poco spazio a disposizione per<br />
intervenire.<br />
I case di molti componenti sono<br />
sensibili all’umidità per cui una volta<br />
rimossi è bene sottoporli a baking per<br />
<strong>24</strong> ore a 125 °C prima di rimontarli<br />
sulla scheda. Tutte le operazioni che<br />
portano al recupero del componente<br />
espongono a problemi ESD, per cui è<br />
bene tenerne conto nell’allestire l’area<br />
di lavoro.<br />
L’azione del cooling<br />
sul giunto di saldatura<br />
Nei sistemi di rework delle ultime<br />
generazioni oltre al tempo e alla temperatura,<br />
è controllato anche il volume<br />
di aria calda erogato dagli ugelli.<br />
Le termocoppie poste a stretto contatto<br />
con scheda e componente permettono<br />
di avere un feedback in tempo<br />
reale che aiuta a operare in tutta<br />
sicurezza, indipendentemente dalla<br />
temperatura ambiente o dalle masse<br />
termiche del pcb.<br />
I nozzle sono in acciaio inossidabile<br />
e disponibili in un’ampia gamma di<br />
geometrie, a copertura di della totalità<br />
dei componenti di uso corrente. I costruttori<br />
più aff ermati sono anche in<br />
grado,nel rispetto dei tempi tecnici, di<br />
fornire ugelli custom.<br />
L’evoluzione dei componenti complessi<br />
e le leghe lead-free hanno enfatizzato<br />
l’esigenza di disporre di un sistema<br />
di raff reddamento effi cace che<br />
permetta di ottenere una struttura<br />
cristallina del giunto che ne assicuri<br />
l’affi dabilità sulla lunga distanza.<br />
In alcuni sistemi terminato<br />
il ciclo termico<br />
di saldatura si spengono<br />
semplicemente gli<br />
elementi riscaldanti<br />
per soffi are solo aria a<br />
temperatura ambiente<br />
mentre in altri subentrano<br />
anche ventole<br />
addizionali per velocizzare<br />
l’operazione di raffreddamento.<br />
La valutazione della<br />
qualità del giunto saldato in base alla<br />
sua lucentezza, come avveniva in passato,<br />
non è più realistica. La conformazione<br />
cristallina delle leghe SAC<br />
conferisce alla saldatura un aspetto<br />
assolutamente opaco, granuloso. Solo<br />
nel momento della fase liquida queste<br />
leghe hanno un aspetto lucente, ma<br />
solidifi cando opacizzano per cui è assolutamente<br />
improprio valutare oggi<br />
la qualità del giunto dalla sua cosmesi.<br />
Gli aspetti da considerare riguardano<br />
la forma, l’omogeneità della<br />
superfi cie, la dimensione del menisco,<br />
la presenza o meno di microfratture,<br />
che costituiscono il problema più<br />
comune derivante da un inadeguato<br />
raff reddamento di queste leghe.<br />
Secondo quanto stabilito dalla norma<br />
IPC-610-D per le specifi che di<br />
accettabilità delle micro criccature superfi<br />
ciali o shrinkage crack, la frattura<br />
non deve toccare la base o la testa del<br />
giunto, anche se poi il livello di qualità<br />
imposto in genere dai committenti<br />
spesso non le rende accettabili in<br />
alcun modo.<br />
Le leghe ad oggi più utilizzate<br />
anche in saldatura manuale sono<br />
sicuramente le SAC, nelle loro varie<br />
composizioni, ma molti utilizzatori<br />
si stanno orientando verso l’utilizzo<br />
delle leghe a base di stagno e rame<br />
(K100LD, Sn100) che hanno la<br />
caratteristica di dare un giunto più<br />
lucido, aver migliore bagnabilità e,<br />
non contenendo l’argento, di costare<br />
molto meno delle prime.
26 PCB febbraio 2012<br />
▶ SPECIALE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />
Usura e ossidazione<br />
delle punte<br />
<strong>Il</strong> passaggio dalle leghe di saldatura con<br />
piombo alle leghe Lead Free ha influito non<br />
solo sui processi di saldatura e dissaldatura,<br />
ma anche sulla vita media delle punte che si<br />
è sensibilmente accorciata. La temperatura di<br />
lavoro ha una grande influenza sulla durata<br />
delle punte perché, al suo aumentare, il grado<br />
di corrosione aumenta esponenzialmente<br />
di Davide Oltolina<br />
delle leghe<br />
senza piombo ha influito<br />
L’introduzione<br />
pesantemente non solo sulle<br />
procedure di saldatura manuale, ma<br />
anche sulla durata delle punte che si<br />
è sensibilmente accorciata. La mag-<br />
giore percentuale di stagno contenuta<br />
nelle leghe LF e un più alto punto di<br />
rifusione le rendono estremamente<br />
aggressive nella loro duplice azione<br />
di corrosione (azione chimica) e abrasione<br />
(azione meccanica) e causa di<br />
Fig. 1 - Lana<br />
metallica per la<br />
pulizia a secco<br />
delle punte<br />
un evidente accorciamento della vita<br />
media delle punte. Gli inconvenienti<br />
più comuni sono la perforazione del<br />
rivestimento esterno e conseguentemente<br />
del cuore in rame e la mancata<br />
bagnabilità dell’area di lavoro della<br />
punta.<br />
Nelle leghe lead free il contenuto<br />
in stagno supera di oltre il 30% quello<br />
contenuto nelle leghe a base di piombo,<br />
questo ha portato a considerevoli<br />
aumenti nell’usura delle punte dei saldatori.<br />
L’effetto della fortissima azione<br />
di erosione esercitata dallo stagno<br />
sulla superficie delle punte incide sul<br />
rivestimento ferro, azione fortemente<br />
influenzata dalle più alte temperature<br />
di lavoro spesso utilizzate. L’attuale<br />
tecnologia metallurgica utilizzata nella<br />
costruzione delle punte, consente<br />
solo di aumentare gli spessori dei<br />
trattamenti galvanici per tutelare il<br />
cuore della punta in rame ed evitarne<br />
una fine prematura; va comunque<br />
considerato che c’è un limite oltre il<br />
quale un eccesso di deposito galvanico<br />
di ferro pregiudicherebbe la conduzione<br />
termica.<br />
Per le leghe LF maggiormente in<br />
uso si può affermare che il loro punto<br />
di rifusione sia maggiore di circa<br />
30 °C rispetto alle leghe Sn/Pb, ma<br />
contrariamente all’idea corrente nelle<br />
operazioni di saldatura manuale non<br />
è necessario impostare le temperature<br />
dei saldatori a livelli superiori rispetto<br />
a quelle già utilizzate precedentemente.<br />
La temperatura ideale di lavoro va<br />
mantenuta attorno ai 380 °C, adattandola<br />
di volta in volta alle diverse
masse termiche in gioco, ma tenendo<br />
comunque sempre presente che è bene<br />
che la temperatura utilizzata sia la<br />
più bassa possibile.<br />
Tra le principali variabili di un<br />
processo di saldatura manuale rientra<br />
la corretta scelta della punta.<br />
Compatibilmente con la dimensione<br />
dei giunti di saldatura su cui lavorare,<br />
la punta deve essere la più grande<br />
possibile. C’è un’analogia che illustra<br />
bene il concetto: come in un rubinetto<br />
maggiore è la bocca e maggiore il<br />
fl usso d’acqua che ne esce, così per un<br />
saldatore più grande è la punta e maggiore<br />
è il fl usso di calore che è in grado<br />
di convogliare sul giunto.<br />
La trasmissione del calore sarà tanto<br />
più effi cace quanto più sarà appropriata<br />
la pulizia e la manutenzione<br />
che garantisca una buona bagnabilità<br />
alla punta.<br />
La punta<br />
Le punte del saldatore a prima vista<br />
si presentano come oggetti semplici,<br />
con un corpo unico, in realtà sono<br />
composte da varie parti. <strong>Il</strong> cuore è<br />
costruito in rame, ha il compito di fare<br />
da ponte tra la sorgente di temperatura<br />
del saldatore e il giunto di saldatura;<br />
gli è richiesta una elevata conducibilità<br />
termica e per questa ragione<br />
è questo scelto il rame che oltre a<br />
essere un buon conduttore di corrente<br />
è anche un buon conduttore di calore.<br />
<strong>Il</strong> rame è rivestito galvanicamente<br />
con una protezione in ferro, questa<br />
camicia ha il compito di fornire una<br />
elevata resistenza all’usura e consentire<br />
parallelamente di avere una ottima<br />
bagnabilità.<br />
La conducibilità termica del ferro<br />
è inferiore a quella del rame (di circa<br />
cinque volte) per cui il suo spessore<br />
è studiato per mediare le due caratteristiche<br />
richieste: dare un buon grado<br />
di protezione senza ridurre la conducibilità<br />
termica della punta.<br />
Fig. 2 - Sezione<br />
di una punta con<br />
cuore in rame,<br />
rivestimento in<br />
ferro e cromatura<br />
esterna<br />
Segue un rivestimento in cromo<br />
galvanico, che ha il compito di delimitare<br />
l’area bagnabile, ovvero l’area<br />
di lavoro della punta che di conseguenza<br />
richiede di essere pulita e<br />
sempre stagnata, per preservare la bagnabilità<br />
della punta e l’effi cienza nel<br />
trasferire il calore.<br />
La bagnabilità della punta è garantita<br />
dalla formazione di una fase intermetallica<br />
di pochi micron tra il ferro<br />
di rivestimento e lo stagno della lega<br />
saldante.<br />
Per la diffi coltà insita nel processo<br />
che porta al rivestimento, la geometria<br />
della punta infl uenza lo spessore<br />
del rivestimento perché più è fi ne<br />
la punta e più problematico diventa il<br />
deposito galvanico di ferro sul rame.<br />
Come detto il maggiore spessore<br />
del rivestimento in ferro riduce (rallentandola)<br />
la conducibilità termica.<br />
Le punte molto fi ni hanno la superfi -<br />
cie di lavoro composta dal solo strato<br />
ferro-galvanico; in punta quindi non<br />
è presente il rame e questo fatto ostacola<br />
un ottimale trasferimento del calore.<br />
Lo spessore del rivestimento è di<br />
circa 150 μm per le punte più fi ni, nella<br />
ricerca di un equilibrio ottimale tra<br />
durata e prestazioni.<br />
Usura e ossidazione<br />
A seguito dell’utilizzo la punta si<br />
consuma. La punta è la parte del saldatore<br />
naturalmente soggetta a usura,<br />
pertanto il suo consumo non è necessariamente<br />
un difetto.<br />
L’usura della punta signifi ca che lo<br />
strato di ferro che protegge il cuore in<br />
rame si assottiglierà fi no a scomparire.<br />
<strong>Il</strong> rame quindi, non più adeguatamente<br />
protetto, diventa in breve tempo solubile<br />
nella lega saldante, presentando<br />
i tipici crateri che ne decretano il<br />
fi ne vita.<br />
Pertanto la durata di una punta<br />
saldante è strettamente correlata allo<br />
spessore della camicia di protezione<br />
in ferro, il cui spessore varia dai<br />
150 μm ai 500 μm, e della temperatura<br />
d’esercizio che salendo accelera i<br />
processi di usura risultanti dalla combinazione<br />
di tre diff erenti fenomeni:<br />
reazione chimica (corrosione), azione<br />
metallurgica (migrazione) e stress<br />
meccanico (abrasione).<br />
Pertanto quanto prima il rivestimento<br />
ferroso si consuma, tanto più<br />
la vita della punta si accorcia e si evidenziano<br />
le forature della superfi cie<br />
bagnabile.<br />
PCB febbraio 2012<br />
27
28 PCB febbraio 2012<br />
Fig. 3 - Residui di flussante “bruciati” che si cristallizzano attorno alla punta<br />
Fig. 4 - Si previene l’ossidazione mantenendo costantemente pulita la punta<br />
Altro problema è quello usualmente<br />
definito ossidazione della punta,<br />
che si manifesta con la mancata bagnabilità<br />
della punta e con la creazione<br />
di una superficie passiva su cui si<br />
forma una pallina di lega fusa nel momento<br />
in cui ci si avvicina col filo alla<br />
punta.<br />
In realtà ci sono due aspetti che<br />
portano a questo problema, uno è sicuramente<br />
causato dall’ossigeno contenuto<br />
nell’atmosfera che porta all’ossidazione<br />
della punta, l’altro è dato<br />
da uno strato di residui di flussante<br />
“bruciati” che si cristallizzano attorno<br />
alla punta, creando un rivestimento<br />
refrattario a ogni apporto di lega.<br />
Una superficie fortemente ossidata<br />
è difficilmente rigenerabile dai<br />
flussanti di comune utilizzo, rimane<br />
non bagnabile fino alla loro rimozione<br />
meccanica. <strong>Il</strong> trasferimento termico<br />
di una punta ossidata è notevolmente<br />
compromesso. <strong>Il</strong> rischio di ossidazione<br />
cresce con il crescere della<br />
temperatura, a 450 °C avviene in meno<br />
di un minuto. Si previene l’ossidazione<br />
mantenendo costantemente la<br />
superficie bagnabile della punta rivestita<br />
di lega.<br />
La cristallizzazione e la cottura dei<br />
residui di flussante sulla punta si evita<br />
ancora una volta non eccedendo nelle<br />
temperature di lavoro ed evitando<br />
di sciogliere copiose quantità di filo<br />
direttamente sulla punta durante<br />
la saldatura. Anche la rimozione di<br />
questi depositi deve avvenire meccanicamente,<br />
avendo cura di non interferire<br />
con il rivestimento in ferro<br />
e di immergere subito dopo la punta<br />
nell’apposito gel di flussante (tip activator)<br />
e di rivestirla nuovamente con<br />
un apporto di lega fresca.<br />
Per una corretta gestione<br />
Nella corretta gestione delle punte<br />
dei saldatori la prima variabile su<br />
cui l’operatore può operare è il mantenimento<br />
delle temperature di lavoro<br />
attorno ai 388-390 °C, considerando<br />
che anche la lega Lead Free non<br />
richiede temperature di lavoro maggiori.<br />
All’aumento della temperatura, aumenta<br />
esponenzialmente il grado di<br />
usura della punta (corrosione), non<br />
cristallizzano i residui di flussante<br />
sulla punta e se ne contiene il grado<br />
di ossidazione. Operativamente l’uso<br />
di temperature più basse aiuta a mantenere<br />
più pulito il pcb perché evita<br />
che il flussante vada in evaporazione<br />
esplosiva spruzzando nei dintorni<br />
dell’area di saldatura; qualche secondo<br />
in più nella durata della saldatura<br />
aiuta anche a far meglio evaporare<br />
il flussante evitando che rimanga un<br />
anello di residui attorno al giunto di<br />
saldatura.<br />
Maggiore è la dimensione della<br />
punta e maggiore è il trasferimento<br />
termico. Utilizzare di conseguenza la<br />
punta di dimensioni più grosse compatibilmente<br />
con la dimensione dei<br />
componenti da saldare e con lo spazio<br />
di accesso all’area di saldatura. Nel<br />
caso utilizzare piccole quantità di lega<br />
facendola rifondere tra la punta del
saldatore e il terminale del componente<br />
da saldare, creando così un ponte<br />
che aiuta ad ampliare la superfi cie<br />
di conduzione del calore.<br />
La corretta manutenzione delle<br />
punte aiuta a mantenerle in effi cienza<br />
e a prolungarne la vita utili, per cui<br />
meglio pulire a secco la punta e nel<br />
caso si voglia utilizzare le spugnette<br />
aver cura di bagnarle con acqua demineralizzata<br />
per evitare la deposizione<br />
di calcare.<br />
Quando si intinge la punta nella<br />
spugnetta, non indugiare troppo a<br />
lungo perché questa operazione sottrae<br />
calore alla punta. Pulire le punte<br />
con l’apposita gomma capace di<br />
asportare ossidazioni e incrostazioni<br />
senza intaccare la protezione in ferro;<br />
immergerle quindi nel tip activator<br />
(contiene uno speciale gel organico<br />
ed è utilizzato per riattivare le punte)<br />
e poi bagnarle con lega fresca. Mai<br />
pulire la punta (rimuovendo lo strato<br />
di lega liquida) prima di riporre il saldatore<br />
nell’apposito supporto.<br />
Negli intervalli di lavoro prolungati<br />
è meglio spegnere i saldatori o comunque<br />
abbassarne drasticamente la<br />
temperatura, così come sono preferibili<br />
i supporti che sentono la presen-<br />
Fig. 5 - Supporto<br />
con dispositivo di pulizia<br />
za dell’utensile e automaticamente lo<br />
mettono in standby.<br />
Importante diventa anche la scelta<br />
corretta della stazione di saldatura,<br />
non tanto e non solo per il sistema di<br />
controllo, ma anche per la disponibilità<br />
di potenza che permetta di ridurla<br />
quando non necessaria e di averne<br />
l’adeguata quantità nel momento del<br />
bisogno.<br />
A questa esigenza si affi anca la richiesta<br />
di una spiccata ergonomia<br />
tanto della stazione quanto del saldatore,<br />
perché sia più confortevole e<br />
preciso il lavoro.<br />
Ultima, ma non per importanza, è<br />
la scelta del fi lo. Esistono tante marche<br />
sul mercato, alcune delle quali anche<br />
piuttosto anonime. Purezza della<br />
lega a parte, l’importanza risiede<br />
principalmente nell’anima di fl ussante<br />
e soprattutto nella conducibilità dei<br />
suoi residui, che se a prima vista risultano<br />
in una saldatura pulita, non è<br />
detto che siano anche inerti. Le caratteristiche<br />
del fl ussante si ripercuotono<br />
anche sulla durata delle punte, così<br />
come la composizione metallurgica<br />
della lega.<br />
In molti casi, il fl ussante contenuto<br />
nel fi lo di saldatura ha un elevato contenuto<br />
di parte solida. Una porzione<br />
del fl ussante rimane sulla punta e si<br />
fi ssa in superfi cie ad essa. La superfi<br />
cie di lavoro a questo punto diventa<br />
rapidamente non bagnabile I residui<br />
di fl ussante sono aggressivi e<br />
creano corrosione anche mentre il<br />
saldatore è nell’apposito supporto.<br />
Fig. 6 - Paste saldanti per rework<br />
Cosa corrode di più?<br />
Sono state condotti studi tendenti<br />
ad appurare se, in relazione all’usura<br />
delle punte e in ambito di leghe Lead<br />
Free, sia più corrosiva una lega SAC<br />
piuttosto che una Sn100.<br />
Considerando il maggior contenuto<br />
percentuale di stagno di una Sn100<br />
rispetto a una SAC, la prima dovrebbe<br />
essere più aggressiva. Sapendo che<br />
il processo di corrosione aumenta con<br />
l’aumentare della temperatura e che<br />
la lega Sn100 ha migliori caratteristiche<br />
di bagnabilità e di conseguenza<br />
richiede tempi minori o minor temperatura<br />
che non per realizzare lo<br />
stesso giunto con lega SAC, diventa<br />
realmente diffi cile fare un paragone<br />
che non abbia puramente valenza<br />
accademica.<br />
In ogni caso l’aumento delle temperature<br />
di lavoro è l’errore più comune<br />
compiuto dagli operatori che cercano<br />
così di compensare gli svantaggi<br />
delle leghe LF. Temperature eccessive<br />
sul giunto di saldatura in fase di raffreddamento<br />
potrebbero causare problemi<br />
di qualità dovuti a microfratture,<br />
così come la formazione di void<br />
dovuti all’intrappolamento del fl ussante<br />
nel giunto.<br />
Per ridurre le temperature di lavoro<br />
dei saldatori senza pregiudicare i<br />
risultati delle saldature si potrebbero<br />
utilizzare le piastre di riscaldamento<br />
che alzando la temperatura del pcb<br />
ridurrebbero la richiesta termica dal<br />
saldatore.<br />
PCB febbraio 2012<br />
29
30 PCB febbraio 2012<br />
▶ SPECIALE AZIENDE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />
L’aspirazione dei fumi<br />
di saldatura<br />
La salute prima di tutto. Lo scopo<br />
dell’informazione non è quello di spaventare,<br />
ma di consigliare a non sottovalutare i problemi<br />
come quello dei fumi generati dalla saldatura<br />
di Edoardo Banfi, Apex Tools<br />
I<br />
nostri tempi sono spesso ricchi di<br />
contraddizioni. Sempre più spesso<br />
capita, anche nel nostro settore,<br />
che professionisti dell’industria elettronica<br />
ed elettromeccanica seguendo<br />
l’onda salutista in voga, confidano di<br />
essere riusciti a smettere di fumare. La<br />
cosa naturalmente non può che fargli<br />
onore,se non che molti di loro nel<br />
contempo trascurano, o non si pongono<br />
alcun problema, riguardo l’igiene e<br />
la salute sul loro posto di lavoro. Nello<br />
specifico si parla della pulizia dell’aria<br />
che respirano mentre effettuano le<br />
saldature dei componenti elettronici.<br />
Spesso ci si accontenta di utilizzare<br />
sistemi di aspirazione fumi assolutamente<br />
inefficaci, usati scorrettamente<br />
o trascurandone la manutenzione.<br />
Addirittura a volte non viene usato<br />
alcun sistema di filtraggio, motivando<br />
la cosa con l’uso limitato dei saldatori,<br />
argomento assai comune nei laboratori,<br />
dal controllo qualità alla R&D.<br />
Con l’introduzione delle nuove leghe<br />
saldanti senza piombo, la situazione è<br />
già cambiata in modo radicale, infatti<br />
aumenta gradualmente la richiesta dal<br />
mercato di potersi dotare di sistemi<br />
non solo a norma, ma più efficaci. In<br />
alternativa si richiede di poter aggiornare<br />
i sistemi attualmente utilizzati,<br />
ma in via di obsolescenza. <strong>Il</strong> motivo<br />
è presto detto e risiede nella maggiore<br />
fumosità e in una più forte azione<br />
irritante dei flussanti utilizzati con<br />
le attuali leghe lead-free, fattori che<br />
concorrono pesantemente a causare<br />
una maggiore sensibilizzazione degli<br />
operatori a questo tipo di problema.<br />
Le ragioni della maggiore<br />
fumosità<br />
In genere gli attuali quantitativi di<br />
flussante utilizzati nelle applicazioni<br />
di saldatura RoHS sono maggiori<br />
rispetto al passato, sia in produzione,<br />
sia nelle applicazioni di saldatura<br />
manuale con filo di lega saldante; oltretutto<br />
sono utilizzati a temperature<br />
superiori a quelle normalmente utilizzate<br />
con le leghe contenenti piombo<br />
(fino a 250 °C – 260 °C nelle saldatrici<br />
a onda).<br />
L’aumento anche di pochi gradi<br />
centigradi delle temperature operative<br />
in produzione e in parallelo delle<br />
quantità di flussante, contribuisce ad<br />
aumentare ulteriormente la concentrazione<br />
del particolato (vedi Fig. 1).<br />
In pratica queste leghe risultano<br />
sensibilmente più fumose e di conseguenza<br />
più fastidiose per gli operatori,<br />
riuscendo a saturare velocemente e<br />
in breve tempo ambienti di lavoro anche<br />
molto ampi.
Perché è più forte l’azione<br />
irritante?<br />
I fl ussanti di nuova generazione sono<br />
più aggressivi rispetto al passato,<br />
poiché l’azione disossidante deve poter<br />
essere più incisiva in quanto deve<br />
agire su metalli più facilmente ossidabili.<br />
Metalli come lo zinco, il nichel,<br />
il rame, l’antimonio, l’indio, spesso<br />
presenti nelle nuove leghe, hanno<br />
reso ancora più pressante la soluzione<br />
al problema dell’ ossidazione che si<br />
forma sulle superfi ci interessate dalla<br />
lavorazione. Questa non permette<br />
alle superfi ci metalliche di attivarsi<br />
per formare regolari strati intermetallici<br />
(zona di diff usione), rendendole<br />
rapidamente non bagnabili e quindi<br />
non saldabili.<br />
Le proprietà disossidanti della colofonia<br />
contenuta nel fl ussante vengono<br />
attivate maggiormente per mezzo<br />
di acidi organici o cloruri organici<br />
quali ad esempio gli alogenuri; questi<br />
possono creare immediati problemi di<br />
irritazione delle mucose e delle prime<br />
vie aeree, anche dopo brevi esposizioni<br />
da parte di soggetti più o meno<br />
predisposti. Infi ne occorre comunque<br />
ricordare che le sostanze prodotte<br />
dalla scomposizione dell’abietina,<br />
contenuta nella colofonia (formaldeidi),<br />
toluene, benzene, fenoli,<br />
alcool isopropilico sono riconosciuti<br />
dal mondo scientifi co come altamente<br />
cancerogeni.<br />
La Fig. 2 chiarisce molto bene a<br />
quali quantitativi di sostanze viene assoggettato<br />
spesso un operatore in soli<br />
90 minuti di lavoro continuato. Molte<br />
leghe saldanti presenti sul mercato<br />
possono avere infatti un altissima percentuale<br />
di residuo contenuto nei fumi<br />
della saldatura (es. magnesio e colofonia),<br />
misti a particelle metalliche<br />
pesanti quali zinco, bismuto, rame e<br />
tante altre.<br />
Nel caso si continui con l’utilizzo<br />
di leghe con piombo, occorre<br />
Fig. 1 - Concentrazione del particolato in funzione della temperatura<br />
tenere presente che contengono spesso<br />
alte quantità di cloro il quale durante<br />
la saldatura genera acido cloridrico<br />
(non esiste una normativa precisa<br />
in Italia che ne limiti la quantità).<br />
A temperature superiori ai 450 °C,<br />
può avvenire però anche un fenomeno<br />
di parziale inalazione del piombo;<br />
a temperature inferiori è più facile ingerire<br />
le particelle di piombo che si<br />
Fig. 2 - Molti<br />
danni creati<br />
dall’ingestione<br />
e/o inalazione di<br />
questi materiali<br />
possono risultare<br />
irreversibili.<br />
Nella fi gura è<br />
possibile farsi<br />
un’idea delle<br />
dimensioni<br />
medie dei<br />
corpuscoli<br />
che possono<br />
penetrare<br />
all’interno del<br />
corpo umano con<br />
la respirazione<br />
depositano sulle mani quando vengono<br />
a contatto con circuiti stampati, fi li<br />
di lega e componenti. È fondamentale<br />
quindi una approfondita pulizia delle<br />
mani e/o l’utilizzo di guanti protettivi<br />
durante il lavoro. <strong>Il</strong> piombo inalato<br />
si depositerà nell’apparato respiratorio<br />
e non verrà più eliminato dal<br />
nostro corpo creando nel tempo gravi<br />
problemi all’apparato polmonare.<br />
PCB febbraio 2012<br />
31
32 PCB febbraio 2012<br />
Fig. 3 - L’aspriratore di fumi da banco<br />
evita all’operatore di inalare sostanze<br />
pericolose<br />
Spesso e in modo erroneo vengono<br />
utilizzate temperature molto vicine<br />
a questo valore limite durante la<br />
saldatura a fi lo.<br />
La dimensione delle particelle<br />
inalate defi nisce quanto profonda<br />
è la penetrazione di questi materiali<br />
che, viste le dimensioni a<br />
Fig. 5 - Sistema di rimozione fumi<br />
Fig. 4 - Aspiratori da banco per laboratori di rework e produzione<br />
volte estremamente contenute (fi no<br />
a 0,25 μm), possono venire addirittura<br />
assorbite dalla circolazione sanguigna<br />
(Fig. 2).<br />
I fi ltri E 12 e soprattutto HEPA<br />
13 a elevato rendimento, contenuti<br />
ad esempio nei sistemi di fi ltraggio<br />
Weller, hanno lo scopo di intercettare<br />
tutte le molecole di gas<br />
di dimensioni microscopiche, risultando<br />
una barriera fondamentale a<br />
tutela della salute umana (norma<br />
EN1822:2009).<br />
Quale sistema di estrazione<br />
fumi è maggiormente<br />
effi cace?<br />
L’estrazione dei fumi per mezzo<br />
di una cappa o braccio aspirante<br />
(volumetrica) risulta di gran lunga<br />
più effi cace di qualsiasi altro metodo.<br />
Aspirando i fumi dall’alto o per mezzo<br />
di una cappa appoggiata al banco<br />
di lavoro, rimanendo entro un area<br />
di circa 30 cm 2 , si riesce ad asportare<br />
pressoché tutto il fumo generato,<br />
sia nella sua componente corpuscolare<br />
che in quella aromatica.<br />
Affi nché i fi ltri a carboni attivi e ad<br />
assorbimento chimico (Puratex) svolgano<br />
correttamente il loro lavoro (classe<br />
E-HEPA), occorre che venga rispettato<br />
il tempo di assorbimento che và da<br />
0,1 sec a 0,2 sec. È in ogni caso richiesto<br />
un tempo che corrisponda a una velocità<br />
media di attraversamento del fi ltro<br />
inferiore a 5 m/s (Dwell time). Sistemi<br />
dotati di eccessiva forza aspirante risultano<br />
ineffi caci e spesso creano problemi<br />
in fase di certifi cazione del sistema da<br />
parte degli enti preposti.<br />
A questo proposito va segnalata la<br />
perfetta calibrazione tra le prestazioni<br />
delle unità di aspirazione Weller ed<br />
i relativi fi ltri.
Le unità d aspirazione possono oggi essere controllate<br />
direttamente dalle unità saldanti della serie WX per<br />
mezzo di una apposita connessione e dotati, nelle unità<br />
WFE 4V e WFE 4S, di una valvola di regolazione automatica<br />
per avere sempre il Dwell time ottimale, qualsiasi<br />
siano i bracci aspiranti operativi. È possibile effettuare<br />
dei test periodici di verifica sulla macchina, grazie ad<br />
un software che viene messo a disposizione degli utilizzatori<br />
di stazioni Weller.<br />
Autorità competenti<br />
e smaltimento dei filtri esauriti<br />
L’autorità competente in materia è per definizione<br />
l’ASL che deve imporre le condizioni base di norma e<br />
certificare il sistema completo.<br />
Periodicamente poi dovrà accertare il rispetto delle<br />
condizioni originarie o che comunque l’emissione<br />
nell’ambiente rispetti le normative di igiene ambientale<br />
in vigore. A volte però le ASL chiedono che l’aria<br />
filtrata non venga reimmessa nello stesso ambiente, ma<br />
che venga scaricata in esterno. A questo punto la competenza<br />
relativa alla verifica iniziale, le certificazione<br />
di conformità alle norme vigenti e i controlli periodici<br />
passano nelle mani della provincia o di enti da lei incaricati.<br />
Occorre quindi, qualora si tema di essere assoggettati<br />
a tali obblighi, di predisporre il sistema di aspirazione<br />
dei fumi in modo che possa essere facilmente collegato<br />
all’esterno.<br />
Non tutti i sistemi infatti sono predisposti per essere<br />
collegati successivamente in esterno.<br />
Lo smaltimento dei filtri ormai esausti deve avvenire<br />
secondo le procedure indicate dal comune di appartenenza,<br />
emettendo regolare documento di accompagnamento<br />
con l’indicazione del codice CER che definisce il<br />
tipo di materiale filtrato e quindi contenuto. La procedura<br />
verrà individuata in base alla tipologia di materiale<br />
contenuto nel filtro.<br />
Weller mette a disposizione la propria competenza ed<br />
esperienza, nonché una linea di prodotti adeguati per<br />
ottimizzare l’investimento, garantendo la migliore tutela<br />
per la salute e per l’ambiente possibile per i propri utilizzatori.<br />
Cooper Industries<br />
www.cooperindustries.com<br />
Apex Tools<br />
www.apextool.com<br />
Nuovo catalogo Iteco 2012:<br />
GHIBLI: Armadi deumidificatori<br />
SAHARA: Forni per baking<br />
Iteco Trading S.r.l. - Tel. 011.9363013 - Fax 011.9365631 - www.iteco.it
34 PCB febbraio 2012<br />
▶ SPECIALE PRODOTTI - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />
Conduzione, irraggiamento<br />
e convezione per<br />
il preriscaldo dei pcb<br />
La stazione di preriscaldamento è utile nei casi in cui sono in gioco<br />
notevoli masse termiche, ma anche per facilitare e per velocizzare<br />
le operazioni di saldatura su pcb non particolarmente critici<br />
di Dario Gozzi<br />
Sebbene le linee di produzione<br />
siano ormai fortemente<br />
automatizzate e in grado di<br />
produrre con uno standard qualitativo<br />
elevato, è comunque impensabile<br />
rinunciare alla saldatura manuale e<br />
alle stazioni di rework.<br />
Stazione di dissaldatura<br />
Per quanto alto possa essere lo<br />
standard qualitativo della linea, rischia<br />
di naufragare se se non adeguatamente<br />
supportato da un’appropriata<br />
tecnologia di rework, allineata<br />
quanto più possibile al processo produttivo<br />
stesso.<br />
La storia della saldatura manuale e<br />
della rilavorazione è stata una ricerca<br />
continua della soluzione migliore per<br />
riprodurre nel dettaglio quanto avviene<br />
sulla linea, per la salvaguardia dei<br />
componenti e per preservare il substrato<br />
da delaminazioni.<br />
Particolare attenzione va posta anche<br />
nello scegliere la corretta strategia<br />
da applicare nella rimozione dei componenti<br />
più o meno complessi e sensibili.<br />
Al deposito di pasta saldante, eseguito<br />
con l’ausilio di un mini stencil<br />
o di un dispensatore, segue il piazzamento<br />
del componente e poi la saldatura<br />
ad aria calda.<br />
Sul lato bottom del pcb si può tranquillamente<br />
utilizzare come fonte di<br />
energia il riscaldamento IR perché non<br />
è richiesta una regolazione fine della<br />
temperatura; normalmente non si deve<br />
superare la temperatura di 130 °C,<br />
inoltre essendo un riscaldamento di<br />
supporto ha il compito di portare a un<br />
innalzamento di temperatura diffuso<br />
su tutta la superficie della scheda, ed è<br />
perciò, se ben controllato, lontano dal<br />
poter danneggiare il substrato.
<strong>Il</strong> dissaldatore, con la<br />
fornitura automatica<br />
del fi lo lascia una mano<br />
libera migliorando<br />
l’operatività<br />
Le unità di preriscaldo sono soprattutto<br />
utilizzate per agevolare quelle<br />
operazioni di rework dove le masse<br />
termiche in gioco sono signifi cative.<br />
Un’adeguata azione di riscaldamento<br />
del circuito stampato, apportando<br />
calore dal lato bottom, limita<br />
la perdita di temperatura dovuta alla<br />
presenza di strati diff usi, di piste<br />
di grosse dimensioni o di componenti<br />
capaci di elevate dissipazioni, come<br />
i trasformatori, i condensatori, i<br />
componenti di potenza o molti connettori.<br />
Raggiungere la giusta temperatura<br />
di lavoro, uniformemente distribuita<br />
sull’area della scheda dove occorre<br />
intervenire, consente di ridurre le<br />
probabilità di danneggiare il circuito,<br />
come invece spesso avviene indugiando<br />
unicamente sulla piazzola con gli<br />
ugelli ad aria calda o con la punta del<br />
saldatore.<br />
Tre scelte di<br />
preriscaldamento:<br />
conduzione, IR e convezione<br />
In affi ancamento alle stazioni di<br />
saldatura a ferro caldo e ad aria calda,<br />
Elettrotermica Italiana ha sviluppato<br />
tre diversi sistemi di preriscaldo<br />
che sfruttano rispettivamente<br />
il trasferimento di calore per conduzione,<br />
convezione e irraggiamento.<br />
Commercializzati col marchio Ewig,<br />
sono parte di una linea di saldatura<br />
e rework progettata e realizzata nella<br />
sede di Fornovo San Giovanni (BG).<br />
<strong>Il</strong> primo è idoneo alla lavorazione<br />
di dispositivi con notevole massa termica,<br />
come quelli racchiusi nelle guide<br />
d’onda utilizzati nel settore telecomunicazioni,<br />
o per quelle schede che<br />
sono vincolate a dissipatori di grosse<br />
dimensioni, o ancora per quelle schede<br />
utilizzate nel sottore dei LED ad<br />
alta luminosità. La stazione di preriscaldo<br />
ad aria calda ha una risposta<br />
molto veloce e un utilizzo estremamente<br />
fl essibile, esattamente come il<br />
modello a irraggiamento, che inoltre<br />
si presta adeguatamente a completare<br />
la stazione di rework MGN.<br />
STAR PST290 è la stazione di preriscaldo<br />
a contatto, indicata per portare<br />
alla temperatura di lavoro ottimale<br />
quei dispositivi su cui si desidera<br />
eseguire operazioni di saldatura<br />
e che le notevoli masse termiche<br />
in gioco (come ceramica, rame<br />
e alluminio) renderebbero estremamente<br />
diffi coltosa se non impossibile.<br />
La stazione elettronica di controllo<br />
è digitale e munita di display a<br />
3 digit per indicare sia la temperatura<br />
impostata che quella eff ettivamente<br />
raggiunta. La piastra, in rame cromato<br />
e ad alto grado di trasferimento<br />
termico, è controllata in temperatura<br />
con sensore a termocoppia e microprocessore.<br />
La superfi cie riscaldante<br />
è di 290x290 mm per un’escursione<br />
termica che varia da 51 °C<br />
a 351 °C, e con una potenza totale<br />
di 2000 Watt. Per chi non avesse<br />
bisogno di così tanta potenza, STAR<br />
PST150 è una stazione di 800 Watt<br />
di potenza distribuita su una superfi -<br />
cie di 150x150 mm.<br />
STAR BLOW è la stazione ad aria<br />
calda ideata per lavorare in affi ancamento<br />
a quelle operazione di saldatura<br />
dei circuiti stampati con dimensioni<br />
medio-piccole, o comunque dove<br />
i 55 mm di diametro dell’apertura<br />
del nozzle di aria calda è suffi -<br />
ciente a scaldare la zona interessata.<br />
Nonostante le dimensioni compatte,<br />
il dispositivo eroga quasi 500 Watt di<br />
potenza con un’escursione termica del<br />
fl usso d’aria calda regolabile da 50 °C<br />
ino a 250 °C. La stazione è dotata di<br />
una pompa interna che evita la necessità<br />
di collegarsi con l’impianto di aria<br />
compressa centrale, inoltre con un<br />
semplice comando si passa dall’azione<br />
riscaldante a quella di cooling. <strong>Il</strong><br />
sistema è provvisto di un supporto<br />
su cui posizionare il pcb da rilavorare,<br />
ma è disponibile in alternativa anche<br />
un portaschede regolabile (fi ssato<br />
con quattro viti) e munito di attacco e<br />
rilascio rapido a molla.<br />
Con una superfi cie riscaldabile di<br />
130x130 mm, la stazione di preriscaldo<br />
a infrarossi STAR PST IR utilizza<br />
elementi con emissione controllata<br />
nella fascia degli infrarossi da 2 μm a<br />
10 μm per un riscaldamento costante<br />
e uniforme. <strong>Il</strong> gradiente di 2,3 °C/sec<br />
è adatto anche ai componenti e ai circuiti<br />
stampati più sensibili; la potenza<br />
erogata arriva a 400 Watt, mentre<br />
la temperatura è regolabile tra 51 °C e<br />
351 °C. La stazione dispone di un collegamento<br />
con una termocoppia ester-<br />
PCB febbraio 2012<br />
35
36 PCB febbraio 2012<br />
na di tipo K per la regolazione eff ettiva<br />
della temperatura sul circuito in lavorazione.<br />
Particolarmente utile risulta<br />
l’abbinamento col telaio di supporto<br />
TL PCB che permette di fi ssare con<br />
guide scorrevoli, e senza la necessità<br />
di utilizzare utensili, circuiti stampati<br />
le cui dimensioni arrivano al formato<br />
euro card (160x233 mm)<br />
La tecnologia Ewig<br />
La scelta della stazione deve considerare<br />
l’adeguata potenza per poter<br />
saldare continuativamente senza che<br />
intervengano cadute termiche sulle<br />
punte, causa di saldature fredde o rallentamenti<br />
nelle operazioni di saldatura.<br />
Particolare attenzione va posta nella<br />
scelta delle punte, che devono possedere<br />
un buon rivestimento protettivo che<br />
ne assicuri la durata nel tempo. Dove<br />
coesistono lavorazioni con leghe SnPb<br />
e LF è buona norma identifi care chiaramente<br />
la destinazione d’uso delle diverse<br />
stazioni saldanti, per evitare che<br />
vengano accidentalmente scambiate,<br />
anche le punte devono essere chiaramente<br />
identifi cabili, per via del diverso<br />
rivestimento protettivo.<br />
Stazione di preriscaldamento ad aria calda<br />
Quando l’operatore preleva il saldatore<br />
dal suo supporto ed esegue la prima<br />
saldatura lavora a una temperatura<br />
leggermente superiore rispetto alla seconda,<br />
che decade per via della perdita<br />
subita durante il primo trasferimento<br />
termico. Le punte long-life di Ewig<br />
devono la loro effi cienza alla ridotta<br />
massa termica che permette maggiore<br />
velocità nel reagire alle cadute di temperatura<br />
che intervengono nell’esecuzione<br />
continua di più saldature; per la<br />
stessa ragione i tempi di riscaldamento<br />
sono alquanto ridotti, motivo che accomunato<br />
alla trascurabile caduta di<br />
potenza in fase di lavoro rende questi<br />
saldatori adatti a prolungate fasi di utilizzo.<br />
Lo stretto controllo della temperatura<br />
è un requisito irrinunciabile nel<br />
processo di saldatura manuale e costituisce<br />
la pietra angolare su cui poggia<br />
lo sviluppo di ogni progetto Ewig.<br />
Molti saldatori utilizzano il riscaldatore<br />
integrato nella punta, quando<br />
questa è usurata si è costretti a gettare<br />
il tutto sebbene l’elemento riscaldante<br />
abbia ancora una vita residua di molti<br />
mesi o di anni.<br />
Ewig ha risolto di inserire l’elemento<br />
riscaldante direttamente nello sti-<br />
lo, mettendolo a diretto contatto con la<br />
punta così che non ci siano dispersioni<br />
di calore e sia garantita la massima<br />
resa termica. Questa soluzione è tecnicamente<br />
funzionale, e consente di avere<br />
interessanti vantaggi da un punto di vista<br />
economico, abbattendo i costi operativi.<br />
Le caratteristiche costruttive della<br />
punta, opportunamente trattata perché<br />
possa lungamente resistere all’azione<br />
corrosiva delle leghe senza piombo,<br />
ne fanno un ottimo conduttore termico,<br />
capace di trasferire il fl usso di calore<br />
generato dall’elemento riscaldante, direttamente<br />
sul giunto di saldatura in lavorazione.<br />
Indipendentemente dall’utilizzino<br />
delle punte long life, si consiglia di<br />
impostare come temperatura di lavoro<br />
un valore attorno ai 380 °C e in ogni<br />
caso di non superare i 420 °C. Altra<br />
precauzione da adottare è quella di<br />
mantenere sempre ben bagnata con la<br />
lega la punta del saldatore, sia nel caso<br />
si stia saldando che quando si riponga<br />
lo stilo nel supporto.<br />
Ewig dispone di una linea completa<br />
di saldatori (Black, Rapid, Power) e<br />
di stazioni STAR, progettate per dare<br />
una risposta tecnica mirata a ogni<br />
esigenza. Nelle varie soluzioni professionali<br />
l’elemento attivo è costituito<br />
da una resistenza monotubolare<br />
corazzata in acciaio inox. Sono indicati<br />
per l’assemblaggio elettronico di<br />
piccole e medie saldature di precisione<br />
dove è richiesta la doppia potenza<br />
e la regolazione continua della temperatura.<br />
Ogni linea dispone di varie potenze<br />
d’esercizio, con temperature che<br />
nel modello Power arrivano a 500 °C.<br />
Tutti i modelli hanno una linea ergonomicamente<br />
compatta, con impugnatura<br />
in nylon-vetro piacevole al tatto,<br />
peso ridotto, ma soprattutto emerge<br />
l’elevata funzionalità nell’impiego su<br />
pcb densamente popolati.<br />
Ewig<br />
www.ewig.it
38 PCB febbraio 2012<br />
▶ SPECIALE PRODOTTI - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />
Punte o cartucce, ma<br />
sempre con alte prestazioni<br />
I saldatori variano per modello dell’impugnatura,<br />
potenza d’esercizio e geometria della punta,<br />
ma soprattutto per come avviene la trasmissione<br />
del calore e il controllo della temperatura<br />
di Dario Gozzi<br />
Ogni tipo di lega utilizzata<br />
in elettronica ha un punto<br />
di fusione inferiore a quello<br />
dei suoi componenti presi singolarmente.<br />
La lega è definita eutettica se<br />
c’è un unico punto di transizione dalla<br />
fase solida a quella liquida e viceversa;<br />
quando non esiste un punto univoco<br />
di passaggio di stato, si ha un intervallo<br />
di pastosità tra inizio e fine della<br />
transizione.<br />
All’interno del filo di saldatura, di<br />
cui ne costituisce l’anima, c’è il flussante.<br />
Nel flussante sono presenti<br />
sostanze decappanti quali la resina<br />
sintetica (resin) o naturale (rosin)<br />
oltre ad altri componenti chimici<br />
chiamati attivatori.<br />
La loro azione congiunta non solo<br />
rimuove gli strati di ossido preparando<br />
le superfici a ricevere la lega<br />
fusa, ma crea quell’ambiente ot-<br />
timale per lo svolgersi dell’intero<br />
processo. <strong>Il</strong> flussante non produce<br />
azione decappante alla temperatura<br />
ambiente, ma si attiva rapidamente<br />
al raggiungimento della<br />
temperatura di rifusione, rimuovendo<br />
l’ossido presente sulle superfici<br />
da unire e facendo in modo che<br />
durata dell’operazione di saldatura<br />
non si riformi.<br />
Questa premessa è d’obbligo per<br />
capire meglio l’incisività che un<br />
saldatore può avere rispetto ad un<br />
altro.<br />
I sistemi multifunzionali delle serie<br />
MFR e MX, commercializzati da OK<br />
Italy di Vittuone (MI), sono apparecchiature<br />
versatili, concepite per operare<br />
sia in tecnologia SMT che THT,<br />
per saldare come per dissaldare, equipaggiandoli<br />
con pinze termiche, stili<br />
saldanti di varie forme e dimensioni o<br />
con dissaldatori.<br />
Tutti i sistemi si avvalgono della<br />
tecnologia Metcal Smartheat, in<br />
cui sono comprese le funzioni “Auto<br />
Standby” e “Auto off ”, programmabili<br />
a necessità per favorire la durata delle<br />
punte, funzioni particolarmente apprezzate<br />
quando si lavora con le leghe<br />
lead free.<br />
L’esclusiva funzione integrata di rilevamento<br />
del movimento riattiva il<br />
sistema nel momento in cui l’operatore<br />
solleva l’impugnatura dal sostegno<br />
su cui aveva posato il saldatore; un ulteriore<br />
particolare sistema di protezione<br />
rileva la continuità di terra al<br />
fine di proteggere i componenti sensibili<br />
da eventuali danni derivanti da<br />
ESD o EOS.
40 PCB febbraio 2012<br />
Fig. 3 - <strong>Il</strong> kit MFR-UK5 abbinabile a qualsiasi sistema saldante MFR per<br />
trasformarlo in un potente sistema dissaldante<br />
nenti termosensibili senza danneggiarli.<br />
Una tale operazione richiede<br />
l’utilizzo di un saldatore che possa<br />
soddisfare il fabbisogno continuo<br />
e stabile di energia termica richiesto<br />
dall’applicazione.<br />
<strong>Il</strong> sistema di saldatura PS-900 rappresenta<br />
la soluzione ideale, non necessita<br />
di alcuna calibrazione e usufruisce<br />
di tutti i vantaggi offerti dalla<br />
tecnologia “OKi powered by Metcal”.<br />
Questo compatto sistema è stato concepito<br />
per lavori di saldatura ripetitivi<br />
e deve le sue contenute dimensioni<br />
a un innovativo e compatto alimentatore.<br />
Anziché cartucce, utilizza punte riscaldanti<br />
intercambiabili, il cui costo<br />
è paragonabile a quello delle punte<br />
tradizionali, rendendo semplicemente<br />
competitivi i costi d’esercizio. A<br />
livello costruttivo la bobina di induzione,<br />
posizionata nell’impugnatura,<br />
è separata dalla punta di saldatura.<br />
L’elemento riscaldante ha una durata<br />
decisamente superiore rispetto alla<br />
punta che invece può essere facilmente<br />
rimossa e sostituita a necessità<br />
in qualsiasi momento.<br />
Le punte a corredo sono disponibili<br />
in diverse geometrie, ciascuna<br />
prodotta in una vasta gamma<br />
di temperature; è stato opportunamente<br />
studiato anche lo spessore<br />
della placcatura di protezione per<br />
prolungarne la vita utile, senza che<br />
questo vada a scapito delle prestazioni<br />
termiche.<br />
A B<br />
La versatilità dello stilo<br />
I sistemi di dissaldatura MFR e<br />
MX consentono anche durante le<br />
operazioni di dissaldatura un notevole<br />
trasferimento termico al giunto da<br />
dissaldare, rifondendo in modo rapido<br />
ed efficace la lega da rimuovere.<br />
Nel caso in cui si operi su fori passanti<br />
di circuiti stampati multistrato<br />
(notoriamente i più difficili per<br />
via delle masse in gioco), la tecnologia<br />
Metcal Smartheat facilita il lavoro<br />
senza il pericolo di danneggiare il<br />
substrato o provocare delaminazioni<br />
di piazzole o piste. <strong>Il</strong> sistema è disponibile<br />
in varie versioni base: i modelli<br />
DSX o 1150 che richiedono di essere<br />
alimentati con aria compressa per la<br />
creazione del vuoto e i modelli 1350 o<br />
1351 che incorporano una pompa del<br />
vuoto al loro interno (vedi Fig. 2).<br />
Inoltre, grazie alla creatività degli<br />
specialisti OKi, la novità 2012 è<br />
rappresentata dal rivoluzionario kit<br />
MFR-UK5 che consente di trasformare<br />
un qualsiasi precedente sistema<br />
MFR, magari inizialmente acquistato<br />
come semplice saldatore, in un potente<br />
sistema dissaldante. Con una spesa<br />
limitata tutti i possessori di un sistema<br />
MFR possono ora riconfigurare la<br />
loro stazione di lavoro (vedi Fig. 3).<br />
Questo particolare dissaldatore può<br />
inoltre trasformarsi da pistola a stilo e<br />
viceversa con la semplice pressione di<br />
un pulsante.
<strong>Il</strong> comfort è garantito<br />
all’operatore da un design ergonomico<br />
che permette al<br />
tempo stesso un più accurato<br />
controllo dei movimenti,<br />
facilitando così le lavorazioni<br />
su pcb con tecnologia fine<br />
pitch. Un micro stilo che utilizza<br />
cartucce di ridottissime<br />
dimensioni, disponibile nella<br />
serie MX, facilita il lavoro di<br />
saldatura effettuata con l’ausilio<br />
di sistemi di ingrandimento<br />
o di visione in genere.<br />
Quando per completare<br />
una lavorazione si rende necessario<br />
l’utilizzo di più dispositivi<br />
di saldatura o dissaldatura,<br />
l’intelligente geometria<br />
meccanica della stazione<br />
ne consente l’accoppiamento, ottimizzando<br />
lo spazio disponibile.<br />
I sistemi multifunzione<br />
Le stazioni della serie MFR sono<br />
sistemi altamente flessibili, dotate di<br />
una o più uscite simultanee o commutabili,<br />
in grado di supportare una vasta<br />
gamma di dispositivi di saldatura e<br />
dissaldatura completi.<br />
Con tutta la serie MFR è possibile<br />
utilizzare punte riscaldanti o cartucce<br />
a punta, ciascuna destinata a soddisfare<br />
un’esigenza specifica. Le punte riscaldanti<br />
sono economicamente adatte<br />
alla saldatura punto a punto in produzione<br />
mentre le cartucce sono indicate<br />
nelle applicazioni ad alte prestazioni<br />
e nelle fasi di rilavorazione. Per<br />
entrambi i tipi è utilizzato il sistema<br />
ad innesto rapido.<br />
I sistemi della nuovissima serie<br />
MX-5000 offrono la più vasta scelta di<br />
geometrie e sagome speciali di cartucce<br />
per la saldatura ed il rework oggi disponibili<br />
sul mercato (vedi Fig. 1).<br />
La tecnologia del riscaldatore a<br />
cartuccia offre prestazioni di saldatura<br />
e rilavorazione destinate a soddisfare<br />
Fig. 1 - Sistema di saldatura e rework Metcal<br />
serie MX-5000<br />
anche le applicazioni più impegnative<br />
nell’ambito della rimozione e della<br />
successiva saldatura di componenti<br />
a montaggio superficiale. Le cartucce<br />
garantiscono una risposta termica rapida<br />
alle variazioni di carico. Le dimensioni<br />
contenute del riscaldatore<br />
consentono l’accesso ad aree di rilavorazione<br />
particolarmente difficili da<br />
raggiungere a seguito dell’alta densità<br />
dei componenti presenti sul pcb.<br />
Sui chip di piccole dimensioni<br />
come nel caso di 0201<br />
oppure 0306, si utilizza la<br />
pinzetta di precisione che<br />
permette la regolazione del<br />
passo a due posizioni, per aiutare<br />
l’operatore ad agganciare<br />
in tutta sicurezza il componente<br />
e completare senza<br />
inconvenienti l’operazione.<br />
Anche le lavorazioni più<br />
difficili su qualunque package<br />
sono condotte dal personale<br />
tecnico senza nessuno sforzo.<br />
La pinza termica è adatta<br />
alla rilavorazione e alla saldatura<br />
di componenti discreti<br />
e di package tipo SO, mentre<br />
per altre applicazioni standard<br />
si ricorre al saldatore con<br />
punta a tecnologia Metcal Smartheat,<br />
capace di erogare potenza senza soluzione<br />
di continuità anche nelle prestazioni<br />
lead free più impegnative.<br />
Un sistema compatto<br />
ad alte prestazioni<br />
La principale sfida tecnologica posta<br />
oggi dalla saldatura manuale consiste<br />
nella capacità di saldare compo-<br />
Fig. 2 - Sistema dissaldante MFR-1350 con doppia porta commutabile<br />
e pompa aspirante incorporata<br />
PCB febbraio 2012<br />
39
<strong>Il</strong> tecnico che esegue l’operazione<br />
può di volta in volta trovare la confi<br />
gurazione di lavoro più confortevole<br />
ed effi cace per aff rontare le varie operazioni<br />
(come si nota dalle tre immagini<br />
di Fig. 4).<br />
<strong>Il</strong> fi ltro in cartoncino per la raccolta<br />
dello stagno (fuso) si sostituisce in<br />
modo semplice e rapido, inoltre ha<br />
una incidenza economica veramente<br />
bassa sulla manutenzione del sistema.<br />
Piccoli accorgimenti<br />
per migliorare l’operatività<br />
Per le aziende che lavorano con<br />
doppia tecnologia di saldatura, SnPb<br />
e lead free, così come per i laboratori<br />
di riparazione, è importante identifi<br />
care i casi in cui si utilizzano le leghe<br />
senza piombo o quelle tradizionali,<br />
per evitare l’accidentale contaminazione<br />
incrociata dei materiali per<br />
saldatura.<br />
Per identifi care facilmente i due<br />
processi, sono stati studiati degli indicatori<br />
visivi verdi con cui sono contrassegnate<br />
le punte e i supporti da tavolo<br />
in cui riporre i saldatori utilizzati<br />
per saldare leghe Pb free.<br />
L’obiettivo di ogni saldatura manuale<br />
consiste nel realizzare un giunto<br />
di buona qualità senza danneggiare<br />
il componente, il substrato, le piste<br />
o le piazzole.<br />
Tutte le punte standard e le cartucce<br />
di rilavorazione della serie<br />
C<br />
Fig. 5 - Sistema<br />
di rework modulare Scorpion<br />
MFR sono studiate per essere utilizzate<br />
coi classici substrati FR4, ma alcune<br />
applicazioni richiedono tuttavia<br />
di lavorare con substrati termicamente<br />
più impegnativi o sensibili alla<br />
temperatura come i circuiti ceramici<br />
o quelli fl essibili.<br />
OKi ha realizzato una serie di saldatori<br />
che erogano rapidamente e in<br />
modo automatico la potenza necessaria,<br />
ma funzionano a temperature<br />
che riducono al minimo il rischio di<br />
danneggiamento dei substrati. Le relative<br />
caratteristiche sono state codifi<br />
cate con F per i substrati FR4, T<br />
per i substrati termosensibili e C per<br />
i carichi termici impegnativi.<br />
Fig. 4 - <strong>Il</strong><br />
dissaldatore<br />
(nella pagina<br />
a lato e qui<br />
a fi anco)<br />
confi gurabile con<br />
impugnatura a<br />
stilo o pistola<br />
Per rilavorare i package<br />
più complessi<br />
Le diffi coltà di rilavorare gli array<br />
package, unitamente alla impossibilità<br />
di ispezionare facilmente l’accuratezza<br />
del posizionamento (in particolare<br />
con i BGA), richiede la visione simultanea<br />
del circuito stampato e delle<br />
ball del componente, oltre che un profi<br />
lo di rifusione accurato e ripetitivo.<br />
Tutto questo tenendo ben presente le<br />
attuali situazioni economiche che vedono<br />
budget sempre più ridotti a livello<br />
mondiale.<br />
Quando il gioco si fa duro… gli<br />
specialisti Metcal sono pronti ad accettare<br />
la sfi da, presentando il rivoluzionario<br />
sistema di Rework Scorpion<br />
modulare e confi gurabile in funzione<br />
delle reali necessità tecniche ed economiche.<br />
Anche nella confi gurazione<br />
più completa (vedi Fig. 5), disponibile<br />
dal secondo trimestre del 2012,<br />
il sistema Scorpion avrà un costo sorprendentemente<br />
contenuto per un sistema<br />
di questa categoria.<br />
OK Italy<br />
www.okinternational.it<br />
PCB febbraio 2012<br />
41
42 PCB febbraio 2012<br />
▶ SPECIALE PRODOTTI - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />
SRT Micra: creatività<br />
e innovazione<br />
Micra è un nuovo marchio di<br />
piattaforma di rework SRT<br />
di VJ Electronix realizzato in<br />
un formato da banco, progettato appositamente<br />
per il rework di prodotti mobili,<br />
che incorporano dispositivi miniaturizzati<br />
caratterizzati da alta densità, quali gli<br />
smartphone, i netbook, i navigatori satellitari<br />
e qualsiasi altro prodotto tascabile.<br />
<strong>Il</strong> nuovo software SierraMate V9<br />
semplifi ca la defi nizione del processo<br />
e assicura risultati solidi e ripetibili fra<br />
stabilimenti diversi, così come fra entità<br />
localizzate in siti lontani. I riscaldatori<br />
provvisti dal sistema sono stati riprogettati<br />
e il rivoluzionario controllo dell’alimentazione<br />
garantiscono un throughput<br />
e una serie di risultati di grande rilievo<br />
nonostante i cambiamenti di tensioni<br />
all’interno della struttura produttiva.<br />
Micra off re una caratteristica di Auto-<br />
Run mai vista in precedenza, uno strumento<br />
per lo strumento di setup automatizzato<br />
e un ingegnere virtuale di processo.<br />
L’Auto-Run riduce il tempo del<br />
set-up di rework e di profi latura. I riscaldatori<br />
ad alta effi cienza installati sul-<br />
la Micra consentono una riduzione dei<br />
tempi ciclo di rework e aumentano considerevolmente<br />
i throughput produttivi.<br />
L’accuratezza intrinseca del sistema<br />
e la posizione fi ssa della testa permettono<br />
di gestire con semplicità anche i componenti<br />
più minuti come i micro-passivi<br />
01005 e i dispositivi area array con ingombro<br />
di 0,3 mm. La Micra gestisce<br />
uno scavenging ottimizzato, un sistema<br />
automatizzato di rimozione<br />
dei residui di saldatura, compresi<br />
i micropassivi dotati di minime<br />
spaziature, gli strati PoP, le strutture<br />
schermo RF asimmetriche e i micro<br />
BGA con aree e ingombri submillimetrici.<br />
La Micra garantisce dunqe<br />
una soluzione di rework completa per dispositivi<br />
mobili.<br />
Compatibilità con<br />
le tecnologie esistenti<br />
La Micra rappresenta la generazione<br />
più avanzata di sistemi di rework SRT,<br />
progettata per essere dedicata alle tecnologie<br />
d’avanguardia e ai nuovi formati di<br />
package. Ottimizzata per assemblati ad<br />
alta densità come a quelli impiegati sugli<br />
smartphone, la Micra garantisce un’accuratezza<br />
e una precisione di rework con<br />
tutti i tipi di componenti, dagli Shield<br />
RF ai package-on-package più minuti.<br />
Rendimento sui costi<br />
La SRT Micra è progettata per aumentare<br />
il throughput produttivo e ridurre<br />
i tempi di set-up. Spesso sottostimato,<br />
il set-up consuma risorse tecniche<br />
particolari e di alto valore aggiunto. Per<br />
questo Micra garantisce soluzioni di set-<br />
up automatico e riduce i tempi ciclo di<br />
quasi due volte. Con un prezzo di base<br />
assolutamente abbordabile, con una notevole<br />
affi dabilità e una produttività largamente<br />
riconosciuta, Micra garantisce<br />
un alto grado di valore aggiunto e un<br />
basso costo complessivo di utilizzo.<br />
Progetto e fl essibilità<br />
Micra vanta una lunga storia nell’ambito<br />
delle innovazioni tecniche nel settore<br />
SRT. <strong>Il</strong> patrimonio SRT viene esteso<br />
al massimo con le tecnologie più avanzate<br />
in fatto di precisione di movimento e<br />
controllo elettrico.<br />
Micra aumenta la fl essibilità operativa<br />
incorporando nel sistema di set-up automatizzato<br />
un’ampia gamma di strumenti<br />
per il rework di dispositivi passivi miniaturizzati<br />
in schermature RF di grandi dimensioni<br />
e continua a garantire soluzioni<br />
per aff rontare le sfi de più avanzate del<br />
rework moderno. <strong>Il</strong> software SierraMate<br />
basato su sistema Windows garantisce<br />
agli ingegneri di processo la possibilità<br />
di adattare standard esistenti o generare<br />
sequenze personalizzate per ovviare<br />
a specifi che necessità incontrate con<br />
la propria produzione e con l’ambiente<br />
produttivo. Micra utilizza SierraMate<br />
e off re il nuovo strumento di set-up automatizzato<br />
Autorun, supportando una<br />
nuova GUI che lo rende una soluzione<br />
di rework estremamente interessante per<br />
qualsiasi ambiente produttivo.<br />
Vj Electronix<br />
www.vjelectronix.com<br />
Lifeproject<br />
www.lifeprojectsrl.com
Tutta la potenza che serve<br />
Raggiungere certe performance<br />
è una questione di potenza<br />
Ovunque ci sia l'esigenza di gestire<br />
connessioni di potenza elevate, dai<br />
costruttori di inverter, UPS ed<br />
azionamenti, fino all’impiego nel più<br />
recente settore dell’energia fotovoltaica,<br />
la gamma di morsetti e connettori<br />
per circuiti stampati di Phoenix Contact<br />
garantisce performance di eccellenza.<br />
L’ampio catalogo dedicato prevede<br />
soluzioni come:<br />
• Morsetti e connettori di potenza con<br />
portata in corrente fino a 135 A<br />
• Morsetti e connettori di potenza con<br />
portata in tensione fino ai 1000 Volt<br />
omologati<br />
• Gamma completa di connessioni<br />
a molla (di tipo classico, push-in<br />
e a leva) oppure a vite<br />
• Prodotti omologati secondo<br />
normativa<br />
e molto altro ancora.<br />
Scegli la potenza,<br />
scegli Phoenix Contact.<br />
Per maggiori informazioni:<br />
Tel. 02 66 05 91<br />
info_it@phoenixcontact.com<br />
www.phoenixcontact.it
44 PCB febbraio 2012<br />
▶ PROGETTAZIONE - GREEN ELECTRONICS<br />
Progettazione<br />
eco-compatibile<br />
L’eco-progettazione dei prodotti elettronici<br />
richiede la capacità di considerare tutte le<br />
implicazioni legate alle fasi del ciclo di vita del<br />
prodotto, dalla progettazione alla produzione,<br />
dal suo utilizzo al recupero e allo smaltimento<br />
delle sue componenti a fine vita<br />
di Dario Gozzi<br />
Risale agli anni ’60 la politica<br />
ambientale di IBM, che a partire<br />
dalla seconda metà di quel<br />
decennio ha identificato la tematica<br />
ambientale quale consapevolezza che<br />
ogni moderna azienda deve avere nei<br />
confronti dell’ecosistema di cui è parte.<br />
<strong>Il</strong> primo passo è stata la messa a<br />
punto di una linea politica aziendale,<br />
politica ecologicamente responsabile,<br />
estendendola a tutte le realtà locali<br />
con la certificazione ISO 14001.<br />
Negli anni novanta è poi stato varato<br />
un programma che tiene conto, già<br />
in fase progettuale, del futuro riciclo e<br />
smaltimento dei beni prodotti.<br />
La progettazione di prodotti compatibili<br />
con l’ambiente è ormai un dato<br />
di fatto, anche se non costituisce<br />
ancora la linea di condotta di tutti i<br />
maggiori produttori di elettronica.<br />
I prodotti delle ultime generazioni<br />
vengono studiati nella prospettiva di<br />
minori consumi energetici e di apertura<br />
a continui aggiornamenti che ne<br />
permettano un più lungo ciclo di vita.<br />
Un ulteriore accorgimento è l’impiego,<br />
se tecnicamente ed economicamente<br />
compatibile col progetto, di<br />
materiali riciclati, considerando in cascata<br />
di riciclare a fine vita del prodotto<br />
quante più parti possibili e di poter<br />
smaltire al più basso livello di impatto<br />
ambientale le restanti.<br />
Emblematico è il caso del circuito<br />
stampato, notoriamente la base<br />
di ogni prodotto elettronico, coi suoi<br />
problemi ambientali dovuti all’alta diversità<br />
dei suoi elementi costituenti,<br />
alcuni dei quali potenzialmente tossici<br />
se non opportunamente neutralizzati<br />
in fase di dismissione del prodotto.<br />
Eco-progettazione<br />
La competenza in eco-progettazione<br />
dei nuovi prodotti elettronici implica<br />
la capacità di considerare tutte le<br />
implicazioni legate alle varie fasi che<br />
fanno parte del ciclo di vita del prodotto,<br />
ponendo particolare attenzione<br />
al ciclo produttivo finalizzato al riciclo.<br />
Le conoscenze acquisite confluiscono<br />
nel manuale di eco-progetta-
zione quale strumento di supporto al<br />
management ecologico.<br />
Secondo l’ottica dello sviluppo<br />
compatibile, anche il delinearsi del<br />
processo di produzione elettronica<br />
deve essere ridefinito, prevedendo gli<br />
aspetti di impatto ambientale già nelle<br />
sue fasi preliminari.<br />
La valutazione e l’ottimizzazione<br />
delle soluzioni orientate all’ambiente<br />
devono essere semplificate sia a livello<br />
di ideazione del disegno circuitale sia<br />
quale risultato di studio dello specialista<br />
di impatto ambientale il cui supporto<br />
al progettista e al masterista è<br />
fondamentale.<br />
L’analisi deve essere condotta per<br />
evidenziare:<br />
- eventuali soluzioni alternative ai<br />
prodotti potenzialmente tossici;<br />
- impatto ambientale negativo dei<br />
processi produttivi coinvolti;<br />
- impatto ambientale derivato dal<br />
ciclo di vita del prodotto;<br />
- soluzioni da adottare a fine vita del<br />
prodotto, identificando anticipatamente<br />
cosa riciclare e cosa smaltire.<br />
Per agevolare la progettazione diventa<br />
importante ordinare un database<br />
contenente le caratteristiche di<br />
compatibilità ambientale della componentistica<br />
elettronica, dei materiali<br />
di base e dei prodotti di consumo,<br />
mentre vanno poi sviluppati degli<br />
strumenti software capaci di identificare<br />
gli elementi di rilevanza ecologica<br />
già a livello di ideazione e nelle<br />
fasi preliminari del progetto del futuro<br />
prodotto. Strumenti e database dovrebbero<br />
quindi diventare parte integrante<br />
del software di progettazione.<br />
Valutazione ecologica<br />
ed economia del processo<br />
La condizione preliminare per una<br />
valutazione di impatto ambientale del<br />
prodotto è la definizione dei metodi<br />
di valutazione e la conoscenza dei<br />
materiali utilizzati.<br />
Introducing CR-8000<br />
World’s 1st system-level multi-board<br />
PCB design environment<br />
Three dimensions Two hands One environment<br />
For more information visit:<br />
http://www.zuken.com/PCBdesign-revolution<br />
Esemplificando la valutazione<br />
dovrebbe includere l’analisi chimica<br />
per individuare i materiali costituenti<br />
i componenti, i substrati,<br />
i materiali d’apporto, i materiali di<br />
consumo etc.<br />
Passando al case del prodotto c’è lo<br />
studio delle diverse tipologie di plastiche<br />
e dei metalli pesanti coinvolti e a<br />
livello generale lo studio della tossicità<br />
dei prodotti, dei materiali e dei processi<br />
condotti con un occhio alla prospettiva<br />
di esaurimento del ciclo di vita<br />
dei manufatti e del loro riciclaggio<br />
totale o parziale.<br />
L’adozione di misure integrate<br />
nell’ambito del controllo ambientale<br />
offre inoltre l’opportunità di una interessante<br />
riduzione dei costi, ottenuta<br />
ottimizzando l’impiego del materiale<br />
coinvolto nel processo produttivo<br />
nel rispetto di un’elevata efficienza<br />
energetica ottenuta valutando attentamente<br />
lo svolgersi del flusso di<br />
processo.
46 PCB febbraio 2012<br />
Nei paesi di minor svulippo i rifiuti elettronici, abbondanti e pericolosi, rimangono un grave problema<br />
La sostituzione parziale o la modifica<br />
di fasi del processo che mirano a<br />
eliminare sostanze tossiche può portare<br />
a considerevoli risparmi dovuti<br />
alla semplificazione del processo stesso,<br />
individuandone i punti deboli sia<br />
economici che ecologici.<br />
Per esempio comparando schede<br />
assemblate con tecnologia tradizionale<br />
con le più recenti tecnologie SMT<br />
si può notare come l’avvento dell’ultra-fine-pitch<br />
e dei μBGA abbia introdotto<br />
una sostanziale riduzione<br />
della massa dei pcb.<br />
<strong>Il</strong> potenziale risparmio economico<br />
è proporzionale a quanto più a monte<br />
è legata l’introduzione dei fattori di<br />
controllo del rispetto ambientale, in<br />
quanto la rimozione di sostanze potenzialmente<br />
tossiche può comportare<br />
un parallelo abbattimento dei costi<br />
stessi del processo.<br />
Esemplificativo di quanto può ripagare<br />
una corretta e illuminata ge-<br />
stione ambientale è l’esempio di ST<br />
Microelectronics la cui politica verde<br />
è decollata agli inizi degli anni novanta<br />
e ha ricevuto un ulteriore impulso a<br />
cavallo del secolo, facendo proprie le<br />
normative nazionali e internazionali<br />
più restrittive, puntando sul contenimento<br />
dei consumi, diminuendo con<br />
progressione annuale emissioni di potenziali<br />
inquinanti, riciclando quanto<br />
più possibile all’interno.<br />
La progettazione dei plant produttivi<br />
e dei prodotti stessi ha mirato al<br />
contenimento del consumo energetico<br />
migliorando con ciò anche i risultati<br />
economici aziendali.<br />
Riciclo e smaltimento<br />
Al fine di individuare in sede progettuale<br />
l’uso, il recupero e lo smaltimento<br />
di schede, componenti e moduli, va individuata<br />
a priori la tipologia dei componenti<br />
potenzialmente riciclabili.<br />
In relazione al riciclaggio si tende<br />
ad analizzare, valutare e sviluppare<br />
strategie di disassemblaggio che permettano<br />
poi il reimpiego della maggior<br />
quantità di materiale possibile.<br />
Questo sotto un’ottica puramente<br />
economica.<br />
<strong>Il</strong> sistema informativo necessario<br />
alla gestione di questa economia a circuito<br />
chiuso, consiste in un database e<br />
nel suo sistema di gestione, improntato<br />
tanto alle varie fasi della produzione<br />
di un bene elettronico quanto a chi<br />
quel bene lo smonta e ne rende quante<br />
più parti possibili disponibili al riutilizzo.<br />
Non dimenticando comunque<br />
che il riciclaggio di un prodotto<br />
dipende tra l’altro dal tempo di smontaggio,<br />
dal suo numero di parti potenzialmente<br />
riutilizzabili, dall’ammontare<br />
del loro valore economico e non<br />
ultimo dai percorsi che quelle parti<br />
devono seguire per essere riutilizzate<br />
dal mercato.
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48 PCB febbraio 2012<br />
▶ PROGETTAZIONE - POWER DISTRIBUTION NETWORK<br />
Importanza dell’analisi<br />
di Power Integrity<br />
Complesse Power Distribution Network (PDN),<br />
che consentono la distribuzione ai componenti<br />
di tensioni multiple e delle masse relative,<br />
rappresentano oggi un problema sempre<br />
più complesso che progettisti e sistemisti CAD<br />
di sistemi elettronici si trovano ad affrontare<br />
di Patrick Carrier, Mentor Graphics Corp.<br />
Ai tempi in cui nella maggior<br />
parte dei pcb bastavano solo<br />
i 5 V dc per far funzionare<br />
tutti gli IC presenti sulla scheda, i<br />
progettisti utilizzavano semplicemente<br />
un unico layer di segnale per i 5 V dc<br />
e un unico layer di massa, mediante<br />
i quali era facile assicurare una alimentazione<br />
sufficiente e pulita a tutti<br />
i componenti. Oggi invece è comune<br />
l’utilizzo di tensioni multiple e talvolta<br />
anche basse, fino a 0,9 V dc .<br />
I pcb odierni generalmente necessitano<br />
di diverse tensioni ed è necessaria<br />
la presenza di complesse Power<br />
Distribution Network (PDN) per<br />
consentire la distribuzione ai componenti<br />
di tali tensioni e delle relative<br />
masse. In tale ambito, sono numerosi<br />
i fattori che contribuiscono ad<br />
aumentare la complessità progettuale<br />
dei pcb, sia per i progettisti CAD sia<br />
per gli ingegneri a cui spetta il compito<br />
di analizzare queste PDN: la crescente<br />
quantità di tensioni diverse<br />
presenti nel progetto, i valori più bassi<br />
delle tensioni stesse (che comportano<br />
tolleranze estremamente ridotte),<br />
le aumentate richieste di potenza da<br />
parte degli IC, e le continue esigenze<br />
di incremento delle frequenze operative<br />
e di riduzione del costo del prodotto<br />
(poiché non ci si può più permettere<br />
di dedicare un layer del pcb<br />
ad ogni diversa tensione ed alla relativa<br />
massa).<br />
Similmente è stata utilizzata per<br />
diversi anni la signal integrity - introdotta<br />
dal continuo incremento degli<br />
edge rate. Sia i problemi di signal che<br />
di power integrity finiscono per manifestarsi<br />
sotto forma di errori logici<br />
nei dati, ed accade frequentemente<br />
che questioni legate alla power integrity<br />
vengano erroneamente scambiate<br />
per problemi di signal integrity.<br />
Perciò, per il successo di un progetto<br />
di pcb, è essenziale una chiara comprensione<br />
anche delle problematiche<br />
di power delivery, oltre ad un approccio<br />
proattivo nell’affrontarle fin dalle<br />
fasi iniziali del processo di progettazione.
La Fig. 1 mostra un’analisi di tipo<br />
DRC (Design Rule Check) di un<br />
progetto.<br />
Progettazione di PDN<br />
di qualità elevata<br />
I progettisti CAD hanno il compito<br />
di creare delle PDN che, attingendo<br />
ai moduli VRM (Voltage<br />
Regulator Module) che producono le<br />
tensioni, le distribuiscano a tutti gli<br />
IC che hanno bisogno di tali tensoini<br />
(e masse), utilizzando il minimo numero<br />
possibile di layer del pcb.<br />
La buona notizia è che la definizione<br />
di una PDN può essere ampiamente<br />
automatizzata grazie a funzionalità<br />
presenti nei più avanzati sistemi<br />
di layout dei pcb, come Expedition<br />
Enterprise di Mentor Graphics.<br />
È sufficiente delineare la forma<br />
della PDN e il software riempie l’area.<br />
La cattiva notizia è che tutte queste<br />
diverse PDN devono normalmente<br />
“incastrarsi” una nell’altra, spartendosi<br />
lo spazio disponibile nel minimo<br />
numero di layer. Vi sono progetti che,<br />
contenendo più di 30 PDN, rappresentano<br />
una sfida estremamente impegnativa<br />
per il progettista.<br />
Ma anche dopo aver completato il<br />
layout delle PDN, i progettisti CAD<br />
non hanno terminato il proprio compito.<br />
Devono infatti eseguire l’analisi<br />
di Power Integrity (o in prima persona,<br />
oppure lavorando in stretta collaborazione<br />
con gli ingegneri elettronici),<br />
per assicurarsi che tutti gli IC ricevano<br />
un’alimentazione sufficiente e<br />
sufficientemente pulita. Le eventuali<br />
correzioni possono comportare sia<br />
modifiche delle PDN sia il piazzamento<br />
di condensatori sul pcb.<br />
Impedenza Power-to-Ground<br />
L’obiettivo, in termini elettrotecnici,<br />
nella progettazione di una PDN per un<br />
pcb è semplice: minimizzare l’impeden-<br />
za tra power e ground, per lo spettro di<br />
frequenze di interesse. La corretta realizzazione<br />
di tale obiettivo non è tuttavia<br />
altrettanto semplice. Con molteplici<br />
linee di tensione da disporre e un numero<br />
limitato di piani a disposizione su<br />
cui condurle - in aggiunta alla sempre<br />
più rara superficie disponibile per ospitare<br />
dei condensatori - il compito si rivela<br />
piuttosto complesso.<br />
Una PDN è costituita da una combinazione<br />
di svariati elementi: i VRM<br />
(convertitori DC/DC) che forniscono<br />
le tensioni alle linee, i condensatori<br />
di disaccoppiamento posti tra la<br />
tensione e la massa, i piani e le tracce<br />
che portano la corrente di power, le<br />
capacità di disaccoppiamento on-chip<br />
e, infine, i pin e le via che interconnettono<br />
tutti questi elementi. I VRM sono<br />
molto efficaci nel fornire un percorso<br />
a bassa impedenza tra power e<br />
ground fino alle frequenze intorno a<br />
1 MHz. Al di sopra di questa soglia, il<br />
percorso a bassa impedenza tra power<br />
e ground deve essere assicurato dalle<br />
altre capacità presenti sulla scheda<br />
e/o all’interno dei chip.<br />
Le capacità della scheda e dei chip<br />
si combinano tra loro in parallelo, ma<br />
Fig. 1 - Analisi<br />
avanzate Design Rule<br />
Check (DRC), sia di<br />
tipo fisico che di tipo<br />
elettrico, consentono<br />
di identificare<br />
prontamente le<br />
problematiche di PI<br />
(Power Integrity).<br />
Questo rule-set<br />
verifica eventuali<br />
discontinuità<br />
delle correnti di<br />
ritorno legate a<br />
cambiamenti del<br />
piano di riferimento,<br />
attraversamenti di<br />
spazi e biforcazioni e<br />
altre criticità. Come<br />
mostrato, l’output<br />
evidenzia chiaramente<br />
il problema<br />
l’efficacia di ognuna di esse è limitata<br />
dalle relative induttanze e resistenze<br />
parassitiche. Se non vi fossero tali effetti,<br />
la combinazione di tutte le capacità<br />
si comporterebbe come un’unica<br />
grande capacità complessiva, manifestando<br />
un’impedenza man mano più<br />
piccola a seconda del crescere della<br />
frequenza. Tuttavia, sfortunatamente,<br />
ognuna delle capacità presenti è efficace<br />
solo in un particolare intervallo<br />
di frequenze, determinato dalla propria<br />
induttanza parassitica. Ad esempio,<br />
i grandi condensatori elettrolitici<br />
raggiungono una bassa impedenza<br />
a una frequenza inferiore rispetto<br />
ai piccoli condensatori a montaggio<br />
superficiale, ma – poiché anche la<br />
loro induttanza parassitica è maggiore<br />
– l’impedenza di un condensatore<br />
elettrolitico inizierà anch’essa a crescere<br />
a una frequenza inferiore rispetto<br />
a quella di un piccolo condensatore<br />
SMT. Un altro esempio riguarda<br />
la capacità intrinsecamente esistente<br />
tra diversi piani del pcb. L’induttanza<br />
parassitica dei piani è estremamente<br />
bassa, trasformandoli quindi in un<br />
condensatore efficace anche alle alte<br />
frequenze.<br />
PCB febbraio 2012<br />
49
Fig. 2 – Risultato<br />
di una analisi<br />
pre-route del<br />
rumore di<br />
una Power<br />
Distribution<br />
Network in<br />
HyperLynx<br />
Power Integrity<br />
50 PCB febbraio 2012<br />
Essendo però la capacità effettiva<br />
presente tra i piani normalmente<br />
limitata dalla loro area e distanza,<br />
la capacità dei piani non corrisponde<br />
a una bassa impedenza, se non alle<br />
frequenze più elevate. In virtù di<br />
tutto ciò, ognuna delle capacità presenti<br />
nel pcb produce i propri effetti<br />
in un particolare intervallo di frequenze,<br />
ma il loro insieme deve operare<br />
congiuntamente in modo tale da<br />
costituire una bassa impedenza complessiva<br />
tra power e ground, sull’intero<br />
spettro.<br />
Un altro fattore che limita l’efficacia<br />
delle capacità della scheda<br />
è l’induttanza del package dei<br />
chip. Questa induttanza aggiuntiva<br />
si somma a quelle parassitiche presenti<br />
nelle altre capacità del pcb, rendendole<br />
inefficaci oltre la frequenza<br />
di circa 1 GHz. Al di sopra di<br />
1 GHz agiscono tuttavia le capacità<br />
presenti on-chip (che non sono limitate<br />
dall’induttanza del package),<br />
fornendo il percorso a bassa impedenza<br />
tra power e ground. Ciò spiega<br />
perché il disaccoppiamento del<br />
pcb venga normalmente analizzato<br />
tra le frequenze di 1 MHz e di<br />
1 GHz e perché la progettazione delle<br />
PDN si focalizzi sulla minimizzazione<br />
dell’impedenza all’interno di<br />
questo intervallo.<br />
L’obiettivo principale, per consentire<br />
ai condensatori di essere efficaci<br />
sul più ampio spettro possibile,<br />
consiste nella individuazione del<br />
valore massimo di capacità per ogni<br />
induttanza parassitica. Gli effetti<br />
parassitici per i condensatori di disaccoppiamento<br />
sono costituiti dall’insieme<br />
di una componente intrinseca<br />
e di una di montaggio. La componente<br />
intrinseca, la resistenza efficace<br />
ESR (Effective Series Resistance)<br />
e l’induttanza efficace ESL (Effective<br />
Series Inductance) sono infatti proprietà<br />
dei condensatori veri e propri.<br />
<strong>Il</strong> loro montaggio, invece, può indurre<br />
significativi valori aggiuntivi di<br />
induttanza e di resistenza, e la minimizzazione<br />
di tali componenti parassitiche<br />
di montaggio consente di massimizzare<br />
il range di frequenza operativo<br />
del condensatore. <strong>Il</strong> metodo più<br />
efficace per minimizzare le componenti<br />
parassitiche di montaggio consiste<br />
nel minimizzare l’area formata dai<br />
loop nella connessione del condensatore<br />
tra power e ground. Ciò significa che<br />
è necessario raggruppare le via di montaggio<br />
il più vicine possibile tra di loro, e<br />
posizionare il condensatore quanto più<br />
vicino possibile a power e ground.<br />
Riuscire a mantenere una bassa impedenza<br />
delle PDN assicura una serie<br />
di benefici. <strong>Il</strong> beneficio più diretto<br />
è costituito dalla minimizzazione del<br />
ripple di tensione ai pin di alimentazione<br />
dell’IC. In effetti, il valore massimo<br />
tollerabile per il ripple di tensione<br />
ai pin di alimentazione dell’IC è<br />
proprio il parametro che determina la<br />
massima impedenza consentita per la<br />
PDN. <strong>Il</strong> requisito di impedenza della<br />
PDN può essere calcolato utilizzando<br />
la seguente formula:<br />
Zpdn = (% ripple x V) / I max<br />
Fig. 3 – Diagramma della tensione DC risultante dall’analisi di un power plane
Fig. 4 – Rappresentazione tridimensionale della densità di corrente su un power<br />
plane, risultante da un’analisi effettuata con HyperLynx Power Integrity<br />
dove V è la tensione della linea e I max è<br />
la corrente di picco assorbita dall’IC.<br />
In virtù di ciò, gli IC con maggiore<br />
assorbimento di corrente e inferiori<br />
tensioni di lavoro necessitano di una<br />
minore impedenza delle PDN.<br />
Un secondo beneficio indotto da<br />
una bassa impedenza delle PDN è<br />
una riduzione della propagazione di<br />
rumore all’interno del pcb. I pin di<br />
alimentazione, i pin di segnale e le via<br />
possono tutti introdurre componenti<br />
di rumore sui piani, rumore che può<br />
propagarsi su tutto il pcb e influenzare<br />
altri circuiti, come si può vedere in<br />
Fig. 2. La presenza di percorsi a bassa<br />
impedenza tra power e ground agevola<br />
il flusso delle correnti di ritorno.<br />
Poiché il rumore è costituito essenzialmente<br />
da correnti di ritorno incontrollate,<br />
la presenza di questi percorsi<br />
aiuta a eliminare il problema del<br />
rumore.<br />
Cadute di tensione<br />
In DC (corrente continua), lo scenario<br />
progettuale è significativamente<br />
più semplice, ma le conseguenze in<br />
caso di errore possono essere molto<br />
più gravi. L’obiettivo è sempre quel-<br />
lo di minimizzare l’impedenza delle<br />
PDN, ma in DC la preoccupazione<br />
principale è quella di assicurare<br />
la presenza di una quantità di metallo<br />
adeguata per distribuire correnti<br />
di intensità pari anche a decine di<br />
Ampère. Dovendo suddividere la superficie<br />
dei piani per accogliere il crescente<br />
numero di diverse tensioni presenti<br />
nel pcb, questo compito può rivelarsi<br />
alquanto disagevole.<br />
Può in questo caso rivelarsi molto<br />
utile un’analisi delle forme delle PDN<br />
sui piani, volta a identificare aree di<br />
bassa tensione, come quella mostrata<br />
nella Fig. 3.<br />
Le aree del pcb in cui la tensione<br />
scende al di sotto di una determinata<br />
soglia minima possono condurre a<br />
svariati malfunzionamenti degli IC<br />
quali problemi di signal integrity ed<br />
errori logici (ma non solo).<br />
In aggiunta alle cadute di tensione,<br />
altrettanta attenzione va rivolta alle<br />
aree a elevata densità di corrente presenti<br />
nel pcb. Tali aree possono essere<br />
causate da colli di bottiglia conseguenti<br />
al partizionamento del piano,<br />
ma sono anche piuttosto comuni nelle<br />
zone con fitte piedinature per gli IC e<br />
i connettori, dove le areole di anti-pad<br />
impongono la rimozione di una notevole<br />
quantità di rame dalla superficie<br />
del piano. Le aree ad alta densità di<br />
corrente tendono quantomeno a indurre<br />
cadute di tensione, ma possono<br />
anche condurre a veri e propri malfunzionamenti<br />
del pcb. Un collo di<br />
bottiglia molto stretto può ad esempio<br />
comportarsi come un fusibile e arrivare<br />
a staccare completamente l’alimentazione.<br />
Se la densità di corrente<br />
è sufficientemente elevata, questa può<br />
portare addirittura alla perforazione<br />
del dielettrico, o a un surriscaldamento<br />
tale da innescare la combustione. È<br />
quindi evidente la necessità di monitorare<br />
le aree dei piani in cui le densità<br />
di corrente possono divenire eccessive.<br />
L’analisi in DC delle PDN produce<br />
anche utili informazioni sulla distribuzione<br />
della densità di corrente,<br />
come quelle visibili nel diagramma di<br />
Fig. 4. È infine importante monitorare<br />
anche le correnti che fluiscono attraverso<br />
le via che collegano i piani tra<br />
di loro, o i VRM ai piani. Anche le<br />
via possono infatti costituire dei colli<br />
di bottiglia e delle aree ad alta densità<br />
di corrente, producendo analoghi<br />
malfunzionamenti.<br />
Conclusioni<br />
L’utilizzo, durante la progettazione<br />
delle PDN, di provati principi fondamentali,<br />
abbinati ad analisi condotte<br />
nelle fasi iniziali del processo di progettazione,<br />
possono aiutare i progettisti<br />
a evitare gravi problematiche legate<br />
alla distribuzione dell’alimentazione.<br />
Queste attenzioni contribuiscono<br />
significativamente al rispetto delle<br />
scadenze progettuali e al raggiungimento<br />
degli obiettivi di budget, consentendo<br />
nel contempo di progettare<br />
prodotti più affidabili, in grado di<br />
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PCB febbraio 2012<br />
51
52 PCB febbraio 2012<br />
▶ OLTRE I PCB – PROBLEMATICHE ELETTROSTATICHE<br />
Pavimentazioni ESD:<br />
procedere in sicurezza<br />
Una pavimentazione funzionale deve avere proprietà ben precise e<br />
durevoli per tutta la sua vita utile, o che possano essere facilmente<br />
ristabilite mediante una manutenzione non eccessivamente onerosa.<br />
Ciò vale anche per le proprietà antistatiche richieste per pavimentazioni<br />
installate in EPA. Ecco le regole e i punti fondamentali da rispettare<br />
per la corretta progettazione e installazione di una pavimentazione ESD<br />
di Paola Di Silvestro, Mapei<br />
È<br />
accertato che l’evoluzione dei<br />
processi produttivi, nei settori<br />
di alta tecnologia e nell’industria<br />
elettronica, è diventata così rapida<br />
che rende necessaria una continua<br />
innovazione dei prodotti e dei sistemi<br />
impiegati per la protezione elettrostatica.<br />
Le norme applicabili per la realizzazione<br />
di ambienti in cui la presen-<br />
za di cariche elettrostatiche può rappresentare<br />
un pericolo, sono concepite<br />
per limitare i danni ESD, sia latenti<br />
che immediati.<br />
Ne consegue che queste cariche devono<br />
essere gestite in modo opportuno<br />
e, a tal proposito, la pavimentazione<br />
viene impiegata per attenuare il rischio<br />
di danni potenzialmente introdotti<br />
da oggetti e persone.<br />
Fig. 1 - Stesura di massetto Fig. 2 - Compattazione e finitura<br />
<strong>Il</strong> pavimento ESD, quindi, in aggiunta<br />
alle sue irrinunciabili caratteristiche<br />
di resistenza, di durata, di comfort,<br />
attitudine alla pulizia, ecc., dovrà<br />
avere la capacità di drenare verso terra<br />
tutte quelle cariche che su di esso<br />
si possono formare o con le quali esso<br />
viene a contatto. Un pavimento, “conduttivo<br />
e/o statico dissipativo”, con il<br />
quale le persone e gli oggetti mobili<br />
sono in contatto, costituirà un’efficace<br />
Protezione Passiva utilizzata per<br />
garantire l’equipotenzialità in buona<br />
parte delle postazioni all’interno di<br />
EPA (aree protette da scariche elettrostatiche).<br />
La Protezione Passiva, che viene<br />
fortemente raccomandata nell’industria<br />
elettronica, diviene di primaria<br />
importanza anche per tutti quei luoghi<br />
dove si producono, manipolano<br />
o stazionano sostanze infiammabili o<br />
deflagranti.<br />
Aree quali quella militare, l’industria<br />
di solventi, della carta, del cotone,<br />
dei prodotti chimici, del gas, là dove<br />
una scarica elettrostatica anche di
modesto potenziale può produrre incendi<br />
o deflagrazioni, devono allinearsi<br />
ad alcune tecnologie sempre più<br />
efficienti messe a punto per le esigenze<br />
dell’industria elettronica.<br />
Anche negli ambienti sanitari, sebbene<br />
non più prescritto dalla norma<br />
CEI 64 –8/7 sez. 710 in quanto non si<br />
utilizzano infiammabili come un tempo,<br />
la protezione passiva ottenuta con<br />
un pavimento ESD conduttivo – oppure<br />
statico dissipativo – è comunque<br />
consigliabile, non solo negli ambienti<br />
in cui si somministra ossigeno<br />
e quindi a rischio d’incendio, ma anche<br />
in tutti quei locali, e sono sempre<br />
di più, dove sono presenti complesse<br />
apparecchiature elettroniche medicali<br />
esposte a problemi di compatibilità<br />
elettromagnetica, radiofrequenze e<br />
anche ESD.<br />
Le garanzie di funzionalità<br />
Già da alcuni anni (1999) essendo<br />
la soglia critica di potenziale ammesso<br />
in EPA su personale (HBV – Human<br />
Body Voltage) di 100 V, la tensione di<br />
prova della resistenza verso terra era<br />
stata stabilita in 100 Vcc, per valori di<br />
resistenza stimata tra 1•10 6 e 1•10 8 Ω<br />
(vedi CEI EN 6340 4-1).<br />
All’interno di queste zone, le pavimentazioni<br />
conduttive o statico-dissipative<br />
possono essere considerate idonee<br />
in quasi tutte le situazioni.<br />
Va ricordato che la massima resi-<br />
Fig. 3 -<br />
Lisciatura<br />
del piano<br />
di posa<br />
stenza di sistema persona-calzaturapavimento<br />
deve restare entro il valore<br />
di 3,5•10 7 Ω (≤35 MΩ).<br />
In considerazione dell’evoluzione<br />
tecnologica attestata anche dal recente<br />
rapporto emesso dalle più importanti<br />
industrie del settore elettronico<br />
(White Paper 1 2007 - Industry<br />
Council on ESD Target Level), è evidente<br />
che i componenti saranno maggiormente<br />
esposti a eventi ESD e<br />
pertanto anche la protezione passiva<br />
delle EPA dovrà adeguarsi.<br />
I pavimenti che negli ultimi 50 anni<br />
hanno meglio assolto a questa funzione<br />
appartengono, in larga misura,<br />
alla categoria dei pavimenti “resilienti”.<br />
La resistenza elettrica di questi<br />
pavimenti, la cui base è polimerica,<br />
quindi isolante, viene modificata con<br />
l’aggiunta di elementi conduttivi durante<br />
la produzione, in modo di ottenere<br />
una calibrata capacità di dissipazione<br />
delle cariche elettriche.<br />
La lunga esperienza maturata negli<br />
anni permette ai produttori di dosare<br />
opportunamente i componenti che,<br />
utilizzati con tecniche esecutive specifiche,<br />
garantiscono ottime e durevoli<br />
prestazioni confermate da un controllo<br />
molto accurato.<br />
Per la natura della loro composizione<br />
questi pavimenti possono essere<br />
dotati di un particolare comfort,<br />
silenziosità, elasticità, basso spessore,<br />
ecc. Disponibili solitamente in teli o<br />
piastrelle, possono essere resi monolitici<br />
con saldatura o sigillatura.<br />
Privi di porosità e dotati di buona<br />
resistenza all’usura, questi pavimenti<br />
possono essere posati in sovrapposizione<br />
a pavimenti preesistenti con un<br />
modesto aumento di quota del piano.<br />
Quando sono realizzati e mantenuti<br />
correttamente, essi garantiscono<br />
una conduttività costante.<br />
Requisiti fondamentali<br />
<strong>Il</strong> pavimento idoneo per le zone<br />
EPA dovrà quindi possedere le caratteristiche<br />
sopracitate le quali dovranno<br />
durare per tutta la sua vita.<br />
<strong>Il</strong> buon esito dell’installazione dipende<br />
dall’impiego di prodotti validi<br />
e garantiti, ma anche dalla qualità della<br />
posa in opera; pertanto sarà opportuno<br />
che già in sede progettuale vengano<br />
stabilite le seguenti condizioni:<br />
a) resistenza meccanica e planarità: il<br />
supporto del pavimento dovrà avere<br />
una resistenza meccanica adeguata a<br />
sopportare i carichi a cui il pavimento<br />
sarà sottoposto ed essere piano, solido<br />
e privo di lesioni.<br />
b) umidità: il supporto dovrà essere<br />
asciutto sia durante la posa sia nel<br />
tempo. Le solette realizzate direttamente<br />
su terreno o su vespaio non<br />
sufficientemente aerato, massetti gettati<br />
su strutture recenti o su strati di<br />
coibentazione a pori aperti, su porticati<br />
aperti o su locali umidi, dovranno<br />
tassativamente essere isolati dal loro<br />
piano di appoggio con un’efficace e<br />
durevole impermeabilizzazione o barriera<br />
al vapore. Nel caso in cui l’umidità<br />
di risalita non venisse fermata da<br />
un adeguato e durevole strato impermeabile,<br />
essa potrà produrre problemi<br />
di adesione con rotture e bolle sia su<br />
pavimenti resilienti sia su pavimenti<br />
in resina.<br />
Infatti, se un pavimento cementizio<br />
la cui traspirabilità permette la<br />
fuoriuscita dell’acqua di risalita sotto<br />
PCB febbraio 2012<br />
53
54 PCB febbraio 2012<br />
Fig. 4 - Superficie pronta alla posa<br />
del pavimento<br />
forma di vapore venisse trattato con<br />
una finitura di porosità più bassa o<br />
nulla, si potranno originare pressioni<br />
in grado di staccare o interrompere<br />
la continuità della finitura, cosi come<br />
capita con gli intonaci delle pareti sopra<br />
menzionate.<br />
Non dobbiamo neppure dimenticare<br />
che, fino a 50 anni fa, l’umidificazione<br />
del pavimento di cemento era il<br />
mezzo usato per controllare le cariche<br />
elettrostatiche nei pavimenti dei dinamitifici<br />
o dove si manipolavano gas<br />
o sostanze infiammabili o deflagranti<br />
come nelle sale operatorie.<br />
Ovviamente, per pavimenti attuali<br />
che non consentono la traspirabilità,<br />
sarà necessario fermare l’umidità<br />
di risalita prima della loro posa, mediante<br />
un’efficace e durevole barriera<br />
al vapore o impermeabilizzazione.<br />
Quanto sopra vale sia per le applicazioni<br />
a piano terra ma, in alcuni<br />
casi, anche per strutture sospese (solai)<br />
all’aperto (su porticati). Queste<br />
tecniche sono da applicare anche in<br />
presenza di strati di alleggerimento<br />
(pomice, argilla espansa o lapillo<br />
lavico), che possono cedere successivamente<br />
l’umidità contenuta nelle<br />
loro porosità.<br />
c) conduttività corretta e durevole:<br />
la conduttività del pavimento, ovvero<br />
la sua bassa resistenza elettrica al<br />
passaggio delle cariche elettrostatiche<br />
verso i nodi equipotenziali, deve<br />
essere garantita da adesivi conduttivi<br />
caratterizzati dalla minore resistenza<br />
ohmica possibile, in collaborazione<br />
con opportuni elementi in rame, stabilmente<br />
collegati a terra.<br />
Quando un pavimento conduttivo<br />
è realizzato con elementi adeguati ai<br />
Fig. 5 - Posa di pavimento resiliente su adesivo conduttivo<br />
in ambiente ESD<br />
carichi e al traffico previsto e posato<br />
con adesivi conduttivi validi, di elevate<br />
e durevoli prestazioni meccaniche<br />
e conduttive (resistenza trasversale<br />
≤ 1,0 MΩ), questo può favorire l’equipotenzialità<br />
e la dissipazione di tutte<br />
le cariche elettrostatiche presenti o<br />
addotte da elementi quali le calzature,<br />
le ruote, gli scaffali e così via.<br />
Fig. 6 - Camere ambientali all’interno delle quali adesivi, autolivellanti,<br />
primers e, in generale, materiali per l’edilizia vengono analizzati per valutare<br />
le emissioni di VOC nell’aria (GEV testing method) al fine del conseguimento<br />
della certificazione EMICODE
Fig. 7 - <strong>Il</strong> campione è miscelato, pesato ed applicato su una<br />
lastra non adsorbente di vetro<br />
Fig. 9 - A tempi predefiniti viene prelevata l’aria della<br />
camera utilizzando una pompa, collegando una cartuccia<br />
adsorbente capace di trattenere tutti i composti volatili<br />
presenti nell’aria della camera<br />
Progettazione ed esecuzione<br />
ecosostenibile<br />
di pavimentazioni ESD<br />
Oltre alle suddette regole da rispettare<br />
per una buona progettazione<br />
ed esecuzione delle pavimentazioni,<br />
al giorno d’oggi si presta grande<br />
attenzione al tema sempre più sentito<br />
dell’ecosostenibilità e della sicurezza<br />
negli ambienti di lavoro.<br />
L’eco-sostenibilità in edilizia è un<br />
tema di stretta attualità. Purtroppo<br />
non sempre dietro a questa inflazionata<br />
parola si trovano fatti concreti.<br />
Per quanto riguarda il settore della<br />
posa di pavimentazioni, nello specifico<br />
quelle installate in EPA, negli anni<br />
’70 sono stati introdotti sul mercato<br />
prodotti in dispersione acquosa a basso<br />
contenuto di solvente.<br />
L’impegno si è quindi concretizzato<br />
in programmi di ricerca per lo sviluppo<br />
di prodotti a basse emissioni di sostanze<br />
organiche volatili (VOC) privi<br />
di solvente per migliorare la qualità<br />
dell’aria negli edifici dove sono utilizzati<br />
e, quindi, il benessere sia degli<br />
applicatori sia degli utilizzatori finali.<br />
Strettamente legata alla posa dei<br />
pavimenti resilienti era la questione<br />
del permanere dell’odore, di breve o<br />
lunga durata, che accompagna e segue<br />
questo tipo di applicazione. Al tempo<br />
stesso i consumatori si sono mostrati<br />
sempre più attenti alla qualità<br />
dell’aria, in particolare all’interno<br />
degli edifici e, in generale, a una tipologia<br />
di edilizia “sana. L’industria<br />
dei rivestimenti tessili si è mossa in<br />
questa direzione creando dei marchi<br />
che certificassero i materiali non<br />
Fig. 8 - <strong>Il</strong> provino viene trasferito nella camera ambientale<br />
subito dopo la preparazione<br />
Fig. 10 - Le cartucce vengono infine sviluppate tramite un<br />
desorbitore termico; i composti organici volatili sono separati<br />
tramite gas-cromatografia, identificati con un detector di<br />
massa e quantificati con detector a ionizzazione di fiamma<br />
nocivi e a bassa emissione di sostanze<br />
organiche volatili (VOC): è così<br />
che è stata fondata, nel dicembre<br />
1990, la GuT (Gütegemeinschaft<br />
umweltfreundlicher Teppichboden<br />
e.V.), “Associazione di qualità per pavimenti<br />
tessili ecologici”.<br />
Nel 1993 anche l’industria dei materiali<br />
da costruzione ha raccolto la<br />
sfida del miglioramento della qualità<br />
dell’aria degli interni. Dopo ricerche<br />
promosse a livello individuale<br />
dai vari produttori, nel 1996 sono<br />
stati condotti progetti di ricerca,<br />
in collaborazione con GuT e TFI<br />
(Teppichforschungsinstitut Aachen<br />
– “Istituto di ricerca sulle coperture<br />
di Aachen”), relativamente all’odore<br />
e alle emissioni di VOC rilasciate<br />
dai materiali tessili. <strong>Il</strong> <strong>24</strong> febbraio<br />
1997 i principali produttori di<br />
PCB febbraio 2012<br />
55
Tabella 1 - limiti massimi di emissioni consentiti per prodotti<br />
certificati EC1, EC1 Plus e Blaue Engel<br />
Emissioni residue<br />
dopo 3 giorni<br />
Emissioni residue<br />
dopo 28 giorni<br />
56 PCB febbraio 2012<br />
Criterio<br />
adesivi per la posa dei pavimenti hanno<br />
dato vita al GEV (Gemeinschaft<br />
Emissionskontrollierter<br />
Verlegewerkstoffe, e.V.), l’“Associazione<br />
per il controllo delle emissioni<br />
dei materiali per la posa”, il cui scopo<br />
era, ed è anche oggi, l’elaborazione<br />
e la messa in atto di appropriate norme<br />
e metodi per il controllo, la classificazione<br />
e la marchiatura dei materiali<br />
per la posa, relativamente alle<br />
emissioni di VOC.<br />
In quest’ottica è stato creato il sistema<br />
di classificazione EMICODE,<br />
un tipo di certificazione misurabile,<br />
riscontrabile oggettivamente, documentabile<br />
e, di conseguenza, estremamente<br />
affidabile.<br />
La comunicazione con le aziende e<br />
la definizione e il perseguimento degli<br />
obiettivi dell’Associazione hanno<br />
comportato un’enorme mole di lavoro<br />
in ambito tecnico. È stato necessario<br />
elaborare e testare un sistema di valutazione<br />
che fosse in grado di individuare<br />
la presenza di sostanze organiche<br />
volatili, valutandone la quantità. Si<br />
sono dovuti stabilire dei limiti rigorosi,<br />
il cui rispetto garantisse che non venissero<br />
rilasciate in aria sostanze organiche<br />
volatili in quantità tali da influire<br />
rilevantemente a livello fisiologico.<br />
GEV<br />
Emicode<br />
EC1 PLUS<br />
GEV<br />
Emicode<br />
EC1<br />
Blaue<br />
Engel<br />
TVOC μg/m3 750 1000 1000<br />
Somma dei componenti<br />
carcinogeni μg/m3 10 10 10<br />
Formaldeide μg/m3 50 50 –<br />
Acetaldeide μg/m3 50 50 –<br />
TVOC μg/m3 60 100 100<br />
TSVOC μg/m3 40 50 50<br />
R 1 – 1<br />
VOC senza LCI 40 – 40<br />
Se il sistema di certificazione<br />
EMICODE ha avuto origine con gli<br />
adesivi per rivestimenti tessili per pavimenti,<br />
è pur vero che si è velocemente<br />
esteso fino a coinvolgere altre<br />
categorie di prodotti.<br />
Perciò oggi numerosi adesivi per<br />
parquet, primer, livellanti e lisciature<br />
sono certificati “EMICODE EC1” ed<br />
“EMICODE EC1 Plus” (a bassissima<br />
emissione di sostanze organiche volatili).<br />
Una conseguenza di questo processo<br />
è la modifica del nome del GEV<br />
che è divenuto “Gemeinschaft emissionskontrollierter<br />
Verlegewerkstoffe,<br />
Klebstoffe und Bauprodukte e.V.”<br />
o Associazione per il controllo delle<br />
emissioni dei materiali per la posa,<br />
adesivi e prodotti per edilizia.<br />
Per gli architetti e i direttori dei<br />
cantieri EMICODE è un prezioso<br />
aiuto quando devono orientarsi<br />
all’interno dell’ampia offerta di<br />
prodotti per edilizia a disposizione.<br />
Questo sistema di certificazione<br />
rende infatti possibile la realizzazione<br />
dell’intero pavimento mantenendo<br />
un bassissimo livello di emissioni<br />
di VOC; è quindi possibile disporre<br />
di sistemi di posa “ECO-Sostenibili”<br />
composti da malte premiscelate per<br />
il confezionamento di massetti a pre-<br />
sa normale ed asciugamento rapido,<br />
primer promotori di adesione, consolidanti<br />
e impermeabilizzanti, rasature<br />
tissotropiche e autolivellanti,<br />
adesivi per la posa di piastrelle ceramiche,<br />
materiale lapideo, parquet, resilienti<br />
e tessili.<br />
L’EMICODE indica, appunto, il<br />
livello di emissioni e, dunque, si propone<br />
in primo luogo di garantire la<br />
protezione dell’utilizzatore finale.<br />
Un’ulteriore certificazione dei prodotti<br />
per pavimentazioni è il Blaue<br />
Engel: anche questo marchio garantisce<br />
sia ai posatori che agli utilizzatori<br />
finali una buona qualità dell’aria.<br />
GEV e Blaue Engel sono classificazioni<br />
entrambe molto severe, che valutano<br />
le possibili emissioni di sostanze<br />
organiche volatili dai prodotti per<br />
l’edilizia sia a breve (3 giorni) che a<br />
lungo termine (28 giorni) dall’applicazione<br />
del prodotto in apposite camere<br />
ambientali. Entrambe le certificazioni<br />
considerano i prodotti basso<br />
emissivi in base al loro Total VOC<br />
(la somma di tutti i composti organici<br />
volatili emessi dopo un certo tempo<br />
dalla posa del prodotto) e all’assenza<br />
di emissioni di composti cancerogeni<br />
quali, ad esempio il benzene, l’acetaldeide,<br />
la formaldeide, il diossano e<br />
così via.<br />
In Tab. 1 vengono riportati i limiti<br />
massimi di emissioni consentiti per<br />
prodotti certificati EC1, EC1 Plus e<br />
Blaue Engel.<br />
Esistono infine a livello internazionale<br />
numerosi altri label che garantiscono<br />
l’eco sostenibilità per rispondere<br />
alle diverse esigenze dei mercati locali<br />
(ad esempio, la certificazione M1<br />
per Finlandia).<br />
(<strong>Il</strong> testo è stato presentato in occasione<br />
del XIII CONGRESSO NAZIONALE ESD,<br />
Marostica 26 Maggio 2011)<br />
Mapei<br />
www.mapei.com
in collaborazione con<br />
È lieta di invitarLa al<br />
4° WorkShop i-tronik<br />
Incontro di tecnologia tra specialisti<br />
del settore e utilizzatori fi nali<br />
<strong>Il</strong> 21 e 22 marzo 2012 ore 9.00 presso la nostra sede di i-tronik<br />
Durante il WorkShop sarà possibile vedere in funzione i seguenti sistemi<br />
• Pick & Place Cobra ed Expert di Essemtec<br />
• Saldatrice selettiva ELS3.3 di Inertec<br />
• Macchina di lavaggio Compaclean per pcb di PBT<br />
• Macchina di lavaggio Stencilclean SIA per telai serigrafi ci di PBT<br />
• Forno Vapour Phase con il vacuum di IBL<br />
• Camera climatica MK di Binder<br />
• Software per la tracciabilità e gestione commesse Asytrack<br />
Particolare attenzione sarà dedicata alla presentazione delle macchine TRI<br />
• Sistemi di ispezione AOI/SPI in-line<br />
• Macchina AXI, raggi X 3D in-line<br />
• Sistemi di collaudo in-circuit, batch e in-line<br />
Inoltre, i-tronik offrirà la possibilità, su richiesta e a seguito<br />
della compilazione del modulo dedicato, di un approfondimento<br />
mirato sui sistemi ICT e X-RAY in-line che si svolgerà<br />
durante la mattinata di entrambe le date in uno spazio<br />
appositamente allestito.<br />
Le aziende che aderiranno all’iniziativa potranno testare le<br />
performance di ogni singolo prodotto e approfondirne la<br />
conoscenza, confrontandosi direttamente con i responsabili<br />
commerciali e tecnici delle case produttrici rappresentate<br />
da i-tronik.<br />
Le persone interessate a partecipare all’evento potranno<br />
scaricare il modulo di adesione dal nostro sito. La<br />
conferma di partecipazione dovrà essere inviata via fax allo<br />
049 893.48.22 oppure via e-mail a s.ghita@itronik.it entro<br />
e non oltre il 09-03-2012.<br />
i-tronik S.p.A. - Tel. 049 895.23.02 - www.itronik.it
58 PCB febbraio 2012<br />
▶ OLTRE I PCB – STACK 3D<br />
DRAM 3D su Logica:<br />
esperienze e valutazioni<br />
IMEC realizza un dimostratore e un modello<br />
di test per stack 3D eterogenei<br />
di Eric Beyne, IMEC<br />
tridimensionale<br />
(3D) o verticale è una tecno-<br />
L’integrazione<br />
logia molto promettente per<br />
i progetti IC di domani. <strong>Il</strong> 3D offre<br />
allo sviluppatore numerose possibilità<br />
alternative, alla ricerca di soluzioni di<br />
sistema economicamente convenienti<br />
su un unico chip. Esso consente ulte-<br />
riori riduzioni del fattore di forma<br />
rispetto alle attuali soluzioni a livello<br />
di sistema e supera i limiti tradizionali<br />
delle interconnessioni dei singoli<br />
componenti del sistema.<br />
<strong>Il</strong> progresso tecnologico più importante<br />
del principio 3D è l’interconnessione<br />
ottimale, ottenuta attraverso<br />
la realizzazione di un die costituito da<br />
più chip impilati. Questo vale soprattutto<br />
in virtù dell’esigenza determinata<br />
dai costi di combinare, nei progetti<br />
a livello di sistema, tecnologie di processo<br />
di provenienza diversa - provenienti<br />
da diversi impianti produttivi<br />
- in piattaforme eterogenee. Si ottiene<br />
come risultato finale una densità di<br />
I/O superiore di un fattore 16 rispetto<br />
alle tecniche attualmente in uso.<br />
Le colonne portanti della tecnologia<br />
3D sono costituite dai TSV (fori<br />
passanti attraverso il silicio), dall’assottigliamento<br />
dei wafer e dalle microsfere.<br />
Per queste tecniche sono attualmente<br />
disponibili soluzioni di<br />
processo, dati di affidabilità e regole<br />
di progetto. La tecnica più avanzata<br />
appare essere la formazione dei TSV.<br />
Le altre fasi del processo, come ad<br />
esempio l’incollaggio e la rimozione<br />
dell’incollaggio di uno strato di trasporto<br />
in silicio o in vetro in condizioni<br />
di temperatura sensibili, o l’uso<br />
di una soluzione senza strato di trasporto,<br />
l’assottigliamento del wafer<br />
con relativa movimentazione e passivazione<br />
del lato posteriore, e non<br />
da ultimo l’alloggiamento, richiedono<br />
progressi precisi per i processi di<br />
fabbricazione in grossi volumi.<br />
Attualmente si ricorre alla tecnica<br />
a microsfere in corrispondenza di dimensioni<br />
pari a 20 μm.<br />
In merito all’underfill, la discussione<br />
verte su diversi approcci come<br />
le tecniche capillari tradizionali, il<br />
No-flow Underfill e la tecnica WLUF<br />
(Wafer-Level Laminated Underfill)
esplorata da IMEC, la quale applica il<br />
materiale di riempimento prima della<br />
suddivisione in die all’intero wafer<br />
attraverso spin coating o laminazione.<br />
IMEC ha presentato i risultati sperimentali<br />
relativi a questa tecnica.<br />
Attraverso il processo TSV, IMEC<br />
persegue il proprio principio dei “fori<br />
di via in mezzo”, ossia della formazione<br />
dei TSV dopo il passaggio<br />
FEOL, ma prima dell’interconnessione<br />
BEOL (Fig. 1). La tecnologia<br />
“Cu-nail” Damascene inoltre produce<br />
fori di via in un semplice passaggio<br />
litografico con un rapporto di forma<br />
elevato, con un diametro di 5 μm<br />
per una lunghezza di 50 μm.<br />
Di questi aspetti critici per il processo<br />
si è occupato il progetto di cooperazione<br />
avviato da IMEC, cui partecipano<br />
numerosi partner industriali.<br />
Uno stack eterogeneo<br />
con DRAM e chip di Logica<br />
Allo scopo di valutare le proposte<br />
di soluzioni attualmente disponibili<br />
delle industrie interessate nel progetto,<br />
IMEC ha sviluppato e prodotto,<br />
sulla base di una lunga attività di<br />
ricerca e delle esperienze maturate nel<br />
campo dell’integrazione 3D con numerosi<br />
partner di processo coinvolti,<br />
un chip eterogeneo, il quale combina<br />
risorse di memoria e di logica in<br />
uno stack - denominato DRAM-on-<br />
Logic. Da questa cooperazione con<br />
l’industria derivano importanti conoscenze<br />
per progetti futuri di integrazione<br />
in 3D.<br />
<strong>Il</strong> chip da noi realizzato è basato su<br />
un processo IC CMOS proprietario<br />
di IMEC.<br />
Sopra di questo è applicata una<br />
DRAM disponibile in commercio,<br />
utilizzando TSV e microsfere.<br />
È inoltre integrato un riscaldatore,<br />
per controllare gli effetti di eventuali<br />
hot spot in corrispondenza dei refresh<br />
della DRAM. Inoltre, l’archi-<br />
Fig. 1 - Formazione dei TSV con la tecnica “Via-middle” di IMEC<br />
tettura comprende anche strutture<br />
di test per il monitoraggio dei diversi<br />
parametri che influiscono sulle prestazioni<br />
funzionali di un tipico stack<br />
3D: stress termomeccanico, il rischio<br />
di scariche elettrostatiche (ESD), le<br />
caratteristiche elettriche dei TSV e<br />
delle microsfere, i modelli di errore<br />
per i TSV, ecc.<br />
Risultati a livello di sistema<br />
e relativi al processo<br />
<strong>Il</strong> punto di vista tecnologico<br />
Dal punto di vista tecnologico, si<br />
osserva come risultato, che è richiesto<br />
uno spessore minimale del wafer<br />
di 50 μm, per tenere sotto controllo<br />
gli hot spot locali sul die logico.<br />
Gli hot spot sono generati da differenze<br />
locali della dissipazione del calore,<br />
e provocano gradienti di temperatura<br />
locali distribuiti irregolarmente<br />
sul die della memoria. Ciò potrebbe<br />
portare a una riduzione del tempo<br />
di hold nelle celle di memoria della<br />
DRAM. In realtà, alla fine il nostro<br />
dimostratore dello stack 3D ha<br />
evidenziato che la DRAM funge da<br />
dissipatore efficace di calore per il die<br />
logico. In questo modo viene ridotta<br />
l’intensità degli hot spot e l’aumento<br />
di temperatura nella DRAM è fortemente<br />
limitato.<br />
I risultati di una serie di esperimenti<br />
I risultati della nostra serie di<br />
esperimenti permettono di calibrare i<br />
nostri modelli termici, che dovrebbero<br />
essere attuati come tool per l’automazione<br />
dei progetti 3D (EDA).<br />
Oltre a ciò, abbiamo formulato più<br />
di 40 nuove regole di progetto dedicate<br />
e i modelli per la tecnologia<br />
3D - dalle regole basilari del progetto<br />
elettrico fino alle regole specifiche<br />
per il Design-for-Manufacturability.<br />
I risultati raggiunti<br />
Abbiamo raggiunto queste importanti<br />
pietre miliari per il processo<br />
in stretta collaborazione con i nostri<br />
partner per l’integrazione 3D, fra<br />
i quali figurano produttori di memorie<br />
e di IC, oltre che di alloggiamenti<br />
e di strutture per il test. Abbiamo<br />
coinvolto sin dall’inizio tutti i partner<br />
della filiera.<br />
PCB febbraio 2012<br />
59
60 PCB febbraio 2012<br />
Fig. 2 - Dimostratore DRAM-on-Logic di IMEC con strutture di test per diversi<br />
parametri di processo come TSV, assottigliamento del wafer e stacking<br />
Questo ha portato a precisi accordi<br />
di varia natura sui parametri di processo.<br />
Ci siamo anche occupati intensamente<br />
dei problemi legati alla proprietà<br />
intellettuale, alla garanzia e<br />
all’attribuzione delle risorse sul sistema<br />
DRAM-on-Logic.<br />
L’applicazione finale<br />
Last but not least, abbiamo individuato<br />
una chiara e convincente applicazione<br />
finale come base per il nostro<br />
progetto. Questo ci consente di concentrarci<br />
in modo efficace sulle nostre<br />
risorse e, partendo da ciò, di convincere<br />
i nostri partner nella filiera a supportare<br />
lo sviluppo della tecnologia TSV.<br />
Per questo motivo abbiamo sviluppato<br />
un tool dedicato con i nostri partner<br />
EDA e fabless - il flusso Pathfinding.<br />
Con questo tool possiamo ben consolidare<br />
l’argomento di vendita a favore<br />
delle soluzioni DRAM-on-Logic.<br />
Quindi, in base a ciò, noi sosteniamo<br />
i nostri partner nella valutazione della<br />
struttura costi/benefici della tecnica<br />
DRAM-on-Logic per i loro progetti<br />
specifici. Con il flusso Pathfinding i<br />
nostri partner valutano i propri concetti<br />
di prodotto per il 3D, e proprio nel<br />
primo stadio del progetto del sistema,<br />
prima che si rendano necessari gli investimenti<br />
più consistenti per la produzione.<br />
Per di più, si ha che il rapido<br />
flusso di progettazione abbraccia anche<br />
un modello per una stima dei costi<br />
dell’integrazione 3D.<br />
Di conseguenza, noi utilizziamo<br />
il modello non solo come strumento<br />
per la stima del rapporto costi/benefici<br />
dei diversi progetti, ma anche per<br />
ridurre i costi della tecnologia 3D.<br />
Argomenti a favore<br />
degli stack 3D eterogenei<br />
Siamo convinti che le esperienze<br />
maturate complessivamente durante<br />
il progetto, nel campo della progettazione<br />
e della fabbricazione di questo<br />
chip DRAM-on-Logic aiuteranno<br />
anche a sviluppare la prossima generazione<br />
di IC sotto forma di stack 3D.<br />
Essi puntano soprattutto alle applicazioni<br />
mobili del futuro di circuiti a<br />
basso consumo, con requisiti crescen-<br />
ti di ampiezza di banda e con funzioni<br />
analogiche. A questo scopo abbiamo<br />
realizzato il dimostratore della tecnologia<br />
3D DRAM-on-Logic (Fig. 2).<br />
Un altro filone di sviluppo ricco di<br />
prospettive dell’integrazione 3D è dato<br />
dai sistemi ad alte prestazioni dotati<br />
di grandi densità di memoria e di<br />
processori ad alte prestazioni che richiedono<br />
inoltre lo strato di interposizione<br />
al silicio (“2.5 D”) in Stack. In<br />
generale, sul lungo termine i fattori<br />
trainanti della tecnologia 3D sono costituiti<br />
dagli stack di memoria ad alta<br />
densità e dalla tecnica di produzione<br />
dei microsistemi, la quale aumenta<br />
anche l’integrazione dei MEMS.<br />
La necessità<br />
di una roadmap<br />
Dopo la conclusione del progetto<br />
si ottiene una visione d’insieme della<br />
portata dei risultati, come piattaforma<br />
per l’integrazione compatta dei<br />
sensori. Tali risultati renderanno possibile<br />
l’integrazione orientata al SoC<br />
dei sensori con componenti analogici<br />
e digitali. Inoltre essi porteranno a<br />
una radicale riduzione del fattore di<br />
forma.<br />
Un’anticipazione: sulla base delle<br />
esperienze sin qui raccolte, riteniamo<br />
necessario creare una roadmap chiara<br />
e orientata ai prodotti. Questa roadmap<br />
deve consentire alla filiera di<br />
concentrarsi sulla tecnologia di processo,<br />
sull’integrazione e sulla R&D per la<br />
progettazione a livello di sistema.<br />
<strong>Il</strong> progetto qui descritto è stato portato<br />
a termine in collaborazione con i<br />
partner chiave di IMEC nell’ambito del<br />
programma CMOS principale. Si annoverano<br />
inoltre Globalfoundries, Intel,<br />
Micron, Panasonic, Samsung, TSMC,<br />
Fujitsu, Sony, Amkor, Qualcomm,<br />
Xilinx, Altera e Nvidia.<br />
IMEC<br />
www2.imec.be
62 PCB febbraio 2012<br />
▶ PRODUZIONE – SUGGERIMENTI D’AUTORE<br />
Definizione<br />
e valutazione di un<br />
processo di cleaning<br />
Dichiarazioni e suggerimenti quasi ovvi, ma mai<br />
ripetuti abbastanza quando si tratta di cleaning:<br />
come affrontare preparati le varie fasi nella<br />
pulitura di schede e assemblati<br />
di Tom Forsythe, Kyzen<br />
Quando si sente parlare di<br />
sistemi di cleaning di solito<br />
l’idea collegata è quella di<br />
macchine che fanno parte di una linea<br />
produttiva, spesso di dispositivi di<br />
grandi dimensioni. Oggi affrontiamo<br />
invece la situazione da una prospettiva<br />
leggermente diversa. Affronteremo<br />
tutte le fasi dell’intero processo di cleaning<br />
e discuteremo in breve la loro<br />
importanza in relazione a ogni altro<br />
processo di pulizia.<br />
Una vasta gamma di attrezzature per simulare o sviluppare il processo di completa<br />
pulizia in un ambiente privo di rischi per l’operatore<br />
Da dove iniziare? Stranamente il<br />
primo passo nella definizione dei processi<br />
di cleaning parte con le operazioni<br />
attuate dall’operatore stesso.<br />
<strong>Il</strong> tutto prende il via dalla valutazione<br />
del substrato o dell’assemblato<br />
che devono essere sottoposti a cleaning<br />
e dai residui che da questi devono<br />
essere rimossi. Gli stencil sono<br />
normalmente più semplici da trattare<br />
che non gli assemblati, ma tendono a<br />
essere maggiormente sensibili alle alte<br />
temperature. La pasta saldante non<br />
ancora sottoposta a fusione è generalmente<br />
più semplice da pulire rispetto<br />
a quella generata dalle operazioni<br />
di post-reflow e, come ci si può aspettare,<br />
nessun residuo di pulitura è più<br />
difficile da eliminare dei residui solubili<br />
all’acqua.<br />
L’oggetto in esame<br />
Perché iniziare dai residui e dalla<br />
parte da sottoporre a pulizia? Sono<br />
questi i due elementi determinano la<br />
definizione del processo di cleaning.<br />
Le dimensioni delle parti che devono<br />
essere pulite determinano naturalmente<br />
le dimensioni della camera di<br />
pulizia della macchina di cleaning.<br />
È chiaro che l’elemento da pulire<br />
deve poter essere introdotto agevolmente<br />
nella macchina. Le parti da<br />
sottoporre a pulizia e i residui da eliminare<br />
determinano quindi la selezione<br />
dell’agente di pulizia.
È un po’ come a casa propria, dove<br />
utilizziamo di detersivi diversi a seconda<br />
delle cose che dobbiamo da pulire:<br />
il lavaggio dell’automobile, quello<br />
dei piatti, quello dei vestiti, senza<br />
contare poi i prodotti per l’igiene<br />
personale; lo stesso vale per ogni<br />
operazione di produzione. Nel mondo<br />
dell’elettronica oggi, i materiali di<br />
pulitura a base d’acqua – cioè i liquidi<br />
concentrati diluiti in acqua direttamente<br />
dall’utilizzatore - sono i più<br />
comunemente usati. Tali materiali<br />
vanno dai più vecchi come composizione,<br />
di solito i più corrosivi e pericolosi<br />
per la loro composizione chimica,<br />
ai più sicuri, quelli a bassa acidità<br />
e assai più efficaci delle nuove composizioni.<br />
Se si parte da zero o se si<br />
considera un possibile aggiornamento<br />
dei processi preesistenti, raramente<br />
c’è bisogno di ricorrere a materiali di<br />
più vecchia composizione. <strong>Il</strong> consiglio<br />
è quindi quello di procedere con una<br />
mentalità “verde”.<br />
Alla ricerca<br />
del prodotto ideale<br />
Rispettare l’ambiente suona senz’altro<br />
invitante, ma come? La prima cosa<br />
da farsi è trovare l’agente di pulizia<br />
che sia il più adatto possibile ai residui<br />
da eliminare e ai substrati da pulire.<br />
Sebbene ciò possa sembrare difficile<br />
da mettere in pratica, si tratta in<br />
realtà di qualcosa di tutto sommato<br />
semplice.<br />
Sul mercato naturalmente esiste<br />
una vasta gamma di produttori di materiali<br />
di pulizia. Alcuni sanno immediatamente<br />
quale prodotto proporre:<br />
ciò avviene in genere quando tali produttori<br />
dispongono di un catalogo di<br />
prodotti ridotto o, addirittura, quando<br />
trattano un solo prodotto; di solito<br />
i prodotti di composizione più vecchia<br />
sembrano essere ideali per qualsiasi<br />
applicazione. Naturalmente è più<br />
facile adattarsi a un prodotto solo, che<br />
Tom Forsythe, vicepresidente di Kyzen<br />
non riuscire a trovare un articolo fra<br />
tanti che si adatti esattamente alle<br />
proprie esigenze. Un ulteriore punto è<br />
che i prodotti a base d’acqua richiedono<br />
una particolare attenzione nei confronti<br />
della concentrazione del materiale<br />
di pulizia, che deve collocarsi entro<br />
un range ottimale, in genere compreso<br />
fra il 10 e il 20% rispetto alla<br />
quantità d’acqua. Ciò è semplice da<br />
ottenere e richiede una dose minima<br />
di attenzione.<br />
Le aziende più importanti a livello<br />
industriale possiedono una vasta<br />
gamma di prodotti da destinare alle<br />
esigenze più varie presentate da centinaia<br />
di prodotti di saldatura venduti<br />
in ogni parte del mondo. Tali aziende<br />
hanno studiato centinaia di materiali<br />
di saldatura diversi, pertanto conoscono<br />
bene quali dei loro prodotti<br />
possano essere più adatti per ottenere<br />
le migliori soluzioni. Naturalmente il<br />
dato più importante in questa analisi<br />
è quale sia in realtà il materiale di saldatura<br />
da pulire e le informazioni relative<br />
al substrati, di modo da condividere<br />
tali informazioni aumentando la<br />
complessiva rapidità del processo.<br />
Validazione mediante test<br />
Come secondo passo viene la validazione<br />
mediante test. Di nuovo è<br />
possibile pensare che sia facile da dire,<br />
ma come si fa quando non si disponga<br />
di un proprio sistema di cleaning<br />
oppure nel caso in cui il sistema a disposizione<br />
non disponga di un tempo<br />
di inattività da condividere con la fase<br />
di test? Esistono anche in questo caso<br />
aziende fornitrici che possono aiutare.<br />
Queste dispongono di laboratori<br />
applicativi in tutto il mondo che possono<br />
fornire tale servizio di test o che<br />
sappiano chi lo possa offrire.<br />
I laboratori presenti in tali aziende<br />
non solo dispongono di tutti i tipi<br />
di macchine di cui si può aver bisogno,<br />
ma quelli più avanzati dispongono<br />
di macchine di verifica che vanno<br />
dai microscopi digitali ad alta potenza<br />
e dalle macchine di test per residui<br />
ionici fino ai dispositivi per la cromatografia<br />
ionica e i FTIR (Fourier<br />
Transform Infrared Spectroscopy),<br />
cioè alle macchine di Spettroscopia<br />
IR in trasformata di Fourier. A questi<br />
si affiancano tutto quegli esperti che<br />
PCB febbraio 2012<br />
63
64 PCB febbraio 2012<br />
Lo staff tecnico sceglie la chimica più efficace per il processo di pulizia<br />
possono seguire le valutazioni e mettere<br />
a disposizione la propria esperienza<br />
tecnico-scientifica.<br />
Ora, è stato dunque valutato ciò di<br />
cui si ha necessità per avviare il processo<br />
di pulizia e quali siano i prodotti<br />
necessari per rimuovere le impurità.<br />
È stata valutata una gamma di materiali<br />
di pulizia (e i relativi fornitori)<br />
che siano adatti alle proprie necessità.<br />
Ora abbiamo a disposizione il materiale<br />
di pulizia o, almeno, un paio fra<br />
i selezionati e conosciamo quali siano<br />
le macchine necessarie per eseguire il<br />
processo: spray, ultrasuoni o spray in<br />
immersione.<br />
Requisiti di processo<br />
Vediamo ora di valutare quali siano<br />
i requisiti di processo: a quanto ammonta<br />
il volume dei substrati che devono<br />
essere valutati? Si tratta di elementi<br />
esotici, parti di alto valore intrinseco<br />
che vengono prodotti in poche<br />
unità o in poche dozzine alla settimana,<br />
oppure si tratta di una produzione<br />
in grandi volumi con migliaia di<br />
pezzi prodotti?<br />
O si tratta invece di un prototipo<br />
e il contratto per una produzione<br />
in volume è ancora di là da venire?<br />
Vediamo questi temi uno per uno<br />
partendo dal minore.<br />
Prototipi<br />
I prototipi, per diversi motivi, sono<br />
i più critici da trattare. <strong>Il</strong> motivo è che<br />
spesso questi sono un target in movimento.<br />
<strong>Il</strong> progetto non è ancora definitivo,<br />
così come i materiali e i componenti<br />
da utilizzare non sono ancora<br />
ben definiti; spesso il cliente finale sta<br />
ancora finalizzando le specifiche e, in<br />
alcuni casi, sono ancora incerti i volumi<br />
che ci si aspetta, sebbene, naturalmente,<br />
questi possano essere ingenti.<br />
La valutazione dei prototipi avviene<br />
di solito facendo riferimento alle<br />
principali aziende fornitrici di materiali<br />
e ai loro laboratori completi dei<br />
migliori strumenti test; questi elementi<br />
rappresentano il migliore aiuto<br />
per chi operi con prototipi. Bisogna<br />
ricordare che queste aziende beneficiano<br />
dell’esperienza di migliaia di loro<br />
clienti; non hanno una conoscenza<br />
assolutamente totale, ma hanno cer-<br />
tamente visto molte cose. Le équipe<br />
di laboratorio possiedono una competenza<br />
tale da poter valutare nel migliore<br />
dei modi nuovi progetti emergenti<br />
in relazione a quanto e a come<br />
questi debbano essere sottoposti a<br />
processo di cleaning. Essi hanno inoltre<br />
la possibilità di testare tali sistemi<br />
usando una varietà di metodi diversi<br />
su tutto lo spettro produttivo, offrendo<br />
tutti i dati necessari nel momento<br />
in cui si renda necessario chiudere<br />
il programma e passare alla produzione.<br />
In questo caso l’elemento chiave è<br />
la comunicazione.<br />
<strong>Il</strong> solo modo in cui questi esperti<br />
possono aiutarci è di condividere con<br />
questi il diritto d’informazione, anche<br />
se si tratta di progetti ancora in corso<br />
di sviluppo. Non bisogna però stupirsi<br />
se accordi di non divulgazione siano<br />
abbastanza comuni durante le valutazioni,<br />
specialmente con progetti relativi<br />
a prototipi.<br />
Produzione in volumi limitati: ovvero,<br />
come farsi aiutare dai fornitori<br />
Mettiamo ora che il progetto abbia<br />
ormai superato la fase prototipale<br />
e che sia pronto ad andare in produzione.<br />
Mettiamo anche che si tratti di<br />
un progetto speciale, con alti margini,<br />
caratterizzato da volumi modesti, con<br />
poche dozzine di assemblati al giorno.<br />
In questo caso dovremmo considerare<br />
un complesso di sistemi di pulizia<br />
per lotti. Esistono diversi motivi<br />
per fare questa scelta: i sistemi per lotti<br />
più comunemente usati oggi sono<br />
i sistemi di pulizia ad armadio simili<br />
alle lavastoviglie. Questi sistemi hanno<br />
dimostrato per molti anni di essere<br />
una scelta giusta con centinaia, se non<br />
migliaia di dispositivi utilizzati in tutto<br />
il mondo da un grandissimo numero<br />
di utilizzatori.<br />
I fornitori più importanti sono facili<br />
da selezionare. Questi sono presenti<br />
infatti sul mercato da molti anni<br />
e possiedono una forte reputazione
<strong>Il</strong> tuo sistema di cleaning sta<br />
prendendo la strada sbagliata?<br />
Lascia che<br />
ti indichi la giusta direzione<br />
Kyzen è specializzata in prodotti chimici di<br />
precisione per l’elettronica, per il packaging<br />
avanzato, per le fi niture metalliche e per<br />
le applicazioni aerospaziali. L’esperienza<br />
della nostra azienda e il supporto rivolto<br />
alla clientela garantiscono soluzioni di<br />
processo integrato di cleaning capaci di<br />
risolvere qualsiasi problema di pulizia. Noi<br />
vi offriamo un prodotto di prova assolutamente affi dabile che vi<br />
permetterà di verifi care la qualità dei risultati raggiungibili con<br />
i prodotti Kyzen. Chiamaci oggi per valutare personalmente i<br />
processi di cleaning che Kyzen offre ai propri clienti.
66 PCB febbraio 2012<br />
per quello che riguarda servizio e<br />
qualità dei prodotti. Non c’è da stupirsi,<br />
dunque, che queste aziende siano<br />
proprio quelle che adottano i sistemi<br />
più all’avanguardia e aumentano<br />
costantemente i loro articoli presenti<br />
in catalogo, il tutto a beneficio<br />
di chi ne abbia bisogno. La nostra<br />
è un’industria globale e i fornitori<br />
più importanti possono essere trovati<br />
in ogni parte del mondo; è possibile<br />
dunque trovarli pronti, disponibili<br />
e capaci di dimostrare le potenzialità<br />
dei loro sistemi.<br />
Essi sono inoltre estremamente<br />
competenti per quello che riguarda<br />
praticamente tutti i materiali<br />
di pulizia disponibili sul mercato.<br />
Nel corso di questa valutazione i produttori<br />
di macchine realizzeranno il<br />
migliore sistema di cleaning possibile<br />
avvalendosi dell’esperienza e dei dati<br />
trasmessi al laboratorio di applicazione<br />
dei materiali. La chiave di questo<br />
processo è quella di valutare il lavaggio<br />
adeguato, così come i tempi di risciacquo<br />
e di asciugatura per riuscire a<br />
raggiungere quanto stabilito. In un sistema<br />
per lotti ognuno di questi passi<br />
può essere ottimizzato individualmente<br />
per raggiungere il processo più ottimizzato<br />
nel complesso globale del processo<br />
di pulizia. <strong>Il</strong> lavoro di ottimizzazione<br />
compiuto direttamente permetterà<br />
di ridurre tempo e costi rispetto a<br />
quanto eseguito direttamente in linea<br />
durante il processo di produzione. Ci si<br />
ricordi sempre che un’accurata pianificazione<br />
mette al riparo da una inevitabile<br />
scarsità di performance.<br />
Quando si programmano tali valutazioni<br />
con i costruttori di macchine,<br />
si cerchi naturalmente di tenere informati<br />
e coinvolgere direttamente i fornitori<br />
di materiali di consumo. Tuitto<br />
ciò permette di approfittare della ricchiezza<br />
d’informazioni che sia i fornitori<br />
di macchine sia quelli di materiali<br />
di consumo possono offrire nel loro<br />
complesso.<br />
Prodotti di fascia alta e alti volumi<br />
Ora osserviamo invece la situazione<br />
quando ci si trovi a dover sottoporre<br />
a cleaning un prodotto di fascia alta<br />
e in grandi volumi. In questo caso sarà<br />
preferibile optare per un sistema di<br />
pulizia continuo in linea.<br />
La differenza chiave tra un sistema<br />
per lotti e uno in linea è che i tempi<br />
di lavaggio, risciacquo e asciugatura<br />
di quest’ultimo si basano sulle dimensioni<br />
della macchina di pulizia e sulla<br />
velocità del nastro convogliatore fra le<br />
varie macchine della linea stessa.<br />
Di solito è presente un unico nastro<br />
trasportatore per l’intero sistema,<br />
in modo che basta variare la velocità<br />
per regolare il giusto lavaggio, il corretto<br />
risciacquo e l’ottimale tempo di<br />
asciugatura.<br />
Di nuovo, i fornitori ufficiali operanti<br />
in questo segmento di mercato<br />
possiedono anni di esperienza sulle<br />
spalle. Loro stessi avranno la possibilità<br />
di adeguarsi al lavoro eseguito<br />
presso il laboratorio materiali di<br />
modo da progettare il migliore processo<br />
adeguato alle proprie necessità.<br />
Spesso nella progettazione di una<br />
macchina per la pulizia parte proprio<br />
dalla velocità del nastro convogliatore.<br />
Questo calcolo di produttività è abbastanza<br />
facile da ottenere; la sfida si<br />
presenta quando il lavoro deve essere<br />
eseguito in velocità. In particolare,<br />
ciò significa progettare le dimensioni<br />
della sezione di lavaggio in modo tale<br />
da far sì che il tempo di pulizia sia abbastanza<br />
lungo da consentire un adeguato<br />
processo di lavaggio ai substrati<br />
coinvolti.<br />
Le dimensioni della sezione di lavaggio<br />
non fanno parte del processo<br />
finalizzato al risparmio economico<br />
pensato quando si tratta di dover<br />
acquistare un sistema di lavaggio.<br />
Questi sistemi sono abbastanza robusti<br />
e consentono moltissimi anni di<br />
costante utilizzo prima di dover essere<br />
sostituiti. Non sapremo mai quali po-<br />
trebbero essere i progetti che ci aspettano<br />
un domani, così come le potenzialità<br />
che in tale processo ci verranno<br />
richieste.<br />
Una volta ancora: l’importante lavoro<br />
di ottimizzazione del processo<br />
richiede che si tenga conto dei substrati<br />
e del tempo che a questi deve<br />
essere destinato. Entrambi questi elementi<br />
non possono essere dissociati.<br />
Un ultimo dettaglio da tenere in<br />
considerazione è quello che riguarda i<br />
sistemi in linea: questi tendono a essere<br />
destinati ad alti volumi e caratterizzati<br />
da un’operatività continua. Ho<br />
ricordato precedentemente quanto sia<br />
importante considerare la concentrazione<br />
di questi componenti di pulizia<br />
a base d’acqua nel sistema. Nei sistemi<br />
in linea questo problema è più dinamico<br />
e richiede una maggiore attenzione<br />
all’area interessata. Sono disponibili<br />
sistemi di monitoraggio automatizzati,<br />
alcuni dei quali operativi da anni<br />
e che lavorano in modo impeccabile,<br />
altri che invece sono stati implementati<br />
meno di frequente. Caveat emptor!<br />
(che l’acquirente stia in guardia).<br />
La buona notizia è che esistono migliaia<br />
di aziende in giro per il mondo<br />
che eseguono quotidianamente<br />
tali operazioni e con risultati di tutto<br />
rilievo. <strong>Il</strong> lavaggio aiuta i produttori<br />
nella competizione per avere successo<br />
in quel business ad alta affidabilità<br />
che spesso si presenta con i maggiori<br />
margini. Come tutti i nuovi processi<br />
una pianificazione preliminare e<br />
una successiva, accurata fase di esecuzione<br />
rappresentano le vere chiavi<br />
del successo. “Misura tre volte e taglia<br />
una volta sola” è un detto antico ancora<br />
sempre valido, che continuerà a<br />
rappresentare una lezione importante<br />
oggi anche per un settore così spesso<br />
disatteso qual è quello del cleaning in<br />
ambito elettronico.<br />
Kyzen<br />
www.kyzen.com
<strong>Il</strong> premio<br />
all’innovazione<br />
COMPONENTI PASSIVI<br />
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VISUALIZZAZIONE<br />
Dopo il successo riscontrato dalle precedenti edizioni, ritorna<br />
anche quest’anno Innovation Award, il premio<br />
organizzato da Selezione di Elettronica per premiare<br />
i prodotti elettronici più innovativi.<br />
<strong>Il</strong> premio, che ha come obiettivo quello di sottolineare i<br />
risultati raggiunti dalle aziende nei vari segmenti dell’elettronica<br />
e della microelettronica, verrà assegnato a quei<br />
prodotti (componenti, sistemi, strumenti e software) che<br />
abbiano dimostrato spiccate caratteristiche innovative in<br />
termini di applicazioni, architetture, prestazioni ed economicità,<br />
sulla base delle indicazioni raccolte presso gli<br />
utilizzatori in Italia.<br />
I prodotti selezionati dalla redazione parteciperanno a<br />
una competizione telematica che consentirà agli utenti<br />
del sito www.elettronicanews.it e a tutti i visitatori<br />
della rete interessati, di assegnare le proprie preferenze.<br />
Una giuria formata da giornalisti, tecnici, professori ed<br />
esperti del settore, sceglierà i dodici prodotti vincitori selezionando<br />
tra questi il Best Innovation Award 2012.<br />
I vincitori saranno proclamati in occasione dell’Innovation<br />
Award Gala.<br />
[ www.innovationaward.elettronicanews.it ]
68 PCB febbraio 2012<br />
▶ PRODUZIONE – VERSATILITÀ E BASSI COSTI PER ARMADI DEUMIDIFICATORI<br />
La deumidificazione<br />
nel processo produttivo<br />
La conservazione all’interno di armadi deumidificatori rappresenta un<br />
valido aiuto per far fronte al problema della continua integrazione di<br />
componenti e dell’aumento delle temperature di processo che il passaggio<br />
obbligato al lead-free ha comportato<br />
di Serena Bassi, Prodelec<br />
del montaggio<br />
superficiale nel settore<br />
L’introduzione<br />
elettronico ha contribuito<br />
in maniera significativa al progresso<br />
tecnologico, ma purtroppo i componenti<br />
SMD, in particolare quelli<br />
plastici, benché versatili e a basso<br />
costo, hanno lo svantaggio di essere<br />
sensibili all’umidità presente nell’aria.<br />
Quest’ultima si accumula all’interno<br />
del corpo del componente e fuoriesce<br />
in pressione quando il componente<br />
viene sottoposto ad un brusco aumento<br />
di temperatura, principalmente<br />
durante la fase di saldatura.<br />
I danni più tipici che possono verificarsi<br />
sono fenomeni di cracking, di<br />
corrosione interna, di danneggiamento<br />
dei bond, e nel peggiore dei casi,<br />
di crepe sulla superficie esterna, altri-<br />
Interno di un armadio del marchio EMT serie XT per lo stoccaggio dei feeder<br />
menti definite come “popcorning”. <strong>Il</strong><br />
tasso di diffusione dell’umidità all’interno<br />
del corpo del componente dipende<br />
dai polimeri che lo compongono,<br />
dal suo spessore e dal periodo di<br />
esposizione, ed di solito inversamente<br />
proporzionale al quadrato dello spessore<br />
del materiale.<br />
Com’è ovvio, più sottile è il rivestimento<br />
del componente, più sarà facile<br />
che assorba l’umidità; i nuovi componenti<br />
esotici quali TSOP, PBGA e<br />
PQFP sono circa 20 volte più sensibili<br />
se rapportati ai QFP, PLCC o<br />
ai DIP.<br />
Nonostante attualmente si stiano<br />
facendo molti sforzi per prevenire<br />
le condizioni di deterioramento dei<br />
componenti, la continua riduzione<br />
delle dimensioni, l’alta densità dei pin<br />
e le elevate temperature che richiede il<br />
processo lead-free stanno riportando<br />
il problema all’ordine del giorno.<br />
Da diversi studi è emerso che in genere<br />
un assorbimento di umidità fino<br />
allo 0,1% non causa danneggiamento<br />
dei componenti, ma se questa percentuale<br />
supera lo 0,2% allora il rischio<br />
diventa maggiore. In caso di saldatura<br />
lead-free questi valori devono essere<br />
riconsiderati.
I difetti causati dalla presenza di<br />
umidità nei componenti impattano<br />
notevolmente sull’affi dabilità della<br />
saldatura e sono diffi cili da individuare.<br />
Per evitare che questo avvenga,<br />
i produttori di pcb solitamente effettuano<br />
il baking ad alta temperatura<br />
dei componenti che sono stati esposti<br />
all’aria oltre i limiti di specifi ca (livello<br />
IPC/JEDEC J-STD-033B.1).<br />
In via precauzionale, infatti, una volta<br />
superati questi limiti di tempo, le<br />
specifi che stesse consigliano di eff ettuare<br />
il baking dei componenti al fi -<br />
ne di rimuovere l’umidità accumulata.<br />
Questo processo è di norma eff ettuato<br />
a temperature elevate per un periodo<br />
che varia dalle <strong>24</strong> ore (temperatura<br />
di circa 125 °C) fi no ad un massimo di<br />
8 giorni (temperatura di circa 40 °C).<br />
Questo sistema però aggiunge tempo<br />
e costi al processo produttivo e può<br />
alterare la saldabilità dei componenti,<br />
far aumentare lo strato intermetallico,<br />
può creare colli di bottiglia e problemi<br />
logistici.<br />
In genere questo discorso non si<br />
applica ai componenti PTH (Pin<br />
Th rough Hole), perché durante la saldatura<br />
ad onda essi non raggiungono<br />
temperature abbastanza elevate da<br />
rendere critico il processo.<br />
<strong>Il</strong> vantaggio della saldatura ad onda<br />
è che i componenti sul lato top<br />
della scheda non entrano in contatto<br />
con l’onda più alta. I componenti<br />
PTH sono pertanto esenti da difetti<br />
di questo tipo ad eccezione di quelli<br />
che vengono saldati mediante un processo<br />
di rifusione pin-in-paste, perché<br />
la convezione del processo di riscaldo<br />
fa raggiungere ai componenti la più<br />
alta temperature del profi lo.<br />
La tracciatura della fl oor-life dei<br />
componenti è spesso impraticabile,<br />
pertanto ai produttori di pcb si<br />
pongono due soluzioni: o azzardare<br />
un processo di rifusione “a rischio<br />
umidità” oppure eff ettuare un baking<br />
per tutti i componenti di alto livello.<br />
La serie XS Dry cabinet da 300 litri<br />
di capacità<br />
Inoltre i componenti che richiedono<br />
un secondo processo di rifusione,<br />
o sono in attesa di un rework, possono<br />
accumulare nuovamente umidità.<br />
Dopo il processo di baking, spesso i<br />
componenti vengono sigillati in buste<br />
sottovuoto chiamate “dry packing”,<br />
composte da un contenitore a prova di<br />
umidità, bustine essiccanti e una cartina<br />
indicatrice di umidità, suffi cienti<br />
a mantenere il livello di umidità sotto<br />
la soglia dello 0,1%.<br />
<strong>Il</strong> baking, come anche il rework, è<br />
un processo necessario a correggere<br />
un problema, ma l’obiettivo deve essere<br />
la prevenzione del problema stesso.<br />
Un’alternativa al baking è quella di<br />
adottare misure di prevenzione che limitino<br />
l’esposizione dei componenti<br />
all’aria e all’umidità in essa contenuta.<br />
Sono stati eff ettuati diversi esperimenti<br />
nel corso degli anni per valutare<br />
l’utilità di gas secchi a temperatura<br />
ambiente, quali ad esempio l’azoto,<br />
per la conservazione dei componenti<br />
e per la loro essiccazione come soluzione<br />
all’eccessiva esposizione all’aria.<br />
L’azoto è ormai un gas comunemente<br />
usato nella produzione elettronica,<br />
perché preserva la saldabilità<br />
dei componenti e la loro integrità nel<br />
tempo. Negli ultimi anni si sta diff ondendo<br />
il suo impiego nello stoccaggio<br />
a lungo termine di componenti strategici<br />
ad uso militare o per l’industria<br />
automotive, in particolare per la conservazione<br />
delle parti di ricambio.<br />
Alcuni esperimenti hanno dimostrato<br />
che in caso di utilizzo di azoto<br />
con un livello di umidità pari al 5%<br />
RH, la percentuale di assorbimento di<br />
umidità resta inferiore allo 0,1%.<br />
Lo standard IPC/JEDEC stabilisce<br />
che un componente può considerarsi<br />
“dry”, ovvero privo di umidità,<br />
quando non rilascia più acqua se portato<br />
ad una temperatura stabilita pari<br />
a 125 °C (a temperature maggiori il<br />
componente potrebbe danneggiarsi).<br />
Gli esperimenti che sono stati effettuati<br />
avevano lo scopo di valutare il<br />
potere essiccante dell’azoto a temperature<br />
(ambiente o leggermente superiori)<br />
compatibili con gli armadi deumidifi<br />
catori presenti sul mercato.<br />
In un’ottica di applicazione pratica,<br />
l’obiettivo è di utilizzare gli stessi sistemi<br />
di stoccaggio componenti con<br />
atmosfera in azoto a temperatura ambiente<br />
sia per prevenire l’assorbimento<br />
di umidità che per l’essiccazione<br />
dei componenti che sono già entrati a<br />
contatto per tempi prolungati.<br />
Un processo di baking a 125 °C per<br />
una durata di <strong>24</strong> ore è più effi cace di<br />
un processo di essiccazione in azoto<br />
a temperatura ambiente o leggermente<br />
superiore, ma quest’ultimo ha l’indubbio<br />
vantaggio di non alterare la<br />
saldabilità né il carrier IC.<br />
La formula “soft” di asciugatura<br />
mediante azoto elimina quasi ogni<br />
traccia di umidità nel componente,<br />
anche se è suffi ciente rimanere sotto il<br />
limite di assorbimento dello 0,1 % per<br />
evitare fenomeni di popcorning.<br />
Lo stoccaggio all’interno di armadi<br />
deumidifi catori rappresenta un valido<br />
aiuto per far fronte al problema della<br />
continua integrazione di componenti<br />
e dell’aumento delle temperature di<br />
processo che il passaggio obbligato al<br />
lead-free ha comportato, e che causa<br />
un aumento del rischio di difetti nella<br />
fase di saldatura.<br />
PCB febbraio 2012<br />
69
70 PCB febbraio 2012<br />
Componente Melf con fenomeni di crack dovuto al surriscaldamento<br />
La gamma X-Treme<br />
per la deumidifi cazione<br />
EMT Electronics si occupa di progettazione<br />
e ingegnerizzazione dal<br />
1987, in particolare nel campo dell’essiccazione,<br />
del baking e dello stoccaggio<br />
di dispositivi MDS (Moisture<br />
Sensitive Devices).<br />
L’obiettivo di EMT è permettere<br />
ai propri clienti di aff rontare le sfi de<br />
della tecnologia in un ambiente produttivo<br />
in costante mutamento, fornendo<br />
soluzioni di ultima generazione<br />
per la prevenzione dei difetti causati<br />
dall’umidità all’interno dei dispositivi<br />
elettronici. <strong>Il</strong> servizio off erto<br />
ai clienti va dalla progettazione di<br />
sistemi specifi ci per ogni esigenza attraverso<br />
tutte le diverse fasi di fornitura.<br />
Tutta la gamma X-Treme di armadi<br />
deumidifi catori è dotata di una tecnologia<br />
di essiccazione brevettata e<br />
di ultima generazione, che consente<br />
di ridurre fi no all’1 % RH il livello<br />
di umidità in meno di 10 minuti<br />
grazie ai doppi essiccatori. Questo è<br />
possibile mantenendo un basso consumo<br />
energetico, anche per il modello<br />
dotato di funzione di riscaldo, grazie<br />
all’ottimo sistema di isolamento e al<br />
sistema automatico di illuminazione.<br />
Tutti gli armadi X-Treme sono in<br />
acciaio inossidabile e quindi robusti e<br />
affi dabili nel tempo.<br />
Le doppie porte termiche a vetri<br />
di 22 mm di spessore consentono<br />
una visione ampia di quanto stoccato<br />
all’interno e minimizzano la dispersione<br />
di calore.<br />
<strong>Il</strong> secondo essiccatore opzionale<br />
permette la suddivisione del lavoro tra<br />
le due unità di essiccazione, che operano<br />
in contemporanea quando l’armadio<br />
richiede una deumidifi cazio-<br />
Modello EMT XS da 600 litri<br />
di capacità<br />
ne rapida a seguito dell’apertura delle<br />
porte, oppure un’unità può lavorare<br />
mente l’altra si rigenera.<br />
La possibilità di programmare i<br />
tempi di rigenerazione con avvio automatico<br />
evita il rischio di esporre<br />
all’umidità i materiali stoccati in caso<br />
di frequente apertura delle porte in<br />
fase di rigenerazione.<br />
È possibile aggiungere un sistema<br />
di iniezione di azoto e un sistema di<br />
ricircolo che consente sequenze automatiche<br />
di scarico per mantenere i livelli<br />
di sicurezza.<br />
Tutti gli armadi X-Treme sono dotati<br />
di un software microcontroller<br />
con menu sul pannello di controllo,<br />
e tutti i parametri sono visibili tramite<br />
display LCD touch screen da<br />
128x<strong>24</strong>0 pixel.<br />
Le periferiche possono essere aggiunte<br />
o rimosse durante il setup,<br />
possono essere sia indipendenti<br />
che in comunicazione con il master<br />
controller, e i loro parametri sono riconfi<br />
gurabili per diverse applicazioni.<br />
Le specifi che operazionali di essiccatori,<br />
sistema di riscaldo integrato e<br />
sensori di umidità, sono modifi cabili<br />
a seconda delle necessità. Fino a 3 cicli<br />
di baking a bassa temperatura possono<br />
essere programmati con durate e<br />
temperature indipendenti.<br />
Un sistema di accesso multilivello<br />
hardware e software, mediante<br />
l’uso di codici, garantisce la protezione<br />
del sistema di riscaldamento<br />
per evitare un eccessivo innalzamento<br />
del calore.<br />
I codici di accesso proteggono la<br />
chiusura automatica delle porte per<br />
evitare l’apertura non autorizzata,<br />
senza necessità di serrature meccaniche.<br />
<strong>Il</strong> datalogger interno consente di<br />
mostrare tutti i dati registrati sequenzialmente<br />
in una curva.<br />
L’utente può seguire facilmente<br />
quanto accaduto nel passato (60 min<br />
standard, oppure molto di più con la<br />
datalogger card).
Livelli di umidità compresi tra 1 - 50 % RH e di temperatura<br />
tra i 40 °C e i 60 °C consentono un’ampia versatilità<br />
per le più diverse applicazioni.<br />
Sensori di temperatura ed umidità assicurano misurazioni<br />
accurate, con precisione di 0.01 % RH (0,1 su 10 %<br />
RH) e 0,1 °C per umidità e temperatura, grazie ai sensori<br />
interni ed esterni ben protetti dal rischio di shock meccanico,<br />
che dispongono di un sistema di compensazione della<br />
temperatura che si attiva in caso di cambiamento delle<br />
condizioni interne.<br />
Una luce all’interno dell’armadio consente una facile visione<br />
del materiale stoccato anche quando l’armadio è pieno,<br />
e si attiva per mezzo di un sensore di movimento, tramite<br />
il tocco del display o tramite l’apertura delle porte con<br />
tempistiche impostate dall’utente. È anche disponibile un<br />
sistema automatico di controllo per il risparmio energetico.<br />
Lo schermo LCD retroilluminato si attiva allo stesso<br />
modo.<br />
Gli scaffali intercambiabili in acciaio inossidabile di diverse<br />
dimensioni consentono un semplice posizionamento<br />
del materiale da stoccare. Su richiesta è possibile aggiungere<br />
divisori e contenitori di rolle SMD.<br />
Lo stoccaggio di feeder di dimensioni standard e di lunghezza<br />
maggiore è possibile grazie ad un sistema con guide<br />
a scorrimento. È possibile richiedere armadi di dimensioni<br />
extra large con profondità di 1000 mm.<br />
Scaffali e corpo dell’armadio a livelli ribassati evitano<br />
l’esposizione dei materiali più sensibili alle scariche elettrostatiche.<br />
I bracciali antistatici sui pannelli frontali e posteriori<br />
assicurano una compatibilità ESD.<br />
Le nuove XS Line Cabinets<br />
EMT ha ampliato la propria gamma di armadi deumidificatori<br />
con l’introduzione della nuova serie XS.<br />
La serie XS rappresenta la versione più compatta della<br />
serie XT, e i quattro modelli che la compongono vanno da<br />
300 litri di capacità a 925 litri.<br />
In questo modo EMT è in grado di rispondere a qualsiasi<br />
esigenza di deumidificazione con sistemi dall’innovativa<br />
tecnologia. La serie XS ha gli stessi principi operativi<br />
delle serie XT e XL ma, grazie all’ingombro più ridotto,<br />
il tasso di deumidificazione aumenta in modo consistente.<br />
Con la nuova serie XS, EMT è in grado di ridurre<br />
il tempo necessario alla deumidificazione al di sotto<br />
dell’1 % RH se comparata con la serie XT, la più<br />
veloce sul mercato.<br />
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72 PCB febbraio 2012<br />
▶ AZIENDE E PRODOTTI - QUATTRO CHIACCHERE CON…<br />
Prospettive integrate<br />
di collaudo<br />
Una strategia di test che si avvale di numerose<br />
tecnologie, integrate quanto più possibile<br />
per ottenere il massimo dei risparmi in termini<br />
di tempo e costi; il tutto per aumentare la qualità<br />
delle rese produttive. Due parole con chi,<br />
da anni, sulla scena del mondo del test,<br />
un mondo sempre più integrato e complesso<br />
di Riccardo Busetto<br />
Nel mondo del test le nuove<br />
opportunità tecnologiche sono<br />
acquisite e sviluppate in<br />
tempi relativamente rapidi. Questo<br />
è il motivo per cui, entrando in una<br />
fiera del settore, la sensazione è quella<br />
di perdersi fra tecnologie diverse, soluzioni<br />
differenti e approcci molte volte<br />
lontani fra loro per metodologie e tecniche<br />
utilizzate. È successo più volte<br />
Premiazione di i-tronik, da parte di TRI, quale miglior distributore europeo. Da<br />
sinistra: Stefano Germani (i-tronik), Jonathan Lin (TRI) e Michele Mattei (i-tronik)<br />
ed è successo anche in occasione della<br />
recente edizione di Productronica.<br />
Proprio in quell’occasione abbiamo<br />
deciso di scambiare due chiacchiere<br />
con Jonathan Lin, marketing manager<br />
della taiwanese TRI, azienda di test distribuita<br />
in Italia da i-tronik, la persona<br />
ideale per capire come si muove il mercato<br />
del settore. Jonathan Lin, che sarà<br />
presto in Italia in occasione del prossimo<br />
workshop di i-tronik il 21 e 22<br />
marzo, possiede una visione assolutamente<br />
globale del mondo del test, di<br />
un mondo in costante evoluzione, che<br />
conosce da tempo una forte e mirata<br />
integrazione dei sistemi.<br />
Qual è il vero cambiamento che si<br />
avverte oggi nel mondo del test?<br />
<strong>Il</strong> passato era caratterizzato da una<br />
scelta di soluzioni uniche per quello<br />
che riguardava il test, nel senso che gli<br />
utenti finali propendevano per sistema<br />
o per un altro a seconda delle convinzioni<br />
personali o per motivazioni<br />
legate al prezzo. La scelta era dunque<br />
il più spesso univoca. Oggi, invece, sono<br />
le soluzioni multiple ad essere le<br />
più richieste. Certo, si tratta sempre di<br />
spese considerevoli, ma con gli strumenti<br />
integrati al momento disponibili,<br />
l’utente finale non ha più bisogno<br />
di andare incontro a spese ragguardevoli<br />
per dotarsi di macchine diverse<br />
l’una dall’altra. Al di là di tutto, vale<br />
sempre la considerazione che ormai<br />
il pubblico degli utilizzatori ha capito<br />
da tempo che i risultati e i risparmi<br />
che si possono ottenere con l’acquisto<br />
di una macchina da test integrata sono<br />
indubbiamente interessanti.
Convenienza economica d’investimento,<br />
unitamente a un’oculata attenzione<br />
ai costi, quindi...<br />
Direi di sì. L’evoluzione a cui abbiamo<br />
assistito negli ultimi anni<br />
dimostra che l’idea predominante<br />
è stata proprio quella di aumentare<br />
l’efficienza delle linee di produzione,<br />
ridurre i costi e gli sprechi produttivi,<br />
evitando quanto più possibile<br />
le onerose spese di rework. Ora l’idea<br />
è quella di raggiungere una sempre<br />
migliore qualità di prodotti e, quello<br />
che c’è da notare, è che a questo<br />
trend non ha contribuito un oscuro<br />
andamento del mercato, ma è stato<br />
imposto proprio dai più grandi player<br />
del settore dell’elettronica: Bosch,<br />
IBM, Cisco, ecc.<br />
Perché secondo lei?<br />
Perché tali aziende osservano con<br />
attenzione i tabulati di spesa economica<br />
e notano che investire in sistemi<br />
integrati di test consente di andare<br />
incontro a importanti risparmi in termini<br />
economici, visti soprattutto gli<br />
enormi volumi su cui queste aziende<br />
sono abituate a operare.<br />
La tendenza verso l’integrazione<br />
è dunque una costante. Guardi solo<br />
alle evoluzioni delle strutture aziendali:<br />
nel passato, nelle grandi aziende<br />
del mercato SMT era possibile trovare<br />
reparti delegati al processo, al<br />
test, ecc.; ora tutti i processi tendono<br />
a essere combinati, centralizzati,<br />
compresi quelli di test. Integrare<br />
significa dunque in primo luogo risparmiare.<br />
E questo ricade anche su chi fornisce<br />
sistemi<br />
Naturalmente. <strong>Il</strong> risultato è che<br />
tutti noi nel settore del test cerchiamo<br />
raggruppare differenti tecnologie<br />
in sistemi fortemente integrati.<br />
Un esempio è quello dell’integrazione<br />
dei sistemi d’ispezione direttamente<br />
all’interno delle serigrafiche.<br />
Lo staff di TRI a Productronica 2011<br />
Così come per le Pick & Place, che<br />
integrano sempre più spesso nell’unità<br />
delle telecamere per una visualizzazione<br />
di possibili errori, anche le macchine<br />
di SPI possono integrare sistemi<br />
AOI o addirittura sistemi di rilevamento<br />
a raggi X.<br />
Le diverse tecnologie saranno,<br />
nel futuro, sempre più unite fra loro.<br />
Saranno dotate naturalmente di complessità<br />
maggiore, ma saranno senz’altro<br />
meno onerose rispetto a una serie<br />
di unità basate specificamente su ogni<br />
tecnologia.<br />
L’azienda che vincerà nel futuro sarà<br />
dunque quella che riuscirà a osservare<br />
i potenziali errori da diversi punti<br />
di vista e da diverse prospettive di test.<br />
La convergenza aiuterà l’utilizzatore<br />
a migliorare i propri risultati, i propri<br />
costi, la propria efficienza. Prima<br />
osservavamo la scheda in una sola direzione;<br />
ora chiunque può osservarla<br />
da qualsiasi direzione e in qualsiasi<br />
dimensione.<br />
Siamo in un momento difficile per<br />
l’economia mondiale. Tutto non può che<br />
riflettersi sul mercato del test. Come<br />
vede il futuro dal suo punto di osservazione?<br />
Difficile a dirsi. Per capire il futuro<br />
è opportuno osservare il passato. Dal<br />
1990 al 2000 il mercato del test elettrico<br />
è passato da 700 M$ a 400 M$,<br />
l’AOI è invece cresciuto, andando dai<br />
100 ai 257 M$ in quel decennio.<br />
Nel decennio successivo, dal 2001<br />
al 2010, il mercato del test elettrico si<br />
è ulteriormente contratto, passando<br />
da 400 a 220 M$, risalendo vertiginosamente<br />
solo nel 2010, con un picco<br />
a 550 M$. Una situazione di difficile<br />
previsione.<br />
Guardiamo al futuro: l’AOI ormai<br />
ce l’hanno praticamente tutti; l’SPI<br />
vede coinvolti non più di 2-3 grandi<br />
concorrenti con un mercato che, nel<br />
suo insieme, si aggira oggi intorno ai<br />
120 M$.<br />
Considerando tutto mi sentirei di<br />
dire che assisteremo comunque a un<br />
biennio di crescita che, forse, raggiungerà<br />
i 570-600 M$. Si tratta di una stima<br />
personale e non certo sicura, visto<br />
che - per come vanno le cose in questo<br />
PCB febbraio 2012<br />
73
74 PCB febbraio 2012<br />
momento - è azzardato, ancorché impossibile<br />
fare delle previsioni precise.<br />
Speriamo di azzeccare, in ogni caso.<br />
Non abbiamo citato il mercato<br />
dell’X-Ray<br />
L’X-Ray diventerà senz’altro<br />
una tecnologia di riferimento, alla<br />
stessa stregua dell’AOI e dell’SPI.<br />
Guardando al passato dobbiamo considerare<br />
che fino al 2008 il leader assoluto<br />
dei sistemi a raggi X era Agilent,<br />
con 850 macchine vendute in tutto il<br />
mondo. In questo momento sono altri<br />
marchi a dettare legge sul mercato<br />
dell’X-Ray 2D, in ogni caso sono molte<br />
le aziende che operano nel settore.<br />
Per quello che riguarda l’X-Ray 3D,<br />
nel biennio 2009-2010, è stata certamente<br />
TRI Innovation l’azienda più<br />
importante e contiamo di mantenere<br />
il primato anche nel biennio in corso.<br />
Tradotto in termini di fatturato?<br />
In termini di fatturato siamo<br />
sull’ordine dei 147 M$ all’anno, cifra<br />
che nel corso del prossimo biennio<br />
non solo cercheremo di mantenere,<br />
ma proveremo a far incrementare<br />
fino a 178-180 M$.<br />
Stand presso la fiera di Monaco, Productronica 2011<br />
Geograficamente parlando, quali sono<br />
i mercati più interessanti per TRI?<br />
La Cina naturalmente è ancora il<br />
mercato più allettante. I sistemi di test<br />
approntati in Cina per conto di Apple<br />
rappresentano una grande percentuale<br />
delle nostre entrate. Come abbiamo<br />
già detto più volte, praticamente<br />
tutti gli iPhone e gli iPad attualmente<br />
in commercio sono testati con macchine<br />
TRI.<br />
E passando ai mercati occidentali?<br />
Europa e Italia intendo dire?<br />
L’Europa e l’Italia sono mercati<br />
relativamente importanti per TRI.<br />
Diciamo che si tratta in ogni caso<br />
dei mercati con la crescita maggiore.<br />
Tanto per fare un esempio, il fatturato<br />
proveniente dal suo Paese negli ultimi<br />
due anni è praticamente raddoppiato<br />
e sono sicuro che il trend rimarrà<br />
tale anche per il prossimo biennio.<br />
...anche considerando la difficile situazione<br />
in cui versano i mercati in<br />
questo momento?<br />
Direi di sì, anche se il problema<br />
della contrazione economica esiste.<br />
Anche se la globalizzazione ha pialla-<br />
to le consuetudini, ogni paese è di per<br />
sé diverso dall’altro. L’Italia in particolare<br />
ha una situazione differente da<br />
quella che, ad esempio, è possibile trovare<br />
in Germania. <strong>Il</strong> vostro è un mercato<br />
“familiare”, di piccola e media<br />
grandezza, in cui non esistono aziende<br />
che siano annoverate fra i primi 50<br />
EMS a livello mondiale. Ciò determina<br />
una situazione paradossale: viste<br />
le dimensioni del mercato, la stessa<br />
mentalità delle aziende coinvolte non<br />
riesce a superare quel livello che potremmo<br />
definire di “nicchia”. Molte<br />
aziende non accettano di avvalersi<br />
del nostro supporto perché si sentono<br />
in un certo senso intimorite dalla<br />
nostre dimensioni. Nella realtà tutte<br />
le aziende sono per noi importanti,<br />
di qualsiasi dimensioni esse siano,<br />
e a tutte tramite i nostri partner forniamo<br />
lo stesso supporto professionale<br />
e tecnico. Anche se si tratta poi di<br />
aziende che dispongono di 30-40 linee<br />
produttive, uno standard che li affianca<br />
alle multinazionali dell’elettronica<br />
più grandi e più blasonate.<br />
E come intendete ovviare a questo<br />
problema, che - se capisco bene - è un<br />
problema principalmente di mentalità,<br />
più che di disponibilità economiche?<br />
Sostanzialmente, come accennato<br />
prima, avvalendoci di partner che ci<br />
garantiscono una certa sicurezza, che<br />
operano sul territorio, che conoscono<br />
l’ambiente italiano e che sanno come<br />
muoversi anche nei momenti più difficili.<br />
Per il resto bastano i risultati che<br />
in questo momento abbiamo raggiunto<br />
a livello globale per garantire a noi<br />
o a chi distribuisce i nostri prodotti la<br />
migliore leva commerciale per ottenere<br />
dei risultati di rilievo.<br />
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76 PCB febbraio 2012<br />
▶ AZIENDA INFORMA - SUCCESSI DI VENDITA<br />
<strong>Il</strong> board tester SPEA 3030<br />
supera quota 500<br />
Abbattimento del costo del test e del tempo<br />
di programmazione. Configurabilità scalabile,<br />
piena compatibilità con le vecchie fixture<br />
e facilità d’uso. Le ragioni del successo<br />
della serie SPEA 3030<br />
di Umberto Zola, SPEA<br />
I<br />
produttori di schede elettroniche<br />
che desiderano un collaudo veloce,<br />
semplice ed economico hanno<br />
in mente un nome, anzi un numero<br />
ben preciso: 3030, l’innovativo board<br />
tester SPEA che oggi festeggia gli<br />
oltre 500 esemplari venduti.<br />
Una storia di successo che comincia<br />
nel 2005, quando il sistema 3030<br />
viene presentato a Productronica.<br />
Da allora, decine, centinaia di produttori<br />
di elettronica hanno deci-<br />
Collaudo di schede elettroniche con tester 3030 SPEA<br />
so di affidarsi all’unico tester a letto<br />
d’aghi in grado di abbattere i costi<br />
del collaudo, moltiplicando fino<br />
a 8 volte la produttività e riducendo<br />
la programmazione a pochi semplici<br />
settaggi. Orgogliosi di aver fatto<br />
la scelta giusta.<br />
3030: le ragioni del successo<br />
Sono molti i fattori chiave alla base<br />
del grande successo della fami-<br />
glia 3030. Tutti, però, possono essere<br />
ascritti a un comune denominatore:<br />
massimo vantaggio per il cliente.<br />
Cosa significa? Scopriamolo nel dettaglio.<br />
L’architettura Multi-Core<br />
moltiplica la produttività<br />
e i costi di collaudo<br />
Alta produttività a basso costo. È<br />
il fulcro centrale, la chiave di volta di<br />
ogni azienda intenzionata a competere<br />
con la concorrenza globalizzata<br />
del nuovo millennio. SPEA l’ha capito<br />
prima di ogni altro e, unica al<br />
mondo, è riuscita a realizzare un tester<br />
a letto d’aghi con architettura<br />
Multi-Core, in grado di effettuare un<br />
vero collaudo parallelo su più schede<br />
– ad esempio, tutte quelle di un pannello<br />
– raggiungendo livelli di produttività<br />
fino a quattro volte superiori<br />
rispetto a quelli di altri sistemi a<br />
letto d’aghi.
Un’innovazione storica, a oggi ancora<br />
irraggiungibile per le altre aziende<br />
di testing.<br />
Un sistema SPEA 3030 può infatti<br />
ospitare in un unico corpo macchina<br />
le prestazioni di più tester, con memorie<br />
dedicate e cpu multiple e indipendenti,<br />
il cui funzionamento è autonomo<br />
rispetto al pc che controlla il<br />
sistema. Ciò si traduce in un collaudo<br />
eseguito realmente in contemporanea<br />
e in una drastica riduzione dei tempi.<br />
Per fare un esempio, il collaudo di<br />
quattro schede con 1000 resistenze e<br />
1000 diodi ciascuna, avviene normalmente<br />
in 1,5 secondi, ovvero in appena<br />
0,375 secondi per ogni scheda.<br />
Lavorare è semplice quando<br />
il tester è intelligente<br />
La facilità d’uso è un altro dei vantaggi<br />
alla base del successo della gamma<br />
3030 SPEA. La potenza è nulla<br />
senza controllo, diceva un azzeccato<br />
slogan di qualche anno fa.<br />
Un concetto applicabile perfettamente<br />
ai prodotti della famiglia 3030<br />
che, grazie all’intuitivo sistema operativo<br />
Leonardo, risultano semplici<br />
da usare e subito pronti a entrare in<br />
azione.<br />
Grazie alla sua capacità di generare<br />
il test program e di sottoporlo a<br />
debug in piena autonomia, il software<br />
Leonardo guida infatti l’utente nel<br />
processo di progetto e di realizzazione<br />
fi xture a una velocità sorprendente,<br />
senza richiedere specifi che competenze<br />
sulle tecniche di misura. Inoltre,<br />
con 3030 i cambi di prodotto e le modifi<br />
che di layout della scheda non richiedono<br />
che di correggere il test program,<br />
senza bisogno di alcun cambio<br />
di setup né di modifi che di attrezzaggio.<br />
E che si trovi in una linea automatica<br />
o venga utilizzato manualmente,<br />
il tester a letto d’aghi SPEA<br />
si integra senza alcun problema, senza<br />
necessità di aria compressa né vuoto.<br />
<strong>Il</strong> 3030 n° 500 va alla tunisina ETS<br />
<strong>Il</strong> cinquecentesimo SPEA 3030 è andato all’azienda tunisina ETS. Attiva nel<br />
mercato automotive, elettrodomestici, alimentatori, sicurezza e domotica, ETS<br />
è nata nel 2000, divenendo immediatamente cliente SPEA, con numerosi tester<br />
Unitest e Flying Probe acquistati nel corso degli anni.<br />
Un parco sistemi che di recente l’azienda ha deciso di innovare con l’acquisto<br />
del suo primo 3030, il 500° per SPEA. Impostasi come una delle maggiori realtà<br />
europee dell’elettronica industriale, grazie al costante impegno in innovazione<br />
tecnologica e ottimizzazioni di costo, ETS vanta oggi otto linee di produzione<br />
SMT e impiega circa 300 addetti.<br />
“Con il nuovo 3030 abbiamo potuto ridurre drasticamente il tempo di collaudo<br />
di ogni nostra scheda, migliorando parecchio il delivery time”, ha dichiarato<br />
Enrico Baldoni, Presidente ETS, alla consegna del sistema.<br />
Gli stabilimenti ETS in Tunisia<br />
Tante funzioni,<br />
un unico tester<br />
Abbiamo detto che con il Multi-<br />
Core SPEA la produttività risulta<br />
quadruplicata, ma c’è dell’altro.<br />
Ogni core di sistema può infatti<br />
contenere multipli motori di misura,<br />
ciascuno dedicato all’esecuzione di<br />
una diff erente tecnica di test, quando<br />
è necessario eseguire più collaudi sullo<br />
stesso prodotto.<br />
Questo signifi ca che con la famiglia<br />
3030 la produttività è fi no a 8 volte<br />
superiore ad altri tester ad aghi.<br />
A ciò si unisce il vantaggio in termini<br />
logistici: non è più necessario<br />
prevedere più stazioni di lavoro lun-<br />
go la linea produttiva, dal momento<br />
che è possibile integrare a bordo<br />
macchina i tradizionali test in-circuit<br />
(a scheda alimentata o meno) e funzionale.<br />
Collaudi in-circuit, analogici<br />
e digitali, mixed signal, di potenza,<br />
funzionali, ma anche ispezioni ottiche,<br />
test boundary scan e programmazioni<br />
a bordo scheda possono essere<br />
eff ettuati con un unico 3030.<br />
Crescere con 3030<br />
Che si tratti di un’azienda al debutto<br />
nel mondo delle schede elettroniche,<br />
o di un produttore storico con<br />
nuove importanti commesse da soddisfare,<br />
per 3030 non fa diff erenza.<br />
PCB febbraio 2012<br />
77
78 PCB febbraio 2012<br />
La gamma SPEA 3030:<br />
un tester per ogni esigenza<br />
La nuova architettura Multi-Core<br />
è totalmente componibile in base a<br />
ogni necessità.<br />
<strong>Il</strong> sistema può ospitare da uno a<br />
quattro core equipaggiabili e configurabili<br />
in qualsiasi momento. 3030 può<br />
quindi variare o espandersi per accompagnare<br />
l’evolversi delle mutevoli<br />
esigenze di collaudo.<br />
Non buttare le vecchie<br />
fixture<br />
3030 guarda al futuro, ma non si<br />
scorda del passato. Nel caso di migrazione<br />
da un tester SPEA di precedente<br />
generazione, o perfino da<br />
un sistema di collaudo di un altro<br />
produttore, la compatibilità è completa.<br />
3030 consente di riutilizzare tutte<br />
le fixture e i test program già presenti<br />
in produzione e la conversione dei<br />
programmi di test non dura più di due<br />
ore, garantendo un consistente risparmio<br />
di denaro e di tempo.<br />
L’intuizione vincente<br />
Fin qui i tangibili vantaggi introdotti<br />
dal sistema 3030 nel mondo board<br />
tester. Ma com’è nato questo prodotto<br />
di successo? Per comprenderlo<br />
dobbiamo tornare indietro nel tempo,<br />
rispolverando velocemente le tappe<br />
del mercato ATE.<br />
Anni ’80: decine di grandi aziende<br />
di testing partecipano attivamente<br />
alla meccanizzazione dell’industria<br />
elettronica.<br />
La competizione è forte e, anno dopo<br />
anno, gli attori presenti sul mercato<br />
cominciano a diminuire. Chi non<br />
sa o chi non vuole innovare, chi basa<br />
il suo business su macchine tecnologicamente<br />
datate sparisce dal mercato.<br />
Negli anni ’90 colossi americani ed<br />
europei falliscono o vengono assor-<br />
biti e, all’inizio del nuovo millennio,<br />
questo processo di selezione naturale<br />
giunge al termine.<br />
Tra i pochi produttori di ATE rimasti<br />
si diffonde l’idea che la globalizzazione,<br />
la delocalizzazione dei<br />
siti produttivi nei paesi a basso costo<br />
e il continuo progresso tecnologico<br />
porteranno il mercato dei board<br />
tester a un rapido declino; pertanto<br />
smettono di investire. Anziché<br />
innovare, ci si limita a lifting di facciata,<br />
nel tentativo di allungare la vita<br />
dei propri prodotti il più a lungo<br />
possibile.<br />
Collaudo parallelo con fixture multistage su sistema SPEA 3030
SPEA intuisce che le necessità<br />
del mercato sono ben altre, che<br />
è proprio nei momenti di diffi coltà<br />
che occorre innovare e, controcorrente,<br />
lancia il progetto 3030.<br />
“Nel 2003 abbiamo deciso di investire<br />
in una nuova piattaforma,<br />
che abbattesse i costi del collaudo e<br />
diventasse lo state of art dei tester<br />
a letto d’aghi”, ci racconta Andrea<br />
Ganio, Executive Director SPEA.<br />
“Cosa che di fatto è successa,<br />
tant’è vero che ancora oggi 3030<br />
è l’unico bed of nails di concezione<br />
moderna. Nonostante il mercato<br />
si fosse ridotto rispetto al boom di<br />
qualche anno prima, credevamo che<br />
un buon tester a letto d’aghi rappresentasse<br />
un’esigenza sentita da molti<br />
clienti. E non sbagliavamo”.<br />
Comincia così un lavoro intenso per<br />
lo staff R&D e progetto. L’obiettivo<br />
è concepire una macchina dal punto<br />
di vista dell’utilizzatore, non tanto<br />
da quello del marketing. Per questo<br />
motivo SPEA raccoglie informazioni<br />
utili dai clienti e dagli oltre 40 test<br />
engineer interni. Ne emergono svariati<br />
punti fermi che tracceranno la rotta<br />
da seguire: “Avevamo alcune buone<br />
idee e volevamo che il nuovo tester le<br />
mettesse in pratica. <strong>Il</strong> nostro sistema<br />
avrebbe dovuto fornire prestazioni di<br />
gran lunga superiori, a un costo decisamente<br />
inferiore.<br />
L’architettura doveva essere in<br />
grado di eseguire ogni tipo di test ed<br />
essere aperta alle possibili evoluzioni<br />
tecnologiche. Doveva esserci la possibilità<br />
di integrare più motori, con<br />
la conseguente capacità di realizzare<br />
test diversi su schede diverse. La<br />
strumentazione doveva essere molto<br />
più veloce rispetto a quella allora<br />
disponibile e il software più semplice<br />
da usare.<br />
<strong>Il</strong> nuovo tester doveva inoltre avere<br />
una modularità elevata, poter essere<br />
allestito e utilizzato con confi gurazioni<br />
diverse per ogni funzione o esi-<br />
genza, in-line o manuale. Inoltre, per<br />
salvaguardare gli investimenti, doveva<br />
recepire programmi e fi xture di piattaforme<br />
precedenti, anche degli altri<br />
produttori. Ci abbiamo impiegato<br />
quasi due anni, ma ce l’abbiamo fatta”.<br />
<strong>Il</strong> neonato 3030 viene presentato<br />
a Productronica 2005, riscuotendo<br />
immediatamente un importante<br />
successo tra i produttori di elettronica<br />
di tutto il mondo. E la scommessa<br />
SPEA si rivela vincente: in<br />
un mercato in discesa, in pochi anni<br />
l’azienda torinese vende oltre 500<br />
sistemi, a dimostrazione che l’alta<br />
qualità e l’innovazione sono la chiave<br />
del successo.<br />
Per questo motivo, dal 2005 a oggi,<br />
la serie 3030 ha continuato a evolversi:<br />
è aumentata la gamma di receiver,<br />
oggi in grado di sopperire a<br />
qualunque esigenza. È stata introdotta<br />
la strumentazione parallela e<br />
la programmazione on board è stata<br />
integrata nella strumentazione di<br />
sistema. È stato concepito il 3030<br />
Twin, la versione dedicata alle linee<br />
ad altissima produttività, così come il<br />
3030 Tower, che consente di coniu-<br />
Tester 3030 SPEA griffato 500° esemplare<br />
gare in un sistema standard strumentazione<br />
SPEA e custom o ad alta potenza.<br />
È questa una delle tante unicità<br />
di questo prodotto d’avanguardia.<br />
<strong>Il</strong> tester<br />
che fa guadagnare<br />
<strong>Il</strong> mercato delle schede elettroniche<br />
richiede la massima qualità al minor<br />
prezzo e SPEA 3030 risulta davvero<br />
la soluzione giusta, in grado di trasformare<br />
la fase di collaudo in un vantaggio<br />
competitivo strategico.<br />
Abbattendo il tempo necessario a<br />
ogni singolo test ed eliminando la necessità<br />
di cambiare le fi xture o i test<br />
program già presenti. Garantendo<br />
una qualità tale che i ritorni dal campo<br />
non sono più una preoccupazione,<br />
off rendo potenza, precisione e altissima<br />
produttività, unite ai più bassi costi<br />
di esercizio e di attrezzaggio.<br />
<strong>Il</strong> tutto elevando la copertura diagnostica<br />
al 100%, anche nel caso di<br />
componenti digitali complessi, integrandosi<br />
con facilità in qualsivoglia<br />
produzione e assicurando un’estrema<br />
semplicità d’uso anche agli utenti<br />
meno esperti. Avere in azienda un<br />
sistema come SPEA 3030 signifi -<br />
ca garantirsi un vantaggio competitivo<br />
importante, indispensabile<br />
a chiunque voglia<br />
competere con successo<br />
nell’odierno mercato<br />
globalizzato. Nessun sistema<br />
concorrente può<br />
infatti vantare un costo<br />
del collaudo così basso<br />
e una produttività tanto<br />
elevata. Un mix vincente<br />
che aumenta l’appetibilità<br />
dei clienti SPEA<br />
sul mercato, permettendo<br />
loro di guardare al futuro<br />
con ottimismo.<br />
SPEA<br />
www.spea.com<br />
PCB febbraio 2012<br />
79
80 PCB febbraio 2012<br />
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<br />
Fabbricanti<br />
di circuiti stampati<br />
Rubrica dedicata ai più importanti costruttori di PCB,<br />
provvista di singole schede personalizzate e<br />
descrizioni dettagliate delle attività di ogni<br />
produttore di circuiti stampati. Vengono<br />
raccolte in questa sezione aziende che<br />
operano su diverse tipologie di prodotti:<br />
dai monofaccia ai doppio strato, dai<br />
multistrato ai fessibili, dai rigidi-fl essibili ai<br />
più avanzati prodotti della printed electronics.
SERVIZI<br />
<br />
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<br />
<br />
www.tecnomastergroup.com<br />
Sede e stabilimento Italia: Tecnomaster Spa, Via A.Volta,1 Loc.Lauzacco Z.I.U.<br />
33050 Pavia di Udine ( UD ) Italia<br />
t. +39 0432 655350 f. +39 0432 655349<br />
Stabilimento Francia: SOS Electronic Engineering | Z.A.E. Les Terres Rouges<br />
6, allée des Terres-Rouges B.P. 14 | 95830 Cormeilles-en-Vexin.<br />
t. +33 01 34664206 f. +33 01 34664205<br />
“Co design”, “Design for manufacturing”, Design for testing”,<br />
Prototipazione veloce, start up di produzioni e produzioni in servizio<br />
standard e veloce con materiali FR4 medio/alto Tg, Halogen Free, CTI<br />
600V, Kapton, Polymide, RT Duroid, Rogers.<br />
TECNOLOGIA<br />
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• Certificazione: ISO 9001:2008 N.Qual.9101TTER<br />
• Registrazione IQNET IT-31<strong>24</strong>5<br />
• Omologazione: UL File number E175172<br />
• ISO TS 16949<br />
• Certificazione ISO 9001:2000 N.Qual./1996/6554b<br />
• Omologazione UL File number E100511<br />
Da doppia faccia a multi strato fino a 36 layers, spessore massimo 8mm,<br />
piste/isolamenti minimi 50μm, foro minimo 70μm, tecnologia High<br />
density interconnection – HDI- , blind/buried vias, vias/copper filling,<br />
no conductive/conductive resin filling, rigido flessibili e flessibili.<br />
PCB febbraio 2012<br />
81
Produttori di circuiti stampati<br />
pubblicati in base al logo di fabbricazione<br />
Nel corso di tutto il 2012 questa sezione dedicata ai fabbricanti di circuiti stampati verrà aggiornata mensilmente.<br />
Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60<br />
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Sono interessato a conoscere i costi<br />
della seguente offerta:<br />
1 spazio (3 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />
<strong>Il</strong> Nostro logo in b/n visibile nella tabella<br />
descrittiva oltre a un breve testo di<br />
180 caratteri (spazi inclusi) nella colonna<br />
“tipologia di prodotto”.<br />
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oltre a un testo di 420/450 caratteri<br />
(spazi inclusi) con più eventuali altri loghi (es.<br />
omologazione, CSQ, UNI, ecc.).<br />
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82 PCB febbraio 2012<br />
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