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PCB Magazine n.2 - FEBBRAIO 2012<br />

SPECIALE: <strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />

IL SOLE <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00<br />

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI<br />

LEGGI PCB SFOGLIABILE<br />

E SEGUICI SU<br />

TWITTER<br />

n.2<br />

FEBBRAIO 2012


Tagli alle spese<br />

Tasse, pensioni e rilancio del lavoro sono i<br />

temi più caldi nelle pagine dei quotidiani in<br />

questo difficile momento. La pesante manovra<br />

varata dal governo sta cominciando a poco a<br />

poco a far sentire la sua pressione, soprattutto<br />

nella predisposizione all’acquisto da parte<br />

delle famiglie. È inutile nasconderlo: i soldi<br />

da sborsare per fronteggiare il momento di<br />

emergenza (che non è ancora finito) sono tanti,<br />

soprattutto da parte di chi non disponga di<br />

entrate consistenti, mentre un’insicurezza<br />

diffusa sta a poco a poco pervadendo la società<br />

italiana. Un’insicurezza data da tanti fattori:<br />

dalle rivoluzioni in atto con le liberalizzazioni<br />

(che, se da una parte garantiranno degli indubbi<br />

benefici, dall’altra scontentano larghi settori<br />

dell’opinione pubblica) alle dichiarazioni<br />

non sempre felici dell’esecutivo in merito alle<br />

intenzioni sulle trasformazioni del mondo del<br />

lavoro. Le manovre che ci aspettano - mi auguro<br />

vivamente - potranno contribuire al rilancio<br />

dell’occupazione, ma dall’altro non possono che<br />

preoccupare centinaia di migliaia di lavoratori.<br />

È alle porte un futuro diverso da quello che<br />

tutti per anni eravamo abituati a immaginare<br />

e l’atmosfera d’incertezza limita fortemente le<br />

potenzialità di spesa.<br />

Lo dimostrano i recenti dati presentati<br />

dall’Osservatorio Acquisti CartaSI in relazione<br />

ai settori coinvolti nei saldi post natalizi: le<br />

contrazioni sono evidenti in tutti i settori,<br />

compreso quello dell’elettronica tradizionale,<br />

che ha conosciuto un calo importante trascinato<br />

dallo scivolone del settore degli elettrodomestici;<br />

▶ EDITORIALE<br />

quest’ultimo ha perso il 15% rispetto alla<br />

stagione 2011. L’unico dato positivo sembra<br />

essere quello dell’informatica (+1,6%) o - per<br />

meglio dire – il settore degli smartphone e dei<br />

tablet, un ambito questo che riguarda il nostro<br />

mondo molto da vicino. Questo lascia ben sperare<br />

per una tenuta del mercato, soprattutto per quelle<br />

aziende che siano coinvolte nella produzione di<br />

circuiti e assemblati flessibili.<br />

Non abbiamo ancora a disposizione i dati<br />

sul mercato dei c.s. in Europa per il mese di<br />

dicembre, ma dalle voci che circolano, l’atmosfera<br />

sembra essere di vago ottimismo, soprattutto<br />

considerando l’andamento di leggera tenuta<br />

del mercato americano, i cui dati sono già a<br />

disposizione presso il sito dell’IPC.<br />

I produttori di c.s. italiani non si lamentano,<br />

soprattutto le aziende che operano con l’estero;<br />

lo stesso vale per distributori, ma solo per una<br />

parte, visto che il mercato interno è in maggiore<br />

contrazione rispetto a quello estero.<br />

La sensazione è che quel vago ottimismo che in<br />

ogni caso si percepisce troverà un suo riscontro<br />

nelle prossime decisioni del governo. Se saranno<br />

sagge forse potremmo esultare per il passato<br />

pericolo e per un vero e sostanziale rilancio<br />

dell’economia nazionale, se si metteranno troppo<br />

di traverso, anche per il mercato del nostro settore<br />

potrebbero aprirsi momenti di acuta difficoltà.<br />

PCB febbraio 2012<br />

5


6 PCB febbraio 2012<br />

▶ SOMMARIO - FEBBRAIO 2012<br />

IN COPERTINA<br />

Fondata nel 1969 a Concorezzo<br />

(MB), OMR Italia S.p.A. è oggi<br />

tra i maggiori produttori europei di<br />

circuiti stampati.<br />

Elevata capacità produttiva, processi<br />

altamente qualificati, un sistema<br />

qualità certificato ISO TS 16949<br />

abbinati a un’elevata flessibilità fanno<br />

di OMR un’azienda in grado di<br />

soddisfare ogni esigenza del mercato.<br />

OMR si pone quindi come supply<br />

partner europeo estremamente<br />

affidabile e flessibile, permettendo ai<br />

propri clienti di ridurre il total cost<br />

of ownership e di velocizzare il time<br />

to market.<br />

OMR Italia S.p.A.<br />

Via Brodolini 22/26 I<br />

20049 Concorezzo (MB)<br />

Tel. +39 039 61.13.1<br />

Fax +39 039 61.13.280<br />

sales@omritalia.it<br />

www.omritalia.it<br />

agenda<br />

Eventi/Piano Editoriale _______________10<br />

a cura della Redazione<br />

ultimissime<br />

C.S. e dintorni _______________________12<br />

a cura di Massimiliano Luce<br />

speciale<br />

<strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />

Saldatura e rilavorazione oggi ___________22<br />

di Piero Bianchi<br />

Usura e ossidazione delle punte _________26<br />

di Davide Oltolina<br />

L’aspirazione dei fumi di saldatura _______30<br />

di Edoardo Banfi<br />

speciale prodotti<br />

Conduzione, irraggiamento<br />

e convezione per il preriscaldo dei pcb ____34<br />

di Dario Gozzi<br />

Punte o cartucce, ma sempre<br />

con alte prestazioni ___________________38<br />

di Dario Gozzi<br />

SRT Micra: creatività e innovazione______42


progettazione<br />

Progettazione eco-compatibile __________44<br />

di Dario Gozzi<br />

Importanza dell’analisi di Power Integrity __48<br />

di Patrick Carrier<br />

oltre i pcb<br />

Pavimentazioni ESD: procedere<br />

in sicurezza _________________________52<br />

di Paola Di Silvestro<br />

DRAM 3D su Logica: esperienze<br />

e valutazioni ________________________58<br />

di Eric Beyne<br />

produzione<br />

Definizione e valutazione di un processo<br />

di cleaning __________________________62<br />

di Tom Forsythe<br />

La deumidificazione nel processo<br />

produttivo __________________________68<br />

di Serena Bassi<br />

aziende e prodotti<br />

Prospettive integrate di collaudo _________72<br />

di Riccardo Busetto<br />

azienda informa<br />

<strong>Il</strong> board tester SPEA 3030 supera<br />

quota 500 __________________________76<br />

di Umberto Zola<br />

fabbricanti<br />

Produttori di circuiti stampati in base<br />

al logo di fabbricazione ________________80<br />

a cura della Redazione<br />

PCB febbraio 2012<br />

7<br />

Anno 26 - Numero 2 - Febbraio 2012<br />

www.elettronicanews.it<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma<br />

REDAZIONE: Riccardo Busetto (Responsabile di Redazione)<br />

CONSULENTE TECNICO: Dario Gozzi<br />

COLLABORATORI: Edoardo Banfi, Serena Bassi,<br />

Eric Beyne, Piero Bianchi, Patrick Carrier,<br />

Massimiliano Luce, Paola Di Silvestro,<br />

Tom Forsythe, Davide Oltolina, Umberto Zola<br />

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Elena Fusari<br />

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi<br />

PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />

PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti<br />

AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu<br />

SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano) - Tel. 02 3022.1<br />

UFFICIO TRAFFICO: Tel. 02 3022.6060<br />

STAMPA: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA)<br />

Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro).<br />

Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994<br />

ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />

Associato a:<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali,<br />

liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti<br />

dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica<br />

l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />

Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi<br />

al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano).<br />

Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna<br />

parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo<br />

o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.<br />

L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio<br />

Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti<br />

agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società<br />

di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne<br />

per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />

personali nell’esercizio della attività giornalistica”.<br />

La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista PCB Magazine rende noto al pubblico che esistono<br />

banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. <strong>Il</strong> luogo dove è possibile<br />

esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali,<br />

presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.60951).


8 PCB febbraio 2012<br />

▶ SI PARLA DI - LE AZIENDE CITATE<br />

<strong>Azienda</strong> pag. <strong>Azienda</strong> pag. Inserzionisti pag.<br />

A Acd ___________________ 13<br />

Agilent ________________ 74<br />

Altera _________________ 60<br />

Amkor _________________ 60<br />

APEX EXPO ________ 14, 20<br />

Apex Tools __________ 30, 33<br />

Apple __________________ 74<br />

Aurel Automation ________ 12<br />

B Bosch __________________ 73<br />

C CEI ___________________ 16<br />

Centro di Coordinamento<br />

RAEE _________________ 20<br />

Cisco __________________ 73<br />

Cobar Solder ____________ 13<br />

Cooper Industries ________ 33<br />

D Dek ___________________ 18<br />

E Ecolight ________________ 20<br />

EMT Electronics ___68, 70-71<br />

ESD Forum ____________ 16<br />

ETS ___________________ 77<br />

EVS International ________ 14<br />

Ewig __________________ 36<br />

F Finetech _______________ 14<br />

Fujitsu _________________ 60<br />

G Gemeinschaft<br />

Emissionskontrollierter<br />

Verlrgewerkstoffe, e.V. ____ 56<br />

Globalfoundries _________ 60<br />

Gütegemeinschaft<br />

umweltfreundlicher<br />

Teppichboden e.V. ________ 55<br />

I i-tronik _____________ 72, 74<br />

IBM _______________ 44, 73<br />

Imec _______________ 58-60<br />

Intel ___________________ 60<br />

K KIC ___________________ 14<br />

Kyzen ____________62-63, 66<br />

L Life Project _____________ 42<br />

M Magna _________________ 16<br />

Mapei ______________ 52, 56<br />

Mentor Graphics ___48-49, 51<br />

Metcal _________________ 40<br />

Micron ________________ 60<br />

N Nvidia _________________ 60<br />

O OK Italy __________38, 40-41<br />

P Panasonic ______________ 60<br />

Philips _________________ 16<br />

Prodelec ___________18, 68, 71<br />

Productronica ___12, 73, 76, 79<br />

Q Qualcomm _____________ 60<br />

R R&D Technological<br />

Services ________________ 20<br />

S Samsung _______________ 60<br />

Sony __________________ 60<br />

SPEA ______________ 76-79<br />

T Team Nazionale ESD _____ 16<br />

TE Connectivity _________ 16<br />

Teppichforschungsinstitut<br />

Aachen ________________ 55<br />

TRI ________________ 72-74<br />

TSMC _________________ 60<br />

V VJ Electronix ____________ 42<br />

W Weller ______________ 32-33<br />

X Xilinx __________________ 60<br />

A<br />

AGM PCB ........................................... 80<br />

APEX TOOL ....................................... 19<br />

AREL .................................................. 81<br />

ASM ASSEMBLY ................................ 15<br />

B<br />

BASELECTRON .................................. 81<br />

C<br />

CABIOTEC ............................................ 4<br />

E<br />

ELABORA .......................................... 61<br />

F<br />

FARNELL ........................................... 47<br />

I<br />

I-TRONIK ..............................II cop. - 57<br />

INVENTEC PERFORMANCE<br />

CHEMICALS ITALIA ................... III cop.<br />

ITECO TRADING ................................ 33<br />

K<br />

KYZEN ............................................... 65<br />

L<br />

LIFETEK ................................. IV cop. - 9<br />

O<br />

OMR ITALIA ................................. I cop.<br />

OSAI A.S. ........................................... 25<br />

P<br />

PHOENIX CONTACT .......................... 43<br />

PRODELEC ...........................11 - 17 - 21<br />

S<br />

SPEA .................................................... 3<br />

T<br />

TECNOMASTER ................................ 81<br />

TECNOMETAL ................................... 82<br />

V<br />

VALCHIAN ......................................... 18<br />

W<br />

WIN-TEK ............................................ 37<br />

Z<br />

ZUKEN ............................................... 45


10 PCB febbraio 2012<br />

▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI<br />

Data e luogo Evento Segreteria<br />

7-8 febbraio<br />

San Jose, CA<br />

USA<br />

7-9 febbraio<br />

Seul<br />

Corea del sud<br />

6-9 febbraio<br />

Phoenix, AZ<br />

USA<br />

7-9 febbraio<br />

Düsseldorf<br />

Germania<br />

28 febbraio - 1 marzo<br />

San Diego, CA<br />

USA<br />

Gennaio<br />

Test elettrico<br />

Febbraio<br />

<strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />

Marzo<br />

I sistemi di lavaggio<br />

Aprile<br />

Marcatura e tracciabilità<br />

Maggio<br />

Forni e profili termici<br />

Giugno<br />

ESD<br />

Luglio - Agosto<br />

Materiali di consumo e attrezzature<br />

Settembre<br />

Pick & Place<br />

Ottobre<br />

I sistemi di serigrafia<br />

Novembre<br />

Produzione circuiti stampati<br />

Dicembre<br />

Software di progettazione<br />

Linley Tech Data Center<br />

Conference 2012<br />

The Linley Group<br />

355 Chesley Avenue<br />

Mountain View, CA 94040 - USA<br />

Tel. +1 408 27.03.772<br />

SEMICON Korea 2012 Tel. +82 2 53.17.804<br />

hchoi@semi.org<br />

11th annual Flexible<br />

Electronics and Displays<br />

Conference and Exhibition<br />

International Exhibition<br />

with Workshops on<br />

Electromagnetic<br />

Compatibility<br />

FlexTech (formerly USDC)<br />

3081 Zanker Road<br />

San Jose, CA 95134 - USA<br />

Tel. +1 408 57.71.300 - Fax +1 408 57.71.301<br />

info@flextech.org<br />

Mesago Messe Frankfurt GmbH<br />

Rotebuehlstr. Dal 83-85<br />

70178 Stoccarda - Germania<br />

Tel. +49 711 61.94.60 - Fax +49 711 61.94.691<br />

info@mesago.com - www.mesago.de<br />

IPC APEX Expo IPC - Association Connecting Electronics Industries<br />

3000 Lakeside Drive, 309 S,<br />

Bannockburn, IL 60015 - USA<br />

Tel. +1 847 61.57.10.0 - Fax +1 847 61.57.10.5<br />

Piano editoriale 2012 Editorial calendar 2012<br />

January<br />

Test equipment<br />

February<br />

Rework and hand soldering<br />

March<br />

Cleaning systems<br />

April<br />

Labels and traceability<br />

May<br />

Reflow and wave soldering<br />

June<br />

ESD<br />

July - August<br />

Consumables<br />

September<br />

Pick & Place<br />

October<br />

Screen printing systems<br />

November<br />

PCB manufacturing<br />

Dicember<br />

Design software for pcb


12 PCB febbraio 2012<br />

▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI a cura di Massimiliano Luce<br />

Automatizzare l’elettronica<br />

<strong>Azienda</strong> italiana<br />

spesso presente alle<br />

manifestazioni nazionali<br />

e internazionali, Aurel<br />

Automation, con sede<br />

e centro produttivo<br />

a Modigliana (FC),<br />

specializzata in sistemi<br />

d’automazione per la<br />

produzione elettronica,<br />

non ha certamente<br />

mancato l’appuntamento<br />

con Productronica,<br />

la kermesse bavarese<br />

dell’elettronica svoltasi<br />

a Monaco lo scorso<br />

novembre. Attiva dal 1970<br />

nel settore dell’elettronica,<br />

l’azienda possiede un<br />

catalogo importante,<br />

che va dalle macchine di<br />

deposizione materiali alle<br />

serigrafiche, dai sistemi<br />

di handling per circuiti<br />

stampati ai forni per<br />

le linee di produzione<br />

automatiche.<br />

“<strong>Il</strong> nostro è un catalogo<br />

complesso, che spazia<br />

in diversi settori<br />

dell’elettronica industriale”,<br />

ha confermato Nerio<br />

Samorì, responsabile<br />

di Aurel Automation.<br />

“Abbiamo ad esempio una<br />

vasta scelta di strumenti<br />

laser per il mondo<br />

dell’elettronica: dalla<br />

marcatura al trimming di<br />

circuiti elettronici con teste<br />

Yag a diodi, a lampada<br />

o a CO , utilizzabili a<br />

2<br />

seconda dei materiali<br />

dell’applicazione.”<br />

Erano molti i prodotti<br />

dell’azienda italiana<br />

presentati a Monaco,<br />

anche se un posto di<br />

rilievo nel grande stand di<br />

Productronica era dedicato<br />

alla XCEL (si veda notizia<br />

pubblicata sul numero<br />

di gennaio 2012 di PCB<br />

Magazine a pag. 20),<br />

una work cell flessibile<br />

per varie applicazioni<br />

nel mondo della<br />

microelettronica. Si tratta<br />

di una macchina versatile,<br />

utilizzabile nell’SMT, nelle<br />

applicazioni a film spesso,<br />

nei display, nel settore<br />

della produzione di celle<br />

solari e per la lavorazione<br />

di sensori su substrati<br />

rigidi e flessibili come<br />

l’FR4, il vetro, la ceramica<br />

e il poliestere.<br />

La macchina è utilizzabile<br />

some sistema d’ispezione,<br />

come ink-jet, come<br />

sistema di marcatura,<br />

negli assemblaggi di odd<br />

form, per il coating e la<br />

dispensazione di resine, colle<br />

e paste e capace di eseguire<br />

misurazioni 2D e 3D.<br />

La versatilità della<br />

macchina viene<br />

sottolineata da Samorì:<br />

“Con la XCEL tutto<br />

può essere modificato<br />

sostituendo le teste. Si<br />

tratta infatti di un robot<br />

cartesiano che può fare<br />

diverse cose. In questo<br />

caso può fare coating<br />

di particolari meccanici<br />

o elettronici, dato che<br />

l’abbiamo equipaggiata<br />

con una testa a microspray<br />

per penetrare con<br />

maggiore accuratezza nelle<br />

scanalature più minute.<br />

La macchina può essere<br />

configurata fino a 5 assi,<br />

può essere impiegata in<br />

modalità stand alone o in<br />

linea ed è equipaggiata con<br />

righe ottiche di estrema<br />

precisione e dispone di un<br />

movimento pilotato da<br />

una serie di motori lineari.<br />

Non si tratta quindi di<br />

un piccolo plotter dotato<br />

di pennetta, ma si tratta<br />

di un dispositivo molto<br />

complesso. La macchina<br />

che presentiamo in fiera<br />

è configurata per operare<br />

come coating di fuel cell,<br />

quindi si può immaginare<br />

a che livello sia il grado di<br />

sofisticazione della stessa”.<br />

Altro settore in cui<br />

Aurel da anni opera,<br />

come si è detto, è<br />

quello delle macchine<br />

serigrafiche. Utilizzabili<br />

in configurazione stand<br />

alone o in linea, dotate<br />

di sistemi d’ispezione,<br />

le serigrafiche Aurel<br />

presentate a Productronica<br />

erano quelle dedicate alla<br />

microelettronica: non si<br />

trattava quindi di comuni<br />

macchine per i pcb o<br />

per la crema di stagno.<br />

Dispositivi estremamente<br />

precisi, anch’esse<br />

equipaggiate con motori<br />

lineari, righe ottiche e<br />

provviste di risoluzioni<br />

al micron e inferiori, le<br />

serigrafiche di Aurel sono<br />

dotate di sistemi di visione<br />

integrate che permettono<br />

sia la centratura del pezzo<br />

sia l’ispezione dopo<br />

aver avviato il processo<br />

serigrafico.<br />

“<strong>Il</strong> settore serigrafico è<br />

seguito con particolare<br />

attenzione da Aurel -<br />

ha aggiunto Samorì - in<br />

particolare le applicazioni<br />

per acciaio piano o in tubi,<br />

questi ultimi utilizzati,<br />

ad esempio, per ricavare<br />

i riscaldatori utilizzati<br />

nel settore del bianco<br />

(lavatrici, scaldabagni,<br />

macchine per iniezione<br />

della plastica, macchine<br />

da caffè). Si tratta di<br />

un settore importante<br />

in cui naturalmente le<br />

applicazioni possono<br />

variare ed estendersi<br />

anche nel campo<br />

della lavorazione per<br />

l’elettronica”.<br />

Aurel<br />

www.aurelautomation.com


Tecnologie di test<br />

a stelle e striscie<br />

ACD mostrerà al<br />

pubblico delle grandi<br />

occasioni le sue capacità di<br />

test nel corso del SMTA<br />

Houston Expo and Tech<br />

Forum, che si svolgerà<br />

il prossimo 9 febbraio<br />

presso lo Staff ord Centre,<br />

a Staff ord, Texas. <strong>Il</strong> test<br />

fuzionale proposto da<br />

ACD consente di verifi care<br />

che ciascuna delle varie<br />

funzionalità del prodotto<br />

defi nite nelle specifi che<br />

di progettazione o nelle<br />

specifi che di test soddisfi no<br />

le corrette richieste. In<br />

aggiunta al test a sonde<br />

mobili, il test funzionale è<br />

fondamentale nel fornire<br />

ai clienti di ACD qualità e<br />

assemblaggi privi di difetti.<br />

Inoltre, ACD lavora a<br />

stretto contatto con i propri<br />

clienti e il Functional<br />

Test Department è<br />

impegnato a sviluppare<br />

un test accurato per ogni<br />

assemblaggio. Anche<br />

i tester a sonde mobili<br />

per schede a singola o a<br />

doppia faccia, consentono<br />

ad ACD di rispondere<br />

in modo puntuale alle<br />

aspettative dei clienti. La<br />

società utilizza inoltre<br />

Acculogic ScanNavigator,<br />

una potente suite di<br />

strumenti sia hardware sia<br />

software appositamente<br />

progettata per il controllo<br />

di dispositivi elettronici,<br />

schede e sistemi che<br />

utilizzano gli standard<br />

IEEE 1149.1 e IEEE<br />

1149.4. Inoltre, il reparto<br />

di test di ACD off re<br />

consulenza JTAG e test<br />

coverage per progetti che<br />

impiegano Boundary Scan<br />

così come programmazione<br />

in-system di dispositivi<br />

a logica programmabile<br />

come FPGA e memorie<br />

fl ash. Tra i punti di forza<br />

di ACD non è possibile<br />

non menzionare le<br />

linee Juki e MYDATA,<br />

entrambe garantiscono alla<br />

società texana la massima<br />

fl essibilità di processo.<br />

ACD<br />

www.ACDUSA.com<br />

Pasta saldante<br />

per ogni esigenza<br />

Cobar Solder Products<br />

è prossima al lancio<br />

uffi ciale della pasta<br />

saldante senza alogeni e<br />

alogenuri Cobar OT2.<br />

L’appuntamento con la<br />

presentazione uffi ciale<br />

del nuovo prodotto è<br />

all’IPC APEX Expo.<br />

<strong>Il</strong> fl ussante medio<br />

di nuova concezione<br />

per pasta saldante ha<br />

proprietà uniche che<br />

eliminano i difetti<br />

legati all’ossidazione e<br />

alla miniaturizzazione.<br />

La riduzione delle<br />

dimensioni d’ingombro<br />

dei componenti<br />

richiedono meno pasta<br />

saldante; tuttavia, la pasta<br />

ha proprietà di attivazione<br />

suffi cienti per soddisfare<br />

le richieste dei moderni<br />

processi miniaturizzati.<br />

Cobar OT2 è disponibile<br />

con leghe a basso costo<br />

come SN100C or<br />

SCANGe-071. Queste<br />

paste saldanti sono<br />

prive di argento (o al<br />

massimo ne hanno una<br />

bassa quantità) e sono<br />

ideali per i mercati dove<br />

i costi rappresentano<br />

un elemento decisivo.<br />

Ciò detto, Cobar OT2<br />

è disponibile anche in<br />

SAC305.<br />

<strong>Il</strong> fl ussante medio a base<br />

di resina rende molto<br />

facile la stampa anche<br />

a velocità molto elevata<br />

(>200 mm/sec). Grazie<br />

al suo notevole sistema<br />

di attivazione, la pasta<br />

elimina i difetti Head-in-<br />

Pillow che sono cruciali<br />

nella saldatura senza<br />

piombo di BGA. Anche<br />

con i componenti più<br />

piccoli, come ad esempio<br />

gli 01005 o gli 0201,<br />

questa pasta non mostra<br />

eff etti graping o difetti<br />

di altro genere. Infi ne,<br />

fornisce le condizioni di<br />

bagnatura ideali per la<br />

massima affi dabilità dei<br />

punti di saldatura.<br />

Cobar Solder Products<br />

www.cobar.com<br />

PCB febbraio 2012<br />

13


Solder recovery più effi ciente<br />

Nella lista dei sicuri protagonisti del prossimo IPC APEX<br />

Expo, si segnala in modo particolare il nome di EVS<br />

International, che sarà presente all’evento con il suo EVS<br />

7000LFHS di cui abbiamo già parlato in queste pegni (vedi<br />

PCB Magazine 01/12 p. 19). In quell’occasione, EVS mostrerà<br />

in anteprima le sue ultime innovazioni e aggiornamenti in<br />

fatto di parametri operativi e nuovi software, con maggiore<br />

capacità di estrazione, migliore effi cienza termica e percentuali<br />

di recupero in forte aumento. Queste nuove e migliorate<br />

funzionalità contribuiscono a ridurre sensibilmente le<br />

emissioni di anidride carbonica, raff orzando la loro capacità di<br />

14 PCB febbraio 2012<br />

raggiungere e mantenere lo standard aziendale ambientale ISO<br />

14001. In occasione dell’evento americano EVS illustrerà in<br />

modo molto dettagliato il nuovo Nitrogen Reduction System.<br />

Grazie a questi nuovi e migliorato sistema è possibile ridurre<br />

in modo signifi cativo anche il consumo di azoto, abbassandone<br />

il fl usso per l’onda senza incorrere in una perdita di capacità<br />

o di qualità della saldatura (in fase di sperimentazione è stato<br />

raggiunto un risparmio del 66%).<br />

EVS International<br />

www.solderrecovery.com<br />

Rework collaudato per componenti SMT<br />

Ci sono molti motivi per cerchiare<br />

sulle proprie agende le date che<br />

vanno dal 28 febbraio al 1 marzo. Una<br />

ragione è che in quei giorni si svolgerà a<br />

San Diego l’IPC APEX<br />

Expo, la seconda è<br />

che all’appuntamento<br />

californiano ha già<br />

confermato la sua<br />

presenza Finetech.<br />

Refl ow universale<br />

KIC ha annunciato il rilascio del<br />

Refl ow Process Index, progettato<br />

per aiutare i produttori di elettronica a<br />

ottenere la massima qualità e capacità di<br />

trasporto dai propri forni a rifusione. Un<br />

forno a rifusione è una sofi sticata scatola<br />

nera che coinvolge un numero incredibile<br />

di attività come la creazione di calore, il<br />

soffi o dell’aria, la rimozione di sostanze<br />

volatili, il controllo della pressione statica,<br />

il controllo della temperatura e della<br />

velocità di trasporto e molto altro. RPI<br />

è un sistema automatico che, una volta<br />

programmato, lavora in background senza<br />

alcun coinvolgimento dell’operatore. Le<br />

sue funzionalità includono:<br />

Presso lo stand della società sarà<br />

possibile approfondire la conoscenza del<br />

sistema di rework<br />

FINEPLACER.<br />

Si tratta di una<br />

tecnologia di rework<br />

collaudata per un<br />

ampio spettro di<br />

componenti SMT,<br />

che variano nel<br />

formato da 0201<br />

a BGA da 70<br />

x 70 mm, e una<br />

gestione dei pcb fi no a 310 x<br />

400 mm.<br />

- condivisione in tempo reale di<br />

tutti i dati attinenti di processo e<br />

produzione;<br />

- profi li in automatico di ciascun pcb;<br />

- allarme immediato per specifi che<br />

situazioni out-of-spec;<br />

Una camera di osservazione di<br />

processo in tempo reale permette di<br />

seguire il processo di refl ow da quasi<br />

ogni angolazione. FINEPLACER<br />

rappresenta un compatto ma versatile<br />

sistema di rework a gas caldo di livello<br />

altamente professionale, ben superiore a<br />

quanto il suo prezzo allettante può fare<br />

intendere.<br />

<strong>Il</strong> sistema integra l’intero ciclo di<br />

rework in un design effi ciente senza<br />

comprometterne la funzionalità.<br />

Finetech<br />

www.f inetechusa.com<br />

- grafi ci SPC automatici, incluso Cpk;<br />

- tracciabilità del processo fi no al<br />

singolo pub;<br />

- prevenzione dell’errore umano come<br />

ad esempio la produzione del pcb<br />

sbagliato o errate impostazioni del<br />

forno (è necessario il codice a barre).<br />

Ultimo, ma non meno importante, KIC<br />

RPI è universalmente applicabile perché<br />

funziona indipendentemente dal modello<br />

di forno, dalle linee di produzione, dal<br />

personale, dal tipo di pub, così come dalla<br />

fabbrica di provenienza.<br />

KIC<br />

www.kicthermal.com


Solder recovery più effi ciente<br />

Nella lista dei sicuri protagonisti del prossimo IPC APEX<br />

Expo, si segnala in modo particolare il nome di EVS<br />

International, che sarà presente all’evento con il suo EVS<br />

7000LFHS di cui abbiamo già parlato in queste pegni (vedi<br />

PCB Magazine 01/12 p. 19). In quell’occasione, EVS mostrerà<br />

in anteprima le sue ultime innovazioni e aggiornamenti in<br />

fatto di parametri operativi e nuovi software, con maggiore<br />

capacità di estrazione, migliore effi cienza termica e percentuali<br />

di recupero in forte aumento. Queste nuove e migliorate<br />

funzionalità contribuiscono a ridurre sensibilmente le<br />

emissioni di anidride carbonica, raff orzando la loro capacità di<br />

14 PCB febbraio 2012<br />

raggiungere e mantenere lo standard aziendale ambientale ISO<br />

14001. In occasione dell’evento americano EVS illustrerà in<br />

modo molto dettagliato il nuovo Nitrogen Reduction System.<br />

Grazie a questi nuovi e migliorato sistema è possibile ridurre<br />

in modo signifi cativo anche il consumo di azoto, abbassandone<br />

il fl usso per l’onda senza incorrere in una perdita di capacità<br />

o di qualità della saldatura (in fase di sperimentazione è stato<br />

raggiunto un risparmio del 66%).<br />

EVS International<br />

www.solderrecovery.com<br />

Rework collaudato per componenti SMT<br />

Ci sono molti motivi per cerchiare<br />

sulle proprie agende le date che<br />

vanno dal 28 febbraio al 1 marzo. Una<br />

ragione è che in quei giorni si svolgerà a<br />

San Diego l’IPC APEX<br />

Expo, la seconda è<br />

che all’appuntamento<br />

californiano ha già<br />

confermato la sua<br />

presenza Finetech.<br />

Refl ow universale<br />

KIC ha annunciato il rilascio del<br />

Refl ow Process Index, progettato<br />

per aiutare i produttori di elettronica a<br />

ottenere la massima qualità e capacità di<br />

trasporto dai propri forni a rifusione. Un<br />

forno a rifusione è una sofi sticata scatola<br />

nera che coinvolge un numero incredibile<br />

di attività come la creazione di calore, il<br />

soffi o dell’aria, la rimozione di sostanze<br />

volatili, il controllo della pressione statica,<br />

il controllo della temperatura e della<br />

velocità di trasporto e molto altro. RPI<br />

è un sistema automatico che, una volta<br />

programmato, lavora in background senza<br />

alcun coinvolgimento dell’operatore. Le<br />

sue funzionalità includono:<br />

Presso lo stand della società sarà<br />

possibile approfondire la conoscenza del<br />

sistema di rework<br />

FINEPLACER.<br />

Si tratta di una<br />

tecnologia di rework<br />

collaudata per un<br />

ampio spettro di<br />

componenti SMT,<br />

che variano nel<br />

formato da 0201<br />

a BGA da 70<br />

x 70 mm, e una<br />

gestione dei pcb fi no a 310 x<br />

400 mm.<br />

- condivisione in tempo reale di<br />

tutti i dati attinenti di processo e<br />

produzione;<br />

- profi li in automatico di ciascun pcb;<br />

- allarme immediato per specifi che<br />

situazioni out-of-spec;<br />

Una camera di osservazione di<br />

processo in tempo reale permette di<br />

seguire il processo di refl ow da quasi<br />

ogni angolazione. FINEPLACER<br />

rappresenta un compatto ma versatile<br />

sistema di rework a gas caldo di livello<br />

altamente professionale, ben superiore a<br />

quanto il suo prezzo allettante può fare<br />

intendere.<br />

<strong>Il</strong> sistema integra l’intero ciclo di<br />

rework in un design effi ciente senza<br />

comprometterne la funzionalità.<br />

Finetech<br />

www.f inetechusa.com<br />

- grafi ci SPC automatici, incluso Cpk;<br />

- tracciabilità del processo fi no al<br />

singolo pub;<br />

- prevenzione dell’errore umano come<br />

ad esempio la produzione del pcb<br />

sbagliato o errate impostazioni del<br />

forno (è necessario il codice a barre).<br />

Ultimo, ma non meno importante, KIC<br />

RPI è universalmente applicabile perché<br />

funziona indipendentemente dal modello<br />

di forno, dalle linee di produzione, dal<br />

personale, dal tipo di pub, così come dalla<br />

fabbrica di provenienza.<br />

KIC<br />

www.kicthermal.com


16 PCB febbraio 2012<br />

XIV edizione del Convegno<br />

Nazionale ESD<br />

La XIV edizione del Convegno<br />

nazionale ESD, organizzato dal<br />

Team Nazionale ESD e coordinato<br />

da CEI-Comitato Elettrotecnico<br />

Italiano, Magna e Università di<br />

Genova, si terrà il 16 maggio p.v. a<br />

Monza, presso la sede Philips.<br />

Dopo 18 anni di programmazione<br />

e, in particolare, dopo il successo<br />

dell’edizione 2011, tenutasi a<br />

Marostica, l’appuntamento annuale<br />

con i temi correlati ai fenomeni<br />

elettrostatici è riconosciuto dagli<br />

operatori e dagli esperti del settore<br />

come un evento fondamentale che<br />

consente di rimanere aggiornati<br />

sui trend e sulle ultime novità<br />

tecnologiche e normative.<br />

<strong>Il</strong> Convegno - oltre a porsi come<br />

obiettivo la divulgazione della<br />

cultura ESD - vuole stimolare e<br />

sensibilizzare i settori e le aziende<br />

coinvolte nella gestione di eventi<br />

legati alle scariche elettrostatiche.<br />

Verranno analizzati i criteri inerenti<br />

la protezione passiva e attiva e gli<br />

elementi tecnici e amministrativi<br />

contenuti in un “programma ESD”<br />

attraverso la presentazione delle<br />

esperienze dirette degli utilizzatori<br />

che operano, tra gli altri, nel<br />

settore “automotive”, per il quale il<br />

raggiungimento e il mantenimento<br />

di alti target qualitativi è di vitale<br />

importanza.<br />

Non macherà, inoltre, un attento<br />

sguardo alla normativa tecnica in<br />

ambito internazionale grazie alla<br />

partecipazione di Rainer Pfeifl e,<br />

responsabile della delegazione<br />

tedesca in ambito IEC (International<br />

Electrotechnical Commission).<br />

Pfeifl e presenterà i punti salienti<br />

della normativa internazionale che<br />

defi nisce i requisiti di sicurezza<br />

relativi alla necessaria protezione<br />

attiva in considerazione della sempre<br />

più ampia produzione di LED e del<br />

relativo impiego in diversi settori<br />

dell’Industria.<br />

Ulteriori interventi tratteranno<br />

l’analisi dei requisiti ESD relativi<br />

ad apparecchiature automatiche,<br />

l’evoluzione dei sistemi di protezione<br />

ESD in linea con lo stato dell’arte,<br />

la gestione dei componenti MSD<br />

(Moisture-sensitive devices) –<br />

argomento questo di notevole<br />

interesse a causa dell’aumento dei<br />

processi conformi alle direttive<br />

RoHS – l’evoluzione tecnologica<br />

e normativa nel settore elettronico<br />

e la migrazione in atto verso le<br />

nanotecnologie.<br />

Com’è consuetudine dei Convegni<br />

ESD, è prevista, a conclusione<br />

dell’incontro, una “tavola rotonda”<br />

durante la quale verranno ripresi gli<br />

argomenti più interessanti emersi nel<br />

corso degli interventi e i partecipanti<br />

potranno chiedere chiarimenti e<br />

porre domande ai relatori.<br />

La partecipazione al Convegno è<br />

gratuita fi no a esaurimento dei posti<br />

disponibili.<br />

ESD Forum<br />

www.esditaly.com<br />

Connettore<br />

scheda-scheda a<br />

componente unico<br />

TE Connectivity ha presentato un<br />

connettore scheda-scheda (BtB)<br />

liscio, a compressione e a componente<br />

unico che, mediante compressione dei<br />

contatti, consente la connessione a<br />

una scheda secondaria placcata in oro<br />

localmente. Sono disponibili versioni<br />

con diverse posizioni, altezza e passo.<br />

Di conseguenza, il nuovo connettore<br />

consente una maggiore fl essibilità del<br />

design, caratteristica che ha spinto<br />

le maggiori aziende produttrici di<br />

apparecchi mobili verso la sua adozione.<br />

Questo connettore BtB a compressione,<br />

costruito in materiale termoplastico per<br />

alte temperature e lega di rame, è dotato<br />

di concavità nella zona di connessione e<br />

di contatti precaricati che sono protetti<br />

da danni accidentali. La coplanarità di<br />

0,08 mm su tutti i terminali a saldare<br />

riduce ulteriormente lo spessore della<br />

pasta saldante, consentendo una<br />

maggiore precisione e un ampliamento<br />

delle applicazioni. I prodotti sono<br />

forniti in un nastro che consente le<br />

operazioni automatiche di pick and<br />

place. <strong>Il</strong> connettore BtB è ottimizzato<br />

per l’assemblaggio automatizzato e per<br />

ridurre costi e tempi di consegna.<br />

Grazie al suo design liscio, modulabile<br />

e ottimizzato per la produzione<br />

automatico, questo connettore a<br />

componente unico BtB di prima<br />

generazione collega la scheda principale<br />

del circuito stampato a quella secondaria,<br />

ad esempio nei tastierini numerici, ed è<br />

ideale per apparecchi mobili, macchine<br />

fotografi che, GPS portatili e così via.<br />

TE Connectivity<br />

www.te.com


Serigrafi a e dispensazione tutto in uno<br />

opzione Stinger di<br />

L’ DEK è un sistema<br />

di dispensazione a bordo<br />

della serigrafi ca che<br />

consente una doppia<br />

funzionalità su un singolo<br />

sistema, permettendo<br />

di risparmiare spazio<br />

all’interno del reparto<br />

produttivo e riducendo<br />

i costi di acquisto di un<br />

sistema di dispensazione.<br />

Questa opzione è<br />

ideale per i clienti che<br />

lavorano con schede dalla<br />

tecnologia mista, che<br />

richiede sia l’adesivo che<br />

la pasta saldante.<br />

Tradizionalmente,<br />

l’adesivo viene usato<br />

per fi ssare i componenti<br />

SMD al lato inferiore<br />

della scheda in fase di<br />

saldatura a onda, per<br />

i componenti grandi<br />

in fase di saldatura<br />

a rifusione, per i<br />

prodotti sottoposti a un<br />

ambiente critico e per<br />

le applicazioni SMT<br />

periferiche quali i corner<br />

bonding.<br />

Stinger è integrato<br />

all’interno del sistema di<br />

visione della serigrafi ca e<br />

opera come un normale<br />

sistema di dispensazione<br />

in linea.<br />

Una volta che la scheda<br />

è stata serigrafata,<br />

questa viene abbassata<br />

al livello del sistema di<br />

visione dove l’opzione<br />

Stinger dispensa l’adesivo<br />

su un pattern<br />

pre-programmato.<br />

<strong>Il</strong> sistema dispensa<br />

mediante una valvola<br />

che consente una rapida<br />

sostituzione della<br />

Caratteristiche tecniche<br />

cartuccia di adesivo<br />

senza necessità di pulizia<br />

del sistema, mentre la<br />

cartuccia può essere<br />

nuovamente riempita<br />

in pochi minuti al<br />

momento del cambio di<br />

lavorazione.<br />

<strong>Il</strong> set-up semplice<br />

e veloce è possibile<br />

grazie all’interfaccia<br />

utente Instictiv V9,<br />

che guida l’utente nella<br />

programmazione in<br />

modo rapido ed effi cace.<br />

Stinger non sostituisce<br />

per intero un sistema di<br />

dispensazione, ma facilita<br />

la doppia funzionalità ed<br />

estende le applicazioni<br />

possibili i clienti che<br />

lavorano su schede con<br />

tecnologia mista.<br />

L’opzione è disponibile<br />

su tutte le nuove<br />

serigrafi che DEK<br />

e utilizzabile anche<br />

con tutte quelle che<br />

utilizzano Instictiv V9.<br />

Prodelec<br />

www.prodelecgroup.com<br />

- Utilizza: adesivi in cartucce standard di 10cc<br />

- Tempo di sostituzione cartuccia: 1 minuto<br />

- Compatibile: con la maggior parte degli adesivi<br />

a dispensazione<br />

- Cartucce/Siringhe: 10cc EFD; Nozzle 21/22/23<br />

gauge (ID rispettivamente di 0,51 mm, 0,41 mm<br />

e 0,33 mm)<br />

- Un secondo per sito, per la sola dispensazione<br />

(la correzione laser potrebbe richiedere più tempo)<br />

- Siti programmabili: massimo 1000<br />

- Imbarcamento schede: massimo ± 1mm


20 PCB febbraio 2012<br />

Innovazione vapor phase<br />

<strong>Il</strong> produttore<br />

di soluzioni di<br />

saldatura vapor phase<br />

R&D Technological<br />

Services sarà presente<br />

all’IPC APEX Expo<br />

di San Diego con il<br />

suo RD1 Batch Type<br />

Vapor Phase Reflow<br />

System. L’RD1 utilizza<br />

la tecnologia vapor<br />

phase per fornire un<br />

trasferimento coerente<br />

e uniforme del calore,<br />

con un reflow di alta<br />

qualità. L’avanzato<br />

sistema di reflow è stato<br />

progettato per i bassi<br />

volumi di produzione<br />

e per i prodotti di<br />

dimensioni più piccole.<br />

Inoltre, RD1 garantisce<br />

operazioni user-friendly<br />

e un elevato controllo<br />

del processo, diventando<br />

il perfetto connubio tra<br />

tecnologie vapor phase e<br />

a convezione. In questo<br />

modo, RD1 consente<br />

a qualsiasi azienda,<br />

indipendentemente<br />

dalle sue dimensioni, di<br />

produrre prodotti di alta<br />

qualità.<br />

L’RD1 possiede una<br />

dotazione di lavoro di<br />

12 x 10 x 2,25 pollici e<br />

utilizza un sistema di<br />

trasporto pallettizzato<br />

brevettato che mantiene<br />

il prodotto orizzontale<br />

lungo tutto il processo.<br />

<strong>Il</strong> sistema è dotato<br />

di comandi touch<br />

screen, di una zona<br />

di preriscaldamento<br />

a convezione, di una<br />

serie di programmi<br />

personalizzabili, di una<br />

zona di raffreddamento,<br />

di un serbatoio<br />

ausiliario per i fluidi di<br />

lavoro e di un sistema di<br />

filtraggio avanzato.<br />

R&D<br />

Technological Services<br />

www.rdtechnicalservices.com<br />

In crescita<br />

la raccolta in negozio<br />

dei rifiuti elettronici<br />

l contributo degli<br />

“Iesercizi commerciali<br />

nella raccolta dei RAEE<br />

è stato importante”, ha<br />

recentemente dichiarato<br />

Walter Camarda, presidente<br />

di Ecolight, consorzio per<br />

la gestione dei RAEE che<br />

offre il servizio di ritiro dei<br />

rifiuti elettronici a oltre<br />

3mila negozi in tutta Italia.<br />

Sono state oltre 12mila le<br />

tonnellate di rifiuti elettronici<br />

raccolte in negozio nel 2011,<br />

contro le 4 mila del 2010.<br />

Nel 2011 il sistema dell’Uno<br />

contro Uno ha perciò iniziato<br />

a dare i primi frutti, anche<br />

se risultano ancora pochi<br />

i piccoli elettrodomestici<br />

(appena il 15 per cento dei<br />

300mila pezzi raccolti).<br />

“Siamo convinti”, ha<br />

proseguito Camarda, “che<br />

vi siano le potenzialità per<br />

tassi di raccolta ancora più<br />

elevati, oggi frenati in buona<br />

parte da difficoltà di gestione<br />

esterne al sistema distributivo<br />

e dovuto a normative<br />

inadeguate sulle quali, ormai<br />

da troppo tempo, la filiera<br />

sta chiedendo interventi<br />

urgenti. <strong>Il</strong> dato di quest’anno<br />

però ci conforta ed è indice<br />

di un sistema che, seppur<br />

lentamente, sta crescendo”.<br />

<strong>Il</strong> decreto Uno contro Uno<br />

(entrato in vigore il 18<br />

giugno 2010) impone ai<br />

negozianti il ritiro gratuito<br />

di un’apparecchiatura<br />

elettrica vecchia al momento<br />

dell’acquisto di una nuova di<br />

equivalente funzionalità.<br />

Nell’immediato futuro, due<br />

sono i nodi da affrontare:<br />

innanzitutto il fronte<br />

dell’informazione: “Far<br />

conoscere al consumatore<br />

questa opportunità è il<br />

primo passo per raggiungere<br />

livelli importanti di<br />

raccolta”, ha ricordato<br />

il direttore generale di<br />

Ecolight. “E il basso dato<br />

di raccolta dei piccoli<br />

elettrodomestici è il<br />

principale indice della scarsa<br />

conoscenza”. In secondo<br />

luogo la questione legata<br />

alle piazzole comunali: non<br />

sempre è possibile conferire<br />

i rifiuti raccolti dal circuito<br />

della distribuzione alle isole<br />

ecologiche. Secondo infatti<br />

i dati 2011 del Centro<br />

di Coordinamento Raee,<br />

circa quattro piazzole su<br />

dieci non ritirano i rifiuti<br />

elettronici raccolti dai<br />

negozi attraverso il sistema<br />

dell’uno contro uno.<br />

Ecolight<br />

www.ecolight.it


di Piero Bianchi<br />

22 PCB febbraio 2012<br />

▶ SPECIALE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />

Saldatura<br />

e rilavorazione oggi<br />

La saldatura manuale e le operazioni di rework in genere<br />

hanno già superato da tempo la fase prettamente manuale dove basta<br />

mano ferma e un minimo di conoscenza tecnica. Tuttavia resta sempre<br />

un’operazione tra le più critiche, che richiede un certo contributo<br />

di tempo e qualche investimento<br />

della componentistica<br />

elettronica ha assunto<br />

L’evoluzione<br />

una criticità crescente presentando<br />

il suo aspetto sempre più<br />

miniaturizzato nel package e con<br />

elevato pin count; questa direttrice<br />

di sviluppo ha indotto lo sviluppo di<br />

sistemi di reworking sempre più complessi<br />

(e costosi).<br />

Un esempio tipico è dato dai<br />

package BGA e delle rispettive versioni<br />

μBGA e CSP che introduco-<br />

no problemi a livello di ispezione dei<br />

giunti di saldatura, la cui affi dabilità è<br />

resa precaria dalla possibile formazione<br />

di void.<br />

La qualità della saldatura manuale<br />

dipende da diverse variabili, capacità<br />

dell’operatore, qualità del fi lo, bontà<br />

ed effi cienza della stazione di saldatura.<br />

Anche la saldatura manuale è infl<br />

uenzata dall’evoluzione del mondo<br />

tecnologico che la circonda e a cui<br />

deve rispondere con soluzioni sempre<br />

innovative.<br />

Nelle operazioni di saldatura manuale<br />

esiste sempre una stretta relazione<br />

di causa-eff etto che lega la capacità<br />

dell’operatore e le prestazioni<br />

della stazione di saldatura o di rework.<br />

Anche la migliore stazione di saldatura<br />

nulla può nei confronti di un operatore<br />

senza competenze.


Di contro un operatore dotato di<br />

capacità e istruzione, con un ottimo<br />

sistema di saldatura, capace di rilavorare<br />

anche il caso più disperato, non<br />

sarà mai in grado di bilanciare quelle<br />

lacune che ha generato il processo<br />

perché obiettivo del processo è il<br />

fi rst-pass yeld e il recuperare in fase di<br />

rework è un costo e non un plus.<br />

Un alto livello tecnologico delle apparecchiature<br />

utilizzare contribuisce<br />

comunque alla positiva riuscita delle<br />

operazioni perché consente un buon<br />

controllo della maggior parte delle<br />

variabili coinvolte. È questa in fondo<br />

una delle motivazione che ha spinto<br />

verso stazioni dalle ottime prestazioni,<br />

l’altra è la necessità di avere sistemi<br />

effi cienti.<br />

L’effi ciente trasferimento termico<br />

consente saldature ripetitive, con un<br />

livello di temperatura stabile, senza<br />

oscillazioni dovute al lento recupero<br />

della potenza termica.<br />

Nelle operazioni di rilavorazione<br />

si possono identifi care quattro fasi:<br />

la dissaldatura e la rimozione del<br />

componente, la pulizia delle piazzole,<br />

il posizionamento del nuovo componente<br />

e la sua saldatura. Nel caso<br />

di componenti complessi come quella<br />

appartenenti alla famiglia area array<br />

è richiesta anche la serigrafi a o la dispensazione<br />

della pasta saldante.<br />

Uno dei grossi problemi che si incontrano<br />

a livello operativo è la collocazione<br />

dei mini-stencil utilizzati per<br />

depositare la pasta sui pad del componente<br />

in rilavorazione.<br />

Questa operazione se non eseguita<br />

correttamente compromette anche<br />

la fase successiva di rifusione e formazione<br />

dei giunti.<br />

Altre diffi coltà pratiche intervengono<br />

più direttamente nel processo<br />

di riparazione e derivano dall’aumento<br />

del numero di terminali e dalla riduzione<br />

del loro passo. Spesso diminuisce<br />

di dimensioni anche il pcb riducendo<br />

sempre più gli spazi utili per<br />

intervenire con il rischio di interferire<br />

coi componenti circostanti.<br />

Reworking di un BGA<br />

Per la rimozione del BGA dalla<br />

scheda si procede preriscaldando dal<br />

basso la scheda in maniera uniforme<br />

con una temperatura compresa tra i<br />

130 e i 160 °C; si utilizza un sistema<br />

di preriscaldamento a raggi infrarossi.<br />

Parallelamente s’interviene sul lato<br />

top con un sistema ad aria calda,<br />

programmabile per generare il corretto<br />

profi lo termico che porti alla rifusione<br />

dei giunti di saldatura.<br />

Particolare attenzione per la riuscita<br />

dell’operazione va posta alla fase di<br />

preriscaldamento a raggi infrarossi.<br />

L’esperienza suggerisce che gradienti<br />

termici molto elevati, causati<br />

da preriscaldi inadeguati, producono<br />

fl essioni e deterioramenti del substrato,<br />

mentre a favorire il buon esito<br />

dell’operazione interviene la capacità<br />

di riscaldare uniformemente l’intera<br />

superfi cie inferiore della scheda,<br />

per tutta la fase di rilavorazione.<br />

Importante è anche il controllo della<br />

velocità di riscaldamento, che non<br />

deve superare la rampa di 4 °C/sec;<br />

la velocità non deve essere neppure<br />

troppo bassa per non allungare oltremodo<br />

i tempi di processo che inciderebbero<br />

sulla formazione dell’intermetallico.<br />

Al proposito si ricorda che per la<br />

maggior parte dei componenti SMT<br />

i produttori stabiliscono i massimi valori<br />

di temperatura raggiungibile e i<br />

relativi tempi di esposizione, normalmente<br />

40 secondi a <strong>24</strong>0 °C piuttosto<br />

che 10 secondi a 260 °C.<br />

L’unità di controllo che usualmente<br />

equipaggia le stazioni di rework, consente<br />

di tenere costantemente monitorati<br />

i valori di temperatura sul lato<br />

top e bottom del pcb tramite l’utilizzo<br />

di termocoppie. Questi valori possono<br />

essere registrati per generare dei<br />

report sul processo e legati ai dati del-<br />

PCB febbraio 2012<br />

23


<strong>24</strong> PCB febbraio 2012<br />

la scheda in lavorazione<br />

(codice, numero di serie,<br />

ecc) inseriti manualmente<br />

o tramite barcode, per avere<br />

la tracciabilità del prodotto.<br />

Capita a volte di dover<br />

rimuovere un BGA non<br />

perché sia danneggiato o<br />

difettoso, ma perché si sono<br />

riscontrati problemi di saldatura<br />

dei bump.<br />

Alcuni componenti, in particolare<br />

quelli custom, hanno un costo che ne<br />

giustifi ca il recupero, realizzato tramite<br />

apposito kit.<br />

Nelle operazioni di recupero di un<br />

BGA (valide anche per CSP, QFN<br />

e LLP), la prima fase richiede il posizionamento<br />

del componente nella<br />

nell’apposita fi xture; il package va inserito<br />

rovesciato, con le piazzole che<br />

ospitano i bump rivolte verso l’alto,<br />

su cui con una mini lamina serigrafi -<br />

ca si stampa il deposito di pasta saldante.<br />

Le caratteristiche di questo mini<br />

stencil devono essere tali di consentirne<br />

il perfetto parallelismo e il corretto<br />

allineamento coi bump. Un deposito<br />

di pasta saldante accurato aiuta a<br />

compensare e livellare eventuali diff erenze<br />

di altezza nei bump intervenute<br />

a seguito delle operazioni precedenti<br />

(assemblaggio e rimozione) e più<br />

raramente alle inevitabili tolleranze<br />

costruttive del package.<br />

Rifondendo con il corretto profi lo<br />

termico si facilità la fuoriuscita pressoché<br />

totale delle sostanze volatili.<br />

Con queste operazioni si rende disponibile<br />

un componente pronto per essere<br />

assemblato nuovamente sul pcb<br />

di destinazione.<br />

Si evita il pericolo di avere giunti<br />

con void o cortocircuiti tra piazzole<br />

o bump contigui come avverrebbe<br />

serigrafando direttamente sulla scheda<br />

con poco spazio a disposizione per<br />

intervenire.<br />

I case di molti componenti sono<br />

sensibili all’umidità per cui una volta<br />

rimossi è bene sottoporli a baking per<br />

<strong>24</strong> ore a 125 °C prima di rimontarli<br />

sulla scheda. Tutte le operazioni che<br />

portano al recupero del componente<br />

espongono a problemi ESD, per cui è<br />

bene tenerne conto nell’allestire l’area<br />

di lavoro.<br />

L’azione del cooling<br />

sul giunto di saldatura<br />

Nei sistemi di rework delle ultime<br />

generazioni oltre al tempo e alla temperatura,<br />

è controllato anche il volume<br />

di aria calda erogato dagli ugelli.<br />

Le termocoppie poste a stretto contatto<br />

con scheda e componente permettono<br />

di avere un feedback in tempo<br />

reale che aiuta a operare in tutta<br />

sicurezza, indipendentemente dalla<br />

temperatura ambiente o dalle masse<br />

termiche del pcb.<br />

I nozzle sono in acciaio inossidabile<br />

e disponibili in un’ampia gamma di<br />

geometrie, a copertura di della totalità<br />

dei componenti di uso corrente. I costruttori<br />

più aff ermati sono anche in<br />

grado,nel rispetto dei tempi tecnici, di<br />

fornire ugelli custom.<br />

L’evoluzione dei componenti complessi<br />

e le leghe lead-free hanno enfatizzato<br />

l’esigenza di disporre di un sistema<br />

di raff reddamento effi cace che<br />

permetta di ottenere una struttura<br />

cristallina del giunto che ne assicuri<br />

l’affi dabilità sulla lunga distanza.<br />

In alcuni sistemi terminato<br />

il ciclo termico<br />

di saldatura si spengono<br />

semplicemente gli<br />

elementi riscaldanti<br />

per soffi are solo aria a<br />

temperatura ambiente<br />

mentre in altri subentrano<br />

anche ventole<br />

addizionali per velocizzare<br />

l’operazione di raffreddamento.<br />

La valutazione della<br />

qualità del giunto saldato in base alla<br />

sua lucentezza, come avveniva in passato,<br />

non è più realistica. La conformazione<br />

cristallina delle leghe SAC<br />

conferisce alla saldatura un aspetto<br />

assolutamente opaco, granuloso. Solo<br />

nel momento della fase liquida queste<br />

leghe hanno un aspetto lucente, ma<br />

solidifi cando opacizzano per cui è assolutamente<br />

improprio valutare oggi<br />

la qualità del giunto dalla sua cosmesi.<br />

Gli aspetti da considerare riguardano<br />

la forma, l’omogeneità della<br />

superfi cie, la dimensione del menisco,<br />

la presenza o meno di microfratture,<br />

che costituiscono il problema più<br />

comune derivante da un inadeguato<br />

raff reddamento di queste leghe.<br />

Secondo quanto stabilito dalla norma<br />

IPC-610-D per le specifi che di<br />

accettabilità delle micro criccature superfi<br />

ciali o shrinkage crack, la frattura<br />

non deve toccare la base o la testa del<br />

giunto, anche se poi il livello di qualità<br />

imposto in genere dai committenti<br />

spesso non le rende accettabili in<br />

alcun modo.<br />

Le leghe ad oggi più utilizzate<br />

anche in saldatura manuale sono<br />

sicuramente le SAC, nelle loro varie<br />

composizioni, ma molti utilizzatori<br />

si stanno orientando verso l’utilizzo<br />

delle leghe a base di stagno e rame<br />

(K100LD, Sn100) che hanno la<br />

caratteristica di dare un giunto più<br />

lucido, aver migliore bagnabilità e,<br />

non contenendo l’argento, di costare<br />

molto meno delle prime.


<strong>24</strong> PCB febbraio 2012<br />

la scheda in lavorazione<br />

(codice, numero di serie,<br />

ecc) inseriti manualmente<br />

o tramite barcode, per avere<br />

la tracciabilità del prodotto.<br />

Capita a volte di dover<br />

rimuovere un BGA non<br />

perché sia danneggiato o<br />

difettoso, ma perché si sono<br />

riscontrati problemi di saldatura<br />

dei bump.<br />

Alcuni componenti, in particolare<br />

quelli custom, hanno un costo che ne<br />

giustifi ca il recupero, realizzato tramite<br />

apposito kit.<br />

Nelle operazioni di recupero di un<br />

BGA (valide anche per CSP, QFN<br />

e LLP), la prima fase richiede il posizionamento<br />

del componente nella<br />

nell’apposita fi xture; il package va inserito<br />

rovesciato, con le piazzole che<br />

ospitano i bump rivolte verso l’alto,<br />

su cui con una mini lamina serigrafi -<br />

ca si stampa il deposito di pasta saldante.<br />

Le caratteristiche di questo mini<br />

stencil devono essere tali di consentirne<br />

il perfetto parallelismo e il corretto<br />

allineamento coi bump. Un deposito<br />

di pasta saldante accurato aiuta a<br />

compensare e livellare eventuali diff erenze<br />

di altezza nei bump intervenute<br />

a seguito delle operazioni precedenti<br />

(assemblaggio e rimozione) e più<br />

raramente alle inevitabili tolleranze<br />

costruttive del package.<br />

Rifondendo con il corretto profi lo<br />

termico si facilità la fuoriuscita pressoché<br />

totale delle sostanze volatili.<br />

Con queste operazioni si rende disponibile<br />

un componente pronto per essere<br />

assemblato nuovamente sul pcb<br />

di destinazione.<br />

Si evita il pericolo di avere giunti<br />

con void o cortocircuiti tra piazzole<br />

o bump contigui come avverrebbe<br />

serigrafando direttamente sulla scheda<br />

con poco spazio a disposizione per<br />

intervenire.<br />

I case di molti componenti sono<br />

sensibili all’umidità per cui una volta<br />

rimossi è bene sottoporli a baking per<br />

<strong>24</strong> ore a 125 °C prima di rimontarli<br />

sulla scheda. Tutte le operazioni che<br />

portano al recupero del componente<br />

espongono a problemi ESD, per cui è<br />

bene tenerne conto nell’allestire l’area<br />

di lavoro.<br />

L’azione del cooling<br />

sul giunto di saldatura<br />

Nei sistemi di rework delle ultime<br />

generazioni oltre al tempo e alla temperatura,<br />

è controllato anche il volume<br />

di aria calda erogato dagli ugelli.<br />

Le termocoppie poste a stretto contatto<br />

con scheda e componente permettono<br />

di avere un feedback in tempo<br />

reale che aiuta a operare in tutta<br />

sicurezza, indipendentemente dalla<br />

temperatura ambiente o dalle masse<br />

termiche del pcb.<br />

I nozzle sono in acciaio inossidabile<br />

e disponibili in un’ampia gamma di<br />

geometrie, a copertura di della totalità<br />

dei componenti di uso corrente. I costruttori<br />

più aff ermati sono anche in<br />

grado,nel rispetto dei tempi tecnici, di<br />

fornire ugelli custom.<br />

L’evoluzione dei componenti complessi<br />

e le leghe lead-free hanno enfatizzato<br />

l’esigenza di disporre di un sistema<br />

di raff reddamento effi cace che<br />

permetta di ottenere una struttura<br />

cristallina del giunto che ne assicuri<br />

l’affi dabilità sulla lunga distanza.<br />

In alcuni sistemi terminato<br />

il ciclo termico<br />

di saldatura si spengono<br />

semplicemente gli<br />

elementi riscaldanti<br />

per soffi are solo aria a<br />

temperatura ambiente<br />

mentre in altri subentrano<br />

anche ventole<br />

addizionali per velocizzare<br />

l’operazione di raffreddamento.<br />

La valutazione della<br />

qualità del giunto saldato in base alla<br />

sua lucentezza, come avveniva in passato,<br />

non è più realistica. La conformazione<br />

cristallina delle leghe SAC<br />

conferisce alla saldatura un aspetto<br />

assolutamente opaco, granuloso. Solo<br />

nel momento della fase liquida queste<br />

leghe hanno un aspetto lucente, ma<br />

solidifi cando opacizzano per cui è assolutamente<br />

improprio valutare oggi<br />

la qualità del giunto dalla sua cosmesi.<br />

Gli aspetti da considerare riguardano<br />

la forma, l’omogeneità della<br />

superfi cie, la dimensione del menisco,<br />

la presenza o meno di microfratture,<br />

che costituiscono il problema più<br />

comune derivante da un inadeguato<br />

raff reddamento di queste leghe.<br />

Secondo quanto stabilito dalla norma<br />

IPC-610-D per le specifi che di<br />

accettabilità delle micro criccature superfi<br />

ciali o shrinkage crack, la frattura<br />

non deve toccare la base o la testa del<br />

giunto, anche se poi il livello di qualità<br />

imposto in genere dai committenti<br />

spesso non le rende accettabili in<br />

alcun modo.<br />

Le leghe ad oggi più utilizzate<br />

anche in saldatura manuale sono<br />

sicuramente le SAC, nelle loro varie<br />

composizioni, ma molti utilizzatori<br />

si stanno orientando verso l’utilizzo<br />

delle leghe a base di stagno e rame<br />

(K100LD, Sn100) che hanno la<br />

caratteristica di dare un giunto più<br />

lucido, aver migliore bagnabilità e,<br />

non contenendo l’argento, di costare<br />

molto meno delle prime.


26 PCB febbraio 2012<br />

▶ SPECIALE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />

Usura e ossidazione<br />

delle punte<br />

<strong>Il</strong> passaggio dalle leghe di saldatura con<br />

piombo alle leghe Lead Free ha influito non<br />

solo sui processi di saldatura e dissaldatura,<br />

ma anche sulla vita media delle punte che si<br />

è sensibilmente accorciata. La temperatura di<br />

lavoro ha una grande influenza sulla durata<br />

delle punte perché, al suo aumentare, il grado<br />

di corrosione aumenta esponenzialmente<br />

di Davide Oltolina<br />

delle leghe<br />

senza piombo ha influito<br />

L’introduzione<br />

pesantemente non solo sulle<br />

procedure di saldatura manuale, ma<br />

anche sulla durata delle punte che si<br />

è sensibilmente accorciata. La mag-<br />

giore percentuale di stagno contenuta<br />

nelle leghe LF e un più alto punto di<br />

rifusione le rendono estremamente<br />

aggressive nella loro duplice azione<br />

di corrosione (azione chimica) e abrasione<br />

(azione meccanica) e causa di<br />

Fig. 1 - Lana<br />

metallica per la<br />

pulizia a secco<br />

delle punte<br />

un evidente accorciamento della vita<br />

media delle punte. Gli inconvenienti<br />

più comuni sono la perforazione del<br />

rivestimento esterno e conseguentemente<br />

del cuore in rame e la mancata<br />

bagnabilità dell’area di lavoro della<br />

punta.<br />

Nelle leghe lead free il contenuto<br />

in stagno supera di oltre il 30% quello<br />

contenuto nelle leghe a base di piombo,<br />

questo ha portato a considerevoli<br />

aumenti nell’usura delle punte dei saldatori.<br />

L’effetto della fortissima azione<br />

di erosione esercitata dallo stagno<br />

sulla superficie delle punte incide sul<br />

rivestimento ferro, azione fortemente<br />

influenzata dalle più alte temperature<br />

di lavoro spesso utilizzate. L’attuale<br />

tecnologia metallurgica utilizzata nella<br />

costruzione delle punte, consente<br />

solo di aumentare gli spessori dei<br />

trattamenti galvanici per tutelare il<br />

cuore della punta in rame ed evitarne<br />

una fine prematura; va comunque<br />

considerato che c’è un limite oltre il<br />

quale un eccesso di deposito galvanico<br />

di ferro pregiudicherebbe la conduzione<br />

termica.<br />

Per le leghe LF maggiormente in<br />

uso si può affermare che il loro punto<br />

di rifusione sia maggiore di circa<br />

30 °C rispetto alle leghe Sn/Pb, ma<br />

contrariamente all’idea corrente nelle<br />

operazioni di saldatura manuale non<br />

è necessario impostare le temperature<br />

dei saldatori a livelli superiori rispetto<br />

a quelle già utilizzate precedentemente.<br />

La temperatura ideale di lavoro va<br />

mantenuta attorno ai 380 °C, adattandola<br />

di volta in volta alle diverse


masse termiche in gioco, ma tenendo<br />

comunque sempre presente che è bene<br />

che la temperatura utilizzata sia la<br />

più bassa possibile.<br />

Tra le principali variabili di un<br />

processo di saldatura manuale rientra<br />

la corretta scelta della punta.<br />

Compatibilmente con la dimensione<br />

dei giunti di saldatura su cui lavorare,<br />

la punta deve essere la più grande<br />

possibile. C’è un’analogia che illustra<br />

bene il concetto: come in un rubinetto<br />

maggiore è la bocca e maggiore il<br />

fl usso d’acqua che ne esce, così per un<br />

saldatore più grande è la punta e maggiore<br />

è il fl usso di calore che è in grado<br />

di convogliare sul giunto.<br />

La trasmissione del calore sarà tanto<br />

più effi cace quanto più sarà appropriata<br />

la pulizia e la manutenzione<br />

che garantisca una buona bagnabilità<br />

alla punta.<br />

La punta<br />

Le punte del saldatore a prima vista<br />

si presentano come oggetti semplici,<br />

con un corpo unico, in realtà sono<br />

composte da varie parti. <strong>Il</strong> cuore è<br />

costruito in rame, ha il compito di fare<br />

da ponte tra la sorgente di temperatura<br />

del saldatore e il giunto di saldatura;<br />

gli è richiesta una elevata conducibilità<br />

termica e per questa ragione<br />

è questo scelto il rame che oltre a<br />

essere un buon conduttore di corrente<br />

è anche un buon conduttore di calore.<br />

<strong>Il</strong> rame è rivestito galvanicamente<br />

con una protezione in ferro, questa<br />

camicia ha il compito di fornire una<br />

elevata resistenza all’usura e consentire<br />

parallelamente di avere una ottima<br />

bagnabilità.<br />

La conducibilità termica del ferro<br />

è inferiore a quella del rame (di circa<br />

cinque volte) per cui il suo spessore<br />

è studiato per mediare le due caratteristiche<br />

richieste: dare un buon grado<br />

di protezione senza ridurre la conducibilità<br />

termica della punta.<br />

Fig. 2 - Sezione<br />

di una punta con<br />

cuore in rame,<br />

rivestimento in<br />

ferro e cromatura<br />

esterna<br />

Segue un rivestimento in cromo<br />

galvanico, che ha il compito di delimitare<br />

l’area bagnabile, ovvero l’area<br />

di lavoro della punta che di conseguenza<br />

richiede di essere pulita e<br />

sempre stagnata, per preservare la bagnabilità<br />

della punta e l’effi cienza nel<br />

trasferire il calore.<br />

La bagnabilità della punta è garantita<br />

dalla formazione di una fase intermetallica<br />

di pochi micron tra il ferro<br />

di rivestimento e lo stagno della lega<br />

saldante.<br />

Per la diffi coltà insita nel processo<br />

che porta al rivestimento, la geometria<br />

della punta infl uenza lo spessore<br />

del rivestimento perché più è fi ne<br />

la punta e più problematico diventa il<br />

deposito galvanico di ferro sul rame.<br />

Come detto il maggiore spessore<br />

del rivestimento in ferro riduce (rallentandola)<br />

la conducibilità termica.<br />

Le punte molto fi ni hanno la superfi -<br />

cie di lavoro composta dal solo strato<br />

ferro-galvanico; in punta quindi non<br />

è presente il rame e questo fatto ostacola<br />

un ottimale trasferimento del calore.<br />

Lo spessore del rivestimento è di<br />

circa 150 μm per le punte più fi ni, nella<br />

ricerca di un equilibrio ottimale tra<br />

durata e prestazioni.<br />

Usura e ossidazione<br />

A seguito dell’utilizzo la punta si<br />

consuma. La punta è la parte del saldatore<br />

naturalmente soggetta a usura,<br />

pertanto il suo consumo non è necessariamente<br />

un difetto.<br />

L’usura della punta signifi ca che lo<br />

strato di ferro che protegge il cuore in<br />

rame si assottiglierà fi no a scomparire.<br />

<strong>Il</strong> rame quindi, non più adeguatamente<br />

protetto, diventa in breve tempo solubile<br />

nella lega saldante, presentando<br />

i tipici crateri che ne decretano il<br />

fi ne vita.<br />

Pertanto la durata di una punta<br />

saldante è strettamente correlata allo<br />

spessore della camicia di protezione<br />

in ferro, il cui spessore varia dai<br />

150 μm ai 500 μm, e della temperatura<br />

d’esercizio che salendo accelera i<br />

processi di usura risultanti dalla combinazione<br />

di tre diff erenti fenomeni:<br />

reazione chimica (corrosione), azione<br />

metallurgica (migrazione) e stress<br />

meccanico (abrasione).<br />

Pertanto quanto prima il rivestimento<br />

ferroso si consuma, tanto più<br />

la vita della punta si accorcia e si evidenziano<br />

le forature della superfi cie<br />

bagnabile.<br />

PCB febbraio 2012<br />

27


28 PCB febbraio 2012<br />

Fig. 3 - Residui di flussante “bruciati” che si cristallizzano attorno alla punta<br />

Fig. 4 - Si previene l’ossidazione mantenendo costantemente pulita la punta<br />

Altro problema è quello usualmente<br />

definito ossidazione della punta,<br />

che si manifesta con la mancata bagnabilità<br />

della punta e con la creazione<br />

di una superficie passiva su cui si<br />

forma una pallina di lega fusa nel momento<br />

in cui ci si avvicina col filo alla<br />

punta.<br />

In realtà ci sono due aspetti che<br />

portano a questo problema, uno è sicuramente<br />

causato dall’ossigeno contenuto<br />

nell’atmosfera che porta all’ossidazione<br />

della punta, l’altro è dato<br />

da uno strato di residui di flussante<br />

“bruciati” che si cristallizzano attorno<br />

alla punta, creando un rivestimento<br />

refrattario a ogni apporto di lega.<br />

Una superficie fortemente ossidata<br />

è difficilmente rigenerabile dai<br />

flussanti di comune utilizzo, rimane<br />

non bagnabile fino alla loro rimozione<br />

meccanica. <strong>Il</strong> trasferimento termico<br />

di una punta ossidata è notevolmente<br />

compromesso. <strong>Il</strong> rischio di ossidazione<br />

cresce con il crescere della<br />

temperatura, a 450 °C avviene in meno<br />

di un minuto. Si previene l’ossidazione<br />

mantenendo costantemente la<br />

superficie bagnabile della punta rivestita<br />

di lega.<br />

La cristallizzazione e la cottura dei<br />

residui di flussante sulla punta si evita<br />

ancora una volta non eccedendo nelle<br />

temperature di lavoro ed evitando<br />

di sciogliere copiose quantità di filo<br />

direttamente sulla punta durante<br />

la saldatura. Anche la rimozione di<br />

questi depositi deve avvenire meccanicamente,<br />

avendo cura di non interferire<br />

con il rivestimento in ferro<br />

e di immergere subito dopo la punta<br />

nell’apposito gel di flussante (tip activator)<br />

e di rivestirla nuovamente con<br />

un apporto di lega fresca.<br />

Per una corretta gestione<br />

Nella corretta gestione delle punte<br />

dei saldatori la prima variabile su<br />

cui l’operatore può operare è il mantenimento<br />

delle temperature di lavoro<br />

attorno ai 388-390 °C, considerando<br />

che anche la lega Lead Free non<br />

richiede temperature di lavoro maggiori.<br />

All’aumento della temperatura, aumenta<br />

esponenzialmente il grado di<br />

usura della punta (corrosione), non<br />

cristallizzano i residui di flussante<br />

sulla punta e se ne contiene il grado<br />

di ossidazione. Operativamente l’uso<br />

di temperature più basse aiuta a mantenere<br />

più pulito il pcb perché evita<br />

che il flussante vada in evaporazione<br />

esplosiva spruzzando nei dintorni<br />

dell’area di saldatura; qualche secondo<br />

in più nella durata della saldatura<br />

aiuta anche a far meglio evaporare<br />

il flussante evitando che rimanga un<br />

anello di residui attorno al giunto di<br />

saldatura.<br />

Maggiore è la dimensione della<br />

punta e maggiore è il trasferimento<br />

termico. Utilizzare di conseguenza la<br />

punta di dimensioni più grosse compatibilmente<br />

con la dimensione dei<br />

componenti da saldare e con lo spazio<br />

di accesso all’area di saldatura. Nel<br />

caso utilizzare piccole quantità di lega<br />

facendola rifondere tra la punta del


saldatore e il terminale del componente<br />

da saldare, creando così un ponte<br />

che aiuta ad ampliare la superfi cie<br />

di conduzione del calore.<br />

La corretta manutenzione delle<br />

punte aiuta a mantenerle in effi cienza<br />

e a prolungarne la vita utili, per cui<br />

meglio pulire a secco la punta e nel<br />

caso si voglia utilizzare le spugnette<br />

aver cura di bagnarle con acqua demineralizzata<br />

per evitare la deposizione<br />

di calcare.<br />

Quando si intinge la punta nella<br />

spugnetta, non indugiare troppo a<br />

lungo perché questa operazione sottrae<br />

calore alla punta. Pulire le punte<br />

con l’apposita gomma capace di<br />

asportare ossidazioni e incrostazioni<br />

senza intaccare la protezione in ferro;<br />

immergerle quindi nel tip activator<br />

(contiene uno speciale gel organico<br />

ed è utilizzato per riattivare le punte)<br />

e poi bagnarle con lega fresca. Mai<br />

pulire la punta (rimuovendo lo strato<br />

di lega liquida) prima di riporre il saldatore<br />

nell’apposito supporto.<br />

Negli intervalli di lavoro prolungati<br />

è meglio spegnere i saldatori o comunque<br />

abbassarne drasticamente la<br />

temperatura, così come sono preferibili<br />

i supporti che sentono la presen-<br />

Fig. 5 - Supporto<br />

con dispositivo di pulizia<br />

za dell’utensile e automaticamente lo<br />

mettono in standby.<br />

Importante diventa anche la scelta<br />

corretta della stazione di saldatura,<br />

non tanto e non solo per il sistema di<br />

controllo, ma anche per la disponibilità<br />

di potenza che permetta di ridurla<br />

quando non necessaria e di averne<br />

l’adeguata quantità nel momento del<br />

bisogno.<br />

A questa esigenza si affi anca la richiesta<br />

di una spiccata ergonomia<br />

tanto della stazione quanto del saldatore,<br />

perché sia più confortevole e<br />

preciso il lavoro.<br />

Ultima, ma non per importanza, è<br />

la scelta del fi lo. Esistono tante marche<br />

sul mercato, alcune delle quali anche<br />

piuttosto anonime. Purezza della<br />

lega a parte, l’importanza risiede<br />

principalmente nell’anima di fl ussante<br />

e soprattutto nella conducibilità dei<br />

suoi residui, che se a prima vista risultano<br />

in una saldatura pulita, non è<br />

detto che siano anche inerti. Le caratteristiche<br />

del fl ussante si ripercuotono<br />

anche sulla durata delle punte, così<br />

come la composizione metallurgica<br />

della lega.<br />

In molti casi, il fl ussante contenuto<br />

nel fi lo di saldatura ha un elevato contenuto<br />

di parte solida. Una porzione<br />

del fl ussante rimane sulla punta e si<br />

fi ssa in superfi cie ad essa. La superfi<br />

cie di lavoro a questo punto diventa<br />

rapidamente non bagnabile I residui<br />

di fl ussante sono aggressivi e<br />

creano corrosione anche mentre il<br />

saldatore è nell’apposito supporto.<br />

Fig. 6 - Paste saldanti per rework<br />

Cosa corrode di più?<br />

Sono state condotti studi tendenti<br />

ad appurare se, in relazione all’usura<br />

delle punte e in ambito di leghe Lead<br />

Free, sia più corrosiva una lega SAC<br />

piuttosto che una Sn100.<br />

Considerando il maggior contenuto<br />

percentuale di stagno di una Sn100<br />

rispetto a una SAC, la prima dovrebbe<br />

essere più aggressiva. Sapendo che<br />

il processo di corrosione aumenta con<br />

l’aumentare della temperatura e che<br />

la lega Sn100 ha migliori caratteristiche<br />

di bagnabilità e di conseguenza<br />

richiede tempi minori o minor temperatura<br />

che non per realizzare lo<br />

stesso giunto con lega SAC, diventa<br />

realmente diffi cile fare un paragone<br />

che non abbia puramente valenza<br />

accademica.<br />

In ogni caso l’aumento delle temperature<br />

di lavoro è l’errore più comune<br />

compiuto dagli operatori che cercano<br />

così di compensare gli svantaggi<br />

delle leghe LF. Temperature eccessive<br />

sul giunto di saldatura in fase di raffreddamento<br />

potrebbero causare problemi<br />

di qualità dovuti a microfratture,<br />

così come la formazione di void<br />

dovuti all’intrappolamento del fl ussante<br />

nel giunto.<br />

Per ridurre le temperature di lavoro<br />

dei saldatori senza pregiudicare i<br />

risultati delle saldature si potrebbero<br />

utilizzare le piastre di riscaldamento<br />

che alzando la temperatura del pcb<br />

ridurrebbero la richiesta termica dal<br />

saldatore.<br />

PCB febbraio 2012<br />

29


30 PCB febbraio 2012<br />

▶ SPECIALE AZIENDE - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />

L’aspirazione dei fumi<br />

di saldatura<br />

La salute prima di tutto. Lo scopo<br />

dell’informazione non è quello di spaventare,<br />

ma di consigliare a non sottovalutare i problemi<br />

come quello dei fumi generati dalla saldatura<br />

di Edoardo Banfi, Apex Tools<br />

I<br />

nostri tempi sono spesso ricchi di<br />

contraddizioni. Sempre più spesso<br />

capita, anche nel nostro settore,<br />

che professionisti dell’industria elettronica<br />

ed elettromeccanica seguendo<br />

l’onda salutista in voga, confidano di<br />

essere riusciti a smettere di fumare. La<br />

cosa naturalmente non può che fargli<br />

onore,se non che molti di loro nel<br />

contempo trascurano, o non si pongono<br />

alcun problema, riguardo l’igiene e<br />

la salute sul loro posto di lavoro. Nello<br />

specifico si parla della pulizia dell’aria<br />

che respirano mentre effettuano le<br />

saldature dei componenti elettronici.<br />

Spesso ci si accontenta di utilizzare<br />

sistemi di aspirazione fumi assolutamente<br />

inefficaci, usati scorrettamente<br />

o trascurandone la manutenzione.<br />

Addirittura a volte non viene usato<br />

alcun sistema di filtraggio, motivando<br />

la cosa con l’uso limitato dei saldatori,<br />

argomento assai comune nei laboratori,<br />

dal controllo qualità alla R&D.<br />

Con l’introduzione delle nuove leghe<br />

saldanti senza piombo, la situazione è<br />

già cambiata in modo radicale, infatti<br />

aumenta gradualmente la richiesta dal<br />

mercato di potersi dotare di sistemi<br />

non solo a norma, ma più efficaci. In<br />

alternativa si richiede di poter aggiornare<br />

i sistemi attualmente utilizzati,<br />

ma in via di obsolescenza. <strong>Il</strong> motivo<br />

è presto detto e risiede nella maggiore<br />

fumosità e in una più forte azione<br />

irritante dei flussanti utilizzati con<br />

le attuali leghe lead-free, fattori che<br />

concorrono pesantemente a causare<br />

una maggiore sensibilizzazione degli<br />

operatori a questo tipo di problema.<br />

Le ragioni della maggiore<br />

fumosità<br />

In genere gli attuali quantitativi di<br />

flussante utilizzati nelle applicazioni<br />

di saldatura RoHS sono maggiori<br />

rispetto al passato, sia in produzione,<br />

sia nelle applicazioni di saldatura<br />

manuale con filo di lega saldante; oltretutto<br />

sono utilizzati a temperature<br />

superiori a quelle normalmente utilizzate<br />

con le leghe contenenti piombo<br />

(fino a 250 °C – 260 °C nelle saldatrici<br />

a onda).<br />

L’aumento anche di pochi gradi<br />

centigradi delle temperature operative<br />

in produzione e in parallelo delle<br />

quantità di flussante, contribuisce ad<br />

aumentare ulteriormente la concentrazione<br />

del particolato (vedi Fig. 1).<br />

In pratica queste leghe risultano<br />

sensibilmente più fumose e di conseguenza<br />

più fastidiose per gli operatori,<br />

riuscendo a saturare velocemente e<br />

in breve tempo ambienti di lavoro anche<br />

molto ampi.


Perché è più forte l’azione<br />

irritante?<br />

I fl ussanti di nuova generazione sono<br />

più aggressivi rispetto al passato,<br />

poiché l’azione disossidante deve poter<br />

essere più incisiva in quanto deve<br />

agire su metalli più facilmente ossidabili.<br />

Metalli come lo zinco, il nichel,<br />

il rame, l’antimonio, l’indio, spesso<br />

presenti nelle nuove leghe, hanno<br />

reso ancora più pressante la soluzione<br />

al problema dell’ ossidazione che si<br />

forma sulle superfi ci interessate dalla<br />

lavorazione. Questa non permette<br />

alle superfi ci metalliche di attivarsi<br />

per formare regolari strati intermetallici<br />

(zona di diff usione), rendendole<br />

rapidamente non bagnabili e quindi<br />

non saldabili.<br />

Le proprietà disossidanti della colofonia<br />

contenuta nel fl ussante vengono<br />

attivate maggiormente per mezzo<br />

di acidi organici o cloruri organici<br />

quali ad esempio gli alogenuri; questi<br />

possono creare immediati problemi di<br />

irritazione delle mucose e delle prime<br />

vie aeree, anche dopo brevi esposizioni<br />

da parte di soggetti più o meno<br />

predisposti. Infi ne occorre comunque<br />

ricordare che le sostanze prodotte<br />

dalla scomposizione dell’abietina,<br />

contenuta nella colofonia (formaldeidi),<br />

toluene, benzene, fenoli,<br />

alcool isopropilico sono riconosciuti<br />

dal mondo scientifi co come altamente<br />

cancerogeni.<br />

La Fig. 2 chiarisce molto bene a<br />

quali quantitativi di sostanze viene assoggettato<br />

spesso un operatore in soli<br />

90 minuti di lavoro continuato. Molte<br />

leghe saldanti presenti sul mercato<br />

possono avere infatti un altissima percentuale<br />

di residuo contenuto nei fumi<br />

della saldatura (es. magnesio e colofonia),<br />

misti a particelle metalliche<br />

pesanti quali zinco, bismuto, rame e<br />

tante altre.<br />

Nel caso si continui con l’utilizzo<br />

di leghe con piombo, occorre<br />

Fig. 1 - Concentrazione del particolato in funzione della temperatura<br />

tenere presente che contengono spesso<br />

alte quantità di cloro il quale durante<br />

la saldatura genera acido cloridrico<br />

(non esiste una normativa precisa<br />

in Italia che ne limiti la quantità).<br />

A temperature superiori ai 450 °C,<br />

può avvenire però anche un fenomeno<br />

di parziale inalazione del piombo;<br />

a temperature inferiori è più facile ingerire<br />

le particelle di piombo che si<br />

Fig. 2 - Molti<br />

danni creati<br />

dall’ingestione<br />

e/o inalazione di<br />

questi materiali<br />

possono risultare<br />

irreversibili.<br />

Nella fi gura è<br />

possibile farsi<br />

un’idea delle<br />

dimensioni<br />

medie dei<br />

corpuscoli<br />

che possono<br />

penetrare<br />

all’interno del<br />

corpo umano con<br />

la respirazione<br />

depositano sulle mani quando vengono<br />

a contatto con circuiti stampati, fi li<br />

di lega e componenti. È fondamentale<br />

quindi una approfondita pulizia delle<br />

mani e/o l’utilizzo di guanti protettivi<br />

durante il lavoro. <strong>Il</strong> piombo inalato<br />

si depositerà nell’apparato respiratorio<br />

e non verrà più eliminato dal<br />

nostro corpo creando nel tempo gravi<br />

problemi all’apparato polmonare.<br />

PCB febbraio 2012<br />

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32 PCB febbraio 2012<br />

Fig. 3 - L’aspriratore di fumi da banco<br />

evita all’operatore di inalare sostanze<br />

pericolose<br />

Spesso e in modo erroneo vengono<br />

utilizzate temperature molto vicine<br />

a questo valore limite durante la<br />

saldatura a fi lo.<br />

La dimensione delle particelle<br />

inalate defi nisce quanto profonda<br />

è la penetrazione di questi materiali<br />

che, viste le dimensioni a<br />

Fig. 5 - Sistema di rimozione fumi<br />

Fig. 4 - Aspiratori da banco per laboratori di rework e produzione<br />

volte estremamente contenute (fi no<br />

a 0,25 μm), possono venire addirittura<br />

assorbite dalla circolazione sanguigna<br />

(Fig. 2).<br />

I fi ltri E 12 e soprattutto HEPA<br />

13 a elevato rendimento, contenuti<br />

ad esempio nei sistemi di fi ltraggio<br />

Weller, hanno lo scopo di intercettare<br />

tutte le molecole di gas<br />

di dimensioni microscopiche, risultando<br />

una barriera fondamentale a<br />

tutela della salute umana (norma<br />

EN1822:2009).<br />

Quale sistema di estrazione<br />

fumi è maggiormente<br />

effi cace?<br />

L’estrazione dei fumi per mezzo<br />

di una cappa o braccio aspirante<br />

(volumetrica) risulta di gran lunga<br />

più effi cace di qualsiasi altro metodo.<br />

Aspirando i fumi dall’alto o per mezzo<br />

di una cappa appoggiata al banco<br />

di lavoro, rimanendo entro un area<br />

di circa 30 cm 2 , si riesce ad asportare<br />

pressoché tutto il fumo generato,<br />

sia nella sua componente corpuscolare<br />

che in quella aromatica.<br />

Affi nché i fi ltri a carboni attivi e ad<br />

assorbimento chimico (Puratex) svolgano<br />

correttamente il loro lavoro (classe<br />

E-HEPA), occorre che venga rispettato<br />

il tempo di assorbimento che và da<br />

0,1 sec a 0,2 sec. È in ogni caso richiesto<br />

un tempo che corrisponda a una velocità<br />

media di attraversamento del fi ltro<br />

inferiore a 5 m/s (Dwell time). Sistemi<br />

dotati di eccessiva forza aspirante risultano<br />

ineffi caci e spesso creano problemi<br />

in fase di certifi cazione del sistema da<br />

parte degli enti preposti.<br />

A questo proposito va segnalata la<br />

perfetta calibrazione tra le prestazioni<br />

delle unità di aspirazione Weller ed<br />

i relativi fi ltri.


Le unità d aspirazione possono oggi essere controllate<br />

direttamente dalle unità saldanti della serie WX per<br />

mezzo di una apposita connessione e dotati, nelle unità<br />

WFE 4V e WFE 4S, di una valvola di regolazione automatica<br />

per avere sempre il Dwell time ottimale, qualsiasi<br />

siano i bracci aspiranti operativi. È possibile effettuare<br />

dei test periodici di verifica sulla macchina, grazie ad<br />

un software che viene messo a disposizione degli utilizzatori<br />

di stazioni Weller.<br />

Autorità competenti<br />

e smaltimento dei filtri esauriti<br />

L’autorità competente in materia è per definizione<br />

l’ASL che deve imporre le condizioni base di norma e<br />

certificare il sistema completo.<br />

Periodicamente poi dovrà accertare il rispetto delle<br />

condizioni originarie o che comunque l’emissione<br />

nell’ambiente rispetti le normative di igiene ambientale<br />

in vigore. A volte però le ASL chiedono che l’aria<br />

filtrata non venga reimmessa nello stesso ambiente, ma<br />

che venga scaricata in esterno. A questo punto la competenza<br />

relativa alla verifica iniziale, le certificazione<br />

di conformità alle norme vigenti e i controlli periodici<br />

passano nelle mani della provincia o di enti da lei incaricati.<br />

Occorre quindi, qualora si tema di essere assoggettati<br />

a tali obblighi, di predisporre il sistema di aspirazione<br />

dei fumi in modo che possa essere facilmente collegato<br />

all’esterno.<br />

Non tutti i sistemi infatti sono predisposti per essere<br />

collegati successivamente in esterno.<br />

Lo smaltimento dei filtri ormai esausti deve avvenire<br />

secondo le procedure indicate dal comune di appartenenza,<br />

emettendo regolare documento di accompagnamento<br />

con l’indicazione del codice CER che definisce il<br />

tipo di materiale filtrato e quindi contenuto. La procedura<br />

verrà individuata in base alla tipologia di materiale<br />

contenuto nel filtro.<br />

Weller mette a disposizione la propria competenza ed<br />

esperienza, nonché una linea di prodotti adeguati per<br />

ottimizzare l’investimento, garantendo la migliore tutela<br />

per la salute e per l’ambiente possibile per i propri utilizzatori.<br />

Cooper Industries<br />

www.cooperindustries.com<br />

Apex Tools<br />

www.apextool.com<br />

Nuovo catalogo Iteco 2012:<br />

GHIBLI: Armadi deumidificatori<br />

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34 PCB febbraio 2012<br />

▶ SPECIALE PRODOTTI - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />

Conduzione, irraggiamento<br />

e convezione per<br />

il preriscaldo dei pcb<br />

La stazione di preriscaldamento è utile nei casi in cui sono in gioco<br />

notevoli masse termiche, ma anche per facilitare e per velocizzare<br />

le operazioni di saldatura su pcb non particolarmente critici<br />

di Dario Gozzi<br />

Sebbene le linee di produzione<br />

siano ormai fortemente<br />

automatizzate e in grado di<br />

produrre con uno standard qualitativo<br />

elevato, è comunque impensabile<br />

rinunciare alla saldatura manuale e<br />

alle stazioni di rework.<br />

Stazione di dissaldatura<br />

Per quanto alto possa essere lo<br />

standard qualitativo della linea, rischia<br />

di naufragare se se non adeguatamente<br />

supportato da un’appropriata<br />

tecnologia di rework, allineata<br />

quanto più possibile al processo produttivo<br />

stesso.<br />

La storia della saldatura manuale e<br />

della rilavorazione è stata una ricerca<br />

continua della soluzione migliore per<br />

riprodurre nel dettaglio quanto avviene<br />

sulla linea, per la salvaguardia dei<br />

componenti e per preservare il substrato<br />

da delaminazioni.<br />

Particolare attenzione va posta anche<br />

nello scegliere la corretta strategia<br />

da applicare nella rimozione dei componenti<br />

più o meno complessi e sensibili.<br />

Al deposito di pasta saldante, eseguito<br />

con l’ausilio di un mini stencil<br />

o di un dispensatore, segue il piazzamento<br />

del componente e poi la saldatura<br />

ad aria calda.<br />

Sul lato bottom del pcb si può tranquillamente<br />

utilizzare come fonte di<br />

energia il riscaldamento IR perché non<br />

è richiesta una regolazione fine della<br />

temperatura; normalmente non si deve<br />

superare la temperatura di 130 °C,<br />

inoltre essendo un riscaldamento di<br />

supporto ha il compito di portare a un<br />

innalzamento di temperatura diffuso<br />

su tutta la superficie della scheda, ed è<br />

perciò, se ben controllato, lontano dal<br />

poter danneggiare il substrato.


<strong>Il</strong> dissaldatore, con la<br />

fornitura automatica<br />

del fi lo lascia una mano<br />

libera migliorando<br />

l’operatività<br />

Le unità di preriscaldo sono soprattutto<br />

utilizzate per agevolare quelle<br />

operazioni di rework dove le masse<br />

termiche in gioco sono signifi cative.<br />

Un’adeguata azione di riscaldamento<br />

del circuito stampato, apportando<br />

calore dal lato bottom, limita<br />

la perdita di temperatura dovuta alla<br />

presenza di strati diff usi, di piste<br />

di grosse dimensioni o di componenti<br />

capaci di elevate dissipazioni, come<br />

i trasformatori, i condensatori, i<br />

componenti di potenza o molti connettori.<br />

Raggiungere la giusta temperatura<br />

di lavoro, uniformemente distribuita<br />

sull’area della scheda dove occorre<br />

intervenire, consente di ridurre le<br />

probabilità di danneggiare il circuito,<br />

come invece spesso avviene indugiando<br />

unicamente sulla piazzola con gli<br />

ugelli ad aria calda o con la punta del<br />

saldatore.<br />

Tre scelte di<br />

preriscaldamento:<br />

conduzione, IR e convezione<br />

In affi ancamento alle stazioni di<br />

saldatura a ferro caldo e ad aria calda,<br />

Elettrotermica Italiana ha sviluppato<br />

tre diversi sistemi di preriscaldo<br />

che sfruttano rispettivamente<br />

il trasferimento di calore per conduzione,<br />

convezione e irraggiamento.<br />

Commercializzati col marchio Ewig,<br />

sono parte di una linea di saldatura<br />

e rework progettata e realizzata nella<br />

sede di Fornovo San Giovanni (BG).<br />

<strong>Il</strong> primo è idoneo alla lavorazione<br />

di dispositivi con notevole massa termica,<br />

come quelli racchiusi nelle guide<br />

d’onda utilizzati nel settore telecomunicazioni,<br />

o per quelle schede che<br />

sono vincolate a dissipatori di grosse<br />

dimensioni, o ancora per quelle schede<br />

utilizzate nel sottore dei LED ad<br />

alta luminosità. La stazione di preriscaldo<br />

ad aria calda ha una risposta<br />

molto veloce e un utilizzo estremamente<br />

fl essibile, esattamente come il<br />

modello a irraggiamento, che inoltre<br />

si presta adeguatamente a completare<br />

la stazione di rework MGN.<br />

STAR PST290 è la stazione di preriscaldo<br />

a contatto, indicata per portare<br />

alla temperatura di lavoro ottimale<br />

quei dispositivi su cui si desidera<br />

eseguire operazioni di saldatura<br />

e che le notevoli masse termiche<br />

in gioco (come ceramica, rame<br />

e alluminio) renderebbero estremamente<br />

diffi coltosa se non impossibile.<br />

La stazione elettronica di controllo<br />

è digitale e munita di display a<br />

3 digit per indicare sia la temperatura<br />

impostata che quella eff ettivamente<br />

raggiunta. La piastra, in rame cromato<br />

e ad alto grado di trasferimento<br />

termico, è controllata in temperatura<br />

con sensore a termocoppia e microprocessore.<br />

La superfi cie riscaldante<br />

è di 290x290 mm per un’escursione<br />

termica che varia da 51 °C<br />

a 351 °C, e con una potenza totale<br />

di 2000 Watt. Per chi non avesse<br />

bisogno di così tanta potenza, STAR<br />

PST150 è una stazione di 800 Watt<br />

di potenza distribuita su una superfi -<br />

cie di 150x150 mm.<br />

STAR BLOW è la stazione ad aria<br />

calda ideata per lavorare in affi ancamento<br />

a quelle operazione di saldatura<br />

dei circuiti stampati con dimensioni<br />

medio-piccole, o comunque dove<br />

i 55 mm di diametro dell’apertura<br />

del nozzle di aria calda è suffi -<br />

ciente a scaldare la zona interessata.<br />

Nonostante le dimensioni compatte,<br />

il dispositivo eroga quasi 500 Watt di<br />

potenza con un’escursione termica del<br />

fl usso d’aria calda regolabile da 50 °C<br />

ino a 250 °C. La stazione è dotata di<br />

una pompa interna che evita la necessità<br />

di collegarsi con l’impianto di aria<br />

compressa centrale, inoltre con un<br />

semplice comando si passa dall’azione<br />

riscaldante a quella di cooling. <strong>Il</strong><br />

sistema è provvisto di un supporto<br />

su cui posizionare il pcb da rilavorare,<br />

ma è disponibile in alternativa anche<br />

un portaschede regolabile (fi ssato<br />

con quattro viti) e munito di attacco e<br />

rilascio rapido a molla.<br />

Con una superfi cie riscaldabile di<br />

130x130 mm, la stazione di preriscaldo<br />

a infrarossi STAR PST IR utilizza<br />

elementi con emissione controllata<br />

nella fascia degli infrarossi da 2 μm a<br />

10 μm per un riscaldamento costante<br />

e uniforme. <strong>Il</strong> gradiente di 2,3 °C/sec<br />

è adatto anche ai componenti e ai circuiti<br />

stampati più sensibili; la potenza<br />

erogata arriva a 400 Watt, mentre<br />

la temperatura è regolabile tra 51 °C e<br />

351 °C. La stazione dispone di un collegamento<br />

con una termocoppia ester-<br />

PCB febbraio 2012<br />

35


36 PCB febbraio 2012<br />

na di tipo K per la regolazione eff ettiva<br />

della temperatura sul circuito in lavorazione.<br />

Particolarmente utile risulta<br />

l’abbinamento col telaio di supporto<br />

TL PCB che permette di fi ssare con<br />

guide scorrevoli, e senza la necessità<br />

di utilizzare utensili, circuiti stampati<br />

le cui dimensioni arrivano al formato<br />

euro card (160x233 mm)<br />

La tecnologia Ewig<br />

La scelta della stazione deve considerare<br />

l’adeguata potenza per poter<br />

saldare continuativamente senza che<br />

intervengano cadute termiche sulle<br />

punte, causa di saldature fredde o rallentamenti<br />

nelle operazioni di saldatura.<br />

Particolare attenzione va posta nella<br />

scelta delle punte, che devono possedere<br />

un buon rivestimento protettivo che<br />

ne assicuri la durata nel tempo. Dove<br />

coesistono lavorazioni con leghe SnPb<br />

e LF è buona norma identifi care chiaramente<br />

la destinazione d’uso delle diverse<br />

stazioni saldanti, per evitare che<br />

vengano accidentalmente scambiate,<br />

anche le punte devono essere chiaramente<br />

identifi cabili, per via del diverso<br />

rivestimento protettivo.<br />

Stazione di preriscaldamento ad aria calda<br />

Quando l’operatore preleva il saldatore<br />

dal suo supporto ed esegue la prima<br />

saldatura lavora a una temperatura<br />

leggermente superiore rispetto alla seconda,<br />

che decade per via della perdita<br />

subita durante il primo trasferimento<br />

termico. Le punte long-life di Ewig<br />

devono la loro effi cienza alla ridotta<br />

massa termica che permette maggiore<br />

velocità nel reagire alle cadute di temperatura<br />

che intervengono nell’esecuzione<br />

continua di più saldature; per la<br />

stessa ragione i tempi di riscaldamento<br />

sono alquanto ridotti, motivo che accomunato<br />

alla trascurabile caduta di<br />

potenza in fase di lavoro rende questi<br />

saldatori adatti a prolungate fasi di utilizzo.<br />

Lo stretto controllo della temperatura<br />

è un requisito irrinunciabile nel<br />

processo di saldatura manuale e costituisce<br />

la pietra angolare su cui poggia<br />

lo sviluppo di ogni progetto Ewig.<br />

Molti saldatori utilizzano il riscaldatore<br />

integrato nella punta, quando<br />

questa è usurata si è costretti a gettare<br />

il tutto sebbene l’elemento riscaldante<br />

abbia ancora una vita residua di molti<br />

mesi o di anni.<br />

Ewig ha risolto di inserire l’elemento<br />

riscaldante direttamente nello sti-<br />

lo, mettendolo a diretto contatto con la<br />

punta così che non ci siano dispersioni<br />

di calore e sia garantita la massima<br />

resa termica. Questa soluzione è tecnicamente<br />

funzionale, e consente di avere<br />

interessanti vantaggi da un punto di vista<br />

economico, abbattendo i costi operativi.<br />

Le caratteristiche costruttive della<br />

punta, opportunamente trattata perché<br />

possa lungamente resistere all’azione<br />

corrosiva delle leghe senza piombo,<br />

ne fanno un ottimo conduttore termico,<br />

capace di trasferire il fl usso di calore<br />

generato dall’elemento riscaldante, direttamente<br />

sul giunto di saldatura in lavorazione.<br />

Indipendentemente dall’utilizzino<br />

delle punte long life, si consiglia di<br />

impostare come temperatura di lavoro<br />

un valore attorno ai 380 °C e in ogni<br />

caso di non superare i 420 °C. Altra<br />

precauzione da adottare è quella di<br />

mantenere sempre ben bagnata con la<br />

lega la punta del saldatore, sia nel caso<br />

si stia saldando che quando si riponga<br />

lo stilo nel supporto.<br />

Ewig dispone di una linea completa<br />

di saldatori (Black, Rapid, Power) e<br />

di stazioni STAR, progettate per dare<br />

una risposta tecnica mirata a ogni<br />

esigenza. Nelle varie soluzioni professionali<br />

l’elemento attivo è costituito<br />

da una resistenza monotubolare<br />

corazzata in acciaio inox. Sono indicati<br />

per l’assemblaggio elettronico di<br />

piccole e medie saldature di precisione<br />

dove è richiesta la doppia potenza<br />

e la regolazione continua della temperatura.<br />

Ogni linea dispone di varie potenze<br />

d’esercizio, con temperature che<br />

nel modello Power arrivano a 500 °C.<br />

Tutti i modelli hanno una linea ergonomicamente<br />

compatta, con impugnatura<br />

in nylon-vetro piacevole al tatto,<br />

peso ridotto, ma soprattutto emerge<br />

l’elevata funzionalità nell’impiego su<br />

pcb densamente popolati.<br />

Ewig<br />

www.ewig.it


38 PCB febbraio 2012<br />

▶ SPECIALE PRODOTTI - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />

Punte o cartucce, ma<br />

sempre con alte prestazioni<br />

I saldatori variano per modello dell’impugnatura,<br />

potenza d’esercizio e geometria della punta,<br />

ma soprattutto per come avviene la trasmissione<br />

del calore e il controllo della temperatura<br />

di Dario Gozzi<br />

Ogni tipo di lega utilizzata<br />

in elettronica ha un punto<br />

di fusione inferiore a quello<br />

dei suoi componenti presi singolarmente.<br />

La lega è definita eutettica se<br />

c’è un unico punto di transizione dalla<br />

fase solida a quella liquida e viceversa;<br />

quando non esiste un punto univoco<br />

di passaggio di stato, si ha un intervallo<br />

di pastosità tra inizio e fine della<br />

transizione.<br />

All’interno del filo di saldatura, di<br />

cui ne costituisce l’anima, c’è il flussante.<br />

Nel flussante sono presenti<br />

sostanze decappanti quali la resina<br />

sintetica (resin) o naturale (rosin)<br />

oltre ad altri componenti chimici<br />

chiamati attivatori.<br />

La loro azione congiunta non solo<br />

rimuove gli strati di ossido preparando<br />

le superfici a ricevere la lega<br />

fusa, ma crea quell’ambiente ot-<br />

timale per lo svolgersi dell’intero<br />

processo. <strong>Il</strong> flussante non produce<br />

azione decappante alla temperatura<br />

ambiente, ma si attiva rapidamente<br />

al raggiungimento della<br />

temperatura di rifusione, rimuovendo<br />

l’ossido presente sulle superfici<br />

da unire e facendo in modo che<br />

durata dell’operazione di saldatura<br />

non si riformi.<br />

Questa premessa è d’obbligo per<br />

capire meglio l’incisività che un<br />

saldatore può avere rispetto ad un<br />

altro.<br />

I sistemi multifunzionali delle serie<br />

MFR e MX, commercializzati da OK<br />

Italy di Vittuone (MI), sono apparecchiature<br />

versatili, concepite per operare<br />

sia in tecnologia SMT che THT,<br />

per saldare come per dissaldare, equipaggiandoli<br />

con pinze termiche, stili<br />

saldanti di varie forme e dimensioni o<br />

con dissaldatori.<br />

Tutti i sistemi si avvalgono della<br />

tecnologia Metcal Smartheat, in<br />

cui sono comprese le funzioni “Auto<br />

Standby” e “Auto off ”, programmabili<br />

a necessità per favorire la durata delle<br />

punte, funzioni particolarmente apprezzate<br />

quando si lavora con le leghe<br />

lead free.<br />

L’esclusiva funzione integrata di rilevamento<br />

del movimento riattiva il<br />

sistema nel momento in cui l’operatore<br />

solleva l’impugnatura dal sostegno<br />

su cui aveva posato il saldatore; un ulteriore<br />

particolare sistema di protezione<br />

rileva la continuità di terra al<br />

fine di proteggere i componenti sensibili<br />

da eventuali danni derivanti da<br />

ESD o EOS.


40 PCB febbraio 2012<br />

Fig. 3 - <strong>Il</strong> kit MFR-UK5 abbinabile a qualsiasi sistema saldante MFR per<br />

trasformarlo in un potente sistema dissaldante<br />

nenti termosensibili senza danneggiarli.<br />

Una tale operazione richiede<br />

l’utilizzo di un saldatore che possa<br />

soddisfare il fabbisogno continuo<br />

e stabile di energia termica richiesto<br />

dall’applicazione.<br />

<strong>Il</strong> sistema di saldatura PS-900 rappresenta<br />

la soluzione ideale, non necessita<br />

di alcuna calibrazione e usufruisce<br />

di tutti i vantaggi offerti dalla<br />

tecnologia “OKi powered by Metcal”.<br />

Questo compatto sistema è stato concepito<br />

per lavori di saldatura ripetitivi<br />

e deve le sue contenute dimensioni<br />

a un innovativo e compatto alimentatore.<br />

Anziché cartucce, utilizza punte riscaldanti<br />

intercambiabili, il cui costo<br />

è paragonabile a quello delle punte<br />

tradizionali, rendendo semplicemente<br />

competitivi i costi d’esercizio. A<br />

livello costruttivo la bobina di induzione,<br />

posizionata nell’impugnatura,<br />

è separata dalla punta di saldatura.<br />

L’elemento riscaldante ha una durata<br />

decisamente superiore rispetto alla<br />

punta che invece può essere facilmente<br />

rimossa e sostituita a necessità<br />

in qualsiasi momento.<br />

Le punte a corredo sono disponibili<br />

in diverse geometrie, ciascuna<br />

prodotta in una vasta gamma<br />

di temperature; è stato opportunamente<br />

studiato anche lo spessore<br />

della placcatura di protezione per<br />

prolungarne la vita utile, senza che<br />

questo vada a scapito delle prestazioni<br />

termiche.<br />

A B<br />

La versatilità dello stilo<br />

I sistemi di dissaldatura MFR e<br />

MX consentono anche durante le<br />

operazioni di dissaldatura un notevole<br />

trasferimento termico al giunto da<br />

dissaldare, rifondendo in modo rapido<br />

ed efficace la lega da rimuovere.<br />

Nel caso in cui si operi su fori passanti<br />

di circuiti stampati multistrato<br />

(notoriamente i più difficili per<br />

via delle masse in gioco), la tecnologia<br />

Metcal Smartheat facilita il lavoro<br />

senza il pericolo di danneggiare il<br />

substrato o provocare delaminazioni<br />

di piazzole o piste. <strong>Il</strong> sistema è disponibile<br />

in varie versioni base: i modelli<br />

DSX o 1150 che richiedono di essere<br />

alimentati con aria compressa per la<br />

creazione del vuoto e i modelli 1350 o<br />

1351 che incorporano una pompa del<br />

vuoto al loro interno (vedi Fig. 2).<br />

Inoltre, grazie alla creatività degli<br />

specialisti OKi, la novità 2012 è<br />

rappresentata dal rivoluzionario kit<br />

MFR-UK5 che consente di trasformare<br />

un qualsiasi precedente sistema<br />

MFR, magari inizialmente acquistato<br />

come semplice saldatore, in un potente<br />

sistema dissaldante. Con una spesa<br />

limitata tutti i possessori di un sistema<br />

MFR possono ora riconfigurare la<br />

loro stazione di lavoro (vedi Fig. 3).<br />

Questo particolare dissaldatore può<br />

inoltre trasformarsi da pistola a stilo e<br />

viceversa con la semplice pressione di<br />

un pulsante.


<strong>Il</strong> comfort è garantito<br />

all’operatore da un design ergonomico<br />

che permette al<br />

tempo stesso un più accurato<br />

controllo dei movimenti,<br />

facilitando così le lavorazioni<br />

su pcb con tecnologia fine<br />

pitch. Un micro stilo che utilizza<br />

cartucce di ridottissime<br />

dimensioni, disponibile nella<br />

serie MX, facilita il lavoro di<br />

saldatura effettuata con l’ausilio<br />

di sistemi di ingrandimento<br />

o di visione in genere.<br />

Quando per completare<br />

una lavorazione si rende necessario<br />

l’utilizzo di più dispositivi<br />

di saldatura o dissaldatura,<br />

l’intelligente geometria<br />

meccanica della stazione<br />

ne consente l’accoppiamento, ottimizzando<br />

lo spazio disponibile.<br />

I sistemi multifunzione<br />

Le stazioni della serie MFR sono<br />

sistemi altamente flessibili, dotate di<br />

una o più uscite simultanee o commutabili,<br />

in grado di supportare una vasta<br />

gamma di dispositivi di saldatura e<br />

dissaldatura completi.<br />

Con tutta la serie MFR è possibile<br />

utilizzare punte riscaldanti o cartucce<br />

a punta, ciascuna destinata a soddisfare<br />

un’esigenza specifica. Le punte riscaldanti<br />

sono economicamente adatte<br />

alla saldatura punto a punto in produzione<br />

mentre le cartucce sono indicate<br />

nelle applicazioni ad alte prestazioni<br />

e nelle fasi di rilavorazione. Per<br />

entrambi i tipi è utilizzato il sistema<br />

ad innesto rapido.<br />

I sistemi della nuovissima serie<br />

MX-5000 offrono la più vasta scelta di<br />

geometrie e sagome speciali di cartucce<br />

per la saldatura ed il rework oggi disponibili<br />

sul mercato (vedi Fig. 1).<br />

La tecnologia del riscaldatore a<br />

cartuccia offre prestazioni di saldatura<br />

e rilavorazione destinate a soddisfare<br />

Fig. 1 - Sistema di saldatura e rework Metcal<br />

serie MX-5000<br />

anche le applicazioni più impegnative<br />

nell’ambito della rimozione e della<br />

successiva saldatura di componenti<br />

a montaggio superficiale. Le cartucce<br />

garantiscono una risposta termica rapida<br />

alle variazioni di carico. Le dimensioni<br />

contenute del riscaldatore<br />

consentono l’accesso ad aree di rilavorazione<br />

particolarmente difficili da<br />

raggiungere a seguito dell’alta densità<br />

dei componenti presenti sul pcb.<br />

Sui chip di piccole dimensioni<br />

come nel caso di 0201<br />

oppure 0306, si utilizza la<br />

pinzetta di precisione che<br />

permette la regolazione del<br />

passo a due posizioni, per aiutare<br />

l’operatore ad agganciare<br />

in tutta sicurezza il componente<br />

e completare senza<br />

inconvenienti l’operazione.<br />

Anche le lavorazioni più<br />

difficili su qualunque package<br />

sono condotte dal personale<br />

tecnico senza nessuno sforzo.<br />

La pinza termica è adatta<br />

alla rilavorazione e alla saldatura<br />

di componenti discreti<br />

e di package tipo SO, mentre<br />

per altre applicazioni standard<br />

si ricorre al saldatore con<br />

punta a tecnologia Metcal Smartheat,<br />

capace di erogare potenza senza soluzione<br />

di continuità anche nelle prestazioni<br />

lead free più impegnative.<br />

Un sistema compatto<br />

ad alte prestazioni<br />

La principale sfida tecnologica posta<br />

oggi dalla saldatura manuale consiste<br />

nella capacità di saldare compo-<br />

Fig. 2 - Sistema dissaldante MFR-1350 con doppia porta commutabile<br />

e pompa aspirante incorporata<br />

PCB febbraio 2012<br />

39


<strong>Il</strong> tecnico che esegue l’operazione<br />

può di volta in volta trovare la confi<br />

gurazione di lavoro più confortevole<br />

ed effi cace per aff rontare le varie operazioni<br />

(come si nota dalle tre immagini<br />

di Fig. 4).<br />

<strong>Il</strong> fi ltro in cartoncino per la raccolta<br />

dello stagno (fuso) si sostituisce in<br />

modo semplice e rapido, inoltre ha<br />

una incidenza economica veramente<br />

bassa sulla manutenzione del sistema.<br />

Piccoli accorgimenti<br />

per migliorare l’operatività<br />

Per le aziende che lavorano con<br />

doppia tecnologia di saldatura, SnPb<br />

e lead free, così come per i laboratori<br />

di riparazione, è importante identifi<br />

care i casi in cui si utilizzano le leghe<br />

senza piombo o quelle tradizionali,<br />

per evitare l’accidentale contaminazione<br />

incrociata dei materiali per<br />

saldatura.<br />

Per identifi care facilmente i due<br />

processi, sono stati studiati degli indicatori<br />

visivi verdi con cui sono contrassegnate<br />

le punte e i supporti da tavolo<br />

in cui riporre i saldatori utilizzati<br />

per saldare leghe Pb free.<br />

L’obiettivo di ogni saldatura manuale<br />

consiste nel realizzare un giunto<br />

di buona qualità senza danneggiare<br />

il componente, il substrato, le piste<br />

o le piazzole.<br />

Tutte le punte standard e le cartucce<br />

di rilavorazione della serie<br />

C<br />

Fig. 5 - Sistema<br />

di rework modulare Scorpion<br />

MFR sono studiate per essere utilizzate<br />

coi classici substrati FR4, ma alcune<br />

applicazioni richiedono tuttavia<br />

di lavorare con substrati termicamente<br />

più impegnativi o sensibili alla<br />

temperatura come i circuiti ceramici<br />

o quelli fl essibili.<br />

OKi ha realizzato una serie di saldatori<br />

che erogano rapidamente e in<br />

modo automatico la potenza necessaria,<br />

ma funzionano a temperature<br />

che riducono al minimo il rischio di<br />

danneggiamento dei substrati. Le relative<br />

caratteristiche sono state codifi<br />

cate con F per i substrati FR4, T<br />

per i substrati termosensibili e C per<br />

i carichi termici impegnativi.<br />

Fig. 4 - <strong>Il</strong><br />

dissaldatore<br />

(nella pagina<br />

a lato e qui<br />

a fi anco)<br />

confi gurabile con<br />

impugnatura a<br />

stilo o pistola<br />

Per rilavorare i package<br />

più complessi<br />

Le diffi coltà di rilavorare gli array<br />

package, unitamente alla impossibilità<br />

di ispezionare facilmente l’accuratezza<br />

del posizionamento (in particolare<br />

con i BGA), richiede la visione simultanea<br />

del circuito stampato e delle<br />

ball del componente, oltre che un profi<br />

lo di rifusione accurato e ripetitivo.<br />

Tutto questo tenendo ben presente le<br />

attuali situazioni economiche che vedono<br />

budget sempre più ridotti a livello<br />

mondiale.<br />

Quando il gioco si fa duro… gli<br />

specialisti Metcal sono pronti ad accettare<br />

la sfi da, presentando il rivoluzionario<br />

sistema di Rework Scorpion<br />

modulare e confi gurabile in funzione<br />

delle reali necessità tecniche ed economiche.<br />

Anche nella confi gurazione<br />

più completa (vedi Fig. 5), disponibile<br />

dal secondo trimestre del 2012,<br />

il sistema Scorpion avrà un costo sorprendentemente<br />

contenuto per un sistema<br />

di questa categoria.<br />

OK Italy<br />

www.okinternational.it<br />

PCB febbraio 2012<br />

41


42 PCB febbraio 2012<br />

▶ SPECIALE PRODOTTI - IL REWORK E LA SALDATURA MANUALE<br />

SRT Micra: creatività<br />

e innovazione<br />

Micra è un nuovo marchio di<br />

piattaforma di rework SRT<br />

di VJ Electronix realizzato in<br />

un formato da banco, progettato appositamente<br />

per il rework di prodotti mobili,<br />

che incorporano dispositivi miniaturizzati<br />

caratterizzati da alta densità, quali gli<br />

smartphone, i netbook, i navigatori satellitari<br />

e qualsiasi altro prodotto tascabile.<br />

<strong>Il</strong> nuovo software SierraMate V9<br />

semplifi ca la defi nizione del processo<br />

e assicura risultati solidi e ripetibili fra<br />

stabilimenti diversi, così come fra entità<br />

localizzate in siti lontani. I riscaldatori<br />

provvisti dal sistema sono stati riprogettati<br />

e il rivoluzionario controllo dell’alimentazione<br />

garantiscono un throughput<br />

e una serie di risultati di grande rilievo<br />

nonostante i cambiamenti di tensioni<br />

all’interno della struttura produttiva.<br />

Micra off re una caratteristica di Auto-<br />

Run mai vista in precedenza, uno strumento<br />

per lo strumento di setup automatizzato<br />

e un ingegnere virtuale di processo.<br />

L’Auto-Run riduce il tempo del<br />

set-up di rework e di profi latura. I riscaldatori<br />

ad alta effi cienza installati sul-<br />

la Micra consentono una riduzione dei<br />

tempi ciclo di rework e aumentano considerevolmente<br />

i throughput produttivi.<br />

L’accuratezza intrinseca del sistema<br />

e la posizione fi ssa della testa permettono<br />

di gestire con semplicità anche i componenti<br />

più minuti come i micro-passivi<br />

01005 e i dispositivi area array con ingombro<br />

di 0,3 mm. La Micra gestisce<br />

uno scavenging ottimizzato, un sistema<br />

automatizzato di rimozione<br />

dei residui di saldatura, compresi<br />

i micropassivi dotati di minime<br />

spaziature, gli strati PoP, le strutture<br />

schermo RF asimmetriche e i micro<br />

BGA con aree e ingombri submillimetrici.<br />

La Micra garantisce dunqe<br />

una soluzione di rework completa per dispositivi<br />

mobili.<br />

Compatibilità con<br />

le tecnologie esistenti<br />

La Micra rappresenta la generazione<br />

più avanzata di sistemi di rework SRT,<br />

progettata per essere dedicata alle tecnologie<br />

d’avanguardia e ai nuovi formati di<br />

package. Ottimizzata per assemblati ad<br />

alta densità come a quelli impiegati sugli<br />

smartphone, la Micra garantisce un’accuratezza<br />

e una precisione di rework con<br />

tutti i tipi di componenti, dagli Shield<br />

RF ai package-on-package più minuti.<br />

Rendimento sui costi<br />

La SRT Micra è progettata per aumentare<br />

il throughput produttivo e ridurre<br />

i tempi di set-up. Spesso sottostimato,<br />

il set-up consuma risorse tecniche<br />

particolari e di alto valore aggiunto. Per<br />

questo Micra garantisce soluzioni di set-<br />

up automatico e riduce i tempi ciclo di<br />

quasi due volte. Con un prezzo di base<br />

assolutamente abbordabile, con una notevole<br />

affi dabilità e una produttività largamente<br />

riconosciuta, Micra garantisce<br />

un alto grado di valore aggiunto e un<br />

basso costo complessivo di utilizzo.<br />

Progetto e fl essibilità<br />

Micra vanta una lunga storia nell’ambito<br />

delle innovazioni tecniche nel settore<br />

SRT. <strong>Il</strong> patrimonio SRT viene esteso<br />

al massimo con le tecnologie più avanzate<br />

in fatto di precisione di movimento e<br />

controllo elettrico.<br />

Micra aumenta la fl essibilità operativa<br />

incorporando nel sistema di set-up automatizzato<br />

un’ampia gamma di strumenti<br />

per il rework di dispositivi passivi miniaturizzati<br />

in schermature RF di grandi dimensioni<br />

e continua a garantire soluzioni<br />

per aff rontare le sfi de più avanzate del<br />

rework moderno. <strong>Il</strong> software SierraMate<br />

basato su sistema Windows garantisce<br />

agli ingegneri di processo la possibilità<br />

di adattare standard esistenti o generare<br />

sequenze personalizzate per ovviare<br />

a specifi che necessità incontrate con<br />

la propria produzione e con l’ambiente<br />

produttivo. Micra utilizza SierraMate<br />

e off re il nuovo strumento di set-up automatizzato<br />

Autorun, supportando una<br />

nuova GUI che lo rende una soluzione<br />

di rework estremamente interessante per<br />

qualsiasi ambiente produttivo.<br />

Vj Electronix<br />

www.vjelectronix.com<br />

Lifeproject<br />

www.lifeprojectsrl.com


Tutta la potenza che serve<br />

Raggiungere certe performance<br />

è una questione di potenza<br />

Ovunque ci sia l'esigenza di gestire<br />

connessioni di potenza elevate, dai<br />

costruttori di inverter, UPS ed<br />

azionamenti, fino all’impiego nel più<br />

recente settore dell’energia fotovoltaica,<br />

la gamma di morsetti e connettori<br />

per circuiti stampati di Phoenix Contact<br />

garantisce performance di eccellenza.<br />

L’ampio catalogo dedicato prevede<br />

soluzioni come:<br />

• Morsetti e connettori di potenza con<br />

portata in corrente fino a 135 A<br />

• Morsetti e connettori di potenza con<br />

portata in tensione fino ai 1000 Volt<br />

omologati<br />

• Gamma completa di connessioni<br />

a molla (di tipo classico, push-in<br />

e a leva) oppure a vite<br />

• Prodotti omologati secondo<br />

normativa<br />

e molto altro ancora.<br />

Scegli la potenza,<br />

scegli Phoenix Contact.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Tel. 02 66 05 91<br />

info_it@phoenixcontact.com<br />

www.phoenixcontact.it


44 PCB febbraio 2012<br />

▶ PROGETTAZIONE - GREEN ELECTRONICS<br />

Progettazione<br />

eco-compatibile<br />

L’eco-progettazione dei prodotti elettronici<br />

richiede la capacità di considerare tutte le<br />

implicazioni legate alle fasi del ciclo di vita del<br />

prodotto, dalla progettazione alla produzione,<br />

dal suo utilizzo al recupero e allo smaltimento<br />

delle sue componenti a fine vita<br />

di Dario Gozzi<br />

Risale agli anni ’60 la politica<br />

ambientale di IBM, che a partire<br />

dalla seconda metà di quel<br />

decennio ha identificato la tematica<br />

ambientale quale consapevolezza che<br />

ogni moderna azienda deve avere nei<br />

confronti dell’ecosistema di cui è parte.<br />

<strong>Il</strong> primo passo è stata la messa a<br />

punto di una linea politica aziendale,<br />

politica ecologicamente responsabile,<br />

estendendola a tutte le realtà locali<br />

con la certificazione ISO 14001.<br />

Negli anni novanta è poi stato varato<br />

un programma che tiene conto, già<br />

in fase progettuale, del futuro riciclo e<br />

smaltimento dei beni prodotti.<br />

La progettazione di prodotti compatibili<br />

con l’ambiente è ormai un dato<br />

di fatto, anche se non costituisce<br />

ancora la linea di condotta di tutti i<br />

maggiori produttori di elettronica.<br />

I prodotti delle ultime generazioni<br />

vengono studiati nella prospettiva di<br />

minori consumi energetici e di apertura<br />

a continui aggiornamenti che ne<br />

permettano un più lungo ciclo di vita.<br />

Un ulteriore accorgimento è l’impiego,<br />

se tecnicamente ed economicamente<br />

compatibile col progetto, di<br />

materiali riciclati, considerando in cascata<br />

di riciclare a fine vita del prodotto<br />

quante più parti possibili e di poter<br />

smaltire al più basso livello di impatto<br />

ambientale le restanti.<br />

Emblematico è il caso del circuito<br />

stampato, notoriamente la base<br />

di ogni prodotto elettronico, coi suoi<br />

problemi ambientali dovuti all’alta diversità<br />

dei suoi elementi costituenti,<br />

alcuni dei quali potenzialmente tossici<br />

se non opportunamente neutralizzati<br />

in fase di dismissione del prodotto.<br />

Eco-progettazione<br />

La competenza in eco-progettazione<br />

dei nuovi prodotti elettronici implica<br />

la capacità di considerare tutte le<br />

implicazioni legate alle varie fasi che<br />

fanno parte del ciclo di vita del prodotto,<br />

ponendo particolare attenzione<br />

al ciclo produttivo finalizzato al riciclo.<br />

Le conoscenze acquisite confluiscono<br />

nel manuale di eco-progetta-


zione quale strumento di supporto al<br />

management ecologico.<br />

Secondo l’ottica dello sviluppo<br />

compatibile, anche il delinearsi del<br />

processo di produzione elettronica<br />

deve essere ridefinito, prevedendo gli<br />

aspetti di impatto ambientale già nelle<br />

sue fasi preliminari.<br />

La valutazione e l’ottimizzazione<br />

delle soluzioni orientate all’ambiente<br />

devono essere semplificate sia a livello<br />

di ideazione del disegno circuitale sia<br />

quale risultato di studio dello specialista<br />

di impatto ambientale il cui supporto<br />

al progettista e al masterista è<br />

fondamentale.<br />

L’analisi deve essere condotta per<br />

evidenziare:<br />

- eventuali soluzioni alternative ai<br />

prodotti potenzialmente tossici;<br />

- impatto ambientale negativo dei<br />

processi produttivi coinvolti;<br />

- impatto ambientale derivato dal<br />

ciclo di vita del prodotto;<br />

- soluzioni da adottare a fine vita del<br />

prodotto, identificando anticipatamente<br />

cosa riciclare e cosa smaltire.<br />

Per agevolare la progettazione diventa<br />

importante ordinare un database<br />

contenente le caratteristiche di<br />

compatibilità ambientale della componentistica<br />

elettronica, dei materiali<br />

di base e dei prodotti di consumo,<br />

mentre vanno poi sviluppati degli<br />

strumenti software capaci di identificare<br />

gli elementi di rilevanza ecologica<br />

già a livello di ideazione e nelle<br />

fasi preliminari del progetto del futuro<br />

prodotto. Strumenti e database dovrebbero<br />

quindi diventare parte integrante<br />

del software di progettazione.<br />

Valutazione ecologica<br />

ed economia del processo<br />

La condizione preliminare per una<br />

valutazione di impatto ambientale del<br />

prodotto è la definizione dei metodi<br />

di valutazione e la conoscenza dei<br />

materiali utilizzati.<br />

Introducing CR-8000<br />

World’s 1st system-level multi-board<br />

PCB design environment<br />

Three dimensions Two hands One environment<br />

For more information visit:<br />

http://www.zuken.com/PCBdesign-revolution<br />

Esemplificando la valutazione<br />

dovrebbe includere l’analisi chimica<br />

per individuare i materiali costituenti<br />

i componenti, i substrati,<br />

i materiali d’apporto, i materiali di<br />

consumo etc.<br />

Passando al case del prodotto c’è lo<br />

studio delle diverse tipologie di plastiche<br />

e dei metalli pesanti coinvolti e a<br />

livello generale lo studio della tossicità<br />

dei prodotti, dei materiali e dei processi<br />

condotti con un occhio alla prospettiva<br />

di esaurimento del ciclo di vita<br />

dei manufatti e del loro riciclaggio<br />

totale o parziale.<br />

L’adozione di misure integrate<br />

nell’ambito del controllo ambientale<br />

offre inoltre l’opportunità di una interessante<br />

riduzione dei costi, ottenuta<br />

ottimizzando l’impiego del materiale<br />

coinvolto nel processo produttivo<br />

nel rispetto di un’elevata efficienza<br />

energetica ottenuta valutando attentamente<br />

lo svolgersi del flusso di<br />

processo.


46 PCB febbraio 2012<br />

Nei paesi di minor svulippo i rifiuti elettronici, abbondanti e pericolosi, rimangono un grave problema<br />

La sostituzione parziale o la modifica<br />

di fasi del processo che mirano a<br />

eliminare sostanze tossiche può portare<br />

a considerevoli risparmi dovuti<br />

alla semplificazione del processo stesso,<br />

individuandone i punti deboli sia<br />

economici che ecologici.<br />

Per esempio comparando schede<br />

assemblate con tecnologia tradizionale<br />

con le più recenti tecnologie SMT<br />

si può notare come l’avvento dell’ultra-fine-pitch<br />

e dei μBGA abbia introdotto<br />

una sostanziale riduzione<br />

della massa dei pcb.<br />

<strong>Il</strong> potenziale risparmio economico<br />

è proporzionale a quanto più a monte<br />

è legata l’introduzione dei fattori di<br />

controllo del rispetto ambientale, in<br />

quanto la rimozione di sostanze potenzialmente<br />

tossiche può comportare<br />

un parallelo abbattimento dei costi<br />

stessi del processo.<br />

Esemplificativo di quanto può ripagare<br />

una corretta e illuminata ge-<br />

stione ambientale è l’esempio di ST<br />

Microelectronics la cui politica verde<br />

è decollata agli inizi degli anni novanta<br />

e ha ricevuto un ulteriore impulso a<br />

cavallo del secolo, facendo proprie le<br />

normative nazionali e internazionali<br />

più restrittive, puntando sul contenimento<br />

dei consumi, diminuendo con<br />

progressione annuale emissioni di potenziali<br />

inquinanti, riciclando quanto<br />

più possibile all’interno.<br />

La progettazione dei plant produttivi<br />

e dei prodotti stessi ha mirato al<br />

contenimento del consumo energetico<br />

migliorando con ciò anche i risultati<br />

economici aziendali.<br />

Riciclo e smaltimento<br />

Al fine di individuare in sede progettuale<br />

l’uso, il recupero e lo smaltimento<br />

di schede, componenti e moduli, va individuata<br />

a priori la tipologia dei componenti<br />

potenzialmente riciclabili.<br />

In relazione al riciclaggio si tende<br />

ad analizzare, valutare e sviluppare<br />

strategie di disassemblaggio che permettano<br />

poi il reimpiego della maggior<br />

quantità di materiale possibile.<br />

Questo sotto un’ottica puramente<br />

economica.<br />

<strong>Il</strong> sistema informativo necessario<br />

alla gestione di questa economia a circuito<br />

chiuso, consiste in un database e<br />

nel suo sistema di gestione, improntato<br />

tanto alle varie fasi della produzione<br />

di un bene elettronico quanto a chi<br />

quel bene lo smonta e ne rende quante<br />

più parti possibili disponibili al riutilizzo.<br />

Non dimenticando comunque<br />

che il riciclaggio di un prodotto<br />

dipende tra l’altro dal tempo di smontaggio,<br />

dal suo numero di parti potenzialmente<br />

riutilizzabili, dall’ammontare<br />

del loro valore economico e non<br />

ultimo dai percorsi che quelle parti<br />

devono seguire per essere riutilizzate<br />

dal mercato.


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48 PCB febbraio 2012<br />

▶ PROGETTAZIONE - POWER DISTRIBUTION NETWORK<br />

Importanza dell’analisi<br />

di Power Integrity<br />

Complesse Power Distribution Network (PDN),<br />

che consentono la distribuzione ai componenti<br />

di tensioni multiple e delle masse relative,<br />

rappresentano oggi un problema sempre<br />

più complesso che progettisti e sistemisti CAD<br />

di sistemi elettronici si trovano ad affrontare<br />

di Patrick Carrier, Mentor Graphics Corp.<br />

Ai tempi in cui nella maggior<br />

parte dei pcb bastavano solo<br />

i 5 V dc per far funzionare<br />

tutti gli IC presenti sulla scheda, i<br />

progettisti utilizzavano semplicemente<br />

un unico layer di segnale per i 5 V dc<br />

e un unico layer di massa, mediante<br />

i quali era facile assicurare una alimentazione<br />

sufficiente e pulita a tutti<br />

i componenti. Oggi invece è comune<br />

l’utilizzo di tensioni multiple e talvolta<br />

anche basse, fino a 0,9 V dc .<br />

I pcb odierni generalmente necessitano<br />

di diverse tensioni ed è necessaria<br />

la presenza di complesse Power<br />

Distribution Network (PDN) per<br />

consentire la distribuzione ai componenti<br />

di tali tensioni e delle relative<br />

masse. In tale ambito, sono numerosi<br />

i fattori che contribuiscono ad<br />

aumentare la complessità progettuale<br />

dei pcb, sia per i progettisti CAD sia<br />

per gli ingegneri a cui spetta il compito<br />

di analizzare queste PDN: la crescente<br />

quantità di tensioni diverse<br />

presenti nel progetto, i valori più bassi<br />

delle tensioni stesse (che comportano<br />

tolleranze estremamente ridotte),<br />

le aumentate richieste di potenza da<br />

parte degli IC, e le continue esigenze<br />

di incremento delle frequenze operative<br />

e di riduzione del costo del prodotto<br />

(poiché non ci si può più permettere<br />

di dedicare un layer del pcb<br />

ad ogni diversa tensione ed alla relativa<br />

massa).<br />

Similmente è stata utilizzata per<br />

diversi anni la signal integrity - introdotta<br />

dal continuo incremento degli<br />

edge rate. Sia i problemi di signal che<br />

di power integrity finiscono per manifestarsi<br />

sotto forma di errori logici<br />

nei dati, ed accade frequentemente<br />

che questioni legate alla power integrity<br />

vengano erroneamente scambiate<br />

per problemi di signal integrity.<br />

Perciò, per il successo di un progetto<br />

di pcb, è essenziale una chiara comprensione<br />

anche delle problematiche<br />

di power delivery, oltre ad un approccio<br />

proattivo nell’affrontarle fin dalle<br />

fasi iniziali del processo di progettazione.


La Fig. 1 mostra un’analisi di tipo<br />

DRC (Design Rule Check) di un<br />

progetto.<br />

Progettazione di PDN<br />

di qualità elevata<br />

I progettisti CAD hanno il compito<br />

di creare delle PDN che, attingendo<br />

ai moduli VRM (Voltage<br />

Regulator Module) che producono le<br />

tensioni, le distribuiscano a tutti gli<br />

IC che hanno bisogno di tali tensoini<br />

(e masse), utilizzando il minimo numero<br />

possibile di layer del pcb.<br />

La buona notizia è che la definizione<br />

di una PDN può essere ampiamente<br />

automatizzata grazie a funzionalità<br />

presenti nei più avanzati sistemi<br />

di layout dei pcb, come Expedition<br />

Enterprise di Mentor Graphics.<br />

È sufficiente delineare la forma<br />

della PDN e il software riempie l’area.<br />

La cattiva notizia è che tutte queste<br />

diverse PDN devono normalmente<br />

“incastrarsi” una nell’altra, spartendosi<br />

lo spazio disponibile nel minimo<br />

numero di layer. Vi sono progetti che,<br />

contenendo più di 30 PDN, rappresentano<br />

una sfida estremamente impegnativa<br />

per il progettista.<br />

Ma anche dopo aver completato il<br />

layout delle PDN, i progettisti CAD<br />

non hanno terminato il proprio compito.<br />

Devono infatti eseguire l’analisi<br />

di Power Integrity (o in prima persona,<br />

oppure lavorando in stretta collaborazione<br />

con gli ingegneri elettronici),<br />

per assicurarsi che tutti gli IC ricevano<br />

un’alimentazione sufficiente e<br />

sufficientemente pulita. Le eventuali<br />

correzioni possono comportare sia<br />

modifiche delle PDN sia il piazzamento<br />

di condensatori sul pcb.<br />

Impedenza Power-to-Ground<br />

L’obiettivo, in termini elettrotecnici,<br />

nella progettazione di una PDN per un<br />

pcb è semplice: minimizzare l’impeden-<br />

za tra power e ground, per lo spettro di<br />

frequenze di interesse. La corretta realizzazione<br />

di tale obiettivo non è tuttavia<br />

altrettanto semplice. Con molteplici<br />

linee di tensione da disporre e un numero<br />

limitato di piani a disposizione su<br />

cui condurle - in aggiunta alla sempre<br />

più rara superficie disponibile per ospitare<br />

dei condensatori - il compito si rivela<br />

piuttosto complesso.<br />

Una PDN è costituita da una combinazione<br />

di svariati elementi: i VRM<br />

(convertitori DC/DC) che forniscono<br />

le tensioni alle linee, i condensatori<br />

di disaccoppiamento posti tra la<br />

tensione e la massa, i piani e le tracce<br />

che portano la corrente di power, le<br />

capacità di disaccoppiamento on-chip<br />

e, infine, i pin e le via che interconnettono<br />

tutti questi elementi. I VRM sono<br />

molto efficaci nel fornire un percorso<br />

a bassa impedenza tra power e<br />

ground fino alle frequenze intorno a<br />

1 MHz. Al di sopra di questa soglia, il<br />

percorso a bassa impedenza tra power<br />

e ground deve essere assicurato dalle<br />

altre capacità presenti sulla scheda<br />

e/o all’interno dei chip.<br />

Le capacità della scheda e dei chip<br />

si combinano tra loro in parallelo, ma<br />

Fig. 1 - Analisi<br />

avanzate Design Rule<br />

Check (DRC), sia di<br />

tipo fisico che di tipo<br />

elettrico, consentono<br />

di identificare<br />

prontamente le<br />

problematiche di PI<br />

(Power Integrity).<br />

Questo rule-set<br />

verifica eventuali<br />

discontinuità<br />

delle correnti di<br />

ritorno legate a<br />

cambiamenti del<br />

piano di riferimento,<br />

attraversamenti di<br />

spazi e biforcazioni e<br />

altre criticità. Come<br />

mostrato, l’output<br />

evidenzia chiaramente<br />

il problema<br />

l’efficacia di ognuna di esse è limitata<br />

dalle relative induttanze e resistenze<br />

parassitiche. Se non vi fossero tali effetti,<br />

la combinazione di tutte le capacità<br />

si comporterebbe come un’unica<br />

grande capacità complessiva, manifestando<br />

un’impedenza man mano più<br />

piccola a seconda del crescere della<br />

frequenza. Tuttavia, sfortunatamente,<br />

ognuna delle capacità presenti è efficace<br />

solo in un particolare intervallo<br />

di frequenze, determinato dalla propria<br />

induttanza parassitica. Ad esempio,<br />

i grandi condensatori elettrolitici<br />

raggiungono una bassa impedenza<br />

a una frequenza inferiore rispetto<br />

ai piccoli condensatori a montaggio<br />

superficiale, ma – poiché anche la<br />

loro induttanza parassitica è maggiore<br />

– l’impedenza di un condensatore<br />

elettrolitico inizierà anch’essa a crescere<br />

a una frequenza inferiore rispetto<br />

a quella di un piccolo condensatore<br />

SMT. Un altro esempio riguarda<br />

la capacità intrinsecamente esistente<br />

tra diversi piani del pcb. L’induttanza<br />

parassitica dei piani è estremamente<br />

bassa, trasformandoli quindi in un<br />

condensatore efficace anche alle alte<br />

frequenze.<br />

PCB febbraio 2012<br />

49


Fig. 2 – Risultato<br />

di una analisi<br />

pre-route del<br />

rumore di<br />

una Power<br />

Distribution<br />

Network in<br />

HyperLynx<br />

Power Integrity<br />

50 PCB febbraio 2012<br />

Essendo però la capacità effettiva<br />

presente tra i piani normalmente<br />

limitata dalla loro area e distanza,<br />

la capacità dei piani non corrisponde<br />

a una bassa impedenza, se non alle<br />

frequenze più elevate. In virtù di<br />

tutto ciò, ognuna delle capacità presenti<br />

nel pcb produce i propri effetti<br />

in un particolare intervallo di frequenze,<br />

ma il loro insieme deve operare<br />

congiuntamente in modo tale da<br />

costituire una bassa impedenza complessiva<br />

tra power e ground, sull’intero<br />

spettro.<br />

Un altro fattore che limita l’efficacia<br />

delle capacità della scheda<br />

è l’induttanza del package dei<br />

chip. Questa induttanza aggiuntiva<br />

si somma a quelle parassitiche presenti<br />

nelle altre capacità del pcb, rendendole<br />

inefficaci oltre la frequenza<br />

di circa 1 GHz. Al di sopra di<br />

1 GHz agiscono tuttavia le capacità<br />

presenti on-chip (che non sono limitate<br />

dall’induttanza del package),<br />

fornendo il percorso a bassa impedenza<br />

tra power e ground. Ciò spiega<br />

perché il disaccoppiamento del<br />

pcb venga normalmente analizzato<br />

tra le frequenze di 1 MHz e di<br />

1 GHz e perché la progettazione delle<br />

PDN si focalizzi sulla minimizzazione<br />

dell’impedenza all’interno di<br />

questo intervallo.<br />

L’obiettivo principale, per consentire<br />

ai condensatori di essere efficaci<br />

sul più ampio spettro possibile,<br />

consiste nella individuazione del<br />

valore massimo di capacità per ogni<br />

induttanza parassitica. Gli effetti<br />

parassitici per i condensatori di disaccoppiamento<br />

sono costituiti dall’insieme<br />

di una componente intrinseca<br />

e di una di montaggio. La componente<br />

intrinseca, la resistenza efficace<br />

ESR (Effective Series Resistance)<br />

e l’induttanza efficace ESL (Effective<br />

Series Inductance) sono infatti proprietà<br />

dei condensatori veri e propri.<br />

<strong>Il</strong> loro montaggio, invece, può indurre<br />

significativi valori aggiuntivi di<br />

induttanza e di resistenza, e la minimizzazione<br />

di tali componenti parassitiche<br />

di montaggio consente di massimizzare<br />

il range di frequenza operativo<br />

del condensatore. <strong>Il</strong> metodo più<br />

efficace per minimizzare le componenti<br />

parassitiche di montaggio consiste<br />

nel minimizzare l’area formata dai<br />

loop nella connessione del condensatore<br />

tra power e ground. Ciò significa che<br />

è necessario raggruppare le via di montaggio<br />

il più vicine possibile tra di loro, e<br />

posizionare il condensatore quanto più<br />

vicino possibile a power e ground.<br />

Riuscire a mantenere una bassa impedenza<br />

delle PDN assicura una serie<br />

di benefici. <strong>Il</strong> beneficio più diretto<br />

è costituito dalla minimizzazione del<br />

ripple di tensione ai pin di alimentazione<br />

dell’IC. In effetti, il valore massimo<br />

tollerabile per il ripple di tensione<br />

ai pin di alimentazione dell’IC è<br />

proprio il parametro che determina la<br />

massima impedenza consentita per la<br />

PDN. <strong>Il</strong> requisito di impedenza della<br />

PDN può essere calcolato utilizzando<br />

la seguente formula:<br />

Zpdn = (% ripple x V) / I max<br />

Fig. 3 – Diagramma della tensione DC risultante dall’analisi di un power plane


Fig. 4 – Rappresentazione tridimensionale della densità di corrente su un power<br />

plane, risultante da un’analisi effettuata con HyperLynx Power Integrity<br />

dove V è la tensione della linea e I max è<br />

la corrente di picco assorbita dall’IC.<br />

In virtù di ciò, gli IC con maggiore<br />

assorbimento di corrente e inferiori<br />

tensioni di lavoro necessitano di una<br />

minore impedenza delle PDN.<br />

Un secondo beneficio indotto da<br />

una bassa impedenza delle PDN è<br />

una riduzione della propagazione di<br />

rumore all’interno del pcb. I pin di<br />

alimentazione, i pin di segnale e le via<br />

possono tutti introdurre componenti<br />

di rumore sui piani, rumore che può<br />

propagarsi su tutto il pcb e influenzare<br />

altri circuiti, come si può vedere in<br />

Fig. 2. La presenza di percorsi a bassa<br />

impedenza tra power e ground agevola<br />

il flusso delle correnti di ritorno.<br />

Poiché il rumore è costituito essenzialmente<br />

da correnti di ritorno incontrollate,<br />

la presenza di questi percorsi<br />

aiuta a eliminare il problema del<br />

rumore.<br />

Cadute di tensione<br />

In DC (corrente continua), lo scenario<br />

progettuale è significativamente<br />

più semplice, ma le conseguenze in<br />

caso di errore possono essere molto<br />

più gravi. L’obiettivo è sempre quel-<br />

lo di minimizzare l’impedenza delle<br />

PDN, ma in DC la preoccupazione<br />

principale è quella di assicurare<br />

la presenza di una quantità di metallo<br />

adeguata per distribuire correnti<br />

di intensità pari anche a decine di<br />

Ampère. Dovendo suddividere la superficie<br />

dei piani per accogliere il crescente<br />

numero di diverse tensioni presenti<br />

nel pcb, questo compito può rivelarsi<br />

alquanto disagevole.<br />

Può in questo caso rivelarsi molto<br />

utile un’analisi delle forme delle PDN<br />

sui piani, volta a identificare aree di<br />

bassa tensione, come quella mostrata<br />

nella Fig. 3.<br />

Le aree del pcb in cui la tensione<br />

scende al di sotto di una determinata<br />

soglia minima possono condurre a<br />

svariati malfunzionamenti degli IC<br />

quali problemi di signal integrity ed<br />

errori logici (ma non solo).<br />

In aggiunta alle cadute di tensione,<br />

altrettanta attenzione va rivolta alle<br />

aree a elevata densità di corrente presenti<br />

nel pcb. Tali aree possono essere<br />

causate da colli di bottiglia conseguenti<br />

al partizionamento del piano,<br />

ma sono anche piuttosto comuni nelle<br />

zone con fitte piedinature per gli IC e<br />

i connettori, dove le areole di anti-pad<br />

impongono la rimozione di una notevole<br />

quantità di rame dalla superficie<br />

del piano. Le aree ad alta densità di<br />

corrente tendono quantomeno a indurre<br />

cadute di tensione, ma possono<br />

anche condurre a veri e propri malfunzionamenti<br />

del pcb. Un collo di<br />

bottiglia molto stretto può ad esempio<br />

comportarsi come un fusibile e arrivare<br />

a staccare completamente l’alimentazione.<br />

Se la densità di corrente<br />

è sufficientemente elevata, questa può<br />

portare addirittura alla perforazione<br />

del dielettrico, o a un surriscaldamento<br />

tale da innescare la combustione. È<br />

quindi evidente la necessità di monitorare<br />

le aree dei piani in cui le densità<br />

di corrente possono divenire eccessive.<br />

L’analisi in DC delle PDN produce<br />

anche utili informazioni sulla distribuzione<br />

della densità di corrente,<br />

come quelle visibili nel diagramma di<br />

Fig. 4. È infine importante monitorare<br />

anche le correnti che fluiscono attraverso<br />

le via che collegano i piani tra<br />

di loro, o i VRM ai piani. Anche le<br />

via possono infatti costituire dei colli<br />

di bottiglia e delle aree ad alta densità<br />

di corrente, producendo analoghi<br />

malfunzionamenti.<br />

Conclusioni<br />

L’utilizzo, durante la progettazione<br />

delle PDN, di provati principi fondamentali,<br />

abbinati ad analisi condotte<br />

nelle fasi iniziali del processo di progettazione,<br />

possono aiutare i progettisti<br />

a evitare gravi problematiche legate<br />

alla distribuzione dell’alimentazione.<br />

Queste attenzioni contribuiscono<br />

significativamente al rispetto delle<br />

scadenze progettuali e al raggiungimento<br />

degli obiettivi di budget, consentendo<br />

nel contempo di progettare<br />

prodotti più affidabili, in grado di<br />

operare per tempi più lunghi.<br />

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PCB febbraio 2012<br />

51


52 PCB febbraio 2012<br />

▶ OLTRE I PCB – PROBLEMATICHE ELETTROSTATICHE<br />

Pavimentazioni ESD:<br />

procedere in sicurezza<br />

Una pavimentazione funzionale deve avere proprietà ben precise e<br />

durevoli per tutta la sua vita utile, o che possano essere facilmente<br />

ristabilite mediante una manutenzione non eccessivamente onerosa.<br />

Ciò vale anche per le proprietà antistatiche richieste per pavimentazioni<br />

installate in EPA. Ecco le regole e i punti fondamentali da rispettare<br />

per la corretta progettazione e installazione di una pavimentazione ESD<br />

di Paola Di Silvestro, Mapei<br />

È<br />

accertato che l’evoluzione dei<br />

processi produttivi, nei settori<br />

di alta tecnologia e nell’industria<br />

elettronica, è diventata così rapida<br />

che rende necessaria una continua<br />

innovazione dei prodotti e dei sistemi<br />

impiegati per la protezione elettrostatica.<br />

Le norme applicabili per la realizzazione<br />

di ambienti in cui la presen-<br />

za di cariche elettrostatiche può rappresentare<br />

un pericolo, sono concepite<br />

per limitare i danni ESD, sia latenti<br />

che immediati.<br />

Ne consegue che queste cariche devono<br />

essere gestite in modo opportuno<br />

e, a tal proposito, la pavimentazione<br />

viene impiegata per attenuare il rischio<br />

di danni potenzialmente introdotti<br />

da oggetti e persone.<br />

Fig. 1 - Stesura di massetto Fig. 2 - Compattazione e finitura<br />

<strong>Il</strong> pavimento ESD, quindi, in aggiunta<br />

alle sue irrinunciabili caratteristiche<br />

di resistenza, di durata, di comfort,<br />

attitudine alla pulizia, ecc., dovrà<br />

avere la capacità di drenare verso terra<br />

tutte quelle cariche che su di esso<br />

si possono formare o con le quali esso<br />

viene a contatto. Un pavimento, “conduttivo<br />

e/o statico dissipativo”, con il<br />

quale le persone e gli oggetti mobili<br />

sono in contatto, costituirà un’efficace<br />

Protezione Passiva utilizzata per<br />

garantire l’equipotenzialità in buona<br />

parte delle postazioni all’interno di<br />

EPA (aree protette da scariche elettrostatiche).<br />

La Protezione Passiva, che viene<br />

fortemente raccomandata nell’industria<br />

elettronica, diviene di primaria<br />

importanza anche per tutti quei luoghi<br />

dove si producono, manipolano<br />

o stazionano sostanze infiammabili o<br />

deflagranti.<br />

Aree quali quella militare, l’industria<br />

di solventi, della carta, del cotone,<br />

dei prodotti chimici, del gas, là dove<br />

una scarica elettrostatica anche di


modesto potenziale può produrre incendi<br />

o deflagrazioni, devono allinearsi<br />

ad alcune tecnologie sempre più<br />

efficienti messe a punto per le esigenze<br />

dell’industria elettronica.<br />

Anche negli ambienti sanitari, sebbene<br />

non più prescritto dalla norma<br />

CEI 64 –8/7 sez. 710 in quanto non si<br />

utilizzano infiammabili come un tempo,<br />

la protezione passiva ottenuta con<br />

un pavimento ESD conduttivo – oppure<br />

statico dissipativo – è comunque<br />

consigliabile, non solo negli ambienti<br />

in cui si somministra ossigeno<br />

e quindi a rischio d’incendio, ma anche<br />

in tutti quei locali, e sono sempre<br />

di più, dove sono presenti complesse<br />

apparecchiature elettroniche medicali<br />

esposte a problemi di compatibilità<br />

elettromagnetica, radiofrequenze e<br />

anche ESD.<br />

Le garanzie di funzionalità<br />

Già da alcuni anni (1999) essendo<br />

la soglia critica di potenziale ammesso<br />

in EPA su personale (HBV – Human<br />

Body Voltage) di 100 V, la tensione di<br />

prova della resistenza verso terra era<br />

stata stabilita in 100 Vcc, per valori di<br />

resistenza stimata tra 1•10 6 e 1•10 8 Ω<br />

(vedi CEI EN 6340 4-1).<br />

All’interno di queste zone, le pavimentazioni<br />

conduttive o statico-dissipative<br />

possono essere considerate idonee<br />

in quasi tutte le situazioni.<br />

Va ricordato che la massima resi-<br />

Fig. 3 -<br />

Lisciatura<br />

del piano<br />

di posa<br />

stenza di sistema persona-calzaturapavimento<br />

deve restare entro il valore<br />

di 3,5•10 7 Ω (≤35 MΩ).<br />

In considerazione dell’evoluzione<br />

tecnologica attestata anche dal recente<br />

rapporto emesso dalle più importanti<br />

industrie del settore elettronico<br />

(White Paper 1 2007 - Industry<br />

Council on ESD Target Level), è evidente<br />

che i componenti saranno maggiormente<br />

esposti a eventi ESD e<br />

pertanto anche la protezione passiva<br />

delle EPA dovrà adeguarsi.<br />

I pavimenti che negli ultimi 50 anni<br />

hanno meglio assolto a questa funzione<br />

appartengono, in larga misura,<br />

alla categoria dei pavimenti “resilienti”.<br />

La resistenza elettrica di questi<br />

pavimenti, la cui base è polimerica,<br />

quindi isolante, viene modificata con<br />

l’aggiunta di elementi conduttivi durante<br />

la produzione, in modo di ottenere<br />

una calibrata capacità di dissipazione<br />

delle cariche elettriche.<br />

La lunga esperienza maturata negli<br />

anni permette ai produttori di dosare<br />

opportunamente i componenti che,<br />

utilizzati con tecniche esecutive specifiche,<br />

garantiscono ottime e durevoli<br />

prestazioni confermate da un controllo<br />

molto accurato.<br />

Per la natura della loro composizione<br />

questi pavimenti possono essere<br />

dotati di un particolare comfort,<br />

silenziosità, elasticità, basso spessore,<br />

ecc. Disponibili solitamente in teli o<br />

piastrelle, possono essere resi monolitici<br />

con saldatura o sigillatura.<br />

Privi di porosità e dotati di buona<br />

resistenza all’usura, questi pavimenti<br />

possono essere posati in sovrapposizione<br />

a pavimenti preesistenti con un<br />

modesto aumento di quota del piano.<br />

Quando sono realizzati e mantenuti<br />

correttamente, essi garantiscono<br />

una conduttività costante.<br />

Requisiti fondamentali<br />

<strong>Il</strong> pavimento idoneo per le zone<br />

EPA dovrà quindi possedere le caratteristiche<br />

sopracitate le quali dovranno<br />

durare per tutta la sua vita.<br />

<strong>Il</strong> buon esito dell’installazione dipende<br />

dall’impiego di prodotti validi<br />

e garantiti, ma anche dalla qualità della<br />

posa in opera; pertanto sarà opportuno<br />

che già in sede progettuale vengano<br />

stabilite le seguenti condizioni:<br />

a) resistenza meccanica e planarità: il<br />

supporto del pavimento dovrà avere<br />

una resistenza meccanica adeguata a<br />

sopportare i carichi a cui il pavimento<br />

sarà sottoposto ed essere piano, solido<br />

e privo di lesioni.<br />

b) umidità: il supporto dovrà essere<br />

asciutto sia durante la posa sia nel<br />

tempo. Le solette realizzate direttamente<br />

su terreno o su vespaio non<br />

sufficientemente aerato, massetti gettati<br />

su strutture recenti o su strati di<br />

coibentazione a pori aperti, su porticati<br />

aperti o su locali umidi, dovranno<br />

tassativamente essere isolati dal loro<br />

piano di appoggio con un’efficace e<br />

durevole impermeabilizzazione o barriera<br />

al vapore. Nel caso in cui l’umidità<br />

di risalita non venisse fermata da<br />

un adeguato e durevole strato impermeabile,<br />

essa potrà produrre problemi<br />

di adesione con rotture e bolle sia su<br />

pavimenti resilienti sia su pavimenti<br />

in resina.<br />

Infatti, se un pavimento cementizio<br />

la cui traspirabilità permette la<br />

fuoriuscita dell’acqua di risalita sotto<br />

PCB febbraio 2012<br />

53


54 PCB febbraio 2012<br />

Fig. 4 - Superficie pronta alla posa<br />

del pavimento<br />

forma di vapore venisse trattato con<br />

una finitura di porosità più bassa o<br />

nulla, si potranno originare pressioni<br />

in grado di staccare o interrompere<br />

la continuità della finitura, cosi come<br />

capita con gli intonaci delle pareti sopra<br />

menzionate.<br />

Non dobbiamo neppure dimenticare<br />

che, fino a 50 anni fa, l’umidificazione<br />

del pavimento di cemento era il<br />

mezzo usato per controllare le cariche<br />

elettrostatiche nei pavimenti dei dinamitifici<br />

o dove si manipolavano gas<br />

o sostanze infiammabili o deflagranti<br />

come nelle sale operatorie.<br />

Ovviamente, per pavimenti attuali<br />

che non consentono la traspirabilità,<br />

sarà necessario fermare l’umidità<br />

di risalita prima della loro posa, mediante<br />

un’efficace e durevole barriera<br />

al vapore o impermeabilizzazione.<br />

Quanto sopra vale sia per le applicazioni<br />

a piano terra ma, in alcuni<br />

casi, anche per strutture sospese (solai)<br />

all’aperto (su porticati). Queste<br />

tecniche sono da applicare anche in<br />

presenza di strati di alleggerimento<br />

(pomice, argilla espansa o lapillo<br />

lavico), che possono cedere successivamente<br />

l’umidità contenuta nelle<br />

loro porosità.<br />

c) conduttività corretta e durevole:<br />

la conduttività del pavimento, ovvero<br />

la sua bassa resistenza elettrica al<br />

passaggio delle cariche elettrostatiche<br />

verso i nodi equipotenziali, deve<br />

essere garantita da adesivi conduttivi<br />

caratterizzati dalla minore resistenza<br />

ohmica possibile, in collaborazione<br />

con opportuni elementi in rame, stabilmente<br />

collegati a terra.<br />

Quando un pavimento conduttivo<br />

è realizzato con elementi adeguati ai<br />

Fig. 5 - Posa di pavimento resiliente su adesivo conduttivo<br />

in ambiente ESD<br />

carichi e al traffico previsto e posato<br />

con adesivi conduttivi validi, di elevate<br />

e durevoli prestazioni meccaniche<br />

e conduttive (resistenza trasversale<br />

≤ 1,0 MΩ), questo può favorire l’equipotenzialità<br />

e la dissipazione di tutte<br />

le cariche elettrostatiche presenti o<br />

addotte da elementi quali le calzature,<br />

le ruote, gli scaffali e così via.<br />

Fig. 6 - Camere ambientali all’interno delle quali adesivi, autolivellanti,<br />

primers e, in generale, materiali per l’edilizia vengono analizzati per valutare<br />

le emissioni di VOC nell’aria (GEV testing method) al fine del conseguimento<br />

della certificazione EMICODE


Fig. 7 - <strong>Il</strong> campione è miscelato, pesato ed applicato su una<br />

lastra non adsorbente di vetro<br />

Fig. 9 - A tempi predefiniti viene prelevata l’aria della<br />

camera utilizzando una pompa, collegando una cartuccia<br />

adsorbente capace di trattenere tutti i composti volatili<br />

presenti nell’aria della camera<br />

Progettazione ed esecuzione<br />

ecosostenibile<br />

di pavimentazioni ESD<br />

Oltre alle suddette regole da rispettare<br />

per una buona progettazione<br />

ed esecuzione delle pavimentazioni,<br />

al giorno d’oggi si presta grande<br />

attenzione al tema sempre più sentito<br />

dell’ecosostenibilità e della sicurezza<br />

negli ambienti di lavoro.<br />

L’eco-sostenibilità in edilizia è un<br />

tema di stretta attualità. Purtroppo<br />

non sempre dietro a questa inflazionata<br />

parola si trovano fatti concreti.<br />

Per quanto riguarda il settore della<br />

posa di pavimentazioni, nello specifico<br />

quelle installate in EPA, negli anni<br />

’70 sono stati introdotti sul mercato<br />

prodotti in dispersione acquosa a basso<br />

contenuto di solvente.<br />

L’impegno si è quindi concretizzato<br />

in programmi di ricerca per lo sviluppo<br />

di prodotti a basse emissioni di sostanze<br />

organiche volatili (VOC) privi<br />

di solvente per migliorare la qualità<br />

dell’aria negli edifici dove sono utilizzati<br />

e, quindi, il benessere sia degli<br />

applicatori sia degli utilizzatori finali.<br />

Strettamente legata alla posa dei<br />

pavimenti resilienti era la questione<br />

del permanere dell’odore, di breve o<br />

lunga durata, che accompagna e segue<br />

questo tipo di applicazione. Al tempo<br />

stesso i consumatori si sono mostrati<br />

sempre più attenti alla qualità<br />

dell’aria, in particolare all’interno<br />

degli edifici e, in generale, a una tipologia<br />

di edilizia “sana. L’industria<br />

dei rivestimenti tessili si è mossa in<br />

questa direzione creando dei marchi<br />

che certificassero i materiali non<br />

Fig. 8 - <strong>Il</strong> provino viene trasferito nella camera ambientale<br />

subito dopo la preparazione<br />

Fig. 10 - Le cartucce vengono infine sviluppate tramite un<br />

desorbitore termico; i composti organici volatili sono separati<br />

tramite gas-cromatografia, identificati con un detector di<br />

massa e quantificati con detector a ionizzazione di fiamma<br />

nocivi e a bassa emissione di sostanze<br />

organiche volatili (VOC): è così<br />

che è stata fondata, nel dicembre<br />

1990, la GuT (Gütegemeinschaft<br />

umweltfreundlicher Teppichboden<br />

e.V.), “Associazione di qualità per pavimenti<br />

tessili ecologici”.<br />

Nel 1993 anche l’industria dei materiali<br />

da costruzione ha raccolto la<br />

sfida del miglioramento della qualità<br />

dell’aria degli interni. Dopo ricerche<br />

promosse a livello individuale<br />

dai vari produttori, nel 1996 sono<br />

stati condotti progetti di ricerca,<br />

in collaborazione con GuT e TFI<br />

(Teppichforschungsinstitut Aachen<br />

– “Istituto di ricerca sulle coperture<br />

di Aachen”), relativamente all’odore<br />

e alle emissioni di VOC rilasciate<br />

dai materiali tessili. <strong>Il</strong> <strong>24</strong> febbraio<br />

1997 i principali produttori di<br />

PCB febbraio 2012<br />

55


Tabella 1 - limiti massimi di emissioni consentiti per prodotti<br />

certificati EC1, EC1 Plus e Blaue Engel<br />

Emissioni residue<br />

dopo 3 giorni<br />

Emissioni residue<br />

dopo 28 giorni<br />

56 PCB febbraio 2012<br />

Criterio<br />

adesivi per la posa dei pavimenti hanno<br />

dato vita al GEV (Gemeinschaft<br />

Emissionskontrollierter<br />

Verlegewerkstoffe, e.V.), l’“Associazione<br />

per il controllo delle emissioni<br />

dei materiali per la posa”, il cui scopo<br />

era, ed è anche oggi, l’elaborazione<br />

e la messa in atto di appropriate norme<br />

e metodi per il controllo, la classificazione<br />

e la marchiatura dei materiali<br />

per la posa, relativamente alle<br />

emissioni di VOC.<br />

In quest’ottica è stato creato il sistema<br />

di classificazione EMICODE,<br />

un tipo di certificazione misurabile,<br />

riscontrabile oggettivamente, documentabile<br />

e, di conseguenza, estremamente<br />

affidabile.<br />

La comunicazione con le aziende e<br />

la definizione e il perseguimento degli<br />

obiettivi dell’Associazione hanno<br />

comportato un’enorme mole di lavoro<br />

in ambito tecnico. È stato necessario<br />

elaborare e testare un sistema di valutazione<br />

che fosse in grado di individuare<br />

la presenza di sostanze organiche<br />

volatili, valutandone la quantità. Si<br />

sono dovuti stabilire dei limiti rigorosi,<br />

il cui rispetto garantisse che non venissero<br />

rilasciate in aria sostanze organiche<br />

volatili in quantità tali da influire<br />

rilevantemente a livello fisiologico.<br />

GEV<br />

Emicode<br />

EC1 PLUS<br />

GEV<br />

Emicode<br />

EC1<br />

Blaue<br />

Engel<br />

TVOC μg/m3 750 1000 1000<br />

Somma dei componenti<br />

carcinogeni μg/m3 10 10 10<br />

Formaldeide μg/m3 50 50 –<br />

Acetaldeide μg/m3 50 50 –<br />

TVOC μg/m3 60 100 100<br />

TSVOC μg/m3 40 50 50<br />

R 1 – 1<br />

VOC senza LCI 40 – 40<br />

Se il sistema di certificazione<br />

EMICODE ha avuto origine con gli<br />

adesivi per rivestimenti tessili per pavimenti,<br />

è pur vero che si è velocemente<br />

esteso fino a coinvolgere altre<br />

categorie di prodotti.<br />

Perciò oggi numerosi adesivi per<br />

parquet, primer, livellanti e lisciature<br />

sono certificati “EMICODE EC1” ed<br />

“EMICODE EC1 Plus” (a bassissima<br />

emissione di sostanze organiche volatili).<br />

Una conseguenza di questo processo<br />

è la modifica del nome del GEV<br />

che è divenuto “Gemeinschaft emissionskontrollierter<br />

Verlegewerkstoffe,<br />

Klebstoffe und Bauprodukte e.V.”<br />

o Associazione per il controllo delle<br />

emissioni dei materiali per la posa,<br />

adesivi e prodotti per edilizia.<br />

Per gli architetti e i direttori dei<br />

cantieri EMICODE è un prezioso<br />

aiuto quando devono orientarsi<br />

all’interno dell’ampia offerta di<br />

prodotti per edilizia a disposizione.<br />

Questo sistema di certificazione<br />

rende infatti possibile la realizzazione<br />

dell’intero pavimento mantenendo<br />

un bassissimo livello di emissioni<br />

di VOC; è quindi possibile disporre<br />

di sistemi di posa “ECO-Sostenibili”<br />

composti da malte premiscelate per<br />

il confezionamento di massetti a pre-<br />

sa normale ed asciugamento rapido,<br />

primer promotori di adesione, consolidanti<br />

e impermeabilizzanti, rasature<br />

tissotropiche e autolivellanti,<br />

adesivi per la posa di piastrelle ceramiche,<br />

materiale lapideo, parquet, resilienti<br />

e tessili.<br />

L’EMICODE indica, appunto, il<br />

livello di emissioni e, dunque, si propone<br />

in primo luogo di garantire la<br />

protezione dell’utilizzatore finale.<br />

Un’ulteriore certificazione dei prodotti<br />

per pavimentazioni è il Blaue<br />

Engel: anche questo marchio garantisce<br />

sia ai posatori che agli utilizzatori<br />

finali una buona qualità dell’aria.<br />

GEV e Blaue Engel sono classificazioni<br />

entrambe molto severe, che valutano<br />

le possibili emissioni di sostanze<br />

organiche volatili dai prodotti per<br />

l’edilizia sia a breve (3 giorni) che a<br />

lungo termine (28 giorni) dall’applicazione<br />

del prodotto in apposite camere<br />

ambientali. Entrambe le certificazioni<br />

considerano i prodotti basso<br />

emissivi in base al loro Total VOC<br />

(la somma di tutti i composti organici<br />

volatili emessi dopo un certo tempo<br />

dalla posa del prodotto) e all’assenza<br />

di emissioni di composti cancerogeni<br />

quali, ad esempio il benzene, l’acetaldeide,<br />

la formaldeide, il diossano e<br />

così via.<br />

In Tab. 1 vengono riportati i limiti<br />

massimi di emissioni consentiti per<br />

prodotti certificati EC1, EC1 Plus e<br />

Blaue Engel.<br />

Esistono infine a livello internazionale<br />

numerosi altri label che garantiscono<br />

l’eco sostenibilità per rispondere<br />

alle diverse esigenze dei mercati locali<br />

(ad esempio, la certificazione M1<br />

per Finlandia).<br />

(<strong>Il</strong> testo è stato presentato in occasione<br />

del XIII CONGRESSO NAZIONALE ESD,<br />

Marostica 26 Maggio 2011)<br />

Mapei<br />

www.mapei.com


in collaborazione con<br />

È lieta di invitarLa al<br />

4° WorkShop i-tronik<br />

Incontro di tecnologia tra specialisti<br />

del settore e utilizzatori fi nali<br />

<strong>Il</strong> 21 e 22 marzo 2012 ore 9.00 presso la nostra sede di i-tronik<br />

Durante il WorkShop sarà possibile vedere in funzione i seguenti sistemi<br />

• Pick & Place Cobra ed Expert di Essemtec<br />

• Saldatrice selettiva ELS3.3 di Inertec<br />

• Macchina di lavaggio Compaclean per pcb di PBT<br />

• Macchina di lavaggio Stencilclean SIA per telai serigrafi ci di PBT<br />

• Forno Vapour Phase con il vacuum di IBL<br />

• Camera climatica MK di Binder<br />

• Software per la tracciabilità e gestione commesse Asytrack<br />

Particolare attenzione sarà dedicata alla presentazione delle macchine TRI<br />

• Sistemi di ispezione AOI/SPI in-line<br />

• Macchina AXI, raggi X 3D in-line<br />

• Sistemi di collaudo in-circuit, batch e in-line<br />

Inoltre, i-tronik offrirà la possibilità, su richiesta e a seguito<br />

della compilazione del modulo dedicato, di un approfondimento<br />

mirato sui sistemi ICT e X-RAY in-line che si svolgerà<br />

durante la mattinata di entrambe le date in uno spazio<br />

appositamente allestito.<br />

Le aziende che aderiranno all’iniziativa potranno testare le<br />

performance di ogni singolo prodotto e approfondirne la<br />

conoscenza, confrontandosi direttamente con i responsabili<br />

commerciali e tecnici delle case produttrici rappresentate<br />

da i-tronik.<br />

Le persone interessate a partecipare all’evento potranno<br />

scaricare il modulo di adesione dal nostro sito. La<br />

conferma di partecipazione dovrà essere inviata via fax allo<br />

049 893.48.22 oppure via e-mail a s.ghita@itronik.it entro<br />

e non oltre il 09-03-2012.<br />

i-tronik S.p.A. - Tel. 049 895.23.02 - www.itronik.it


58 PCB febbraio 2012<br />

▶ OLTRE I PCB – STACK 3D<br />

DRAM 3D su Logica:<br />

esperienze e valutazioni<br />

IMEC realizza un dimostratore e un modello<br />

di test per stack 3D eterogenei<br />

di Eric Beyne, IMEC<br />

tridimensionale<br />

(3D) o verticale è una tecno-<br />

L’integrazione<br />

logia molto promettente per<br />

i progetti IC di domani. <strong>Il</strong> 3D offre<br />

allo sviluppatore numerose possibilità<br />

alternative, alla ricerca di soluzioni di<br />

sistema economicamente convenienti<br />

su un unico chip. Esso consente ulte-<br />

riori riduzioni del fattore di forma<br />

rispetto alle attuali soluzioni a livello<br />

di sistema e supera i limiti tradizionali<br />

delle interconnessioni dei singoli<br />

componenti del sistema.<br />

<strong>Il</strong> progresso tecnologico più importante<br />

del principio 3D è l’interconnessione<br />

ottimale, ottenuta attraverso<br />

la realizzazione di un die costituito da<br />

più chip impilati. Questo vale soprattutto<br />

in virtù dell’esigenza determinata<br />

dai costi di combinare, nei progetti<br />

a livello di sistema, tecnologie di processo<br />

di provenienza diversa - provenienti<br />

da diversi impianti produttivi<br />

- in piattaforme eterogenee. Si ottiene<br />

come risultato finale una densità di<br />

I/O superiore di un fattore 16 rispetto<br />

alle tecniche attualmente in uso.<br />

Le colonne portanti della tecnologia<br />

3D sono costituite dai TSV (fori<br />

passanti attraverso il silicio), dall’assottigliamento<br />

dei wafer e dalle microsfere.<br />

Per queste tecniche sono attualmente<br />

disponibili soluzioni di<br />

processo, dati di affidabilità e regole<br />

di progetto. La tecnica più avanzata<br />

appare essere la formazione dei TSV.<br />

Le altre fasi del processo, come ad<br />

esempio l’incollaggio e la rimozione<br />

dell’incollaggio di uno strato di trasporto<br />

in silicio o in vetro in condizioni<br />

di temperatura sensibili, o l’uso<br />

di una soluzione senza strato di trasporto,<br />

l’assottigliamento del wafer<br />

con relativa movimentazione e passivazione<br />

del lato posteriore, e non<br />

da ultimo l’alloggiamento, richiedono<br />

progressi precisi per i processi di<br />

fabbricazione in grossi volumi.<br />

Attualmente si ricorre alla tecnica<br />

a microsfere in corrispondenza di dimensioni<br />

pari a 20 μm.<br />

In merito all’underfill, la discussione<br />

verte su diversi approcci come<br />

le tecniche capillari tradizionali, il<br />

No-flow Underfill e la tecnica WLUF<br />

(Wafer-Level Laminated Underfill)


esplorata da IMEC, la quale applica il<br />

materiale di riempimento prima della<br />

suddivisione in die all’intero wafer<br />

attraverso spin coating o laminazione.<br />

IMEC ha presentato i risultati sperimentali<br />

relativi a questa tecnica.<br />

Attraverso il processo TSV, IMEC<br />

persegue il proprio principio dei “fori<br />

di via in mezzo”, ossia della formazione<br />

dei TSV dopo il passaggio<br />

FEOL, ma prima dell’interconnessione<br />

BEOL (Fig. 1). La tecnologia<br />

“Cu-nail” Damascene inoltre produce<br />

fori di via in un semplice passaggio<br />

litografico con un rapporto di forma<br />

elevato, con un diametro di 5 μm<br />

per una lunghezza di 50 μm.<br />

Di questi aspetti critici per il processo<br />

si è occupato il progetto di cooperazione<br />

avviato da IMEC, cui partecipano<br />

numerosi partner industriali.<br />

Uno stack eterogeneo<br />

con DRAM e chip di Logica<br />

Allo scopo di valutare le proposte<br />

di soluzioni attualmente disponibili<br />

delle industrie interessate nel progetto,<br />

IMEC ha sviluppato e prodotto,<br />

sulla base di una lunga attività di<br />

ricerca e delle esperienze maturate nel<br />

campo dell’integrazione 3D con numerosi<br />

partner di processo coinvolti,<br />

un chip eterogeneo, il quale combina<br />

risorse di memoria e di logica in<br />

uno stack - denominato DRAM-on-<br />

Logic. Da questa cooperazione con<br />

l’industria derivano importanti conoscenze<br />

per progetti futuri di integrazione<br />

in 3D.<br />

<strong>Il</strong> chip da noi realizzato è basato su<br />

un processo IC CMOS proprietario<br />

di IMEC.<br />

Sopra di questo è applicata una<br />

DRAM disponibile in commercio,<br />

utilizzando TSV e microsfere.<br />

È inoltre integrato un riscaldatore,<br />

per controllare gli effetti di eventuali<br />

hot spot in corrispondenza dei refresh<br />

della DRAM. Inoltre, l’archi-<br />

Fig. 1 - Formazione dei TSV con la tecnica “Via-middle” di IMEC<br />

tettura comprende anche strutture<br />

di test per il monitoraggio dei diversi<br />

parametri che influiscono sulle prestazioni<br />

funzionali di un tipico stack<br />

3D: stress termomeccanico, il rischio<br />

di scariche elettrostatiche (ESD), le<br />

caratteristiche elettriche dei TSV e<br />

delle microsfere, i modelli di errore<br />

per i TSV, ecc.<br />

Risultati a livello di sistema<br />

e relativi al processo<br />

<strong>Il</strong> punto di vista tecnologico<br />

Dal punto di vista tecnologico, si<br />

osserva come risultato, che è richiesto<br />

uno spessore minimale del wafer<br />

di 50 μm, per tenere sotto controllo<br />

gli hot spot locali sul die logico.<br />

Gli hot spot sono generati da differenze<br />

locali della dissipazione del calore,<br />

e provocano gradienti di temperatura<br />

locali distribuiti irregolarmente<br />

sul die della memoria. Ciò potrebbe<br />

portare a una riduzione del tempo<br />

di hold nelle celle di memoria della<br />

DRAM. In realtà, alla fine il nostro<br />

dimostratore dello stack 3D ha<br />

evidenziato che la DRAM funge da<br />

dissipatore efficace di calore per il die<br />

logico. In questo modo viene ridotta<br />

l’intensità degli hot spot e l’aumento<br />

di temperatura nella DRAM è fortemente<br />

limitato.<br />

I risultati di una serie di esperimenti<br />

I risultati della nostra serie di<br />

esperimenti permettono di calibrare i<br />

nostri modelli termici, che dovrebbero<br />

essere attuati come tool per l’automazione<br />

dei progetti 3D (EDA).<br />

Oltre a ciò, abbiamo formulato più<br />

di 40 nuove regole di progetto dedicate<br />

e i modelli per la tecnologia<br />

3D - dalle regole basilari del progetto<br />

elettrico fino alle regole specifiche<br />

per il Design-for-Manufacturability.<br />

I risultati raggiunti<br />

Abbiamo raggiunto queste importanti<br />

pietre miliari per il processo<br />

in stretta collaborazione con i nostri<br />

partner per l’integrazione 3D, fra<br />

i quali figurano produttori di memorie<br />

e di IC, oltre che di alloggiamenti<br />

e di strutture per il test. Abbiamo<br />

coinvolto sin dall’inizio tutti i partner<br />

della filiera.<br />

PCB febbraio 2012<br />

59


60 PCB febbraio 2012<br />

Fig. 2 - Dimostratore DRAM-on-Logic di IMEC con strutture di test per diversi<br />

parametri di processo come TSV, assottigliamento del wafer e stacking<br />

Questo ha portato a precisi accordi<br />

di varia natura sui parametri di processo.<br />

Ci siamo anche occupati intensamente<br />

dei problemi legati alla proprietà<br />

intellettuale, alla garanzia e<br />

all’attribuzione delle risorse sul sistema<br />

DRAM-on-Logic.<br />

L’applicazione finale<br />

Last but not least, abbiamo individuato<br />

una chiara e convincente applicazione<br />

finale come base per il nostro<br />

progetto. Questo ci consente di concentrarci<br />

in modo efficace sulle nostre<br />

risorse e, partendo da ciò, di convincere<br />

i nostri partner nella filiera a supportare<br />

lo sviluppo della tecnologia TSV.<br />

Per questo motivo abbiamo sviluppato<br />

un tool dedicato con i nostri partner<br />

EDA e fabless - il flusso Pathfinding.<br />

Con questo tool possiamo ben consolidare<br />

l’argomento di vendita a favore<br />

delle soluzioni DRAM-on-Logic.<br />

Quindi, in base a ciò, noi sosteniamo<br />

i nostri partner nella valutazione della<br />

struttura costi/benefici della tecnica<br />

DRAM-on-Logic per i loro progetti<br />

specifici. Con il flusso Pathfinding i<br />

nostri partner valutano i propri concetti<br />

di prodotto per il 3D, e proprio nel<br />

primo stadio del progetto del sistema,<br />

prima che si rendano necessari gli investimenti<br />

più consistenti per la produzione.<br />

Per di più, si ha che il rapido<br />

flusso di progettazione abbraccia anche<br />

un modello per una stima dei costi<br />

dell’integrazione 3D.<br />

Di conseguenza, noi utilizziamo<br />

il modello non solo come strumento<br />

per la stima del rapporto costi/benefici<br />

dei diversi progetti, ma anche per<br />

ridurre i costi della tecnologia 3D.<br />

Argomenti a favore<br />

degli stack 3D eterogenei<br />

Siamo convinti che le esperienze<br />

maturate complessivamente durante<br />

il progetto, nel campo della progettazione<br />

e della fabbricazione di questo<br />

chip DRAM-on-Logic aiuteranno<br />

anche a sviluppare la prossima generazione<br />

di IC sotto forma di stack 3D.<br />

Essi puntano soprattutto alle applicazioni<br />

mobili del futuro di circuiti a<br />

basso consumo, con requisiti crescen-<br />

ti di ampiezza di banda e con funzioni<br />

analogiche. A questo scopo abbiamo<br />

realizzato il dimostratore della tecnologia<br />

3D DRAM-on-Logic (Fig. 2).<br />

Un altro filone di sviluppo ricco di<br />

prospettive dell’integrazione 3D è dato<br />

dai sistemi ad alte prestazioni dotati<br />

di grandi densità di memoria e di<br />

processori ad alte prestazioni che richiedono<br />

inoltre lo strato di interposizione<br />

al silicio (“2.5 D”) in Stack. In<br />

generale, sul lungo termine i fattori<br />

trainanti della tecnologia 3D sono costituiti<br />

dagli stack di memoria ad alta<br />

densità e dalla tecnica di produzione<br />

dei microsistemi, la quale aumenta<br />

anche l’integrazione dei MEMS.<br />

La necessità<br />

di una roadmap<br />

Dopo la conclusione del progetto<br />

si ottiene una visione d’insieme della<br />

portata dei risultati, come piattaforma<br />

per l’integrazione compatta dei<br />

sensori. Tali risultati renderanno possibile<br />

l’integrazione orientata al SoC<br />

dei sensori con componenti analogici<br />

e digitali. Inoltre essi porteranno a<br />

una radicale riduzione del fattore di<br />

forma.<br />

Un’anticipazione: sulla base delle<br />

esperienze sin qui raccolte, riteniamo<br />

necessario creare una roadmap chiara<br />

e orientata ai prodotti. Questa roadmap<br />

deve consentire alla filiera di<br />

concentrarsi sulla tecnologia di processo,<br />

sull’integrazione e sulla R&D per la<br />

progettazione a livello di sistema.<br />

<strong>Il</strong> progetto qui descritto è stato portato<br />

a termine in collaborazione con i<br />

partner chiave di IMEC nell’ambito del<br />

programma CMOS principale. Si annoverano<br />

inoltre Globalfoundries, Intel,<br />

Micron, Panasonic, Samsung, TSMC,<br />

Fujitsu, Sony, Amkor, Qualcomm,<br />

Xilinx, Altera e Nvidia.<br />

IMEC<br />

www2.imec.be


62 PCB febbraio 2012<br />

▶ PRODUZIONE – SUGGERIMENTI D’AUTORE<br />

Definizione<br />

e valutazione di un<br />

processo di cleaning<br />

Dichiarazioni e suggerimenti quasi ovvi, ma mai<br />

ripetuti abbastanza quando si tratta di cleaning:<br />

come affrontare preparati le varie fasi nella<br />

pulitura di schede e assemblati<br />

di Tom Forsythe, Kyzen<br />

Quando si sente parlare di<br />

sistemi di cleaning di solito<br />

l’idea collegata è quella di<br />

macchine che fanno parte di una linea<br />

produttiva, spesso di dispositivi di<br />

grandi dimensioni. Oggi affrontiamo<br />

invece la situazione da una prospettiva<br />

leggermente diversa. Affronteremo<br />

tutte le fasi dell’intero processo di cleaning<br />

e discuteremo in breve la loro<br />

importanza in relazione a ogni altro<br />

processo di pulizia.<br />

Una vasta gamma di attrezzature per simulare o sviluppare il processo di completa<br />

pulizia in un ambiente privo di rischi per l’operatore<br />

Da dove iniziare? Stranamente il<br />

primo passo nella definizione dei processi<br />

di cleaning parte con le operazioni<br />

attuate dall’operatore stesso.<br />

<strong>Il</strong> tutto prende il via dalla valutazione<br />

del substrato o dell’assemblato<br />

che devono essere sottoposti a cleaning<br />

e dai residui che da questi devono<br />

essere rimossi. Gli stencil sono<br />

normalmente più semplici da trattare<br />

che non gli assemblati, ma tendono a<br />

essere maggiormente sensibili alle alte<br />

temperature. La pasta saldante non<br />

ancora sottoposta a fusione è generalmente<br />

più semplice da pulire rispetto<br />

a quella generata dalle operazioni<br />

di post-reflow e, come ci si può aspettare,<br />

nessun residuo di pulitura è più<br />

difficile da eliminare dei residui solubili<br />

all’acqua.<br />

L’oggetto in esame<br />

Perché iniziare dai residui e dalla<br />

parte da sottoporre a pulizia? Sono<br />

questi i due elementi determinano la<br />

definizione del processo di cleaning.<br />

Le dimensioni delle parti che devono<br />

essere pulite determinano naturalmente<br />

le dimensioni della camera di<br />

pulizia della macchina di cleaning.<br />

È chiaro che l’elemento da pulire<br />

deve poter essere introdotto agevolmente<br />

nella macchina. Le parti da<br />

sottoporre a pulizia e i residui da eliminare<br />

determinano quindi la selezione<br />

dell’agente di pulizia.


È un po’ come a casa propria, dove<br />

utilizziamo di detersivi diversi a seconda<br />

delle cose che dobbiamo da pulire:<br />

il lavaggio dell’automobile, quello<br />

dei piatti, quello dei vestiti, senza<br />

contare poi i prodotti per l’igiene<br />

personale; lo stesso vale per ogni<br />

operazione di produzione. Nel mondo<br />

dell’elettronica oggi, i materiali di<br />

pulitura a base d’acqua – cioè i liquidi<br />

concentrati diluiti in acqua direttamente<br />

dall’utilizzatore - sono i più<br />

comunemente usati. Tali materiali<br />

vanno dai più vecchi come composizione,<br />

di solito i più corrosivi e pericolosi<br />

per la loro composizione chimica,<br />

ai più sicuri, quelli a bassa acidità<br />

e assai più efficaci delle nuove composizioni.<br />

Se si parte da zero o se si<br />

considera un possibile aggiornamento<br />

dei processi preesistenti, raramente<br />

c’è bisogno di ricorrere a materiali di<br />

più vecchia composizione. <strong>Il</strong> consiglio<br />

è quindi quello di procedere con una<br />

mentalità “verde”.<br />

Alla ricerca<br />

del prodotto ideale<br />

Rispettare l’ambiente suona senz’altro<br />

invitante, ma come? La prima cosa<br />

da farsi è trovare l’agente di pulizia<br />

che sia il più adatto possibile ai residui<br />

da eliminare e ai substrati da pulire.<br />

Sebbene ciò possa sembrare difficile<br />

da mettere in pratica, si tratta in<br />

realtà di qualcosa di tutto sommato<br />

semplice.<br />

Sul mercato naturalmente esiste<br />

una vasta gamma di produttori di materiali<br />

di pulizia. Alcuni sanno immediatamente<br />

quale prodotto proporre:<br />

ciò avviene in genere quando tali produttori<br />

dispongono di un catalogo di<br />

prodotti ridotto o, addirittura, quando<br />

trattano un solo prodotto; di solito<br />

i prodotti di composizione più vecchia<br />

sembrano essere ideali per qualsiasi<br />

applicazione. Naturalmente è più<br />

facile adattarsi a un prodotto solo, che<br />

Tom Forsythe, vicepresidente di Kyzen<br />

non riuscire a trovare un articolo fra<br />

tanti che si adatti esattamente alle<br />

proprie esigenze. Un ulteriore punto è<br />

che i prodotti a base d’acqua richiedono<br />

una particolare attenzione nei confronti<br />

della concentrazione del materiale<br />

di pulizia, che deve collocarsi entro<br />

un range ottimale, in genere compreso<br />

fra il 10 e il 20% rispetto alla<br />

quantità d’acqua. Ciò è semplice da<br />

ottenere e richiede una dose minima<br />

di attenzione.<br />

Le aziende più importanti a livello<br />

industriale possiedono una vasta<br />

gamma di prodotti da destinare alle<br />

esigenze più varie presentate da centinaia<br />

di prodotti di saldatura venduti<br />

in ogni parte del mondo. Tali aziende<br />

hanno studiato centinaia di materiali<br />

di saldatura diversi, pertanto conoscono<br />

bene quali dei loro prodotti<br />

possano essere più adatti per ottenere<br />

le migliori soluzioni. Naturalmente il<br />

dato più importante in questa analisi<br />

è quale sia in realtà il materiale di saldatura<br />

da pulire e le informazioni relative<br />

al substrati, di modo da condividere<br />

tali informazioni aumentando la<br />

complessiva rapidità del processo.<br />

Validazione mediante test<br />

Come secondo passo viene la validazione<br />

mediante test. Di nuovo è<br />

possibile pensare che sia facile da dire,<br />

ma come si fa quando non si disponga<br />

di un proprio sistema di cleaning<br />

oppure nel caso in cui il sistema a disposizione<br />

non disponga di un tempo<br />

di inattività da condividere con la fase<br />

di test? Esistono anche in questo caso<br />

aziende fornitrici che possono aiutare.<br />

Queste dispongono di laboratori<br />

applicativi in tutto il mondo che possono<br />

fornire tale servizio di test o che<br />

sappiano chi lo possa offrire.<br />

I laboratori presenti in tali aziende<br />

non solo dispongono di tutti i tipi<br />

di macchine di cui si può aver bisogno,<br />

ma quelli più avanzati dispongono<br />

di macchine di verifica che vanno<br />

dai microscopi digitali ad alta potenza<br />

e dalle macchine di test per residui<br />

ionici fino ai dispositivi per la cromatografia<br />

ionica e i FTIR (Fourier<br />

Transform Infrared Spectroscopy),<br />

cioè alle macchine di Spettroscopia<br />

IR in trasformata di Fourier. A questi<br />

si affiancano tutto quegli esperti che<br />

PCB febbraio 2012<br />

63


64 PCB febbraio 2012<br />

Lo staff tecnico sceglie la chimica più efficace per il processo di pulizia<br />

possono seguire le valutazioni e mettere<br />

a disposizione la propria esperienza<br />

tecnico-scientifica.<br />

Ora, è stato dunque valutato ciò di<br />

cui si ha necessità per avviare il processo<br />

di pulizia e quali siano i prodotti<br />

necessari per rimuovere le impurità.<br />

È stata valutata una gamma di materiali<br />

di pulizia (e i relativi fornitori)<br />

che siano adatti alle proprie necessità.<br />

Ora abbiamo a disposizione il materiale<br />

di pulizia o, almeno, un paio fra<br />

i selezionati e conosciamo quali siano<br />

le macchine necessarie per eseguire il<br />

processo: spray, ultrasuoni o spray in<br />

immersione.<br />

Requisiti di processo<br />

Vediamo ora di valutare quali siano<br />

i requisiti di processo: a quanto ammonta<br />

il volume dei substrati che devono<br />

essere valutati? Si tratta di elementi<br />

esotici, parti di alto valore intrinseco<br />

che vengono prodotti in poche<br />

unità o in poche dozzine alla settimana,<br />

oppure si tratta di una produzione<br />

in grandi volumi con migliaia di<br />

pezzi prodotti?<br />

O si tratta invece di un prototipo<br />

e il contratto per una produzione<br />

in volume è ancora di là da venire?<br />

Vediamo questi temi uno per uno<br />

partendo dal minore.<br />

Prototipi<br />

I prototipi, per diversi motivi, sono<br />

i più critici da trattare. <strong>Il</strong> motivo è che<br />

spesso questi sono un target in movimento.<br />

<strong>Il</strong> progetto non è ancora definitivo,<br />

così come i materiali e i componenti<br />

da utilizzare non sono ancora<br />

ben definiti; spesso il cliente finale sta<br />

ancora finalizzando le specifiche e, in<br />

alcuni casi, sono ancora incerti i volumi<br />

che ci si aspetta, sebbene, naturalmente,<br />

questi possano essere ingenti.<br />

La valutazione dei prototipi avviene<br />

di solito facendo riferimento alle<br />

principali aziende fornitrici di materiali<br />

e ai loro laboratori completi dei<br />

migliori strumenti test; questi elementi<br />

rappresentano il migliore aiuto<br />

per chi operi con prototipi. Bisogna<br />

ricordare che queste aziende beneficiano<br />

dell’esperienza di migliaia di loro<br />

clienti; non hanno una conoscenza<br />

assolutamente totale, ma hanno cer-<br />

tamente visto molte cose. Le équipe<br />

di laboratorio possiedono una competenza<br />

tale da poter valutare nel migliore<br />

dei modi nuovi progetti emergenti<br />

in relazione a quanto e a come<br />

questi debbano essere sottoposti a<br />

processo di cleaning. Essi hanno inoltre<br />

la possibilità di testare tali sistemi<br />

usando una varietà di metodi diversi<br />

su tutto lo spettro produttivo, offrendo<br />

tutti i dati necessari nel momento<br />

in cui si renda necessario chiudere<br />

il programma e passare alla produzione.<br />

In questo caso l’elemento chiave è<br />

la comunicazione.<br />

<strong>Il</strong> solo modo in cui questi esperti<br />

possono aiutarci è di condividere con<br />

questi il diritto d’informazione, anche<br />

se si tratta di progetti ancora in corso<br />

di sviluppo. Non bisogna però stupirsi<br />

se accordi di non divulgazione siano<br />

abbastanza comuni durante le valutazioni,<br />

specialmente con progetti relativi<br />

a prototipi.<br />

Produzione in volumi limitati: ovvero,<br />

come farsi aiutare dai fornitori<br />

Mettiamo ora che il progetto abbia<br />

ormai superato la fase prototipale<br />

e che sia pronto ad andare in produzione.<br />

Mettiamo anche che si tratti di<br />

un progetto speciale, con alti margini,<br />

caratterizzato da volumi modesti, con<br />

poche dozzine di assemblati al giorno.<br />

In questo caso dovremmo considerare<br />

un complesso di sistemi di pulizia<br />

per lotti. Esistono diversi motivi<br />

per fare questa scelta: i sistemi per lotti<br />

più comunemente usati oggi sono<br />

i sistemi di pulizia ad armadio simili<br />

alle lavastoviglie. Questi sistemi hanno<br />

dimostrato per molti anni di essere<br />

una scelta giusta con centinaia, se non<br />

migliaia di dispositivi utilizzati in tutto<br />

il mondo da un grandissimo numero<br />

di utilizzatori.<br />

I fornitori più importanti sono facili<br />

da selezionare. Questi sono presenti<br />

infatti sul mercato da molti anni<br />

e possiedono una forte reputazione


<strong>Il</strong> tuo sistema di cleaning sta<br />

prendendo la strada sbagliata?<br />

Lascia che<br />

ti indichi la giusta direzione<br />

Kyzen è specializzata in prodotti chimici di<br />

precisione per l’elettronica, per il packaging<br />

avanzato, per le fi niture metalliche e per<br />

le applicazioni aerospaziali. L’esperienza<br />

della nostra azienda e il supporto rivolto<br />

alla clientela garantiscono soluzioni di<br />

processo integrato di cleaning capaci di<br />

risolvere qualsiasi problema di pulizia. Noi<br />

vi offriamo un prodotto di prova assolutamente affi dabile che vi<br />

permetterà di verifi care la qualità dei risultati raggiungibili con<br />

i prodotti Kyzen. Chiamaci oggi per valutare personalmente i<br />

processi di cleaning che Kyzen offre ai propri clienti.


66 PCB febbraio 2012<br />

per quello che riguarda servizio e<br />

qualità dei prodotti. Non c’è da stupirsi,<br />

dunque, che queste aziende siano<br />

proprio quelle che adottano i sistemi<br />

più all’avanguardia e aumentano<br />

costantemente i loro articoli presenti<br />

in catalogo, il tutto a beneficio<br />

di chi ne abbia bisogno. La nostra<br />

è un’industria globale e i fornitori<br />

più importanti possono essere trovati<br />

in ogni parte del mondo; è possibile<br />

dunque trovarli pronti, disponibili<br />

e capaci di dimostrare le potenzialità<br />

dei loro sistemi.<br />

Essi sono inoltre estremamente<br />

competenti per quello che riguarda<br />

praticamente tutti i materiali<br />

di pulizia disponibili sul mercato.<br />

Nel corso di questa valutazione i produttori<br />

di macchine realizzeranno il<br />

migliore sistema di cleaning possibile<br />

avvalendosi dell’esperienza e dei dati<br />

trasmessi al laboratorio di applicazione<br />

dei materiali. La chiave di questo<br />

processo è quella di valutare il lavaggio<br />

adeguato, così come i tempi di risciacquo<br />

e di asciugatura per riuscire a<br />

raggiungere quanto stabilito. In un sistema<br />

per lotti ognuno di questi passi<br />

può essere ottimizzato individualmente<br />

per raggiungere il processo più ottimizzato<br />

nel complesso globale del processo<br />

di pulizia. <strong>Il</strong> lavoro di ottimizzazione<br />

compiuto direttamente permetterà<br />

di ridurre tempo e costi rispetto a<br />

quanto eseguito direttamente in linea<br />

durante il processo di produzione. Ci si<br />

ricordi sempre che un’accurata pianificazione<br />

mette al riparo da una inevitabile<br />

scarsità di performance.<br />

Quando si programmano tali valutazioni<br />

con i costruttori di macchine,<br />

si cerchi naturalmente di tenere informati<br />

e coinvolgere direttamente i fornitori<br />

di materiali di consumo. Tuitto<br />

ciò permette di approfittare della ricchiezza<br />

d’informazioni che sia i fornitori<br />

di macchine sia quelli di materiali<br />

di consumo possono offrire nel loro<br />

complesso.<br />

Prodotti di fascia alta e alti volumi<br />

Ora osserviamo invece la situazione<br />

quando ci si trovi a dover sottoporre<br />

a cleaning un prodotto di fascia alta<br />

e in grandi volumi. In questo caso sarà<br />

preferibile optare per un sistema di<br />

pulizia continuo in linea.<br />

La differenza chiave tra un sistema<br />

per lotti e uno in linea è che i tempi<br />

di lavaggio, risciacquo e asciugatura<br />

di quest’ultimo si basano sulle dimensioni<br />

della macchina di pulizia e sulla<br />

velocità del nastro convogliatore fra le<br />

varie macchine della linea stessa.<br />

Di solito è presente un unico nastro<br />

trasportatore per l’intero sistema,<br />

in modo che basta variare la velocità<br />

per regolare il giusto lavaggio, il corretto<br />

risciacquo e l’ottimale tempo di<br />

asciugatura.<br />

Di nuovo, i fornitori ufficiali operanti<br />

in questo segmento di mercato<br />

possiedono anni di esperienza sulle<br />

spalle. Loro stessi avranno la possibilità<br />

di adeguarsi al lavoro eseguito<br />

presso il laboratorio materiali di<br />

modo da progettare il migliore processo<br />

adeguato alle proprie necessità.<br />

Spesso nella progettazione di una<br />

macchina per la pulizia parte proprio<br />

dalla velocità del nastro convogliatore.<br />

Questo calcolo di produttività è abbastanza<br />

facile da ottenere; la sfida si<br />

presenta quando il lavoro deve essere<br />

eseguito in velocità. In particolare,<br />

ciò significa progettare le dimensioni<br />

della sezione di lavaggio in modo tale<br />

da far sì che il tempo di pulizia sia abbastanza<br />

lungo da consentire un adeguato<br />

processo di lavaggio ai substrati<br />

coinvolti.<br />

Le dimensioni della sezione di lavaggio<br />

non fanno parte del processo<br />

finalizzato al risparmio economico<br />

pensato quando si tratta di dover<br />

acquistare un sistema di lavaggio.<br />

Questi sistemi sono abbastanza robusti<br />

e consentono moltissimi anni di<br />

costante utilizzo prima di dover essere<br />

sostituiti. Non sapremo mai quali po-<br />

trebbero essere i progetti che ci aspettano<br />

un domani, così come le potenzialità<br />

che in tale processo ci verranno<br />

richieste.<br />

Una volta ancora: l’importante lavoro<br />

di ottimizzazione del processo<br />

richiede che si tenga conto dei substrati<br />

e del tempo che a questi deve<br />

essere destinato. Entrambi questi elementi<br />

non possono essere dissociati.<br />

Un ultimo dettaglio da tenere in<br />

considerazione è quello che riguarda i<br />

sistemi in linea: questi tendono a essere<br />

destinati ad alti volumi e caratterizzati<br />

da un’operatività continua. Ho<br />

ricordato precedentemente quanto sia<br />

importante considerare la concentrazione<br />

di questi componenti di pulizia<br />

a base d’acqua nel sistema. Nei sistemi<br />

in linea questo problema è più dinamico<br />

e richiede una maggiore attenzione<br />

all’area interessata. Sono disponibili<br />

sistemi di monitoraggio automatizzati,<br />

alcuni dei quali operativi da anni<br />

e che lavorano in modo impeccabile,<br />

altri che invece sono stati implementati<br />

meno di frequente. Caveat emptor!<br />

(che l’acquirente stia in guardia).<br />

La buona notizia è che esistono migliaia<br />

di aziende in giro per il mondo<br />

che eseguono quotidianamente<br />

tali operazioni e con risultati di tutto<br />

rilievo. <strong>Il</strong> lavaggio aiuta i produttori<br />

nella competizione per avere successo<br />

in quel business ad alta affidabilità<br />

che spesso si presenta con i maggiori<br />

margini. Come tutti i nuovi processi<br />

una pianificazione preliminare e<br />

una successiva, accurata fase di esecuzione<br />

rappresentano le vere chiavi<br />

del successo. “Misura tre volte e taglia<br />

una volta sola” è un detto antico ancora<br />

sempre valido, che continuerà a<br />

rappresentare una lezione importante<br />

oggi anche per un settore così spesso<br />

disatteso qual è quello del cleaning in<br />

ambito elettronico.<br />

Kyzen<br />

www.kyzen.com


<strong>Il</strong> premio<br />

all’innovazione<br />

COMPONENTI PASSIVI<br />

CONNETTORI & ELETTROMECCANICI<br />

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SISTEMI EMBEDDED<br />

SOC & LOGICHE PROGRAMMABILI<br />

SOFTWARE E TOOL<br />

STRUMENTI T&M<br />

VISUALIZZAZIONE<br />

Dopo il successo riscontrato dalle precedenti edizioni, ritorna<br />

anche quest’anno Innovation Award, il premio<br />

organizzato da Selezione di Elettronica per premiare<br />

i prodotti elettronici più innovativi.<br />

<strong>Il</strong> premio, che ha come obiettivo quello di sottolineare i<br />

risultati raggiunti dalle aziende nei vari segmenti dell’elettronica<br />

e della microelettronica, verrà assegnato a quei<br />

prodotti (componenti, sistemi, strumenti e software) che<br />

abbiano dimostrato spiccate caratteristiche innovative in<br />

termini di applicazioni, architetture, prestazioni ed economicità,<br />

sulla base delle indicazioni raccolte presso gli<br />

utilizzatori in Italia.<br />

I prodotti selezionati dalla redazione parteciperanno a<br />

una competizione telematica che consentirà agli utenti<br />

del sito www.elettronicanews.it e a tutti i visitatori<br />

della rete interessati, di assegnare le proprie preferenze.<br />

Una giuria formata da giornalisti, tecnici, professori ed<br />

esperti del settore, sceglierà i dodici prodotti vincitori selezionando<br />

tra questi il Best Innovation Award 2012.<br />

I vincitori saranno proclamati in occasione dell’Innovation<br />

Award Gala.<br />

[ www.innovationaward.elettronicanews.it ]


68 PCB febbraio 2012<br />

▶ PRODUZIONE – VERSATILITÀ E BASSI COSTI PER ARMADI DEUMIDIFICATORI<br />

La deumidificazione<br />

nel processo produttivo<br />

La conservazione all’interno di armadi deumidificatori rappresenta un<br />

valido aiuto per far fronte al problema della continua integrazione di<br />

componenti e dell’aumento delle temperature di processo che il passaggio<br />

obbligato al lead-free ha comportato<br />

di Serena Bassi, Prodelec<br />

del montaggio<br />

superficiale nel settore<br />

L’introduzione<br />

elettronico ha contribuito<br />

in maniera significativa al progresso<br />

tecnologico, ma purtroppo i componenti<br />

SMD, in particolare quelli<br />

plastici, benché versatili e a basso<br />

costo, hanno lo svantaggio di essere<br />

sensibili all’umidità presente nell’aria.<br />

Quest’ultima si accumula all’interno<br />

del corpo del componente e fuoriesce<br />

in pressione quando il componente<br />

viene sottoposto ad un brusco aumento<br />

di temperatura, principalmente<br />

durante la fase di saldatura.<br />

I danni più tipici che possono verificarsi<br />

sono fenomeni di cracking, di<br />

corrosione interna, di danneggiamento<br />

dei bond, e nel peggiore dei casi,<br />

di crepe sulla superficie esterna, altri-<br />

Interno di un armadio del marchio EMT serie XT per lo stoccaggio dei feeder<br />

menti definite come “popcorning”. <strong>Il</strong><br />

tasso di diffusione dell’umidità all’interno<br />

del corpo del componente dipende<br />

dai polimeri che lo compongono,<br />

dal suo spessore e dal periodo di<br />

esposizione, ed di solito inversamente<br />

proporzionale al quadrato dello spessore<br />

del materiale.<br />

Com’è ovvio, più sottile è il rivestimento<br />

del componente, più sarà facile<br />

che assorba l’umidità; i nuovi componenti<br />

esotici quali TSOP, PBGA e<br />

PQFP sono circa 20 volte più sensibili<br />

se rapportati ai QFP, PLCC o<br />

ai DIP.<br />

Nonostante attualmente si stiano<br />

facendo molti sforzi per prevenire<br />

le condizioni di deterioramento dei<br />

componenti, la continua riduzione<br />

delle dimensioni, l’alta densità dei pin<br />

e le elevate temperature che richiede il<br />

processo lead-free stanno riportando<br />

il problema all’ordine del giorno.<br />

Da diversi studi è emerso che in genere<br />

un assorbimento di umidità fino<br />

allo 0,1% non causa danneggiamento<br />

dei componenti, ma se questa percentuale<br />

supera lo 0,2% allora il rischio<br />

diventa maggiore. In caso di saldatura<br />

lead-free questi valori devono essere<br />

riconsiderati.


I difetti causati dalla presenza di<br />

umidità nei componenti impattano<br />

notevolmente sull’affi dabilità della<br />

saldatura e sono diffi cili da individuare.<br />

Per evitare che questo avvenga,<br />

i produttori di pcb solitamente effettuano<br />

il baking ad alta temperatura<br />

dei componenti che sono stati esposti<br />

all’aria oltre i limiti di specifi ca (livello<br />

IPC/JEDEC J-STD-033B.1).<br />

In via precauzionale, infatti, una volta<br />

superati questi limiti di tempo, le<br />

specifi che stesse consigliano di eff ettuare<br />

il baking dei componenti al fi -<br />

ne di rimuovere l’umidità accumulata.<br />

Questo processo è di norma eff ettuato<br />

a temperature elevate per un periodo<br />

che varia dalle <strong>24</strong> ore (temperatura<br />

di circa 125 °C) fi no ad un massimo di<br />

8 giorni (temperatura di circa 40 °C).<br />

Questo sistema però aggiunge tempo<br />

e costi al processo produttivo e può<br />

alterare la saldabilità dei componenti,<br />

far aumentare lo strato intermetallico,<br />

può creare colli di bottiglia e problemi<br />

logistici.<br />

In genere questo discorso non si<br />

applica ai componenti PTH (Pin<br />

Th rough Hole), perché durante la saldatura<br />

ad onda essi non raggiungono<br />

temperature abbastanza elevate da<br />

rendere critico il processo.<br />

<strong>Il</strong> vantaggio della saldatura ad onda<br />

è che i componenti sul lato top<br />

della scheda non entrano in contatto<br />

con l’onda più alta. I componenti<br />

PTH sono pertanto esenti da difetti<br />

di questo tipo ad eccezione di quelli<br />

che vengono saldati mediante un processo<br />

di rifusione pin-in-paste, perché<br />

la convezione del processo di riscaldo<br />

fa raggiungere ai componenti la più<br />

alta temperature del profi lo.<br />

La tracciatura della fl oor-life dei<br />

componenti è spesso impraticabile,<br />

pertanto ai produttori di pcb si<br />

pongono due soluzioni: o azzardare<br />

un processo di rifusione “a rischio<br />

umidità” oppure eff ettuare un baking<br />

per tutti i componenti di alto livello.<br />

La serie XS Dry cabinet da 300 litri<br />

di capacità<br />

Inoltre i componenti che richiedono<br />

un secondo processo di rifusione,<br />

o sono in attesa di un rework, possono<br />

accumulare nuovamente umidità.<br />

Dopo il processo di baking, spesso i<br />

componenti vengono sigillati in buste<br />

sottovuoto chiamate “dry packing”,<br />

composte da un contenitore a prova di<br />

umidità, bustine essiccanti e una cartina<br />

indicatrice di umidità, suffi cienti<br />

a mantenere il livello di umidità sotto<br />

la soglia dello 0,1%.<br />

<strong>Il</strong> baking, come anche il rework, è<br />

un processo necessario a correggere<br />

un problema, ma l’obiettivo deve essere<br />

la prevenzione del problema stesso.<br />

Un’alternativa al baking è quella di<br />

adottare misure di prevenzione che limitino<br />

l’esposizione dei componenti<br />

all’aria e all’umidità in essa contenuta.<br />

Sono stati eff ettuati diversi esperimenti<br />

nel corso degli anni per valutare<br />

l’utilità di gas secchi a temperatura<br />

ambiente, quali ad esempio l’azoto,<br />

per la conservazione dei componenti<br />

e per la loro essiccazione come soluzione<br />

all’eccessiva esposizione all’aria.<br />

L’azoto è ormai un gas comunemente<br />

usato nella produzione elettronica,<br />

perché preserva la saldabilità<br />

dei componenti e la loro integrità nel<br />

tempo. Negli ultimi anni si sta diff ondendo<br />

il suo impiego nello stoccaggio<br />

a lungo termine di componenti strategici<br />

ad uso militare o per l’industria<br />

automotive, in particolare per la conservazione<br />

delle parti di ricambio.<br />

Alcuni esperimenti hanno dimostrato<br />

che in caso di utilizzo di azoto<br />

con un livello di umidità pari al 5%<br />

RH, la percentuale di assorbimento di<br />

umidità resta inferiore allo 0,1%.<br />

Lo standard IPC/JEDEC stabilisce<br />

che un componente può considerarsi<br />

“dry”, ovvero privo di umidità,<br />

quando non rilascia più acqua se portato<br />

ad una temperatura stabilita pari<br />

a 125 °C (a temperature maggiori il<br />

componente potrebbe danneggiarsi).<br />

Gli esperimenti che sono stati effettuati<br />

avevano lo scopo di valutare il<br />

potere essiccante dell’azoto a temperature<br />

(ambiente o leggermente superiori)<br />

compatibili con gli armadi deumidifi<br />

catori presenti sul mercato.<br />

In un’ottica di applicazione pratica,<br />

l’obiettivo è di utilizzare gli stessi sistemi<br />

di stoccaggio componenti con<br />

atmosfera in azoto a temperatura ambiente<br />

sia per prevenire l’assorbimento<br />

di umidità che per l’essiccazione<br />

dei componenti che sono già entrati a<br />

contatto per tempi prolungati.<br />

Un processo di baking a 125 °C per<br />

una durata di <strong>24</strong> ore è più effi cace di<br />

un processo di essiccazione in azoto<br />

a temperatura ambiente o leggermente<br />

superiore, ma quest’ultimo ha l’indubbio<br />

vantaggio di non alterare la<br />

saldabilità né il carrier IC.<br />

La formula “soft” di asciugatura<br />

mediante azoto elimina quasi ogni<br />

traccia di umidità nel componente,<br />

anche se è suffi ciente rimanere sotto il<br />

limite di assorbimento dello 0,1 % per<br />

evitare fenomeni di popcorning.<br />

Lo stoccaggio all’interno di armadi<br />

deumidifi catori rappresenta un valido<br />

aiuto per far fronte al problema della<br />

continua integrazione di componenti<br />

e dell’aumento delle temperature di<br />

processo che il passaggio obbligato al<br />

lead-free ha comportato, e che causa<br />

un aumento del rischio di difetti nella<br />

fase di saldatura.<br />

PCB febbraio 2012<br />

69


70 PCB febbraio 2012<br />

Componente Melf con fenomeni di crack dovuto al surriscaldamento<br />

La gamma X-Treme<br />

per la deumidifi cazione<br />

EMT Electronics si occupa di progettazione<br />

e ingegnerizzazione dal<br />

1987, in particolare nel campo dell’essiccazione,<br />

del baking e dello stoccaggio<br />

di dispositivi MDS (Moisture<br />

Sensitive Devices).<br />

L’obiettivo di EMT è permettere<br />

ai propri clienti di aff rontare le sfi de<br />

della tecnologia in un ambiente produttivo<br />

in costante mutamento, fornendo<br />

soluzioni di ultima generazione<br />

per la prevenzione dei difetti causati<br />

dall’umidità all’interno dei dispositivi<br />

elettronici. <strong>Il</strong> servizio off erto<br />

ai clienti va dalla progettazione di<br />

sistemi specifi ci per ogni esigenza attraverso<br />

tutte le diverse fasi di fornitura.<br />

Tutta la gamma X-Treme di armadi<br />

deumidifi catori è dotata di una tecnologia<br />

di essiccazione brevettata e<br />

di ultima generazione, che consente<br />

di ridurre fi no all’1 % RH il livello<br />

di umidità in meno di 10 minuti<br />

grazie ai doppi essiccatori. Questo è<br />

possibile mantenendo un basso consumo<br />

energetico, anche per il modello<br />

dotato di funzione di riscaldo, grazie<br />

all’ottimo sistema di isolamento e al<br />

sistema automatico di illuminazione.<br />

Tutti gli armadi X-Treme sono in<br />

acciaio inossidabile e quindi robusti e<br />

affi dabili nel tempo.<br />

Le doppie porte termiche a vetri<br />

di 22 mm di spessore consentono<br />

una visione ampia di quanto stoccato<br />

all’interno e minimizzano la dispersione<br />

di calore.<br />

<strong>Il</strong> secondo essiccatore opzionale<br />

permette la suddivisione del lavoro tra<br />

le due unità di essiccazione, che operano<br />

in contemporanea quando l’armadio<br />

richiede una deumidifi cazio-<br />

Modello EMT XS da 600 litri<br />

di capacità<br />

ne rapida a seguito dell’apertura delle<br />

porte, oppure un’unità può lavorare<br />

mente l’altra si rigenera.<br />

La possibilità di programmare i<br />

tempi di rigenerazione con avvio automatico<br />

evita il rischio di esporre<br />

all’umidità i materiali stoccati in caso<br />

di frequente apertura delle porte in<br />

fase di rigenerazione.<br />

È possibile aggiungere un sistema<br />

di iniezione di azoto e un sistema di<br />

ricircolo che consente sequenze automatiche<br />

di scarico per mantenere i livelli<br />

di sicurezza.<br />

Tutti gli armadi X-Treme sono dotati<br />

di un software microcontroller<br />

con menu sul pannello di controllo,<br />

e tutti i parametri sono visibili tramite<br />

display LCD touch screen da<br />

128x<strong>24</strong>0 pixel.<br />

Le periferiche possono essere aggiunte<br />

o rimosse durante il setup,<br />

possono essere sia indipendenti<br />

che in comunicazione con il master<br />

controller, e i loro parametri sono riconfi<br />

gurabili per diverse applicazioni.<br />

Le specifi che operazionali di essiccatori,<br />

sistema di riscaldo integrato e<br />

sensori di umidità, sono modifi cabili<br />

a seconda delle necessità. Fino a 3 cicli<br />

di baking a bassa temperatura possono<br />

essere programmati con durate e<br />

temperature indipendenti.<br />

Un sistema di accesso multilivello<br />

hardware e software, mediante<br />

l’uso di codici, garantisce la protezione<br />

del sistema di riscaldamento<br />

per evitare un eccessivo innalzamento<br />

del calore.<br />

I codici di accesso proteggono la<br />

chiusura automatica delle porte per<br />

evitare l’apertura non autorizzata,<br />

senza necessità di serrature meccaniche.<br />

<strong>Il</strong> datalogger interno consente di<br />

mostrare tutti i dati registrati sequenzialmente<br />

in una curva.<br />

L’utente può seguire facilmente<br />

quanto accaduto nel passato (60 min<br />

standard, oppure molto di più con la<br />

datalogger card).


Livelli di umidità compresi tra 1 - 50 % RH e di temperatura<br />

tra i 40 °C e i 60 °C consentono un’ampia versatilità<br />

per le più diverse applicazioni.<br />

Sensori di temperatura ed umidità assicurano misurazioni<br />

accurate, con precisione di 0.01 % RH (0,1 su 10 %<br />

RH) e 0,1 °C per umidità e temperatura, grazie ai sensori<br />

interni ed esterni ben protetti dal rischio di shock meccanico,<br />

che dispongono di un sistema di compensazione della<br />

temperatura che si attiva in caso di cambiamento delle<br />

condizioni interne.<br />

Una luce all’interno dell’armadio consente una facile visione<br />

del materiale stoccato anche quando l’armadio è pieno,<br />

e si attiva per mezzo di un sensore di movimento, tramite<br />

il tocco del display o tramite l’apertura delle porte con<br />

tempistiche impostate dall’utente. È anche disponibile un<br />

sistema automatico di controllo per il risparmio energetico.<br />

Lo schermo LCD retroilluminato si attiva allo stesso<br />

modo.<br />

Gli scaffali intercambiabili in acciaio inossidabile di diverse<br />

dimensioni consentono un semplice posizionamento<br />

del materiale da stoccare. Su richiesta è possibile aggiungere<br />

divisori e contenitori di rolle SMD.<br />

Lo stoccaggio di feeder di dimensioni standard e di lunghezza<br />

maggiore è possibile grazie ad un sistema con guide<br />

a scorrimento. È possibile richiedere armadi di dimensioni<br />

extra large con profondità di 1000 mm.<br />

Scaffali e corpo dell’armadio a livelli ribassati evitano<br />

l’esposizione dei materiali più sensibili alle scariche elettrostatiche.<br />

I bracciali antistatici sui pannelli frontali e posteriori<br />

assicurano una compatibilità ESD.<br />

Le nuove XS Line Cabinets<br />

EMT ha ampliato la propria gamma di armadi deumidificatori<br />

con l’introduzione della nuova serie XS.<br />

La serie XS rappresenta la versione più compatta della<br />

serie XT, e i quattro modelli che la compongono vanno da<br />

300 litri di capacità a 925 litri.<br />

In questo modo EMT è in grado di rispondere a qualsiasi<br />

esigenza di deumidificazione con sistemi dall’innovativa<br />

tecnologia. La serie XS ha gli stessi principi operativi<br />

delle serie XT e XL ma, grazie all’ingombro più ridotto,<br />

il tasso di deumidificazione aumenta in modo consistente.<br />

Con la nuova serie XS, EMT è in grado di ridurre<br />

il tempo necessario alla deumidificazione al di sotto<br />

dell’1 % RH se comparata con la serie XT, la più<br />

veloce sul mercato.<br />

Prodelec<br />

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72 PCB febbraio 2012<br />

▶ AZIENDE E PRODOTTI - QUATTRO CHIACCHERE CON…<br />

Prospettive integrate<br />

di collaudo<br />

Una strategia di test che si avvale di numerose<br />

tecnologie, integrate quanto più possibile<br />

per ottenere il massimo dei risparmi in termini<br />

di tempo e costi; il tutto per aumentare la qualità<br />

delle rese produttive. Due parole con chi,<br />

da anni, sulla scena del mondo del test,<br />

un mondo sempre più integrato e complesso<br />

di Riccardo Busetto<br />

Nel mondo del test le nuove<br />

opportunità tecnologiche sono<br />

acquisite e sviluppate in<br />

tempi relativamente rapidi. Questo<br />

è il motivo per cui, entrando in una<br />

fiera del settore, la sensazione è quella<br />

di perdersi fra tecnologie diverse, soluzioni<br />

differenti e approcci molte volte<br />

lontani fra loro per metodologie e tecniche<br />

utilizzate. È successo più volte<br />

Premiazione di i-tronik, da parte di TRI, quale miglior distributore europeo. Da<br />

sinistra: Stefano Germani (i-tronik), Jonathan Lin (TRI) e Michele Mattei (i-tronik)<br />

ed è successo anche in occasione della<br />

recente edizione di Productronica.<br />

Proprio in quell’occasione abbiamo<br />

deciso di scambiare due chiacchiere<br />

con Jonathan Lin, marketing manager<br />

della taiwanese TRI, azienda di test distribuita<br />

in Italia da i-tronik, la persona<br />

ideale per capire come si muove il mercato<br />

del settore. Jonathan Lin, che sarà<br />

presto in Italia in occasione del prossimo<br />

workshop di i-tronik il 21 e 22<br />

marzo, possiede una visione assolutamente<br />

globale del mondo del test, di<br />

un mondo in costante evoluzione, che<br />

conosce da tempo una forte e mirata<br />

integrazione dei sistemi.<br />

Qual è il vero cambiamento che si<br />

avverte oggi nel mondo del test?<br />

<strong>Il</strong> passato era caratterizzato da una<br />

scelta di soluzioni uniche per quello<br />

che riguardava il test, nel senso che gli<br />

utenti finali propendevano per sistema<br />

o per un altro a seconda delle convinzioni<br />

personali o per motivazioni<br />

legate al prezzo. La scelta era dunque<br />

il più spesso univoca. Oggi, invece, sono<br />

le soluzioni multiple ad essere le<br />

più richieste. Certo, si tratta sempre di<br />

spese considerevoli, ma con gli strumenti<br />

integrati al momento disponibili,<br />

l’utente finale non ha più bisogno<br />

di andare incontro a spese ragguardevoli<br />

per dotarsi di macchine diverse<br />

l’una dall’altra. Al di là di tutto, vale<br />

sempre la considerazione che ormai<br />

il pubblico degli utilizzatori ha capito<br />

da tempo che i risultati e i risparmi<br />

che si possono ottenere con l’acquisto<br />

di una macchina da test integrata sono<br />

indubbiamente interessanti.


Convenienza economica d’investimento,<br />

unitamente a un’oculata attenzione<br />

ai costi, quindi...<br />

Direi di sì. L’evoluzione a cui abbiamo<br />

assistito negli ultimi anni<br />

dimostra che l’idea predominante<br />

è stata proprio quella di aumentare<br />

l’efficienza delle linee di produzione,<br />

ridurre i costi e gli sprechi produttivi,<br />

evitando quanto più possibile<br />

le onerose spese di rework. Ora l’idea<br />

è quella di raggiungere una sempre<br />

migliore qualità di prodotti e, quello<br />

che c’è da notare, è che a questo<br />

trend non ha contribuito un oscuro<br />

andamento del mercato, ma è stato<br />

imposto proprio dai più grandi player<br />

del settore dell’elettronica: Bosch,<br />

IBM, Cisco, ecc.<br />

Perché secondo lei?<br />

Perché tali aziende osservano con<br />

attenzione i tabulati di spesa economica<br />

e notano che investire in sistemi<br />

integrati di test consente di andare<br />

incontro a importanti risparmi in termini<br />

economici, visti soprattutto gli<br />

enormi volumi su cui queste aziende<br />

sono abituate a operare.<br />

La tendenza verso l’integrazione<br />

è dunque una costante. Guardi solo<br />

alle evoluzioni delle strutture aziendali:<br />

nel passato, nelle grandi aziende<br />

del mercato SMT era possibile trovare<br />

reparti delegati al processo, al<br />

test, ecc.; ora tutti i processi tendono<br />

a essere combinati, centralizzati,<br />

compresi quelli di test. Integrare<br />

significa dunque in primo luogo risparmiare.<br />

E questo ricade anche su chi fornisce<br />

sistemi<br />

Naturalmente. <strong>Il</strong> risultato è che<br />

tutti noi nel settore del test cerchiamo<br />

raggruppare differenti tecnologie<br />

in sistemi fortemente integrati.<br />

Un esempio è quello dell’integrazione<br />

dei sistemi d’ispezione direttamente<br />

all’interno delle serigrafiche.<br />

Lo staff di TRI a Productronica 2011<br />

Così come per le Pick & Place, che<br />

integrano sempre più spesso nell’unità<br />

delle telecamere per una visualizzazione<br />

di possibili errori, anche le macchine<br />

di SPI possono integrare sistemi<br />

AOI o addirittura sistemi di rilevamento<br />

a raggi X.<br />

Le diverse tecnologie saranno,<br />

nel futuro, sempre più unite fra loro.<br />

Saranno dotate naturalmente di complessità<br />

maggiore, ma saranno senz’altro<br />

meno onerose rispetto a una serie<br />

di unità basate specificamente su ogni<br />

tecnologia.<br />

L’azienda che vincerà nel futuro sarà<br />

dunque quella che riuscirà a osservare<br />

i potenziali errori da diversi punti<br />

di vista e da diverse prospettive di test.<br />

La convergenza aiuterà l’utilizzatore<br />

a migliorare i propri risultati, i propri<br />

costi, la propria efficienza. Prima<br />

osservavamo la scheda in una sola direzione;<br />

ora chiunque può osservarla<br />

da qualsiasi direzione e in qualsiasi<br />

dimensione.<br />

Siamo in un momento difficile per<br />

l’economia mondiale. Tutto non può che<br />

riflettersi sul mercato del test. Come<br />

vede il futuro dal suo punto di osservazione?<br />

Difficile a dirsi. Per capire il futuro<br />

è opportuno osservare il passato. Dal<br />

1990 al 2000 il mercato del test elettrico<br />

è passato da 700 M$ a 400 M$,<br />

l’AOI è invece cresciuto, andando dai<br />

100 ai 257 M$ in quel decennio.<br />

Nel decennio successivo, dal 2001<br />

al 2010, il mercato del test elettrico si<br />

è ulteriormente contratto, passando<br />

da 400 a 220 M$, risalendo vertiginosamente<br />

solo nel 2010, con un picco<br />

a 550 M$. Una situazione di difficile<br />

previsione.<br />

Guardiamo al futuro: l’AOI ormai<br />

ce l’hanno praticamente tutti; l’SPI<br />

vede coinvolti non più di 2-3 grandi<br />

concorrenti con un mercato che, nel<br />

suo insieme, si aggira oggi intorno ai<br />

120 M$.<br />

Considerando tutto mi sentirei di<br />

dire che assisteremo comunque a un<br />

biennio di crescita che, forse, raggiungerà<br />

i 570-600 M$. Si tratta di una stima<br />

personale e non certo sicura, visto<br />

che - per come vanno le cose in questo<br />

PCB febbraio 2012<br />

73


74 PCB febbraio 2012<br />

momento - è azzardato, ancorché impossibile<br />

fare delle previsioni precise.<br />

Speriamo di azzeccare, in ogni caso.<br />

Non abbiamo citato il mercato<br />

dell’X-Ray<br />

L’X-Ray diventerà senz’altro<br />

una tecnologia di riferimento, alla<br />

stessa stregua dell’AOI e dell’SPI.<br />

Guardando al passato dobbiamo considerare<br />

che fino al 2008 il leader assoluto<br />

dei sistemi a raggi X era Agilent,<br />

con 850 macchine vendute in tutto il<br />

mondo. In questo momento sono altri<br />

marchi a dettare legge sul mercato<br />

dell’X-Ray 2D, in ogni caso sono molte<br />

le aziende che operano nel settore.<br />

Per quello che riguarda l’X-Ray 3D,<br />

nel biennio 2009-2010, è stata certamente<br />

TRI Innovation l’azienda più<br />

importante e contiamo di mantenere<br />

il primato anche nel biennio in corso.<br />

Tradotto in termini di fatturato?<br />

In termini di fatturato siamo<br />

sull’ordine dei 147 M$ all’anno, cifra<br />

che nel corso del prossimo biennio<br />

non solo cercheremo di mantenere,<br />

ma proveremo a far incrementare<br />

fino a 178-180 M$.<br />

Stand presso la fiera di Monaco, Productronica 2011<br />

Geograficamente parlando, quali sono<br />

i mercati più interessanti per TRI?<br />

La Cina naturalmente è ancora il<br />

mercato più allettante. I sistemi di test<br />

approntati in Cina per conto di Apple<br />

rappresentano una grande percentuale<br />

delle nostre entrate. Come abbiamo<br />

già detto più volte, praticamente<br />

tutti gli iPhone e gli iPad attualmente<br />

in commercio sono testati con macchine<br />

TRI.<br />

E passando ai mercati occidentali?<br />

Europa e Italia intendo dire?<br />

L’Europa e l’Italia sono mercati<br />

relativamente importanti per TRI.<br />

Diciamo che si tratta in ogni caso<br />

dei mercati con la crescita maggiore.<br />

Tanto per fare un esempio, il fatturato<br />

proveniente dal suo Paese negli ultimi<br />

due anni è praticamente raddoppiato<br />

e sono sicuro che il trend rimarrà<br />

tale anche per il prossimo biennio.<br />

...anche considerando la difficile situazione<br />

in cui versano i mercati in<br />

questo momento?<br />

Direi di sì, anche se il problema<br />

della contrazione economica esiste.<br />

Anche se la globalizzazione ha pialla-<br />

to le consuetudini, ogni paese è di per<br />

sé diverso dall’altro. L’Italia in particolare<br />

ha una situazione differente da<br />

quella che, ad esempio, è possibile trovare<br />

in Germania. <strong>Il</strong> vostro è un mercato<br />

“familiare”, di piccola e media<br />

grandezza, in cui non esistono aziende<br />

che siano annoverate fra i primi 50<br />

EMS a livello mondiale. Ciò determina<br />

una situazione paradossale: viste<br />

le dimensioni del mercato, la stessa<br />

mentalità delle aziende coinvolte non<br />

riesce a superare quel livello che potremmo<br />

definire di “nicchia”. Molte<br />

aziende non accettano di avvalersi<br />

del nostro supporto perché si sentono<br />

in un certo senso intimorite dalla<br />

nostre dimensioni. Nella realtà tutte<br />

le aziende sono per noi importanti,<br />

di qualsiasi dimensioni esse siano,<br />

e a tutte tramite i nostri partner forniamo<br />

lo stesso supporto professionale<br />

e tecnico. Anche se si tratta poi di<br />

aziende che dispongono di 30-40 linee<br />

produttive, uno standard che li affianca<br />

alle multinazionali dell’elettronica<br />

più grandi e più blasonate.<br />

E come intendete ovviare a questo<br />

problema, che - se capisco bene - è un<br />

problema principalmente di mentalità,<br />

più che di disponibilità economiche?<br />

Sostanzialmente, come accennato<br />

prima, avvalendoci di partner che ci<br />

garantiscono una certa sicurezza, che<br />

operano sul territorio, che conoscono<br />

l’ambiente italiano e che sanno come<br />

muoversi anche nei momenti più difficili.<br />

Per il resto bastano i risultati che<br />

in questo momento abbiamo raggiunto<br />

a livello globale per garantire a noi<br />

o a chi distribuisce i nostri prodotti la<br />

migliore leva commerciale per ottenere<br />

dei risultati di rilievo.<br />

TRI<br />

www.tri.com.tw<br />

i-tronik<br />

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76 PCB febbraio 2012<br />

▶ AZIENDA INFORMA - SUCCESSI DI VENDITA<br />

<strong>Il</strong> board tester SPEA 3030<br />

supera quota 500<br />

Abbattimento del costo del test e del tempo<br />

di programmazione. Configurabilità scalabile,<br />

piena compatibilità con le vecchie fixture<br />

e facilità d’uso. Le ragioni del successo<br />

della serie SPEA 3030<br />

di Umberto Zola, SPEA<br />

I<br />

produttori di schede elettroniche<br />

che desiderano un collaudo veloce,<br />

semplice ed economico hanno<br />

in mente un nome, anzi un numero<br />

ben preciso: 3030, l’innovativo board<br />

tester SPEA che oggi festeggia gli<br />

oltre 500 esemplari venduti.<br />

Una storia di successo che comincia<br />

nel 2005, quando il sistema 3030<br />

viene presentato a Productronica.<br />

Da allora, decine, centinaia di produttori<br />

di elettronica hanno deci-<br />

Collaudo di schede elettroniche con tester 3030 SPEA<br />

so di affidarsi all’unico tester a letto<br />

d’aghi in grado di abbattere i costi<br />

del collaudo, moltiplicando fino<br />

a 8 volte la produttività e riducendo<br />

la programmazione a pochi semplici<br />

settaggi. Orgogliosi di aver fatto<br />

la scelta giusta.<br />

3030: le ragioni del successo<br />

Sono molti i fattori chiave alla base<br />

del grande successo della fami-<br />

glia 3030. Tutti, però, possono essere<br />

ascritti a un comune denominatore:<br />

massimo vantaggio per il cliente.<br />

Cosa significa? Scopriamolo nel dettaglio.<br />

L’architettura Multi-Core<br />

moltiplica la produttività<br />

e i costi di collaudo<br />

Alta produttività a basso costo. È<br />

il fulcro centrale, la chiave di volta di<br />

ogni azienda intenzionata a competere<br />

con la concorrenza globalizzata<br />

del nuovo millennio. SPEA l’ha capito<br />

prima di ogni altro e, unica al<br />

mondo, è riuscita a realizzare un tester<br />

a letto d’aghi con architettura<br />

Multi-Core, in grado di effettuare un<br />

vero collaudo parallelo su più schede<br />

– ad esempio, tutte quelle di un pannello<br />

– raggiungendo livelli di produttività<br />

fino a quattro volte superiori<br />

rispetto a quelli di altri sistemi a<br />

letto d’aghi.


Un’innovazione storica, a oggi ancora<br />

irraggiungibile per le altre aziende<br />

di testing.<br />

Un sistema SPEA 3030 può infatti<br />

ospitare in un unico corpo macchina<br />

le prestazioni di più tester, con memorie<br />

dedicate e cpu multiple e indipendenti,<br />

il cui funzionamento è autonomo<br />

rispetto al pc che controlla il<br />

sistema. Ciò si traduce in un collaudo<br />

eseguito realmente in contemporanea<br />

e in una drastica riduzione dei tempi.<br />

Per fare un esempio, il collaudo di<br />

quattro schede con 1000 resistenze e<br />

1000 diodi ciascuna, avviene normalmente<br />

in 1,5 secondi, ovvero in appena<br />

0,375 secondi per ogni scheda.<br />

Lavorare è semplice quando<br />

il tester è intelligente<br />

La facilità d’uso è un altro dei vantaggi<br />

alla base del successo della gamma<br />

3030 SPEA. La potenza è nulla<br />

senza controllo, diceva un azzeccato<br />

slogan di qualche anno fa.<br />

Un concetto applicabile perfettamente<br />

ai prodotti della famiglia 3030<br />

che, grazie all’intuitivo sistema operativo<br />

Leonardo, risultano semplici<br />

da usare e subito pronti a entrare in<br />

azione.<br />

Grazie alla sua capacità di generare<br />

il test program e di sottoporlo a<br />

debug in piena autonomia, il software<br />

Leonardo guida infatti l’utente nel<br />

processo di progetto e di realizzazione<br />

fi xture a una velocità sorprendente,<br />

senza richiedere specifi che competenze<br />

sulle tecniche di misura. Inoltre,<br />

con 3030 i cambi di prodotto e le modifi<br />

che di layout della scheda non richiedono<br />

che di correggere il test program,<br />

senza bisogno di alcun cambio<br />

di setup né di modifi che di attrezzaggio.<br />

E che si trovi in una linea automatica<br />

o venga utilizzato manualmente,<br />

il tester a letto d’aghi SPEA<br />

si integra senza alcun problema, senza<br />

necessità di aria compressa né vuoto.<br />

<strong>Il</strong> 3030 n° 500 va alla tunisina ETS<br />

<strong>Il</strong> cinquecentesimo SPEA 3030 è andato all’azienda tunisina ETS. Attiva nel<br />

mercato automotive, elettrodomestici, alimentatori, sicurezza e domotica, ETS<br />

è nata nel 2000, divenendo immediatamente cliente SPEA, con numerosi tester<br />

Unitest e Flying Probe acquistati nel corso degli anni.<br />

Un parco sistemi che di recente l’azienda ha deciso di innovare con l’acquisto<br />

del suo primo 3030, il 500° per SPEA. Impostasi come una delle maggiori realtà<br />

europee dell’elettronica industriale, grazie al costante impegno in innovazione<br />

tecnologica e ottimizzazioni di costo, ETS vanta oggi otto linee di produzione<br />

SMT e impiega circa 300 addetti.<br />

“Con il nuovo 3030 abbiamo potuto ridurre drasticamente il tempo di collaudo<br />

di ogni nostra scheda, migliorando parecchio il delivery time”, ha dichiarato<br />

Enrico Baldoni, Presidente ETS, alla consegna del sistema.<br />

Gli stabilimenti ETS in Tunisia<br />

Tante funzioni,<br />

un unico tester<br />

Abbiamo detto che con il Multi-<br />

Core SPEA la produttività risulta<br />

quadruplicata, ma c’è dell’altro.<br />

Ogni core di sistema può infatti<br />

contenere multipli motori di misura,<br />

ciascuno dedicato all’esecuzione di<br />

una diff erente tecnica di test, quando<br />

è necessario eseguire più collaudi sullo<br />

stesso prodotto.<br />

Questo signifi ca che con la famiglia<br />

3030 la produttività è fi no a 8 volte<br />

superiore ad altri tester ad aghi.<br />

A ciò si unisce il vantaggio in termini<br />

logistici: non è più necessario<br />

prevedere più stazioni di lavoro lun-<br />

go la linea produttiva, dal momento<br />

che è possibile integrare a bordo<br />

macchina i tradizionali test in-circuit<br />

(a scheda alimentata o meno) e funzionale.<br />

Collaudi in-circuit, analogici<br />

e digitali, mixed signal, di potenza,<br />

funzionali, ma anche ispezioni ottiche,<br />

test boundary scan e programmazioni<br />

a bordo scheda possono essere<br />

eff ettuati con un unico 3030.<br />

Crescere con 3030<br />

Che si tratti di un’azienda al debutto<br />

nel mondo delle schede elettroniche,<br />

o di un produttore storico con<br />

nuove importanti commesse da soddisfare,<br />

per 3030 non fa diff erenza.<br />

PCB febbraio 2012<br />

77


78 PCB febbraio 2012<br />

La gamma SPEA 3030:<br />

un tester per ogni esigenza<br />

La nuova architettura Multi-Core<br />

è totalmente componibile in base a<br />

ogni necessità.<br />

<strong>Il</strong> sistema può ospitare da uno a<br />

quattro core equipaggiabili e configurabili<br />

in qualsiasi momento. 3030 può<br />

quindi variare o espandersi per accompagnare<br />

l’evolversi delle mutevoli<br />

esigenze di collaudo.<br />

Non buttare le vecchie<br />

fixture<br />

3030 guarda al futuro, ma non si<br />

scorda del passato. Nel caso di migrazione<br />

da un tester SPEA di precedente<br />

generazione, o perfino da<br />

un sistema di collaudo di un altro<br />

produttore, la compatibilità è completa.<br />

3030 consente di riutilizzare tutte<br />

le fixture e i test program già presenti<br />

in produzione e la conversione dei<br />

programmi di test non dura più di due<br />

ore, garantendo un consistente risparmio<br />

di denaro e di tempo.<br />

L’intuizione vincente<br />

Fin qui i tangibili vantaggi introdotti<br />

dal sistema 3030 nel mondo board<br />

tester. Ma com’è nato questo prodotto<br />

di successo? Per comprenderlo<br />

dobbiamo tornare indietro nel tempo,<br />

rispolverando velocemente le tappe<br />

del mercato ATE.<br />

Anni ’80: decine di grandi aziende<br />

di testing partecipano attivamente<br />

alla meccanizzazione dell’industria<br />

elettronica.<br />

La competizione è forte e, anno dopo<br />

anno, gli attori presenti sul mercato<br />

cominciano a diminuire. Chi non<br />

sa o chi non vuole innovare, chi basa<br />

il suo business su macchine tecnologicamente<br />

datate sparisce dal mercato.<br />

Negli anni ’90 colossi americani ed<br />

europei falliscono o vengono assor-<br />

biti e, all’inizio del nuovo millennio,<br />

questo processo di selezione naturale<br />

giunge al termine.<br />

Tra i pochi produttori di ATE rimasti<br />

si diffonde l’idea che la globalizzazione,<br />

la delocalizzazione dei<br />

siti produttivi nei paesi a basso costo<br />

e il continuo progresso tecnologico<br />

porteranno il mercato dei board<br />

tester a un rapido declino; pertanto<br />

smettono di investire. Anziché<br />

innovare, ci si limita a lifting di facciata,<br />

nel tentativo di allungare la vita<br />

dei propri prodotti il più a lungo<br />

possibile.<br />

Collaudo parallelo con fixture multistage su sistema SPEA 3030


SPEA intuisce che le necessità<br />

del mercato sono ben altre, che<br />

è proprio nei momenti di diffi coltà<br />

che occorre innovare e, controcorrente,<br />

lancia il progetto 3030.<br />

“Nel 2003 abbiamo deciso di investire<br />

in una nuova piattaforma,<br />

che abbattesse i costi del collaudo e<br />

diventasse lo state of art dei tester<br />

a letto d’aghi”, ci racconta Andrea<br />

Ganio, Executive Director SPEA.<br />

“Cosa che di fatto è successa,<br />

tant’è vero che ancora oggi 3030<br />

è l’unico bed of nails di concezione<br />

moderna. Nonostante il mercato<br />

si fosse ridotto rispetto al boom di<br />

qualche anno prima, credevamo che<br />

un buon tester a letto d’aghi rappresentasse<br />

un’esigenza sentita da molti<br />

clienti. E non sbagliavamo”.<br />

Comincia così un lavoro intenso per<br />

lo staff R&D e progetto. L’obiettivo<br />

è concepire una macchina dal punto<br />

di vista dell’utilizzatore, non tanto<br />

da quello del marketing. Per questo<br />

motivo SPEA raccoglie informazioni<br />

utili dai clienti e dagli oltre 40 test<br />

engineer interni. Ne emergono svariati<br />

punti fermi che tracceranno la rotta<br />

da seguire: “Avevamo alcune buone<br />

idee e volevamo che il nuovo tester le<br />

mettesse in pratica. <strong>Il</strong> nostro sistema<br />

avrebbe dovuto fornire prestazioni di<br />

gran lunga superiori, a un costo decisamente<br />

inferiore.<br />

L’architettura doveva essere in<br />

grado di eseguire ogni tipo di test ed<br />

essere aperta alle possibili evoluzioni<br />

tecnologiche. Doveva esserci la possibilità<br />

di integrare più motori, con<br />

la conseguente capacità di realizzare<br />

test diversi su schede diverse. La<br />

strumentazione doveva essere molto<br />

più veloce rispetto a quella allora<br />

disponibile e il software più semplice<br />

da usare.<br />

<strong>Il</strong> nuovo tester doveva inoltre avere<br />

una modularità elevata, poter essere<br />

allestito e utilizzato con confi gurazioni<br />

diverse per ogni funzione o esi-<br />

genza, in-line o manuale. Inoltre, per<br />

salvaguardare gli investimenti, doveva<br />

recepire programmi e fi xture di piattaforme<br />

precedenti, anche degli altri<br />

produttori. Ci abbiamo impiegato<br />

quasi due anni, ma ce l’abbiamo fatta”.<br />

<strong>Il</strong> neonato 3030 viene presentato<br />

a Productronica 2005, riscuotendo<br />

immediatamente un importante<br />

successo tra i produttori di elettronica<br />

di tutto il mondo. E la scommessa<br />

SPEA si rivela vincente: in<br />

un mercato in discesa, in pochi anni<br />

l’azienda torinese vende oltre 500<br />

sistemi, a dimostrazione che l’alta<br />

qualità e l’innovazione sono la chiave<br />

del successo.<br />

Per questo motivo, dal 2005 a oggi,<br />

la serie 3030 ha continuato a evolversi:<br />

è aumentata la gamma di receiver,<br />

oggi in grado di sopperire a<br />

qualunque esigenza. È stata introdotta<br />

la strumentazione parallela e<br />

la programmazione on board è stata<br />

integrata nella strumentazione di<br />

sistema. È stato concepito il 3030<br />

Twin, la versione dedicata alle linee<br />

ad altissima produttività, così come il<br />

3030 Tower, che consente di coniu-<br />

Tester 3030 SPEA griffato 500° esemplare<br />

gare in un sistema standard strumentazione<br />

SPEA e custom o ad alta potenza.<br />

È questa una delle tante unicità<br />

di questo prodotto d’avanguardia.<br />

<strong>Il</strong> tester<br />

che fa guadagnare<br />

<strong>Il</strong> mercato delle schede elettroniche<br />

richiede la massima qualità al minor<br />

prezzo e SPEA 3030 risulta davvero<br />

la soluzione giusta, in grado di trasformare<br />

la fase di collaudo in un vantaggio<br />

competitivo strategico.<br />

Abbattendo il tempo necessario a<br />

ogni singolo test ed eliminando la necessità<br />

di cambiare le fi xture o i test<br />

program già presenti. Garantendo<br />

una qualità tale che i ritorni dal campo<br />

non sono più una preoccupazione,<br />

off rendo potenza, precisione e altissima<br />

produttività, unite ai più bassi costi<br />

di esercizio e di attrezzaggio.<br />

<strong>Il</strong> tutto elevando la copertura diagnostica<br />

al 100%, anche nel caso di<br />

componenti digitali complessi, integrandosi<br />

con facilità in qualsivoglia<br />

produzione e assicurando un’estrema<br />

semplicità d’uso anche agli utenti<br />

meno esperti. Avere in azienda un<br />

sistema come SPEA 3030 signifi -<br />

ca garantirsi un vantaggio competitivo<br />

importante, indispensabile<br />

a chiunque voglia<br />

competere con successo<br />

nell’odierno mercato<br />

globalizzato. Nessun sistema<br />

concorrente può<br />

infatti vantare un costo<br />

del collaudo così basso<br />

e una produttività tanto<br />

elevata. Un mix vincente<br />

che aumenta l’appetibilità<br />

dei clienti SPEA<br />

sul mercato, permettendo<br />

loro di guardare al futuro<br />

con ottimismo.<br />

SPEA<br />

www.spea.com<br />

PCB febbraio 2012<br />

79


80 PCB febbraio 2012<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Fabbricanti<br />

di circuiti stampati<br />

Rubrica dedicata ai più importanti costruttori di PCB,<br />

provvista di singole schede personalizzate e<br />

descrizioni dettagliate delle attività di ogni<br />

produttore di circuiti stampati. Vengono<br />

raccolte in questa sezione aziende che<br />

operano su diverse tipologie di prodotti:<br />

dai monofaccia ai doppio strato, dai<br />

multistrato ai fessibili, dai rigidi-fl essibili ai<br />

più avanzati prodotti della printed electronics.


SERVIZI<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

www.tecnomastergroup.com<br />

Sede e stabilimento Italia: Tecnomaster Spa, Via A.Volta,1 Loc.Lauzacco Z.I.U.<br />

33050 Pavia di Udine ( UD ) Italia<br />

t. +39 0432 655350 f. +39 0432 655349<br />

Stabilimento Francia: SOS Electronic Engineering | Z.A.E. Les Terres Rouges<br />

6, allée des Terres-Rouges B.P. 14 | 95830 Cormeilles-en-Vexin.<br />

t. +33 01 34664206 f. +33 01 34664205<br />

“Co design”, “Design for manufacturing”, Design for testing”,<br />

Prototipazione veloce, start up di produzioni e produzioni in servizio<br />

standard e veloce con materiali FR4 medio/alto Tg, Halogen Free, CTI<br />

600V, Kapton, Polymide, RT Duroid, Rogers.<br />

TECNOLOGIA<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

• Certificazione: ISO 9001:2008 N.Qual.9101TTER<br />

• Registrazione IQNET IT-31<strong>24</strong>5<br />

• Omologazione: UL File number E175172<br />

• ISO TS 16949<br />

• Certificazione ISO 9001:2000 N.Qual./1996/6554b<br />

• Omologazione UL File number E100511<br />

Da doppia faccia a multi strato fino a 36 layers, spessore massimo 8mm,<br />

piste/isolamenti minimi 50μm, foro minimo 70μm, tecnologia High<br />

density interconnection – HDI- , blind/buried vias, vias/copper filling,<br />

no conductive/conductive resin filling, rigido flessibili e flessibili.<br />

PCB febbraio 2012<br />

81


Produttori di circuiti stampati<br />

pubblicati in base al logo di fabbricazione<br />

Nel corso di tutto il 2012 questa sezione dedicata ai fabbricanti di circuiti stampati verrà aggiornata mensilmente.<br />

Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente<br />

conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali<br />

relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del<br />

D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />

Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al<br />

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Cognome___________________________________________________________________________________<br />

Nome ______________________________________________________________________________________<br />

Professione _________________________________________________________________________________<br />

Società _____________________________________________________________________________________<br />

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per fi nalità di informazione e promozione commerciale nel rispetto delle disposizioni della vigente normativa.<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

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<br />

Sono interessato a conoscere i costi<br />

della seguente offerta:<br />

1 spazio (3 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />

<strong>Il</strong> Nostro logo in b/n visibile nella tabella<br />

descrittiva oltre a un breve testo di<br />

180 caratteri (spazi inclusi) nella colonna<br />

“tipologia di prodotto”.<br />

1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />

<strong>Il</strong> Nostro logo a colori in evidenza nel box<br />

oltre a un testo di 420/450 caratteri<br />

(spazi inclusi) con più eventuali altri loghi (es.<br />

omologazione, CSQ, UNI, ecc.).<br />

1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite in<br />

contemporarea sia sulla rivista sia su web<br />

<strong>Il</strong> Nostro logo a colori in evidenza nel box<br />

(offerta B) così come appare sulla rivista, per<br />

avere una maggiore visibilità, così apparirà<br />

anche su web con rimando al Nostro sito<br />

internet.<br />

Firma __________________________________________________________________________________data ______________________________________<br />

82 PCB febbraio 2012<br />

A<br />

B<br />

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