L'assetto
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più corta, che vi fa guadagnare qualcosa in accelerazione.<br />
In una gara breve il motore non avrà grossi problemi, ma dobbiamo considerare la possibilità (e<br />
la necessità, talvolta) di sfruttare le scie. Se usassi una quinta "al limite" come quella da giro<br />
veloce, trovandomi in scia non riuscirei ad accelerare ulteriormente, perché il motore sarebbe<br />
già a fondogiri. Anzi, rischierei pure di romperlo.<br />
La quinta andrà quindi allungata un poco, in modo che sfruttando una scia arrivi in quel caso a<br />
fondo giri.<br />
Infine, il caso più "difficile" da valutare è quello del Grand Prix, almeno per quanto riguarda<br />
piste di "potenza", come Spa o Monza, e in particolare con auto dal motore "fragile" come Lotus,<br />
Eagle, o anche Honda e Ferrari. Non so pronunciarmi su BRM o Cooper dato che non ho mai<br />
provato a correre un GP a Monza con quelle due, mentre posso garantire la pressoché<br />
indistruttibilità del Repco della Brabham :-)<br />
In un Grand Prix non possiamo sfruttare sempre al 100% il motore, almeno su piste esigenti da<br />
questo punto di vista, come appunto Spa o Monza, con auto "fragili". Ho personalmente visto<br />
esplodere due volte Honda e Ferrari dopo una 50ina scarsa di giri a Monza, senza aver mai<br />
tirato fuorigiri.<br />
Bisogna allungare tantissimo la quinta marcia, in pratica fare in modo da avere una quinta di<br />
riposo, per quanto, parlando di una F1, questa definizione possa far sorridere!<br />
In particolare, durante la corsa, dobbiamo tenere d'occhio la temperatura dell'acqua del motore,<br />
quindi occhio al cruscotto! Suggerisco di abituarsi a guidare senza le braccia del pilota, l'effetto<br />
all'inizio è terribile, sembra che manchi mezza macchina e si perdono pure i riferimenti, ma si ha<br />
sempre piena visibilità sugli strumenti, anche a ruote sterzate.<br />
Così a spanne posso dire che la temperatura dell'acqua non deve mai andare oltre la metà del<br />
quadrante dell'indicatore, però non vi so dare un valore preciso... l'unica è provare: se il motore<br />
scoppia, la quinta è corta! (e grazie, direte voi! Ok, lo ammetto, questo è per l'angolo di<br />
"Sherlock Holmes"...) ;-)<br />
Coppia conica<br />
Non esistono differenze tra due combinazioni di rapporti e coppia conica che ottengono lo<br />
stesso rapporto finale. A parte il discorso di accorciare o allungare "in blocco" i rapporti, senza<br />
alterarne la scalatura, bisogna intervenire sulla coppia conica in pochi casi. In particolare, con la<br />
Brabham: il motore Repco fa molti pochi giri/min, la potenza max è infatti a 8200 rpm. Tutti gli<br />
altri motori sono intorno ai 10000, e per loro ci sono meno problemi.<br />
I problemi infatti sorgono dal momento che la combinazione più "lunga" di ingranaggi per la<br />
quinta marcia è di 26/24. Con una coppia conica di 8/31, per esempio, anche un 26/24 si trova<br />
ad avere un rapporto finale troppo corto per certe piste veloci.<br />
Per una Honda, che può tirare fino a 10900 giri, questo rapporto potrebbe essere più che<br />
sufficiente, la Brabham invece sarebbe in fuorigiri ben prima della velocità massima<br />
teoricamente ottenibile.<br />
L'unica possibilità che si ha per allungare ulteriormente il rapporto è intervenire sulla coppia<br />
conica.<br />
L'altro motivo che ci può spingere a lavorare sulla coppia conica è invece il "limite" delle prime<br />
due marce: i rapporti tra gli ingranaggi massimi selezionabili sono di 14/32 per la prima e di<br />
17/29 per la seconda. In certi casi, in dipendenza delle scelte dei rapporti, si potrebbe<br />
desiderare (p.e.) una seconda marcia ancora più lunga: tipicamente, è una cosa che può<br />
capitare per Lesmo a Monza, se si decide di impostare i rapporti per girarle in seconda, senza<br />
avere bisogno di passare in terza nel tratto tra le due curve. Anche in questo caso, l'unica<br />
possibilità è quella di intervenire sulla coppia conica allungando il rapporto al ponte.