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libro -- i vultaggio di monte san giuliano rivisto - 3 - Trapani Nostra

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Adesso esporrò l’origine della mia famiglia, grazie, anche, agli stu<strong>di</strong> genealogici fatti dal<br />

gentilissimo Dottore Antonino Poma-Zaccaria, Principe <strong>di</strong> Taso.<br />

Come lo denota il cognome stesso, la casata Vultaggio trae remote origini ed il cognome<br />

dall’antico borgo nominato Voltaggio in Liguria. Nell'XI secolo spicca il nome <strong>di</strong> frater<br />

Guglielmo de Vultabio (<strong>di</strong> Voltaggio), nato a Voltaggio nel 1160 d.C. e morto a Genova nel<br />

1234 d.C., Maestro e Commendatore dell'Or<strong>di</strong>ne Gerosolimitano, è citato con l'esplicita<br />

notazione de Vultabio a far data dal 1193. Nel 1180, Guglielmo de Vultabio fonda la<br />

Chiesa <strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong> Prè e in qualità <strong>di</strong> ambasciatore della Repubblica <strong>di</strong> Genova<br />

viene inviato a Verona e a Venezia tra il 1225 e il 1228. Una delle ultime notizie reperite lo<br />

segnala, nel 1233, tra i componenti <strong>di</strong> un collegio arbitrale, costituito per definire una<br />

controversia territoriale tra Genova e Ales<strong>san</strong>dria.<br />

A Voltaggio, tra il XII ed il XIII secolo, ci sono altri personaggi che portano il cognome <strong>di</strong><br />

Voltaggio (molto probabilmente antenati dei Vultaggio <strong>di</strong> Monte San Giuliano), tra i quali<br />

ricor<strong>di</strong>amo un Giovanni <strong>di</strong> Voltaggio fornaiarus che, nel 1214 d.C., si imbarcò per l’oriente<br />

e sottoscrisse un contratto <strong>di</strong> comenda maris; nel 1236 d.C. un Girolamo <strong>di</strong> Voltaggio<br />

trasportò grano ad Arles e Nabone su una sagitta denominata Bianca.<br />

A Genova sono presenti anche altri voltaggesi che svolgono le più <strong>di</strong>verse attività: i<br />

mercanti Gamalero, Rubaldo e Pautro <strong>di</strong> Voltaggio; Pietro <strong>di</strong> Voltaggio pelliparius;<br />

Giacomo e Rufino <strong>di</strong> Voltaggio, proprietari terrieri; Nicola <strong>di</strong> Voltaggio, notaio nel 1229; il<br />

pittore Girardo <strong>di</strong> Voltaggio e il balestriere Serino da Voltaggio nel 1248.<br />

Nell’amministrazione e nella politica genovese dell’epoca sono ricordati: Nicolò <strong>di</strong><br />

Voltaggio, Console per il Palazzo <strong>di</strong> Mezzo nel 1248, e Napoleone <strong>di</strong> Voltaggio, che occupa<br />

lo stesso incarico nel 1249, e viene inviato, in qualità <strong>di</strong> ambasciatore, presso la corte<br />

papale nel 1263. Ancora Gennaro <strong>di</strong> Voltaggio presta servizio nell’amministrazione civile a<br />

Bonifacio, in Corsica, nel 1244. Un Artusio <strong>di</strong> Voltaggio opera come pubblico scrivano a<br />

Ventimiglia nel 1255.<br />

Capostipite del ramo <strong>di</strong> Monte San Giuliano, o<strong>di</strong>erna Erice, è Guglielmo de Vultagio o<br />

Voltaggio (cavaliere crociato, mercante e accomandatario, che, tra il 1252 e il 1258 d.C.,<br />

viaggia dalla Provenza alla Siria), molto probabilmente, nipote o figlio <strong>di</strong> Frater Guglielmo<br />

<strong>di</strong> Voltaggio. Guglielmo Voltaggio, assieme ad altri cavalieri, seguì prima Luigi IX e poi<br />

Carlo D’Angiò nella sfortunata VIII crociata. Luigi IX <strong>di</strong> Francia invitò suo fratello Carlo a<br />

partecipare ad una crociata in Terra<strong>san</strong>ta. Carlo aderì, ma mise una con<strong>di</strong>zione: che i<br />

crociati cominciassero con l'assalire Tunisi. Egli giustificava talea richiesta sostenendo che<br />

dalla Barberia sarebbe stato poi più agevole passare in Egitto e in Terra<strong>san</strong>ta; ma in realtà<br />

cercava <strong>di</strong> trarre profitto dalla crociata, sottomettendo il sultano <strong>di</strong> Tunisi che era stato<br />

tributario del regno <strong>di</strong> Sicilia, ma che da molti anni, sotto i normanni, non pagava più il<br />

tributo. Re Luigi acconsentì al suo progetto, e il 4 luglio del 1270 d.C. s'imbarcò ad Aigues<br />

Mortes sopra una flotta genovese. Dall'8 al 14 dello stesso mese i crociati rimasero nella<br />

rada <strong>di</strong> Cagliari, ne partirono il 15, e il 18 sbarcarono presso Cartagine. In una lettera<br />

in<strong>di</strong>rizzata all'abate Matteo <strong>di</strong> S. Dionigi, lasciato come vicario in Francia, così Luigi (il<br />

"Santo") racconta i primi avvenimenti:<br />

"Siamo giunti in vista <strong>di</strong> Tunisi il giovedì, vigilia della festa <strong>di</strong> Santa Maria Maddalena; il venerdì<br />

abbiamo effettuato lo sbarco senza ostacoli e, dopo aver messo a terra i cavalli, siamo avanzati fino<br />

all'antica Cartagine dove abbiamo piantato il nostro campo. Sono con noi nostro fratello Alfonso,<br />

conte <strong>di</strong> Poitiers e <strong>di</strong> Tolosa, i nostri figli Filippo, Giovanni e Pietro, il nostro nipote Roberto, conte<br />

d'Artois, e gli altri nostri baroni. <strong>Nostra</strong> figlia la regina <strong>di</strong> Navarra, le mogli degli altri principi, i<br />

figli <strong>di</strong> Filippo e del conte d'Artois sono sulle navi, poco lontani da noi; e tutti, grazie al Signore,<br />

go<strong>di</strong>amo perfetta salute. Vi annunciamo inoltre che, dopo aver provveduto al necessario, abbiamo<br />

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