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Scarica l'opuscolo - Diocesi di Brescia

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Non esiste corpo vivente<br />

senza ciò che lo anima.<br />

Così è per la comunità:<br />

i <strong>di</strong>versi membri non sono<br />

ancora comunità sebbene<br />

possano trovarsi insieme,<br />

avere gli stessi intenti<br />

e i medesimi obiettivi.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>ventano<br />

comunità quando<br />

qualcuno dà lo Spirito,<br />

quando cioè<br />

lo stare insieme<br />

<strong>di</strong>venta essere insieme,<br />

essere nel nome<br />

<strong>di</strong> qualcuno,<br />

fare in memoria<br />

<strong>di</strong> qualcuno.<br />

In altre parole,<br />

gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>ventano<br />

comunità quando<br />

l’obiettivo e la missione<br />

non <strong>di</strong>pendono da scelte<br />

interne ma sono prima<br />

<strong>di</strong> tutto dono da parte<br />

<strong>di</strong> qualcuno.<br />

È questa abbondanza<br />

(o sovrabbondanza)<br />

del dono che spinge<br />

a testimoniare e,<br />

con quel dono,<br />

nulla può esserci<br />

<strong>di</strong> ostacolo, né la paura,<br />

né la lingua, né il<br />

messaggio da annunciare.<br />

Lo Spirito nella comunità<br />

è colui che costringe<br />

a uscire dal gruppo<br />

e a mostrare l’opera<br />

da compiere.<br />

La comunità si compie<br />

nello Spirito quando esce<br />

da sé e <strong>di</strong>venta annuncio<br />

del Risorto.<br />

Lo Spirito<br />

nella comunità<br />

Pentecoste<br />

affresco<br />

Giovan Mauro della Rovere<br />

detto il Fiamminghino<br />

(Milano 1575c a-1643)<br />

Bienno,<br />

Chiesa Parrocchiale dei Santi<br />

Faustino e Giovita<br />

La decorazione della nuova parrocchiale <strong>di</strong> Bienno,<br />

de<strong>di</strong>cata ai Santi Faustino e Giovita, prende il via nel<br />

1621. Insieme a Tommaso Sandrini, bresciano, autore<br />

delle finte architetture, sui ponteggi della chiesa si<br />

trovano a realizzare le molte figure della volta e delle<br />

cappelle, Stefano Viviani e Giovan Mauro Della<br />

Rovere, attivo nel bresciano dal 1616 quando, insieme<br />

al fratello Giovan Battista, affrescava la <strong>di</strong>strutta<br />

chiesa <strong>di</strong> San Domenico in città e, l’anno successivo,<br />

il presbiterio <strong>di</strong> Santa Maria delle Grazie. La volta<br />

della chiesa <strong>di</strong> Bienno, con le monumentali figure<br />

dei profeti che annunciano i misteri <strong>di</strong> Cristo e con<br />

le medaglie figurate che rappresentano la Trasfigurazione,<br />

l’Ascensione e la Pentecoste, offre al credente<br />

un vero e proprio cammino per immagini che illustra<br />

il senso della storia della salvezza che prolunga nel<br />

presente attraverso l’opera della Chiesa. L’episo<strong>di</strong>o<br />

della Pentecoste, ambientato all’interno <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />

monumentale, mostra gli apostoli e la Vergine<br />

animati dallo Spirito che scende in forma <strong>di</strong> lingue<br />

<strong>di</strong> fuoco. Il <strong>di</strong>namismo impresso alle figure cerca <strong>di</strong><br />

dare l’immagine del repentino cambiamento operato<br />

dallo Spirito nell’intimo dei <strong>di</strong>scepoli.<br />

Agostino, De Civitate Dei, XIX, 10.<br />

Qui ci consideriamo felici, quando abbiamo la pace nei limiti in cui qui si può<br />

conseguire con una vita onesta, ma questa felicità, paragonata alla felicità che<br />

consideriamo finale, è piuttosto infelicità. Quando come uomini posti nel <strong>di</strong>venire<br />

abbiamo nel <strong>di</strong>venire delle cose la pace che si può avere in questa vita, se<br />

viviamo onestamente, la virtù usa bene dei suoi beni; quando invece non l’abbiamo,<br />

la virtù usa bene anche i mali che l’uomo sopporta. Ma allora è vera virtù<br />

quando volge tutti i beni, <strong>di</strong> cui usa bene, tutto ciò che ottiene col buon uso del<br />

bene e del male e se stessa a quel fine, in cui per noi vi sarà una pace tanto bella<br />

e tanto grande che non ve ne può essere una più bella e più grande.

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