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LA QUALITÀ DELL'ARIA NELLE SCUOLE E ... - Il Sole 24 ORE

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ad esempio l’adeguata aerazione, non incidono sui costi di gestione delle strutture<br />

scolastiche.<br />

Alcuni organismi internazionali, come il Centro per la prevenzione ed il controllo delle<br />

malattie (Center for Disease Control and Prevention - CCD) e l’Agenzia ambientale USA<br />

(Environmental Protection Agency - EPA) hanno pubblicato diversi documenti-guida per<br />

promuovere la salute del bambino-adolescente allergico-asmatico a scuola e realizzare<br />

programmi educativi per dirigenti scolastici, personale docente e non docente. Inoltre, sono<br />

stati predisposti specifici programmi formativi rivolti alle persone che svolgono un ruolo<br />

chiave nell’ambiente sociale del bambino, quali genitori, personale docente e non docente e<br />

medici responsabili delle cure primarie affinché, a loro volta, possano farsi parte attiva<br />

nell’azione di prevenzione e gestione dei rischi.<br />

La situazione in Italia<br />

In Italia i ragazzi trascorrono negli edifici scolastici da 4 a 8 ore al giorno, per almeno 10 anni.<br />

Si stima che il 15% della popolazione, pari a circa 10.000.000 persone, fra alunni e docenti,<br />

studi o lavori ogni giorno in circa 45.000 edifici pubblici su tutto il territorio nazionale.<br />

Nelle strutture scolastiche italiane si rilevano numerose criticità igienico sanitarie e di qualità<br />

dell’aria indoor, attribuibili a problematiche di tipo ambientale (legate all’aria di<br />

insediamento dell’edificio), a carenze progettuali, architettoniche, edilizie o a carenze<br />

gestionali (es. operazioni di pulizia e manutenzione); manca, una normativa organica e<br />

aggiornata volta a disciplinare i requisiti igienici e funzionali degli ambienti scolastici, come<br />

ad esempio: standard di ventilazione/valori guida e valori soglia di qualità dell’aria,<br />

commisurati alle peculiarità della popolazione esposta ed in particolare alle esigenze<br />

fisiologiche dell’organismo umano in età evolutiva; mancano, inoltre, regole omogenee per il<br />

monitoraggio periodico della IAQ ed una chiara regolamentazione sull’attribuzione di<br />

compiti e responsabilità. I pochi studi epidemiologici sulla qualità dell’aria nelle scuole ed i<br />

risvolti sulla salute degli studenti, condotti nell’ambito di progetti Europei (come i progetti<br />

HESE [14] e SEARCH [15]), hanno evidenziato la stretta relazione tra esposizione ad<br />

inquinanti indoor e comparsa di sintomi respiratori ed allergici nell’infanzia. La<br />

sintomatologia descritta può compromettere in modo significativo la qualità della vita degli<br />

studenti e la loro performance scolastica.<br />

L’assenza di regole precise su requisiti e standard igienicosanitari, su procedure e compiti,<br />

nonché l’esistenza di modelli organizzativi diversi da Regione a Regione costituiscono di fatto<br />

importanti ostacoli alla concreta applicazione dell’Accordo del 2010 su "Linee di indirizzo per<br />

la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma” 14 , che allo stato<br />

attuale rappresenta un utile riferimento normativo per limitare il contatto degli studenti con<br />

i fattori di rischio indoor maggiormente implicati nell’induzione e nell’aggravamento<br />

dell’asma e delle allergie.<br />

Sotto il profilo più strettamente sanitario, inteso come benessere psicofisico degli studenti,<br />

manca la presenza costante nella scuola di una figura professionale con competenze<br />

sanitarie, dal momento che le funzioni di “controllo dello stato di salute di ogni scolaro”,<br />

nonché le “prestazioni sanitarie di medicina preventiva e di urgenza”, originariamente del<br />

medico scolastico (DPR n. 264/1961, ancora vigente), già da alcuni anni sono state attribuite<br />

14<br />

GU del 13 gennaio 2011, n. 9 SG<br />

12

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