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LA QUALITÀ DELL'ARIA NELLE SCUOLE E ... - Il Sole 24 ORE

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Tabella 1 – Concentrazione medie di alcuni COV rilevate in ambienti scolastici in alcuni paesi<br />

dell’Unione Europea.<br />

VOC valore (µg/m 3 ) Sede<br />

Benzene 0.98 scuola<br />

3.2 scuola vicino autostrade<br />

3.8 scuola -asilo<br />

Xilene 2.64 scuola<br />

In studi condotti in Finlandia è stato evidenziato che i bambini che soggiornavano in aule con<br />

evidenti segni di muffa o di umidità, rispetto a quelli che si trovavano in aule esenti da<br />

questo tipo di problematiche, riportavano una maggior prevalenza di fischi e tosse, ed<br />

avevano un maggior rischio di ricorrere a visite urgenti e fare uso di antibiotici [26, 27]. Negli<br />

scolari norvegesi e olandesi, l’esposizione ad elevate concentrazioni di CO 2 in classe è<br />

risultata un fattore di rischio per sintomi irritativi delle prime vie respiratorie e per la<br />

sindrome da edificio malato, quadro sindromico caratterizzato da irritazione ad occhi, naso,<br />

gola, da problemi neurologici, reazioni allergiche in generale, etc. [28, 29]. In Portogallo,<br />

l’esposizione a valori elevati di CO 2 aumentava negli scolari esposti il rischio di tosse<br />

notturna e di broncocostrizione da esercizio fisico [30].<br />

Per quanto riguarda l’Italia, essa ha partecipato, negli ultimi anni, a studi internazionali<br />

multicentrici promossi dalla Commissione Europea con lo scopo di indagare sugli effetti<br />

dell’inquinamento dell’aria indoor in ambiente scolastico. Nello specifico si tratta dello<br />

studio pilota HESE (Health Effects of School Environment) [14] e dello studio SEARCH (School<br />

Environment And Respiratory Health of Children) [15]. I risultati dello studio HESE hanno<br />

messo in evidenza associazioni positive tra esposizione a CO 2 e maggior rischio di tosse secca<br />

notturna e rinite [14]. <strong>Il</strong> rischio di tosse secca notturna e rinite è risultato, rispettivamente,<br />

quasi tre volte e due volte superiore nei bambini esposti a concentrazioni di CO 2 >1.000ppm,<br />

standard per una buona IAQ proposto dall’American Society of Heating, Refrigerating and<br />

Air-Conditioning Engineers (ASHRAE). Oltre a ciò, si è evidenziata una minore pervietà nasale<br />

(area delle narici) in bambini esposti in aula a livelli di PM 10 >50g/m 3 (limite proposto<br />

dall’Environmental Protection Agency, EPA, per esposizioni a lungo-termine e che<br />

attualmente rappresenta il limite per esposizioni a breve-termine) [14].<br />

Dalle analisi dei dati raccolti durante lo studio HESE risulta che i bambini esposti a livelli di<br />

muffe superiori a 300cfu (colony forming unit) per metro cubo d’aria (limite massimo<br />

suggerito dall’ASHRAE per una buona IAQ), rispetto a quelli esposti a livelli inferiori, hanno<br />

un maggior rischio di riportare tosse secca notturna (OR: 3.10, IC 95% 1.61–5.98), rinite (OR:<br />

2.86, IC 95% 1.65–4.95) e tosse persistente (OR: 3.79, IC 95% 2.40–5.60) [31].<br />

La Tabella 2 riporta alcuni risultati di studi europei e non, mirati a descrivere gli effetti<br />

associati alla presenza di specifici inquinanti nelle aule scolastiche. Tali studi si basano sui<br />

risultati di valutazioni igienico-ambientali effettuate nelle aule e in altri ambienti scolastici,<br />

19<br />

Gruppo Lavoro GARD-I Progetto n°1 ”Programma di prevenzione per le scuole dei rischi indoor per malattie respiratorie e allergiche”

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