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numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna

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europea ha elaborato una complessa<br />

normativa che consente la coltivazione<br />

<strong>di</strong> queste piante solo a con<strong>di</strong>zione<br />

che sia rispettata una griglia<br />

<strong>di</strong> vincoli molto rigi<strong>di</strong> che spesso<br />

scoraggiano l’eventuale agricoltore<br />

desideroso <strong>di</strong> misurarsi con i prodotti<br />

<strong>di</strong> questa nuova (ormai non più<br />

così nuova) tecnologia. Sappiamo<br />

comunque che le <strong>di</strong>rettive europee<br />

devono essere recepite dai paesi<br />

membri prima <strong>di</strong> poter essere operative<br />

nei vari territori; inoltre nei<br />

vari paesi, come in Italia, le <strong>di</strong>verse<br />

Regioni devono elaborare dei “piani<br />

<strong>di</strong> coesistenza” che possono consentire<br />

la coltivazione <strong>di</strong> queste piante,<br />

cosiddette biotecnologiche, senza<br />

interferire con le coltivazioni tra<strong>di</strong>zionali<br />

o biologiche o comunque<br />

allevate secondo principi agronomici<br />

ritenuti non compatibili con<br />

le tecniche biotech. Mentre questo<br />

lungo processo era ancora in atto è<br />

arrivata la notizia, per l’esattezza il<br />

2 Marzo u.s., che la Commissione<br />

europea aveva concesso il permesso<br />

per la coltivazione <strong>di</strong> una patata<br />

ottenuta dalla Bayer e capace <strong>di</strong><br />

produrre un amido particolare. La<br />

patata, chiamata Amflora, genera<br />

un tubero, quello che normalmente<br />

usiamo per la nostra alimentazione,<br />

che contiene solo la frazione amilopectica<br />

dell’amido, mentre è priva<br />

<strong>di</strong> amilosio, l’altra componente<br />

dell’amido. Questo risultato è stato<br />

ottenuto “spegnendo” il gene responsabile<br />

per la sintesi <strong>di</strong> amilosio.<br />

Il prodotto è quin<strong>di</strong> non suscettibile<br />

<strong>di</strong> uso alimentare perché il sapore<br />

sarebbe particolarmente ingrato per<br />

i nostri palati, ma può essere molto<br />

utile per l’industria della carta, può<br />

essere anche usato come addensante<br />

in varie lavorazioni; si può anche<br />

fare un utilizzo dei prodotti derivati<br />

dall’amido Amflora negli alimenti<br />

per animali. Uno dei problemi che<br />

preoccupano <strong>di</strong> più gli assertori delle<br />

piante non-GM è la trasferibilità<br />

dei pollini dai soggetti GM a quelli<br />

normali; vi sono vari motivi che<br />

escludono questo rischio nella patata<br />

perché gran parte delle patate<br />

in coltivazione è sterile e perché la<br />

patata si propaga per parti <strong>di</strong> tubero<br />

e non per seme; se si aggiunge che<br />

la coltivazione <strong>di</strong> questa patata è<br />

consentita solo per scopi industriali<br />

si capisce come le varie preoccupazioni<br />

del vasto pubblico interessato<br />

alla “purezza” varietale potesse essere<br />

rassicurato. Ma non è stato così;<br />

le cronache dei giorni successivi al<br />

2 Marzo hanno riportato concitate<br />

<strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> vario<br />

tipo che gridavano all’attentato ai<br />

valori “identitari” (sic!) delle nostre<br />

produzioni ed al rischio che questa<br />

patata rappresentasse il cavallo <strong>di</strong><br />

Troia per l’ingresso generalizzato<br />

dei tanto temuti OGM nel nostro<br />

territorio. Non trovo giustificazione

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