numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna
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alcuna per questo atteggiamento<br />
negativo da parte <strong>di</strong> Associazioni<br />
importanti in campo agrario, i cui<br />
<strong>di</strong>rigenti dovrebbero essere in grado<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i pericoli veri da quelli<br />
inesistenti; ancora più criticabile<br />
mi sembra la posizione <strong>di</strong> figure istituzionali<br />
<strong>di</strong> primissimo piano nella<br />
vita pubblica, che non hanno esitato<br />
a <strong>di</strong>chiarare, subito dopo l’annuncio<br />
del permesso <strong>di</strong> coltivazione<br />
della Amflora, la volontà <strong>di</strong> chiedere<br />
a Bruxelles l’applicazione della<br />
clausola <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a, arrivando<br />
persino a ideare la promozione <strong>di</strong><br />
referendum popolari sull’argomento<br />
per tornare a riba<strong>di</strong>re la tolleranza<br />
zero. Con atteggiamenti così non<strong>di</strong>aloganti<br />
si evita <strong>di</strong> capire quali<br />
possano essere i possibili lati positivi<br />
<strong>di</strong> una tecnologia così potente come<br />
quella del DNA ricombinante che<br />
ha già dato molti risultati concreti<br />
anche in campo me<strong>di</strong>co.<br />
Nel congestionato <strong>di</strong>battito che<br />
è seguito non si è pensato neppure<br />
per un attimo che quel permesso a<br />
coltivare un OGM veniva dopo 12<br />
anni <strong>di</strong> moratoria sulla coltivazione<br />
<strong>di</strong> OGM in Europa. Sia detto tra l’altro,<br />
tanto per sottolineare quanto <strong>di</strong>stratta<br />
sia la nostra pubblica opinione<br />
ma anche gli “opinion makers”,<br />
che nella stessa occasione in cui si<br />
approvava la coltivazione della patata<br />
si approvava anche la commercializzazione<br />
<strong>di</strong> tre nuovi tipi <strong>di</strong> mais<br />
GM, che potrebbero incidere sulla<br />
agricoltura europea non meno della<br />
patata transgenica. Ma <strong>di</strong> questo si è<br />
reso conto solo qualcuno ed un po’<br />
<strong>di</strong> tempo dopo. È anche opportuno<br />
notare che una nota associazione<br />
ambientalista parlava in quei giorni<br />
<strong>di</strong> “follia” e <strong>di</strong> decisione “assurda” al<br />
punto da “condannare l’agricoltura<br />
Made in Italy e <strong>di</strong> mettere a rischio<br />
la salute dei citta<strong>di</strong>ni”. L’estremismo<br />
<strong>di</strong> queste affermazioni è tale che ritengo<br />
<strong>di</strong> esimermi dal fare considerazioni<br />
in merito. Mi limito a <strong>di</strong>re<br />
che questi atteggiamenti tendono a<br />
negare ogni spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e sono<br />
coerenti solo con un risultato: eliminare<br />
dall’Italia, e possibilmente<br />
dall’Europa, ogni prodotto <strong>di</strong> quella<br />
tecnologia che è considerata in sé<br />
negativa, con buona pace <strong>di</strong> tutte<br />
le affermazioni <strong>di</strong>aloganti <strong>di</strong> molti<br />
“tiepi<strong>di</strong>” nei confronti degli OGM<br />
che nei <strong>di</strong>battiti iniziano <strong>di</strong>cendo<br />
che non sono contrari agli OGM e<br />
poi danno sfogo ad una litania infinita<br />
<strong>di</strong> supposti guai alla salute,<br />
all’ambiente, all’economia agricola,<br />
etc etc che non basterebbe un volume<br />
a contenerli, ma ai quali sono<br />
stati sempre dati, nei lunghi anni<br />
trascorsi, esaurienti risposte basate<br />
su dati pubblicati sulle riviste tecniche<br />
e scientifiche <strong>di</strong> maggior <strong>di</strong>ffusione<br />
nel mondo.<br />
Un’altra questione che ha occupato<br />
le cronache dei giornali è quella<br />
relativa alla sentenza del Consiglio<br />
<strong>di</strong> Stato che ha dato ragione ad<br />
un maiscoltore del Friuli or<strong>di</strong>nando<br />
al Ministero delle politiche agricole<br />
<strong>di</strong> concludere entro 90 giorni<br />
il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> autorizzazione<br />
alla semina <strong>di</strong> mais transgenico come<br />
sancito dal <strong>di</strong>ritto comunitario.<br />
L’agricoltore aveva deciso <strong>di</strong> ricorrere<br />
al Consiglio dopo aver inoltrato<br />
regolare richiesta per la semina <strong>di</strong><br />
mais Bt (trasformato geneticamente<br />
per acquisire resistenza ad insetti<br />
parassiti), ed aver atteso invano la<br />
risposta per moltissimo tempo. La<br />
decisione del Consiglio <strong>di</strong> Stato ha<br />
causato una forte reazione governativa<br />
concretizzata in un decreto<br />
cosiddetto anti-OGM firmato dal<br />
precedente Ministro delle politiche<br />
agricole e controfirmato dai Ministri<br />
della salute e dell’ambiente.<br />
Non era <strong>di</strong>fficile immaginare che<br />
questo provve<strong>di</strong>mento avrebbe innescato<br />
atti <strong>di</strong> ribellismo che sono<br />
puntualmente avvenuti. Infatti il 25<br />
Aprile u.s., con un filmato visibile<br />
anche su Youtube, alcuni sostenitori<br />
degli OGM si sono fatti riprendere<br />
mentre procedevano alla semina <strong>di</strong><br />
alcuni semi transgenici in un luogo<br />
segreto. Seguire queste cronache<br />
non è francamente la più esaltante<br />
delle attività; ma non si può fare a<br />
meno <strong>di</strong> rilevare che ormai siamo<br />
ben al <strong>di</strong> fuori del confronto tecnico-scientifico.<br />
Le varie posizioni<br />
sono fortemente infiltrate <strong>di</strong> ideologia;<br />
è stata quin<strong>di</strong> una piacevole<br />
sorpresa sentire il nuovo titolare del<br />
<strong>di</strong>castero dell’agricoltura <strong>di</strong>chiarare<br />
che, senza mettere in <strong>di</strong>scussione<br />
la linea seguita dal governo, per gli<br />
OGM non si può rinunciare alla<br />
ricerca. È anche degna <strong>di</strong> nota l’affermazione<br />
del ministro che, riferendosi<br />
al nostro paese, <strong>di</strong>ce “anche<br />
in Italia ci sono fior <strong>di</strong> intelligenze<br />
che lavorano e hanno lavorato a<br />
progetti <strong>di</strong> sperimentazione in questo<br />
campo.” Infine non è secondario<br />
osservare che l’associazione nazionale<br />
dei maiscoltori (la voce dei <strong>di</strong>retti<br />
interessati dovrà essere sentita<br />
qualche volta!) chiede con insistenza<br />
<strong>di</strong> potersi avvalere dei semi ottenuti<br />
con la tecnologia <strong>di</strong> cui stiamo<br />
<strong>di</strong>scutendo.<br />
Oltre a questi argomenti che<br />
hanno interessato l’opinione pubblica,<br />
vorrei ricordare che in altri<br />
paesi europei, pur con la ormai ben<br />
nota prudenza dell’UE in questo<br />
campo, ci si sta muovendo decisamente<br />
nel campo dello stu<strong>di</strong>o delle<br />
possibili applicazioni della tecnologia<br />
del DNA ricombinante su<br />
varie importanti specie coltivate.<br />
La Francia, ad esempio, ha recentemente<br />
autorizzato le prove in campo<br />
<strong>di</strong> viti transgeniche; è una risposta<br />
ad una esigenza sentita anche<br />
dalla viticoltura italiana come autorevolmente<br />
ricordato nel <strong>numero</strong><br />
<strong>di</strong> Aprile 2010 <strong>di</strong> “Informazioni dai<br />
Georgofili”, organo della omonima<br />
Accademia.<br />
Ancora a conferma <strong>di</strong> un lento<br />
avanzamento dell’Europa verso<br />
l’accettazione della tecnologia in<br />
questione, va annoverata l’approvazione<br />
<strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> ricerca<br />
concernente la piante transgeniche<br />
forestali tipicamente europee<br />
o ivi naturalizzate (pioppo, pino,<br />
abete,betulla, castagno, etc.). Si<br />
tratta <strong>di</strong> definire le basi scientifiche<br />
per <strong>di</strong>rettive politiche dell’UE<br />
che riguarderanno le piante forestali<br />
transgeniche. In particolare<br />
verrà stu<strong>di</strong>ato il cosiddetto flusso<br />
orizzontale e verticale dei transgeni<br />
insieme all’effetto pleiotropico (influenza<br />
su più <strong>di</strong> un carattere) dei<br />
medesimi. Si tenterà <strong>di</strong> ottenere la<br />
massima sicurezza possibile stu<strong>di</strong>ando<br />
l’integrazione sito-specifica dei<br />
geni (l’esatta collocazione nel genoma)<br />
per minimizzare la variabilità<br />
della loro espressione e monitorando<br />
gli alberi GM in tutta la catena<br />
produttiva.<br />
Come si può facilmente osservare<br />
la comunità scientifica è assolutamente<br />
in grado <strong>di</strong> assicurare<br />
interventi sulle piante coltivate che<br />
siano rispettose delle implicazioni<br />
ambientali, incluse le preoccupazioni<br />
circa la salute dell’uomo.<br />
Voglio chiudere questo breve<br />
intervento ricordando che ad<br />
una “lobby biotech”, certamente<br />
esistita ed operante, corrisponde<br />
una opposta ma simmetrica “lobby<br />
anti-biotech” (che tra i suoi punti<br />
<strong>di</strong> forza cita, tra gli altri, la crisi dei<br />
saperi tra<strong>di</strong>zionali, il monopolio del<br />
mercato dei semi, lo sfruttamento<br />
dei piccoli agricoltori ). In base a<br />
considerazioni varie l’Unione europea,<br />
ma soprattutto l’Italia, ha, nei<br />
fatti, rifiutato i prodotti agrari della<br />
tecnologia del DNA ricombinante,<br />
generando le contrad<strong>di</strong>zioni che<br />
ho cercato <strong>di</strong> elencare e accettando,<br />
<strong>di</strong> fatto, la posizione della lobby<br />
antibiotech. Se invece avesse pur<br />
respinto una parte degli attuali prodotti,<br />
ma avesse aperto alla ricerca<br />
consentendo le prove sperimentali<br />
in campo con tanto <strong>di</strong> comparazione<br />
sia qualitativa che quantitativa<br />
delle produzioni, oltre ai controlli<br />
previsti per la salute umana ed animale<br />
e per la salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente,<br />
allora la posizione sarebbe<br />
stata accettabile. L’attuale situazione<br />
<strong>di</strong> rifiuto non può essere con<strong>di</strong>visa<br />
dalla comunità scientifica.<br />
Per ultimo mi sia consentita una<br />
licenza eterodossa: in tutte le vicende<br />
umane si può peccare per inerzia<br />
o per intemperanza. Vista la incre<strong>di</strong>bile<br />
inerzia dell’Italia in questo<br />
settore, ben venga qualche piccola<br />
intemperanza. E così sia.<br />
Amedeo Alpi<br />
P.S. Mentre stavo scrivendo<br />
questo articolo è stato pubblicato<br />
un importante lavoro sul <strong>numero</strong><br />
<strong>di</strong> Maggio della prestigiosa rivista<br />
PNAS (organo dell’Accademia<br />
americana delle Scienze). I ricercatori,<br />
dopo un accurato esame del<br />
trascrittoma e del metaboloma <strong>di</strong><br />
orzo normale e transgenico, hanno<br />
osservato più variabilità nei comuni<br />
incroci che nelle varietà transgeniche.<br />
È solo una delle infinite <strong>di</strong>mostrazioni<br />
che la tecnologia del DNA<br />
ricombinante può essere affidabile<br />
non meno <strong>di</strong> quanto sia stata l’eccezionale<br />
attività <strong>di</strong> miglioramento<br />
genetico tra<strong>di</strong>zionale condotta da<br />
almeno un secolo.<br />
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