24.07.2014 Views

numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna

numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna

numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

alcuna per questo atteggiamento<br />

negativo da parte <strong>di</strong> Associazioni<br />

importanti in campo agrario, i cui<br />

<strong>di</strong>rigenti dovrebbero essere in grado<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i pericoli veri da quelli<br />

inesistenti; ancora più criticabile<br />

mi sembra la posizione <strong>di</strong> figure istituzionali<br />

<strong>di</strong> primissimo piano nella<br />

vita pubblica, che non hanno esitato<br />

a <strong>di</strong>chiarare, subito dopo l’annuncio<br />

del permesso <strong>di</strong> coltivazione<br />

della Amflora, la volontà <strong>di</strong> chiedere<br />

a Bruxelles l’applicazione della<br />

clausola <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a, arrivando<br />

persino a ideare la promozione <strong>di</strong><br />

referendum popolari sull’argomento<br />

per tornare a riba<strong>di</strong>re la tolleranza<br />

zero. Con atteggiamenti così non<strong>di</strong>aloganti<br />

si evita <strong>di</strong> capire quali<br />

possano essere i possibili lati positivi<br />

<strong>di</strong> una tecnologia così potente come<br />

quella del DNA ricombinante che<br />

ha già dato molti risultati concreti<br />

anche in campo me<strong>di</strong>co.<br />

Nel congestionato <strong>di</strong>battito che<br />

è seguito non si è pensato neppure<br />

per un attimo che quel permesso a<br />

coltivare un OGM veniva dopo 12<br />

anni <strong>di</strong> moratoria sulla coltivazione<br />

<strong>di</strong> OGM in Europa. Sia detto tra l’altro,<br />

tanto per sottolineare quanto <strong>di</strong>stratta<br />

sia la nostra pubblica opinione<br />

ma anche gli “opinion makers”,<br />

che nella stessa occasione in cui si<br />

approvava la coltivazione della patata<br />

si approvava anche la commercializzazione<br />

<strong>di</strong> tre nuovi tipi <strong>di</strong> mais<br />

GM, che potrebbero incidere sulla<br />

agricoltura europea non meno della<br />

patata transgenica. Ma <strong>di</strong> questo si è<br />

reso conto solo qualcuno ed un po’<br />

<strong>di</strong> tempo dopo. È anche opportuno<br />

notare che una nota associazione<br />

ambientalista parlava in quei giorni<br />

<strong>di</strong> “follia” e <strong>di</strong> decisione “assurda” al<br />

punto da “condannare l’agricoltura<br />

Made in Italy e <strong>di</strong> mettere a rischio<br />

la salute dei citta<strong>di</strong>ni”. L’estremismo<br />

<strong>di</strong> queste affermazioni è tale che ritengo<br />

<strong>di</strong> esimermi dal fare considerazioni<br />

in merito. Mi limito a <strong>di</strong>re<br />

che questi atteggiamenti tendono a<br />

negare ogni spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e sono<br />

coerenti solo con un risultato: eliminare<br />

dall’Italia, e possibilmente<br />

dall’Europa, ogni prodotto <strong>di</strong> quella<br />

tecnologia che è considerata in sé<br />

negativa, con buona pace <strong>di</strong> tutte<br />

le affermazioni <strong>di</strong>aloganti <strong>di</strong> molti<br />

“tiepi<strong>di</strong>” nei confronti degli OGM<br />

che nei <strong>di</strong>battiti iniziano <strong>di</strong>cendo<br />

che non sono contrari agli OGM e<br />

poi danno sfogo ad una litania infinita<br />

<strong>di</strong> supposti guai alla salute,<br />

all’ambiente, all’economia agricola,<br />

etc etc che non basterebbe un volume<br />

a contenerli, ma ai quali sono<br />

stati sempre dati, nei lunghi anni<br />

trascorsi, esaurienti risposte basate<br />

su dati pubblicati sulle riviste tecniche<br />

e scientifiche <strong>di</strong> maggior <strong>di</strong>ffusione<br />

nel mondo.<br />

Un’altra questione che ha occupato<br />

le cronache dei giornali è quella<br />

relativa alla sentenza del Consiglio<br />

<strong>di</strong> Stato che ha dato ragione ad<br />

un maiscoltore del Friuli or<strong>di</strong>nando<br />

al Ministero delle politiche agricole<br />

<strong>di</strong> concludere entro 90 giorni<br />

il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> autorizzazione<br />

alla semina <strong>di</strong> mais transgenico come<br />

sancito dal <strong>di</strong>ritto comunitario.<br />

L’agricoltore aveva deciso <strong>di</strong> ricorrere<br />

al Consiglio dopo aver inoltrato<br />

regolare richiesta per la semina <strong>di</strong><br />

mais Bt (trasformato geneticamente<br />

per acquisire resistenza ad insetti<br />

parassiti), ed aver atteso invano la<br />

risposta per moltissimo tempo. La<br />

decisione del Consiglio <strong>di</strong> Stato ha<br />

causato una forte reazione governativa<br />

concretizzata in un decreto<br />

cosiddetto anti-OGM firmato dal<br />

precedente Ministro delle politiche<br />

agricole e controfirmato dai Ministri<br />

della salute e dell’ambiente.<br />

Non era <strong>di</strong>fficile immaginare che<br />

questo provve<strong>di</strong>mento avrebbe innescato<br />

atti <strong>di</strong> ribellismo che sono<br />

puntualmente avvenuti. Infatti il 25<br />

Aprile u.s., con un filmato visibile<br />

anche su Youtube, alcuni sostenitori<br />

degli OGM si sono fatti riprendere<br />

mentre procedevano alla semina <strong>di</strong><br />

alcuni semi transgenici in un luogo<br />

segreto. Seguire queste cronache<br />

non è francamente la più esaltante<br />

delle attività; ma non si può fare a<br />

meno <strong>di</strong> rilevare che ormai siamo<br />

ben al <strong>di</strong> fuori del confronto tecnico-scientifico.<br />

Le varie posizioni<br />

sono fortemente infiltrate <strong>di</strong> ideologia;<br />

è stata quin<strong>di</strong> una piacevole<br />

sorpresa sentire il nuovo titolare del<br />

<strong>di</strong>castero dell’agricoltura <strong>di</strong>chiarare<br />

che, senza mettere in <strong>di</strong>scussione<br />

la linea seguita dal governo, per gli<br />

OGM non si può rinunciare alla<br />

ricerca. È anche degna <strong>di</strong> nota l’affermazione<br />

del ministro che, riferendosi<br />

al nostro paese, <strong>di</strong>ce “anche<br />

in Italia ci sono fior <strong>di</strong> intelligenze<br />

che lavorano e hanno lavorato a<br />

progetti <strong>di</strong> sperimentazione in questo<br />

campo.” Infine non è secondario<br />

osservare che l’associazione nazionale<br />

dei maiscoltori (la voce dei <strong>di</strong>retti<br />

interessati dovrà essere sentita<br />

qualche volta!) chiede con insistenza<br />

<strong>di</strong> potersi avvalere dei semi ottenuti<br />

con la tecnologia <strong>di</strong> cui stiamo<br />

<strong>di</strong>scutendo.<br />

Oltre a questi argomenti che<br />

hanno interessato l’opinione pubblica,<br />

vorrei ricordare che in altri<br />

paesi europei, pur con la ormai ben<br />

nota prudenza dell’UE in questo<br />

campo, ci si sta muovendo decisamente<br />

nel campo dello stu<strong>di</strong>o delle<br />

possibili applicazioni della tecnologia<br />

del DNA ricombinante su<br />

varie importanti specie coltivate.<br />

La Francia, ad esempio, ha recentemente<br />

autorizzato le prove in campo<br />

<strong>di</strong> viti transgeniche; è una risposta<br />

ad una esigenza sentita anche<br />

dalla viticoltura italiana come autorevolmente<br />

ricordato nel <strong>numero</strong><br />

<strong>di</strong> Aprile 2010 <strong>di</strong> “Informazioni dai<br />

Georgofili”, organo della omonima<br />

Accademia.<br />

Ancora a conferma <strong>di</strong> un lento<br />

avanzamento dell’Europa verso<br />

l’accettazione della tecnologia in<br />

questione, va annoverata l’approvazione<br />

<strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> ricerca<br />

concernente la piante transgeniche<br />

forestali tipicamente europee<br />

o ivi naturalizzate (pioppo, pino,<br />

abete,betulla, castagno, etc.). Si<br />

tratta <strong>di</strong> definire le basi scientifiche<br />

per <strong>di</strong>rettive politiche dell’UE<br />

che riguarderanno le piante forestali<br />

transgeniche. In particolare<br />

verrà stu<strong>di</strong>ato il cosiddetto flusso<br />

orizzontale e verticale dei transgeni<br />

insieme all’effetto pleiotropico (influenza<br />

su più <strong>di</strong> un carattere) dei<br />

medesimi. Si tenterà <strong>di</strong> ottenere la<br />

massima sicurezza possibile stu<strong>di</strong>ando<br />

l’integrazione sito-specifica dei<br />

geni (l’esatta collocazione nel genoma)<br />

per minimizzare la variabilità<br />

della loro espressione e monitorando<br />

gli alberi GM in tutta la catena<br />

produttiva.<br />

Come si può facilmente osservare<br />

la comunità scientifica è assolutamente<br />

in grado <strong>di</strong> assicurare<br />

interventi sulle piante coltivate che<br />

siano rispettose delle implicazioni<br />

ambientali, incluse le preoccupazioni<br />

circa la salute dell’uomo.<br />

Voglio chiudere questo breve<br />

intervento ricordando che ad<br />

una “lobby biotech”, certamente<br />

esistita ed operante, corrisponde<br />

una opposta ma simmetrica “lobby<br />

anti-biotech” (che tra i suoi punti<br />

<strong>di</strong> forza cita, tra gli altri, la crisi dei<br />

saperi tra<strong>di</strong>zionali, il monopolio del<br />

mercato dei semi, lo sfruttamento<br />

dei piccoli agricoltori ). In base a<br />

considerazioni varie l’Unione europea,<br />

ma soprattutto l’Italia, ha, nei<br />

fatti, rifiutato i prodotti agrari della<br />

tecnologia del DNA ricombinante,<br />

generando le contrad<strong>di</strong>zioni che<br />

ho cercato <strong>di</strong> elencare e accettando,<br />

<strong>di</strong> fatto, la posizione della lobby<br />

antibiotech. Se invece avesse pur<br />

respinto una parte degli attuali prodotti,<br />

ma avesse aperto alla ricerca<br />

consentendo le prove sperimentali<br />

in campo con tanto <strong>di</strong> comparazione<br />

sia qualitativa che quantitativa<br />

delle produzioni, oltre ai controlli<br />

previsti per la salute umana ed animale<br />

e per la salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente,<br />

allora la posizione sarebbe<br />

stata accettabile. L’attuale situazione<br />

<strong>di</strong> rifiuto non può essere con<strong>di</strong>visa<br />

dalla comunità scientifica.<br />

Per ultimo mi sia consentita una<br />

licenza eterodossa: in tutte le vicende<br />

umane si può peccare per inerzia<br />

o per intemperanza. Vista la incre<strong>di</strong>bile<br />

inerzia dell’Italia in questo<br />

settore, ben venga qualche piccola<br />

intemperanza. E così sia.<br />

Amedeo Alpi<br />

P.S. Mentre stavo scrivendo<br />

questo articolo è stato pubblicato<br />

un importante lavoro sul <strong>numero</strong><br />

<strong>di</strong> Maggio della prestigiosa rivista<br />

PNAS (organo dell’Accademia<br />

americana delle Scienze). I ricercatori,<br />

dopo un accurato esame del<br />

trascrittoma e del metaboloma <strong>di</strong><br />

orzo normale e transgenico, hanno<br />

osservato più variabilità nei comuni<br />

incroci che nelle varietà transgeniche.<br />

È solo una delle infinite <strong>di</strong>mostrazioni<br />

che la tecnologia del DNA<br />

ricombinante può essere affidabile<br />

non meno <strong>di</strong> quanto sia stata l’eccezionale<br />

attività <strong>di</strong> miglioramento<br />

genetico tra<strong>di</strong>zionale condotta da<br />

almeno un secolo.<br />

19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!