numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna
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titolo<br />
xxxxxxx<br />
<strong>di</strong> xxxxxxxxxxxx*<br />
<strong>di</strong>dascalia<br />
ciò risiede naturalmente nell’alto<br />
valore del terreno che fa da premio<br />
su ogni altra forma <strong>di</strong> utilizzazione<br />
anche perché del suo prezzo, anno<br />
dopo anno, compete senza sfigurare<br />
con quello offerto da altre forme<br />
<strong>di</strong> investimento”. Perciò non è da<br />
aspettarsi per il futuro un’inversioone<br />
<strong>di</strong> tendenza.<br />
4. A proposito della grande <strong>di</strong>ffusione<br />
del part-time e degli addetti<br />
ai lavori in agricoltura bisogna<br />
riflettere sulla componente degli<br />
immigrati, già presente e destinata<br />
ad aumentare fortemente in futuro<br />
con la conseguente <strong>di</strong>minuzione del<br />
lavoro dei nati nel nostro paese. Un<br />
fenomeno complesso e destinato a<br />
“rotazioni” che faranno <strong>di</strong>minuire<br />
sempre più il rapporto sacrale fra il<br />
lavoratore e la terra. Un rapporto<br />
che è stato sempre fondamentale<br />
nella storia dell’agricoltura in tutti<br />
i paesi del mondo.<br />
5. Sulla valorizzazione delle aree<br />
periurbane c’è in atto un interessante<br />
<strong>di</strong>battito. Ci sono i sostenitori del<br />
cosiddetto “parco agrario metropolitano”.<br />
Fra questi il più convinto è<br />
Pierre Dona<strong>di</strong>eu che vorrebbe trasformare<br />
il territorio agricolo periurbano<br />
in una “campagna urbana”.<br />
Una proposta che ha un forte limite<br />
nella concezione <strong>di</strong> una “campagna<br />
urbana” solo rurale e non produttiva<br />
con agricoltori che <strong>di</strong>ventano curatori<br />
del paesaggio. Resta comunque<br />
tutta da giocare la scommessa<br />
<strong>di</strong> un’agricoltura professionale ed<br />
economicamente valida realizzata<br />
negli spazi periurbani. Armonizzata<br />
magari con le attività terziarie e<br />
quaternarie.<br />
6. “Chi fa l’Agricoltura ha poca<br />
voce in capitolo” sostiene il Prof.<br />
Alpi. Mi chiedo: <strong>di</strong>pende anche dal<br />
fatto che l’agricoltura ha perso gran<br />
parte della sua funzione strategica e<br />
la possibilità <strong>di</strong> influenzare le scelte<br />
politiche per un ridotto peso elettorale?<br />
7. Il prof. Alpi sembra criticare<br />
“la fantasia italica dei giacimenti<br />
enogastronomici”. Mi può trovare<br />
d’accordo solo se si riferisce a produzioni<br />
che hanno una “piccola o<br />
inesistente base reale <strong>di</strong> riferimento”.<br />
Non in assoluto. Sono convinto<br />
infatti che la riscoperta <strong>di</strong> produzioni<br />
<strong>di</strong> nicchia, il perseguimento<br />
della qualità e il contenimento dei<br />
costi sono elementi insostituibili<br />
per un rilancio <strong>di</strong> alcuni settori della<br />
nostra agricoltura.<br />
8. Drammaticamente con<strong>di</strong>visibili<br />
invece tutte le osservazioni che<br />
il prof. Alpi fa a proposito dell’acqua.<br />
Fino a ripetere con lui che la<br />
“barca mondo è <strong>di</strong>ventata incre<strong>di</strong>bilmente<br />
piccola per quanto è popolata”.<br />
Bisogna riba<strong>di</strong>re alcune realtà:<br />
a) L’agricoltura consuma fino<br />
a 70 volte il quantitativo <strong>di</strong> acqua<br />
usato per cucinare o lavarsi. b) Molti<br />
paesi devono importare più della<br />
metà del loro fabbisogno alimentare<br />
perché non hanno abbastanza<br />
acqua; c) La quantità <strong>di</strong> acqua necessaria<br />
per una popolazione raddoppierà<br />
nei prossimi 50 anni. Gli<br />
esperti sostengono che si potrebbe<br />
avere un’attenuazione del problema<br />
combattendo l’abusivismo e pianificando<br />
le utilizzazioni dell’acqua<br />
utilizzata per l’agricoltura, l’industria<br />
e le altre attività terziarie. Mi<br />
sembrano con<strong>di</strong>visibili le affermazioni<br />
del Direttore generale della<br />
FAO, Jaques Diouf al quinto Forum<br />
mon<strong>di</strong>ale dell’acqua che si è tenuto<br />
l’anno scorso a Istanbul “Il futuro<br />
dell’acqua è in un’agricoltura più efficiente”<br />
ha detto Diouf auspicando<br />
“una produzione con meno acqua”<br />
con “investimenti ed incentivi ben<br />
finalizzati”.<br />
Al <strong>di</strong> là delle iniziative legislative<br />
ci vuole comunque una grande<br />
opera <strong>di</strong> sensibilizzazione con campagne<br />
mirate per accrescere in tutti<br />
la consapevolezza del problema e<br />
creare fra le popolazioni una mentalità<br />
che va contro gli sprechi.<br />
9. Da una denuncia pubblicata<br />
sui giornali si apprende che la grande<br />
<strong>di</strong>stribuzione organizzata commercializza<br />
gli ortaggi e gli agrumi<br />
siciliani con ricarichi che superano<br />
il 500% del prezzo pagato agli agricoltori<br />
danneggiando consumatori<br />
e produttori. È la conferma <strong>di</strong><br />
quanto siano giuste le affermazioni<br />
del prof. Alpi quando parla <strong>di</strong> “forte<br />
preminenza della Grande Distribuzione<br />
Organizzata”. Qualcosa si sta<br />
facendo negli ultimi tempi per risolvere<br />
il problema e si parla con sempre<br />
maggiore convinzione <strong>di</strong> “filiera<br />
corta” e <strong>di</strong> “prodotti a kilometro<br />
zero”. Iniziative interessanti per la<br />
sensibilizzazione dell’opinione pubblica.<br />
Alle quali però si dovrebbero<br />
aggiungere controlli ed iniziative<br />
legislative più concrete ed incisive.<br />
10. Il prof. Alpi parla <strong>di</strong> un’agricoltura<br />
che non ha collegamenti<br />
con le Università e non trae benefici<br />
dal lavoro svolto dalle <strong>numero</strong>se<br />
facoltà <strong>di</strong> agraria esistenti in Italia.<br />
Non ho modo <strong>di</strong> dubitare che sia<br />
così. Mi risulta però che qualche<br />
Università si pone il problema ma<br />
mi pare anche che i risultati non sono<br />
splen<strong>di</strong><strong>di</strong>.<br />
Mi sembra illuminante a tal<br />
proposito il libro <strong>di</strong> Antonio Pascale<br />
Scienza e sentimento. Sostiene<br />
Pascale che “in agricoltura ogni innovazione<br />
tecnologica è vista come<br />
sinonimo <strong>di</strong> corruzione”, e che “<strong>di</strong><br />
contro, per combattere gli abusi del<br />
sistema moderno, corrotto e <strong>di</strong>abolico,<br />
ci si basa solo sull’agricoltura<br />
biologica.<br />
Limitandosi, però a pronunciare<br />
la parola magica, appunto, biologico<br />
e insistendo sempre sul medesimo<br />
punto: la totale assenza <strong>di</strong> interventi<br />
chimici”.<br />
Mi chiedo in conclusione e chiedo<br />
al prof. Alpi: è possibile trovare<br />
un punto <strong>di</strong> incontro, un’integrazione<br />
critica della conoscenze tra<strong>di</strong>zionali<br />
con quelle che vengono<br />
dalla ricerca e dall’innovazione<br />
tecnologica? E ancora. Un nuovo<br />
e <strong>di</strong>verso rapporto fra agricoltura e<br />
Università non potrebbe risolvere<br />
molti dei problemi <strong>di</strong> cui stiamo<br />
parlando?<br />
Enzo Monaco<br />
*Presidente Accademia Italiana<br />
del peperoncino ONLUS<br />
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