numero 35 di Sant'Anna News - Scuola Superiore Sant'Anna
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Riflessioni serali <strong>di</strong> un chirurgo maturo<br />
Dopo aver letto oggi ancora<br />
due mails <strong>di</strong> giovani chirurghi<br />
italiani che mi chiedono consigli<br />
per poter lavorare in Svizzera, ancora<br />
scosso dalla lettera <strong>di</strong> Celli<br />
che consigliava al proprio figlio <strong>di</strong><br />
emigrare e davanti all’ultimo <strong>numero</strong><br />
del Sant’Anna, ormai vicino<br />
a trent’anni <strong>di</strong> carriera, mi vien da<br />
pensare al destino e al futuro delle<br />
giovani generazioni me<strong>di</strong>che ed in<br />
particolare ai giovani chirurghi.<br />
Intanto, che fine ha fatto la mia<br />
generazione? Siamo ormai degli<br />
ultracinquantenni (ultra, ultra…),<br />
un età <strong>di</strong> maturità conseguita, ma<br />
stranamente silente… Dove sono<br />
finiti i Crea, Vicini, Giulianotti,<br />
Margaria, Neglia, Picano, Paganelli,<br />
Tononi? Alcuni sono personaggi<br />
illustri, perché non battono un<br />
colpo? È vero Mosca, Ghelarducci<br />
sono sempre ben presenti e attivi,<br />
ma chissà, sarà forse ora <strong>di</strong> dar loro<br />
il cambio!<br />
Il Sant’Anna rievoca continuamente<br />
in maniera suggestiva personaggi<br />
del passato a noi in parte<br />
noti, tanti però non li abbiamo<br />
conosciuti, invece mancano quelli<br />
degli anni settanta, ottanta, dove<br />
sono…? Sono forse questi che<br />
devono pensare alle generazioni<br />
future e dovrebbero farsi vivi. È<br />
chiaro, il mio pensiero è probabilmente<br />
falsato da tanti anni <strong>di</strong> assenza<br />
dall’Italia, ma è mai possibile<br />
che le <strong>di</strong>fficoltà e le frustrazioni che<br />
risentivo più <strong>di</strong> trent’anni fa le riviva<br />
intatte e immutate attraverso<br />
le testimonianze <strong>di</strong> giovani me<strong>di</strong>ci<br />
che ho occasione <strong>di</strong> incontrare o<br />
che mi mandano mail per chiedere<br />
un opportunità <strong>di</strong> formarsi e lavorare<br />
in Svizzera? È mai possibile che<br />
non si possa insegnare ad un giovane<br />
lo splen<strong>di</strong>do mestiere della chirurgia,<br />
la bellezza e la sod<strong>di</strong>sfazione<br />
del contatto coi malati, la gioia<br />
della ricerca scientifica ben fatta (e<br />
onesta), senza aver paura <strong>di</strong> perdere<br />
qualcosa <strong>di</strong> se stessi? Non è una<br />
sensazione affascinante quella <strong>di</strong><br />
vedere realizzare attraverso le mani<br />
dell’allievo, i propri gesti?<br />
Leggevo ieri sulla rivista del<br />
American College of Surgeons un<br />
articolo che sottolineava l’importanza<br />
in una formazione e carriera<br />
chirurgica, del Mentor, non solo<br />
come consigliere ma anche come<br />
esempio <strong>di</strong> vita. Non c’è niente <strong>di</strong><br />
più vero, e mi accorgo <strong>di</strong> aver avuto<br />
questa fortuna nella mia vita <strong>di</strong><br />
chirurgo.<br />
Cavina, nel cui reparto Pisano<br />
(locali <strong>di</strong> fortuna della vecchia<br />
clinica <strong>di</strong> oftalmologia, senza cure<br />
intense ed altre <strong>di</strong>avolerie…) tante<br />
ore passai, quando timidamente gli<br />
comunicai il mio progetto <strong>di</strong> emigrare<br />
a Basilea, mi <strong>di</strong>sse, “vai Rosso<br />
se te la senti ed hai l’occasione, vai,<br />
qui un futuro non te lo posso promettere”.<br />
Franco Mosca, quando io<br />
stesso feci l’esame <strong>di</strong> specialità, senza<br />
mai aver frequentato a Pisa (ero<br />
a Basilea), mi <strong>di</strong>spensò da domande<br />
tecniche, ma mi interrogò sulla mia<br />
vita da assistente, continuando ad<br />
incoraggiarmi. Poi Allgoewer (mi<br />
ha fatto da Mentor fino alla Professur<br />
a Basilea! Nonostante abbia<br />
lavorato solo tre anni con lui!),<br />
Harder, Parc, tutte persone che in<br />
un modo o nell’altro mi accompagnano<br />
ogni giorno, mi hanno<br />
permesso <strong>di</strong> amare il mio mestiere,<br />
e mi hanno regalato una <strong>di</strong>gnità<br />
umana e professionale.<br />
Dove sono oggi i Mentor per i<br />
nostri giovani? Da quanto sento ce<br />
ne sono pochi, rimpiazzati da logiche<br />
<strong>di</strong> raccomandazione, nepotismo,<br />
clientelismo e <strong>di</strong> sfruttamento<br />
vero e proprio. E questo fa sì che<br />
sempre più giovani me<strong>di</strong>ci cerchino<br />
la via dell’estero (vi assicuro, ricevo<br />
circa due mail al giorno <strong>di</strong> giovani<br />
e meno giovani che cercano opportunità<br />
<strong>di</strong> lavoro nel mio servizio, 2<br />
al giorno!)<br />
O forse l’esperienza al Sant’Anna<br />
è <strong>di</strong>versa, ma allora <strong>di</strong>ciamolo e<br />
cerchiamo <strong>di</strong> dar coraggio, esempi e<br />
opportunità alle generazioni future<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, offriamoci come Mentor<br />
e <strong>di</strong>amo una speranza a questi giovani!<br />
Perché nonostante tutto lo<br />
stu<strong>di</strong>o della me<strong>di</strong>cina in Italia è eccellente,<br />
e la fantasia, lo spirito <strong>di</strong><br />
adattamento, l’acume e la curiosità<br />
intellettuale dell’italiano, fanno si<br />
che all’estero siano estremamente<br />
apprezzati e nella maggior parte dei<br />
casi accedano a carriere brillantissime!<br />
Ma perché non tenere questo<br />
capitale in Italia? Se penso a quanto<br />
mi ha dato Pisa, il Sant’Anna<br />
per la mia realizzazione umana e<br />
professionale, e a quanto poco posso<br />
rendere, trovo lo spreco enorme,<br />
e triste! Ecco, sono solo alcune riflessioni<br />
serali <strong>di</strong> un chirurgo felice,<br />
che tanto vorrebbe che le generazioni<br />
future potessero accedere alla<br />
stessa felicità, ma avendo la possibilità<br />
<strong>di</strong> rimanere nel proprio paese.<br />
Raffaele Rosso<br />
www.crusoe.it<br />
Per ricordare Cristiano Meossi<br />
Lo piangono in tanti Cristiano, il<br />
pe<strong>di</strong>atra, perché era un grande<br />
me<strong>di</strong>co e una grande persona. Che<br />
lascia davvero un vuoto profondo:<br />
tra i suoi cari e tra i suoi piccoli pazienti,<br />
che seguiva con tanto amore<br />
e de<strong>di</strong>zione, come dovrebbe fare un<br />
buon dottore. Come faceva – con<br />
un impegno totale e tanta bravura<br />
– Cristiano, che se ne è andato a<br />
soli 51 anni vinto da una terribile<br />
malattia che ha affrontato con coraggio<br />
e serenità, dando fino all’ultimo<br />
una lezione <strong>di</strong> comportamento<br />
a tutti.<br />
Era nato a Siena nel 1959 ed era<br />
cresciuto a Orbetello dove vivono i<br />
genitori: il papà Alvaro, anche lui<br />
me<strong>di</strong>co, e la mamma Nada, insegnante.<br />
Nel 1983 si era laureato<br />
con 110 e lode a Pisa. Si era poi<br />
specializzato (sempre con il massimo<br />
dei voti) in clinica pe<strong>di</strong>atrica<br />
e in neuropsichiatria infantile. Dal<br />
luglio 1988 era in servizio nel reparto<br />
<strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria del Campo <strong>di</strong> Marte<br />
con la qualifica <strong>di</strong> assistente me<strong>di</strong>co<br />
fino al 1993, poi <strong>di</strong> aiuto corresponsabile.<br />
Dal 1993 era responsabile del<br />
Centro multizonale per la prevenzione<br />
e la cura del <strong>di</strong>abete mellito in<br />
età evolutiva del Campo <strong>di</strong> Marte.<br />
Pubblichiamo <strong>di</strong> seguito il ricordo<br />
commosso letto durante le esequie<br />
dal primario Dott. Domenici.<br />
Mi riesce <strong>di</strong>fficile parlare <strong>di</strong> Cristiano<br />
in questo momento: non è stato<br />
solo il collega, ma anche, e soprattutto<br />
l’amico. Un’amicizia che dura da prima<br />
della collaborazione professionale e<br />
che va ben oltre l’intesa professionale<br />
pure gran<strong>di</strong>ssima: ricordo il piacere <strong>di</strong><br />
una costante sintonia e <strong>di</strong> uno stimolo<br />
intellettuale vivacissimo.<br />
Cosa <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Cristiano? Geniale,<br />
brillante, organizzato, logico, affidabile,<br />
sensibile, umano, vulcanico,<br />
comunicativo, capace <strong>di</strong> cogliere le<br />
sfumature, magari non si trovava una<br />
cartella, ma lui non <strong>di</strong>menticava mai<br />
nulla <strong>di</strong> un paziente, <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima<br />
cultura, pieno <strong>di</strong> interessi e capace <strong>di</strong><br />
coltivarli tutti e bene, talento fuori dal<br />
comune, molto corretto ma non convenzionale,<br />
sempre <strong>di</strong> corsa tra i tanti<br />
impegni non sgarrava mai nel ritardare<br />
15’ esatti, ma con uno sguardo, un<br />
sorriso sapeva sempre farsi perdonare<br />
(quante volte ci abbiamo scherzato<br />
su), molto orgoglioso della sua famiglia,<br />
come la sua famiglia è orgogliosa<br />
<strong>di</strong> lui e a buon <strong>di</strong>ritto.<br />
Lascia una traccia indelebile nel<br />
nostro gruppo: come si <strong>di</strong>ce con linguaggio<br />
sportivo, cercheremo <strong>di</strong> far<br />
forza sul collettivo, il gruppo cercherà<br />
<strong>di</strong> essere all’altezza <strong>di</strong> lui e delle sue<br />
aspettative. Un esempio, una testimonianza.<br />
Sono sicuro che sentendo<br />
queste cose sta arrossendo, però è la<br />
realtà. Cristiano, uomo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> orizzonti:<br />
ora ne ha davanti uno ancora<br />
più grande, ma conoscendolo e sapendo<br />
la sua passione per la vela saprà<br />
navigare anche là.<br />
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