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Visualizza... - Ordine Provinciale di Roma dei Medici-chirurghi e ...

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mondo (unica eccezione il Bangladesh) le donne<br />

vivono più a lungo; in Italia il vantaggio femminile<br />

è <strong>di</strong> circa sei anni, risultando la vita me<strong>di</strong>a<br />

delle donne <strong>di</strong> 84 anni a fronte <strong>dei</strong> 78 anni<br />

degli uomini (3). Il sesso maschile è svantaggiato<br />

in qualsiasi fascia <strong>di</strong> età, fin dalla vita endouterina<br />

e dalla nascita (la percentuale <strong>di</strong> feti<br />

<strong>di</strong> sesso maschile è superiore negli aborti, nelle<br />

morti endouterine e nella mortalità neonatale),<br />

ma questo guadagno femminile in quantità<br />

<strong>di</strong> vita è associato a più alti tassi <strong>di</strong> morbilità,<br />

<strong>di</strong>sabilità e, comunque, <strong>di</strong> sindromi cronico<br />

degenerative.<br />

Perché, quin<strong>di</strong>, una me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> genere? Perché<br />

la formazione degli operatori sanitari <strong>di</strong>scende<br />

da una me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionalmente “tarata”<br />

sul corpo maschile e che riconosce la<br />

<strong>di</strong>fferenza sessuale esclusivamente dal punto<br />

<strong>di</strong> vista genitale e riproduttivo (la cosiddetta bikini<br />

view ), senza tener conto della enorme mole <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> sperimentali e clinici degli ultimi venti anni<br />

che, avendo incluso la variabile del genere,<br />

hanno rilevato significative <strong>di</strong>fferenze del comportamento<br />

del sistema immunitario (e quin<strong>di</strong><br />

nella risposta infiammatoria), della reazione<br />

dell’asse dello stress, della composizione <strong>dei</strong><br />

pattern enzimatici, della farmacocinetica e farmaco<strong>di</strong>namica.<br />

(4)<br />

La me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> genere non è e non vuole essere<br />

la me<strong>di</strong>cina della salute della donna, bensì<br />

una nuova scienza che mira allo stu<strong>di</strong>o delle<br />

<strong>di</strong>fferenze tra donne e uomini in: salute, incidenza<br />

e prevalenza delle malattie nonché espeaA<br />

T T U A L I T À<br />

<strong>di</strong> P.Marina Risi, Gabriella Nasi<br />

perché<br />

una me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>di</strong> genere<br />

“Appartenere al sesso maschile o femminile<br />

rappresenta uno <strong>dei</strong> maggiori determinanti della<br />

salute umana”. Con questa forte e precisa affermazione<br />

Eero Kajantie, epidemiologo finlandese<br />

riconosciuto come uno <strong>dei</strong> massimi esperti<br />

mon<strong>di</strong>ali nel campo della Promozione della Salute,<br />

inizia una sua pubblicazione del 2006 (1).<br />

Dal 2000 l’OMS ha inserito la me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> genere<br />

nell’Equity Act (2), documento che auspica<br />

non solo una parità <strong>di</strong> accesso alla cura per<br />

i due sessi, ma anche una adeguatezza <strong>di</strong> cura<br />

secondo il proprio sesso.<br />

I dati epidemiologici parlano chiaro: in tutto il<br />

bollettino o.m.c. e o. <strong>di</strong> roma - n. 4/2009<br />

16

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