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A T T U A L I T À sarà a disposizione nel momento in cui verranno rimodulati i posti letto. Inoltre i dati disponibili sulla popolazione residente e sui posti letto attivi non sono certi. Negli ultimi mesi abbiamo assistito al “balletto dei numeri” sia in relazione alla popolazione presente nella regione, 5.493.308 (dati ISTAT 2006), 5.304.000 (dati ISTAT a gennaio 2008), 5.632.223 (dati ISTAT a gennaio 2009) sia in relazione ai posti letto attivi, 26.475 (a gennaio 2009), 27.867 (21.856 per acuti al 31 dicembre 2007 più 5.769 per lungodegenza - riabilitazione al 31/12/2006), 21.808 posti letto per acuti attivi al 01.01.08 NSIS. Di conseguenza, in mancanza di dati sicuri, si rischia, al momento di fare stime non corrette e quindi di rimodulare i posti letto in difetto o in eccesso. In alternativa, in assenza di dati più recenti sui posti letto attivi per acuti si potrebbe concordare sul dato riportato dal nuovo PSR che fa riferimento al numero di PL NSIS al 01.01.08 di 21.808 e seguire le indicazioni del Documento per la Riorganizzazione della Rete Ospedaliera (Laziosanità Agenzia di Sanità Pubblica-Assessorato alla Sanità, 13.11.06) per calcolare i PL complessivi attesi per acuti effettivamente necessari sommando il numero di PL attesi in base alla popolazione ISTAT 2006 (5.493.308) su cui il 3,5 per 1000 è rappresentato da 19.227 ai 3.147 PL che tengono conto di: 1. scarto tra popolazione residente stimata in base ai dati ISTAT 2006 e quella risultante dalla banca dati dell’Anagrafe; 2. PL che consentano a Roma la dotazione dei Policlinici universitari e la copertura sanitaria dei maxieventi che coinvolgono periodicamente la capitale, 3. la funzione di Roma come polo di attrazione, raggiungendo un totale di 22.374 letti attesi per acuti. A questi va aggiunta la quota di PL dello 0.7 per 1000 di Riabilitazione (3. 845) e lo 0.3 per mille di lungodegenza (1.648) per un totale di 27.867 letti complessivi attesi. Comunque il calcolo dei letti da attivare o disattivare dovrebbe anche tenere conto della recente chiusura di Ospedali con la possibilità di un aumento dei PL attesi calcolati. Roma, 23 Settembre 2009 AAROI - ASSOCIAZIONE ANESTESISTI RIANIMATORI OSPEDALIERI ITALIANI ACOS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA OPERATORI SANITARI ADI - ASSOCIAZIONE ITALIANA DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA AGUI AIAC - ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ARITMOLOGIA E CARDIOSTIMOLAZIONE COMUNICATO STAMPA STUDI PROFESSIONALI MEDICI E ODONTOIATRI CONTRO LE NORME DELLA REGIONE LAZIO FALCONI: “SONO IL FRUTTO DI UNA DEGENERAZIONE BUROCRATICA” L’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma critica le disposizioni emanate di recente dalla Regione Lazio per regolamentare l’apertura degli studi professionali. Secondo l’Ordine, infatti, nonostante i numerosi incontri e le intese raggiunte con i massimi vertici politico-istituzionali ed amministrativi della Regione, protrattisi per oltre un anno, tali norme non rispettano quanto concordato, se non in minima parte. Per contro è stato previsto un sistema autorizzativo oltremodo complicato, costoso, che comporta un vero e proprio ostacolo a dette aperture. Tutto ciò determina danni evidenti per medici e odontoiatri ma impedisce anche una migliore diffusa e capillare assistenza ai cittadini del Lazio. “Tra l’altro sembra siano state concesse autorizzazioni a strutture di grandi dimensioni – commenta Mario Falconi, Presidente dell’Ordine - sostenute da soci con ingenti capitali economici, nelle more di emanazione da parte della Regione delle nuove disposizioni. A tale proposito il nostro Ordine già da tempo ha chiesto ai Nas ed alla stessa Regione Lazio di effettuare le opportune verifiche”. Su sollecitazione anche della Commissione Albo Odontoiatri di Roma e di rappresentanti sindacali di medici e odontoiatri, il Presidente Falconi ha richiesto ufficialmente un incontro urgente al Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e al Vicepresidente, Esterino Montino, al fine di riportare un clima di serenità nei rapporti tra l’istituzione ordinistica e quella regionale, “evitando così – sottolinea Falconi - un contenzioso strutturale e permanente cui, date le note difficoltà in cui si dibatte la sanità regionale, si potrebbe e dovrebbe fare volentieri a meno”. Roma, 31 luglio 2009 bollettino o.m.c. e o. di roma - n. 4/2009 8
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