ar - Fingerpicking Net
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A H<strong>ar</strong>d Day’s Night<br />
nica con il cambio di tonalità fa p<strong>ar</strong>te di quel grande<br />
meccanismo che ha stravolto la musica. Andate a<br />
sentire come finisce e ne rip<strong>ar</strong>liamo.<br />
E molto moderna è la troppo sottovalutata “When<br />
I Get Home”, che cambia mood due o tre volte, passando<br />
dal rock’n’roll al rhythm’n’blues e al pop più<br />
sfrenato, tutto nel giro di due minuti: su ogni cambio<br />
di accordo si avvertono decenni di composizioni<br />
successive di altri autori. “I’ll Be Back” passa dal<br />
maggiore al minore di continuo e nel giro di un paio<br />
di accordi, ma non ce ne accorgiamo fino a quando<br />
non proviamo a suon<strong>ar</strong>la.<br />
Quello che notiamo ancora una volta è la grande<br />
v<strong>ar</strong>ietà di composizioni: si spazia dalla splendida<br />
melodia di “If I Fell” e “And I Love Her” alla forza<br />
trascinante di “Tell Me Why” e “Can’t Buy Me Love”.<br />
In tutto il lavoro si osserva un livello medio delle<br />
composizioni che è sempre più alto, la melodia non<br />
è mai banale e della p<strong>ar</strong>te <strong>ar</strong>monica abbiamo già<br />
sottolineato esempi lampanti di innovazione. I testi<br />
iniziano poi a f<strong>ar</strong>si un po’ più maturi, non c’è solo<br />
la voglia di conquist<strong>ar</strong>e le ragazzine con semplici<br />
frasi d’amore: in “Anytime At All” si offre la propria<br />
spalla all’amico (o amica) che ne avesse bisogno<br />
per piangere; “Can’t Buy Me Love” è chi<strong>ar</strong>amente<br />
indirizzata a tutte le ragazze che cercano di essere<br />
‘comprate’ con gioielli o altro, Paul è chi<strong>ar</strong>o in ciò<br />
che afferma: ti posso anche regal<strong>ar</strong>e qualcosa di<br />
valore, ma l’amore non si compra.<br />
Chit<strong>ar</strong>ra acustica<br />
Leggend<strong>ar</strong>io resterà sempre l’inizio di “And I Love<br />
Her”, con George alla chit<strong>ar</strong>ra con corde in nylon e<br />
un assolo breve ma molto intenso, suonato in maniera<br />
un po’ spagnoleggiante, come l’<strong>ar</strong>peggio che<br />
accompagna la strofa. La canzone è un gioiello di<br />
r<strong>ar</strong>a bellezza, morbidissima come solo un brano<br />
cantato da McC<strong>ar</strong>tney può essere, ed è la dimostrazione<br />
di quanto le composizioni maturassero in<br />
fretta. Sì, perché dove brani come “A H<strong>ar</strong>d Day’s<br />
Night” o “Can’t Buy Me Love” vanno nella direzione<br />
del rock’n’roll rivisto alla loro maniera, brani lenti<br />
come quelli appena citati iniziano a f<strong>ar</strong> vedere sempre<br />
più chi<strong>ar</strong>amente ciò che una canzone come “All<br />
My Loving” aveva già dimostrato.<br />
Gli <strong>ar</strong>rangiamenti<br />
“And I Love Her” manca della batteria, le chit<strong>ar</strong>re<br />
e il basso reggono tutto con l’ausilio delle sole<br />
percussioni, ma poco altro succede se non che ci<br />
si trova di fronte a un lavoro di livello assoluto: non<br />
si cerca l’effetto a sorpresa, ma la canzone pura e<br />
semplice.<br />
Le voci<br />
“If I Fell” è una perla, una delle migliori canzoni dei<br />
Beatles: l’introduzione è completamente fuori tonalità<br />
rispetto alla canzone (inizia in REb ma il pezzo<br />
è in RE); il primo passaggio MIbm/RE/REb è praticamente<br />
una sostituzione di tritono di quelle che si<br />
usano nel jazz, ed è talmente bello che passa quasi<br />
sotto silenzio!<br />
Inoltre la canzone è tutta cantata a due voci (i due<br />
chiesero espressamente di cant<strong>ar</strong>la in un solo microfono).<br />
Poche volte John e Paul sono riusciti a<br />
f<strong>ar</strong> meglio: ascoltate John che <strong>ar</strong>monizza in basso<br />
usando i semitoni in maniera sapiente; le p<strong>ar</strong>ole<br />
«Oh please» cantate dai due danno un intervallo<br />
vocale splendido.<br />
La divertente “Tell Me Why” è cantata tutta sopra<br />
le righe e <strong>ar</strong>monizzata in maniera sapiente: sembra<br />
un pezzo degli anni ’30 con John che canta e gli altri<br />
a rispondere in crescendo fino all’esplosione del<br />
falsetto di «Is there anything I can doooo», perfetto<br />
nella sua follia.<br />
Chit<strong>ar</strong>ra elettrica<br />
Dicevamo della 12 corde di George, ripresa poi<br />
da molti altri a p<strong>ar</strong>tire da Roger McGuinn dei Byrds<br />
e c<strong>ar</strong>atteristica del sound Beat degli anni ’60. Lo<br />
strumento si ascolta su molti dei brani analizzati in<br />
questa occasione e offre un suono nuovo che i nostri<br />
non si fanno sfuggire, George la utilizza addirittura<br />
per l’assolo su “I Call Your Name”.<br />
Tutto l’album vede H<strong>ar</strong>rison alle prese con il solito<br />
lavoro di rifinitura alla chit<strong>ar</strong>ra elettrica, e alcune<br />
delle cose più interessanti le troviamo sulle corde<br />
in nylon, passaggi analizzati nella p<strong>ar</strong>te dedicata<br />
all’acustica su <strong>Fingerpicking</strong>.net. I suoi assoli si<br />
muovono ancora principalmente sulla pentatonica<br />
Blues, sono passati pochi mesi dalle ultime uscite<br />
discografiche e stilisticamente non ci si può essere<br />
allontanati più di tanto, i ritmi di lavoro erano serratissimi<br />
e ognuno dei quattro sapeva bene cosa<br />
f<strong>ar</strong>e, George compreso. La squadra era formata, il<br />
lavoro di gruppo era solido e in questa fase tutto<br />
era concentrato sulla scrittura, sempre più notevole,<br />
dei due compositori, la sperimentazione s<strong>ar</strong>ebbe<br />
<strong>ar</strong>rivata più avanti. Lennon sempre granitico alla<br />
ritmica e H<strong>ar</strong>rison puntuale negli interventi sono il<br />
m<strong>ar</strong>chio di fabbrica di questo periodo.<br />
19<br />
chit<strong>ar</strong>ra acustica 5 duemilaundici