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Revolver<br />

so Rickenbacker 4001 e un basso destro, un Burns<br />

Nu-sonic viene utilizzato da H<strong>ar</strong>rison durante alcune<br />

session relative all’album e al singolo “Paperback<br />

Writer” / “Rain”.<br />

Ho visto i Beatles dal vivo – 5<br />

di Dennis Conroy<br />

È un mercoledì sera al Cavern, in un giorno<br />

qualunque fra il 1961 e il 1963. Se potete leggere<br />

quanto segue ascoltando le canzoni elencate,<br />

s<strong>ar</strong>à quanto di più vicino possibile alla possibilità di<br />

ascolt<strong>ar</strong>e mai i Beatles al Cavern.<br />

Kingsize Taylor and the Dominoes hanno appena<br />

lasciato il palco dopo aver fatto da apertura.<br />

Kingsize, un omone, grande fan di Fats Domino di<br />

cui suonava molte canzoni durante i concerti, era<br />

anche ospite fisso ad Amburgo, dove la sua band<br />

suonava regol<strong>ar</strong>mente.<br />

I Beatles, non annunciati, salgono sul palco. I loro<br />

strumenti sono già pronti dall’esibizione dell’ora di<br />

pranzo. Paul inizia a gu<strong>ar</strong>d<strong>ar</strong>e fra i foglietti che contengono<br />

le richieste, lasciati principalmente dalla<br />

metà femminile del pubblico, sistemandoli in modo<br />

che si adattino anche alla scaletta già decisa.<br />

George come al solito controlla che la chit<strong>ar</strong>ra sia<br />

accordata, cosa non facile in un’epoca in cui non<br />

esistevano ancora gli accordatori, in un club in cui<br />

i muri trasudavano di condensa ancor prima che il<br />

primo gruppo iniziasse a suon<strong>ar</strong>e. Tutti a quell’epoca<br />

ci riferivamo ai Beatles chiamandoli il ‘gruppo’.<br />

Pete sta finendo di sistem<strong>ar</strong>e la batteria p<strong>ar</strong>lottando<br />

con George, mentre John raccoglie l’ampio<br />

tela incerata che ricopre il piano verticale, rimasta<br />

a terra dopo l’esibizione di Kingsize Taylor and The<br />

Dominoes.<br />

John gu<strong>ar</strong>da il coperchio e urla verso i camerini<br />

«Kingsize, hai dimenticato l’impermeabile!» condividendo<br />

la battuta con qualcuno nascosto fra il pubblico<br />

oltre l’<strong>ar</strong>co alla sua sinistra. Paul entra nella<br />

conversazione ridendo con John, mentre si avvicina<br />

alla sua posizione al centro del palco. Si gira verso<br />

George, che ride ancora per la battuta, che Pete<br />

si è persa: è seduto gu<strong>ar</strong>dando John con la testa<br />

leggermente inclinata.<br />

Poi accade. Mentre Paul e George hanno catturato<br />

la nostra attenzione, John ci sorprende, ancora<br />

una volta, contando «un, due, tre, quattro». Questo<br />

annuncia gli accordi di La e Do, che portano alla<br />

tonalità di Re per una scatenata versione di “Some<br />

Other Guy” (1), una canzone di Richie B<strong>ar</strong>rett. Nella<br />

versione di B<strong>ar</strong>rett le note iniziali erano suonate<br />

con una tastiera ad un tempo molto più lento. John<br />

usò questa sequenza tempo dopo nella sua “Instant<br />

K<strong>ar</strong>ma”. John e Paul cantano buona p<strong>ar</strong>te del brano<br />

all’unisono.<br />

Il brano finisce fra le urla entusiastiche e gli applausi<br />

di un pubblico già conquistato. Prima che<br />

l’applauso termini, Paul lancia la veloce “Red Sails<br />

in the Sunset” (2), una canzone del 1935 rilanciata<br />

nel 1955 da Nat King Cole.<br />

I Beatles si fermano un attimo e ci lasciano riprendere<br />

fiato. John legge richieste scritte su pezzetti di<br />

c<strong>ar</strong>ta, seduto sul suo amplificatore, prima di prendere<br />

l’<strong>ar</strong>monica poggiata proprio sull’ampli, per suon<strong>ar</strong>e<br />

il primo originale della serata, “Love Me Do”<br />

(4). Appena l’applauso sfuma John strilla il titolo seguente,<br />

“Mr Moonlight” (4). Il tremolo del VOX AC30<br />

di George aggiunge un sapore latinoamericano al<br />

drumming di Pete.<br />

È ora il turno di George di cant<strong>ar</strong>e una delle canzoni<br />

di C<strong>ar</strong>l Perkins nel suo repertorio, “Everybody’s<br />

Tryin’ to Be My Baby” (5), che era un altro brano<br />

anni ’30 origin<strong>ar</strong>iamente di Rex Griffin. La versatilità<br />

di George era evidente anche a questa giovane<br />

età, visto come inseriva il tipico <strong>ar</strong>peggiato ritmico di<br />

Perkins in un gruppo di rock’n’roll.<br />

John prende il comando per un lato B di Arthur<br />

Alexander, “Soldier of Love” (6). Questo tipo di pezzi<br />

rendeva i Beatles davvero unici rispetto agli altri<br />

gruppi di Liverpool. Questi rhythm’n’blues lenti mostravano<br />

l’attenzione che mettevano nei cori, c<strong>ar</strong>atteristica<br />

predominante lungo tutto l’<strong>ar</strong>co della loro<br />

c<strong>ar</strong>riera.<br />

Prima che l’applauso finisca i Beatles attaccano<br />

con “Slow Down” (7), lato B di “Dizzie Miss Lizzie”<br />

di L<strong>ar</strong>ry Williams.<br />

1. Some Other Guy (Live At The BBC)<br />

2. Red Sails In The Sunset (Live At The St<strong>ar</strong> Club)<br />

3. Love Me Do (Live At The BBC)<br />

4. Mr. Moonlight (Live At The St<strong>ar</strong> Club)<br />

Al Cavern, 1961, foto di Dick Matthews<br />

45<br />

chit<strong>ar</strong>ra acustica 5 duemilaundici

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