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Abbey Road<br />
sui Fender: Twin Reverb per le chit<strong>ar</strong>re, Bassman<br />
50W per il basso.<br />
In “Come Together” la base ritmica è suonata da<br />
Paul al basso, Ringo alla batteria e George alla chit<strong>ar</strong>ra<br />
ritmica di sottofondo, per permettere a John di<br />
cant<strong>ar</strong>e la voce guida senza distrazioni. In seguito<br />
sono state aggiunte le chit<strong>ar</strong>re soliste della p<strong>ar</strong>te<br />
centrale (John e George assieme) e l’assolo finale<br />
di H<strong>ar</strong>rison. Infine è inserito anche un piano elettrico<br />
suonato da McC<strong>ar</strong>tney.<br />
Su “Something” ci sono le elettriche di Lennon e<br />
H<strong>ar</strong>rison (quest’ultima collegata a un ampli Leslie)<br />
che suonano assieme le p<strong>ar</strong>ti ritmiche. L’assolo è<br />
naturalmente di George, suonato da coricato, mentre<br />
Paul incide in un secondo tempo il c<strong>ar</strong>atteristico<br />
giro di basso, andando a sostituirne un altro molto<br />
più sc<strong>ar</strong>no suonato in presa diretta.<br />
La splendida chit<strong>ar</strong>ra solista country-rock di “Octopus’s<br />
G<strong>ar</strong>den” è di H<strong>ar</strong>rison, mentre Lennon suona<br />
la ritmica <strong>ar</strong>peggiata.<br />
In “I Want You (She’s So Heavy)” le chit<strong>ar</strong>re sono<br />
in quantità abbondante e incalcolabile, frutto di aggiunte<br />
su aggiunte suonate da John e George allo<br />
scopo di cre<strong>ar</strong>e un vero e proprio muro di suono<br />
nella p<strong>ar</strong>te <strong>ar</strong>peggiata del finale. L’assolo introduttivo<br />
è sicuramente di H<strong>ar</strong>rison, la chit<strong>ar</strong>ra solista<br />
che raddoppia la voce ed esegue l’assolo centrale<br />
è senza dubbio di Lennon, che suona col pickup<br />
al manico per pass<strong>ar</strong>e su quello al ponte (si sente<br />
chi<strong>ar</strong>amente il click del selettore) per la p<strong>ar</strong>te <strong>ar</strong>peggiata<br />
suonata all’unisono con George.<br />
Anche in “You Never Give Me Your Money”, forse<br />
il brano con l’<strong>ar</strong>rangiamento più interessante<br />
ed emotivo di tutto l’album, Lennon si diletta come<br />
chit<strong>ar</strong>rista solista: sue sono le note di sottofondo<br />
dell’introduzione di piano; nella p<strong>ar</strong>te centrale, quella<br />
dove la voce canta «oh, that magic feeling», è<br />
George ad eseguire l’<strong>ar</strong>peggio con la chit<strong>ar</strong>ra collegata<br />
a un Leslie e raddoppiata da delle campane,<br />
su una sequenza di accordi di Sib/Fa/Do ripetuta<br />
due volte. Da rim<strong>ar</strong>c<strong>ar</strong>e il fatto che l’incisione originale<br />
durava oltre i cinque minuti, con un lunghissimo<br />
assolo finale di Lennon poi accorciato nel fade<br />
out. Sotto la p<strong>ar</strong>te cantata «One sweet dream», la<br />
chit<strong>ar</strong>ra solista è sempre quella di Lennon che si<br />
sovrappone alla ritmica di H<strong>ar</strong>rison. Infine si giunge<br />
alla coda in cui p<strong>ar</strong>te l’<strong>ar</strong>peggio effettato (con il<br />
Leslie) di George, su cui John suona l’assolo finale<br />
accompagnato dal coro che canta la frase «One,<br />
two, three, four, five, six, seven, all good children go<br />
to heaven». La canzone sfuma in un frinire di grilli<br />
per mix<strong>ar</strong>si con «Here come the Sun King».<br />
Nel sezione del medley “Polythene Pam” – “She<br />
Came In through the Bathroom Window”, Lennon<br />
suona l’acustica 12 corde e H<strong>ar</strong>rison l’elettrica con<br />
cui esegue l’assolo.<br />
Degno di nota, dal punto di vista chit<strong>ar</strong>ristico, è la<br />
sequenza di p<strong>ar</strong>ti soliste suonate da Paul, George e<br />
John in “The End”. Proprio come per volersi conged<strong>ar</strong>e<br />
dal pubblico, la canzone offre la possibilità di<br />
un assolo ciascuno ai quattro Beatles. Inizia Ringo<br />
con un solo di batteria lungo circa 35”. Dopo una<br />
sequenza di accordi di La7 e Re7 scandita dal coro<br />
«Love you», iniziano le diciotto battute di chit<strong>ar</strong>ra<br />
solista. Due battute a testa per tre volte consecutive:<br />
p<strong>ar</strong>te Paul, poi George e quindi John; nello stesso<br />
ordine, altre due volte. All’ascolto sembrerebbero<br />
suonati con le stesse chit<strong>ar</strong>re, il che ci porterebbe<br />
ad ipotizz<strong>ar</strong>e che abbiano usato ognuno la propria<br />
Epiphone Casino.<br />
L’assolo di chiusura, sulla sequenza Do/Re/Mib/<br />
Fa/Do, è chi<strong>ar</strong>amente di H<strong>ar</strong>rison.<br />
Manzoni vs. Lennon-McC<strong>ar</strong>tney – 3<br />
di Giuseppe Ces<strong>ar</strong>o<br />
«Hanno segnato un’epoca»… Sbagliato: le hanno<br />
segnate tutte!<br />
La grande musica rimane, questa è la verità. La<br />
sua balistica comunicativa è tale che essa salta sia<br />
i muri (falsi) delle etichette, che quelli (veri) delle differenze<br />
generazionali, geografiche, culturali, sociali,<br />
di valori, categorie e linguaggi. E, soprattutto, il<br />
muro del tempo, invalicabile per i più.<br />
È il tempo, ancor più delle cifre, non sempre attendibili<br />
e non sempre significative delle vendite dei<br />
dischi (oggi i dischi d’oro te li tirano dietro – bastano<br />
trentamila copie – all’epoca dei Beatles ce ne volevano<br />
un milione!), il giudice più severo e obiettivo rigu<strong>ar</strong>do<br />
alla qualità. Non l’uomo, dunque, ma gli uomini.<br />
È il tempo, infatti, e non Rolling Stone o HV1<br />
a dirci che i Beatles sono i più grandi di sempre.<br />
Quando, il nove settembre duemilanove (09.09.09)<br />
dopo un lavoro di rimissaggio e rimasterizzazione<br />
durato quattro anni, il catalogo beatlesiano è stato<br />
nuovamente stampato in CD, i Beatles, a qu<strong>ar</strong>anta<br />
anni dal loro scioglimento (anni che – alla velocità<br />
con cui, oggi, tutto si trasforma – corrispondono a<br />
una manciata di secoli del passato), sono tornati in<br />
vetta alle classifiche mondiali. Il loro cofanetto, anzi,<br />
è stato il prodotto discografico più costoso della storia<br />
che abbia conquistato la vetta delle classifiche.<br />
Identica cosa è accaduta, pochi mesi fa, quando il<br />
70<br />
chit<strong>ar</strong>ra acustica 5 duemilaundici