Cardiologia negli Ospedali n° 192 Marzo / Aprile 2013 - Anmco
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A R e A M A n AGe M enT & Q UALi Tà<br />
vero grande problema<br />
dell’appropriatezza in realtà non è<br />
quindi ciò che è sicuramente<br />
appropriato o sicuramente<br />
inappropriato, cioè le Classi I e III,<br />
ma parte dell’ampia zona grigia<br />
intermedia della Classe II. Il rilevante<br />
problema correlato è che, essendo<br />
però forte e diretta la relazione tra<br />
inappropriatezza ed errore, la stessa<br />
zona grigia corrisponde ad altrettante<br />
gradazioni di possibilità, di gravità e<br />
di responsabilità di errore. Si parla<br />
molto di appropriatezza ma ancora<br />
troppo poco di inappropriatezza. I<br />
due concetti sono solo in parte<br />
speculari non essendo infatti<br />
l’inappropriatezza tutta uguale. Il<br />
comune riferimento<br />
all’inappropriatezza è quello che si<br />
potrebbe definire “per eccesso” in cui<br />
le prestazioni sono prescritte, per vari<br />
motivi, più del necessario; è questo<br />
un fenomeno tipico e prevalente<br />
della medicina difensiva (ma anche<br />
della scarsa competenza<br />
professionale) in cui si ha la<br />
assolutamente falsa e pericolosa<br />
sensazione di sicurezza<br />
iperprescivendo prestazioni (in<br />
genere esami diagnostici ma anche<br />
terapie come ad esempio antibiotici<br />
in alcune condizioni) non<br />
strettamente necessarie e quindi<br />
inappropriate. Evidente il<br />
collegamento con la sicurezza e gli<br />
errori: come già detto tutta<br />
l’iperprescrizione è un errore ed<br />
anche uno spreco; quasi nessuno<br />
però considera che se dovesse<br />
capitare (cosa statisticamente certa e<br />
tempo dipendente) un evento avverso<br />
con danno iatrogeno in una<br />
prescrizione inappropriata la<br />
situazione sarebbe eticamente e<br />
legalmente indifendibile e le pseudo<br />
giustificazioni avrebbero ben poco<br />
peso. L’inappropriatezza per eccesso<br />
è inoltre una delle principali cause<br />
della abnorme lunghezza delle liste di<br />
attesa oltre che di lavoro e rischi<br />
ulteriori inutili. Molto più insidiosa e<br />
non si sa bene quanto diffusa è invece<br />
l’inappropriatezza “per difetto”<br />
caratterizzata dalla ipoprescrizione di<br />
prestazioni sanitarie (cioè non si<br />
prescrive, consapevolmente o no, una<br />
prestazione che sarebbe appropriata);<br />
anche questo è tecnicamente un<br />
errore in grado di provocare anche<br />
eventi avversi con danno.<br />
Contrariamente all’altro tipo di<br />
inappropriatezza questo avviene in<br />
genere per scarsa competenza<br />
professionale ma sempre più spesso<br />
viene utilizzata a scopo difensivo nel<br />
tentativo, in realtà del tutto vano, di<br />
eludere e/o scaricare delle<br />
responsabilità; un esempio in ambito<br />
cardiologico e non, è l’evitare<br />
interventi o test provocativi in<br />
pazienti clinicamente molto rischiosi<br />
o “aggressivi” oppure trasferire e<br />
chiedere consulenze quando non<br />
realmente necessario. Anche in<br />
questo caso l’effetto difensivo è solo<br />
apparente mentre in realtà spesso<br />
aumenta oggettivamente il rischio.<br />
Tutta la cosiddetta medicina difensiva<br />
è per definizione inappropriata (se<br />
fosse appropriata sarebbe corretta e<br />
quindi non difensiva), è tecnicamente<br />
sempre un rischio aggiuntivo, un<br />
errore ed uno spreco, non è<br />
razionalmente giustificabile (lo è solo<br />
in parte emotivamente) ed ha un<br />
totale significato negativo. Un<br />
discorso a parte merita, per i vasti e<br />
profondi significati e per le opinioni<br />
non raramente errate, il rapporto tra<br />
appropriatezza / inappropriatezza e<br />
spesa sanitaria. Il concetto è talmente<br />
importante che è normato legalmente<br />
dai LEA (Livelli Essenziali di<br />
Assistenza) i quali definiscono come<br />
diritto, cioè erogate gratuitamente dal<br />
SSN, quelle prestazioni sanitarie<br />
riconosciute come appropriate;<br />
quindi i LEA sono una spesa dovuta e<br />
specularmente tutto ciò che non<br />
rientra nell’elenco dei LEA non lo è;<br />
a questo gruppo appartengono tutte<br />
le prestazioni inappropriate ma anche<br />
quelle prestazioni che lo Stato e le<br />
Regioni (con qualche eccezione) non<br />
hanno le risorse per erogare come, ad<br />
esempio, molte cure odontoiatriche e<br />
la chirurgia estetica. Pochi forse<br />
percepiscono che sono proprio i LEA<br />
il cuore e l’essenza del sistema<br />
universalistico del nostro SSN e che<br />
proprio su di essi si focalizza la sua<br />
ancor meno percepita “erosione”; in<br />
altri termini in un periodo di<br />
gravissima e vera carenza di risorse<br />
come l’attuale una delle possibili e<br />
temibili tentazioni potrebbe essere di<br />
ridurre la copertura dei LEA cioè<br />
delle prestazioni appropriate. In<br />
realtà l’erosione del sistema<br />
universalistico pubblico è forse già da<br />
tempo iniziata anche con altri mezzi<br />
ancor meno visibili ma non per<br />
questo meno efficaci come, ad<br />
esempio, la problematicità della loro<br />
erogazione. Dirimere il dubbio se<br />
questo è l’esito di un piano perverso a<br />
favore degli interessi di un altro<br />
modello di sanità orientato al privato<br />
prevalente o l’esito inevitabile di un<br />
sistema troppo inefficiente e quindi<br />
troppo inappropriato è ben altro<br />
www.anmco.it/aree/elenco/management<br />
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