Investire nelle Rinnovabili Ok - ABI Lab
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ADVISORY<br />
<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong><br />
rinnovabili<br />
Trend, opportunità, prospettive<br />
kpmg.com/it
© 2011 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMG International”),<br />
entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
Indice<br />
Introduzione<br />
1<br />
Il mercato delle energie rinnovabili in Italia 6<br />
- Il mercato dell’energia in Italia e il peso delle fonti rinnovabili<br />
- La politica energetica nazionale e il quadro normativo di riferimento<br />
2<br />
Gli attori del mercato italiano e le relative performance 36<br />
- Il contesto di riferimento<br />
- Benchmarking degli operatori del settore<br />
3<br />
<strong>Investire</strong> oggi <strong>nelle</strong> rinnovabili: punti di attenzione 56<br />
- L’evoluzione attesa del quadro normativo e i relativi impatti sui rendimenti<br />
- Conclusioni<br />
4<br />
Approfondimenti 69<br />
- Le energie rinnovabili e gli obiettivi di grid parity<br />
a cura di Luca Mazzoni, Amministratore Delegato Protos<br />
- Il Project Financing nel settore delle rinnovabili<br />
a cura di Marco Serifio, Partner KPMG Advisory<br />
- Modelli di strutturazione dei progetti d’investimento nel settore delle<br />
energie rinnovabili alla luce della variabile fiscale<br />
a cura di Stefano Cervo, Partner KStudio Associato<br />
- Le opportunità per gli investitori offerte dal ‘IV Conto Energia’<br />
a cura di Giorgio Saraceno, Senior Manager Protos<br />
- Le attività M&A nel settore rinnovabili in Italia<br />
a cura di Alessandro Zanca, Associate Partner KPMG Advisory<br />
5<br />
Country Focus 93<br />
- Internazionalizzazione <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
a cura di Protos<br />
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Introduzione<br />
Il settore delle energie rinnovabili, costituito da tecnologie per la<br />
generazione di energia elettrica non da fonte fossile e nucleare, quali<br />
eolico, fotovoltaico, bioenergie, geotermoelettrico, mini-idro è caratterizzato<br />
dal non aver ancora conseguito la cosiddetta ‘grid parity ’. Il costo pieno<br />
di generazione dell’energia prodotta, inclusivo della remunerazione del<br />
capitale investito, è dunque ancora significativamente superiore rispetto<br />
alle energie convenzionali e pertanto necessita di un incentivo, determinato<br />
dal Regolatore.<br />
Il settore in particolare coinvolge e determina l’attenzione essenzialmente<br />
di tre categorie di operatori*:<br />
• le società specializzate nello sviluppo e nell’esercizio di impianti<br />
di generazione da fonte rinnovabile, costituite sia da start up che<br />
dall’emanazione di grandi operatori energetici delle fonti convenzionali<br />
• gli investitori finanziari, quali prevalentemente i fondi infrastrutturali,<br />
che vedono nel settore le caratteristiche tipiche di tale tipologia di<br />
investimenti<br />
• gli operatori industriali di settori non energy, che identificano <strong>nelle</strong><br />
fonti rinnovabili una potenziale opportunità di diversificazione dei propri<br />
investimenti.<br />
Si tratta di un settore regolato con ricavi certi a fronte di investimenti iniziali<br />
significativi, ma che nella realtà presenta due ordini di criticità. Intanto,<br />
sono presenti notevoli difficoltà industriali di realizzazione degli investimenti<br />
a causa degli iter autorizzativi complessi e della difficoltà di finanziare<br />
con gli istituti bancari tali opere. A questo, vanno aggiunte le significative<br />
discontinuità normative che si sono verificate (per il fotovoltaico) e<br />
sono tuttora in corso (per l’eolico e le bioenergie). Discontinuità che<br />
non solo hanno portato ad una rilevante riduzione degli incentivi e<br />
pertanto dei rendimenti, ma che hanno anche introdotto il principio del<br />
‘contingentamento della capacità installabile’ in un determinato periodo,<br />
generando notevole incertezza nella programmazione degli investimenti da<br />
parte degli operatori.<br />
A fronte di uno scenario estremamente fluido e della complessità del<br />
settore, esiste un oggettivo bisogno di conoscenza per capire intanto<br />
come si articola oggi il comparto delle rinnovabili in Italia. Questa fotografia<br />
rappresenta una prima base di riferimento necessaria per poter poi<br />
ragionare con elementi fattuali sulle sue prospettive di evoluzione futura.<br />
In particolare, occorre provare a rispondere ad una serie di interrogativi che<br />
hanno carattere ‘esistenziale’ per l’evoluzione del settore; ad esempio:<br />
• qual è oggi il quadro industriale e normativo effettivamente presente nel<br />
settore delle rinnovabile in Italia?<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 5<br />
• quali sono le performance reddituali degli operatori e i fattori critici di<br />
successo?<br />
• quale scenario regolamentare è ragionevole attendersi per i prossimi anni<br />
e con quali impatti per gli operatori?<br />
Lo studio, che elabora e sistematizza un vasto materiale di riferimento, si<br />
propone di dare risposta (almeno parzialmente) a questi temi strategici.<br />
Il primo capitolo è stato redatto con l’intento di costituire elemento<br />
propedeutico alla comprensione delle caratteristiche del settore, ad uso<br />
degli operatori che si avvicinano oggi allo stesso; i capitoli successivi<br />
costituiscono invece gli approfondimenti specialistici.<br />
Riteniamo che in una fase come quella attuale, dove non solo l’Italia, ma<br />
i Governi di tutte le principali economie occidentali si vedono costretti<br />
a perseguire strategie aggressive di risanamento e di tagli alla spesa<br />
pubblica, l’interrogativo se continuare a finanziare o meno lo sviluppo<br />
delle tecnologie green rappresenti un tema di stringente attualità.<br />
Probabilmente, con la nuova fase di austerity ormai alle porte, serviranno<br />
strategie creative per il sostegno allo sviluppo del settore. Di certo le<br />
energie rinnovabili possono rappresentare un ‘motore’ pulito per rilanciare<br />
l’innovazione. Non a caso, sia pure tra luci ed ombre, il settore anche<br />
in Italia ha generato nuove filiere, con start up da imprese industriali,<br />
partnership tra operatori industriali e finanziari, oppure con spin-off derivanti<br />
da player che operano nel settore delle energie tradizionali.<br />
Per un paese come il nostro, privo di fonti combustibili fossili e che<br />
ha deciso di abbandonare il nucleare, lo sviluppo delle rinnovabili, e il<br />
processo di riconversione produttiva che ne consegue, può rappresentare<br />
una grande opportunità ed un possibile driver per rilanciare la crescita<br />
all’insegna di modello di sviluppo più sostenibile.<br />
Gianpaolo Attanasio<br />
Associate Partner, KPMG Advisory<br />
Nota metodologica<br />
* E’ necessario precisare che in tale quadro non devono essere considerati, in quanto non peculiari, o non<br />
direttamente correlati dal punto di vista normativo, di operatività di business e di operatori coinvolti:<br />
• l’’efficienza energetica’, in termini di riduzione dei consumi di energia a parità di unità prodotta, che<br />
vede impegnate in Italia principalmente le Energy Service Company (cosiddette Es.C.O.)<br />
• il protocollo di Kyoto, che si focalizza sulla riduzione delle emissioni inquinanti e riguarda alcuni<br />
settori dell’industria (es. metallurgia, generazione convenzionale, ecc.) e dei trasporti.<br />
Tali temi non sono pertanto stati trattati nel presente studio.<br />
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6 6 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il mercato delle energie<br />
rinnovabili in Italia<br />
a cura dell’Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
Il mercato dell’energia in Italia e il peso<br />
delle fonti rinnovabili<br />
Il bilancio energetico nazionale<br />
Il nostro Paese, come è noto, si caratterizza per un’elevata dipendenza<br />
energetica dall’estero. Le importazioni coprono, infatti, il 97% del fabbisogno<br />
interno lordo di energia.<br />
Tabella 1<br />
Il bilancio energetico nazionale per tipologia di fonte: consumo interno<br />
lordo di energia, Mtep e incidenza %<br />
Bilancio energetico nazionale<br />
2000<br />
Mtep<br />
2000<br />
incidenza %<br />
... 2005<br />
Mtep<br />
... 2009<br />
Mtep<br />
2009<br />
incidenza %<br />
Petrolio 92,0 50% 85,3 73,2 41%<br />
Gas naturale 58,3 31% 71,2 63,9 35%<br />
Combustibili solidi 12,9 7% 17,0 13,1 7%<br />
Energia elettrica importata 9,8 5% 10,8 9,9 6%<br />
<strong>Rinnovabili</strong> * 12,9 7% 13,5 20,2 11%<br />
Consumo interno lordo di energia 185,9 100% 197,8 180,3 100%<br />
Mtep: milioni di tonnellate equivalenti di petrolio<br />
* sono inclusi anche gli impianti idroelettrici di potenza superiore a 1 MW, non considerati rinnovabili<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Ministero dello Sviluppo Economico<br />
Nell’ultimo decennio, l’Italia ha cercato di diversificare le fonti di energia utilizzate,<br />
nel tentativo di riequilibrare lo sbilanciamento energetico verso l’estero e mitigare<br />
il rischio di approvvigionamento che deriva da tale dipendenza.<br />
Le fonti energetiche rinnovabili rappresentano lo strumento più innovativo per<br />
raggiungere una maggiore autonomia energetica, nonostante contribuiscano<br />
ancora in maniera estremamente limitata alla soddisfazione della domanda<br />
energetica nazionale (includendo anche gli impianti idroelettrici di potenza<br />
superiore a 1 MW, non considerati rinnovabili, si raggiunge un’incidenza dell’11%<br />
sul consumo interno lordo di energia), rispetto alle fonti tradizionali.<br />
Limitando l’analisi alla sola produzione interna di energia elettrica, l’Italia<br />
evidenzia, rispetto ai principali paesi europei, l’elevata dipendenza dalla<br />
generazione termoelettrica (77% sulla produzione nazionale totale), l’alta<br />
incidenza del comparto idroelettrico (prevalentemente idroelettrico con potenza<br />
superiore a 1 MW) e l’assenza del nucleare.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 7<br />
Grafico 1<br />
Energia elettrica per fonte: peso % sulla produzione interna totale (2009)<br />
Italia<br />
Produzione: 288 TWh<br />
18%<br />
Germania<br />
Produzione: 593 TWh<br />
4%<br />
2%<br />
2%<br />
1%<br />
<strong>Rinnovabili</strong><br />
5%<br />
23%<br />
77%<br />
66%<br />
1%<br />
6%<br />
<strong>Rinnovabili</strong><br />
7%<br />
Spagna<br />
Produzione: 298 TWh<br />
9%<br />
Media UE-27<br />
Produzione: 390 TWh<br />
2%<br />
18%<br />
18%<br />
2%<br />
4%<br />
<strong>Rinnovabili</strong><br />
6%<br />
74%<br />
59%<br />
12%<br />
2%<br />
<strong>Rinnovabili</strong><br />
14%<br />
74%<br />
Termoelettrico * Idroelettrico ** Nucleare<br />
Eolico Geotermoelettrico Solare ed altro<br />
* il termoelettrico include la combustione della parte biodegradabile dei rifiuti, considerata rinnovabile e<br />
rientrante <strong>nelle</strong> bioenergie<br />
** l’idroelettrico include anche impianti di potenza superiore a 1 MW, non considerati rinnovabili<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Enerdata<br />
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8 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Allo stato attuale, le fonti rinnovabili rappresentano la soluzione meno<br />
problematica per riequilibrare il bilancio energetico del nostro Paese.<br />
L’elevato consenso sociale espresso nei loro confronti contribuisce a tale<br />
convinzione.<br />
Inoltre, la presenza degli incentivi sostiene la profittabilità di questo settore.<br />
Attualmente, le fonti energetiche rinnovabili sono, infatti, economicamente<br />
convenienti, ma non sostenibili, se remunerate solo con i prezzi di mercato<br />
dell’energia elettrica, rispetto a quelle tradizionali convenzionali (termoelettrico).<br />
La grid parity, cioè la parità dei costi di produzione dell’energia da fonti<br />
convenzionali o rinnovabili, non è ancora stata raggiunta e pertanto gli incentivi<br />
sono necessari per consentire la diffusione e la redditività delle fonti rinnovabili.<br />
Il parco di generazione elettrica italiano<br />
Attualmente, il parco di generazione elettrica italiano è costituito da oltre<br />
160.000 impianti, con una potenza efficiente (corrispondente alla massima<br />
potenza possibile di un impianto, misurata in condizioni ottimali) pari a circa 106<br />
GW e una produzione elettrica di oltre 299 TWh (dati 2010).<br />
Tabella 2<br />
Il parco di generazione elettrica italiano<br />
Termoelettrico <strong>Rinnovabili</strong> * Idroelettrico >1 MW Totale<br />
2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010<br />
N° impianti 720 871 1.624 158.893 898 1.002 3.242 160.766<br />
Potenza efficiente (GW) 63 76 4 13 17 17 84 106<br />
Produzione (TWh) 248 222 14 28 35 49 297 299<br />
Produzione (incidenza %) 83% 74% 5% 9% 12% 17% 100% 100%<br />
* le rinnovabili includono l’idroelettrico solo di taglia pari o inferiore a 1 MW<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
Le rinnovabili<br />
rappresentano il 12% del<br />
parco generativo italiano<br />
Nel 2010, la produzione elettrica nazionale proviene per il 74% da impianti<br />
termoelettrici tradizionali, per oltre il 17% da impianti idroelettrici di grandi<br />
dimensioni (superiori a 1 MW) e per il restante 9% da impianti a fonti<br />
rinnovabili.<br />
In particolare, il parco di generazione elettrica è formato da 871 centrali<br />
termoelettriche tradizionali, che utilizzano combustibili fossili, quali il gas<br />
naturale ed il carbone, da più di 1.000 impianti idroelettrici di grandi dimensioni<br />
(superiori a 1 MW) e da quasi 159.000 impianti che producono elettricità<br />
attraverso fonti energetiche rinnovabili; è da sottolineare che circa il 98% degli<br />
impianti rinnovabili è costituito da tecnologia fotovoltaica.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 9<br />
Le fonti rinnovabili<br />
Sono da considerarsi rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che<br />
per loro caratteristica intrinseca hanno una capacità di rigenerazione superiore<br />
al consumo o non sono ‘esauribili’.<br />
Ai fini del presente documento considereremo come impianti rinnovabili<br />
quelli mini-idro (potenza pari o inferiore a 1 MW), eolici, fotovoltaici,<br />
geotermici e da bioenergia (biomasse e biogas) finalizzati alla produzione<br />
di energia elettrica, essendo gli altri possibili utilizzi, quali la produzione di<br />
calore, marginali.<br />
Grafico 2<br />
Evoluzione dell’energia prodotta: TWh, variazione % e CAGR<br />
0,1%<br />
-2,2%<br />
-10%<br />
297<br />
+1%<br />
299<br />
248<br />
222<br />
+15,1%<br />
100%<br />
28<br />
14<br />
35<br />
+7,2%<br />
40%<br />
49<br />
<strong>Rinnovabili</strong><br />
CAGR<br />
Idroelettrico<br />
> 1 MW<br />
Termoelettrico<br />
tradizionale<br />
Totale<br />
Var.%<br />
CAGR: crescita media annua ponderata<br />
2005 2010<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - Le tecnologie da fonte rinnovabile<br />
Idroelettrico<br />
Tecnologia:<br />
Come si articola la<br />
tecnologia:<br />
Trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d’acqua in quota) in energia cinetica, nel<br />
superamento di un dislivello. L’energia cinetica prodotta viene trasformata, attraverso un alternatore accoppiato ad<br />
una turbina, in energia elettrica.<br />
In base alla durata d’invaso (tempo necessario per fornire al serbatoio un volume d’acqua pari alla sua capacità)<br />
distinguiamo l’idroelettrico:<br />
• a serbatoio: con una durata d’invaso stagionale superiore alle 400 ore<br />
• a bacino: una durata d’invaso, settimanale o giornaliera, compresa tra 2 e 400 ore<br />
• ad acqua fluente: senza serbatoi o con un serbatoio con una durata d’invaso entro le 2 ore.<br />
In funzione della potenza efficiente:<br />
• ≤ 1 MW: mini-micro idroelettrico<br />
• > 1 MW: piccolo e grande idroelettrico.<br />
Presenza della tecnologia<br />
(% sulla produzione idroelettrica<br />
nazionale nel 2010):<br />
• a serbatoio: 26%<br />
• a bacino: 31%<br />
• ad acqua fluente: 43%.<br />
• ≤ 1 MW: 4%<br />
• > 1 MW: 96%.<br />
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10 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Negli ultimi cinque anni la<br />
produzione da rinnovabili<br />
è raddoppiata in relazione<br />
ad una potenza installata<br />
più che triplicata<br />
Dal 2005 ad oggi, il parco di generazione elettrica italiano ha sperimentato<br />
una sostanziale stabilità nella produzione elettrica anche a causa della fase<br />
recessiva avviatasi nel 2008. In particolare, la generazione da impianti<br />
rinnovabili ha registrato una crescita negli ultimi cinque anni (CAGR 2005-2010:<br />
+15,1%), mentre quella da fonti tradizionali convenzionali ha sperimentato<br />
un calo complessivo (CAGR 2005-2010: -2,2%) arrestatosi solo nel 2009,<br />
prevalentemente grazie all’attenuazione della recessione economica. La<br />
recente crisi economica, cui ha fatto seguito un calo dei consumi elettrici, è<br />
stata sopportata, in termini di mancata produzione, interamente dagli impianti<br />
termoelettrici tradizionali, dal momento che le fonti rinnovabili beneficiano,<br />
da parte del Gestore della Rete, della cosiddetta ‘priorità di dispacciamento’<br />
(ossia la garanzia di ritiro prioritario) dell’energia così prodotta rispetto a quella<br />
generata dagli impianti convenzionali.<br />
I notevoli tassi di crescita sperimentati dal settore delle rinnovabili,<br />
relativamente a potenza installata (CAGR 2005-2010: +27%) e produzione di<br />
energia, evidenziano un comparto in forte espansione, almeno fino a tutto il<br />
2010, grazie principalmente alla favorevole struttura degli incentivi presente nel<br />
nostro Paese fino a tale data.<br />
Analizzando l’evoluzione della potenza efficiente per le singole tipologie di<br />
fonti rinnovabili è possibile notare come i tassi di crescita più elevati siano stati<br />
registrati, nell’ordine, dal fotovoltaico, dall’eolico e dalle bioenergie.<br />
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - Le tecnologie da fonte rinnovabile<br />
Bioenergie<br />
Definizione<br />
di bioenergia:<br />
Tecnologia:<br />
Come si articola la<br />
tecnologia:<br />
Presenza della tecnologia<br />
(% sulla produzione idroelettrica<br />
nazionale nel 2010):<br />
Qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, non fossile, destinata a fini energetici. Sono<br />
esclusi tutti i combustibili fossili (es. petrolio, carbone, metano).<br />
Le bioenergie rientrano fra le fonti rinnovabili in quanto le emissioni di anidride carbonica (CO 2<br />
) derivanti dalla<br />
loro combustione ai fini di produzione energetica sono pari a quelle assorbite in precedenza come vegetali.<br />
Combustione di bioenergia finalizzata alla produzione di energia elettrica.<br />
Le bioenergie si declinano in funzione della tipologia di combustibile in:<br />
• solide: residui di origine vegetale, agricoli e forestali, o provenienti dai rifiuti (solo la parte biodegradabile<br />
dei rifiuti solidi urbani viene considerata rinnovabile)<br />
• liquide: oli vegetali o risultato della ‘spremitura’ delle colture oleaginose (colza, girasole, soia, palma)<br />
• gassose (biogas): originate dalla trasformazione dei liquami o dalla digestione di colture.<br />
• solide: 45%<br />
• liquide: 33%<br />
• gassose: 22%<br />
Fotovoltaico<br />
Tecnologia:<br />
Come si articola la<br />
tecnologia:<br />
Presenza della tecnologia<br />
(% sulla produzione idroelettrica<br />
nazionale nel 2010):<br />
Trasformazione dell’energia solare in energia elettrica.<br />
Solare termodinamico: un sistema di specchi rotanti, che concentrano la radiazione solare in un ricevitore, per poi<br />
procedere alla generazione di energia tramite un ciclo termodinamico. Tecnologia in fase di consolidamento.<br />
Fotovoltaico: produzione di energia elettrica mediante conversione della radiazione solare, tramite l’effetto<br />
fotovoltaico, possibile grazie alle proprietà fisiche dei materiali semiconduttori (silicio) che, opportunamente trattati,<br />
generano elettricità se colpiti da radiazione luminosa. Si distingue in:<br />
• fotovoltaico tradizionale: celle fotovoltaiche capaci di convertire energia solare in elettrica, collegate ed<br />
incapsulate in un modulo<br />
• fotovoltaico a concentrazione: evoluzione del fotovoltaico tradizionale munito di sistemi ottici che concentrano la<br />
luce solare su celle fotovoltaiche, aumentando l’efficienza dell’effetto fotovoltaico.<br />
• solare termodinamico: 0%<br />
• fotovoltaico: 100%<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 11<br />
Grafico 3<br />
Evoluzione della potenza efficiente per tipologia di fonte rinnovabile: MW,<br />
variazione % e CAGR<br />
+29%<br />
255%<br />
+246%<br />
5.814<br />
+5%<br />
+2%<br />
+14%<br />
97%<br />
2.351<br />
49.471%<br />
3.470<br />
25%<br />
419<br />
523<br />
9%<br />
711<br />
772<br />
1.195<br />
7<br />
1.639<br />
Mini-idroelettrico Geotermoelettrico Bioenergie Fotovoltaico Eolico<br />
CAGR<br />
Var.%<br />
2005 2010<br />
CAGR: crescita media annua ponderata<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
Grafico 4<br />
Evoluzione della potenza efficiente nel fotovoltaico: variazione %<br />
sull’anno precedente<br />
1.200%<br />
1.000%<br />
800%<br />
1.143%<br />
600%<br />
397%<br />
400%<br />
200%<br />
164% 204%<br />
0%<br />
2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
Il trend di sviluppo delle fonti rinnovabili dipende essenzialmente da due fattori:<br />
• la remuneratività dell’incentivo, rispetto ai costi della tecnologia rinnovabile<br />
• la necessità di disporre di siti idonei, che restringe l’applicabilità di eolico e<br />
mini-idro, a fronte dell’assenza di vincoli per il fotovoltaico.<br />
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entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
12 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Nella fattispecie:<br />
• gli incentivi legati al fotovoltaico e contenuti nel meccanismo del Conto<br />
Energia hanno costituito un rilevante fattore di accelerazione dello sviluppo<br />
del parco installato<br />
• mini-idro e geotermoelettrico hanno evidenziato tassi di sviluppo della<br />
potenza efficiente installata molto esigui, in funzione della saturazione dei siti<br />
idonei disponibili nel nostro Paese.<br />
Tabella 3<br />
Tabella 4<br />
Il parco di generazione elettrica nazionale per tipologia di fonte<br />
rinnovabile<br />
Potenza efficiente lorda<br />
2010<br />
GW %<br />
Eolico 5,8 45%<br />
Fotovoltaico 3,5 27%<br />
Bioenergie 2,3 18%<br />
Geotermoelettrico 0,8 6%<br />
Mini-idro 0,5 4%<br />
Totale rinnovabili 12,9 100%<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
Produzione lorda<br />
2010<br />
TWh %<br />
Bioenergie 9,4 34%<br />
Eolico 9,1 32%<br />
Geotermoelettrico 5,4 19%<br />
Mini-idro 2,3 8%<br />
Fotovoltaico 1,9 7%<br />
Totale rinnovabili 28,1 100%<br />
Come si evince dalle tabelle sopra riportate, le bioenergie continuano a generare<br />
la quota più rilevante di energia prodotta tramite fonti rinnovabili (34% nel 2010),<br />
nonostante rappresentino il 18% della potenza installata del parco rinnovabili.<br />
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - Le tecnologie da fonte rinnovabile<br />
Eolico<br />
Tecnologia:<br />
Come si articola la<br />
tecnologia:<br />
Conversione dell’energia cinetica in energia elettrica. L’impianto eolico è composto da aerogeneratori, turbine che<br />
trasformano l’energia cinetica del vento in elettrica, disposti in funzione dell’orografia del terreno e della classe di vento.<br />
Gli impianti (aerogeneratori) possono essere suddivisi, in funzione della potenza del singolo aerogeneratore in:<br />
• 1-200 kW: micro-eolico<br />
• 200-800 kW: mini-eolico<br />
• > 800 kW: grande eolico<br />
NB: 1.000 kW = 1 MW<br />
In base al luogo d’installazione:<br />
• on-shore: impianti installati sulla terraferma<br />
• off-shore: installati ad alcune miglia dalla costa marina, per meglio utilizzare la forte esposizione alle correnti<br />
eoliche di tali zone.<br />
Geotermoelettrico<br />
Tecnologia:<br />
Come si articola la<br />
tecnologia:<br />
Presenza della tecnologia<br />
(% sulla produzione idroelettrica<br />
nazionale nel 2010):<br />
Trasformazione dell’energia termica presente nel fluido geotermico (vapore d’acqua oppure miscela di acqua e<br />
calore) in energia elettrica.<br />
In un sistema geotermico l’acqua forma delle falde sotterranee; per effetto del calore contenuto <strong>nelle</strong> rocce l’acqua<br />
si riscalda fino a raggiungere temperature elevate. In queste condizioni il fluido può risalire in superficie secondo due<br />
differenti modalità:<br />
• vie naturali (come sorgenti termali, fumarole e geyser)<br />
• perforazioni meccaniche artificiali (pozzi geotermici).<br />
• Sistemi ad alta entalpia (ad alta temperatura), in cui il fluido geotermico presenta temperature superiori a 150° C<br />
che consentono la produzione di elettricità tramite centrali geotermoelettriche.<br />
• Sistemi ad alta entalpia: 100%.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 13<br />
Tale fenomeno è rappresentato dal cosiddetto ‘load factor’, ovvero dalle ore di<br />
funzionamento che la tecnologia, per unità di potenza installata (1 MW), è in<br />
grado di generare:<br />
• geotermoelettrico: circa 5.500 – 7.000 ore/anno<br />
• bioenergie: circa 5.000 – 6.000 ore/anno<br />
• eolico: circa 1.800 - 2.200 ore/anno<br />
• mini-idro: circa 1.500 – 2.000 ore/anno<br />
• fotovoltaico: circa 1.100 – 1.400 ore/anno<br />
a fronte di un impianto termoelettrico, che può funzionare:<br />
• tecnologia ‘peak-load ’, es. turbogas a ciclo aperto: 1.500 - 2.500 ore/anno<br />
• tecnologia ‘mid-merit ’, es. impianto a gas a ciclo combinato (CCGT): 3.000 –<br />
5.000 ore/anno<br />
• tecnologia ‘base-load ’, es. carbone, nucleare: 6.000 - 7.500 ore/anno.<br />
Grafico 5<br />
Distribuzione macro-regionale della produzione elettrica lorda per<br />
tipologia di fonte rinnovabile: contributo % di ogni macro-Regione in<br />
GWh (2010)<br />
Totale rinnovabili:<br />
1° Italia Meridionale e Insulare, 2° Italia Settentrionale, 3° Italia Centrale<br />
25%<br />
1% 10%<br />
64%<br />
7.463<br />
GWh<br />
Mini-idro:<br />
1° Italia Settentrionale (forte prevalenza della risorsa idrica)<br />
Eolico:<br />
pressochè esclusivamente nell’Italia Meridionale e Insulare<br />
7.014<br />
GWh<br />
4% 1% 6%<br />
77%<br />
12%<br />
Fotovoltaico:<br />
1° Italia Meridionale e Insulare con 775 GWh (grandi centrali FV),<br />
2° Italia Settentrionale con 741 GWh (prevalentemente uso residenziale),<br />
3° Italia Centrale con 390 GWh<br />
Geotermoelettrico:<br />
presente esclusivamente nell’Italia Centrale<br />
1%<br />
Bioenergie:<br />
1° Italia Settentrionale (rilevante disponibilità di scarti agro-forestali),<br />
2° Italia Meridionale e Insulare<br />
13.616<br />
GWh<br />
65%<br />
6%<br />
28%<br />
Totale rinnovabili Mini-idro Eolico<br />
Fotovoltaico Geotermoelettrico Bioenergie<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
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14 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Come si può constatare dal grafico sopra riportato, la distribuzione geografica<br />
del parco di generazione elettrica da fonti rinnovabili non è omogenea sul<br />
territorio nazionale. Nonostante impianti a fonti rinnovabili si trovino ormai<br />
in tutte le Regioni italiane, la diversa distribuzione di risorse naturali e la<br />
conformazione del territorio fanno si che alcune fonti rinnovabili si concentrino<br />
in alcune Regioni.<br />
Sullo sviluppo geografico disomogeneo delle fonti rinnovabili possono influire<br />
anche differenti iter autorizzativi e incertezze legati ai tempi e alle modalità di<br />
connessione alla rete.<br />
Tabella 5<br />
La produzione lorda di energia elettrica per Regione e per fonte<br />
rinnovabile in GWh: ordinamento per Regione in base alla produzione<br />
lorda totale (2010)<br />
Regione Mini-idro Eolico Fotovoltaico Geotermoelettrico Bioenergie Produzione da<br />
rinnovabili totale<br />
Quota su totale<br />
rinnovabili Italia %<br />
Toscana 83 76 80 5.376 378 5.993 21,3%<br />
Puglia 2 2.103 412 1.298 3.816 13,6%<br />
Sicilia 0,2 2.203 97 150 2.451 8,7%<br />
Lombardia 313 190 1.903 2.405 8,6%<br />
Campania 17 1.333 46 827 2.223 7,9%<br />
Emilia Romagna 65 25 153 1.580 1.823 6,5%<br />
Sardegna 1.036 74 570 1.680 6,0%<br />
Calabria 14 953 46 583 1.597 5,7%<br />
Piemonte 517 22 121 450 1.110 3,9%<br />
Veneto 248 2 129 367 746 2,7%<br />
Molise 29 532 13 138 712 2,5%<br />
Trentino Alto Adige 452 2 92 138 684 2,4%<br />
Basilicata 14 458 46 162 680 2,4%<br />
Lazio 34 15 152 318 520 1,8%<br />
Abruzzo 48 329 40 40 457 1,6%<br />
Friuli Venezia Giulia 161 44 241 446 1,6%<br />
Marche 132 104 85 321 1,1%<br />
Liguria 45 35 11 114 204 0,7%<br />
Umbria 32 2 54 92 180 0,6%<br />
Valle d’Aosta 39 2 6 47 0,2%<br />
Italia 2.245 9.126 1.906 5.376 9.440 28.093 100,0%<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />
La prima Regione italiana in termini di produzione elettrica da rinnovabili, è la<br />
Toscana, trainata dal load factor del geotermoelettrico. Seguono la Puglia e<br />
la Sicilia, con un’elevata produzione dall’eolico, e la Lombardia con una forte<br />
incidenza <strong>nelle</strong> bioenergie.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 15<br />
Uno sviluppo a metà, tra sostegno pubblico e ricerca della<br />
grid parity<br />
Per riequilibrare l’elevata dipendenza energetica dall’estero e il conseguente<br />
rischio di approvvigionamento, l’Italia, negli ultimi anni, ha cercato di<br />
diversificare le fonti energetiche utilizzate.<br />
In questo contesto, le fonti rinnovabili rappresentano una delle soluzioni per<br />
riequilibrare il bilancio energetico italiano, anche grazie ad un elevato consenso<br />
sociale e alla conformità con le direttive comunitarie.<br />
Sostenuti da un sistema di incentivi molto favorevole, gli impianti rinnovabili<br />
sono stati interessati da un forte sviluppo nel quinquennio 2005-2010, che ha<br />
favorito in particolare comparti come il fotovoltaico e l’eolico. Altre fonti, come<br />
il mini-idro e il geotermoelettrico, hanno evidenziato livelli di sviluppo molto più<br />
contenuti in relazione alla limitata disponibilità di siti idonei alla loro installazione.<br />
Le rinnovabili non hanno ancora conseguito la grid parity e pertanto<br />
in questa fase gli incentivi rimangono determinanti per lo sviluppo del<br />
settore.<br />
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16 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
La politica energetica nazionale e il<br />
quadro normativo di riferimento<br />
Le politiche per l’energia e l’ambiente<br />
L’Italia ha assunto<br />
l’impegno di raggiungere,<br />
entro il 2020, la copertura<br />
del 17% dei consumi<br />
di energia mediante<br />
impiego delle rinnovabili<br />
Il dibattito mondiale sviluppatosi nel corso dell’ultimo decennio (dal Protocollo<br />
di Kyoto in poi) intorno a materie quali il clima e l’ambiente, la stabilità degli<br />
approvvigionamenti e la sicurezza energetica, ha avuto ripercussioni nell’ambito<br />
dell’Unione Europea, favorendo la definizione di una politica integrata per<br />
l’energia e l’ambiente.<br />
Nel 2009 la Commissione Europea ha approvato il cosiddetto ‘Pacchetto<br />
Clima-Energia 20/20/20’ (o Green Package), contenente le misure di politica<br />
energetica e ambientale finalizzate a raggiungere contestualmente, nel 2020,<br />
la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, la promozione dell’efficienza<br />
energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.<br />
Rispetto a quest’ultimo tema, la Direttiva 2009/28/CE, nel porre l’obiettivo<br />
del 20% di fonti rinnovabili sui consumi energetici (1) entro il 2020, ha ripartito<br />
l’onere tra gli Stati membri, attribuendo precisi obiettivi nazionali vincolanti.<br />
All’Italia è stato assegnato l’obiettivo del raggiungimento nel 2020 di<br />
una quota di energia da fonti rinnovabili del 17% (si veda la scheda di<br />
approfondimento). La Direttiva ha inoltre previsto che, sempre al 2020, in<br />
ciascuno Stato sia assicurata una quota di copertura dei consumi nel settore<br />
trasporti mediante energie da fonti rinnovabili pari al 10%.<br />
L’Italia ha recepito mediante il Decreto Legislativo 28 del 3 marzo 2011 la<br />
Direttiva 2009/28/CE riguardante la promozione dell’uso dell’energia da fonti<br />
rinnovabili; il Decreto, oltre ad accogliere in via definitiva gli obiettivi nazionali<br />
previsti per il 2020 (17% del consumo finale lordo di energia e 10% dei<br />
consumi nel settore trasporti mediante impiego di fonti rinnovabili) e a far propri<br />
alcuni degli indirizzi e delle azioni previste nel Piano di Azione Nazionale (PAN),<br />
ha inoltre stabilito:<br />
• il termine della fine di giugno 2011 per la definizione e la quantificazione del<br />
burden sharing territoriale, già ribadito nel PAN Fonti <strong>Rinnovabili</strong> (allo stato<br />
attuale non è stato ancora emanato alcun provvedimento specifico);<br />
• una revisione dei meccanismi incentivanti per la produzione di energia<br />
elettrica da fonti rinnovabili (in particolare Certificati Verdi e incentivi per il<br />
fotovoltaico) ed un loro allineamento allo scopo di promuovere un’uniformità<br />
di applicazione tra le diverse fonti;<br />
• le linee guida per la semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti<br />
alimentati da fonti rinnovabili, che dovranno poi trovare applicazione in altrettanti<br />
provvedimenti legislativi (es. Decreto Interministeriale del 5 maggio 2011).<br />
(1)<br />
definiti come “..i prodotti energetici forniti a scopi energetici all’industria, ai trasporti, al terziario, al residenziale in termini di consumo di<br />
elettricità e di calore, incluse le perdite di elettricità e di calore con la distribuzione e la trasmissione di energia..”.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 17<br />
<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 17<br />
Gli obiettivi quantitativi per le energie rinnovabili in Italia:<br />
il ‘Pacchetto 17/20/20’<br />
In linea con quanto disposto dalla Direttiva 2009/28/CE, l’Italia ha assunto l’impegno di raggiungere, entro il 2020, la copertura<br />
del 17% dei consumi finali lordi di energia mediante l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili. La Direttiva ha inoltre<br />
previsto l’obiettivo della copertura del 10% dei consumi nel settore trasporti mediante impiego di fonti rinnovabili.<br />
Tenendo conto delle potenzialità interne di utilizzo delle fonti rinnovabili, il Piano di Azione Nazionale per le Energie <strong>Rinnovabili</strong><br />
(PAN FER) ha tradotto gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva comunitaria in altrettanti obiettivi quantitativi riguardanti i tre settori di<br />
intervento (elettricità, calore e trasporti).<br />
Consumi finali lordi da fonti rinnovabili e obiettivi al 2020<br />
Quadro<br />
Complessivo<br />
Elettricità<br />
Calore<br />
Trasporti<br />
Trasferimenti da altri Stati<br />
Totale<br />
Trasporti ai fini dell’obt.10%<br />
Consumi<br />
da FER<br />
Mtep<br />
2008<br />
Consumi<br />
finali lordi<br />
Mtep<br />
FER/<br />
Consumi<br />
%<br />
5,2 30,4 17,0%<br />
3,2 58,5 5,5%<br />
0,7 42,6 1,7%<br />
- - -<br />
9,1 131,6 6,9%<br />
0,9 37,7 2,4%<br />
Consumi<br />
da FER<br />
Mtep<br />
2020<br />
Consumi<br />
finali lordi<br />
Mtep<br />
FER/<br />
Consumi<br />
%<br />
8,5 32,2 26,4%<br />
10,5 61,2 17,1%<br />
2,5 39,6 6,4%<br />
1,1 - -<br />
22,6 133,0 17,0%<br />
3,4 34,0 10,1%<br />
Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico<br />
In sintesi, il PAN FER prevede di:<br />
• stabilizzare i consumi finali complessivi di energia primaria a 133 Mtep, grazie anche alla contestuale promozione di nuovi<br />
interventi di efficienza energetica finalizzati a ridurre i consumi finali di circa l’8,7%, rispetto ai consumi di energia primaria<br />
al 2020 previsti pari a 146,6 Mtep<br />
• aumentare il consumo finale di energia derivante da fonti rinnovabili fino a 22,6 Mtep, con un incremento previsto di circa<br />
il 148% rispetto ai consumi registrati nel 2008 (9,1 Mtep) che dovrebbe essere così distribuito:<br />
- 8,5 Mtep in termini di energia elettrica da fonti rinnovabili<br />
- 10,5 Mtep in termini di calore da fonti rinnovabili<br />
- 2,5 Mtep in termini di biocarburanti<br />
- 1,1 Mtep sfruttando il trasferimento da altri Stati dell’Unione Europea.<br />
Gli obiettivi al 2020 per i consumi finali lordi di energia elettrica<br />
Elettricità<br />
Idroelettrica<br />
Geotermica<br />
Fotovoltaica<br />
Eolica<br />
Bioenergie<br />
Totale<br />
Consumo finale<br />
lordo FER<br />
(Mtep)<br />
2020<br />
Peso FER su<br />
consumi<br />
finali lordi<br />
%<br />
3,6 11,2%<br />
0,6 1,8%<br />
1,0 3,0%<br />
1,7 5,3%<br />
1,6 5,0%<br />
8,5 26,4%<br />
Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico<br />
Rispetto a ciascun settore di intervento, il Piano declina gli obiettivi indicativi e non vincolanti per le diverse tipologie di<br />
fonti rinnovabili. In particolare, con riferimento alla produzione di energia elettrica gli incrementi più marcati nell’uso di fonti<br />
alternative sono previsti rispetto ai consumi elettrici da fonte eolica e solare (soprattutto fotovoltaica).<br />
FER = fonte di energia rinnovabile<br />
Mtep = milioni di TEP tonnellata equivalente di petrolio: rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo (pari a circa<br />
42 miliardi di joule) ed equivale a 5,348 MWh.<br />
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18 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il Piano di Azione Nazionale per le Energie <strong>Rinnovabili</strong><br />
(PAN FER)<br />
Il documento, oltre ad individuare azioni ed obiettivi quantitativi <strong>nelle</strong><br />
diverse aree di intervento (energia elettrica, riscaldamento/raffrescamento e<br />
trasporti) specifici per ciascuna tecnologia ed applicazione (si veda la scheda<br />
di approfondimento), prevede la condivisione dei target nazionali con le<br />
Regioni attraverso la definizione di un burden sharing territoriale che favorisca<br />
l’armonizzazione dei vari livelli di programmazione pubblica, delle legislazioni di<br />
settore e delle attività di autorizzazione degli impianti e delle infrastrutture.<br />
Le Regioni, che a seguito del riassetto di competenze sono diventate tra le<br />
principali responsabili delle politiche energetiche nel nostro Paese, hanno<br />
sviluppato, attraverso i Piani Energetici Regionali (PER), una programmazione<br />
degli interventi in campo energetico rivolti, tra l’altro, allo sviluppo e<br />
all’incentivazione delle fonti rinnovabili nei rispettivi territori.<br />
Tabella 6<br />
Piani Energetici Regionali e Provinciali<br />
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />
V.d’Aosta<br />
Liguria<br />
Piemonte<br />
Umbria<br />
Marche<br />
Calabria<br />
Veneto<br />
Molise<br />
Sardegna*<br />
Friuli V.G.<br />
E.Romagna<br />
Puglia<br />
Toscana<br />
Lazio*<br />
Lombardia*<br />
Sicilia<br />
Abruzzo<br />
Campania<br />
P.A.Trento*<br />
Basilicata*<br />
* ultimi aggiornamenti approvati dei Piani<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su informazioni regionali<br />
Dal 2000 ad oggi il PER è stato approvato in tutte le Regioni italiane. La<br />
Provincia autonoma di Bolzano ha adottato un Piano Energetico Provinciale già<br />
nel 1997.<br />
Nonostante la mancanza di un modello comune di riferimento e di un<br />
coordinamento da parte dello Stato nella loro redazione, i PER forniscono una<br />
significativa valutazione del potenziale sfruttabile per la produzione di energia<br />
da fonti rinnovabili nei rispettivi territori e del relativo impatto ambientale ed<br />
economico, e rappresentano uno strumento per la costruzione di uno scenario<br />
coerente con la Strategia Energetica Nazionale e con il burden sharing previsto<br />
dal PAN FER.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 19<br />
Gli strumenti del Legislatore per promuovere<br />
e regolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili<br />
In Italia il quadro normativo riguardante il settore delle rinnovabili si sviluppa lungo<br />
le seguenti direttrici principali:<br />
• un’articolata struttura di incentivi, distinti per tecnologia e taglia dimensionale<br />
dell’impianto<br />
• un complesso e stratificato assetto autorizzativo, anch’esso articolato in<br />
relazione alla taglia dimensionale e alla Regione di ubicazione del sito.<br />
La struttura degli incentivi per gli impianti da fonte<br />
rinnovabile<br />
Il rapido sviluppo delle rinnovabili è stato favorito nei principali Paesi europei da<br />
rilevanti programmi di sostegno volti a rendere profittevoli gli investimenti, la cui<br />
struttura può essere ricondotta ad una delle seguenti categorie:<br />
• regimi di mercato (metodi di quantità), quali ad esempio i Certificati Verdi<br />
• regimi amministrati (metodi di prezzo), quali Feed-In Tariff (FIT, come la Tariffa<br />
Omnicomprensiva), Feed-In Premium (FIP, quale incentivo addizionale rispetto<br />
alla remunerazione dell’energia elettrica venduta a prezzi di mercato), gli<br />
incentivi in conto capitale, gli incentivi fiscali.<br />
L’Italia ha adottato meccanismi di incentivazione di entrambe le categorie, come<br />
illustrato di seguito.<br />
Tabella 7<br />
Le modalità di incentivazione connesse all’obiettivo di politica energetica di<br />
generazione di energia da fonti rinnovabili<br />
Soggetti<br />
destinatari<br />
Produttori<br />
di energia<br />
da fonti<br />
rinnovabili<br />
Modalità<br />
d’incentivazione<br />
CIP 6<br />
Certificati Verdi<br />
Entrata in vigore Fonte rinnovabile<br />
di applicazione<br />
Dal 1992 al 1999;<br />
non applicabile ai<br />
nuovi impianti<br />
Dal 1999; in fase<br />
di superamento<br />
con meccanismo<br />
di feed-in tariff +<br />
quote di installato<br />
contingentate<br />
Tutte le fonti, incluse<br />
alcune convenzionali<br />
‘ad alta efficienza’<br />
Tutte le fonti ad<br />
eccezione del<br />
fotovoltaico<br />
IV Conto Energia Dal 5/5/2011 Fotovoltaico<br />
Tutte le fonti<br />
(fotovoltaico escluso)<br />
Tariffa<br />
Omnicomprensiva Dal 1/1/2008 con potenza fino ad<br />
1 MW (200 kW per<br />
l’eolico)<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su normativa nazionale<br />
Durata incentivo<br />
Fino a 15 anni<br />
di cui i primi 8 anni con incentivo<br />
addizionale<br />
15 anni<br />
per impianti che entreranno in esercizio<br />
entro il 31/12/2012<br />
Normativa ancora in fase di definizione<br />
per gli impianti che entreranno in esercizio<br />
dopo il 2012<br />
20 anni<br />
per impianti che entreranno in esercizio<br />
entro il 31/12/2016; quote di installato<br />
contingentate per gli impianti in esercizio<br />
dal 1/9/2011<br />
Per gli impianti in esercizio dopo il 2016,<br />
normativa ancora in fase di definizione<br />
15 anni<br />
per impianti che entreranno in esercizio<br />
entro il 31/12/2012<br />
Ricavi totali per il<br />
produttore<br />
Assimilabile ad una Tariffa<br />
Omnicomprensiva<br />
Vendita di energia elettrica<br />
a prezzi di mercato<br />
+ incentivo di valore<br />
variabile<br />
(valore determinato in<br />
base al prezzo sul mercato<br />
dei CV)<br />
Vendita di energia elettrica<br />
a prezzi di mercato o a<br />
valore predeterminato<br />
(a scelta del produttore)<br />
+ incentivo di valore<br />
predefinito<br />
Vendita di energia<br />
elettrica ad un prezzo<br />
omnicomprensivo che già<br />
include l’incentivo<br />
Si rimanda alle schede di approfondimento dedicate per una descrizione dei<br />
diversi sistemi di incentivazione e della compatibilità dei vari meccanismi.<br />
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20 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Compatibilità tra i diversi meccanismi di incentivazione<br />
Anche se una singola fonte o tecnologia può optare tra più sistemi di incentivazione, i diversi meccanismi non<br />
sono tra loro cumulabili:<br />
• il Conto Energia è applicabile esclusivamente al fotovoltaico e, quindi, esclude la possibilità di accedere alla Tariffa<br />
Omnicomprensiva e ai Certificati Verdi<br />
• rispetto a tutte le altre fonti, la Tariffa Omnicomprensiva non è compatibile con i Certificati Verdi: una taglia ridotta<br />
dell’impianto definisce la possibilità di accedere in via alternativa al regime della Tariffa Omnicomprensiva rispetto a<br />
quello del Certificato Verde.<br />
Schema riassuntivo dei sistemi di incentivazione<br />
Fonte rinnovabile<br />
Fotovoltaica<br />
Dimensione impianto<br />
(NB: 1.000 kW = 1 MW)<br />
fotovoltaico > 1 kW<br />
fotovoltaico integrato da 1 kW a 5.000 kW<br />
a concentrazione da 1 kW a 5.000 kW<br />
Sistema di incentivazione<br />
Tariffa Omnic. Certificati Verdi Conto Energia<br />
Elettricità da bioenergie<br />
Cogenerazione da<br />
bioenergie<br />
Eolica<br />
Idroelettrica<br />
Geotermia<br />
Mareomotrice e moto<br />
ondoso<br />
termodinamico<br />
fino a 1.000 kW * *<br />
oltre 1.000 kW<br />
fino a 1.000 kW * *<br />
oltre 1.000 kW<br />
fino a 200 kW (micro/mini eolico) * *<br />
oltre 200 kW<br />
offshore<br />
fino a 1.000 kW (micro/mini idro) * *<br />
oltre 1.000 kW<br />
fino a 1.000 kW * *<br />
oltre 1.000 kW<br />
fino a 1.000 kW * *<br />
oltre 1.000 kW<br />
* per impianti con potenza nominale inferiore a 1.000 kW (200 kW per l’eolico) è possibile optare, su richiesta, per la TO<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su normativa nazionale<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 21<br />
I costi attesi dal sistema per il raggiungimento degli<br />
obiettivi al 2020<br />
I sistemi di incentivazione sin qui descritti rappresentano un fattore rilevante<br />
che ha garantito fino ad ora la crescita delle rinnovabili in Italia. Sono emerse<br />
in tempi recenti fondate preoccupazioni in merito alla sostenibilità economica,<br />
nel medio termine, degli attuali meccanismi di incentivazione posti a carico dei<br />
consumatori.<br />
Tabella 8<br />
Il costo degli strumenti di incentivazione dell’energia elettrica<br />
prodotta da fonti rinnovabili<br />
Regimi di<br />
incentivazione<br />
CIP 6 (solo rinnovabili)<br />
Certificati Verdi<br />
Tariffa Fissa Omnicomprensiva<br />
Conto Energia fotovoltaico<br />
2008<br />
Energia Costo<br />
TWh Euro mln<br />
7,8 948<br />
10,5 615<br />
0,2 36<br />
0,2 110<br />
2009<br />
Energia Costo<br />
TWh Euro mln<br />
6,9 810<br />
17,4 1.296<br />
0,7 112<br />
0,7 303<br />
2010<br />
Energia Costo<br />
TWh Euro mln<br />
6,3 780<br />
21,2 1.580<br />
1,2 212<br />
2,0 826<br />
2011 *<br />
Energia Costo<br />
TWh Euro mln<br />
5,2 520<br />
24,0 2.100<br />
1,5 270<br />
10,0 3.500<br />
Totale<br />
di cui in A3<br />
18,7 1.709<br />
1.109<br />
25,7 2.521<br />
1.872<br />
30,7 3.398<br />
2.758<br />
40,7 6.390<br />
5.690<br />
* stima<br />
Fonte: Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas<br />
Come emerge dalla tabella sopra riportata, infatti, il costo complessivo per<br />
l’incentivazione delle sole fonti rinnovabili (escluse cioè le fonti assimilate,<br />
nonché gli ulteriori sistemi incentivanti previsti per il conseguimento degli<br />
obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti) nel 2010<br />
ha raggiunto 3,4 miliardi di Euro e si prevede superi i 6 miliardi di Euro alla fine<br />
del 2011; di questi, ben l’80% è stato posto a carico della componente A3<br />
della bolletta elettrica ed è pertanto pagato dai consumatori finali.<br />
Il costo degli incentivi a<br />
carico del Sistema Paese<br />
per il sostegno<br />
delle rinnovabili supererà,<br />
a fine 2011,<br />
6 miliardi di Euro<br />
Nello specifico:<br />
• gli oneri derivanti dai Certificati Verdi nel 2010 sono più che raddoppiati<br />
rispetto al valore registrato nel 2008. Il costo complessivo di questo sistema<br />
di incentivazione dovrebbe raggiungere nel 2011 circa 2,1 miliardi di Euro, in<br />
aumento del 33% rispetto al 2010<br />
• sebbene in valore assoluto l’onere relativo sia stato inferiore a quello<br />
registrato per i Certificati Verdi, l’incremento più significativo è stato raggiunto<br />
dal Conto Energia per il fotovoltaico, che nel 2010, a fronte di un raddoppio<br />
del numero degli impianti entrati in esercizio rispetto all’anno precedente,<br />
è quasi triplicato rispetto agli oneri del 2009, superando 800 milioni di Euro<br />
(ben +650% sul 2008). In considerazione dell’ulteriore incremento del parco<br />
generativo da fonte solare nel 2011, concentratosi in particolare nella prima<br />
metà dell’anno sull’onda delle attese di modifica del meccanismo del Conto<br />
Energia, gli oneri di tale forma di incentivazione sono previsti in ulteriore<br />
aumento (oltre il 300% di crescita sul 2010).<br />
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22 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Gli incentivi hanno accelerato lo sviluppo del settore, ma<br />
rappresentano un sistema non sostenibile<br />
Il favorevole livello di incentivazione, rispetto ai costi delle tecnologie<br />
rinnovabili, ha favorito una forte crescita della potenza installata da energie<br />
alternative, che è raddoppiata negli ultimi quattro anni, a fronte di una spesa<br />
per incentivi per il Sistema Paese che è quasi quadruplicata. Sebbene tale<br />
sistema d’incentivazione abbia contribuito ad accelerare lo sviluppo del parco<br />
generativo da fonti rinnovabili in ottica del conseguimento degli obiettivi imposti<br />
dall’Unione Europea, sono però emerse alcune criticità:<br />
• un parco installato, in particolare per il fotovoltaico, non ottimizzato rispetto<br />
alle tecnologie ed ai relativi costi di capitale installato inferiori, attesi nei<br />
prossimi anni, per la realizzazione degli impianti, con conseguente maggiore<br />
livello di spesa per TWh di energia rinnovabile prodotta<br />
• un livello di spesa, per finanziare la struttura di incentivi, in forte crescita e<br />
probabilmente non sostenibile nel medio termine nell’ambito di politiche di<br />
contenimento della spesa pubblica.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 23<br />
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - I sistemi di incentivazione<br />
Il provvedimento CIP n. 6/92<br />
Il provvedimento CIP n. 6/92 ha costituito, all’inizio degli anni<br />
’90, il primo rilevante intervento di incentivazione delle fonti<br />
rinnovabili nel nostro Paese, la cui caratteristica peculiare è<br />
consistita nella sua applicazione anche alle cosiddette fonti<br />
‘assimilate’, ovvero a fonti energetiche convenzionali definite<br />
all’epoca ‘ad alta efficienza’, quali impianti a ciclo combinato<br />
gas con cogenerazione di vapore e impianti di generazione di<br />
energia elettrica con gli scarti della raffinazione petrolifera.<br />
Ambito di applicazione e riferimenti<br />
normativi<br />
Il meccanismo di cui al provvedimento CIP n. 6/1992,<br />
emesso a fronte della Legge 9 del 1991, prevedeva la<br />
valorizzazione dell’energia elettrica prodotta da impianti<br />
alimentati da fonti rinnovabili e assimilate (cogenerazione,<br />
termovalorizzazione, ecc.) e la cessione dell’energia prodotta<br />
(inizialmente ad Enel, ai tempi monopolista e gestore della<br />
rete, poi al GSE) attraverso la determinazione di prezzi di<br />
cessione incentivanti, rivisti periodicamente, stabiliti dal<br />
Comitato Interministeriale Prezzi (CIP).<br />
Il Decreto Ministeriale 24 gennaio 1997 ha sospeso la<br />
procedura di ammissione agli incentivi, nonché le iniziative<br />
finalizzate alla stipula delle convenzioni di cessione di energia<br />
con Enel. La Legge 99/2009 ha inoltre promosso meccanismi<br />
di risoluzione volontaria e anticipata delle convenzioni CIP 6<br />
riguardanti impianti alimentati da combustibili di processo<br />
o residui o recuperi di energia (es. gassificazione tar, gas<br />
siderurgici, ecc.) e assimilati alimentati da combustibili fossili<br />
(per esempio gas naturale); il meccanismo di risoluzione<br />
consiste nell’anticipare ai produttori CIP 6 tutti i futuri ricavi<br />
derivanti dalla vendita di energia.<br />
Meccanismo dell’incentivo e durata<br />
Gli impianti ammessi <strong>nelle</strong> graduatorie CIP 6 beneficiavano<br />
degli incentivi fino al termine della scadenza delle relative<br />
convenzioni (la cui durata massima era di 15 anni),<br />
percependo una tariffa inclusiva di:<br />
• una remunerazione per l’energia elettrica ceduta, che<br />
corrispondeva sostanzialmente ai costi evitati ad Enel per<br />
la realizzazione, l’esercizio (incluso il relativo combustibile)<br />
e la manutenzione di nuovi impianti alimentati da fonti<br />
tradizionali<br />
Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />
L’onere complessivo derivante da questo sistema<br />
incentivante è stato principalmente determinato dalla<br />
differenza tra i costi sostenuti dal GSE per il ritiro<br />
dell’energia elettrica CIP 6 secondo le modalità previste dal<br />
provvedimento e i ricavi ottenuti dal GSE per la rivendita della<br />
stessa energia sul mercato tramite meccanismo di asta, ad<br />
un prezzo inferiore al livello di mercato. La copertura di tale<br />
costo è stata posta a carico dei clienti del settore elettrico,<br />
essendo addebitato direttamente alla componente tariffaria<br />
A3 della bolletta dei consumatori finali. Nel 2010 tali oneri<br />
hanno raggiunto 1,7 miliardi di Euro, dei quali 780 milioni di<br />
Euro per le sole fonti rinnovabili.<br />
Criticità<br />
L’aggiornamento periodico dei prezzi di cessione da parte<br />
del CIP ha, di fatto, rispecchiato quasi esclusivamente le<br />
variazioni del tasso di inflazione e del costo del gas naturale<br />
(il combustibile ‘evitato’ da Enel); non sono invece stati<br />
applicati aggiornamenti e revisioni che tenessero conto<br />
dell’evoluzione tecnologica e consentissero quindi una<br />
differenziazione dei valori di incentivazione in relazione al<br />
momento in cui l’impianto incentivato entrava in esercizio.<br />
Tale situazione ha comportato, soprattutto nel caso di<br />
impianti entrati in esercizio alcuni anni dopo il 1992, la<br />
presenza di valori unitari degli incentivi eccessivi rispetto<br />
all’effettivo costo della tecnologia.<br />
Possibile evoluzione<br />
Negli anni a venire questi costi netti a carico dei clienti<br />
del settore elettrico, alla luce dei soli impianti attualmente<br />
oggetto dell’incentivazione, sono destinati ad esaurirsi<br />
progressivamente con lo scadere delle convenzioni, anche<br />
per effetto dell’applicazione della Legge 99/2009 in materia<br />
di risoluzione anticipata delle convenzioni CIP 6 in essere.<br />
E’ comunque ancora possibile l’entrata in esercizio di<br />
impianti alimentati a rifiuti (da realizzarsi, appunto, nell’ambito<br />
dell’emergenza rifiuti), ammessi a godere, anche da leggi<br />
recenti, dell’incentivazione CIP 6.<br />
• un’ulteriore componente incentivante specifica per<br />
tecnologia impiegata (erogata per i primi otto anni di<br />
esercizio dell’impianto).<br />
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24 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
I Certificati Verdi (CV)<br />
Ambito di applicazione e riferimenti<br />
normativi<br />
Il Decreto Legislativo 79/1999 ha introdotto l’obbligo, a<br />
carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica<br />
da fonti tradizionali, di immettere annualmente nel sistema<br />
elettrico nazionale una quota minima di energia prodotta da<br />
impianti alimentati da fonti rinnovabili. Questa quota minima,<br />
inizialmente fissata al 2% dell’energia non rinnovabile<br />
prodotta o importata nell’anno precedente eccedente<br />
i 100 GWh (al netto di cogenerazione, autoconsumi ed<br />
esportazioni), ha subito incrementi annui stabiliti per Legge<br />
(D.Lgs. 387/2003, L. 244/2007), e nel 2012 raggiungerà il<br />
7,55%.<br />
Produttori ed importatori possono adempiere a tale obbligo<br />
immettendo in rete energia elettrica prodotta da impianti<br />
qualificati ‘IAFR’ (impianti di generazione elettrica alimentati<br />
da fonti rinnovabili) di loro proprietà oppure, qualora non<br />
fossero in grado di soddisfare in toto o in parte tale obbligo,<br />
acquistando da altri produttori da fonti rinnovabili titoli (i<br />
Certificati Verdi) comprovanti la produzione di energia ‘verde’<br />
equivalente.<br />
Meccanismo dell’incentivo e durata<br />
I Certificati Verdi (CV) sono titoli rilasciati dal GSE ed<br />
attestano la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, con<br />
l’esclusione del fotovoltaico, mediante impianti entrati in<br />
esercizio dopo il 1° aprile 1999. Il numero di CV rilasciati varia<br />
in base a coefficienti moltiplicativi differenziati per fonte. Il<br />
meccanismo rappresenta un incentivo in quanto si crea un<br />
mercato tra i produttori da fonti rinnovabili, che dispongono<br />
dei CV, e i generatori da fonte rinnovabile che annualmente<br />
devono ottemperare al proprio obbligo. I CV sono scambiabili<br />
attraverso contratti bilaterali o tramite contrattazione<br />
all’apposita Borsa, istituita presso il Gestore dei Mercati<br />
Energetici, ad un prezzo determinato dall’equilibrio domandaofferta;<br />
per i CV invenduti è previsto il ritiro a prezzo<br />
determinato da parte del GSE.<br />
I CV hanno validità triennale dal momento della produzione<br />
della relativa energia rinnovabile; sono rilasciati per i primi<br />
15 anni di funzionamento degli impianti (per quelli entrati<br />
in esercizio dopo il 31 dicembre 2007; 12 anni per impianti<br />
entrati in esercizio in precedenza) ed aventi una potenza<br />
media nominale superiore a 1 MW; per impianti di potenza<br />
inferiore, invece, è possibile optare, su richiesta, per la Tariffa<br />
Omnicomprensiva (si veda il relativo approfondimento).<br />
Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />
L’onere complessivo di tale programma di incentivazione è<br />
costituito da due componenti:<br />
• i costi che i soggetti obbligati all’acquisto dei CV (i generatori<br />
convenzionali) sostengono per l’adempimento all’obbligo<br />
stesso. Tale onere è posto indirettamente a carico dei clienti<br />
finali nei prezzi dell’energia elettrica offerti dai generatori<br />
convenzionali, anche se non è espressamente coperto da<br />
una specifica voce della tariffa elettrica;<br />
• la seconda componente deriva dall’obbligo di ritiro, in capo<br />
al GSE, dei CV invenduti (L. 244/07 e D.M. 18/12/2008); il<br />
relativo costo è posto a carico della componente tariffaria<br />
A3 (e pertanto sostenuto dai consumatori finali del settore<br />
elettrico).<br />
Criticità<br />
Nel 2009, a fronte dell’emissione di CV per oltre 17 TWh,<br />
la domanda obbligatoria di tali titoli è stata di circa 8,5 TWh;<br />
nel 2010 l’energia elettrica incentivata con i CV è cresciuta a<br />
circa 21,2 TWh. Da tali dati si può notare l’entità dell’eccesso<br />
d’offerta; tale sovra-produzione è prevista in aumento nei<br />
prossimi anni e solo per il 2010 ha determinato un costo<br />
per il GSE, da ritiro dei CV invenduti, pari a circa 640 milioni<br />
di Euro, finanziati dalla componente A3 della bolletta dei<br />
consumatori finali.<br />
Possibile evoluzione<br />
Il costo crescente per il Sistema Paese ha prodotto il D.Lgs.<br />
28/11, che dispone le tappe per la progressiva eliminazione<br />
del meccanismo dei CV. Gli impianti che entreranno<br />
in esercizio dopo il 31 dicembre 2012 non saranno più<br />
incentivati attraverso i CV, bensì secondo nuovi regimi di<br />
sostegno, che prevedono:<br />
• la progressiva scomparsa, attraverso una riduzione graduale<br />
in tre anni, delle quote dell’obbligo a carico dei produttori da<br />
fonti non rinnovabili, che si azzereranno nel 2015<br />
• la cessazione dell’emissione dei CV al 2015; il diritto a<br />
fruire dell’incentivazione verrà commutato nei nuovi regimi<br />
di sostegno definiti da un decreto da emanarsi nei prossimi<br />
mesi, probabilmente costituiti da:<br />
- per i nuovi impianti, in esercizio dal 1° gennaio<br />
2013, un meccanismo di asta annuale o infrannuale,<br />
relativo all’accesso di quantità di potenza installabile<br />
incentivabile, che verrà pertanto contingentata<br />
- per tutti gli impianti entrati in esercizio prima e a partire<br />
dal 2013 un probabile feed-in premium, ovvero un<br />
incentivo fisso riconosciuto al produttore da fonte<br />
rinnovabile oltre al prezzo di mercato dell’energia<br />
elettrica.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 25<br />
Il Conto Energia (CE)<br />
Ambito di applicazione e riferimenti normativi<br />
Il meccanismo di incentivazione previsto per l’energia solare<br />
(fotovoltaica o ottenuta mediante cicli termodinamici), noto<br />
come Conto Energia (CE), consiste nell’erogazione da parte<br />
del GSE di una tariffa incentivante proporzionale all’energia<br />
prodotta dagli impianti (feed-in premium), differenziata<br />
a seconda della taglia di potenza installata e del livello di<br />
integrazione architettonica dell’impianto, aggiuntiva rispetto<br />
al prezzo di vendita o di valorizzazione, mediante lo scambio<br />
sul posto o l’autoconsumo, dell’energia elettrica prodotta.<br />
Regolato inizialmente con il Decreto Ministeriale 28 luglio<br />
2005 e successive modifiche, il meccanismo è stato rivisto<br />
dal recente Decreto Interministeriale 5 maggio 2011 (il<br />
cosiddetto ‘IV Conto Energia’).<br />
Meccanismo dell’incentivo e durata<br />
Il CE è un regime di sostegno che garantisce una<br />
remunerazione dell’energia elettrica prodotta dagli impianti<br />
costante in moneta corrente per un periodo prestabilito (20<br />
anni per gli impianti fotovoltaici, 25 anni per gli impianti solari<br />
termodinamici). Il regime è soggetto ad un adeguamento<br />
periodico che, tenuto conto dell’andamento dei prezzi dei<br />
prodotti energetici e dei componenti per gli impianti fotovoltaici,<br />
nonché dei risultati delle attività di monitoraggio e promozione<br />
delle tecnologie impiegate per la realizzazione degli impianti<br />
stessi, ha l’intento di contenere nel medio e lungo periodo<br />
i costi di tale incentivo per il Sistema Paese. In ogni caso, la<br />
tariffa incentivante riconosciuta all’atto dell’entrata in esercizio<br />
dell’impianto resta fissa per l’intero periodo di diritto.<br />
Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />
I costi del CE trovano copertura nel gettito della componente<br />
tariffaria A3 della bolletta elettrica.<br />
Criticità<br />
Il ‘II Conto Energia’, in vigore nel periodo 2007-2010, ha<br />
previsto valori di incentivo unitari molto elevati nell’ottica di<br />
riallineare il nostro Paese in termini di installato fotovoltaico<br />
rispetto a Spagna e Germania. Si sarebbero dovute prevedere,<br />
fin da subito, revisioni e riduzioni più marcate, in linea<br />
con l’abbattimento atteso per i costi di realizzazione delle<br />
installazioni; tale impostazione ha comportato una rapida<br />
realizzazione degli impianti con il rischio di raggiungere<br />
in anticipo gli obiettivi previsti per il fotovoltaico al 2020,<br />
sfruttando tecnologie più costose e meno efficienti rispetto<br />
a quelle che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni e,<br />
pertanto, con maggiori costi per il Sistema Paese.<br />
Possibile evoluzione<br />
Proprio tenendo conto di tali aspetti e in previsione del “…<br />
raggiungimento entro pochi anni della cd. grid parity, ossia alla<br />
convenienza economica dell’elettricità fotovoltaica rispetto a<br />
quella prelevata o immessa in rete…”, il ‘IV Conto Energia’,<br />
entrato in vigore il 5 maggio di quest’anno, ha stabilito:<br />
• una graduale riduzione del valore unitario<br />
dell’incentivazione, riconosciuta su base mensile per<br />
il 2011 e su base semestrale per gli esercizi successivi.<br />
Questa tariffa unitaria è correlata alla taglia (intervalli di<br />
potenza) degli impianti e al loro livello di integrazione<br />
architettonica (impianti sugli edifici, altri);<br />
• la trasformazione dell’incentivo, per gli impianti che<br />
entreranno in esercizio a partire dal 2013, da feedin<br />
premium (cioè un incentivo addizionale ai ricavi di<br />
vendita dell’energia) a feed-in tariff, ossia una Tariffa<br />
Omnicomprensiva (l’energia elettrica immessa in rete<br />
viene ritirata a un prezzo già inclusivo dell’incentivo; viene<br />
anche previsto un premio per l’energia elettrica prodotta ed<br />
autoconsumata che, quindi, non verrebbe immessa in rete);<br />
• il contingentamento dei nuovi impianti, mediante<br />
l’individuazione, fino all’anno 2012 e limitatamente<br />
ai grandi impianti, di limiti di costo annui indicativi ai<br />
fini dell’ammissione all’incentivazione, stabiliti a livello di<br />
Sistema Paese in 300 milioni di Euro per gli impianti che<br />
entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2011 e a 150<br />
e 130 milioni di Euro per quelli con entrata in esercizio<br />
rispettivamente nel primo e secondo semestre del 2012.<br />
Ai fini dell’ammissione al sistema di incentivazione nel<br />
rispetto dei limiti di costo annui indicativi, il Decreto<br />
propone la costituzione di un’anagrafe unica per i grandi<br />
impianti fotovoltaici presso il GSE (il cosiddetto ‘Registro’)<br />
ed una serie di verifiche in capo ai gestori di rete ai fini della<br />
certificazione della fine dei lavori di costruzione;<br />
• l’individuazione, per ogni anno o frazione d’anno a<br />
partire dal 2013, dei costi indicativi del meccanismo<br />
che, qualora superati, comportano una riduzione<br />
aggiuntiva dei valori unitari degli incentivi erogabili agli<br />
impianti entrati in esercizio nei periodi successivi, senza<br />
limitare l’accesso agli incentivi stessi.<br />
Conto Energia per il solare termodinamico<br />
L’incentivazione degli impianti solari termodinamici, ovvero<br />
impianti termoelettrici nei quali il calore utilizzato per il ciclo<br />
termodinamico è prodotto sfruttando l’energia solare quale<br />
sorgente di calore ad alta temperatura, è prevista dal Decreto<br />
Ministeriale 11 aprile 2008. Il CE remunera con tariffe<br />
incentivanti esclusivamente l’energia elettrica imputabile<br />
alla fonte solare prodotta da un impianto, anche ibrido, per<br />
un periodo di 25 anni, purché siano soddisfatte le seguenti<br />
condizioni:<br />
• un limite massimo di potenza incentivabile, inclusa la parte<br />
solare per gli impianti ibridi, pari a 1.500.000 m 2 di superficie<br />
captante;<br />
• il non utilizzo come fluido termovettore né come mezzo di<br />
accumulo di sostanze e preparati classificati come molto<br />
tossici, tossici e nocivi;<br />
• tariffe differenziate in base alla frazione d’integrazione della<br />
produzione non attribuibile alla fonte solare.<br />
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entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
26 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
La Tariffa Fissa<br />
Omnicomprensiva (TO)<br />
Ambito di applicazione e riferimenti<br />
normativi<br />
La Tariffa Omnicomprensiva (TO) è stata introdotta dalla<br />
Legge 244/07 quale alternativa ai Certificati Verdi per impianti<br />
di potenza ridotta.<br />
Meccanismo dell’incentivo e durata<br />
Si tratta di un regime di sostegno basato sull’erogazione di<br />
una tariffa fissa unitaria, riconosciuta agli impianti da fonti<br />
rinnovabili in funzione dell’energia elettrica immessa in rete<br />
(feed-in tariff). Questa tariffa, che include sia l’incentivo sia<br />
la remunerazione per l’energia immessa in rete, è applicabile<br />
ai soli impianti entrati in esercizio in data successiva al 31<br />
dicembre 2007 di potenza inferiore a 1 MW (200 kW per<br />
l’eolico). La TO è differenziata in funzione della tecnologia,<br />
può essere rivista trimestralmente ed è riconosciuta per un<br />
periodo di quindici anni.<br />
Tale meccanismo di incentivazione si adatta ai piccoli<br />
produttori, che diversamente non riuscirebbero a gestire<br />
amministrativamente meccanismi più complessi, come<br />
quello dei Certificati Verdi.<br />
Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />
L’onere complessivo derivante dalle Tariffe Fisse<br />
Onnicomprensive deriva dalla differenza tra:<br />
• i costi sostenuti dal GSE per il ritiro dell’energia elettrica<br />
secondo le modalità e i prezzi definiti dalla L. 244/07<br />
• i ricavi ottenuti dal GSE per la rivendita della stessa energia<br />
sul mercato.<br />
Tale onere è posto a carico dei clienti del settore elettrico<br />
(componente tariffaria A3).<br />
Possibile evoluzione<br />
Per i prossimi anni si attende un progressivo aumento degli<br />
oneri per il Sistema Paese per effetto dell’entrata in esercizio<br />
di nuovi impianti. Il Decreto Legislativo 28/11 ha confermato<br />
le tariffe stabilite dalla Legge 244/07 per tutti gli impianti che<br />
entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2012.<br />
Nuove forme di incentivazione<br />
delle fonti rinnovabili<br />
Il D.Lgs. 28/2011 (Artt. 23 e 24) ha ridefinito “…la<br />
disciplina dei regimi di sostegno applicati all’energia<br />
prodotta da fonti rinnovabili e all’efficienza energetica<br />
attraverso il riordino e il potenziamento dei vigenti<br />
sistemi di incentivazione…”. Il Decreto ha predisposto<br />
“…criteri e strumenti che promuovono l’efficacia,<br />
l’efficienza, la semplificazione e la stabilità nel tempo dei<br />
sistemi di incentivazione, perseguendo nel contempo<br />
l’armonizzazione con altri strumenti di analoga finalità e<br />
la riduzione degli oneri di sostegno specifici in capo ai<br />
consumatori…”.<br />
La nuova disciplina degli incentivi deve inoltre seguire<br />
principi generali quali “…la gradualità di intervento<br />
a salvaguardia degli investimenti effettuati e la<br />
proporzionalità agli obiettivi, nonché la flessibilità della<br />
struttura dei regimi di sostegno, al fine di tener conto dei<br />
meccanismi del mercato e dell’evoluzione delle tecnologie<br />
delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica…”.<br />
Il Decreto ha previsto l’introduzione di alcuni nuovi sistemi<br />
incentivanti volti alla promozione dell’uso delle fonti<br />
rinnovabili per la produzione di energia elettrica generata<br />
dagli impianti che entreranno in esercizio a partire dal 1°<br />
gennaio 2013. In particolare sono stati individuati i seguenti<br />
meccanismi:<br />
• il contributo economico tariffario sull’energia prodotta<br />
dagli impianti rinnovabili aventi potenza inferiore a 5 MW,<br />
diversificato per fonte e per scaglioni di potenza<br />
• il meccanismo di selezione a base d’asta per gli impianti<br />
rinnovabili con potenza superiore a 5 MW (art. 24, comma<br />
4). L’incentivo riconosciuto è quello aggiudicato sulla base<br />
dell’asta al ribasso riferita ad un contingente di potenza<br />
da installare per ciascuna fonte o tipologia di impianto.<br />
Le procedure d’asta prevedono un valore minimo<br />
dell’incentivo comunque riconosciuto dal GSE<br />
• la definizione di “…specifici incentivi per la produzione di<br />
energia da fonti rinnovabili mediante impianti che facciano<br />
ricorso a tecnologie avanzate e non ancora pienamente<br />
commerciali, compresi gli impianti sperimentali di potenza<br />
fino a 5 MW alimentati da fluidi geotermici a media ed alta<br />
entalpia…” (art. 24, comma 9).<br />
Le modalità di attuazione dei primi due meccanismi,<br />
così come l’individuazione di strumenti di incentivazione<br />
sostitutivi dei Certificati Verdi, saranno definite con<br />
successivi Decreti Ministeriali, che verranno emanati nei<br />
prossimi mesi.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 27<br />
<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 27<br />
Altri meccanismi di<br />
incentivazione<br />
Oltre a meccanismi di incentivazione riguardanti la<br />
generazione di energia da fonti rinnovabili, il nostro Paese<br />
prevede anche forme incentivanti (non oggetto di analisi<br />
nel presente documento) relative a:<br />
• il perseguimento dell’efficienza energetica, ovvero<br />
il contenimento dei consumi energetici, attraverso<br />
il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica (i<br />
cosiddetti ‘Certificati Bianchi’), emessi in relazione<br />
all’obbligo annuale imposto ai distributori di energia<br />
elettrica e gas di risparmio negli usi finali di tali fonti. I<br />
Certificati Bianchi sono assegnati dal GSE ad operatori<br />
che realizzano progetti di efficienza energetica (es.<br />
generazione ad alta efficienza di calore ed energia<br />
elettrica); il meccanismo è in scadenza nel 2012<br />
• la riduzione delle emissioni inquinanti, derivante<br />
dall’applicazione del protocollo di Kyoto, che assegna<br />
ai soggetti industriali (settori quali la generazione<br />
termoelettrica, i prodotti per l’edilizia, la metallurgia, i<br />
trasporti aerei) dei limiti massimi di emissioni inquinanti<br />
che, se non rispettati dal singolo operatore, danno luogo<br />
ad obbligo di acquisto di una quota corrispondente dei<br />
cosiddetti ‘Certificati Neri’, realizzabile mediante contratti<br />
bilaterali o in apposite borse (Emission Trading System),<br />
e viceversa per gli operatori più virtuosi; il meccanismo<br />
sarà soggetto a rinnovo nel 2012.<br />
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28 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il quadro normativo: le procedure amministrative di<br />
autorizzazione degli impianti<br />
Le procedure amministrative per l’autorizzazione degli impianti alimentati da<br />
fonti rinnovabili e delle infrastrutture ad essi connesse sono differenziate in<br />
funzione della tipologia di impianto o di infrastruttura da realizzare, della loro<br />
dimensione, nonché della loro localizzazione territoriale. Le Regioni, in coerenza<br />
con le funzioni ad esse attribuite, hanno emanato provvedimenti normativi<br />
appositi per disciplinare le procedure autorizzative sul proprio territorio.<br />
Le principali procedure autorizzative sono di seguito riportate.<br />
Tabella 9<br />
Riepilogo delle principali procedure di autorizzazione previste dalla<br />
legislazione nazionale per la realizzazione di impianti di produzione di<br />
elettricità da fonti rinnovabili<br />
Procedimento Tipologia impianto Autorità competente Principali riferimenti<br />
normativi<br />
Autorizzazione Unica<br />
Procedura Abilitativa<br />
Semplificata<br />
(prima DIA)<br />
Comunicazione per attività di<br />
edilizia libera<br />
Impianti con dimensioni superiori in media<br />
ad 1 MW<br />
Impianti con dimensioni inferiori alle soglie<br />
previste (in media fino ad 1 MW)<br />
Piccola cogenerazione (potenza inferiore a<br />
1 MW ovvero 3 MW termici)<br />
Moduli fotovoltaici su edifici esistenti<br />
Microgenerazione (potenza inferiore a 50<br />
kW)<br />
Impianti fotovoltaici aderenti/ integrati e<br />
singoli aerogeneratori h
<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 29<br />
L’introduzione di strumenti di carattere normativo finalizzati a rendere più certe<br />
ed omogenee le procedure autorizzative sul territorio nazionale costituirebbe<br />
pertanto uno snodo fondamentale per lo sviluppo del comparto delle rinnovabili<br />
in Italia.<br />
Sotto tale aspetto, rappresentano segnali positivi i provvedimenti normativi<br />
emanati in periodi recenti, tra i quali segnaliamo in particolare:<br />
• il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 che<br />
ha definito le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti<br />
rinnovabili<br />
• le novità introdotte dal Decreto Legislativo 28 /2011, con particolare<br />
riferimento a:<br />
- l’introduzione di una procedura semplificata, estendibile ad impianti di<br />
produzione fino ad 1 MW, che potrebbe risolvere le criticità emerse in<br />
precedenza con la DIA<br />
- l’introduzione di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le<br />
amministrazioni interessate, per l’autorizzazione degli interventi per lo<br />
sviluppo delle reti elettriche, utilizzabile dai gestori di rete separatamente<br />
rispetto alle autorizzazioni per la costruzione e l’esercizio di impianti di<br />
produzione.<br />
La frammentazione<br />
a livello regionale<br />
delle procedure<br />
amministrative causa<br />
incertezza e dilatazione<br />
nei tempi di rilascio<br />
delle autorizzazioni cui il<br />
Legislatore sta cercando<br />
di porre rimedio<br />
Resta comunque la necessità di sviluppare ulteriormente sia strumenti volti<br />
a coordinare la pianificazione territoriale, per consentire una più agevole<br />
individuazione di siti tecnicamente idonei ed esenti da vincoli ambientali e<br />
paesaggistici per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili, sia finalizzati a<br />
responsabilizzare maggiormente le Regioni e le amministrazioni coinvolte nei<br />
procedimenti autorizzativi, al fine di rendere più certe le tempistiche nel rispetto<br />
delle norme nazionali vigenti.<br />
Di seguito sono brevemente illustrate le principali procedure autorizzative<br />
vigenti.<br />
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30 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO<br />
Le procedure autorizzative<br />
L’Autorizzazione Unica (AU)<br />
L’Autorizzazione Unica (introdotta dal Decreto Legislativo 387 del 29 dicembre<br />
2003 e successivamente modificata, in particolare dal recente Decreto<br />
Legislativo 28/2011) è una procedura volta a razionalizzare e semplificare l’iter<br />
autorizzativo degli impianti di produzione da fonti rinnovabili. L’AU viene infatti<br />
rilasciata dalla Regione o dalla Provincia delegata dalla Regione nel rispetto<br />
delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del<br />
patrimonio storico artistico nell’ambito di un procedimento unico al quale<br />
prendono parte tutte le Amministrazioni interessate in sede di Conferenza<br />
dei Servizi.<br />
La procedura si applica ad impianti in media aventi una potenza installata<br />
superiore a 1 MW, o soglie diverse se disposto dalle Regioni o dalle Province<br />
autonome, e costituisce l’atto conclusivo di un procedimento che può<br />
avere una durata massima di 90 giorni (come modificato dal D.Lgs.<br />
28/2011, in precedenza 180 giorni), al netto degli eventuali tempi previsti per il<br />
provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.<br />
L’Autorizzazione Unica:<br />
• fa assumere all’impianto la valenza di opera di ‘pubblica utilità’, consentendo<br />
ad esempio, qualora necessario, l’esproprio di terreni<br />
• include eventuali prescrizioni cui è subordinata la realizzazione e l’esercizio<br />
dell’impianto<br />
• definisce le modalità da rispettare per il ripristino dello stato dei luoghi a<br />
seguito della dismissione dell’impianto al termine della sua vita utile<br />
• prevede, infine, un termine per l’avvio e la conclusione dei lavori decorsi i<br />
quali, salvo proroga, l’AU perde efficacia.<br />
Per contrastare eventuali attività speculative legate allo sviluppo e<br />
all’autorizzazione di progetti di impianti rinnovabili, che si traducono nell’avvio<br />
di procedimenti autorizzativi da parte di soggetti che poi non concludono la<br />
realizzazione degli impianti, la Legge 129 del 13 agosto 2010 ha demandato<br />
al Ministro dello Sviluppo Economico la determinazione di misure opportune<br />
a garantire che l’istanza per l’AU venga accompagnata da adeguate garanzie<br />
finanziarie a carico del richiedente l’autorizzazione e degli eventuali subentranti;<br />
tale normativa è stata ad esempio già recepita dalla Regione Puglia.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 31<br />
La Valutazione di Impatto<br />
Ambientale (VIA)<br />
In base alla specifica tipologia delle opere da realizzare, alcuni dei procedimenti<br />
autorizzativi possono prevedere anche lo svolgimento del procedimento di<br />
Valutazione di Impatto Ambientale; in particolare, la VIA è propedeutica<br />
al conseguimento dell’Autorizzazione Unica per la realizzazione di impianti<br />
obbligatoriamente soggetti a tale provvedimento amministrativo. Si tratta<br />
di una procedura svolta dalla pubblica amministrazione, la cui normativa è<br />
particolarmente complessa ed articolata anche su scala regionale.<br />
La procedura, che a livello nazionale è regolata, tra gli altri, dal Decreto<br />
Legislativo 152 del 3 aprile 2006, prevede in particolare:<br />
• lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità volta ad effettuare una<br />
valutazione preliminare della significatività dell’impatto ambientale del progetto<br />
• la definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale e la sua<br />
realizzazione<br />
• la valutazione dello studio ambientale, che fornisce gli elementi tecnici sugli<br />
impatti del progetto e la sua compatibilità con il contesto ambientale utili a<br />
definirne la realizzabilità.<br />
Il D.M. 10/09/2010 ha previsto che per la realizzazione di impianti per la<br />
produzione di energia da fonte eolica e da fonti rinnovabili non termiche di<br />
potenza nominale superiore a 1 MW (entrambi soggetti all’Autorizzazione<br />
Unica), il proponente possa presentare istanza di VIA senza previo esperimento<br />
della procedura di verifica di assoggettabilità.<br />
Figura 1<br />
L’iter autorizzativo per lo sviluppo di impianti alimentati da fonti<br />
rinnovabili: caso di Valutazione di Impatto Ambientale propedeutica<br />
all’Autorizzazione Unica<br />
Autorizzazione<br />
dell’impianto:<br />
1.Realizzazione e approvazione<br />
Valutazione Impatto Ambientale<br />
2. Domanda di Autorizzazione Unica<br />
– Conferenza dei Servizi<br />
0 1 2 3<br />
t (anni)<br />
3. Ottenimento Autorizzazione Unica<br />
(se esito positivo Conferenza dei Servizi)<br />
Autorizzazione della connessione<br />
alla rete elettrica dell’impianto:<br />
A. Avvio richiesta autorizzazione<br />
alla rete elettrica<br />
B.Conseguimento autorizzazione<br />
di connessione alla rete elettrica<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
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32 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Sulla base delle evidenze della figura sopra riportata, l’iter della Conferenza<br />
dei Servizi può assumere in media una durata variabile tra i sei ed i diciotto<br />
mesi (in alcuni casi con picchi di oltre ventiquattro-trentasei mesi); un’altra<br />
criticità è costituita dal mancato coordinamento tra tali procedure e l’iter<br />
per l’autorizzazione della connessione alla rete elettrica, che rappresenta un<br />
ulteriore elemento di indeterminatezza per la realizzazione di un impianto<br />
rinnovabile.<br />
Per gli impianti di potenza installata ridotta (fino a 1 MW) la normativa consente<br />
di beneficiare di una procedura semplificata, come di seguito descritto, non<br />
richiedendo la VIA e l’AU, ma mantenendo tuttavia la criticità del mancato<br />
coordinamento con l’iter per l’autorizzazione della connessione alla rete<br />
elettrica.<br />
La Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) e la<br />
Comunicazione per attività di edilizia libera<br />
Nell’ambito di una politica di semplificazione del quadro autorizzatorio, il D.Lgs.<br />
28/2011 ha introdotto la Procedura Abilitativa Semplificata applicabile alle<br />
tipologie di impianti alimentati da energia rinnovabile fino ad quel momento<br />
soggetti (ai sensi del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10<br />
settembre 2010) a Denuncia di Inizio Attività (DIA).<br />
Di fatto, l’ambito di applicazione riguarda gli impianti che presentano una soglia<br />
di potenza inferiore a quella prevista per l’Autorizzazione Unica (ossia<br />
inferiore a 1 MW), quelli operanti in assetto di piccola cogenerazione, nonché<br />
i moduli fotovoltaici collocati su edifici esistenti o loro pertinenze (si veda<br />
tabella successiva).<br />
Si tratta, al pari della precedente DIA, di una dichiarazione semplificata, basata<br />
sulla regola del silenzio assenso, da inviare al Comune almeno trenta giorni<br />
prima dell’effettivo inizio dei lavori, volta ad asseverare la conformità del<br />
progetto al regolamento edilizio vigente. Alla dichiarazione sono allegati gli<br />
elaborati tecnici per la connessione alla rete elettrica dell’impianto e la relazione<br />
progettuale di accompagnamento.<br />
Il Decreto ha attribuito alle Regioni la facoltà di semplificare ulteriormente<br />
il quadro regolatorio consentendo loro di estendere la PAS agli impianti di<br />
potenza nominale superiore a 1 MW.<br />
Una procedura ulteriormente semplificata, la Comunicazione per attività di<br />
edilizia libera, è invece prevista per tutti gli interventi volti alla realizzazione o<br />
installazione di impianti di piccola taglia alimentati da fonti rinnovabili che sono<br />
considerati alla stregua di attività di manutenzione ordinaria o comunque tali<br />
da non richiedere comunque alcun titolo abilitativo particolare (si veda tabella<br />
successiva).<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 33<br />
Tabella 10<br />
Tipologie di impianti per le quali è prevista la Procedura Abilitativa<br />
Semplificata o la Comunicazione per attività di edilizia libera<br />
Fonte Tipologia di impianto Potenza kW Procedimento<br />
Fotovoltaica<br />
Biomasse, gas di<br />
discarica, gas residuati<br />
dai processi di<br />
depurazione e biogas<br />
Eolica<br />
Idroelettrica e<br />
geotermica<br />
Impianti aderenti o integrati nei tetti di edifici esistenti e la cui<br />
superficie non sia superiore a quella del tetto sul quale vengono<br />
realizzati<br />
Impianti realizzati su edifici esistenti o sulle loro pertinenze 0 ÷ 200<br />
Moduli fotovoltaici collocati sugli edifici e la cui superficie<br />
complessiva non sia superiore a quella del tetto sul quale sono<br />
collocati<br />
- Comunicazione per<br />
attività di edilizia libera<br />
- PAS<br />
(prima DIA)<br />
Impianti non rientranti <strong>nelle</strong> altre tipologie 0 ÷ 20 *<br />
Impianti operanti in assetto cogenerativo (microgenerazione)<br />
0 ÷ 50 Comunicazione per<br />
Impianti realizzati in edifici esistenti 0 ÷ 200 attività di edilizia libera<br />
Impianti operanti in assetto cogenerativo (piccola cogenerazione)<br />
50 ÷ 1.000 ovvero<br />
a 3.000 kWt<br />
PAS<br />
(prima DIA)<br />
Impianti alimentati da biomasse 0 ÷ 200 *<br />
Impianti alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di<br />
depurazione e biogas<br />
0 ÷ 250 *<br />
Impianti installati sui tetti degli edifici esistenti di singoli generatori<br />
eolici con altezza complessiva non superiore a 1,5 metri e diametro<br />
-<br />
non superiore a 1 metro<br />
Impianti non rientranti <strong>nelle</strong> altre tipologie<br />
0 ÷ 60 * PAS (prima DIA)<br />
Impianti idroelettrici e geotermici realizzati in edifici esistenti<br />
Impianti idroelettrici non rientranti <strong>nelle</strong> altre tipologie<br />
Comunicazione per<br />
attività di edilizia libera<br />
Comunicazione per<br />
0 ÷ 200<br />
attività di edilizia libera<br />
0 ÷ 100 * PAS (prima DIA)<br />
* capacità di generazione inferiore alla soglia indicata alla Tabella della L. 244/2007, estendibile, a<br />
discrezione di Regioni e Province autonome, fino a 1.000 kW (ex D.Lgs. 28/2011)<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su normativa nazionale<br />
Processi amministrativi: la parola d’ordine è ‘semplificare’<br />
Il successo della strategia e delle linee d’azione delineate nel PAN FER sarà<br />
fortemente legato alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi secondo<br />
criteri validi a livello nazionale.<br />
L’attuale quadro normativo pone rilevanti criticità per gli operatori delle fonti<br />
rinnovabili e/o per gli acquirenti di tali impianti; in particolare:<br />
• nell’ambito dell’attuale procedura di Autorizzazione Unica, prevista per gli<br />
impianti con potenza superiore a 1 MW si rilevano le seguenti principali<br />
criticità:<br />
- l’elemento propedeutico al rilascio dell’Autorizzazione Unica, costituito<br />
dalla Conferenza dei Servizi, può vedere la partecipazione anche di trentaquaranta<br />
enti diversi della Pubblica Amministrazione o ad essi correlati<br />
(ad esempio Autorità per la Sicurezza Aeronautica, ecc.) senza alcuna<br />
procedura od obbligo volto a normare il rilascio del proprio parere in tempi<br />
certi in merito all’opera da autorizzare<br />
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34 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
- non è definita una lista di adempimenti di dettaglio necessari per avviare la<br />
Conferenza dei Servizi (ad esempio il livello di determinazione del progetto<br />
ed i relativi terreni occupati), fattore che determina incertezza ed una<br />
dilatazione dei tempi di conclusione della stessa<br />
- l’assenza della designazione a priori, da parte della Regione autorizzante, di<br />
zone del territorio idonee all’installazione di tali opere e/o della definizione<br />
di criteri predeterminati per valutare tale idoneità che impone, per ciascuna<br />
opera, di sviluppare un’onerosa (in termini di costi e tempi) Valutazione di<br />
Impatto Ambientale.<br />
Tali criticità determinano notevole incertezza ed un rilevante aumento dei costi<br />
di sviluppo dell’opera, ante apertura del cantiere, che contribuiscono non poco a<br />
disincentivare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, a parità di incentivo disponibile.<br />
• per gli impianti soggetti alla Procedura Abilitativa Semplificata (di potenza<br />
inferiore o pari a 1 MW) non sono definite con chiarezza norme volte a<br />
determinare il cosidetto ‘illecito frazionamento’, ovvero casi in cui il soggetto<br />
sviluppatore dell’impianto procede ad iter autorizzativi paralleli su frazioni di<br />
un impianto che de facto è unico (ad esempio, più impianti territorialmente<br />
vicini, collegati alla medesima cabina di connessione alla rete).<br />
Tale lacuna normativa potrebbe portare, in caso di verifica successiva<br />
all’entrata in esercizio dell’impianto da parte delle Autorità competenti,<br />
all’accertamento dell’irregolarità del procedimento amministrativo ed<br />
al possibile sequestro dell’opera, con evidenti margini di rischio per un<br />
eventuale acquirente dell’impianto, sia nello stadio di sviluppo che di<br />
successivo esercizio.<br />
Elemento comune di ulteriore indeterminatezza per i due iter autorizzativi è<br />
inoltre costituito dal mancato collegamento al procedimento di autorizzazione<br />
delle connessione alla rete elettrica, che determina de facto, sia nel caso di<br />
VIA associata all’AU che nel caso di PAS, due iter paralleli e non coordinati di<br />
autorizzazione dell’opera.<br />
Risulta pertanto auspicabile l’emanazione di idonei ‘regolamenti attuativi’ da<br />
parte degli organi competenti (le Regioni) finalizzati a superare le criticità sopra<br />
esposte.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 35<br />
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36 36 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Gli attori del mercato<br />
italiano e le relative<br />
performance<br />
a cura dell’Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
Il contesto di riferimento<br />
Il comparto delle energie rinnovabili in Italia presenta una struttura particolare,<br />
riflesso dell’evoluzione recente e della peculiarità delle filiere che lo<br />
compongono, caratterizzate da un’elevata frammentazione e dalla forte<br />
differenziazione dei soggetti che vi operano.<br />
Gli attori del settore in Italia si possono segmentare in base a due determinanti:<br />
• il livello di presenza nella catena del valore<br />
• la loro origine.<br />
Figura 2<br />
Schema semplificato della catena del valore nel settore delle energie<br />
rinnovabili<br />
Focus del presente studio<br />
Produttori di impianti<br />
Scouting e<br />
sviluppo<br />
impianti<br />
Progettazione,<br />
committenza e<br />
costruzione<br />
Esercizio<br />
Vendita di energia<br />
Manutenzione impianti<br />
Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
Rispetto alle fasi della filiera presidiate e delle attività svolte, il comparto è<br />
caratterizzato dalla presenza delle seguenti categorie di operatori:<br />
• i produttori di impianti: si tratta di una gamma diversificata di soggetti, in<br />
genere focalizzati su una sola tipologia (eolico, fotovoltaico, bioenergie), con<br />
diverso presidio lungo la catena del valore; ad esempio:<br />
- il comparto eolico è dominato da pochi grandi player globali, alcuni<br />
specializzati <strong>nelle</strong> rinnovabili (Vestas, Gamesa, First Solar), altri operanti in<br />
molteplici business (Siemens, GE, Alstom), che tendono eventualmente ad<br />
integrarsi <strong>nelle</strong> fasi a valle solo per la parte di progettazione e costruzione<br />
- anche nel fotovoltaico e <strong>nelle</strong> bioenergie sono presenti sia produttori<br />
operanti a livello mondiale (nel solare First Solar, Sharp, MEMC, Suntech,<br />
ecc.; <strong>nelle</strong> bioenergie Babcock, Ansaldo, Foster Wheeler, Alstom, ecc.),<br />
sia operatori nazionali di dimensione più ridotta, e locali che si occupano<br />
dell’assemblaggio e dell’installazione degli impianti;<br />
• i developer (o sviluppatori) si dedicano all’individuazione, alla promozione<br />
e allo sviluppo di nuovi siti e progetti <strong>nelle</strong> fonti rinnovabili, sotto il profilo<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 37<br />
della misurazione della risorsa energetica (nel caso dell’eolico), tecnico (di<br />
progettazione preliminare) ed autorizzativo, nonché nella contrattualizzazione<br />
dei terreni:<br />
- generalmente operano in partnership con operatori del settore di<br />
dimensioni medio-grandi (es. Sorgenia, Enel Green Power, Edison Energie<br />
Speciali, ecc.) o finanziari (es. fondi di investimento infrastrutturali), oppure<br />
cedono i propri progetti ai player di maggiori dimensioni<br />
- il ruolo di tali soggetti dovrebbe nel prossimo futuro ridursi con il<br />
rallentamento dei tassi di crescita del settore ed il relativo consolidamento,<br />
anche in relazione alle garanzie e fidejussioni progressivamente necessarie<br />
per operare nella fase di ‘sviluppo’ (ad esempio per la richiesta di<br />
connessione alla rete elettrica);<br />
• gli installatori ed impiantisti, un insieme eterogeneo di imprese, dai grandi<br />
EPC (Engineering, Procurement, Construction) contractor agli operatori di<br />
piccole e medie dimensioni, nella maggior parte dei casi già attivi in altri<br />
settori (tipicamente quello impiantistico o civile);<br />
• le imprese che si occupano dell’esercizio, della vendita di energia e della<br />
gestione e manutenzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.<br />
Rispetto agli attori della catena del valore descritti, occorre rilevare un certo<br />
grado di sovrapposizione <strong>nelle</strong> attività da essi svolte lungo la filiera, che di fatto<br />
si traduce:<br />
• nel coinvolgimento di alcuni operatori energy anche <strong>nelle</strong> fasi a monte di<br />
sviluppo e realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili e persino nella<br />
produzione di tecnologie (come nel caso del fotovoltaico, ad esempio Enel<br />
Green Power)<br />
• nell’integrazione a valle di alcuni installatori ed impiantisti (specie nel<br />
fotovoltaico) che, oltre ad acquisire commesse per conto terzi, realizzano<br />
impianti anche per conto proprio (di fatto divenendo operatori del settore delle<br />
rinnovabili mediante attività di generazione) o per conto di joint venture da essi<br />
costituite con operatori energy tradizionali o investitori finanziari, determinando<br />
in tal modo un mercato captive per le proprie tecnologie e infrastrutture.<br />
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38 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Un settore con Cluster<br />
di operatori che hanno<br />
adottato strategie di<br />
ingresso nel business<br />
profondamente diverse<br />
Considerando la natura e provenienza degli operatori, le imprese attive<br />
nella gestione degli impianti da fonti rinnovabili e nella generazione e<br />
successiva vendita dell’energia elettrica prodotta possono essere distinte in:<br />
• operatori energy tradizionali che hanno sviluppato specifiche divisioni o<br />
imprese controllate dedicate alle rinnovabili, allo scopo di effettuare una<br />
diversificazione correlata e sinergica<br />
• operatori appartenenti a settori industriali non energy che hanno diversificato<br />
nel business delle rinnovabili, provenienti da comparti quali l’alimentare<br />
(come Energhe di Ferrero), raffinazione (ad esempio ERG con ERG Renew,<br />
api con api nòva energia), cementifero (Italcementi con Italgen), ecc.<br />
• start up, ossia aziende indipendenti e nate con la missione di sviluppare<br />
esclusivamente le fonti rinnovabili.<br />
Tale eterogeneità nella provenienza delle imprese, che caratterizza il comparto<br />
delle fonti rinnovabili rispetto al settore energetico tradizionale, è riconducibile<br />
alle differenti logiche di ingresso che hanno indotto gli operatori ad<br />
investire in questo business:<br />
• per gli operatori energy tradizionali, logiche sinergiche, dovute in particolare a:<br />
- obblighi imposti dal legislatore in relazione alle fonti rinnovabili, quali<br />
ad esempio quello gravante sui produttori di energia convenzionale per<br />
l’immissione in rete di una corrispondente quota di energia da fonti<br />
rinnovabili (si veda la precedente sezione relativa alla descrizione delle<br />
diverse forme di incentivo); tale disposizione normativa è attualmente in<br />
fase di superamento<br />
- immagine e corporate social responsibility, soprattutto per le società<br />
quotate, anche per i rendimenti differenziali più elevati riconosciuti dal<br />
mercato agli operatori da fonti rinnovabili rispetto a quelle tradizionali<br />
(‘premio’ riconosciuto da parte degli analisti)<br />
- sinergie industriali rispetto alle attività di sviluppo e costruzione degli<br />
impianti (si vedano le fasi della filiera) e, soprattutto, di commercializzazione<br />
dell’energia elettrica e di gestione amministrativa degli incentivi;<br />
• logiche di diversificazione in un settore, almeno fino al 2010, caratterizzato<br />
da un rapporto favorevole tra rendimenti e relativo rischio imprenditoriale, in<br />
termini di:<br />
- interessanti rendimenti, assicurati da un sistema d’incentivi assai<br />
vantaggioso (in corso di revisione da parte del Legislatore, come illustrato<br />
nel capitolo successivo)<br />
- investimenti relativamente contenuti, per l’alto grado di leva finanziaria<br />
concesso dalle banche<br />
- relativa semplicità tecnologica nella costruzione e nella manutenzione<br />
degli impianti, almeno rispetto ai settori di provenienza (es. generazione<br />
convenzionale o settori industriali di processo).<br />
In tale contesto, le aziende che si occupano dell’esercizio degli impianti<br />
rinnovabili sono caratterizzate da una dimensione assai varia, in funzione<br />
della base di partenza e dei mezzi a disposizione altrettanto diversificati: la<br />
generazione di energia da fonti alternative è infatti realizzata sia da grandi gruppi<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 39<br />
che da medie imprese e da piccoli operatori focalizzati su una singola fonte e su<br />
pochi impianti in ambiti territoriali limitati.<br />
Rispetto all’intero settore elettrico, gli operatori attivi <strong>nelle</strong> rinnovabili sono<br />
caratterizzati da un’età media ridotta, dovuta alla crescente attrattività del<br />
comparto (determinata da un sistema di incentivazioni sviluppatosi nel nostro<br />
Paese a partire dai primi anni 2000) e ad una forte evoluzione dell’affidabilità<br />
delle tecnologie e della competitività dei relativi costi.<br />
La presenza di una molteplicità di nuovi operatori che agiscono secondo logiche<br />
di business diverse, l’articolazione e la frammentazione delle filiere e la forte<br />
eterogeneità del settore, sono tutti fattori che hanno contribuito a rendere<br />
quello delle rinnovabili come un business molto dinamico, i cui player sono<br />
difficilmente inquadrabili in un modello univoco.<br />
Un business dinamico<br />
con player molto<br />
eterogenei tra loro.<br />
Un modello difficile da<br />
inquadrare in modo<br />
univoco<br />
Benchmarking degli operatori del settore<br />
Alla luce delle considerazioni esposte, volendo svolgere un’analisi di<br />
benchmarking avente per oggetto gli attori presenti sul mercato italiano che<br />
operano nel settore delle fonti energetiche rinnovabili (abbreviabili in ‘FER’),<br />
alcune considerazioni e limitazioni sono indispensabili per definire il perimetro<br />
del campione selezionato:<br />
• ai fini delle nostre valutazioni, il campione ricomprende esclusivamente i<br />
principali player nazionali o internazionali operanti nel mercato italiano delle<br />
energie rinnovabili<br />
• rispetto a tale categoria di operatori, in funzione del perimetro del presente<br />
documento sono state considerate esclusivamente le attività da essi svolte<br />
nel nostro Paese; conseguentemente sono stati utilizzati solo indicatori<br />
operativi ed economico-patrimoniali riguardanti le attività da fonti rinnovabili<br />
afferenti il solo mercato italiano<br />
• sono considerati operatori del comparto rinnovabili esclusivamente quei<br />
soggetti che gestiscono, ai fini della generazione e della vendita di energia<br />
elettrica, impianti eolici, fotovoltaici, geotermici e a bioenergie, cioè a<br />
biomasse (liquide e/o solide) e a biogas. Ai fini dell’analisi, non sono invece<br />
stati inclusi gli impianti idroelettrici, in quanto difficilmente separabile la quota<br />
rappresentata esclusivamente dalla parte rinnovabile (mini-idro) rispetto al<br />
parco generativo per tale fonte<br />
• per i gruppi/aziende non focalizzati sulle sole rinnovabili (energy tradizionale,<br />
altri business industriali) sono stati isolati e scorporati, laddove disponibili,<br />
esclusivamente gli indicatori operativi ed economico-patrimoniali riguardanti<br />
le sole attività relative alle energie rinnovabili<br />
• non sono state depurate le partecipazioni incrociate tra gruppi diversi<br />
• per lo svolgimento delle analisi sono stati utilizzati dati (operativi ed<br />
economico-patrimoniali) ed informazioni pubblicamente disponibili da siti<br />
aziendali, bilanci, comunicati e rassegna stampa.<br />
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40 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il campione di aziende selezionate ai fini del benchmarking è costituito dai<br />
raggruppamenti di seguito descritti.<br />
Figura 3<br />
Segmenti di operatori considerati nel benchmarking<br />
CLUSTER 1<br />
Operatori energy tradizionali con<br />
divisione/partecipata <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
(8 aziende, tra le quali 1 quotata)<br />
CLUSTER 2<br />
Operatori non energy con diversificazione<br />
nel business delle rinnovabili<br />
(9 aziende, tra le quali 4 quotate)<br />
CLUSTER 3<br />
Start up<br />
(8 aziende, tra le quali 1 quotata)<br />
Figura 4<br />
La composizione del campione oggetto del benchmarking – focus su Italia<br />
CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3<br />
Operatori energy<br />
tradizionali con divisione/<br />
partecipata <strong>nelle</strong> FER<br />
Operatori non energy<br />
con diversificazione nel<br />
business delle FER<br />
Start up<br />
Enel Green Power<br />
Alerion Clean Power<br />
ErgyCapital<br />
Quotato in Italia<br />
Falck Renewables<br />
Kinexia<br />
K.R. Energy<br />
Alpiq<br />
api Holding<br />
Asja Biz<br />
Non quotato in Italia<br />
BKW<br />
EDF Energies Nouvelles<br />
Edison<br />
E.ON Climate &<br />
Renewables<br />
International Power<br />
- GDF Suez<br />
Sorgenia<br />
ERG Renew<br />
Marseglia Group<br />
Moncada Energy Group<br />
TRE Tozzi Renewable<br />
Energy<br />
FRI-EL Green Power<br />
Fortore Energia<br />
ICQ Holding<br />
I.V.P.C. Italian Vento<br />
Power Corporation<br />
Marcopolo Environmental<br />
Group<br />
Veronagest<br />
Nota: Edison, controllante di Edison Energie Speciali, e CIR, azionista di riferimento di Sorgenia,<br />
sono quotate alla Borsa Italiana. Le azioni di ERG Renew sono state delistate da Borsa Italiana nel<br />
giugno 2011 a seguito del completamento dell’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria<br />
promossa dalla controllante ERG (quotata alla Borsa Italiana).<br />
Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 41<br />
I tre Cluster costituenti il campione così individuato, con circa 5.400 MW<br />
di potenza installata complessiva in esercizio (dato 2010), rappresentano<br />
il 43% del parco generativo da fonti rinnovabili italiano (24% il Cluster 1;<br />
9% il Cluster 2; 10% il Cluster 3).<br />
Grafico 6<br />
Rappresentatività del campione rispetto al parco generativo nazionale da<br />
fonte rinnovabile (2010)<br />
Totale parco generativo FER Italia*<br />
12.408 MW<br />
19%<br />
6%<br />
Totale parco generativo FER del campione<br />
5.373 MW<br />
Con oltre 5.000 MW<br />
di potenza installata il<br />
campione rappresenta il<br />
43% del parco generativo<br />
rinnovabile nazionale<br />
5%<br />
20%<br />
69%<br />
94%<br />
43% del parco<br />
generativo Italia<br />
Parco generativo (MW)<br />
Fonte<br />
Eolico<br />
Campione<br />
3.988<br />
Italia<br />
5.814<br />
183 3.470<br />
Bioenergie 473 2.352<br />
Geotermoelettrico 729 772<br />
Totale FER 5.373 12.408<br />
Fotovoltaico<br />
28%<br />
* escluso idroelettrico<br />
47%<br />
0% 20% 40% 60% 80% 100%<br />
peso% parco generativo campione su corrispondenti dati nazionali<br />
Eolico<br />
Fotovoltaico<br />
Bioenergie<br />
Geotermoelettrico<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna e dati aziendali<br />
Rispetto alle singole fonti, il campione è rappresentativo della quasi<br />
totalità del parco nazionale nel geotermoelettrico (circa 700 MW), del<br />
69% dell’eolico (circa 4.000 MW) e del 20% delle bioenergie (circa 500<br />
MW); per il fotovoltaico, le caratteristiche intrinseche della tecnologia, in<br />
particolare la dimensione media ridotta (da 1 a 5 MW) degli impianti, e la facilità<br />
di installazione generano una rilevante frammentazione del settore e pertanto<br />
un’incidenza limitata dell’installato del campione rispetto al totale nazionale.<br />
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42 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Grafico 7<br />
Il livello di concentrazione nei comparti delle fonti rinnovabili: i primi 5<br />
operatori del campione per fonte (2010, potenza installata in MW e quota<br />
di mercato sul parco nazionale)<br />
MW<br />
2.500<br />
2.000<br />
Totale parco generativo eolico Italia<br />
5.814 MW<br />
Quota di mercato:<br />
Totale campione: 69%; primi 5 operatori: 36%<br />
10% 9% 7% 5% 5% 33%<br />
1.924<br />
1.500<br />
1.000<br />
500<br />
571<br />
532<br />
382<br />
296 283<br />
–<br />
MW<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
MW<br />
250<br />
200<br />
150<br />
IP<br />
EGP Edison ES E.ON C&R IVPC Resto del<br />
campione<br />
2,0% 0,7% 0,5% 0,5% 0,4% 1,2%<br />
69<br />
23<br />
17 16 15<br />
EDF EN Alerion Moncada Marseglia Sorgenia Resto del<br />
campione<br />
8% 4% 2% 2% 1% 3%<br />
192<br />
Totale parco generativo fotovoltaico<br />
Italia 3.470 MW<br />
Quota di mercato:<br />
Totale campione: 5%; primi 5 operatori: 4,1%<br />
Totale parco generativo bionergie<br />
Italia 2.352 MW<br />
Quota di mercato:<br />
Totale campione: 20%; primi 5 operatori: 17%<br />
42<br />
• il geotermoelettrico è monopolio<br />
di Enel Green Power, Gruppo che<br />
da solo detiene quasi l’intero<br />
parco generativo italiano<br />
• nell’eolico, il 36% della potenza<br />
installata nazionale si concentra<br />
nei primi cinque player, quattro<br />
dei quali rappresentati proprio da<br />
operatori energy tradizionali<br />
diversificati <strong>nelle</strong> FER (Cluster 1)<br />
• le bionergie, comparto di più<br />
recente sviluppo, presentano una<br />
media concentrazione, dal<br />
momento che i primi cinque<br />
operatori rappresentano il 17%<br />
del parco italiano<br />
• il fotovoltaico è invece alquanto<br />
frammentato, con le prime cinque<br />
aziende che coprono solo il 4%<br />
dell’installato, grazie alla minore<br />
necessità di capitale investito<br />
(CAPEX) per sviluppare impianti.<br />
100<br />
50<br />
83<br />
53 51<br />
30<br />
65<br />
Marseglia FRI-EL Asja Biz Marcopolo api Resto del<br />
campione<br />
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Resto del campione<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna e dati aziendali<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 43<br />
Il parco generativo gestito dagli operatori del campione ha generato nel 2010<br />
una produzione di circa 8.700 GWh, pari ad oltre il 30% dell’energia elettrica<br />
prodotta a livello nazionale.<br />
In termini di efficienza media nell’utilizzo degli impianti, misurato dal ‘load<br />
factor ’, ovvero dalle ore di funzionamento che la tecnologia, per unità di<br />
potenza installata (1 MW), è in grado di generare, gli operatori facenti parte<br />
dei diversi Cluster presentano risultati omogenei rispetto al parco impianti<br />
complessivo nazionale, confermando la rappresentatività del campione<br />
selezionato.<br />
Alta frammentazione<br />
nel fotovoltaico a<br />
fronte di una maggiore<br />
concentrazione nell’eolico<br />
Grafico 8<br />
Load factor per fonte (2010, ore di funzionamento annue)<br />
ore/anno<br />
8.000<br />
7.000<br />
6.898 6.964<br />
6.000<br />
5.000<br />
4.000<br />
4.373<br />
4.014<br />
3.000<br />
2.000<br />
1.515 1.570<br />
1.000<br />
855 549<br />
0<br />
Eolico Fotovoltaico Geotermoelettrico Bioenergie<br />
Campione<br />
Italia<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali e su dati Terna<br />
In funzione delle evidenze sopra esposte, i dati operativi e gli economics<br />
del campione, che saranno analizzati nel paragrafo successivo, possano<br />
essere considerati significativi per rappresentare l’andamento medio del<br />
settore delle rinnovabili in Italia.<br />
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44 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Principali evidenze strategico-operative del benchmarking<br />
degli operatori del settore<br />
Tabella 11<br />
Le aziende del Cluster 1: operatori energy tradizionali con divisione/<br />
partecipata <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Operatore<br />
Operatore<br />
FER<br />
in Italia<br />
Anno<br />
di avvio<br />
attività<br />
<strong>nelle</strong><br />
FER<br />
Società dedicata<br />
esclusivamente<br />
alle FER<br />
nell’ambito del<br />
gruppo<br />
Nazionalità<br />
della<br />
capogruppo<br />
Presenza<br />
geografica degli<br />
impianti a livello<br />
di gruppo<br />
Parco in esercizio in Italia<br />
Potenza<br />
installata totale<br />
(MW) nel 2010<br />
Fonte<br />
(ordinata per<br />
potenza)<br />
Enel Green<br />
Power<br />
International<br />
Power - GDF<br />
Suez<br />
Edison<br />
E.ON Climate &<br />
Renewables<br />
EDF Energies<br />
Nouvelles<br />
Alpiq<br />
Sorgenia<br />
BKW<br />
Enel Green<br />
Power SpA<br />
(EGP)<br />
International<br />
Power Plc<br />
(IP)<br />
Edison<br />
Energie<br />
Speciali SpA<br />
(Edison ES)<br />
E.ON Climate<br />
& Renewables<br />
Italia Srl<br />
(E.ON C&R)<br />
EDF EN Italia<br />
SpA<br />
(EDF EN)<br />
Alpiq Holding<br />
AG<br />
(Alpiq)<br />
Sorgenia<br />
SpA<br />
(Sorgenia)<br />
BKW Italia<br />
SpA<br />
(BKW)<br />
2008 IT Italia,Europa,<br />
Nord,Centro e<br />
Sud America<br />
2.776<br />
(di cui idro<br />
1.509)<br />
n.d. UK Europa,Italia 571<br />
2008 IT Italia 382<br />
2008 D Europa,<br />
Nord America,<br />
Italia<br />
2002 FR Europa,<br />
Nord America,<br />
Italia<br />
245<br />
2009 CH Europa,Italia 243<br />
(di cui idro 165)<br />
2007 IT Italia, Francia 128<br />
(di cui idro 32)<br />
2006 CH Svizzera,<br />
Germania,<br />
Italia<br />
298<br />
93<br />
(di cui idro 43)<br />
(1)<br />
(2)<br />
(3)<br />
(4)<br />
Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Eolico Biomasse Biogas<br />
(1)<br />
Il Gruppo Enel operava <strong>nelle</strong> rinnovabili già prima del 2000 attraverso Enel Produzione ed altre società<br />
dedicate; nel 2008 ha proceduto alla costituzione di Enel Green Power<br />
(2)<br />
Il Gruppo Edison, attraverso altre controllate (in particolare Edipower, posseduta al 50%) opera anche<br />
nell’idroelettrico, nel fotovoltaico e <strong>nelle</strong> bioenergie<br />
(3)<br />
Fino a tutto il 2010, Alpiq ha operato <strong>nelle</strong> rinnovabili attraverso società partecipate da Alpiq Italia Srl<br />
(4)<br />
Oltre al parco rilevato, Sorgenia sta sviluppando impianti anche <strong>nelle</strong> biomasse. Nel luglio 2011 è stata<br />
costituita Sorgenia Green, nuova società del Gruppo interamente dedicata alle energie rinnovabili.<br />
Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
Si tratta di aziende:<br />
• la cui operatività è iniziata mediamente nella seconda metà degli anni 2000<br />
• in cui prevale la diversificazione tecnologica nell’ambito delle rinnovabili<br />
• che hanno investito in misura significativa, con portafoglio di installato<br />
mediamente superiore ai 200 MW<br />
• in cui sono molto rilevanti i grandi operatori internazionali energy, che hanno<br />
investito nel nostro Paese.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 45<br />
Tabella 12<br />
Le aziende del Cluster 2: operatori non energy, con diversificazione nel<br />
business delle rinnovabili<br />
Operatore<br />
ERG Renew<br />
Operatore<br />
FER<br />
in Italia<br />
ERG Renew<br />
SpA<br />
(ERG Ren)<br />
Anno<br />
di avvio<br />
attività<br />
<strong>nelle</strong><br />
FER<br />
Società dedicata<br />
esclusivamente<br />
alle FER<br />
nell’ambito del<br />
gruppo<br />
Nazionalità<br />
della<br />
capogruppo<br />
Presenza<br />
geografica degli<br />
impianti a livello<br />
di gruppo<br />
Parco in esercizio in Italia<br />
Potenza<br />
installata totale<br />
(MW) nel 2010<br />
2008 IT Italia, Francia 246<br />
Fonte<br />
(ordinata per<br />
potenza)<br />
Alerion Clean<br />
Power<br />
Marseglia Group<br />
Falck<br />
Renewables<br />
api Holding<br />
TRE Tozzi<br />
Renewable<br />
Energy<br />
Moncada Energy<br />
Group<br />
K.R. Energy<br />
Kinexia<br />
Alerion Clean<br />
Power<br />
SpA<br />
(Alerion)<br />
Ital Green<br />
Energy<br />
Holding<br />
Srl (Marseglia)<br />
Falck<br />
Renewables<br />
SpA<br />
(Falck Ren)<br />
api nòva<br />
energia Srl<br />
e CER Srl<br />
(api)<br />
TRE &<br />
Partners<br />
SpA (Tozzi)<br />
M&A<br />
<strong>Rinnovabili</strong><br />
Srl (Moncada)<br />
K.R. Energy<br />
SpA<br />
(KRE)<br />
Kinexia<br />
SpA<br />
(Kinexia)<br />
2004 IT Italia 225<br />
2000 IT Italia 209<br />
2010 IT Italia,Spagna,<br />
Francia,<br />
Regno Unito<br />
2006 IT Italia 134<br />
2009 IT Italia 107<br />
(di cui idro 21)<br />
2008 IT Italia 105<br />
2008 IT Italia 13<br />
2008 IT Italia 6<br />
150<br />
(1)<br />
(2)<br />
(3)<br />
(4)<br />
(5)<br />
(6)<br />
Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Eolico Biomasse Biogas<br />
(1)<br />
La capogruppo ERG ha rilevato nel corso del 2011 parchi eolici per complessivi 112 MW da IVPC;<br />
ERG Renew sta sviluppando impianti anche nel fotovoltaico<br />
(2)<br />
Il business di Falck Renewables include anche servizi di waste to energy e trattamento dei rifiuti<br />
(3)<br />
Tre & Partners è partecipata al 55% da TRE Tozzi Renewable Energy e al 45% da Axa Private Equity;<br />
il Gruppo TRE Tozzi Renewable Energy opera anche nel fotovoltaico e <strong>nelle</strong> biomasse<br />
(4)<br />
M&A <strong>Rinnovabili</strong> è partecipata al 70% da Moncada Energy Group e al 30% da Alpiq; sta sviluppando<br />
impianti anche nel geotermico<br />
(5)<br />
Il business di K.R. Energy include anche servizi di engineering<br />
(6)<br />
Kinexia si occupa anche di vendita di energia termica, gestione di impianti di generazione, cogenerazione<br />
e reti di teleriscaldamento<br />
Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
Si tratta di aziende:<br />
• la cui operatività è iniziata mediamente in un momento successivo rispetto<br />
alle imprese del Cluster 1<br />
• che si differenziano dal Cluster 1 in quanto tutte di nazionalità italiana e che<br />
solo in due casi hanno intrapreso un processo di internazionalizzazione,<br />
a conferma che il settore presenta caratteristiche infrastrutturali, ovvero<br />
molto legate alla conoscenza del proprio paese a meno di non disporre di<br />
dimensioni molto rilevanti<br />
© 2011 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMG International”),<br />
entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
46 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
• analogamente al Cluster 1, presentano un portafoglio di installato<br />
significativo, seppur più contenuto ed anch’esso caratterizzato dalla<br />
diversificazione tecnologica.<br />
Tabella 13<br />
Le aziende Cluster 3: start up<br />
Operatore<br />
Operatore<br />
FER<br />
in Italia<br />
Anno<br />
di avvio<br />
attività<br />
<strong>nelle</strong><br />
FER<br />
Società dedicata<br />
esclusivamente<br />
alle FER<br />
nell’ambito del<br />
gruppo<br />
Nazionalità<br />
della<br />
capogruppo<br />
Presenza<br />
geografica degli<br />
impianti a livello<br />
di gruppo<br />
Parco in esercizio in Italia<br />
Potenza<br />
installata totale<br />
(MW) nel 2010<br />
Fonte<br />
(ordinata per<br />
potenza)<br />
FRI-EL Green<br />
Power<br />
I.V.P.C. Italian<br />
Vento Power<br />
Corporation<br />
Veronagest<br />
FRI-EL<br />
Green Power<br />
SpA<br />
(FRI-EL)<br />
I.V.P.C. Italian<br />
Vento Power<br />
Corporation<br />
Srl (IVPC)<br />
Veronagest<br />
SpA<br />
(Veronagest)<br />
2002 IT Italia 307<br />
1993 IT Italia 283<br />
2008 IT Italia 225<br />
(1)<br />
(2)<br />
Fortore Energia<br />
Holding<br />
Fortore<br />
Energia SpA<br />
(Fortore)<br />
2005 IT Italia 123<br />
(3)<br />
Asja Biz<br />
Asja Ambiente<br />
Italia Spa<br />
(Asja Biz)<br />
1995 IT Italia,<br />
Sud America,<br />
Asia<br />
108<br />
ICQ Holding<br />
ICQ Holding<br />
SpA<br />
(ICQ)<br />
1982 IT Italia 107<br />
(di cui idro 6)<br />
(4)<br />
Marcopolo<br />
Environmental<br />
Group<br />
ErgyCapital<br />
Marcopolo<br />
Engineering<br />
SpA<br />
(Marcopolo)<br />
ErgyCapital<br />
SpA<br />
(Ergy)<br />
2004 IT Italia,Portogallo 53<br />
2007 IT Italia 15<br />
(5)<br />
(6)<br />
Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Eolico Biomasse Biogas<br />
(1)<br />
IVPC ha ceduto nel corso del 2011 parchi eolici per complessivi 112 MW ad ERG<br />
(2)<br />
Veronagest sta sviluppando impianti anche nel fotovoltaico<br />
(3)<br />
Holding Fortore Energia sta sviluppando impianti anche <strong>nelle</strong> biomasse<br />
(4)<br />
ICQ Holding è partecipata al 21% dal Fondo Ambienta<br />
(5)<br />
Marcopolo Engineering è partecipata al 66% da Colombo Ambiente e al 30% da Amber Capital; sta<br />
sviluppando impianti anche <strong>nelle</strong> biomasse e nel fotovoltaico<br />
(6)<br />
Ergy Capital sta sviluppando impianti anche nel biogas<br />
Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />
Si tratta di aziende:<br />
• per le quali, per il processo di internazionalizzazione, valgono le medesime<br />
considerazioni espresse per il Cluster 2<br />
• che, a differenza del Cluster 2, presentano in tre casi del campione un parco<br />
di installato assolutamente paragonabile a quello degli operatori del Cluster 1,<br />
evidenziando che, a fronte di risorse in equity e di standing creditizio inferiori<br />
a quelle dei player del Cluster 2, il fattore ‘specializzazione’ assume una<br />
rilevanza fondamentale.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 47<br />
Tabella 14<br />
Il livello di concentrazione per tecnologia di ciascun operatore del campione<br />
(2010, potenza installata in MW e peso % sul parco complessivo aziendale)<br />
Operatore<br />
Parco<br />
complessivo<br />
Peso % di ciascuna fonte sul parco complessivo<br />
MW Eolica Fotovoltaica Geotermoelettrica Bioenergie<br />
EGP 1.267 42% 0,5% 57,5%<br />
IP 571 100%<br />
Edison ES 382 100%<br />
E.ON C&R 298 99,5% 0,5%<br />
EDF EN 245 72% 28%<br />
Sorgenia 96 84% 16%<br />
Alpiq 78 97% 3%<br />
BKW 50 92% 8%<br />
Totale Cluster 1 2.985 72% 3% 24% 0,1%<br />
ERG Ren 246 100%<br />
Alerion 225 88% 10% 2%<br />
Marseglia 209 8% 92%<br />
Falck Ren 150 88% 2% 10%<br />
api 134 72% 6% 22%<br />
Moncada 105 75% 16% 9%<br />
Tozzi 86 100%<br />
KRE 13 46% 54%<br />
Kinexia 6 100%<br />
Totale Cluster 2 1.172 71% 6% 23%<br />
FRI-EL 307 73% 27%<br />
IVPC 283 100%<br />
Veronagest 225 100%<br />
Fortore 123 99% 0,81%<br />
Asja Biz 108 51,5% 0,05% 48,5%<br />
ICQ 101 81% 19%<br />
Marcopolo 53 5% 95%<br />
Ergy 15 100%<br />
Totale Cluster 3 1.215 82% 1% 17%<br />
Totale campione 5.373 74% 3% 14% 9%<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />
Analizzando l’incidenza delle tecnologie sul portafoglio di installato dei tre<br />
Cluster identificati emerge che:<br />
• l’eolico rappresenta il 74% dell’installato e, seppur con incidenze diverse,<br />
costituisce la fonte prevalente in tutti e tre i Cluster<br />
• le bioenergie<br />
- non hanno costituito un target per gli operatori di grandi dimensioni<br />
del Cluster 1, probabilmente dovuto alla non assoluta caratteristica di<br />
‘rinnovabile’ (bilancio di emissioni in CO 2<br />
in pareggio e non in positivo) e<br />
alla necessità di dotarsi di una filiera del combustibile specializzata per<br />
l’approvvigionamento<br />
Il parco generativo del<br />
campione è concentrato<br />
prevalentemente<br />
nell’eolico (74%<br />
dell’installato<br />
complessivo)<br />
-<br />
sono rilevanti per Cluster 2 e 3, grazie alla presenza di aziende specializzate<br />
(Ital Green Energy del Gruppo Marseglia e Marcopolo Engineering) o<br />
orientate allo sviluppo di impianti di produzione da biomassa e biogas<br />
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48 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
• il fotovoltaico, in considerazione delle dimensioni limitate degli impianti (da<br />
1 a 5 MW), incide in termini assoluti in misura limitata rispetto alle altre<br />
tecnologie (dimensione del parco di installato da 15 a 60 MW).<br />
Gli impianti sono<br />
localizzati soprattutto nel<br />
Sud Italia<br />
La distribuzione geografica riflette la prevalenza delle tecnologie del campione:<br />
• per il Cluster 1 incide il peso della tecnologia geotermica localizzata nella<br />
Regione Toscana<br />
• per tutti i Cluster, il peso dell’eolico si riflette direttamente nell’incidenza<br />
geografica dell’Italia Meridionale ed Insulare.<br />
Grafico 9<br />
Distribuzione macro-regionale del parco generativo del campione (2010, MW<br />
e peso % sul parco complessivo aziendale di ciascun Cluster)<br />
Italia Centrale<br />
33%<br />
Totale parco generativo Cluster 1<br />
2.308 MW<br />
Italia Settentrionale<br />
1%<br />
Totale parco generativo Cluster 2<br />
1.167 MW<br />
Italia Settentrionale<br />
Italia Centrale 0,4%<br />
5,6%<br />
Totale parco generativo Cluster 3<br />
1.165 MW<br />
Italia Settentrionale<br />
5%<br />
Italia Centrale<br />
1%<br />
Italia Meridionale<br />
e Insulare<br />
66%<br />
Italia Meridionale<br />
e Insulare<br />
94%<br />
Italia Meridionale<br />
e Insulare<br />
94%<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna e dati aziendali<br />
Sintesi delle principali evidenze strategico-operative del<br />
benchmarking<br />
I risultati emersi dall’analisi dei tre Cluster sono sintetizzati nel grafico di seguito<br />
riportato, nel quale le aziende del campione sono state rappresentate rispetto a<br />
due variabili:<br />
• il grado di diversificazione geografica dell’attività <strong>nelle</strong> FER degli<br />
operatori (e/o dei gruppi di riferimento ai quali appartengono) al fine di<br />
valutare l’estensione dei mercati serviti: si passa da un limitato livello di<br />
diversificazione nel caso di presenza su mercati nazionali, per giungere ad<br />
una copertura internazionale o globale<br />
• il grado di diversificazione per fonte rinnovabile (idroelettrico, eolico,<br />
fotovoltaico, bioenergie, geotermico) sviluppato da ciascun player<br />
limitatamente al solo mercato italiano: è misurato dall’incidenza di ogni<br />
singola fonte rispetto al parco generativo complessivo gestito dall’azienda.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 49<br />
Grafico 10<br />
I raggruppamenti nel settore rinnovabili: il posizionamento mercati/fonti (2010)<br />
MONDO<br />
E.ON<br />
C& R<br />
IP<br />
EDF<br />
EN<br />
EGP<br />
Asja Biz<br />
Area della bolla:<br />
MW in esercizio in<br />
Italia (2010)<br />
EUROPA<br />
SOLO ITALIA<br />
Diversificazione geografica<br />
BASSA<br />
ERG<br />
Ren<br />
Edison<br />
ES<br />
Marcopolo<br />
Marseglia<br />
IVPC Ergy<br />
Kinexia<br />
Fortore<br />
Veronagest<br />
Falck Ren<br />
Tozzi<br />
Alerion<br />
api<br />
FRI-EL<br />
Alpiq<br />
Moncada<br />
Sorgenia<br />
ICQ<br />
KRE<br />
BKW<br />
>50,0% >25,0% ÷ 49,9%<br />
0,0%÷ 24,9%<br />
Diversificazione per fonte<br />
ALTA<br />
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />
Dal grafico sopra riportato risultano due principali evidenze:<br />
• l’internazionalizzazione costituisce un processo evolutivo alla portata dei<br />
grandi gruppi con un background nel settore energy tradizionale; oltre alle<br />
necessità di capitale, comunque teoricamente analoghe, almeno sui mercati<br />
geografici del Centro-Nord Europa, in termini di fabbisogno assoluto per<br />
impianto e possibilità di accesso locale al credito, risulta determinante il<br />
disporre di strutture organizzative e di know-how tecnico e manageriale<br />
idonei a gestire diverse geografie che, nell’ambito del settore energy,<br />
convenzionale e rinnovabile, presentano caratteristiche industriali e normative<br />
molto diverse per ciascun paese<br />
• anche il grado di diversificazione per tecnologia, pur essendo stato attuato,<br />
vede comunque per un numero preponderante di aziende del campione<br />
una specializzazione su una tecnologia, che nella maggior parte dei casi<br />
rappresenta oltre il 50% in termini di MW installati del proprio parco impianti.<br />
A differenza della<br />
diversificazione per<br />
fonte, realizzata da<br />
quasi tutti gli operatori,<br />
l’internazionalizzazione<br />
‘spinta’ è appannaggio<br />
dei grandi player<br />
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50 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Performance economiche<br />
Le economie di scala<br />
hanno un impatto<br />
positivo sulla redditività<br />
degli operatori del settore<br />
La storia recente del comparto delle rinnovabili in Italia e le difficoltà nel<br />
separare le attività di produzione di energia elettrica da fonti alternative<br />
dagli altri business eventualmente realizzati da ciascun operatore, rendono<br />
complesse e poco significative analisi storiche dei dati economico-patrimoniali<br />
delle imprese del campione. Considerando comunque le informazioni disponibili<br />
per l’esercizio 2010 è possibile individuare alcuni elementi caratterizzanti il<br />
comparto.<br />
In particolare, nel grafico di seguito riportato, che confronta il fatturato rispetto<br />
all’incidenza percentuale dell’Ebitda (o Margine Operativo Lordo) sul fatturato<br />
stesso, si evince in media per il campione una correlazione più che positiva<br />
tra le variabili, ovvero che per ogni unità di fatturato addizionale, la redditività<br />
si incrementa più che proporzionalmente, a dimostrazione della presenza di<br />
significative economie di scopo e di scala con riferimento ai costi operativi.<br />
E’ necessario sottolineare che per le aziende del comparto:<br />
• il fatturato è costituito dai ricavi derivanti dalla vendita di energia elettrica e<br />
dall’incentivo<br />
• i costi operativi ante Ebitda sono costituiti da personale di struttura,<br />
manutenzioni, royalties corrisposte ai Comuni nei quali sono localizzati gli<br />
impianti e oneri versati ai proprietari dei terreni su cui insiste l’impianto.<br />
Ebitda margin %<br />
Grafico 11<br />
Relazione tra redditività (Ebitda margin %) e fatturato (2010)<br />
90%<br />
KRE<br />
Tozzi<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
Kinexia<br />
ICQ<br />
api<br />
ERG Ren<br />
Alerion<br />
Moncada<br />
Veronagest<br />
Edison ES<br />
EGP<br />
40%<br />
Asja Biz<br />
Sorgenia<br />
FRI-EL<br />
30%<br />
20%<br />
Marcopolo<br />
10%<br />
0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 ... 1.000 1.100<br />
Fatturato Euro mln<br />
Cluster 1 Cluster 2<br />
Cluster 3<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 51<br />
Con riferimento al confronto tra fatturato e il margine dell’Ebit (o Margine<br />
Operativo Netto), la correlazione sopra descritta si inverte, ovvero per<br />
ogni unità di fatturato addizionale la redditività si incrementa meno che<br />
proporzionalmente. Tale fenomeno può essere letto alla luce della natura degli<br />
oneri post Ebitda e ante Ebit, costituiti essenzialmente dall’ammortamento e<br />
dalle eventuali svalutazioni delle immobilizzazioni. Il trend del grafico evidenzia<br />
comunque sia l’impatto positivo sulla redditività determinato dalle economie<br />
di scala sugli investimenti, sia valori di redditività molto positivi, prossimi o<br />
superiori al 20%.<br />
Grafico 12<br />
Relazione tra redditività (Ebit margin %) e fatturato (2010)<br />
Ebit margin %<br />
50%<br />
Veronagest<br />
40%<br />
Tozzi<br />
Moncada<br />
30%<br />
20%<br />
Kinexia<br />
ERG Ren<br />
Sorgenia<br />
Edison ES<br />
FRI-EL<br />
EGP<br />
Alerion<br />
Asja Biz<br />
10%<br />
api<br />
0%<br />
-10%<br />
20 40 60 80 100 120 140 160 ... 1.000 1.100<br />
-20%<br />
-30%<br />
-40%<br />
Marcopolo<br />
Fatturato Euro mln<br />
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />
Anche in termini di utile netto la maggior parte delle aziende del campione<br />
evidenzia risultati molto positivi; i risultati negativi illustrati dal grafico seguente<br />
sono in diversi casi dovuti a fenomeni di incidenza degli oneri finanziari<br />
ascrivibili agli investimenti realizzati.<br />
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52 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Grafico 13<br />
Relazione tra redditività (margine su Utile netto %) e fatturato (2010)<br />
Utile netto margin %<br />
35%<br />
30%<br />
FRI-EL<br />
EGP<br />
Moncada<br />
25%<br />
Kinexia<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
5%<br />
Tozzi<br />
Asja Biz<br />
Edison ES<br />
0%<br />
-5%<br />
-10%<br />
20 40 60 80 100 120 140 160 ... 1.000 1.100<br />
api<br />
Alerion<br />
Veronagest<br />
...<br />
- 45%<br />
Marcopolo<br />
Fatturato Euro mln<br />
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />
L’indebitamento,<br />
soprattutto bancario,<br />
sostiene gli investimenti<br />
degli operatori, in un<br />
comparto che richiama<br />
per caratteristiche<br />
(elevato ricorso al project<br />
financing) il settore delle<br />
infrastrutture<br />
I dati patrimoniali sono disponibili per un numero limitato di operatori del campione.<br />
In termini generali, rispetto alle risorse finanziarie disponibili da parte delle<br />
aziende del campione è possibile osservare che:<br />
• gli operatori del Cluster 1 appartengono tutti a gruppi quotati; in tale Cluster,<br />
Enel Green Power è l’unica società ad essere anche quotata in Italia<br />
• gli operatori dei Cluster 2 e 3, ovvero aziende non energy che hanno<br />
diversificato nel business delle rinnovabili e start up, hanno solitamente una<br />
struttura patrimoniale caratterizzata da un elevato ricorso al debito di progetto<br />
(project financing non-recourse, ovvero debito concentrato sulla special<br />
purpose vehicle di progetto, senza garanzia dell’azionista); a livello di equity,<br />
lo sviluppo è spesso ottenuto grazie all’apertura del capitale a terzi:<br />
-<br />
-<br />
sia mediante la quotazione alla Borsa Italiana (Alerion Clean Power, Falck<br />
Renewables, Kinexia, K.R. Energy, ErgyCapital)<br />
sia facendo ricorso ad investitori finanziari, rappresentati principalmente da<br />
fondi specializzati (è il caso del fondo Ambienta, presente in oltre il 20%<br />
del capitale di ICQ Holding) o da private equity, quali Amber Capital (che<br />
partecipa al 30% in Marcopolo) e Axa Private Equity Infrastructure Fund<br />
(45% in TRE & Partners)<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 53<br />
- sia cedendo quote di capitale ad altri operatori del settore (il 30% di M&A<br />
<strong>Rinnovabili</strong> del gruppo Moncada detenuto da Alpiq).<br />
La contenuta forza finanziaria in equity costituisce uno dei fattori che spesso<br />
incentiva tali player alla conclusione di accordi specifici con altri investitori o con<br />
altre imprese della filiera in una logica di condivisione dell’investimento e di risk<br />
sharing; citiamo a titolo esemplificativo:<br />
• le joint venture costituite da FRI-EL Green Power con EDF Energies<br />
Nouvelles (2001) per lo sviluppo, realizzazione e gestione di parchi eolici e<br />
con RWE Innogy (2008) per la realizzazione di progetti eolici e di biomassa<br />
solida<br />
• la partnership nel fotovoltaico avviata da ErgyCapital attraverso la costituzione<br />
della joint venture Ergyca Tracker con Beghelli Servizi.<br />
Le caratteristiche così delineate trovano conferma nell’analisi della struttura<br />
patrimoniale di alcune aziende del campione.<br />
Grafico 14<br />
Grado di indebitamento (2010)<br />
Posizione Finanziaria<br />
Netta ( Euro mln )<br />
2.000<br />
...<br />
EGP<br />
600<br />
500<br />
Veronagest<br />
400<br />
300<br />
FRI-EL<br />
Edison ES<br />
Alerion<br />
Moncada<br />
200<br />
Tozzi<br />
100<br />
Asja Biz<br />
0<br />
Marcopolo<br />
0 100 200 300 400 500 600 700 ... 8.000 8.300<br />
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />
Capitale Investito Netto (Euro mln)<br />
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />
Il grado di indebitamento, rappresentato dal rapporto tra la posizione finanziaria<br />
netta ed il capitale investito netto, degli operatori dei Cluster 2 e 3, mediamente<br />
pari a 0,7, denota un forte ricorso al debito, soprattutto bancario, per sostenere<br />
gli investimenti aziendali, che costituisce una caratteristica peculiare del settore.<br />
Per quanto riguarda il Cluster 1, emerge la struttura patrimoniale di Enel Green<br />
Power, caratterizzata da un livello di indebitamento molto limitato (0,2), grazie al<br />
supporto della casa madre.<br />
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54 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Principali evidenze economiche del benchmarking :<br />
la dimensione conta<br />
Dall’analisi dei bilanci dell’anno 2010, le performance di marginalità economica<br />
del campione risultano proporzionalmente collegate all’incremento delle<br />
dimensioni, evidenziando per il settore significative economie di scala e di<br />
scopo, sia in termini di strutture operative che di oneri legati agli investimenti.<br />
In termini assoluti il settore evidenzia marginalità di Ebit su fatturato molto<br />
positive, nella media del campione anche superiori al 20%.<br />
In termini di finanziamento degli investimenti, il comparto presenta<br />
caratteristiche da settore infrastrutturale, ovvero:<br />
• un elevato ricorso alle strutture di project financing non-recourse, con elevati<br />
gradi di leva (70% nella media del campione), almeno fino a tutto il 2010<br />
• il rafforzamento della struttura dei mezzi propri attraverso azioni strategiche<br />
quali la quotazione in borsa e l’ingresso nel capitale, con quote di minoranza,<br />
di fondi o di altri operatori del settore energy tradizionale<br />
• l’utilizzo di partnership strategiche mirate con altri operatori del settore e non,<br />
su iniziative di investimento mirate; il fenomeno di ingresso nel capitale di<br />
altre aziende del settore rinnovabile risulta invece assente.<br />
Tuttavia, i risultati di tale analisi devono essere riconsiderati alla luce delle<br />
recenti (fotovoltaico – settembre 2011) o prossime (eolico e biomasse –<br />
fine anno corrente/2012) evoluzioni normative, mirate ad una significativa<br />
riduzione degli incentivi, che influiranno:<br />
• sia sulla redditività attesa dei nuovi investimenti<br />
• sia sui livelli di leva conseguibili sugli investimenti, certamente minori del<br />
recente passato, che sulla struttura degli investimenti stessi, con una<br />
possibile evoluzione da logiche di project financing non-recourse (che incontra<br />
sempre maggiori difficoltà in termini di istruttoria da parte delle banche) a<br />
finanziamento tramite leasing, con contestuale necessità di rafforzamento<br />
delle strutture patrimoniali.<br />
Il prossimo capitolo ha pertanto l’obiettivo di definire tali possibili nuovi<br />
scenari normativi ed i relativi impatti per gli operatori.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 55<br />
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56 56 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
<strong>Investire</strong> oggi <strong>nelle</strong><br />
rinnovabili: punti di<br />
attenzione<br />
a cura di Gianpaolo Attanasio, Associate Partner KPMG Advisory<br />
L’evoluzione attesa del quadro normativo<br />
e i relativi impatti sui rendimenti<br />
I rendimenti con la normativa 2010<br />
Stante l’attuale struttura normativa in materia di meccanismi di incentivazione,<br />
e trascurando gli effetti degli scenari evolutivi della stessa, i rendimenti<br />
realizzati dagli operatori del comparto delle rinnovabili possono essere<br />
rappresentati, a titolo esemplificativo, come di seguito riportato.<br />
Tabella 15<br />
Gli indicatori medi alla base di un business plan tipo per l’eolico e il<br />
fotovoltaico (2010)<br />
Parametri industriali di riferimento attuali Eolico Fotovoltaico<br />
Gli indicatori medi alla base di un investimento tipo per l’eolico e il<br />
Potenza (MW) 36 5<br />
fotovoltaico; anno 2010<br />
Prezzo energia (a/MWh) ~ 65 ~ 78 (1)<br />
Valore incentivo (a/MWh) 85 346 (2)<br />
Producibilità (ore) 1.850 1.400 (3)<br />
CAPEX ALL-IN (ka/MW) 1.800 3.800<br />
Royalty (% dei ricavi totali) 3 3<br />
ICI (‰ sul valore dell’asset) 4 4<br />
OPEX (ka/MW) ~ 50 ~ 100<br />
Leva (%) 75 80<br />
Durata rimborso (durata incentivo meno 2 anni) 13 18<br />
Tasso fisso capitale a debito (%) 5,5 5,5<br />
(1)<br />
Il differenziale di prezzo si spiega analizzando le finestre temporali di produzione delle due diverse<br />
tecnologie lungo l’arco giornaliero; la tecnologia eolica è molto prossima a lavorare come ‘base load ’<br />
mentre la tecnologia fotovoltaica ha i picchi produttivi proprio <strong>nelle</strong> fasce orarie durante le quali l’energia<br />
elettrica ha un prezzo di mercato più elevato<br />
(2)<br />
Incentivo riferito ad un impianto di taglia superiore ad 1 MWp, installato a terra<br />
(3)<br />
Le ore di funzionamento del fotovoltaico fanno riferimento ad un impianto localizzato nel Sud Italia (valore<br />
medio)<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 57<br />
La seguente tabella illustra i rendimenti riguardanti gli economics industriali<br />
degli impianti sopra esposti.<br />
Tabella 16<br />
Simulazione sui rendimenti attuali per l’eolico e il fotovoltaico, valori<br />
medi rilevati (2010)<br />
Incentivo<br />
Eolico<br />
Certificati Verdi<br />
(durata 15 anni)<br />
Fotovoltaico<br />
Feed-in premium<br />
(durata 20 anni)<br />
DSCR (1) medio >1,3 x >1,2 x<br />
Equity IRR (2) (%) >11% >10%<br />
(1)<br />
Debt Service Cover Ratio: rappresenta il rapporto tra i flussi di cassa totali e quelli a servizio del debito<br />
(2)<br />
Internal Rate of Return: tasso composito annuale di ritorno effettivo generato dal capitale investito<br />
dall’azionista<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
L’evoluzione normativa degli incentivi - fotovoltaico<br />
Alla luce della crescita sostenuta dei costi complessivi per il Sistema<br />
Paese dei meccanismi di incentivazione a supporto delle fonti rinnovabili, il<br />
Legislatore ha proceduto, lo scorso maggio, alla revisione del Conto Energia<br />
sul fotovoltaico, con relativa riduzione degli incentivi e contingentamento della<br />
capacità installabile. Il ‘IV Conto Energia’ (si veda apposita sezione nel capitolo<br />
precedente) è stato emanato sulla base del quadro disegnato dal D.Lgs.<br />
28/2011, che stabilisce, tra l’altro, la necessità che l’incentivo alla produzione<br />
da rinnovabili assicuri un’equa remunerazione dei costi di investimento e di<br />
esercizio degli impianti.<br />
La revisione degli<br />
incentivi per il<br />
fotovoltaico favorisce lo<br />
sviluppo degli impianti sui<br />
tetti<br />
Il ‘IV Conto Energia’ prevede una riduzione delle tariffe incentivanti, rispetto a<br />
quelle inizialmente previste dal ‘III Conto Energia’, che, secondo le intenzioni<br />
del Legislatore, dovrebbe portare ad un allineamento tra livello di sostegno<br />
e costi di generazione del fotovoltaico. Il ‘IV Conto Energia’ inoltre, fissando<br />
tariffe differenziate secondo la taglia e la collocazione dell’impianto (a terra o<br />
su edificio), intende favorire lo sviluppo dei piccoli impianti collocati su edificio<br />
piuttosto che quello dei grandi impianti collocati a terra, tipicamente in terreni a<br />
vocazione agricola.<br />
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58 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il nuovo meccanismo di incentivazione prevede:<br />
• un periodo transitorio, per gli impianti che entreranno in esercizio dal 1<br />
giugno 2011 al 31 dicembre 2012, nel quale verranno applicate tariffe feedin<br />
premium ed un cap di costo vincolanti per il sostegno degli impianti<br />
fotovoltaici di grande taglia (580 milioni di Euro per l’intero periodo di regime<br />
transitorio).<br />
In questo periodo l’accesso all’incentivo per i grandi impianti sarà regolato<br />
attraverso lo strumento del registro per i grandi impianti;<br />
• un periodo ‘a regime’ (impianti che entreranno in esercizio a partire dal 2013<br />
e fino al 2016) durante il quale si applicheranno feed-in tariff, ossia tariffe<br />
omnicomprensive, senza un limite vincolante ai costi di incentivazione, ma<br />
con meccanismi automatici di riduzione delle tariffe in caso di superamento<br />
dei tetti indicativi di spesa fissati dal Decreto per i diversi periodi in cui è<br />
suddiviso il ‘IV Conto Energia’.<br />
In questo periodo per tutte le tipologie di impianto è prevista una riduzione<br />
minima delle tariffe da semestre a semestre, con riduzioni crescenti al<br />
passare del tempo, tanto che nel 2016 è prevista una riduzione del 30% da<br />
un semestre al successivo.<br />
In sintesi, i principi ispiratori di tale evoluzione normativa sul fotovoltaico sono<br />
riassumibili nella figura di seguito riportata.<br />
Figura 5<br />
I principi ispiratori alla base della revisione del meccanismo del Conto<br />
Energia relativo al fotovoltaico (‘IV Conto Energia’)<br />
Principi IV Conto Energia (fotovoltaico)<br />
RENDERE COERENTE<br />
L’INCENTIVO CON IL<br />
DECREMENTO DEI COSTI<br />
DELLA TECNOLOGIA<br />
RENDERE CERTO E<br />
CONTENERE L’ONERE<br />
FINANZIARIO SUL<br />
SISTEMA PAESE RELATIVO<br />
ALL’INCENTIVAZIONE<br />
FAVORIRE LA GENERAZIONE<br />
DISTRIBUITA TRAMITE LA<br />
DIFFUSIONE DEGLI IMPIANTI<br />
DI TAGLIA LIMITATA<br />
RENDERE ST<strong>ABI</strong>LE NEL TEMPO<br />
L’INCENTIVO ACQUISITO,<br />
FISSATO SULLA BASE<br />
DELL’ANNO DI INGRESSO<br />
Riduzione media annua del 30 - 40% dell’incentivo,<br />
che è coerente con la riduzione attesa del CAPEX e<br />
dei costi operativi, dovuti alle economie di scala<br />
derivanti da una maggior diffusione della tecnologia<br />
fotovoltaica<br />
Spesa fissa di incentivazione per 20 anni legata a<br />
soglie di potenza installabile/produzione/<br />
tariffa incentivante che permette una definizione<br />
certa della spesa per l’incentivazione<br />
(es. 280 mln per 2012, 440 mln per 2013, ecc.)<br />
Favorire gli impianti di taglia ridotta, legati<br />
alla generazione distribuita, anziché grandi<br />
installazioni (~5 MW); es. tariffa piccoli impianti<br />
(~1 MW o inferiore) maggiore di 1/3 rispetto ai<br />
grandi impianti)<br />
Introduzione della certezza per il produttore<br />
che il valore dell’incentivo acquisito, funzione<br />
dell’anno d’ingresso, sia stabile per tutta la durata<br />
del periodo d’incentivazione<br />
Fonte: KPMG Advisory<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 59<br />
L’evoluzione normativa degli incentivi – eolico e biomasse<br />
In misura analoga, il Legislatore sta procedendo ad una revisione dei meccanismi<br />
sottostanti i Certificati Verdi, con riduzione dell’incentivo e contingentamento<br />
della capacità installabile; considerando gli interventi sugli incentivi realizzati<br />
rispetto al fotovoltaico, è possibile attendersi un’analoga evoluzione normativa, di<br />
cui si prevede l’emanazione entro l’anno corrente o nel 2012.<br />
Allo stato attuale, il D.Lgs. 28/2011 ha previsto il superamento di questo<br />
sistema di incentivazione al termine di un periodo transitorio che durerà fino<br />
alla fine del 2015 (si veda apposita sezione nel capitolo precedente). I principi<br />
generali alla base della revisione dei Certificati Verdi prevedono, in particolare,<br />
che l’incentivo dovrà avere lo scopo di fornire una remunerazione equa dei costi<br />
di investimento e di esercizio sostenuti.<br />
Le linee guida normative contenute nel Decreto definiscono, sulla base delle<br />
dimensioni ‘entrata in esercizio dell’impianto’ e ‘potenza installata’, un sistema<br />
incentivante differenziato temporalmente come rappresentato nello schema seguente.<br />
La nuova struttura dei<br />
CV prevede, a seconda<br />
della dimensione degli<br />
impianti, tariffe feed-in<br />
premium e un sistema di<br />
asta al ribasso<br />
Figura 6<br />
L’evoluzione del meccanismo dei Certificati Verdi come già definito dal<br />
D.Lgs. 28/2011<br />
DIMENSIONI<br />
(data di entrata in<br />
esercizio/potenza installata)<br />
PERIODO TRANSITORIO<br />
PERIODO A REGIME<br />
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 ...<br />
IMPIANTI IN ESERCIZIO O ENTRANTI<br />
ante 31/12/12<br />
È previsto un prezzo di riferimento annuale di ritiro<br />
dei Certificati Verdi che il GSE applicherà per ritirare<br />
tutta l’offerta disponibile<br />
Migrazione del sistema Certificati<br />
Verdi verso una tariffa feed-in<br />
premium costante per tutta la<br />
durata dell’impianto<br />
NUOVI<br />
IMPIANTI post<br />
31/12/2012<br />
POTENZA<br />
INFERIORE A 5<br />
MW<br />
n.a.<br />
Definizione di un sistema di tariffe feed-in premium<br />
costante per tutta la durata dell’impianto<br />
POTENZA<br />
SUPERIORE A<br />
5 MW<br />
Definizione di un sistema di incentivo ad asta al<br />
ribasso tramite prezzo “cap” e “floor “<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory sulla base del D.Lgs. 28/2011<br />
In base alle nuove disposizioni, gli impianti che entreranno in esercizio entro la<br />
fine del 2012 avranno diritto all’attuale sistema di incentivazione. Per questa tipologia<br />
di impianti è previsto un periodo transitorio dal 2012 al 2015 durante il quale:<br />
Nuovi impianti in<br />
esercizio entro il 2012<br />
• la quota d’obbligo di energia rinnovabile da immettere in rete a carico dei<br />
produttori da fonti tradizionali si ridurrà linearmente nel triennio 2013-2015,<br />
per poi annullarsi<br />
• il prezzo di ritiro dei Certificati Verdi invenduti sarà pari al 78% del prezzo di<br />
cessione dei CV di titolarità del GSE.<br />
Al termine del periodo transitorio, quindi a partire dal 2016, cesserà l’emissione<br />
di Certificati Verdi e il diritto alla fruizione a questa forma di incentivazione sarà<br />
commutato nel diritto ad accedere ad una tariffa incentivante costante fissata in<br />
modo da garantire la redditività degli investimenti effettuati, addizionale rispetto<br />
al prezzo di mercato per l’energia elettrica prodotta; le modalità effettive della<br />
transizione dovranno essere definite dai decreti attuativi del D.Lgs. 28/2011.<br />
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60 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Tale evoluzione normativa, in termini di regolamento attuativo, non è ancora<br />
definita, ma è prevedibile che segua principi analoghi a quelli recentemente<br />
adottati per il fotovoltaico, come illustrato nella figura di seguito riportata.<br />
Figura 7<br />
I possibili principi ispiratori alla base della revisione del meccanismo dei<br />
Certificati Verdi (eolico e bioenergie)<br />
Proiezione dei principi di riferimento per il nuovo scenario dei CV<br />
RENDERE COERENTE<br />
L’INCENTIVO CON IL<br />
DECREMENTO DEI COSTI<br />
DELLA TECNOLOGIA<br />
RENDERE CERTO E CONTENERE<br />
L’ONERE FINANZIARIO SUL<br />
SISTEMA PAESE RELATIVO<br />
ALL’INCENTIVAZIONE<br />
FAVORIRE LA GENERAZIONE<br />
DISTRIBUITA TRAMITE LA<br />
DIFFUSIONE DEGLI IMPIANTI<br />
DI TAGLIA LIMITATA<br />
RENDERE ST<strong>ABI</strong>LE NEL TEMPO<br />
L’INCENTIVO ACQUISITO,<br />
FISSATO SULLA BASE DELL’ANNO<br />
DI INGRESSO<br />
L’incentivo riconosciuto è calcolato su una base industriale di costo<br />
finanziario e operativo dell’impianto tale da:<br />
- consentire il servizio del debito dell’impianto (quota capitale + interessi)<br />
rispetto ai covenants in termini di DSCR<br />
- consentire una remunerazione dell’azionista superiore al relativo WACC<br />
La riduzione degli incentivi unitari tali da mitigare la spesa per il Sistema<br />
Paese deve essere graduale e diluita nel tempo<br />
Il Sistema Paese deve avere un budget di spesa per l’incentivazione delle<br />
rinnovabili certo e controllabile basato su:<br />
- tariffa determinata per MWh prodotto<br />
- capacità installabile determinata a preventivo, su un orizzonte temporale di<br />
medio termine (fino al 2020)<br />
Incentivare gli impianti di piccola taglia (inferiori o pari a 5 MW),<br />
rispetto a quelli di grandi dimensioni (superiori a 5 MW)<br />
L’incentivo riconosciuto è legato all’anno di entrata in esercizio e non<br />
modificabile successivamente (certezza di un incentivo costante per la tutta la<br />
durata del periodo di incentivazione)<br />
Fonte: KPMG Advisory<br />
Il tema chiave di tale evoluzione normativa è pertanto costituito da due fattori:<br />
• l’individuazione di uno scenario in merito al possibile livello di incentivo, valido<br />
per tutti gli impianti:<br />
- a partire dall’anno 2016, sia gli attuali già in funzione che in funzione entro il<br />
2012<br />
- a partire dall’anno 2013, per gli impianti in ingresso a partire da tale data<br />
• la formulazione di un’ipotesi in merito al funzionamento dei meccanismi<br />
d’asta, per l’accesso alla capacità installabile che beneficerà di incentivo,<br />
applicabile per i grandi impianti con entrata in esercizio a partire dall’anno<br />
2013.<br />
Per determinare un livello di incentivo necessario per sostenere la redditività di<br />
un investimento il Legislatore potrebbe seguire lo schema illustrato nella figura<br />
di seguito riportata, che identifica gli attuali parametri industriali di riferimento<br />
ed i vincoli costituiti dal servizio del debito e di redditività minima per l’azionista.<br />
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entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 61<br />
Figura 8<br />
Simulazione sul livello di incentivo per impianti che entreranno in<br />
funzione entro il 2012 (impianto con tecnologia eolica)<br />
1. Parametri industriali di riferimento<br />
2. Vincoli<br />
3. Valore del premio rispetto<br />
attuali (al 31/12/2011) per un parco<br />
al prezzo di mercato<br />
eolico<br />
dell’energia<br />
• Potenza: 36 MW<br />
• Prezzo energia ( /MWh): ~65 /MWh<br />
Durata incentivo: 15 anni<br />
• Producibilità: 1.850 h<br />
• CAPEX ALL–IN (k): 1.800 k /MW<br />
• Royalty: 3% dei ricavi totali<br />
• ICI: 4 ‰ sul valore dell’asset<br />
• OPEX : ~ 50 k /MW<br />
• Leva: 75%; durata: 13 anni a<br />
(2 anni prima di termine incentivo)<br />
• Tasso fisso capitale a debito: 5,5%<br />
DSCR medio > 1,2x<br />
(Project Financing Covenant)<br />
IRR azionista<br />
> 7,5%<br />
~70 € / MWh<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
Nella simulazione effettuata, il valore minimo del premio rispetto al prezzo di<br />
mercato dell’energia elettrica, nel rispetto dei covenant finanziari e di un ritorno<br />
dell’azionista superiore al 7,5%, risulta essere pari a circa 70 Euro / MWh (oltre<br />
il 20% in meno rispetto al prezzo del Decreto attuale pari a 89,7 Euro / MWh).<br />
Indipendentemente dal livello di feed-in premium determinato dal<br />
Legislatore, esso dovrà rimanere costante nel tempo, in quanto<br />
diversamente l’impianto, data la propria base industriale di costo non più<br />
modificabile, andrebbe in ‘breach ’ dei covenant del contratto di project<br />
financing.<br />
E’ necessario inoltre sottolineare che un rendimento per l’azionista del<br />
7,5% costituisce una soglia estremamente ridotta per un investitore<br />
industriale e/o finanziario, tale da porre in dubbio l’effettiva permanenza<br />
nel settore come soggetto investitore.<br />
Gli impianti da fonti rinnovabili (ad esclusione del fotovoltaico) che entreranno<br />
in esercizio dopo il 31 dicembre 2012 dovrebbero essere incentivati<br />
attraverso due nuovi meccanismi:<br />
• un livello minimo di feed-in premium, che assicuri una redditività sufficiente<br />
all’impianto<br />
• un meccanismo di assegnazione di capacità incentivabile basato sulla<br />
conduzione di aste al ribasso dell’incentivo (feed-in premium) per gli impianti<br />
di dimensioni maggiori.<br />
Nuovi impianti in<br />
esercizio dal 2013<br />
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62 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il livello di incentivazione che assicuri agli impianti che entreranno in esercizio a partire<br />
dal 2013 una sufficiente redditività potrebbe essere determinato dal Legislatore<br />
secondo lo schema illustrato nella figura di seguito riportata che identifica:<br />
• gli attuali parametri industriali di riferimento ed il potenziale efficientamento<br />
per i prossimi anni<br />
• i vincoli costituiti dal servizio del debito e di redditività minima per<br />
l’azionista. In particolare, è prevedibile che il Legislatore assuma un ricorso<br />
a finanziamenti corporate anziché di project financing, con una conseguente<br />
riduzione dei covenant finanziari da rispettare.<br />
Figura 9<br />
Simulazione sul livello di incentivo per impianti che entreranno in<br />
funzione dopo il 2012 (impianto con tecnologia eolica)<br />
1. Parametri industriali<br />
di riferimento<br />
attuali (al 31/12/2011)<br />
per un parco eolico<br />
1 .Parametri industriali<br />
di riferimento<br />
efficientati<br />
(al 2015-16; parco eolico)<br />
2. Vincoli<br />
3. Valore del premio<br />
rispetto al prezzo di<br />
mercato dell’energia<br />
• Potenza: 36 MW<br />
• Prezzo energia (/MWh):<br />
~65 /MWh<br />
• Potenza: 36 MW<br />
• Prezzo energia (/MWh):<br />
~65 /MWh<br />
Durata feed-in premium:<br />
15 anni<br />
• Producibilità: 1.850 h<br />
• Producibilità: 1.850 h<br />
• CAPEX ALL–IN (k):<br />
1.800 k/MW<br />
• Royalty: 3% dei ricavi totali<br />
• ICI: 4 ‰ sul valore dell’asset<br />
• OPEX : ~ 50 k/MW<br />
• CAPEX ALL–IN (k):<br />
1.400 k/MW<br />
• Royalty: 1,5% dei ricavi totali<br />
• ICI: 4 ‰ sul valore dell’asset<br />
• OPEX : ~ 35 k/MW<br />
DSCR medio ><br />
1,15 ÷ 1,20x<br />
(da Project Finance a<br />
finanziamento corporate)<br />
Prezzo minimo di<br />
tariffa >50€ /MWh<br />
(con base<br />
industriale di<br />
costo impianto<br />
efficientata)<br />
• Leva: 75%; durata: 13 anni<br />
(2 anni prima di termine<br />
incentivo)<br />
• Tasso fisso capitale a debito:<br />
5,5%<br />
• Leva: 70%; durata: 13 anni<br />
(2 anni prima di termine<br />
incentivo)<br />
• Tasso fisso capitale a debito:<br />
5,5%<br />
IRR azionista ><br />
WACC > 7,5%<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
E’ necessario inoltre sottolineare che un rendimento per l’azionista del<br />
7,5% costituisce una soglia estremamente ridotta per un investitore<br />
industriale e/o finanziario, tale da porre in dubbio l’effettiva permanenza<br />
nel settore come soggetto investitore.<br />
Non sono considerati, per il mercato italiano, significativi fenomeni di riduzione<br />
dei CAPEX unitari in relazione alle economie di scala in quanto il parco di<br />
installato, per motivi intrinseci della tecnologia e di disponibilità dei siti, risulterà<br />
anche in futuro ridotto.<br />
Anche in tale simulazione la feed-in premium di riferimento dovrà rimanere<br />
costante nel tempo, in quanto diversamente l’impianto, data la propria base<br />
industriale di costo, non più modificabile, non sarebbe sostenibile come<br />
rendimento per l’azionista e/o servizio del debito.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 63<br />
Per gli impianti di dimensioni più elevate (probabilmente superiori a 5 MW)<br />
che entreranno in esercizio dopo il 31 dicembre 2012 è stato inoltre introdotto un<br />
meccanismo ad asta, che deve ancora essere definito nel suo regolamento attuativo.<br />
Il sistema di aste al ribasso, gestito dal GSE, ha per oggetto l’assegnazione di<br />
contingenti di potenza installabile specifici per fonte/tecnologia.<br />
E’ in corso di definizione<br />
il meccanismo d’asta<br />
riguardante i grandi<br />
impianti<br />
E’ prevista la definizione di una base d’asta (prezzo cap) e di livelli di<br />
prezzo minimi (floor ), determinati tenendo conto delle esigenze di rientro<br />
degli investimenti effettuati, come evidenziato nella simulazione sopra<br />
riportata.<br />
In estrema sintesi, il meccanismo dell’asta al ribasso si dovrebbe basare sui<br />
seguenti elementi:<br />
• quantità massima di energia incentivabile inferiore alla richiesta effettiva degli<br />
operatori (per abilitare effettivamente un meccanismo competitivo tra gli stessi)<br />
• assegnazione a tutti gli operatori dell’offerta minima ricevuta nella sessione<br />
d’asta, con floor minimo per garantire la sostenibilità degli impianti<br />
• allocazione degli incentivi sulla base delle offerte pervenute fino al<br />
raggiungimento della quantità contingentata (quantità massima di energia<br />
incentivabile).<br />
Figura 10<br />
Probabili dinamiche di formazione del prezzo d’asta<br />
Euro / MWh<br />
Cap<br />
Floor<br />
MWh<br />
Quantità massima stabilita dal legislatore<br />
nel periodo, oggetto dell’asta<br />
Richiesta<br />
effettiva<br />
Fonte: KPMG Advisory<br />
In termini concreti, se il GSE stabilirà un contingente di potenza installabile<br />
dell’asta inferiore rispetto alla capacità installabile dell’anno da parte degli<br />
operatori, il meccanismo di asta al ribasso farà sì che gli operatori, per non<br />
perdere l’accesso all’incentivo, tendano in ogni sessione di asta ad allineare le<br />
proprie offerte al prezzo floor.<br />
Il valore della base d’asta sarà comunque determinato in modo<br />
da garantire il ritorno sull’investimento in accordo con quanto<br />
esplicitamente previsto nel D.Lgs. 28/2011.<br />
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64 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il meccanismo di aste al ribasso, che rappresenta uno degli elementi più<br />
innovativi introdotti dal D.Lgs. 28/11, è fonte di notevoli incertezze per<br />
gli operatori del settore. In attesa dell’emanazione dei decreti attuativi,<br />
infatti, sono diverse le incognite in merito alle modalità operative alla base<br />
del funzionamento delle aste; i principali nodi da sciogliere sono infatti<br />
rappresentati:<br />
• dalla periodicità con la quale si svolgeranno le aste nel corso dell’anno e<br />
dai relativi contingenti di potenza, perché determineranno la possibilità<br />
per progetti non selezionati di accedere a successive procedure di asta,<br />
aumentandone le probabilità di successo. I contingenti di potenza potrebbero<br />
essere riferiti a specifiche aree geografiche e definiti in coerenza con la<br />
pianificazione regionale<br />
• dalla tipologia di progetti abilitati alla partecipazione tramite asta, in particolare<br />
dalla definizione di eventuali requisiti minimi (tecnici ed economici) dei<br />
progetti stessi e di solidità finanziaria dei proponenti<br />
• dai criteri di esclusione delle offerte presentate (ad esempio in base alla data<br />
nella quale l’operatore ha conseguito la cantierabilità dell’impianto; alla data<br />
cronologica di presentazione dell’offerta; ecc.).<br />
I requisiti di accesso alle aste, che dovrebbero imporre il versamento<br />
di idonee e rilevanti garanzie (ad esempio fidejussioni) per garantire<br />
l’effettiva realizzazione dell’impianto in caso di assegnazione<br />
dell’incentivo, dovrebbero rendere tale mercato riservato agli operatori<br />
medio-grandi, di derivazione energy e non, portando ad un significativo<br />
consolidamento del comparto rispetto alla situazione attuale, che vede la<br />
presenza di numerosi soggetti privati (i cosiddetti ‘sviluppatori’).<br />
Rispetto allo scenario normativo sopra delineato, la ‘Robin Hood Tax’, approvata<br />
di recente, dovrebbe avere effetto solo per l’anno 2013, in quanto prevista per<br />
tre anni, a partire dal 2011 (si veda l’approfondimento sottostante).<br />
La ‘Robin Hood Tax’<br />
Le disposizioni previste dall’articolo 81 del Decreto Legge 138 del 13 agosto 2011 determineranno effetti rilevanti sui<br />
risultati economici degli operatori del settore rinnovabili. La Legge Finanziaria recentemente approvata, infatti, prevede<br />
alcune novità in merito alla cosiddetta ‘Robin Hood Tax’, l’addizionale all’imposta sul reddito delle società (IRES) introdotta<br />
dalla Legge 133/2008 ed applicata alle imprese del comparto energetico tradizionale:<br />
• l’innalzamento dal 6,5% al 10,5% dell’aliquota addizionale IRES per società operanti nel settore energetico per i periodi<br />
di imposta dal 2011 al 2013<br />
• l’estensione dell’addizionale IRES ai soggetti che svolgono attività regolate sia nel settore elettrico che in quello del gas<br />
(trasmissione/dispacciamento e distribuzione) con il divieto di traslazione di questa imposta ai clienti finali<br />
• l’ampliamento dell’ambito di applicazione anche a soggetti che producono elettricità da biomasse e fonte solarefotovoltaica<br />
o eolica, fino ad ora esclusi<br />
• la riduzione della soglia di fatturato che determina l’assoggettamento all’imposta da 25 a 10 milioni di Euro.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 65<br />
Gli impatti della nuova normativa sui rendimenti -<br />
fotovoltaico<br />
L’applicazione di quanto disposto dal ‘IV Conto Energia’, entrato in vigore lo<br />
scorso maggio e che avrà valenza per gli impianti entrati in esercizio entro il<br />
31 dicembre 2016, dovrebbe determinare una riduzione del rendimento medio<br />
dell’azionista (si vedano le tabelle successive).<br />
Tabella 17<br />
L’evoluzione degli indicatori medi alla base di un investimento tipo per il<br />
fotovoltaico conseguenti all’introduzione del nuovo Conto Energia<br />
Il nuovo Conto Energia<br />
dovrebbe determinare<br />
una riduzione del<br />
rendimento medio<br />
dell’azionista<br />
Parametri industriali di riferimento<br />
2010<br />
(valori medi rilevati)<br />
2012<br />
(valori simulati)<br />
Potenza (MW) 5 5<br />
Prezzo energia (a/MWh) ~ 78 ~ 78<br />
Valore incentivo FV (a/MWh) 346 (1) 156 (2)<br />
Producibilità (ore) 1.400 (3) 1.400<br />
CAPEX ALL-IN (ka/MW) 3.800 2.300<br />
Royalty (% dei ricavi totali) 3 3<br />
ICI (‰ sul valore dell’asset) 4 4<br />
OPEX (ka/MW) ~ 100 ~ 50<br />
Leva (%) 80 80<br />
Durata rimborso<br />
18 18<br />
(durata incentivo meno 2 anni)<br />
Tasso fisso capitale di debito (%) 5,5 6,5 (4)<br />
(1)<br />
Incentivo riferito ad un impianto di taglia superiore ad 1 MWp, installato a terra, entrato in esercizio<br />
durante il 2010<br />
(2)<br />
incentivo riferito ad un impianto di taglia compresa tra 1 e 5 MWp, installato a terra, entrato in esercizio a<br />
giugno 2012<br />
(3)<br />
le ore di funzionamento fanno riferimento ad un impianto localizzato nel Sud Italia (valore medio)<br />
(4)<br />
Il tasso di debito è simulato più oneroso rispetto a quello del 2010, a causa dell’attuale crisi di liquidità<br />
degli istituti finanziari<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
Tabella 18<br />
L’evoluzione dei rendimenti attesi per il fotovoltaico conseguenti<br />
all’introduzione del nuovo Conto Energia<br />
Incentivo<br />
2010<br />
(valori medi rilevati)<br />
Feed-in premium<br />
(durata 20 anni)<br />
2012<br />
(valori simulati)<br />
Feed-in premium<br />
(durata 20 anni)<br />
DSCR medio >1,2 x >1,1 x<br />
Equity IRR (%) >10% 7,5%<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
Le nuove disposizioni normative producono i seguenti effetti sugli economics<br />
degli operatori del settore fotovoltaico:<br />
• riducono i rendimenti per l’azionista<br />
• sono tuttavia mitigati, mantenendo una discreta redditività, a fronte:<br />
- del riallineamento della filiera verso valori di CAPEX unitari inferiori,<br />
conseguibile nel caso della tecnologia in oggetto grazie all’evoluzione<br />
tecnologica ed alle rilevanti economie di scala <strong>nelle</strong> produzione dei pannelli<br />
- della significativa riduzione attesa del premio oggi riconosciuto agli<br />
sviluppatori degli impianti<br />
- dal significativo riallineamento della filiera in merito ai costi operativi di<br />
funzionamento.<br />
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66 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Gli impatti della nuova normativa sui rendimenti – eolico<br />
La nuova normativa per<br />
l’eolico dovrebbe avere<br />
un impatto limitato<br />
sul rendimento medio<br />
dell’azionista<br />
Le modifiche normative, in corso di definizione, potrebbero determinare sui<br />
rendimenti degli operatori del comparto eolico gli effetti sintetizzati <strong>nelle</strong><br />
seguenti tabelle.<br />
La simulazione prevede un incentivo di 130 Euro/MWh.<br />
Tabella 19<br />
L’evoluzione degli indicatori medi alla base di un investimento tipo per<br />
l’eolico conseguenti alle possibili nuove disposizioni normative in materia<br />
di incentivi<br />
Parametri industriali di<br />
riferimento<br />
2010<br />
(valori medi rilevati)<br />
2016<br />
(valori medi simulati)<br />
Potenza (MW) 36 36<br />
Prezzo energia (€/MWh)<br />
~ 65<br />
~ 65<br />
~ 150<br />
~ 130<br />
CV/Feed in premium (€/MWh) ~ 85 ~ 65<br />
Producibilità (ore) 1.850 1.850<br />
CAPEX ALL-IN (k€/MW) 1.800 1.600<br />
Royalty (% dei ricavi totali) 3 1,5<br />
ICI (‰ sul valore dell’asset) 4 4<br />
OPEX (k€/MW) ~ 50 ~ 35<br />
Leva (%) 75 70<br />
Durata rimborso (durata incentivo<br />
13 13<br />
meno 2 anni)<br />
Tasso fisso capitale di debito (%) 5,5 5,5 (1)<br />
(1)<br />
Si ipotizza un riallineamento dei tassi di debito ai livelli 2010, dopo il superamento dell’attuale crisi di<br />
liquidità degli istituti finanziari<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
Tabella 20<br />
L’evoluzione dei rendimenti attesi per l’eolico alle possibili nuove<br />
disposizioni normative in materia di incentivi<br />
Incentivo<br />
2010 (valori medi rilevati) 2016 (valori simulati)<br />
Certificati Verdi<br />
(durata 15 anni)<br />
Feed-in premium<br />
(durata 20 anni)<br />
DSCR medio >1,3 x >1,4 x<br />
Equity IRR (%) >11% >10%<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />
Gli effetti delle nuove disposizioni normative sugli economics degli operatori<br />
del settore eolico dovrebbero avere un impatto limitato per i rendimenti per<br />
l’azionista a condizione che i costi di CAPEX e OPEX si adeguino al contesto di<br />
incentivi meno favorevole.<br />
Il rispetto dei covenant sul debito dovrà essere sostenuto da un maggior livello<br />
di capitalizzazione degli impianti.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 67<br />
Conclusioni<br />
In questi anni, i sistemi di incentivazione previsti nel nostro Paese si sono<br />
rivelati uno strumento essenziale per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili.<br />
Nonostante le continue modifiche del quadro normativo, gli incentivi hanno<br />
mantenuto una sufficiente ‘prevedibilità’ sul ritorno dell’investimento<br />
agevolando dunque il funding delle opere.<br />
In questa prospettiva, e nonostante il dibattito in corso, occorre sottolineare<br />
come gli incentivi rappresentino contemporaneamente un elemento di<br />
continuità importante per il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia<br />
di energie rinnovabili e un fattore di promozione rilevante sul piano produttivo<br />
ed occupazionale.<br />
Tuttavia, la crescita sostenuta degli oneri connessi ai meccanismi di<br />
incentivazione ha avuto spesso una ricaduta negativa sui consumatori in<br />
termini di maggiori costi, tanto da generare riflessioni in merito alla sostenibilità<br />
economica delle fonti rinnovabili.<br />
In tale contesto, ci si interroga su quale sia il livello adeguato degli incentivi, in<br />
termini di:<br />
• andamento dei costi delle tecnologie e tempistiche di conseguimento della<br />
cosiddetta ‘grid parity ’<br />
• sostenibilità della spesa per il Sistema Paese.<br />
Tali questioni sono da tempo al centro di un vivace dibattito sia a livello politico<br />
ed economico: il tema centrale è la ricerca di un equilibrio tra la sostenibilità di<br />
sistema e la convenienza degli operatori a continuare ad investire.<br />
Le posizioni emerse sulle revisioni degli incentivi (sia al fotovoltaico che agli<br />
altri meccanismi) e i primi interventi attuati in tal senso in questi ultimi mesi<br />
aprono la strada a diverse possibili evoluzioni nel settore delle fonti rinnovabili<br />
nel nostro Paese.<br />
In ogni caso, al di là dell’evoluzione del sistema degli incentivi, per gli operatori<br />
diventa cruciale anche il tema della dimensione d’impresa e dell’accesso ad<br />
economie di scala significative. La crescita dimensionale, infatti, consente una<br />
riduzione strutturale del proprio costo di capitale investito e di gestione degli<br />
impianti, garantendo dunque la sostenibilità dei nuovi investimenti.<br />
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68 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Quadro di riferimento<br />
per l’evoluzione del settore<br />
01. incertezza del quadro normativo legata<br />
all’assenza di un Piano Energetico<br />
Nazionale e alla revisione in atto dei<br />
meccanismi di incentivazione<br />
02. dilatazione nei tempi di rilascio<br />
delle autorizzazioni derivanti dalla<br />
‘frammentazione’ amministrativa<br />
03. spesa a sostegno della struttura<br />
degli incentivi in crescita e<br />
prevedibilmente non sostenibile<br />
nel medio periodo per il Sistema<br />
Paese<br />
04. grandi player a parte, mercato<br />
di riferimento prevalentemente<br />
nazionale o al massimo<br />
europeo<br />
05. redditività mediamente<br />
positiva dipendente<br />
dal conseguimento di<br />
economie di scala<br />
06. possibile contrazione<br />
dei rendimenti medi<br />
conseguenti alla<br />
revisione in atto<br />
dei meccanismi di<br />
incentivazione<br />
Dopo aver registrato negli<br />
ultimi anni un significativo<br />
percorso di crescita, favorito<br />
anche da un vantaggioso<br />
sistema incentivante, le<br />
prospettive di sviluppo per il<br />
settore possono essere legate<br />
ad alcuni driver principali:<br />
• il consolidamento<br />
dimensionale e l’ottenimento<br />
di economie di scala<br />
• il raggiungimento della grid<br />
parity<br />
• l’evoluzione normativa<br />
• l’eventuale allargamento<br />
del mercato di<br />
riferimento attraverso<br />
l’internazionalizzazione.<br />
L’obiettivo a tendere<br />
dovrebbe essere quello di un<br />
percorso di sviluppo guidato<br />
prevalentemente da dinamiche<br />
di mercato.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 69<br />
Approfondimenti<br />
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70 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Le energie rinnovabili e<br />
gli obiettivi di grid parity<br />
a cura di Luca Mazzoni, Amministratore Delegato Protos<br />
Lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, conseguente alle evoluzioni<br />
intervenute <strong>nelle</strong> politiche energetiche comunitarie e nazionali, strettamente<br />
legate alla riduzione della dipendenza energetica di molti paesi dell’Unione<br />
Europea, richiede sempre di più una valutazione, a prescindere dai sistemi<br />
incentivanti che si prevede in futuro possano essere superati, della convenienza<br />
economica della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto a<br />
quelle tradizionali.<br />
Il conseguimento della<br />
grid parity è la vera<br />
chiave di volta per lo<br />
sviluppo del settore<br />
L’obiettivo del raggiungimento della cosiddetta grid parity (cioè la parità dei<br />
costi di produzione dell’energia da fonti convenzionali o alternative) per le<br />
energie rinnovabili assume quindi un ruolo fondamentale; il conseguimento in<br />
tempi contenuti di questo traguardo consentirebbe alle nuove fonti di energia<br />
di avviare un percorso di sviluppo proprio, non più vincolato all’incentivazione<br />
fornita dalle politiche pubbliche ma esclusivamente guidato da dinamiche<br />
strettamente di mercato.<br />
Le fonti energetiche ‘tradizionali’ (carbone, gas e nucleare) che storicamente<br />
hanno contribuito in misura preponderante alla produzione di energia elettrica,<br />
sono caratterizzate da miglioramenti tecnologici contenuti, mentre le ‘nuove’<br />
fonti energetiche mostrano interessanti prospettive di sviluppo ma, al<br />
momento, non sembrano ancora essere altrettanto competitive.<br />
Il costo di produzione di energia da fonti tradizionali, basate su tecnologie ormai<br />
consolidate, può cambiare annualmente solo in funzione dell’andamento del<br />
prezzo del combustibile, vista l’impossibilità di fatto di progressi tecnici tali da<br />
determinare ulteriori riduzioni di spesa.<br />
Nell’ambito delle fonti rinnovabili, invece, lo sviluppo tecnologico, legato sia ai<br />
crescenti investimenti in ricerca, sia alla sempre più ampia diffusione di queste<br />
forme di produzione di energia, sta determinando una costante discesa dei<br />
costi di produzione grazie alla creazione di economie di scala e all’emergere di<br />
innovazioni incrementali e non solo.<br />
Nel grafico seguente sono posti a confronto, utilizzando i dati più recenti a<br />
disposizione, i costi di produzione per kWh delle diverse fonti di energia.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 71<br />
Grafico 15<br />
Costo del kWh per diverse fonti di energia, Europa (2010, in Euro cent/<br />
kWh)<br />
18<br />
16<br />
14<br />
12<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Carbone<br />
(2009)<br />
Gas<br />
(2009)<br />
Nucleare<br />
(2007)<br />
Eolico<br />
(2007)<br />
Fotovoltaico<br />
(2010)<br />
Da<br />
Fino a<br />
Fonte: World Energy Council (2011)<br />
I costi così determinati non includono i costi sociali ed ambientali legati<br />
all’impiego delle diverse fonti energetiche. Per carbone e gas, il prezzo<br />
‘massimo’ include l’onere sulle emissioni di c o 2<br />
(che non è però applicata in<br />
tutti gli stati europei).<br />
Visto che, come detto, il costo di produzione da fonti fossili (carbone, gas,<br />
uranio) non varia molto di anno in anno, si può assumere che i valori del 2007 e<br />
2009 siano invariati al 2010:<br />
• carbone: 3,5 Euro cent/kWh (+2,5 Euro cent/kWh di tassa sulla CO 2<br />
)<br />
(European Wind Energy Association, 2010)<br />
• gas: 4,6 Euro cent /kWh (+1,1 Euro cent /kWh di tassa sulla CO 2<br />
) (European<br />
Wind Energy Association, 2010)<br />
• nucleare: 2,5-5,5 Euro cent /kWh (medio 4 Euro cent /kWh) (World Energy<br />
Council, 2010)<br />
• eolico: 6-9 Euro cent /kWh (European Wind Energy Association, 2010)<br />
• fotovoltaico: 11-17 Euro cent /kWh (EPIA, 2010).<br />
In considerazione del costo di produzione, in forte discesa per effetto del<br />
progresso tecnologico e delle economie di scala, è importante investire sulle<br />
fonti rinnovabili fino al giorno in cui queste saranno competitive anche senza<br />
incentivi.<br />
Il costo di produzione<br />
delle fonti energetiche<br />
rinnovabili è in forte<br />
discesa per effetto del<br />
progresso tecnologico e<br />
delle economie di scala<br />
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72 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il costo di produzione dell’energia da fonte rinnovabile varia a seconda della<br />
disponibilità di risorsa naturale (vento o sole ecc.) dove l’impianto viene<br />
installato; ciò incide sulle dinamiche di variazione dei costi con un aumento di<br />
quelli iniziali di investimento, ed una generale diminuzione di quelli complessivi<br />
di produzione, quando la risorsa è abbondante.<br />
Di seguito viene presentata l’evoluzione attesa dei costi di produzione delle<br />
fonti eolica e fotovoltaica.<br />
I principali fattori che<br />
determinano l’andamento<br />
del costo di produzione<br />
dell’energia eolica<br />
sono rappresentati dai<br />
costi d’investimento<br />
e dall’energia che gli<br />
aerogeneratori sono in<br />
grado di produrre<br />
Nel comparto eolico, i principali fattori che determinano l’andamento del<br />
costo di produzione dell’energia sono rappresentati dai costi d’investimento e<br />
dall’energia che gli aerogeneratori sono in grado di produrre compatibilmente<br />
con la disponibilità della risorsa del vento.<br />
Per gli impianti eolici connessi alla rete, negli ultimi anni è stato possibile<br />
constatare una riduzione generalizzata del costo di produzione inteso<br />
come costo del kWh. Tale tendenza può essere giustificata principalmente<br />
dall’aumento della taglia media delle macchine installate, nonché dal<br />
progressivo miglioramento della tecnologia eolica, soprattutto in relazione<br />
all’affidabilità e all’efficienza degli aerogeneratori.<br />
L’effetto di un aumento costante del valore medio delle dimensioni degli<br />
aerogeneratori ha, di fatto, comportato, per effetto dell’introduzione di<br />
economie di scala, una riduzione del costo dell’investimento iniziale.<br />
Parallelamente, il costante incremento annuale dell’efficienza globale degli<br />
aerogeneratori, riscontrato pari al 2-3 per cento negli ultimi anni, ha consentito<br />
un corrispondente incremento dell’energia prodotta.<br />
Grafico 16<br />
Ipotesi di sviluppo per le turbine eoliche, taglia media 2MW, sino al 2015<br />
(Euro cent/kWh)<br />
12<br />
10<br />
Entroterra<br />
Euro cent / kWh<br />
8<br />
6<br />
4<br />
Sito costiero<br />
2<br />
0<br />
1985 1987 1990 1993 1996 1999 2001 2004 2006 2010 2015<br />
Fonte: RisØ / DTU (National <strong>Lab</strong>oratory for Sustainable Energy of Denmark)<br />
Il rapido declino dei costi di produzione ha subìto un arresto nel 2006 (si veda<br />
grafico sopra riportato) a causa della crescente domanda di aerogeneratori,<br />
che ha richiesto una fase di allineamento della capacità produttiva da parte dei<br />
produttori, e dell’aumento dei prezzi dei materiali di fornitura quali l’acciaio.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 73<br />
Il mercato dell’energia eolica ha recentemente registrato un’evoluzione molto<br />
rapida, caratterizzata da un tasso di crescita annua in media compreso tra il<br />
25 e il 30 per cento negli ultimi dieci anni, che secondo alcune stime recenti<br />
(World Wind Energy Association) può ritenersi costante fino al 2015.<br />
Questo andamento prospettico è stato determinato sulla base delle seguenti<br />
ipotesi:<br />
• riduzione del costo unitario del prodotto secondo una percentuale costante<br />
pari al 10 per cento, in corrispondenza ad un raddoppio della produzione<br />
cumulata<br />
• raddoppio della capacità cumulativa installata ogni tre anni (considerando<br />
costante il tasso di crescita riscontrato negli ultimi anni).<br />
Il comparto fotovoltaico ha conosciuto, a partire dagli anni 2000, uno sviluppo<br />
a crescita esponenziale che si è mantenuto sino ad oggi a tasso crescente<br />
nonostante la crisi economica mondiale ed i cambiamenti delle politiche<br />
energetiche avvenuti in diverse nazioni.<br />
L’andamento del costo di produzione da fonte solare è strettamente connesso<br />
a quello delle tecnologie impiegate per la realizzazione dei pannelli fotovoltaici.<br />
Grafico 17<br />
Andamento storico del costo dei moduli fotovoltaici<br />
100<br />
Il costo di produzione<br />
da fonte solare è<br />
strettamente connesso<br />
a quello delle tecnologie<br />
impiegate per la<br />
realizzazione dei pannelli<br />
fotovoltaici<br />
Prezzo moduli fotovoltaici (USD/W)<br />
1979<br />
Silicio cristallino<br />
10<br />
Carenza di silicio<br />
2007<br />
Film sottile<br />
2009<br />
2009<br />
1<br />
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000<br />
Produzione cumulata di moduli (MW)<br />
Trend film sottile Trend silicio Film sottile Silicio cristallino<br />
Fonte: EPIA (2010)<br />
Nel grafico sopra riportato viene rappresentata la flessione nel tempo dei costi<br />
relativi alle diverse tecnologie fotovoltaiche, dal quale è possibile evidenziare<br />
la significativa riduzione del prezzo di produzione dei pannelli conseguente<br />
all’introduzione di nuove tecnologie (film sottile).<br />
Nei prossimi vent’anni assume importanza significativa ipotizzare eventuali<br />
salti tecnologici <strong>nelle</strong> curve di apprendimento, con la possibilità di assistere allo<br />
sviluppo di nuove tecnologie.<br />
I pannelli fotovoltaici rappresentano ad oggi circa il 50 per cento del valore<br />
dell’investimento e si comprende come soprattutto ad essi possa essere<br />
ricondotta una futura riduzione dei costi di questa tecnologia.<br />
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74 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
2.800<br />
Grafico 18<br />
Previsione costo parchi fotovoltaici (in Euro)<br />
Range di prezzo<br />
2.600<br />
2.445<br />
2.215<br />
2.193<br />
1.908<br />
1.982<br />
1.640<br />
1.804<br />
1.409<br />
1.644<br />
1.214<br />
1.549<br />
1.135<br />
1.460<br />
1.062<br />
1.378<br />
995<br />
1.301<br />
993<br />
- 56%<br />
- 66%<br />
1.229<br />
875<br />
2010 2012 2014 2016 2018 2020 2022 2024 2026 2028 2030<br />
Fonte: epia (2010)<br />
Sulla base dei range di prezzo osservati ad ottobre 2011 è possibile rivedere<br />
al ribasso i valori citati dalla previsione EPIA: il prezzo degli impianti a terra che<br />
entreranno in esercizio nel primo semestre 2012 varia tra 1,8 e 2,2 milioni di Euro<br />
per MWp, con una riduzione aggiuntiva di circa l’8% rispetto alle stime iniziali.<br />
Nel fotovoltaico la ricerca<br />
tecnologica potrebbe<br />
migliorare ulteriormente<br />
l’effetto di riduzione<br />
dei costi, abbreviando<br />
significativamente i<br />
tempi necessari al<br />
raggiungimento della grid<br />
parity<br />
Ipotizzando uno sviluppo costante del mercato, è possibile prevedere, tenendo<br />
in considerazione la composizione dei costi di realizzazione dei parchi fotovoltaici,<br />
una riduzione dei costi a vent’anni tra il 56 e il 66 per cento, salvo ‘salti quantici’<br />
nella curva di apprendimento, dovuti alla ricerca tecnologica, che potrebbero<br />
migliorare ulteriormente l’effetto di riduzione dei costi, ovvero abbreviare<br />
significativamente i tempi necessari alla realizzazione della grid parity.<br />
Questo porterebbe i costi di produzione, attualmente compresi tra 11 e 19<br />
centesimi di Euro/kWh, ad un range di 6-10 centesimi di Euro/kWh nel 2020 e<br />
4-7 centesimi di Euro/kWh nel 2030 (si veda grafico sotto riportato).<br />
Grafico 19<br />
Previsione del LCOE * per il fotovoltaico (range in Euro cent/kWh)<br />
Euro cent/kWh<br />
25<br />
20<br />
20,1<br />
18,7<br />
15<br />
2010<br />
10<br />
5<br />
11,8<br />
8,7<br />
8,3<br />
5,9<br />
2020<br />
2030<br />
12,6<br />
11,7<br />
7,4<br />
5,4<br />
5,2<br />
3,7<br />
0<br />
1.200 1.300 1.400 1.500 1.600 1.700 1.800 1.900 2.000 2.100<br />
Ore di operatività kWh/kWp<br />
Alto 2010 Alto 2020 Alto 2030 Basso 2010 Basso 2020 Basso 2030<br />
* LCOE Levilized Cost of Energy: risultato del rapporto tra energia totale prodotta dall’impianto nel suo<br />
ciclo di vita, e i costi di investimento, i tassi di interesse e tutti i costi relativi (sia in fase di costruzione<br />
che operativi) attualizzati.<br />
Fonte: epia (2010)<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 75<br />
Sulla base di quanto descritto è possibile ipotizzare alcuni scenari per il<br />
raggiungimento della grid parity in Italia per l’energia prodotta dalla fonte<br />
potenzialmente più abbondante in termini di risorsa sfruttabile e meglio<br />
distribuita sul territorio nazionale, ovvero il fotovoltaico.<br />
Sono stati assunti tre diversi scenari per l’incremento del prezzo di vendita<br />
dell’energia, in linea con quanto atteso dagli analisti del mercato (prezzo alto,<br />
prezzo medio, prezzo basso), mentre per la valutazione del costo dell’energia<br />
da fotovoltaico si è fatto ricorso a una forchetta (FV Fotovoltaico alto e<br />
Fotovoltaico basso) che richiama i valori descritti nel grafico precedente.<br />
Grafico 20<br />
Ipotesi di grid parity per il fotovoltaico<br />
0.30<br />
0.25<br />
0.20<br />
0.15<br />
0.10<br />
0.05<br />
0.00<br />
2010 2015 2020 2025 2030<br />
Prezzo basso Prezzo medio Prezzo alto FV alto FV basso<br />
Fonte: Protos (2011)<br />
E’ stato assunto l’incremento del prezzo di vendita dell’energia che, da 6<br />
centesimi di Euro/kWh del 2010, porta ad un range di 7-18 centesimi di Euro/<br />
kWh nel 2020 sino a raggiungere, nel 2030, la forchetta 9-25 centesimi di Euro/<br />
kWh.<br />
E’ interessante constatare come, nel caso migliore, la grid parity sia<br />
riscontrabile già a partire dal 2013.<br />
L’attuale crisi economica mondiale, però, avendo tra gli effetti la contrazione<br />
dei consumi e della produzione industriale, è causa di meccanismi deflattivi che<br />
potranno portare ad un ritardo nel raggiungimento della parità di rete.<br />
Nel fotovoltaico il<br />
migliore scenario prevede<br />
il raggiungimento della<br />
grid parity al 2013<br />
Tuttavia lo scenario prospettato non tiene conto di possibili innovazioni<br />
tecnologiche e salti nella curva di apprendimento che, nel medio periodo,<br />
vadano a contribuire ulteriormente alla competitività della tecnologia.<br />
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76 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il Project Financing nel<br />
settore delle rinnovabili<br />
a cura di Marco Serifio, Partner KPMG Advisory<br />
In Italia il project financing ha raggiunto in termini cumulati sino al primo<br />
semestre 2010 (1) un valore complessivo di circa 158 miliardi di Euro realizzati<br />
con 611 financial close. Rispetto al mercato complessivo, il numero cumulato<br />
dei financial close inerenti opere private e pubbliche per il settore delle energie<br />
rinnovabili, sino al primo semestre del 2010, è stato pari a 342 operazioni, per<br />
un valore pari a circa 50 miliardi di Euro.<br />
Le energie rinnovabili<br />
sono uno dei settori<br />
di punta in termini<br />
di ricorso al project<br />
financing<br />
Sia in termini di numerosità delle operazioni (circa il 56% del totale) che come<br />
valore finanziato (circa il 32% del totale), il settore delle energie rinnovabili<br />
si attesta come settore primario nell’effettuazione di operazioni di project<br />
financing (da notare come solo il settore delle telecomunicazioni superi le<br />
energie rinnovabili per quanto riguarda il valore dei finanziamenti).<br />
Rispetto al primo semestre dello scorso anno, il settore energetico registra un<br />
aumento di 112 financial close (su 131 totali) per un valore di circa 7 miliardi di Euro.<br />
L’analisi dei dati di sintesi dei progetti realizzati o in corso di realizzazione da<br />
parte degli istituti di credito rileva come il rapporto tra debito e capitale delle<br />
operazioni in project financing è pari a 80%-20%, con una durata delle linee di<br />
finanziamento (base facility ) compresa in un range tra 10 e 20 anni.<br />
L’aspettativa sugli spread applicati ai tassi di interesse delle principali linee di<br />
finanziamento varia in un range compreso tra 240 e 280 punti base, almeno<br />
fino al 2010, oggi in forte aumento a causa dei recenti trend macroeconomici.<br />
Per quanto riguarda il rimborso del debito, la quasi totalità degli istituti finanziari<br />
ritiene fondamentale che il DSCR (2) (Debt Service Cover Ratio) si attesti,<br />
durante la vita del progetto, su livelli pari a 1,3 per garantire la sostenibilità e<br />
‘bancabilità’ dell’investimento effettuato.<br />
Fino al 2010, gli istituti di credito coinvolti nell’analisi hanno ritenuto che il<br />
settore delle energie da fonti rinnovabili fosse in una fase di stabilità con<br />
aspettative di ulteriore crescita, ponendolo come il settore con maggiori<br />
potenzialità di crescita sul mercato del project financing nazionale.<br />
Nel corso del 2011 tuttavia, le incertezze sugli incentivi hanno portato de facto<br />
a forti ostacoli nel completamento di operazioni di project financing.<br />
(1)<br />
Fonte: “Guida agli Operatori del Project Finance 2010”, Finlombarda. Gli importi finanziati ed il numero di operazioni seguite dagli istituti di<br />
credito, sono relativi all’attività svolta dall’inizio dell’operatività degli operatori sino a tutto il primo semestre 2010. Rispetto ai dati di sintesi dei<br />
progetti realizzati o in corso di realizzazione da parte degli istituti di credito, bisogna segnalare come uno stesso progetto possa essere stato<br />
seguito da più istituti contemporaneamente, a seconda del ruolo rivestito all’interno dell’operazione (Advisor, Arranger, Asseveratore, ecc).<br />
(2)<br />
Il DSCR esprime il rapporto tra il flusso di cassa operativo (operating cash flow) e il servizio del debito (quota capitale e quota interessi).<br />
Misura la capacità del progetto di generare flussi di cassa in grado di rimborsare il debito.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 77<br />
Per quanto riguarda il ruolo degli istituti finanziari, si registra come Unicredit e<br />
Intesa Sanpaolo siano i principali operatori del settore a livello nazionale. Essi,<br />
infatti, rappresentano, ad oggi, circa il 32% del totale dei progetti seguiti (si<br />
rimanda al grafico seguente).<br />
Grafico 21<br />
Il mercato del project financing nel settore energetico: peso % dei<br />
principali istituti di credito sul numero cumulato di financial close<br />
Altri<br />
24%<br />
Totale mercato:<br />
342 Operazioni<br />
Unicredit<br />
17%<br />
Tra gli istituti finanziari,<br />
Unicredit e Intesa<br />
Sanpaolo sono i principali<br />
operatori del settore a<br />
livello nazionale (con<br />
il 32% del totale dei<br />
progetti seguiti)<br />
WestLB<br />
4%<br />
Dexia<br />
4%<br />
Agrileasing<br />
4%<br />
BNP Paribas<br />
10%<br />
MPS<br />
11%<br />
Intesa Sanpaolo<br />
15%<br />
Centrobanca<br />
11%<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />
Per quanto riguarda gli importi finanziati per la realizzazione dei progetti<br />
come sopra indicato, Unicredit da sola rappresenta il 25% dei finanziamenti<br />
concessi, seguita da Intesa Sanpaolo al 16% e BNP Paribas al 13% (i tre istituti<br />
rappresentano più del 50% dei finanziamenti concessi). Per quanto riguarda gli<br />
altri istituti, essi rappresentano percentuali minori seppur significative, come di<br />
seguito riportato.<br />
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78 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Grafico 22<br />
Il mercato del project financing nel settore energetico: peso % dei<br />
principali istituti di credito sul valore finanziato cumulato<br />
Totale mercato:<br />
Euro 50 mld<br />
ING<br />
4%<br />
Mediobanca<br />
4%<br />
Banco Bilbao<br />
4%<br />
Altri<br />
17%<br />
Unicredit<br />
25%<br />
Dexia<br />
4%<br />
Centrobanca<br />
4% MPS<br />
4%<br />
WestLB<br />
5%<br />
BPN Paribas<br />
13%<br />
Intesa Sanpaolo<br />
16%<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />
In termini di volumi, eolico e biogas sono i comparti nei quali si sono<br />
concentrati il maggior numero di investimenti.<br />
Grafico 23<br />
Il mercato del project financing nel settore delle energie rinnovabili: la<br />
ripartizione settoriale degli investimenti<br />
39%<br />
Totale mercato:<br />
342 operazioni<br />
32%<br />
13%<br />
12%<br />
4%<br />
Eolico Biogas Fotovoltaico Biomasse Idroelettrico<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />
Eolico e biogas<br />
rappresentano più<br />
del 50% dei progetti<br />
finanziati<br />
Si può notare come l’eolico e il biogas, se considerati insieme, rappresentino<br />
ben più del 50% del totale dei progetti finanziati. Il fotovoltaico, seppur<br />
recentemente ha mostrato segnali di ripresa, ha subito un periodo di forte<br />
contrazione degli investimenti data dalla momentanea mancanza di chiarezza in<br />
merito agli incentivi.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 79<br />
Il grafico seguente riporta, in dati percentuali, la collocazione geografica dei progetti<br />
finanziati (sono riportate le principali Regioni per numerosità di operazioni).<br />
Grafico 24<br />
Il mercato del project financing nel settore delle energie rinnovabili: la<br />
ripartizione geografica degli investimenti<br />
Totale mercato:<br />
342 operazioni<br />
17% 17%<br />
17%<br />
11% 11%<br />
10%<br />
7%<br />
6% 6%<br />
Puglia<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
Campania<br />
Lombardia<br />
E.Romagna<br />
Toscana<br />
Marche<br />
Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />
Altre<br />
Sicuramente il Sud rappresenta l’area geografica del Paese con più operazioni<br />
di project financing, dato soprattutto dovuto alle caratteristiche territoriali che<br />
meglio consentono la disponibilità delle risorse per la produzione di energia da<br />
fonti rinnovabili.<br />
KPMG svolge abitualmente attività di audit di Piani Economico Finanziari relativi<br />
ad operazioni riguardanti la costruzione e la gestione di impianti di energie<br />
alternative, in maniera tale da monitorare il settore sia dalla parte degli operatori<br />
che degli istituti finanziari.<br />
Il Sud Italia rappresenta<br />
l’area geografica del<br />
paese con più operazioni<br />
di project financing<br />
L’attività svolta negli anni permette di notare come il trend del settore, per<br />
ripartire, necessiti il chiarimento del quadro degli incentivi al fine di superare<br />
l’attuale periodo di incertezza.<br />
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80 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Modelli di strutturazione<br />
dei progetti di investimento<br />
nel settore delle energie<br />
rinnovabili<br />
a cura di Stefano Cervo, Tax Partner KStudio Associato<br />
Le opportunità legate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili<br />
(e particolarmente da fonte fotovoltaica) sono ormai da alcuni anni oggetto di<br />
speciale attenzione sotto vari punti di vista.<br />
L’analisi della variabile fiscale è di evidente interesse in quanto costituisce uno<br />
degli elementi per valutare positivamente un investimento in tale settore,<br />
consentendo di apprezzarne i margini di redditività.<br />
Il trattamento fiscale<br />
riservato alle operazioni<br />
può variare in modo<br />
significativo a seconda<br />
dell’oggetto specifico<br />
del progetto che può<br />
essere l’azienda o le<br />
partecipazioni<br />
Gli aspetti tributari da considerare sono molteplici e il trattamento fiscale<br />
riservato alle operazioni può variare in modo significativo a seconda dell’oggetto<br />
specifico del progetto che può essere l’azienda o le partecipazioni; è opportuno,<br />
pertanto, nell’esame della fiscalità, fare attenzione alle varie fattispecie.<br />
Aspetti fiscali dell’acquisizione di un asset<br />
<strong>nelle</strong> energie rinnovabili<br />
Carve out del progetto<br />
Ipotizzando uno schema frequente nel fotovoltaico che vede:<br />
• un developer che si occupa di identificazione del sito, progettazione, rapporti<br />
con le autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni, ed in taluni casi del<br />
reperimento del finanziamento per una serie di progetti (‘pipeline’)<br />
• il carve out di alcuni progetti della pipeline in special purpose vehicles (SPV)<br />
• la cessione delle quote dello SPV ad un acquirente<br />
si pongono vari problemi fiscali in relazione al carve out dei progetti in pipeline<br />
ed alla cessione delle quote della SPV.<br />
Assumendo che i progetti si qualifichino come ‘azienda’, può configurarsi<br />
l’ipotesi di un conferimento in regime di neutralità e ci si potrebbe avvalere<br />
della disposizione contenuta nell’articolo 176, comma 3, del TUIR n. 917/86<br />
che esplicitamente considera ‘non elusiva’ la successiva cessione delle<br />
partecipazioni a condizione che sia stata posseduta per almeno un anno.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 81<br />
Il panorama delle operazioni straordinarie ‘fiscalmente neutrali’, quali ad<br />
esempio la scissione parziale a favore di una beneficiaria neo costituita o<br />
preesistente, pongono il problema della elusività dell’operazione qualora la<br />
stessa sia seguita dalla successiva cessione delle quote e, dunque, vanno<br />
valutate attentamente in funzione di tale profilo di rischio.<br />
In tale situazione si pone il problema della possibile applicazione del cosiddetto<br />
regime della Participation Exemption (PEX, esenzione al 95% della plusvalenza<br />
derivante dalla cessione delle quote di partecipazione).<br />
La PEX, invero, è condizionata all’effettivo esercizio di attività commerciale.<br />
Sul punto ci si interroga sul rilievo da attribuire alle attività preliminari al<br />
completamento dell’impianto che, unite ad un profilo temporale (cessione<br />
prima dei tre anni, con eccezione forse del caso della neocostituita),<br />
sembrerebbero porre dei dubbi sull’applicabilità del regime di esenzione.<br />
I dubbi sull’applicazione della PEX consigliano spesso di detenere le SPV<br />
direttamente tramite società di diritto estero, così da poter cederne le azioni<br />
tassando i capital gains esclusivamente nel luogo di residenza del cedente, nel<br />
caso in cui questo benefici delle convenzioni contro le doppie imposizioni.<br />
Strutture alternative: il fondo immobiliare<br />
Aderendo alla tesi che qualifica un impianto solare come bene immobile si può<br />
ipotizzare di strutturare progetti di investimento mediante l’utilizzo di un fondo<br />
immobiliare.<br />
Lo schema, in alcuni casi di non semplice realizzazione pratica, sarebbe il<br />
seguente:<br />
Investitore<br />
comunitario<br />
Fondo investimento<br />
immobiliare (ITA)<br />
Canone di affitto<br />
Asset<br />
Ricavo<br />
Utilizzatore<br />
dell’ immobile<br />
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82 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Con tale struttura, il fondo immobiliare acquista l’immobile e stipula un<br />
contratto (in genere di affitto) con un terzo per l’utilizzo dell’asset. In tal caso<br />
i proventi conseguiti dal fondo immobiliare saranno esenti da imposta, mentre<br />
la tassazione si sposterà sui detentori delle units e varierà in funzione dei<br />
soggetti partecipanti:<br />
• nel caso di investitori stranieri residenti in paesi ‘white list ’ o di investitori<br />
cosiddetti ‘istutizionali’ (banche, SIM, ecc.), il provento verrà tassato con<br />
un’imposta del 20% applicata sui proventi percepiti (aliquota che può essere<br />
ridotta in base alle convenzioni contro le doppie imposizioni)<br />
• in ipotesi di investitori residenti non istituzionali, ci saranno due possibilità a<br />
seconda se la percentuale di possesso delle quote superi o meno il 5%; se lo<br />
supera la tassazione del reddito del fondo avverrà per trasparenza in capo al<br />
percettore, indipendentemente dall’effettiva percezione; mentre se la quota<br />
è al di sotto di tale limite, si applicherà un’imposta del 20% sul percepito. In<br />
caso di cessione delle quote del fondo immobiliare da parte degli investitori,<br />
tuttavia, non si potrà usufruire del meccanismo agevolativo della PEX.<br />
Fiscalità delle ‘operations’ <strong>nelle</strong> energie<br />
rinnovabili<br />
Robin Hood Tax<br />
L’appeal delle energie<br />
rinnovabili deve fare i<br />
conti con l’estensione<br />
alle società operanti<br />
in tale settore della<br />
cosiddetta Robin Hood<br />
Tax<br />
L’appeal del settore delle energie rinnovabili deve fare i conti anche con<br />
l’estensione alle società operanti in tale campo della cosiddetta Robin Hood<br />
Tax, ossia un’aliquota addizionale IRES applicata nei confronti dei soggetti<br />
incisi (che passa dal 6,5% al 10,5% per tre anni decorrenti dal 2011), portando<br />
l’aliquota complessiva IRES al 38%.<br />
Ma non è tutto. La novità, introdotta dal decreto legge n.138/2011(cosidetta<br />
‘Manovra-bis 2011’), riduce anche le soglie minime di ‘ingresso’ previste per<br />
essere assoggettati a questo nuovo tributo dai precedenti 25 milioni agli attuali<br />
10 milioni di Euro di fatturato. La disciplina fiscale considera i ricavi ottenuti<br />
dall’impresa nel 2010 (che devono superare i 10 milioni di euro) e 1,2 milioni di<br />
reddito tassabile, non esentando dalla nuova addizionale neppure chi nel 2011,<br />
per ipotesi, dovesse poi trovarsi al di sotto delle soglie previste.<br />
Al riguardo va segnalata l’ordinanza del 26 marzo 2011 n. 9, con cui la<br />
Commissione Tributaria provinciale di Reggio Emilia ha rimesso la questione<br />
della legittimità costituzionale di tale tributo alla Corte Costituzionale,<br />
affermando che lo stesso sia in contrasto con il principio di uguaglianza sancito<br />
dagli articoli 3 e 53 della Costitutizione.<br />
In attesa dell’esito della pronuncia (che se di accogliamento avrebbe un impatto<br />
in termini di mancato gettito di circa 3,6 miliardi di Euro), può osservarsi come il<br />
prelievo rappresenta, tra l’altro, una variabile da esaminare nella costruzione di<br />
un progetto di investimento.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 83<br />
Cosicchè ci si chiede se sia compatibile con l’attuale tendenza della<br />
giurisprudenza e dell’amministrazione finanziaria in tema di abuso del diritto,<br />
costituire SPV sotto forma di società di persone, sia pure detenute da soci<br />
società di capitali, per le quali la Robin Hood Tax sembrerebbe non dovuta<br />
in virtù della esclusione di tali destinatari dai soggetti richiamati dall’art. 73<br />
del TUIR ovvero, ancora, se sia possibile strutturarsi (attraverso operazioni<br />
straordinarie di fusioni o scissioni), in modo da posizionarsi sotto la soglia di<br />
applicazione del tributo in commento, in presenza, si intende, di valide ragioni<br />
economiche che giustifichino una siffatta organizzazione (o riorganizzazione).<br />
ICI<br />
Altra tematica tributaria fortemente dibattuta e fonte di incertezza operativa,<br />
nonostante la presenza di diverse pronunce ministeriali al riguardo, è quella<br />
relativa alla natura e classificazione degli impianti alternativamente quali beni<br />
immobili o beni mobili, con particolare riferimento all’imposizione diretta, all’ICI<br />
e alla possibilità di utilizzare lo strumento del fondo immobiliare.<br />
In base alla posizione dell’Agenzia delle Entrate, espressa nella Circ. 46/E<br />
del 2007: “..l’impianto fotovoltaico situato su un terreno non costituisce<br />
impianto infisso al suolo in quanto normalmente i moduli che lo compongono<br />
(i pannelli solari) possono essere agevolmente rimossi e posizionati in altro<br />
luogo, mantenendo inalterata la loro originaria funzionalità..”. La natura di<br />
bene ‘mobile’ era stata confermata nella successiva Circ. 38/E del 2008<br />
dalla medesima Agenzia delle Entrate, riconoscendo il beneficio del credito<br />
d’imposta per investimenti in aree svantaggiate (art. 1, commi 271-279, della<br />
legge 296/2006).<br />
Una fonte di incertezza<br />
operativa riguarda la<br />
classificazione degli<br />
impianti come beni<br />
immobili o beni mobili<br />
Di contrario avviso, l’Agenzia del Territorio (nota Circ. 3/T del 6/11/2008) ha<br />
da sempre ritenuto che i pannelli fotovoltaici posizionati permanentemente<br />
sul suolo devono essere assimilati alle turbine delle centrali idroelettriche<br />
(rappresentando il carattere sostanziale di centrale elettrica) e che il complesso<br />
dei beni costituito dal suolo e dalla serie di “..pannelli costituenti l’impianto<br />
fotovoltaico, costituisce un opificio avente natura di ‘bene immobile’ e<br />
autonoma rilevanza catastale (categoria D1)..”.<br />
Il contrasto tra le due amministrazioni finanziarie è proseguito, anche se a<br />
seguito dell’ultimo intervento dell’Agenzia delle Entrate (Circ. 11 marzo 2011<br />
n. 12/E), si può prendere atto della ormai prevalenza dell’orientamento che<br />
considera beni immobili gli impianti fotovoltaici, con notevoli conseguenze in<br />
tema di: coefficiente di ammortamento da applicare all’impianto; durata minima<br />
del contratto di locazione finanziaria prevista per la deducibilità dei relativi<br />
canoni; applicabilità della disciplina relativa alle società di comodo; applicabilità<br />
dell’ICI all’impianto, imposizione indiretta da applicare in caso di cessione<br />
dell’impianto; e così via.<br />
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84 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Le opportunità per gli<br />
investitori offerte dal ‘IV<br />
Conto Energia’<br />
a cura di Giorgio Saraceno, Senior Manager Protos<br />
L’emanazione del D.M. 5 Maggio 2011 (‘IV Quarto Conto Energia’) e, ancor<br />
prima, del D.Lgs 28 del 3 marzo 2011 (‘Decreto Romani’), ha indubbiamente<br />
introdotto norme più stringenti per lo sviluppo degli impianti fotovoltaici nel<br />
territorio nazionale, ed in particolare:<br />
• per la riduzione della tariffa incentivante prevista a partire dal mese di giugno<br />
2011<br />
• per le norme che limitano fortemente la realizzazione di impianti di mediograndi<br />
dimensioni in zona agricola (> 1 MWp)<br />
e, soprattutto, per l’introduzione del Registro dei Grandi Impianti.<br />
Ciononostante, il ‘IV Conto Energia’ introduce interessanti spunti di sviluppo per<br />
il settore, nell’ottica di accelerare un processo di spostamento dell’interesse<br />
degli stakeholder verso iniziative fotovoltaiche tendenzialmente:<br />
• di potenza nominale minore<br />
• posizionate su edifici<br />
• con tecnologie innovative o comunque non consolidate.<br />
Tale effetto ‘persuasivo’ della norma ministeriale è ancor più accentuato<br />
allorchè si consideri che, a regime (ovvero a partire dal 1 gennaio 2013), è<br />
previsto il passaggio da tariffa incentivante (da sommarsi, in termini di benefici<br />
economici, alla tariffa di vendita dell’energia elettrica immessa in rete) ad una<br />
Tariffa Omnicomprensiva per l’intera energia ceduta alla rete, valorizzandone<br />
la quota parte utilizzata in loco (autoconsumata) con un’ulteriore tariffa<br />
incentivante.<br />
E’ evidente quindi l’intenzione del Legislatore di privilegiare, mantenendo<br />
un livello di incentivazione certamente adeguato se rapportato al costante<br />
decremento dei costi di realizzazione degli impianti fotovoltaici, gli interventi<br />
per i quali l’impianto fotovoltaico rappresenti una soluzione impiantistica a<br />
servizio di un’utenza elettrica in prelievo, ancor meglio se concepito in un’ottica<br />
di integrazione su edificio, e non già semplicemente in parallelo con la Rete<br />
Elettrica Nazionale.<br />
© 2011 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMG International”),<br />
entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 85<br />
Quantificazione dei nuovi scenari del ‘IV<br />
Conto Energia’<br />
Per quanto detto nel precedente paragrafo e per poter dare una indicazione<br />
quantitativa dei nuovi scenari introdotti dal ‘IV Conto Energia’, ovvero di quelli<br />
maggiormente premiati dal Legislatore, si utilizzerà un indice (‘Delta’) che<br />
rappresenta la differenza percentuale tra la tariffa incentivante prevista nel<br />
prossimo futuro per determinate categorie di intervento fotovoltaico e la tariffa<br />
incentivante prevista per un impianto fotovoltaico ‘campione’, rappresentativo<br />
del periodo di maggiore crescita ed interesse dello sviluppo fotovoltaico in<br />
Italia.<br />
In particolare, si considera come impianto ‘campione’ un impianto da 999 kW ‘a<br />
terra’ con tariffa incentivante valevole per il 2010 (0,346 Euro/kWh in base al ‘II<br />
Conto Energia’).<br />
Il medesimo impianto, in virtù del ‘IV Conto Energia’, potrà godere di una tariffa<br />
incentivante pari a 0,172 Euro/kWh, entrando in esercizio al I semestre 2012, e<br />
pari a 0,239 Euro/kwh ma comprensivo anche del valore di vendita dell’energia<br />
(Tariffa Omnicomprensiva), se entra in esercizio al I semestre 2013.<br />
In sostanza, assumendo il valore di vendita dell’energia pari mediamente a 0,08<br />
Euro/kWh, per tale tipologia di impianto:<br />
• Delta (I semestre 2012) = - 50%<br />
• Delta (I semestre 2013) = - 54%<br />
In altre parole, la tariffa incentivante prevista per un tradizionale impianto ‘a<br />
terra’ da 999 kW si riduce di oltre il 50% nei prossimi due anni, rispetto al<br />
valore previsto per l’anno 2010 (ed esteso in parte anche al 2011 per effetto del<br />
decreto cosiddetto “Salva Alcoa”).<br />
Il ‘IV Conto Energia’, però, introduce (ovvero in parte conferma e rafforza<br />
rispetto alle precedenti versioni di Conto Energia) tariffe incentivanti e premi<br />
specifici per determinati interventi, relativi a:<br />
• impianti fotovoltaici integrati con ‘caratteristiche innovative’<br />
• impianti a concentrazione<br />
• impianti abbinati all’effettuazione di opere per l’efficienza energetica degli<br />
edifici<br />
• impianti abbinati ad una classificazione urbanistica specifica del terreno<br />
(industriale, cave o discariche esaurite, aree di pertinenza di discariche o di<br />
siti contaminati)<br />
• impianti realizzati da Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti<br />
• impianti che prevedono la sostituzione di coperture contenenti amianto<br />
• impianti i cui soggetti responsabili sono enti locali<br />
• impianti ubicati su aree di proprietà di enti locali<br />
• impianti il cui costo di investimento, per quanto riguarda i componenti<br />
diversi dal lavoro, sia per non meno del 60% riconducibile ad una produzione<br />
realizzata all’interno dell’Unione Europea<br />
• impianti che effettuano autoconsumo.<br />
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86 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Alla luce di tali premialità, variamente combinabili seppure non sempre<br />
cumulabili tra loro, sono state prese in considerazione le seguenti casistiche di<br />
intervento:<br />
A) impianto a terra da 999 kWp<br />
B) impianto su edificio da 999 kWp<br />
C) impianto su edificio da 999 kWp con bonifica amianto<br />
D) impianto su edificio da 999 kWp con 100% di autoconsumo<br />
E) impianto da 999 kWp a concentrazione.<br />
I risultati, in termini di Differenziale % (Delta), riportati nella tabella e nel grafico<br />
seguenti, confermano che, rispetto al confronto ‘base’ relativo all’impianto<br />
tradizionale a terra, la diminuzione percentuale di tariffa incentivante si<br />
riduce significativamente rendendo, pertanto, certamente più interessante<br />
l’investimento ipotizzabile per talune tipologie di interventi.<br />
Tabella 21<br />
Differenziale % (Delta) tra alcune tipologie di intervento e l’impianto<br />
‘campione’<br />
Caso<br />
Tipologia<br />
Entrata in<br />
esercizio<br />
FIT *<br />
Euro/kWh<br />
Differenza %<br />
rispetto al<br />
caso base<br />
Base Impianto ‘campione’ 2010 0,346 0%<br />
I Semestre 2012 0,172 -50%<br />
A<br />
Impianto a terra da 999<br />
kWp<br />
II Semestre 2012 0,155 -55%<br />
I Semestre 2013 0,159 -54%<br />
I Semestre 2012 0,224 -35%<br />
B<br />
Impianto su edificio da 999<br />
kWp<br />
II Semestre 2012 0,202 -42%<br />
I Semestre 2013 0,201 -42%<br />
I Semestre 2012 0,274 -21%<br />
C<br />
Impianto su edificio da 999<br />
kWp con bonifica amianto<br />
II Semestre 2012 0,252 -27%<br />
I Semestre 2013 0,251 -27%<br />
Impianto su edificio da I Semestre 2012 0,304 -12%<br />
D<br />
999 kWp con il 100%<br />
di autoconsumo (FIT II Semestre 2012 0,282 -18%<br />
inclusiva del risparmio da<br />
autoconsumo)<br />
I Semestre 2013 0,263 -24%<br />
I Semestre 2012 0,304 -12%<br />
E<br />
Impianto a concentrazione<br />
da 999 kWp<br />
II Semestre 2012 0,298 -14%<br />
I Semestre 2013 0,307 -11%<br />
* FIT: Feed-in tariff<br />
Fonte: elaborazioni Protos<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 87<br />
Grafico 25<br />
Differenziale % (Delta) tra alcune tipologie di intervento e l’impianto<br />
‘campione’<br />
0,172 0,155 0,159<br />
0,224<br />
0,202 0,201<br />
0,274<br />
0,252 0,251<br />
0,304<br />
0,282 0,263<br />
0,304 0,298 0,307<br />
-21%<br />
-27% -27%<br />
-12%<br />
-18%<br />
-24%<br />
-12% -14%<br />
-11%<br />
-35%<br />
-42% -42%<br />
-50%<br />
-55% -54%<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
A B C D E<br />
FIT Euro/kWh Delta %<br />
La tariffa di vendita dell’energia è stata ipotizzata pari a 0,08 Euro/kWh per tutte le tipologie (A, B, C, D ed E).<br />
La decurtazione di tale tariffa contribuisce alla formazione della Tariffa Omnicomprensiva, il cui andamento<br />
al 2013, a differenza del 2012, varia a seconda delle tipologie: nei casi A ed E tale fenomeno compensa il<br />
decremento della componente incentivo.<br />
Fonte: elaborazioni Protos<br />
Volendo ragionare in termini di IRR (Internal Rate of Return) per l’investitore,<br />
prendendo come riferimento (‘IRR obiettivo’) i valori di IRR riscontrati per<br />
l’impianto campione del 2010, <strong>nelle</strong> seguenti ipotesi generali:<br />
• ore equivalenti: 1.350 kWh/kWp<br />
• rapporto Equity/Debito: 20/80<br />
• tasso d’interesse: 6,5%<br />
• periodo di finanziamento: 200 mesi<br />
• totale CAPEX: 3,6 milioni di Euro<br />
è possibile effettuare un utile confronto al fine di mostrare i valori di CAPEX<br />
che, per ciascun caso in esame, possono determinare i medesimi IRR per<br />
l’investitore, a parità di altre condizioni.<br />
Per mantenere lo stesso IRR del caso campione è necessario che il CAPEX<br />
<strong>nelle</strong> diverse casistiche assuma il valore rappresentato nel grafico seguente<br />
dalla linea verde.<br />
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88 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Grafico 26<br />
CAPEX obiettivo per le diverse tipologie di intervento<br />
CAPEX Campione (3,6 Euro mln)<br />
2,90<br />
2,70 2,70<br />
3,20<br />
3,00<br />
2,80<br />
3,20 3,15 3,20<br />
1,90<br />
1,70 1,75<br />
0,172 0,155 0,159<br />
2,30<br />
0,224<br />
2,10 2,10<br />
0,202 0,201<br />
0,274<br />
0,252 0,251<br />
0,304<br />
0,282 0,263<br />
0,304 0,298 0,307<br />
-21%<br />
-27% -27%<br />
-12%<br />
-18%<br />
-24%<br />
-12% -14%<br />
-11%<br />
-35%<br />
-42% -42%<br />
-50%<br />
-55% -54%<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
I Sem 2012<br />
II Sem 2012<br />
I Sem 2013<br />
A B C D E<br />
FIT Euro/kWh Delta % CAPEX (Euro mln)<br />
Fonte: elaborazioni Protos<br />
La tipologia ‘A’ è quella che maggiormente risente negativamente degli<br />
interventi normativi del Legislatore ed appare, ad oggi, essere quella più<br />
penalizzata dal nuovo ordinamento relativo agli impianti fotovoltaici, pur<br />
potendo tornare ad essere di interesse a partire dal 2013, quando non sarà più<br />
necessaria l’iscrizione al Registro e i costi di costruzione, specialmente per le<br />
grandi taglie, saranno ulteriormente diminuiti.<br />
Le tipologie ‘B’, ‘C’ e ‘D’ appaiono essere già mature per l’ottenimento di<br />
rendimenti interessanti, a patto che i cosiddetti ‘costi di sviluppo’ e i costi per la<br />
disponibilità delle superfici non finiscano per incrementarne i CAPEX portandoli<br />
al di là del limite di praticabilità finanziaria.<br />
Le tipologie di intervento ‘E’, pur apparendo come quelle maggiormente<br />
interessanti (cioè con ‘CAPEX obiettivo’ prossimi al ‘CAPEX campione’) sono in<br />
realtà condizionate dalla difficoltà di individuare un prezzo medio per la scarsa<br />
diffusione e maturità di mercato delle tecnologie relative (‘E’).<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 89<br />
Conclusioni<br />
La quantificazione dei nuovi scenari delle tariffe incentivanti introdotte dal ‘IV<br />
Conto Energia’, se rapportate alle tariffe incentivanti in vigore nel periodo in<br />
cui si è raggiunto il picco di crescita fotovoltaica in Italia ed il maggior interesse<br />
degli investitori anche internazionali al settore, porta ad elaborare le seguenti<br />
conclusioni:<br />
• l’introduzione delle nuove tariffe incentivanti per gli impianti tradizionali ‘a<br />
terra’ (sostanzialmente dimezzate), aggiunte alle difficoltà di accesso al<br />
Registro ed alla conseguente ‘prenotazione’ della tariffa da richiedere all’atto<br />
dell’entrata in esercizio ed alle norme più restrittive introdotte dal cosiddetto<br />
‘Decreto Romani’ agli impianti in zona agricola, mostra lo sforzo posto in<br />
essere dal Legislatore per limitare lo sviluppo degli impianti tradizionali in<br />
zona agricola;<br />
• pur tuttavia, per quanto evidenziato in termini di Differenzale % tra le tariffe<br />
2010 degli impianti tradizionali e le nuove tariffe per alcune delle tipologie<br />
impiantistiche maggiormente ‘premiate’ dal ‘IV Conto Energia’, appare<br />
evidente l’altrettanto importante sforzo del Legislatore a spostare l’interesse<br />
del mercato dello sviluppo fotovoltaico italiano verso impianti su edifici, di<br />
dimensioni preferibilmente non superiori ad 1 MWp, premiando ulteriormente<br />
il contestuale autoconsumo dell’energia prodotta;<br />
• per questi impianti, la riduzione tariffaria appare sufficientemente<br />
compensata dalla riduzione dei costi di realizzazione già registratasi negli<br />
ultimi 2 anni e prevedibile nel futuro di breve-medio periodo, potendo<br />
addirittura ipotizzare che negli anni 2012-2013, in particolare per tipologie<br />
impiantistiche specifiche (ad esempio: con componentistica europea , con<br />
bonifica amianto ovvero ancora, con alte quote di autoconsumo), l’IRR di<br />
progetto sia finanche superiore a quello risultante per gli impianti entrati in<br />
esercizio con il ‘II Conto Energia’;<br />
• conseguentemente, il mercato dello sviluppo fotovoltaico sarà<br />
presumibilmente orientato verso pipeline di progetti di dimensioni (e, quindi,<br />
con portafogli di investimento) minori, seppure con IRR confrontabili a quelli<br />
riscontrati nei progetti delle annualità 2009-2011, in funzione dell’effettiva<br />
riduzione dei CAPEX conseguibili sul mercato;<br />
• lo sviluppo di tali pipeline prevederà il coinvolgimento sempre crescente dei<br />
soggetti che potranno utilizzare in loco l’energia prodotta (ad esempio i titolari<br />
dell’azienda interessata all’intervento fotovoltaico presso il proprio capannone<br />
‘energivoro’), che saranno coinvolti attraverso opportune pattuizioni<br />
contrattuali con gli sviluppatori/investitori ovvero che si faranno direttamente<br />
artefici dello sviluppo fotovoltaico in house;<br />
• l’investimento fotovoltaico, in definitiva, potrebbe essere presumibilmente<br />
sempre più legato al più tradizionale investimento immobiliare, ove<br />
l’intervento si traduce in recupero /rifacimento/costruzione di complessi<br />
immobiliari ad alta efficienza energetica ed elevati standard tecnologici.<br />
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90 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Le attività M&A nel settore<br />
rinnovabili in Italia<br />
a cura di Alessandro Zanca, Associate Partner KPMG Advisory<br />
Il mercato delle fusioni ed acquisizioni in Italia nel 2010 e nei primi mesi<br />
del 2011 ha visto un’inversione di tendenza rispetto ad un trend che, dal<br />
quarto trimestre del 2007, aveva portato ad un numero di operazioni che, per<br />
controvalori, si avvicinavano a quelli registrati a metà degli anni ‘90. Il quadro<br />
nel settore dell’Energy and Utilities non si discosta significativamente dal<br />
contesto generale, con la considerazione aggiuntiva, però, che negli ultimi tre<br />
anni il peso relativo sia in termini di numero di operazioni che soprattutto di<br />
controvalore è sostanzialmente più elevato: il 2009 rappresenta il picco con<br />
quasi il 70% di controvalore, ciò grazie soprattutto all’acquisizione di Endesa da<br />
parte di Enel accentuata dalla rarefazione delle transazioni negli altri settori.<br />
Grafico 27<br />
Mercato M&A in Italia nell’E&U: controvalore e numero di operazioni<br />
completate dal 2008<br />
30<br />
80<br />
Controvalore (Euro mld)<br />
20<br />
10<br />
56<br />
24<br />
25<br />
14<br />
60<br />
40<br />
20<br />
N. operazioni<br />
0<br />
11 23<br />
3 2,5<br />
2008 2009 2010 III trim 2011<br />
0<br />
Nonostante i<br />
rallentamenti dovuti<br />
all’attesa di decisioni<br />
regolamentari ed<br />
all’incertezza che ciò<br />
provoca negli investitori<br />
di equity e soprattutto<br />
di debito, il settore sarà<br />
interessato da processi di<br />
consolidamento<br />
Fonte: Rapporto Mergers & Acquisitions KPMG Corporate Finance<br />
Tale crescita è riconducibile sia alla tipicità del settore, sostanzialmente<br />
anticiclico (o per lo meno più di altri, visto che i cali della produzione industriale<br />
hanno avuto ricadute significative anche sui consumi energetici) ed al cui<br />
interno le attività inerenti l’idrico e i rifiuti controbilanciano la maggior volatilità<br />
del comparto energetico; sia alla dinamicità apportata dal comparto delle<br />
energie rinnovabili. Queste ultime, nonostante sperimentino rallentamenti<br />
dovuti principalmente all’attesa di decisioni regolamentari ed all’incertezza che<br />
ciò provoca negli investitori di equity e soprattutto di debito, sono in continua<br />
crescita; tali incertezze o lacune legislative, sono un problema generalizzato a<br />
livello europeo e hanno rappresentato un forte ostacolo sia a nuove iniziative di<br />
investimento che a possibilità di aggregazioni.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 91<br />
Gli investitori che fino a pochi anni fa erano disposti ad acquisire a<br />
prezzi considerevoli progetti di sviluppo a medio lungo termine ora sono<br />
principalmente concentrati su asset in produzione e sempre meno su sviluppi<br />
di pipeline ipotetiche dai ritorni incerti (magari ancora senza tutte le necessarie<br />
autorizzazioni). Ciò è particolarmente evidente nel fotovoltaico, dove le riduzioni<br />
tariffarie introdotte dal nuovo Conto Energia (pur non avendo nella sostanza<br />
modificato in maniera significativa il ritorno per gli investitori grazie ad un<br />
decremento forse più che proporzionale del costo per l’impiantistica) hanno<br />
accresciuto l’interesse verso impianti già connessi alla rete di trasmissione,<br />
principalmente da parte di operatori istituzionali, quali fondi specializzati di<br />
Private Equity, ma anche fondi pensioni internazionali disposti a riconoscere<br />
multipli superiori a 5 milioni di Euro a MW istallato. In Italia, in particolar modo,<br />
le difficoltà nell’ottenimento delle autorizzazioni e dei permessi necessari per la<br />
costruzione di parchi fotovoltaici ed eolici possono rappresentare un ulteriore<br />
elemento di crescita tramite acquisizioni di iniziative già operative.<br />
All’interno delle diverse tipologie di energie rinnovabili, e prescindendo<br />
dall’apporto aggiuntivo derivante dall’idrico (che rappresenta tuttora in Italia la<br />
principale fonte di produzione non fossile, ma le cui opportunità sono state in<br />
gran parte sfruttate), si ritiene che lo sviluppo eolico possa avere nei prossimi<br />
anni crescite inferiori sia rispetto al fotovoltaico che alle biomasse. Quest’ultime<br />
come le altre fonti rinnovabili sono caratterizzate da ritorni finanziari significativi<br />
in tempi relativamente contenuti, ma a differenza dell’eolico e del fotovoltaico,<br />
non sperimentano le problematicità legate alla gestione delle reti di trasporto<br />
e distribuzione avendo una produzione maggiormente programmabile, pur<br />
dovendo affrontare le rischiosità legate alla difficoltà degli approvvigionamenti e<br />
alla volatilità dei prezzi di approvvigionamento della biomassa.<br />
E’ interessante sottolineare l’interesse dimostrato per il comparto delle<br />
rinnovabili da parte di investitori che non appartengono al settore energetico (ad<br />
esempio l’annuncio di Google di investimenti in parchi eolici) o vi appartengono<br />
ma in attività diverse (Total ha recentemente acquisito la maggioranza di Sun<br />
Power Corp. per circa 1 miliardo di Euro; in Italia Erg e Saras sono stati tra<br />
i primi ad investire nel settore). In generale in Italia si sta assistendo ad un<br />
processo di diversificazione del rischio che sta conducendo diversi investitori<br />
a sostituire quello che in passato poteva rappresentare il mercato immobiliare<br />
con investimenti <strong>nelle</strong> rinnovabili.<br />
Il comparto delle<br />
rinnovabili attrae<br />
interesse anche da parte<br />
di investitori che non<br />
appartengono al settore<br />
energetico<br />
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92 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Il comparto delle rinnovabili assume, in questa ottica, un ruolo sempre più<br />
rilevante nel mercato M&A non solo in termini di numero di operazioni ma<br />
anche di controvalori (ad esempio l’acquisizione da parte di Terra Firma dei<br />
parchi fotovoltaici di Terna per oltre 600 milioni di Euro), in considerazione<br />
anche del fatto che, nell’allocazione degli investimenti nei portafogli<br />
all’interno del settore energetico, le rinnovabili rappresentano un’alternativa<br />
ad altre attività che sperimentano rischi in termini ambientali di sicurezza, di<br />
approvvigionamento e di fluttuazione dei prezzi.<br />
Un altro settore che sta sperimentando un forte interesse da parte degli<br />
investitori (in particolar modo istituzionali) è rappresentato dalle aziende<br />
operanti nel comparto ‘cleantech’, al di fuori della generazione energetica.<br />
Sono ricomprese nel segmento (l’elenco è a titolo esemplificativo e non<br />
esausitivo) tutte quelle società che operano nell’efficienza e storage energetico,<br />
nella riduzione di emissioni, nel riciclo dei materiali e nella produzione di<br />
materiali biodegradabili. E’ opinione diffusa che, oltre alla produzione di energia<br />
da fonti rinnovabili, nei prossimi anni sarà dal risparmio energetico in senso<br />
ampio che si potranno raggiungere i migliori (e forse più immediati) obiettivi in<br />
termini di sostenibilità energetica.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 93<br />
Country Focus<br />
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70 94 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Internazionalizzazione<br />
<strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
a cura di Protos<br />
L’Italia ha ricoperto, negli<br />
ultimi due anni, dal 2010 al<br />
2011, un ruolo di leadership a<br />
livello mondiale per lo sviluppo<br />
delle energie rinnovabili, con<br />
particolare riferimento al settore<br />
degli impianti fotovoltaici.<br />
Le aziende italiane operanti nel<br />
settore (sviluppo, progettazione,<br />
costruzione, manutenzione,<br />
servizi) hanno acquisito un<br />
know-how di eccellenza,<br />
anche grazie alle possibilità<br />
di interazione con soggetti<br />
(investitori, costruttori di<br />
componentistica, appaltatori<br />
EPC/O&M) provenienti da ogni<br />
parte del mondo.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 95<br />
Il nuovo contesto, determinato dalla crisi economico-finanziaria, ma anche dalla<br />
complessità normativa, sta portando l’Italia verso un’inevitabile contrazione del<br />
mercato dei nuovi impianti ad energie rinnovabili.<br />
In tale scenario, può risultare vincente un approccio orientato<br />
all’internazionalizzazione delle attività, basato sull’esportazione delle esperienze<br />
acquisite verso mercati non ancora maturi, ma con grande potenziale di<br />
crescita.<br />
La sfida non è semplice. L’organizzazione da strutturare per svolgere le<br />
stesse attività in un altro Paese, le differenze socio-culturali, le diverse<br />
modalità di ‘fare business’, il diverso corpus legislativo che regola<br />
l’imprenditoria e la difforme gestione delle pratiche amministrative<br />
rappresentano ostacoli spesso insormontabili.<br />
Certamente, un grande aiuto può provenire, ad esempio, dal supporto<br />
esterno di professionisti che conoscano il nuovo contesto operativo locale<br />
e che assistano l’azienda nello sviluppo del corretto modus operandi<br />
attraverso il quale ricavare la propria nicchia nel nuovo mercato.<br />
La naturale alternativa al mercato nazionale, alla quale le aziende<br />
italiane possono rivolgersi per trovare nuove opportunità, è costituita<br />
dai Paesi attualmente in fase di grande espansione economica.<br />
In particolare quelle realtà che stanno attivando programmi di<br />
sviluppo delle energie rinnovabili (si pensi ai cosiddetti ‘BRICS’,<br />
Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). L’opportunità è resa<br />
più concreta dalla carenza di esperienza di settore che, in tali<br />
contesti, viene spesso lamentata dagli istituti finanziatori<br />
locali e dagli investitori, sia a livello qualitativo (disponibilità di<br />
competenze adatte) sia a livello quantitativo (disponibilità di<br />
un numero adeguato di professionisti/consulenti in relazione<br />
alla dimensione del mercato potenziale).<br />
Interessante è anche il tentativo di esportare in aree<br />
geografiche diverse quelle sinergie virtuose che hanno<br />
visto coinvolti investitori, istituti bancari e advisors sul<br />
territorio nazionale.<br />
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96 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Country Focus:<br />
Sudafrica<br />
Piano di Sviluppo<br />
La Repubblica del Sudafrica ha pianificato (1) lo sviluppo delle energie rinnovabili<br />
che, nei prossimi 20 anni, arriveranno a costituire il 42% dei nuovi impianti di<br />
generazione di energia elettrica e il 19% del totale di potenza elettrica installata (si<br />
veda tabella seguente).<br />
Motivi di interesse<br />
• Elevata disponibilità della fonte<br />
solare (i siti migliori presentano<br />
irraggiamenti più alti del 30% rispetto<br />
ai migliori siti italiani)<br />
• Elevata disponibilità di terreni per le<br />
installazioni<br />
• Tariffe molto interessanti (anche<br />
se sottoposte a ribasso d’asta) per<br />
l’energia solare<br />
• Ingresso in un mercato avente una<br />
potenzialità di nuove realizzazioni di<br />
impianti per 42.600 MW entro il 2030.<br />
Tabella 22<br />
Evoluzione del parco generativo (potenza in MW)<br />
Fonte<br />
Impianti<br />
esistenti *<br />
Nuovi impianti<br />
(entro 2030)<br />
Solare fotovoltaico 8.400<br />
Solare a concentrazione 1.000<br />
Eolico 8.400<br />
Totale<br />
(al 2030)<br />
% su parco<br />
complessivo<br />
Totale rinnovabili 1.000 17.800 18.800 19%<br />
Carbone 45.600 6.300 51.900 54%<br />
Nucleare 1.800 9.600 11.400 12%<br />
Idroelettrico 2.150 2.600 ** 4.750 5%<br />
Turbogas (ciclo chiuso + aperto) 3.400 6.300 9.700 10%<br />
Totale altre fonti 52.950 24.800 77.750 81%<br />
Totale parco generativo 53.950 42.600 96.550 100%<br />
* compresi quelli già autorizzati<br />
** da importazione<br />
Programmi governativi per l’incentivazione<br />
Il Renewable Energy Independent Power Producer (REIPP) Purchase<br />
Programme prevede lo sviluppo di ulteriori 3.725 MW di nuova potenza da fonti<br />
rinnovabili con entrata in esercizio commerciale entro il 2016.<br />
Le tariffe saranno assegnate mediante cinque ‘aste’ al ribasso che si terranno entro<br />
il 2013 (precisamente <strong>nelle</strong> date del 4/11/2011, 5/3/2012, 20/8/2012, 4/3/2013<br />
e 13/8/2013). La taglia minima dei progetti è attualmente fissata in 5 MW; il<br />
programma per i progetti di taglia inferiore è atteso nel mese di novembre 2011.<br />
Tabella 23<br />
Obiettivi di sviluppo del parco rinnovabile e tariffe incentivanti<br />
Fonte rinnovabile<br />
Obiettivi REIPP<br />
(MW nuova potenza)<br />
Tariffa a base d’asta<br />
Euro/MWh *<br />
Solare fotovoltaico 1.450 258<br />
Solare a concentrazione 200 258<br />
Eolico (on shore) 1.850 104<br />
Biomasse 12,5 97<br />
Biogas 12,5 72<br />
Gas da discarica 25 54<br />
Idroelettrico (piccola taglia) 75 93<br />
Altro (< 5 MW) 100<br />
Totale 3.725<br />
* 1 Rand = 0,09 Euro<br />
(1)<br />
Integrated Resource Plan for Electricity 2010–2030, da rivedersi con cadenza biennale a cura del Department of Energy.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 97<br />
Autorizzazioni<br />
L’autorizzazione di un impianto da fonti rinnovabili si completa con il riconoscimento<br />
dello stato di ‘Preferred Bidder ’ da parte del Department of Energy nell’ambito del<br />
REIPP Procurement Programme.<br />
Per potere essere presentato all’asta, un progetto deve avere ottenuto<br />
l’autorizzazione finale sullo ‘Studio di Impatto Ambientale’ dal Department of<br />
Environmental Affairs; tale traguardo può richiedere dai 9 ai 24 mesi di tempo.<br />
Altre autorizzazioni necessarie sono:<br />
• la soluzione tecnica e il preventivo preliminare di connessione (rilasciati da<br />
ESKOM)<br />
• il deposito presso il Comune di competenza per gli oneri di riaccatastamento (nel<br />
caso di terreni ad uso agricolo).<br />
Terreni<br />
Il diritto di proprietà è sancito nella Costituzione della Repubblica del Sudafrica<br />
(Sezione 25). La registrazione di terreni e immobili è regolata dal ‘Deeds Registries<br />
Act ’ del 1937. La maggior parte dei terreni risulta essere di proprietà privata.<br />
L’acquisto di terreni di proprietà pubblica (enti governativi o Comuni) è soggetto a<br />
gara pubblica. Non vi sono restrizioni al possesso di terreni da parte di stranieri.<br />
Il sistema di registrazione dei terreni è affidabile e non si rilevano particolari criticità<br />
in tema di diritti sui terreni. La proprietà è registrata a livello regionale (Regional<br />
Deeds Registries) e la documentazione è disponibile al pubblico.<br />
Rete elettrica<br />
La public utility nazionale del Sudafrica (praticamente monopolista) è ESKOM, il più<br />
grande produttore di energia elettrica in Africa e tra le prime sette società al mondo<br />
per capacità produttiva; tra gli altri, possiede e gestisce un impianto nucleare da<br />
1,9 GW situato a Koeberg (una trentina di chilometri a Nord di Città del Capo),<br />
attualmente l’unica centrale nucleare presente in Sudafrica ed in tutto il continente<br />
africano.<br />
La rete nazionale sudafricana è interamente di proprietà di ESKOM ed è<br />
considerata la più avanzata del continente africano. Per rispondere alle esigenze di<br />
incremento della capacità di trasporto della rete, ESKOM ha previsto per i prossimi<br />
cinque anni un budget di circa 30 miliardi di Euro (300 miliardi di Rand).<br />
Disponibilità delle fonti<br />
solare ed eolica<br />
Figura 11<br />
Mappa della radiazione solare in<br />
Sudafrica (irraggiamento annuale)<br />
6.000-6.500 MJ/m 2<br />
6.501-7.000 MJ/m 2<br />
7.001-7.500 MJ/m 2<br />
7.501-8.000 MJ/m 2<br />
8.001-8.500 MJ/m 2<br />
8.501-9.000 MJ/m 2<br />
9.001-9.500 MJ/m 2<br />
Irraggiamento solare annuo (1.000 MJ/m 2 = 277,8 kWh/m 2 )<br />
Fonte: CSIR, Eskom Corporate Technology,<br />
Minerals and Energy<br />
Figura 12<br />
Mappa della velocità media del<br />
vento in Sudafrica (m/s)<br />
NERSA (National Energy Authority of South Africa), fondata nel 2004, è l’Autorità<br />
sudafricana per l’elettricità, il gas e gli oleodotti. Ad essa va indirizzata la richiesta<br />
della licenza per la produzione di energia dopo avere ottenuto lo status di ‘Preferred<br />
Bidder ’ (in ambito REIPP).<br />
Sistema finanziario<br />
Il settore bancario è dominato da cinque istituti principali, Standard Bank, ABSA,<br />
Rand Merchant Bank, NedBank e Investec, ciascuno dei quali è in grado di fornire<br />
diversi tipi di finanziamento a progetti di energie rinnovabili, ad esempio su base<br />
non-recourse o limited-recourse.<br />
L’evento che sancisce il ‘via libera’ al finanziamento è in genere costituito<br />
dall’accettazione del Power Purchase Agreement per la vendita dell’energia<br />
prodotta.<br />
Fonte: Hagemann (2008)<br />
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98 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Country Focus:<br />
India<br />
Motivi di interesse<br />
• Nazione in grande crescita (PIL in<br />
crescita di più dell’8% l’anno)<br />
• Elevata disponibilità e differenziabilità<br />
delle fonti rinnovabili: l’irraggiamento<br />
solare presenta valori, nei<br />
casi migliori, nell’ordine di 2.500<br />
kWh/m 2 annui<br />
• Disponibilità di personale locale di<br />
grande formazione e competenza<br />
tecnica.<br />
Stato attuale e Piano di Sviluppo<br />
Il 30/06/2008 è stato rilasciato il Primo Piano d’Azione Nazionale sui<br />
Cambiamenti Climatici (NAPCC National Action Plan on Climate Change)<br />
all’interno del quale sono state delineate otto Missioni Nazionali, tra cui la<br />
National Solar Mission (NSM) che ha l’obiettivo di promuovere l’uso della fonte<br />
solare al fine di farne una risorsa energetica competitiva con quelle tradizionali<br />
fossili (grid parity entro il 2020).<br />
Le politiche energetiche sono dettate dal MNRE Ministry of New & Renewable<br />
Energy. Al 31/07/2011 risultano installati venti impianti aventi potenza nominale<br />
almeno pari a 1 MWp per un totale di circa 45 MWp. Storicamente, la risorsa<br />
rinnovabile più sviluppata risulta essere quella eolica (quinto posto a livello<br />
mondiale), mentre anche il settore delle biomasse, grazie all’economia ancora<br />
largamente agricola, mostra un interessante potenziale di sviluppo. Rilevante,<br />
infine, risulta essere la disponibilità della fonte idroelettrica.<br />
Gli incentivi sono concessi sull’energia prodotta e immessa in rete, ma anche<br />
sotto forma di Renewable Energy Certificate (REC); inoltre, la maggior parte<br />
gli impianti che sfruttano le energie rinnovabili possono beneficiare dei ricavi<br />
derivanti dalla vendita dei carbon credits secondo il Clean Development<br />
Mechanism (CDM).<br />
Tabella 24<br />
Evoluzione del parco generativo indiano (potenza in MW) e attuale sistema<br />
incentivante<br />
Fonte rinnovabile<br />
Incentivo<br />
(USD cent/<br />
kWh)<br />
Impianti<br />
esistenti *<br />
Solare fotovoltaico 27-40 45<br />
Solare a concentrazione 22-31 -<br />
Impianti<br />
totali al 2020<br />
Variazione<br />
%<br />
20.000 +44.344%<br />
Eolico 8-12 14.157 50.000 +253%<br />
Biomasse 6-11 2.673 10.000 +274%<br />
Idroelettrico (piccola taglia) CAPEX 3.043 6.000 +97%<br />
Idroelettrico (grande taglia) - 38.106 n.d. -<br />
Totale rinnovabili<br />
(escluso grande idro)<br />
19.918 86.000 +332%<br />
* a giugno 2011<br />
Programmi governativi e statali per l’incentivazione<br />
• Jawaharlal Nehru National Solar Mission (JNNSM): prevede<br />
l’installazione entro il 2022 di 20.000 MWp di potenza solare; gli incentivi<br />
(feed-in tariff, tariffa omnicomprensiva) hanno durata pari a 25 anni. Gli<br />
impianti, per accedere agli incentivi, sono ammessi ad una procedura<br />
che prevede un ribasso su tariffe di riferimento (variabili nel range 27-40<br />
centesimi di Dollaro/kWh per il fotovoltaico e nel range 22-31 centesimi<br />
di Dollaro/kWh per il solare a concentrazione) fissate dal CERC Central<br />
Electricity Regulatory Commission<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 99<br />
Tabella 25<br />
Obiettivi di sviluppo del parco solare<br />
Tipo<br />
Fase 1<br />
(2010-2013)<br />
Fase 2<br />
(2013-2017)<br />
Fase 3<br />
(2017-2022)<br />
Collettori solari 7 milioni m 2 15 milioni m 2 20 milioni m 2<br />
Impianti off grid 200 MW 1.000 MW 2.000 MW<br />
Utility grid power (inclusi tetti) 1.000-2.000 MW * 4.000-10.000 MW 20.000 MW<br />
Disponibilità delle fonti<br />
solare ed eolica<br />
Figura 13<br />
Mappa della radiazione solare in<br />
India (irraggiamento annuale)<br />
* nel 2011-2012 si stima saranno ammessi agli incentivi 350 MW di impianti fotovoltaici<br />
• Stato di Gujarat:<br />
- Solar Power Policy 2009 (2009-2014): 500 MW di generatori solari<br />
incentivati per 25 anni<br />
- WindPower Policy 2009 (2009 – 2012): incentivi pari a 20 anni<br />
• Stato di Rajasthan: ‘Policy for Promoting Generation for Electricity from Non<br />
Conventional Energy Sources’ (2004)<br />
• Stato di Karnataka: ‘Karnataka Renewable Energy Policy 2009-14’ (2009).<br />
Autorizzazioni<br />
Nell’ambito del National Solar Mission, NTPC Vidyut Vyapar Nigam Ltd (NVVN)<br />
è l’ente designato ad emettere i bandi di gara e a stipulare i contratti PPA<br />
(Power Purchase Agreement ) con i soggetti proponenti le iniziative per la<br />
realizzazione di impianti fotovoltaici che siano stati selezionati. La selezione<br />
ha luogo attraverso la valutazione di criteri tecnici e finanziari, tra i quali vale<br />
la pena di menzionare quello dell’impiego di componentistica nazionale.<br />
Ad esempio, per gli anni 2011-2012, la scelta è fatta ricadere su progetti di<br />
impianti aventi potenza compresa tra 5 e 20 MWp, collegati a reti a 33 kV<br />
che, al momento della richiesta, abbiano già avuto valutazione favorevole di<br />
interconnessione dalla Transmission Utility. La tariffa della PPA è quella definita<br />
dal CERC (Central Electricity Regulatory Commission), a meno che non si renda<br />
necessario abbassare la potenza totale degli impianti valutati positivamente<br />
per fare in modo di rientrare nella massima potenza incentivabile allocabile (del<br />
singolo bando): a tale fine risulteranno preferiti gli impianti che avranno offerto il<br />
maggiore sconto sulla tariffa CERC (asta al ribasso).<br />
Cumulato medio annuo (2005-2010)<br />
6,0 m/s<br />
Fonte: AL-PRO<br />
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100 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Country Focus:<br />
Israele<br />
Piano di Sviluppo<br />
La potenza energetica complessiva installata in Israele nel 2010 risulta pari a<br />
circa 13.000 MW, con una produzione energetica totale del Paese di 56.432<br />
GWh. Le fonti energetiche principali al momento sono il gas ed il carbone,<br />
che coprono rispettivamente il 39,8% ed il 37,9% della potenza energetica<br />
istallata in Israele (tabella 26). Fino al 2010, le fonti rinnovabili e l’idroelettrico<br />
costituiscono meno dell’1% della risorsa energetica.<br />
Motivi di interesse<br />
• Elevata disponibilità della fonte solare<br />
(i siti migliori presentano irraggiamenti<br />
più alti del 15% rispetto ai<br />
migliori siti italiani)<br />
• Ingresso in un mercato avente una<br />
potenzialità di nuove realizzazioni di<br />
impianti per 300 MW entro il 2017.<br />
Tabella 26<br />
L’evoluzione del parco generativo<br />
israeliano (composizione %)<br />
Fonte 2001 2005 2010<br />
Carbone 50,0% 48,4% 37,9%<br />
Gasolio 22,6% 10,3% 3,4%<br />
Olio<br />
combustibile<br />
27,4% 28,4% 18,9%<br />
Gas - 12,9% 39,8%<br />
Totale 100,0% 100,0% 100,0%<br />
Il Ministry of National Infrastructure (MNI) israeliano ha pianificato (‘Policy of<br />
MNI to incorporate renewable energies in the electricity production sector ’,<br />
febbraio 2010) lo sviluppo delle energie rinnovabili che, nei prossimi dieci anni,<br />
arriveranno a costituire il 10% della produzione totale di energia del Paese.<br />
Israele punta principalmente sulla fonte solare (1.750 MW pianificati al 2020).<br />
Tabella 27<br />
Evoluzione della domanda di energia elettrica (TWh)<br />
e del parco generativo israeliano (potenza in MW per fonte)<br />
Fonte rinnovabile 2014-2015 2016-2017 2018-2019 2020<br />
% su<br />
capacità<br />
installata<br />
2020<br />
Domanda energia<br />
elettrica totale (TWh)<br />
60,4 61,5 64,5 64,3<br />
Eolica 250 400 600 800 29,0%<br />
Biogas e biomasse 50 100 160 210 7,6%<br />
Solare termico e<br />
grandi impianti<br />
700 750 1.000 1.200 43,5%<br />
fotovoltaici<br />
Medi impianti<br />
fotovoltaici<br />
350 350 350 350 12,7%<br />
Piccoli impianti<br />
fotovoltaici<br />
200 200 200 200 7,2%<br />
Totale rinnovabili 1.550 1.800 2.310 2.760 100%<br />
% produzione in<br />
rinnovabili<br />
5,3% 6,5% 8,3% 10,2%<br />
Programmi governativi per l’incentivazione<br />
• Decision of the board of Public Utilities Authority – Electricity (28<br />
dicembre 2009): gli impianti sono classificati in ‘piccoli’ (fino a 50kWp),<br />
di taglia ‘media’ (fino a 5 MWp) e ‘grandi’. Gli impianti di taglia media e<br />
grande immettono tutta l’energia prodotta in rete (a differenza degli impianti<br />
piccoli) e l’energia da essi prodotta è remunerata attraverso una tariffa<br />
omnicomprensiva. Il sistema di incentivazione stabilisce una tariffa base<br />
(1,49 NIS/kWh), aggiornata annualmente in funzione del tasso di inflazione,<br />
dei tassi di cambio Euro/NIS e USD/NIS, e di un fattore decrementale. Tale<br />
decremento verrà applicato fino al raggiungimento del primo tra:<br />
- un cap di potenza totale istallata (300 MWp) e<br />
- l’anno 2017.<br />
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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 101<br />
Il decremento è vincolato da ulteriori cap annuali di potenza accumulata fino a<br />
quel momento secondo lo schema esposto nella tabella 28.<br />
Se il cap di potenza di uno specifico anno viene raggiunto prima della fine<br />
dell’anno, la tariffa riconosciuta al candidato successivo sarà quella dell’anno<br />
seguente.<br />
Il momento in cui viene riconosciuta la tariffa è al rilascio della ‘Provisional<br />
Tariff Approval ’. La tariffa viene erogata per venti anni a partire dalla data di<br />
entrata in esercizio dell’impianto. Un vincolo temporale è costituito dal fatto che<br />
è necessario provare alla Public Utility Authority-Electricity (PUA) che moduli<br />
ed inverter siano stati consegnati in situ non oltre gli otto mesi dal financial<br />
closure. Infine l’allaccio alla rete non può avvenire oltre 42 mesi dalla data di<br />
rilascio della Conditional License.<br />
National Outline Program 10/D/10 for PV installation (dicembre 2010): tale<br />
documento costituisce le linee guida per la costruzione di impianti fotovoltaici<br />
e promuove l’utilizzo di questo tipo di fonte energetica minimizzando l’impatto<br />
ambientale. In particolare, sono specificate le istruzioni per l’acquisizione dei<br />
permessi a costruire per impianti su tetto e facciate di edifici commerciali, ed<br />
istallazioni speciali quali magazzini, cisterne, parcheggi, ecc.<br />
Tabella 28<br />
Sistema di incentivazione: schema di<br />
riferimento (MW)<br />
Anno<br />
Quantità<br />
annuale<br />
massima<br />
Quantità<br />
cumulata<br />
2010-2011 50 50<br />
2012 65 115<br />
2013 85 200<br />
2014 100 300<br />
Disponibilità della fonte<br />
solare<br />
Figura 15<br />
Mappa della radiazione solare in<br />
Israele (irraggiamento annuale)<br />
Autorizzazioni<br />
L’autorizzazione di un impianto prevede in primo luogo l’acquisizione di una<br />
Conditional Licence, rilasciata dalla PUA che deve essere controfirmata dal<br />
MNI, per operare come Independent Power Producer (IPP) di energia da fonte<br />
solare. In questa fase il richiedente deve dimostrare di avere un legame con<br />
l’area su cui sarà costruito l’impianto (accordi preliminari con i proprietari) e<br />
di detenere almeno il 20% di valore dell’investimento come equity, avendo<br />
come riferimento un costo normativo di 5.000 USD/kWp. Tale dato è stato<br />
recentemente aggiornato dal PUA per gli anni successivi al 2011: 3.700 USD/<br />
kWp (2012), 3.480 USD/kWp (2013) e 3.270 USD/kWp (2014-2015).<br />
La richiesta di Provisional Tariff Approval può essere fatta con o senza<br />
finanziamento. Per non perdere la tariffa provvisoriamente riconosciuta<br />
è necessario provvedere a stipulare il Power Purchase Agreement (PPA)<br />
per il ritiro dell’energia da parte della compagnia di rete (IEC) e l’eventuale<br />
finanziamento entro novanta giorni.<br />
L’autorizzazione all’esercizio di un impianto si completa con il riconoscimento<br />
dell’ ‘Operational Permit ’ da parte del MNI.<br />
Altre autorizzazioni necessarie sono:<br />
• la soluzione tecnica (Technical Coordination Appendix) e il preventivo<br />
preliminare di connessione<br />
Irraggiamento complessivo (kWh/m 2 )<br />
<br />
Fonte: Ecole de Mines de Paris<br />
• lo Studio di Fattibilità da parte della IEC, solo se l’impianto è connesso in MT<br />
• il controllo con esito della IEC prima di ottenere l’ ‘Operational Permit ’.<br />
© 2011 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMG International”),<br />
entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.
102 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />
Disponibilità della fonte<br />
eolica<br />
Figura 16<br />
Mappa della velocità media del<br />
vento (m/s) nel Nord Israele<br />
Velocità media del vento – 50 m<br />
-1 – 1 m/s<br />
1 – 3 m/s<br />
3 – 4 m/s<br />
4 – 6 m/s<br />
6 – 8 m/s<br />
I punti in rosso indicano le zone con maggiore potenziale a<br />
50 metri di altezza<br />
Fonte: Gotland University<br />
Figura 17<br />
Mappa della velocità media del<br />
vento (m/s) nell’Area Nord di West-<br />
Bank al confine con la Cisgiordania<br />
Velocità media del vento – 50 m<br />
3,8 – 4,4 m/s<br />
4,4 – 5,0 m/s<br />
5,0 – 5,6 m/s<br />
5,6 – 6,2 m/s<br />
6,2 – 6,8 m/s<br />
6,8 – 7,4 m/s<br />
I punti in arancione indicano le zone con maggiore potenziale<br />
a 50 metri di altezza.<br />
Fonte: Gotland University<br />
Terreni<br />
La maggior parte dei terreni risulta essere di proprietà pubblica.<br />
I terreni sono facilmente dati in affitto per periodi lunghi (fino a 90 anni);<br />
l’acquisto dei terreni, al contrario, è soggetto a procedure articolate dipendenti<br />
dalle normative municipali, regionali e nazionali, fortemente influenzate dalla<br />
scarsità della risorsa stessa. Per tale motivo anche il costo relativo a tali<br />
operazioni può essere piuttosto ingente.<br />
La proprietà è registrata a livello municipale e regionale e la documentazione è<br />
disponibile al pubblico.<br />
Rete Elettrica e Autorità<br />
La compagnia di rete nazionale di Israele è la Israel Electric Corporation (IEC), la sola<br />
‘electric utility ’ integrata del Paese, di proprietà quasi interamente statale (99,85%).<br />
Fondata nel 1923, IEC è una tra le più grandi compagnie industriali israeliane e<br />
possiede le reti di distribuzione e trasmissione nazionali. Inoltre è proprietaria<br />
e gestisce i diciassette principali impianti di generazione (di cui cinque grandi<br />
impianti termoelettrici) (1) per una capacità produttiva aggregata di circa 11.000<br />
MW (13.000 MW stimati per il 2012). Le fonti principali di generazione sono il<br />
carbone ed il gas.<br />
Oltre ad IEC, nel settore della generazione, sono presenti anche investitori<br />
privati (IPP Independent Power Producer ) sui quali lo Stato punta per<br />
soddisfare parte (target del 20%) del fabbisogno energetico nazionale, che dal<br />
1999 al 2009 è aumentato ad un tasso del 3,6% annuo.<br />
La rete di distribuzione nazionale a media tensione varia tra i 22kV ed i 33 kV<br />
(e 12,6kV in alcune zone urbane) e normalmente un impianto di produzione (o<br />
un consumatore) fino a 12 MVA può connettersi a tale rete. Impianti fino a 630<br />
KVA possono connettersi alla rete in BT, mentre sopra i 630 kVA e fino a 12<br />
MVA, la connessione deve essere effettuata in MT o superiore.<br />
L’Autorità (per l’elettricità) israeliana è la Public Utility Authority – Electricity (PUA).<br />
Ad essa va indirizzata la richiesta di licenze per la produzione di energia come<br />
Independent Power Producer e la richiesta di accesso alle tariffe incentivanti<br />
introdotta nel giugno 2008 nel caso di produttori di energia da fonte solare.<br />
Banche<br />
Il settore bancario è dominato da tre maggiori istituti: Bank Hapoalim, Bank<br />
Leumi e Israel Discount Bank (2) , che coprono circa 76% (3) dell’attività totale del<br />
comparto bancario commerciale israeliano, attive anche nei finanziamenti in<br />
energie rinnovabili (solare in particolare).<br />
Altri due istituti significativi sono United Mizrachi Bank e First International<br />
Bank of Israel. Questi cinque maggiori istituti controllano circa il 96% (3) del<br />
settore bancario israeliano.<br />
Le banche internazionali più attive sul territorio sono City Bank, BNP Paribas,<br />
HSBC. Il requisito essenziale per lo sponsor per avere un finanziamento per<br />
impianti solari fotovoltaici è la titolarità di una ‘Provisional Tariff Approval ’<br />
riconosciuta dalla PUA. Le tempistiche della chiusura del finanziamento sono<br />
strettamente legate alla ‘Provisional Tariff Approval ’, la quale verrà confermata<br />
dalla PUA solo se entro 90 giorni verrà chiuso il finanziamento e firmato il<br />
Power Purchase Agreement con IEC per la vendita dell’energia prodotta.<br />
(1)<br />
Fonte: Israel Electric Corporation (dati al 2009)<br />
(2)<br />
Fonte: Business Atlas 2010<br />
(3)<br />
Fonte: BOI news releases<br />
© 2011 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMG International”),<br />
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Stampato in Italia: novembre 2011