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Investire nelle Rinnovabili Ok - ABI Lab

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ADVISORY<br />

<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong><br />

rinnovabili<br />

Trend, opportunità, prospettive<br />

kpmg.com/it


© 2011 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMG International”),<br />

entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.


Indice<br />

Introduzione<br />

1<br />

Il mercato delle energie rinnovabili in Italia 6<br />

- Il mercato dell’energia in Italia e il peso delle fonti rinnovabili<br />

- La politica energetica nazionale e il quadro normativo di riferimento<br />

2<br />

Gli attori del mercato italiano e le relative performance 36<br />

- Il contesto di riferimento<br />

- Benchmarking degli operatori del settore<br />

3<br />

<strong>Investire</strong> oggi <strong>nelle</strong> rinnovabili: punti di attenzione 56<br />

- L’evoluzione attesa del quadro normativo e i relativi impatti sui rendimenti<br />

- Conclusioni<br />

4<br />

Approfondimenti 69<br />

- Le energie rinnovabili e gli obiettivi di grid parity<br />

a cura di Luca Mazzoni, Amministratore Delegato Protos<br />

- Il Project Financing nel settore delle rinnovabili<br />

a cura di Marco Serifio, Partner KPMG Advisory<br />

- Modelli di strutturazione dei progetti d’investimento nel settore delle<br />

energie rinnovabili alla luce della variabile fiscale<br />

a cura di Stefano Cervo, Partner KStudio Associato<br />

- Le opportunità per gli investitori offerte dal ‘IV Conto Energia’<br />

a cura di Giorgio Saraceno, Senior Manager Protos<br />

- Le attività M&A nel settore rinnovabili in Italia<br />

a cura di Alessandro Zanca, Associate Partner KPMG Advisory<br />

5<br />

Country Focus 93<br />

- Internazionalizzazione <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

a cura di Protos<br />

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Introduzione<br />

Il settore delle energie rinnovabili, costituito da tecnologie per la<br />

generazione di energia elettrica non da fonte fossile e nucleare, quali<br />

eolico, fotovoltaico, bioenergie, geotermoelettrico, mini-idro è caratterizzato<br />

dal non aver ancora conseguito la cosiddetta ‘grid parity ’. Il costo pieno<br />

di generazione dell’energia prodotta, inclusivo della remunerazione del<br />

capitale investito, è dunque ancora significativamente superiore rispetto<br />

alle energie convenzionali e pertanto necessita di un incentivo, determinato<br />

dal Regolatore.<br />

Il settore in particolare coinvolge e determina l’attenzione essenzialmente<br />

di tre categorie di operatori*:<br />

• le società specializzate nello sviluppo e nell’esercizio di impianti<br />

di generazione da fonte rinnovabile, costituite sia da start up che<br />

dall’emanazione di grandi operatori energetici delle fonti convenzionali<br />

• gli investitori finanziari, quali prevalentemente i fondi infrastrutturali,<br />

che vedono nel settore le caratteristiche tipiche di tale tipologia di<br />

investimenti<br />

• gli operatori industriali di settori non energy, che identificano <strong>nelle</strong><br />

fonti rinnovabili una potenziale opportunità di diversificazione dei propri<br />

investimenti.<br />

Si tratta di un settore regolato con ricavi certi a fronte di investimenti iniziali<br />

significativi, ma che nella realtà presenta due ordini di criticità. Intanto,<br />

sono presenti notevoli difficoltà industriali di realizzazione degli investimenti<br />

a causa degli iter autorizzativi complessi e della difficoltà di finanziare<br />

con gli istituti bancari tali opere. A questo, vanno aggiunte le significative<br />

discontinuità normative che si sono verificate (per il fotovoltaico) e<br />

sono tuttora in corso (per l’eolico e le bioenergie). Discontinuità che<br />

non solo hanno portato ad una rilevante riduzione degli incentivi e<br />

pertanto dei rendimenti, ma che hanno anche introdotto il principio del<br />

‘contingentamento della capacità installabile’ in un determinato periodo,<br />

generando notevole incertezza nella programmazione degli investimenti da<br />

parte degli operatori.<br />

A fronte di uno scenario estremamente fluido e della complessità del<br />

settore, esiste un oggettivo bisogno di conoscenza per capire intanto<br />

come si articola oggi il comparto delle rinnovabili in Italia. Questa fotografia<br />

rappresenta una prima base di riferimento necessaria per poter poi<br />

ragionare con elementi fattuali sulle sue prospettive di evoluzione futura.<br />

In particolare, occorre provare a rispondere ad una serie di interrogativi che<br />

hanno carattere ‘esistenziale’ per l’evoluzione del settore; ad esempio:<br />

• qual è oggi il quadro industriale e normativo effettivamente presente nel<br />

settore delle rinnovabile in Italia?<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 5<br />

• quali sono le performance reddituali degli operatori e i fattori critici di<br />

successo?<br />

• quale scenario regolamentare è ragionevole attendersi per i prossimi anni<br />

e con quali impatti per gli operatori?<br />

Lo studio, che elabora e sistematizza un vasto materiale di riferimento, si<br />

propone di dare risposta (almeno parzialmente) a questi temi strategici.<br />

Il primo capitolo è stato redatto con l’intento di costituire elemento<br />

propedeutico alla comprensione delle caratteristiche del settore, ad uso<br />

degli operatori che si avvicinano oggi allo stesso; i capitoli successivi<br />

costituiscono invece gli approfondimenti specialistici.<br />

Riteniamo che in una fase come quella attuale, dove non solo l’Italia, ma<br />

i Governi di tutte le principali economie occidentali si vedono costretti<br />

a perseguire strategie aggressive di risanamento e di tagli alla spesa<br />

pubblica, l’interrogativo se continuare a finanziare o meno lo sviluppo<br />

delle tecnologie green rappresenti un tema di stringente attualità.<br />

Probabilmente, con la nuova fase di austerity ormai alle porte, serviranno<br />

strategie creative per il sostegno allo sviluppo del settore. Di certo le<br />

energie rinnovabili possono rappresentare un ‘motore’ pulito per rilanciare<br />

l’innovazione. Non a caso, sia pure tra luci ed ombre, il settore anche<br />

in Italia ha generato nuove filiere, con start up da imprese industriali,<br />

partnership tra operatori industriali e finanziari, oppure con spin-off derivanti<br />

da player che operano nel settore delle energie tradizionali.<br />

Per un paese come il nostro, privo di fonti combustibili fossili e che<br />

ha deciso di abbandonare il nucleare, lo sviluppo delle rinnovabili, e il<br />

processo di riconversione produttiva che ne consegue, può rappresentare<br />

una grande opportunità ed un possibile driver per rilanciare la crescita<br />

all’insegna di modello di sviluppo più sostenibile.<br />

Gianpaolo Attanasio<br />

Associate Partner, KPMG Advisory<br />

Nota metodologica<br />

* E’ necessario precisare che in tale quadro non devono essere considerati, in quanto non peculiari, o non<br />

direttamente correlati dal punto di vista normativo, di operatività di business e di operatori coinvolti:<br />

• l’’efficienza energetica’, in termini di riduzione dei consumi di energia a parità di unità prodotta, che<br />

vede impegnate in Italia principalmente le Energy Service Company (cosiddette Es.C.O.)<br />

• il protocollo di Kyoto, che si focalizza sulla riduzione delle emissioni inquinanti e riguarda alcuni<br />

settori dell’industria (es. metallurgia, generazione convenzionale, ecc.) e dei trasporti.<br />

Tali temi non sono pertanto stati trattati nel presente studio.<br />

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6 6 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il mercato delle energie<br />

rinnovabili in Italia<br />

a cura dell’Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

Il mercato dell’energia in Italia e il peso<br />

delle fonti rinnovabili<br />

Il bilancio energetico nazionale<br />

Il nostro Paese, come è noto, si caratterizza per un’elevata dipendenza<br />

energetica dall’estero. Le importazioni coprono, infatti, il 97% del fabbisogno<br />

interno lordo di energia.<br />

Tabella 1<br />

Il bilancio energetico nazionale per tipologia di fonte: consumo interno<br />

lordo di energia, Mtep e incidenza %<br />

Bilancio energetico nazionale<br />

2000<br />

Mtep<br />

2000<br />

incidenza %<br />

... 2005<br />

Mtep<br />

... 2009<br />

Mtep<br />

2009<br />

incidenza %<br />

Petrolio 92,0 50% 85,3 73,2 41%<br />

Gas naturale 58,3 31% 71,2 63,9 35%<br />

Combustibili solidi 12,9 7% 17,0 13,1 7%<br />

Energia elettrica importata 9,8 5% 10,8 9,9 6%<br />

<strong>Rinnovabili</strong> * 12,9 7% 13,5 20,2 11%<br />

Consumo interno lordo di energia 185,9 100% 197,8 180,3 100%<br />

Mtep: milioni di tonnellate equivalenti di petrolio<br />

* sono inclusi anche gli impianti idroelettrici di potenza superiore a 1 MW, non considerati rinnovabili<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Ministero dello Sviluppo Economico<br />

Nell’ultimo decennio, l’Italia ha cercato di diversificare le fonti di energia utilizzate,<br />

nel tentativo di riequilibrare lo sbilanciamento energetico verso l’estero e mitigare<br />

il rischio di approvvigionamento che deriva da tale dipendenza.<br />

Le fonti energetiche rinnovabili rappresentano lo strumento più innovativo per<br />

raggiungere una maggiore autonomia energetica, nonostante contribuiscano<br />

ancora in maniera estremamente limitata alla soddisfazione della domanda<br />

energetica nazionale (includendo anche gli impianti idroelettrici di potenza<br />

superiore a 1 MW, non considerati rinnovabili, si raggiunge un’incidenza dell’11%<br />

sul consumo interno lordo di energia), rispetto alle fonti tradizionali.<br />

Limitando l’analisi alla sola produzione interna di energia elettrica, l’Italia<br />

evidenzia, rispetto ai principali paesi europei, l’elevata dipendenza dalla<br />

generazione termoelettrica (77% sulla produzione nazionale totale), l’alta<br />

incidenza del comparto idroelettrico (prevalentemente idroelettrico con potenza<br />

superiore a 1 MW) e l’assenza del nucleare.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 7<br />

Grafico 1<br />

Energia elettrica per fonte: peso % sulla produzione interna totale (2009)<br />

Italia<br />

Produzione: 288 TWh<br />

18%<br />

Germania<br />

Produzione: 593 TWh<br />

4%<br />

2%<br />

2%<br />

1%<br />

<strong>Rinnovabili</strong><br />

5%<br />

23%<br />

77%<br />

66%<br />

1%<br />

6%<br />

<strong>Rinnovabili</strong><br />

7%<br />

Spagna<br />

Produzione: 298 TWh<br />

9%<br />

Media UE-27<br />

Produzione: 390 TWh<br />

2%<br />

18%<br />

18%<br />

2%<br />

4%<br />

<strong>Rinnovabili</strong><br />

6%<br />

74%<br />

59%<br />

12%<br />

2%<br />

<strong>Rinnovabili</strong><br />

14%<br />

74%<br />

Termoelettrico * Idroelettrico ** Nucleare<br />

Eolico Geotermoelettrico Solare ed altro<br />

* il termoelettrico include la combustione della parte biodegradabile dei rifiuti, considerata rinnovabile e<br />

rientrante <strong>nelle</strong> bioenergie<br />

** l’idroelettrico include anche impianti di potenza superiore a 1 MW, non considerati rinnovabili<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Enerdata<br />

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8 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Allo stato attuale, le fonti rinnovabili rappresentano la soluzione meno<br />

problematica per riequilibrare il bilancio energetico del nostro Paese.<br />

L’elevato consenso sociale espresso nei loro confronti contribuisce a tale<br />

convinzione.<br />

Inoltre, la presenza degli incentivi sostiene la profittabilità di questo settore.<br />

Attualmente, le fonti energetiche rinnovabili sono, infatti, economicamente<br />

convenienti, ma non sostenibili, se remunerate solo con i prezzi di mercato<br />

dell’energia elettrica, rispetto a quelle tradizionali convenzionali (termoelettrico).<br />

La grid parity, cioè la parità dei costi di produzione dell’energia da fonti<br />

convenzionali o rinnovabili, non è ancora stata raggiunta e pertanto gli incentivi<br />

sono necessari per consentire la diffusione e la redditività delle fonti rinnovabili.<br />

Il parco di generazione elettrica italiano<br />

Attualmente, il parco di generazione elettrica italiano è costituito da oltre<br />

160.000 impianti, con una potenza efficiente (corrispondente alla massima<br />

potenza possibile di un impianto, misurata in condizioni ottimali) pari a circa 106<br />

GW e una produzione elettrica di oltre 299 TWh (dati 2010).<br />

Tabella 2<br />

Il parco di generazione elettrica italiano<br />

Termoelettrico <strong>Rinnovabili</strong> * Idroelettrico >1 MW Totale<br />

2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010<br />

N° impianti 720 871 1.624 158.893 898 1.002 3.242 160.766<br />

Potenza efficiente (GW) 63 76 4 13 17 17 84 106<br />

Produzione (TWh) 248 222 14 28 35 49 297 299<br />

Produzione (incidenza %) 83% 74% 5% 9% 12% 17% 100% 100%<br />

* le rinnovabili includono l’idroelettrico solo di taglia pari o inferiore a 1 MW<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

Le rinnovabili<br />

rappresentano il 12% del<br />

parco generativo italiano<br />

Nel 2010, la produzione elettrica nazionale proviene per il 74% da impianti<br />

termoelettrici tradizionali, per oltre il 17% da impianti idroelettrici di grandi<br />

dimensioni (superiori a 1 MW) e per il restante 9% da impianti a fonti<br />

rinnovabili.<br />

In particolare, il parco di generazione elettrica è formato da 871 centrali<br />

termoelettriche tradizionali, che utilizzano combustibili fossili, quali il gas<br />

naturale ed il carbone, da più di 1.000 impianti idroelettrici di grandi dimensioni<br />

(superiori a 1 MW) e da quasi 159.000 impianti che producono elettricità<br />

attraverso fonti energetiche rinnovabili; è da sottolineare che circa il 98% degli<br />

impianti rinnovabili è costituito da tecnologia fotovoltaica.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 9<br />

Le fonti rinnovabili<br />

Sono da considerarsi rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che<br />

per loro caratteristica intrinseca hanno una capacità di rigenerazione superiore<br />

al consumo o non sono ‘esauribili’.<br />

Ai fini del presente documento considereremo come impianti rinnovabili<br />

quelli mini-idro (potenza pari o inferiore a 1 MW), eolici, fotovoltaici,<br />

geotermici e da bioenergia (biomasse e biogas) finalizzati alla produzione<br />

di energia elettrica, essendo gli altri possibili utilizzi, quali la produzione di<br />

calore, marginali.<br />

Grafico 2<br />

Evoluzione dell’energia prodotta: TWh, variazione % e CAGR<br />

0,1%<br />

-2,2%<br />

-10%<br />

297<br />

+1%<br />

299<br />

248<br />

222<br />

+15,1%<br />

100%<br />

28<br />

14<br />

35<br />

+7,2%<br />

40%<br />

49<br />

<strong>Rinnovabili</strong><br />

CAGR<br />

Idroelettrico<br />

> 1 MW<br />

Termoelettrico<br />

tradizionale<br />

Totale<br />

Var.%<br />

CAGR: crescita media annua ponderata<br />

2005 2010<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - Le tecnologie da fonte rinnovabile<br />

Idroelettrico<br />

Tecnologia:<br />

Come si articola la<br />

tecnologia:<br />

Trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d’acqua in quota) in energia cinetica, nel<br />

superamento di un dislivello. L’energia cinetica prodotta viene trasformata, attraverso un alternatore accoppiato ad<br />

una turbina, in energia elettrica.<br />

In base alla durata d’invaso (tempo necessario per fornire al serbatoio un volume d’acqua pari alla sua capacità)<br />

distinguiamo l’idroelettrico:<br />

• a serbatoio: con una durata d’invaso stagionale superiore alle 400 ore<br />

• a bacino: una durata d’invaso, settimanale o giornaliera, compresa tra 2 e 400 ore<br />

• ad acqua fluente: senza serbatoi o con un serbatoio con una durata d’invaso entro le 2 ore.<br />

In funzione della potenza efficiente:<br />

• ≤ 1 MW: mini-micro idroelettrico<br />

• > 1 MW: piccolo e grande idroelettrico.<br />

Presenza della tecnologia<br />

(% sulla produzione idroelettrica<br />

nazionale nel 2010):<br />

• a serbatoio: 26%<br />

• a bacino: 31%<br />

• ad acqua fluente: 43%.<br />

• ≤ 1 MW: 4%<br />

• > 1 MW: 96%.<br />

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10 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Negli ultimi cinque anni la<br />

produzione da rinnovabili<br />

è raddoppiata in relazione<br />

ad una potenza installata<br />

più che triplicata<br />

Dal 2005 ad oggi, il parco di generazione elettrica italiano ha sperimentato<br />

una sostanziale stabilità nella produzione elettrica anche a causa della fase<br />

recessiva avviatasi nel 2008. In particolare, la generazione da impianti<br />

rinnovabili ha registrato una crescita negli ultimi cinque anni (CAGR 2005-2010:<br />

+15,1%), mentre quella da fonti tradizionali convenzionali ha sperimentato<br />

un calo complessivo (CAGR 2005-2010: -2,2%) arrestatosi solo nel 2009,<br />

prevalentemente grazie all’attenuazione della recessione economica. La<br />

recente crisi economica, cui ha fatto seguito un calo dei consumi elettrici, è<br />

stata sopportata, in termini di mancata produzione, interamente dagli impianti<br />

termoelettrici tradizionali, dal momento che le fonti rinnovabili beneficiano,<br />

da parte del Gestore della Rete, della cosiddetta ‘priorità di dispacciamento’<br />

(ossia la garanzia di ritiro prioritario) dell’energia così prodotta rispetto a quella<br />

generata dagli impianti convenzionali.<br />

I notevoli tassi di crescita sperimentati dal settore delle rinnovabili,<br />

relativamente a potenza installata (CAGR 2005-2010: +27%) e produzione di<br />

energia, evidenziano un comparto in forte espansione, almeno fino a tutto il<br />

2010, grazie principalmente alla favorevole struttura degli incentivi presente nel<br />

nostro Paese fino a tale data.<br />

Analizzando l’evoluzione della potenza efficiente per le singole tipologie di<br />

fonti rinnovabili è possibile notare come i tassi di crescita più elevati siano stati<br />

registrati, nell’ordine, dal fotovoltaico, dall’eolico e dalle bioenergie.<br />

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - Le tecnologie da fonte rinnovabile<br />

Bioenergie<br />

Definizione<br />

di bioenergia:<br />

Tecnologia:<br />

Come si articola la<br />

tecnologia:<br />

Presenza della tecnologia<br />

(% sulla produzione idroelettrica<br />

nazionale nel 2010):<br />

Qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, non fossile, destinata a fini energetici. Sono<br />

esclusi tutti i combustibili fossili (es. petrolio, carbone, metano).<br />

Le bioenergie rientrano fra le fonti rinnovabili in quanto le emissioni di anidride carbonica (CO 2<br />

) derivanti dalla<br />

loro combustione ai fini di produzione energetica sono pari a quelle assorbite in precedenza come vegetali.<br />

Combustione di bioenergia finalizzata alla produzione di energia elettrica.<br />

Le bioenergie si declinano in funzione della tipologia di combustibile in:<br />

• solide: residui di origine vegetale, agricoli e forestali, o provenienti dai rifiuti (solo la parte biodegradabile<br />

dei rifiuti solidi urbani viene considerata rinnovabile)<br />

• liquide: oli vegetali o risultato della ‘spremitura’ delle colture oleaginose (colza, girasole, soia, palma)<br />

• gassose (biogas): originate dalla trasformazione dei liquami o dalla digestione di colture.<br />

• solide: 45%<br />

• liquide: 33%<br />

• gassose: 22%<br />

Fotovoltaico<br />

Tecnologia:<br />

Come si articola la<br />

tecnologia:<br />

Presenza della tecnologia<br />

(% sulla produzione idroelettrica<br />

nazionale nel 2010):<br />

Trasformazione dell’energia solare in energia elettrica.<br />

Solare termodinamico: un sistema di specchi rotanti, che concentrano la radiazione solare in un ricevitore, per poi<br />

procedere alla generazione di energia tramite un ciclo termodinamico. Tecnologia in fase di consolidamento.<br />

Fotovoltaico: produzione di energia elettrica mediante conversione della radiazione solare, tramite l’effetto<br />

fotovoltaico, possibile grazie alle proprietà fisiche dei materiali semiconduttori (silicio) che, opportunamente trattati,<br />

generano elettricità se colpiti da radiazione luminosa. Si distingue in:<br />

• fotovoltaico tradizionale: celle fotovoltaiche capaci di convertire energia solare in elettrica, collegate ed<br />

incapsulate in un modulo<br />

• fotovoltaico a concentrazione: evoluzione del fotovoltaico tradizionale munito di sistemi ottici che concentrano la<br />

luce solare su celle fotovoltaiche, aumentando l’efficienza dell’effetto fotovoltaico.<br />

• solare termodinamico: 0%<br />

• fotovoltaico: 100%<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 11<br />

Grafico 3<br />

Evoluzione della potenza efficiente per tipologia di fonte rinnovabile: MW,<br />

variazione % e CAGR<br />

+29%<br />

255%<br />

+246%<br />

5.814<br />

+5%<br />

+2%<br />

+14%<br />

97%<br />

2.351<br />

49.471%<br />

3.470<br />

25%<br />

419<br />

523<br />

9%<br />

711<br />

772<br />

1.195<br />

7<br />

1.639<br />

Mini-idroelettrico Geotermoelettrico Bioenergie Fotovoltaico Eolico<br />

CAGR<br />

Var.%<br />

2005 2010<br />

CAGR: crescita media annua ponderata<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

Grafico 4<br />

Evoluzione della potenza efficiente nel fotovoltaico: variazione %<br />

sull’anno precedente<br />

1.200%<br />

1.000%<br />

800%<br />

1.143%<br />

600%<br />

397%<br />

400%<br />

200%<br />

164% 204%<br />

0%<br />

2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

Il trend di sviluppo delle fonti rinnovabili dipende essenzialmente da due fattori:<br />

• la remuneratività dell’incentivo, rispetto ai costi della tecnologia rinnovabile<br />

• la necessità di disporre di siti idonei, che restringe l’applicabilità di eolico e<br />

mini-idro, a fronte dell’assenza di vincoli per il fotovoltaico.<br />

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12 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Nella fattispecie:<br />

• gli incentivi legati al fotovoltaico e contenuti nel meccanismo del Conto<br />

Energia hanno costituito un rilevante fattore di accelerazione dello sviluppo<br />

del parco installato<br />

• mini-idro e geotermoelettrico hanno evidenziato tassi di sviluppo della<br />

potenza efficiente installata molto esigui, in funzione della saturazione dei siti<br />

idonei disponibili nel nostro Paese.<br />

Tabella 3<br />

Tabella 4<br />

Il parco di generazione elettrica nazionale per tipologia di fonte<br />

rinnovabile<br />

Potenza efficiente lorda<br />

2010<br />

GW %<br />

Eolico 5,8 45%<br />

Fotovoltaico 3,5 27%<br />

Bioenergie 2,3 18%<br />

Geotermoelettrico 0,8 6%<br />

Mini-idro 0,5 4%<br />

Totale rinnovabili 12,9 100%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

Produzione lorda<br />

2010<br />

TWh %<br />

Bioenergie 9,4 34%<br />

Eolico 9,1 32%<br />

Geotermoelettrico 5,4 19%<br />

Mini-idro 2,3 8%<br />

Fotovoltaico 1,9 7%<br />

Totale rinnovabili 28,1 100%<br />

Come si evince dalle tabelle sopra riportate, le bioenergie continuano a generare<br />

la quota più rilevante di energia prodotta tramite fonti rinnovabili (34% nel 2010),<br />

nonostante rappresentino il 18% della potenza installata del parco rinnovabili.<br />

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - Le tecnologie da fonte rinnovabile<br />

Eolico<br />

Tecnologia:<br />

Come si articola la<br />

tecnologia:<br />

Conversione dell’energia cinetica in energia elettrica. L’impianto eolico è composto da aerogeneratori, turbine che<br />

trasformano l’energia cinetica del vento in elettrica, disposti in funzione dell’orografia del terreno e della classe di vento.<br />

Gli impianti (aerogeneratori) possono essere suddivisi, in funzione della potenza del singolo aerogeneratore in:<br />

• 1-200 kW: micro-eolico<br />

• 200-800 kW: mini-eolico<br />

• > 800 kW: grande eolico<br />

NB: 1.000 kW = 1 MW<br />

In base al luogo d’installazione:<br />

• on-shore: impianti installati sulla terraferma<br />

• off-shore: installati ad alcune miglia dalla costa marina, per meglio utilizzare la forte esposizione alle correnti<br />

eoliche di tali zone.<br />

Geotermoelettrico<br />

Tecnologia:<br />

Come si articola la<br />

tecnologia:<br />

Presenza della tecnologia<br />

(% sulla produzione idroelettrica<br />

nazionale nel 2010):<br />

Trasformazione dell’energia termica presente nel fluido geotermico (vapore d’acqua oppure miscela di acqua e<br />

calore) in energia elettrica.<br />

In un sistema geotermico l’acqua forma delle falde sotterranee; per effetto del calore contenuto <strong>nelle</strong> rocce l’acqua<br />

si riscalda fino a raggiungere temperature elevate. In queste condizioni il fluido può risalire in superficie secondo due<br />

differenti modalità:<br />

• vie naturali (come sorgenti termali, fumarole e geyser)<br />

• perforazioni meccaniche artificiali (pozzi geotermici).<br />

• Sistemi ad alta entalpia (ad alta temperatura), in cui il fluido geotermico presenta temperature superiori a 150° C<br />

che consentono la produzione di elettricità tramite centrali geotermoelettriche.<br />

• Sistemi ad alta entalpia: 100%.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 13<br />

Tale fenomeno è rappresentato dal cosiddetto ‘load factor’, ovvero dalle ore di<br />

funzionamento che la tecnologia, per unità di potenza installata (1 MW), è in<br />

grado di generare:<br />

• geotermoelettrico: circa 5.500 – 7.000 ore/anno<br />

• bioenergie: circa 5.000 – 6.000 ore/anno<br />

• eolico: circa 1.800 - 2.200 ore/anno<br />

• mini-idro: circa 1.500 – 2.000 ore/anno<br />

• fotovoltaico: circa 1.100 – 1.400 ore/anno<br />

a fronte di un impianto termoelettrico, che può funzionare:<br />

• tecnologia ‘peak-load ’, es. turbogas a ciclo aperto: 1.500 - 2.500 ore/anno<br />

• tecnologia ‘mid-merit ’, es. impianto a gas a ciclo combinato (CCGT): 3.000 –<br />

5.000 ore/anno<br />

• tecnologia ‘base-load ’, es. carbone, nucleare: 6.000 - 7.500 ore/anno.<br />

Grafico 5<br />

Distribuzione macro-regionale della produzione elettrica lorda per<br />

tipologia di fonte rinnovabile: contributo % di ogni macro-Regione in<br />

GWh (2010)<br />

Totale rinnovabili:<br />

1° Italia Meridionale e Insulare, 2° Italia Settentrionale, 3° Italia Centrale<br />

25%<br />

1% 10%<br />

64%<br />

7.463<br />

GWh<br />

Mini-idro:<br />

1° Italia Settentrionale (forte prevalenza della risorsa idrica)<br />

Eolico:<br />

pressochè esclusivamente nell’Italia Meridionale e Insulare<br />

7.014<br />

GWh<br />

4% 1% 6%<br />

77%<br />

12%<br />

Fotovoltaico:<br />

1° Italia Meridionale e Insulare con 775 GWh (grandi centrali FV),<br />

2° Italia Settentrionale con 741 GWh (prevalentemente uso residenziale),<br />

3° Italia Centrale con 390 GWh<br />

Geotermoelettrico:<br />

presente esclusivamente nell’Italia Centrale<br />

1%<br />

Bioenergie:<br />

1° Italia Settentrionale (rilevante disponibilità di scarti agro-forestali),<br />

2° Italia Meridionale e Insulare<br />

13.616<br />

GWh<br />

65%<br />

6%<br />

28%<br />

Totale rinnovabili Mini-idro Eolico<br />

Fotovoltaico Geotermoelettrico Bioenergie<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

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14 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Come si può constatare dal grafico sopra riportato, la distribuzione geografica<br />

del parco di generazione elettrica da fonti rinnovabili non è omogenea sul<br />

territorio nazionale. Nonostante impianti a fonti rinnovabili si trovino ormai<br />

in tutte le Regioni italiane, la diversa distribuzione di risorse naturali e la<br />

conformazione del territorio fanno si che alcune fonti rinnovabili si concentrino<br />

in alcune Regioni.<br />

Sullo sviluppo geografico disomogeneo delle fonti rinnovabili possono influire<br />

anche differenti iter autorizzativi e incertezze legati ai tempi e alle modalità di<br />

connessione alla rete.<br />

Tabella 5<br />

La produzione lorda di energia elettrica per Regione e per fonte<br />

rinnovabile in GWh: ordinamento per Regione in base alla produzione<br />

lorda totale (2010)<br />

Regione Mini-idro Eolico Fotovoltaico Geotermoelettrico Bioenergie Produzione da<br />

rinnovabili totale<br />

Quota su totale<br />

rinnovabili Italia %<br />

Toscana 83 76 80 5.376 378 5.993 21,3%<br />

Puglia 2 2.103 412 1.298 3.816 13,6%<br />

Sicilia 0,2 2.203 97 150 2.451 8,7%<br />

Lombardia 313 190 1.903 2.405 8,6%<br />

Campania 17 1.333 46 827 2.223 7,9%<br />

Emilia Romagna 65 25 153 1.580 1.823 6,5%<br />

Sardegna 1.036 74 570 1.680 6,0%<br />

Calabria 14 953 46 583 1.597 5,7%<br />

Piemonte 517 22 121 450 1.110 3,9%<br />

Veneto 248 2 129 367 746 2,7%<br />

Molise 29 532 13 138 712 2,5%<br />

Trentino Alto Adige 452 2 92 138 684 2,4%<br />

Basilicata 14 458 46 162 680 2,4%<br />

Lazio 34 15 152 318 520 1,8%<br />

Abruzzo 48 329 40 40 457 1,6%<br />

Friuli Venezia Giulia 161 44 241 446 1,6%<br />

Marche 132 104 85 321 1,1%<br />

Liguria 45 35 11 114 204 0,7%<br />

Umbria 32 2 54 92 180 0,6%<br />

Valle d’Aosta 39 2 6 47 0,2%<br />

Italia 2.245 9.126 1.906 5.376 9.440 28.093 100,0%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna<br />

La prima Regione italiana in termini di produzione elettrica da rinnovabili, è la<br />

Toscana, trainata dal load factor del geotermoelettrico. Seguono la Puglia e<br />

la Sicilia, con un’elevata produzione dall’eolico, e la Lombardia con una forte<br />

incidenza <strong>nelle</strong> bioenergie.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 15<br />

Uno sviluppo a metà, tra sostegno pubblico e ricerca della<br />

grid parity<br />

Per riequilibrare l’elevata dipendenza energetica dall’estero e il conseguente<br />

rischio di approvvigionamento, l’Italia, negli ultimi anni, ha cercato di<br />

diversificare le fonti energetiche utilizzate.<br />

In questo contesto, le fonti rinnovabili rappresentano una delle soluzioni per<br />

riequilibrare il bilancio energetico italiano, anche grazie ad un elevato consenso<br />

sociale e alla conformità con le direttive comunitarie.<br />

Sostenuti da un sistema di incentivi molto favorevole, gli impianti rinnovabili<br />

sono stati interessati da un forte sviluppo nel quinquennio 2005-2010, che ha<br />

favorito in particolare comparti come il fotovoltaico e l’eolico. Altre fonti, come<br />

il mini-idro e il geotermoelettrico, hanno evidenziato livelli di sviluppo molto più<br />

contenuti in relazione alla limitata disponibilità di siti idonei alla loro installazione.<br />

Le rinnovabili non hanno ancora conseguito la grid parity e pertanto<br />

in questa fase gli incentivi rimangono determinanti per lo sviluppo del<br />

settore.<br />

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16 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

La politica energetica nazionale e il<br />

quadro normativo di riferimento<br />

Le politiche per l’energia e l’ambiente<br />

L’Italia ha assunto<br />

l’impegno di raggiungere,<br />

entro il 2020, la copertura<br />

del 17% dei consumi<br />

di energia mediante<br />

impiego delle rinnovabili<br />

Il dibattito mondiale sviluppatosi nel corso dell’ultimo decennio (dal Protocollo<br />

di Kyoto in poi) intorno a materie quali il clima e l’ambiente, la stabilità degli<br />

approvvigionamenti e la sicurezza energetica, ha avuto ripercussioni nell’ambito<br />

dell’Unione Europea, favorendo la definizione di una politica integrata per<br />

l’energia e l’ambiente.<br />

Nel 2009 la Commissione Europea ha approvato il cosiddetto ‘Pacchetto<br />

Clima-Energia 20/20/20’ (o Green Package), contenente le misure di politica<br />

energetica e ambientale finalizzate a raggiungere contestualmente, nel 2020,<br />

la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, la promozione dell’efficienza<br />

energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.<br />

Rispetto a quest’ultimo tema, la Direttiva 2009/28/CE, nel porre l’obiettivo<br />

del 20% di fonti rinnovabili sui consumi energetici (1) entro il 2020, ha ripartito<br />

l’onere tra gli Stati membri, attribuendo precisi obiettivi nazionali vincolanti.<br />

All’Italia è stato assegnato l’obiettivo del raggiungimento nel 2020 di<br />

una quota di energia da fonti rinnovabili del 17% (si veda la scheda di<br />

approfondimento). La Direttiva ha inoltre previsto che, sempre al 2020, in<br />

ciascuno Stato sia assicurata una quota di copertura dei consumi nel settore<br />

trasporti mediante energie da fonti rinnovabili pari al 10%.<br />

L’Italia ha recepito mediante il Decreto Legislativo 28 del 3 marzo 2011 la<br />

Direttiva 2009/28/CE riguardante la promozione dell’uso dell’energia da fonti<br />

rinnovabili; il Decreto, oltre ad accogliere in via definitiva gli obiettivi nazionali<br />

previsti per il 2020 (17% del consumo finale lordo di energia e 10% dei<br />

consumi nel settore trasporti mediante impiego di fonti rinnovabili) e a far propri<br />

alcuni degli indirizzi e delle azioni previste nel Piano di Azione Nazionale (PAN),<br />

ha inoltre stabilito:<br />

• il termine della fine di giugno 2011 per la definizione e la quantificazione del<br />

burden sharing territoriale, già ribadito nel PAN Fonti <strong>Rinnovabili</strong> (allo stato<br />

attuale non è stato ancora emanato alcun provvedimento specifico);<br />

• una revisione dei meccanismi incentivanti per la produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili (in particolare Certificati Verdi e incentivi per il<br />

fotovoltaico) ed un loro allineamento allo scopo di promuovere un’uniformità<br />

di applicazione tra le diverse fonti;<br />

• le linee guida per la semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti<br />

alimentati da fonti rinnovabili, che dovranno poi trovare applicazione in altrettanti<br />

provvedimenti legislativi (es. Decreto Interministeriale del 5 maggio 2011).<br />

(1)<br />

definiti come “..i prodotti energetici forniti a scopi energetici all’industria, ai trasporti, al terziario, al residenziale in termini di consumo di<br />

elettricità e di calore, incluse le perdite di elettricità e di calore con la distribuzione e la trasmissione di energia..”.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 17<br />

<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 17<br />

Gli obiettivi quantitativi per le energie rinnovabili in Italia:<br />

il ‘Pacchetto 17/20/20’<br />

In linea con quanto disposto dalla Direttiva 2009/28/CE, l’Italia ha assunto l’impegno di raggiungere, entro il 2020, la copertura<br />

del 17% dei consumi finali lordi di energia mediante l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili. La Direttiva ha inoltre<br />

previsto l’obiettivo della copertura del 10% dei consumi nel settore trasporti mediante impiego di fonti rinnovabili.<br />

Tenendo conto delle potenzialità interne di utilizzo delle fonti rinnovabili, il Piano di Azione Nazionale per le Energie <strong>Rinnovabili</strong><br />

(PAN FER) ha tradotto gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva comunitaria in altrettanti obiettivi quantitativi riguardanti i tre settori di<br />

intervento (elettricità, calore e trasporti).<br />

Consumi finali lordi da fonti rinnovabili e obiettivi al 2020<br />

Quadro<br />

Complessivo<br />

Elettricità<br />

Calore<br />

Trasporti<br />

Trasferimenti da altri Stati<br />

Totale<br />

Trasporti ai fini dell’obt.10%<br />

Consumi<br />

da FER<br />

Mtep<br />

2008<br />

Consumi<br />

finali lordi<br />

Mtep<br />

FER/<br />

Consumi<br />

%<br />

5,2 30,4 17,0%<br />

3,2 58,5 5,5%<br />

0,7 42,6 1,7%<br />

- - -<br />

9,1 131,6 6,9%<br />

0,9 37,7 2,4%<br />

Consumi<br />

da FER<br />

Mtep<br />

2020<br />

Consumi<br />

finali lordi<br />

Mtep<br />

FER/<br />

Consumi<br />

%<br />

8,5 32,2 26,4%<br />

10,5 61,2 17,1%<br />

2,5 39,6 6,4%<br />

1,1 - -<br />

22,6 133,0 17,0%<br />

3,4 34,0 10,1%<br />

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico<br />

In sintesi, il PAN FER prevede di:<br />

• stabilizzare i consumi finali complessivi di energia primaria a 133 Mtep, grazie anche alla contestuale promozione di nuovi<br />

interventi di efficienza energetica finalizzati a ridurre i consumi finali di circa l’8,7%, rispetto ai consumi di energia primaria<br />

al 2020 previsti pari a 146,6 Mtep<br />

• aumentare il consumo finale di energia derivante da fonti rinnovabili fino a 22,6 Mtep, con un incremento previsto di circa<br />

il 148% rispetto ai consumi registrati nel 2008 (9,1 Mtep) che dovrebbe essere così distribuito:<br />

- 8,5 Mtep in termini di energia elettrica da fonti rinnovabili<br />

- 10,5 Mtep in termini di calore da fonti rinnovabili<br />

- 2,5 Mtep in termini di biocarburanti<br />

- 1,1 Mtep sfruttando il trasferimento da altri Stati dell’Unione Europea.<br />

Gli obiettivi al 2020 per i consumi finali lordi di energia elettrica<br />

Elettricità<br />

Idroelettrica<br />

Geotermica<br />

Fotovoltaica<br />

Eolica<br />

Bioenergie<br />

Totale<br />

Consumo finale<br />

lordo FER<br />

(Mtep)<br />

2020<br />

Peso FER su<br />

consumi<br />

finali lordi<br />

%<br />

3,6 11,2%<br />

0,6 1,8%<br />

1,0 3,0%<br />

1,7 5,3%<br />

1,6 5,0%<br />

8,5 26,4%<br />

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico<br />

Rispetto a ciascun settore di intervento, il Piano declina gli obiettivi indicativi e non vincolanti per le diverse tipologie di<br />

fonti rinnovabili. In particolare, con riferimento alla produzione di energia elettrica gli incrementi più marcati nell’uso di fonti<br />

alternative sono previsti rispetto ai consumi elettrici da fonte eolica e solare (soprattutto fotovoltaica).<br />

FER = fonte di energia rinnovabile<br />

Mtep = milioni di TEP tonnellata equivalente di petrolio: rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo (pari a circa<br />

42 miliardi di joule) ed equivale a 5,348 MWh.<br />

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18 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il Piano di Azione Nazionale per le Energie <strong>Rinnovabili</strong><br />

(PAN FER)<br />

Il documento, oltre ad individuare azioni ed obiettivi quantitativi <strong>nelle</strong><br />

diverse aree di intervento (energia elettrica, riscaldamento/raffrescamento e<br />

trasporti) specifici per ciascuna tecnologia ed applicazione (si veda la scheda<br />

di approfondimento), prevede la condivisione dei target nazionali con le<br />

Regioni attraverso la definizione di un burden sharing territoriale che favorisca<br />

l’armonizzazione dei vari livelli di programmazione pubblica, delle legislazioni di<br />

settore e delle attività di autorizzazione degli impianti e delle infrastrutture.<br />

Le Regioni, che a seguito del riassetto di competenze sono diventate tra le<br />

principali responsabili delle politiche energetiche nel nostro Paese, hanno<br />

sviluppato, attraverso i Piani Energetici Regionali (PER), una programmazione<br />

degli interventi in campo energetico rivolti, tra l’altro, allo sviluppo e<br />

all’incentivazione delle fonti rinnovabili nei rispettivi territori.<br />

Tabella 6<br />

Piani Energetici Regionali e Provinciali<br />

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

V.d’Aosta<br />

Liguria<br />

Piemonte<br />

Umbria<br />

Marche<br />

Calabria<br />

Veneto<br />

Molise<br />

Sardegna*<br />

Friuli V.G.<br />

E.Romagna<br />

Puglia<br />

Toscana<br />

Lazio*<br />

Lombardia*<br />

Sicilia<br />

Abruzzo<br />

Campania<br />

P.A.Trento*<br />

Basilicata*<br />

* ultimi aggiornamenti approvati dei Piani<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su informazioni regionali<br />

Dal 2000 ad oggi il PER è stato approvato in tutte le Regioni italiane. La<br />

Provincia autonoma di Bolzano ha adottato un Piano Energetico Provinciale già<br />

nel 1997.<br />

Nonostante la mancanza di un modello comune di riferimento e di un<br />

coordinamento da parte dello Stato nella loro redazione, i PER forniscono una<br />

significativa valutazione del potenziale sfruttabile per la produzione di energia<br />

da fonti rinnovabili nei rispettivi territori e del relativo impatto ambientale ed<br />

economico, e rappresentano uno strumento per la costruzione di uno scenario<br />

coerente con la Strategia Energetica Nazionale e con il burden sharing previsto<br />

dal PAN FER.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 19<br />

Gli strumenti del Legislatore per promuovere<br />

e regolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili<br />

In Italia il quadro normativo riguardante il settore delle rinnovabili si sviluppa lungo<br />

le seguenti direttrici principali:<br />

• un’articolata struttura di incentivi, distinti per tecnologia e taglia dimensionale<br />

dell’impianto<br />

• un complesso e stratificato assetto autorizzativo, anch’esso articolato in<br />

relazione alla taglia dimensionale e alla Regione di ubicazione del sito.<br />

La struttura degli incentivi per gli impianti da fonte<br />

rinnovabile<br />

Il rapido sviluppo delle rinnovabili è stato favorito nei principali Paesi europei da<br />

rilevanti programmi di sostegno volti a rendere profittevoli gli investimenti, la cui<br />

struttura può essere ricondotta ad una delle seguenti categorie:<br />

• regimi di mercato (metodi di quantità), quali ad esempio i Certificati Verdi<br />

• regimi amministrati (metodi di prezzo), quali Feed-In Tariff (FIT, come la Tariffa<br />

Omnicomprensiva), Feed-In Premium (FIP, quale incentivo addizionale rispetto<br />

alla remunerazione dell’energia elettrica venduta a prezzi di mercato), gli<br />

incentivi in conto capitale, gli incentivi fiscali.<br />

L’Italia ha adottato meccanismi di incentivazione di entrambe le categorie, come<br />

illustrato di seguito.<br />

Tabella 7<br />

Le modalità di incentivazione connesse all’obiettivo di politica energetica di<br />

generazione di energia da fonti rinnovabili<br />

Soggetti<br />

destinatari<br />

Produttori<br />

di energia<br />

da fonti<br />

rinnovabili<br />

Modalità<br />

d’incentivazione<br />

CIP 6<br />

Certificati Verdi<br />

Entrata in vigore Fonte rinnovabile<br />

di applicazione<br />

Dal 1992 al 1999;<br />

non applicabile ai<br />

nuovi impianti<br />

Dal 1999; in fase<br />

di superamento<br />

con meccanismo<br />

di feed-in tariff +<br />

quote di installato<br />

contingentate<br />

Tutte le fonti, incluse<br />

alcune convenzionali<br />

‘ad alta efficienza’<br />

Tutte le fonti ad<br />

eccezione del<br />

fotovoltaico<br />

IV Conto Energia Dal 5/5/2011 Fotovoltaico<br />

Tutte le fonti<br />

(fotovoltaico escluso)<br />

Tariffa<br />

Omnicomprensiva Dal 1/1/2008 con potenza fino ad<br />

1 MW (200 kW per<br />

l’eolico)<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su normativa nazionale<br />

Durata incentivo<br />

Fino a 15 anni<br />

di cui i primi 8 anni con incentivo<br />

addizionale<br />

15 anni<br />

per impianti che entreranno in esercizio<br />

entro il 31/12/2012<br />

Normativa ancora in fase di definizione<br />

per gli impianti che entreranno in esercizio<br />

dopo il 2012<br />

20 anni<br />

per impianti che entreranno in esercizio<br />

entro il 31/12/2016; quote di installato<br />

contingentate per gli impianti in esercizio<br />

dal 1/9/2011<br />

Per gli impianti in esercizio dopo il 2016,<br />

normativa ancora in fase di definizione<br />

15 anni<br />

per impianti che entreranno in esercizio<br />

entro il 31/12/2012<br />

Ricavi totali per il<br />

produttore<br />

Assimilabile ad una Tariffa<br />

Omnicomprensiva<br />

Vendita di energia elettrica<br />

a prezzi di mercato<br />

+ incentivo di valore<br />

variabile<br />

(valore determinato in<br />

base al prezzo sul mercato<br />

dei CV)<br />

Vendita di energia elettrica<br />

a prezzi di mercato o a<br />

valore predeterminato<br />

(a scelta del produttore)<br />

+ incentivo di valore<br />

predefinito<br />

Vendita di energia<br />

elettrica ad un prezzo<br />

omnicomprensivo che già<br />

include l’incentivo<br />

Si rimanda alle schede di approfondimento dedicate per una descrizione dei<br />

diversi sistemi di incentivazione e della compatibilità dei vari meccanismi.<br />

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20 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Compatibilità tra i diversi meccanismi di incentivazione<br />

Anche se una singola fonte o tecnologia può optare tra più sistemi di incentivazione, i diversi meccanismi non<br />

sono tra loro cumulabili:<br />

• il Conto Energia è applicabile esclusivamente al fotovoltaico e, quindi, esclude la possibilità di accedere alla Tariffa<br />

Omnicomprensiva e ai Certificati Verdi<br />

• rispetto a tutte le altre fonti, la Tariffa Omnicomprensiva non è compatibile con i Certificati Verdi: una taglia ridotta<br />

dell’impianto definisce la possibilità di accedere in via alternativa al regime della Tariffa Omnicomprensiva rispetto a<br />

quello del Certificato Verde.<br />

Schema riassuntivo dei sistemi di incentivazione<br />

Fonte rinnovabile<br />

Fotovoltaica<br />

Dimensione impianto<br />

(NB: 1.000 kW = 1 MW)<br />

fotovoltaico > 1 kW<br />

fotovoltaico integrato da 1 kW a 5.000 kW<br />

a concentrazione da 1 kW a 5.000 kW<br />

Sistema di incentivazione<br />

Tariffa Omnic. Certificati Verdi Conto Energia<br />

Elettricità da bioenergie<br />

Cogenerazione da<br />

bioenergie<br />

Eolica<br />

Idroelettrica<br />

Geotermia<br />

Mareomotrice e moto<br />

ondoso<br />

termodinamico<br />

fino a 1.000 kW * *<br />

oltre 1.000 kW<br />

fino a 1.000 kW * *<br />

oltre 1.000 kW<br />

fino a 200 kW (micro/mini eolico) * *<br />

oltre 200 kW<br />

offshore<br />

fino a 1.000 kW (micro/mini idro) * *<br />

oltre 1.000 kW<br />

fino a 1.000 kW * *<br />

oltre 1.000 kW<br />

fino a 1.000 kW * *<br />

oltre 1.000 kW<br />

* per impianti con potenza nominale inferiore a 1.000 kW (200 kW per l’eolico) è possibile optare, su richiesta, per la TO<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su normativa nazionale<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 21<br />

I costi attesi dal sistema per il raggiungimento degli<br />

obiettivi al 2020<br />

I sistemi di incentivazione sin qui descritti rappresentano un fattore rilevante<br />

che ha garantito fino ad ora la crescita delle rinnovabili in Italia. Sono emerse<br />

in tempi recenti fondate preoccupazioni in merito alla sostenibilità economica,<br />

nel medio termine, degli attuali meccanismi di incentivazione posti a carico dei<br />

consumatori.<br />

Tabella 8<br />

Il costo degli strumenti di incentivazione dell’energia elettrica<br />

prodotta da fonti rinnovabili<br />

Regimi di<br />

incentivazione<br />

CIP 6 (solo rinnovabili)<br />

Certificati Verdi<br />

Tariffa Fissa Omnicomprensiva<br />

Conto Energia fotovoltaico<br />

2008<br />

Energia Costo<br />

TWh Euro mln<br />

7,8 948<br />

10,5 615<br />

0,2 36<br />

0,2 110<br />

2009<br />

Energia Costo<br />

TWh Euro mln<br />

6,9 810<br />

17,4 1.296<br />

0,7 112<br />

0,7 303<br />

2010<br />

Energia Costo<br />

TWh Euro mln<br />

6,3 780<br />

21,2 1.580<br />

1,2 212<br />

2,0 826<br />

2011 *<br />

Energia Costo<br />

TWh Euro mln<br />

5,2 520<br />

24,0 2.100<br />

1,5 270<br />

10,0 3.500<br />

Totale<br />

di cui in A3<br />

18,7 1.709<br />

1.109<br />

25,7 2.521<br />

1.872<br />

30,7 3.398<br />

2.758<br />

40,7 6.390<br />

5.690<br />

* stima<br />

Fonte: Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas<br />

Come emerge dalla tabella sopra riportata, infatti, il costo complessivo per<br />

l’incentivazione delle sole fonti rinnovabili (escluse cioè le fonti assimilate,<br />

nonché gli ulteriori sistemi incentivanti previsti per il conseguimento degli<br />

obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti) nel 2010<br />

ha raggiunto 3,4 miliardi di Euro e si prevede superi i 6 miliardi di Euro alla fine<br />

del 2011; di questi, ben l’80% è stato posto a carico della componente A3<br />

della bolletta elettrica ed è pertanto pagato dai consumatori finali.<br />

Il costo degli incentivi a<br />

carico del Sistema Paese<br />

per il sostegno<br />

delle rinnovabili supererà,<br />

a fine 2011,<br />

6 miliardi di Euro<br />

Nello specifico:<br />

• gli oneri derivanti dai Certificati Verdi nel 2010 sono più che raddoppiati<br />

rispetto al valore registrato nel 2008. Il costo complessivo di questo sistema<br />

di incentivazione dovrebbe raggiungere nel 2011 circa 2,1 miliardi di Euro, in<br />

aumento del 33% rispetto al 2010<br />

• sebbene in valore assoluto l’onere relativo sia stato inferiore a quello<br />

registrato per i Certificati Verdi, l’incremento più significativo è stato raggiunto<br />

dal Conto Energia per il fotovoltaico, che nel 2010, a fronte di un raddoppio<br />

del numero degli impianti entrati in esercizio rispetto all’anno precedente,<br />

è quasi triplicato rispetto agli oneri del 2009, superando 800 milioni di Euro<br />

(ben +650% sul 2008). In considerazione dell’ulteriore incremento del parco<br />

generativo da fonte solare nel 2011, concentratosi in particolare nella prima<br />

metà dell’anno sull’onda delle attese di modifica del meccanismo del Conto<br />

Energia, gli oneri di tale forma di incentivazione sono previsti in ulteriore<br />

aumento (oltre il 300% di crescita sul 2010).<br />

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22 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Gli incentivi hanno accelerato lo sviluppo del settore, ma<br />

rappresentano un sistema non sostenibile<br />

Il favorevole livello di incentivazione, rispetto ai costi delle tecnologie<br />

rinnovabili, ha favorito una forte crescita della potenza installata da energie<br />

alternative, che è raddoppiata negli ultimi quattro anni, a fronte di una spesa<br />

per incentivi per il Sistema Paese che è quasi quadruplicata. Sebbene tale<br />

sistema d’incentivazione abbia contribuito ad accelerare lo sviluppo del parco<br />

generativo da fonti rinnovabili in ottica del conseguimento degli obiettivi imposti<br />

dall’Unione Europea, sono però emerse alcune criticità:<br />

• un parco installato, in particolare per il fotovoltaico, non ottimizzato rispetto<br />

alle tecnologie ed ai relativi costi di capitale installato inferiori, attesi nei<br />

prossimi anni, per la realizzazione degli impianti, con conseguente maggiore<br />

livello di spesa per TWh di energia rinnovabile prodotta<br />

• un livello di spesa, per finanziare la struttura di incentivi, in forte crescita e<br />

probabilmente non sostenibile nel medio termine nell’ambito di politiche di<br />

contenimento della spesa pubblica.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 23<br />

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO - I sistemi di incentivazione<br />

Il provvedimento CIP n. 6/92<br />

Il provvedimento CIP n. 6/92 ha costituito, all’inizio degli anni<br />

’90, il primo rilevante intervento di incentivazione delle fonti<br />

rinnovabili nel nostro Paese, la cui caratteristica peculiare è<br />

consistita nella sua applicazione anche alle cosiddette fonti<br />

‘assimilate’, ovvero a fonti energetiche convenzionali definite<br />

all’epoca ‘ad alta efficienza’, quali impianti a ciclo combinato<br />

gas con cogenerazione di vapore e impianti di generazione di<br />

energia elettrica con gli scarti della raffinazione petrolifera.<br />

Ambito di applicazione e riferimenti<br />

normativi<br />

Il meccanismo di cui al provvedimento CIP n. 6/1992,<br />

emesso a fronte della Legge 9 del 1991, prevedeva la<br />

valorizzazione dell’energia elettrica prodotta da impianti<br />

alimentati da fonti rinnovabili e assimilate (cogenerazione,<br />

termovalorizzazione, ecc.) e la cessione dell’energia prodotta<br />

(inizialmente ad Enel, ai tempi monopolista e gestore della<br />

rete, poi al GSE) attraverso la determinazione di prezzi di<br />

cessione incentivanti, rivisti periodicamente, stabiliti dal<br />

Comitato Interministeriale Prezzi (CIP).<br />

Il Decreto Ministeriale 24 gennaio 1997 ha sospeso la<br />

procedura di ammissione agli incentivi, nonché le iniziative<br />

finalizzate alla stipula delle convenzioni di cessione di energia<br />

con Enel. La Legge 99/2009 ha inoltre promosso meccanismi<br />

di risoluzione volontaria e anticipata delle convenzioni CIP 6<br />

riguardanti impianti alimentati da combustibili di processo<br />

o residui o recuperi di energia (es. gassificazione tar, gas<br />

siderurgici, ecc.) e assimilati alimentati da combustibili fossili<br />

(per esempio gas naturale); il meccanismo di risoluzione<br />

consiste nell’anticipare ai produttori CIP 6 tutti i futuri ricavi<br />

derivanti dalla vendita di energia.<br />

Meccanismo dell’incentivo e durata<br />

Gli impianti ammessi <strong>nelle</strong> graduatorie CIP 6 beneficiavano<br />

degli incentivi fino al termine della scadenza delle relative<br />

convenzioni (la cui durata massima era di 15 anni),<br />

percependo una tariffa inclusiva di:<br />

• una remunerazione per l’energia elettrica ceduta, che<br />

corrispondeva sostanzialmente ai costi evitati ad Enel per<br />

la realizzazione, l’esercizio (incluso il relativo combustibile)<br />

e la manutenzione di nuovi impianti alimentati da fonti<br />

tradizionali<br />

Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />

L’onere complessivo derivante da questo sistema<br />

incentivante è stato principalmente determinato dalla<br />

differenza tra i costi sostenuti dal GSE per il ritiro<br />

dell’energia elettrica CIP 6 secondo le modalità previste dal<br />

provvedimento e i ricavi ottenuti dal GSE per la rivendita della<br />

stessa energia sul mercato tramite meccanismo di asta, ad<br />

un prezzo inferiore al livello di mercato. La copertura di tale<br />

costo è stata posta a carico dei clienti del settore elettrico,<br />

essendo addebitato direttamente alla componente tariffaria<br />

A3 della bolletta dei consumatori finali. Nel 2010 tali oneri<br />

hanno raggiunto 1,7 miliardi di Euro, dei quali 780 milioni di<br />

Euro per le sole fonti rinnovabili.<br />

Criticità<br />

L’aggiornamento periodico dei prezzi di cessione da parte<br />

del CIP ha, di fatto, rispecchiato quasi esclusivamente le<br />

variazioni del tasso di inflazione e del costo del gas naturale<br />

(il combustibile ‘evitato’ da Enel); non sono invece stati<br />

applicati aggiornamenti e revisioni che tenessero conto<br />

dell’evoluzione tecnologica e consentissero quindi una<br />

differenziazione dei valori di incentivazione in relazione al<br />

momento in cui l’impianto incentivato entrava in esercizio.<br />

Tale situazione ha comportato, soprattutto nel caso di<br />

impianti entrati in esercizio alcuni anni dopo il 1992, la<br />

presenza di valori unitari degli incentivi eccessivi rispetto<br />

all’effettivo costo della tecnologia.<br />

Possibile evoluzione<br />

Negli anni a venire questi costi netti a carico dei clienti<br />

del settore elettrico, alla luce dei soli impianti attualmente<br />

oggetto dell’incentivazione, sono destinati ad esaurirsi<br />

progressivamente con lo scadere delle convenzioni, anche<br />

per effetto dell’applicazione della Legge 99/2009 in materia<br />

di risoluzione anticipata delle convenzioni CIP 6 in essere.<br />

E’ comunque ancora possibile l’entrata in esercizio di<br />

impianti alimentati a rifiuti (da realizzarsi, appunto, nell’ambito<br />

dell’emergenza rifiuti), ammessi a godere, anche da leggi<br />

recenti, dell’incentivazione CIP 6.<br />

• un’ulteriore componente incentivante specifica per<br />

tecnologia impiegata (erogata per i primi otto anni di<br />

esercizio dell’impianto).<br />

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24 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

I Certificati Verdi (CV)<br />

Ambito di applicazione e riferimenti<br />

normativi<br />

Il Decreto Legislativo 79/1999 ha introdotto l’obbligo, a<br />

carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica<br />

da fonti tradizionali, di immettere annualmente nel sistema<br />

elettrico nazionale una quota minima di energia prodotta da<br />

impianti alimentati da fonti rinnovabili. Questa quota minima,<br />

inizialmente fissata al 2% dell’energia non rinnovabile<br />

prodotta o importata nell’anno precedente eccedente<br />

i 100 GWh (al netto di cogenerazione, autoconsumi ed<br />

esportazioni), ha subito incrementi annui stabiliti per Legge<br />

(D.Lgs. 387/2003, L. 244/2007), e nel 2012 raggiungerà il<br />

7,55%.<br />

Produttori ed importatori possono adempiere a tale obbligo<br />

immettendo in rete energia elettrica prodotta da impianti<br />

qualificati ‘IAFR’ (impianti di generazione elettrica alimentati<br />

da fonti rinnovabili) di loro proprietà oppure, qualora non<br />

fossero in grado di soddisfare in toto o in parte tale obbligo,<br />

acquistando da altri produttori da fonti rinnovabili titoli (i<br />

Certificati Verdi) comprovanti la produzione di energia ‘verde’<br />

equivalente.<br />

Meccanismo dell’incentivo e durata<br />

I Certificati Verdi (CV) sono titoli rilasciati dal GSE ed<br />

attestano la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, con<br />

l’esclusione del fotovoltaico, mediante impianti entrati in<br />

esercizio dopo il 1° aprile 1999. Il numero di CV rilasciati varia<br />

in base a coefficienti moltiplicativi differenziati per fonte. Il<br />

meccanismo rappresenta un incentivo in quanto si crea un<br />

mercato tra i produttori da fonti rinnovabili, che dispongono<br />

dei CV, e i generatori da fonte rinnovabile che annualmente<br />

devono ottemperare al proprio obbligo. I CV sono scambiabili<br />

attraverso contratti bilaterali o tramite contrattazione<br />

all’apposita Borsa, istituita presso il Gestore dei Mercati<br />

Energetici, ad un prezzo determinato dall’equilibrio domandaofferta;<br />

per i CV invenduti è previsto il ritiro a prezzo<br />

determinato da parte del GSE.<br />

I CV hanno validità triennale dal momento della produzione<br />

della relativa energia rinnovabile; sono rilasciati per i primi<br />

15 anni di funzionamento degli impianti (per quelli entrati<br />

in esercizio dopo il 31 dicembre 2007; 12 anni per impianti<br />

entrati in esercizio in precedenza) ed aventi una potenza<br />

media nominale superiore a 1 MW; per impianti di potenza<br />

inferiore, invece, è possibile optare, su richiesta, per la Tariffa<br />

Omnicomprensiva (si veda il relativo approfondimento).<br />

Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />

L’onere complessivo di tale programma di incentivazione è<br />

costituito da due componenti:<br />

• i costi che i soggetti obbligati all’acquisto dei CV (i generatori<br />

convenzionali) sostengono per l’adempimento all’obbligo<br />

stesso. Tale onere è posto indirettamente a carico dei clienti<br />

finali nei prezzi dell’energia elettrica offerti dai generatori<br />

convenzionali, anche se non è espressamente coperto da<br />

una specifica voce della tariffa elettrica;<br />

• la seconda componente deriva dall’obbligo di ritiro, in capo<br />

al GSE, dei CV invenduti (L. 244/07 e D.M. 18/12/2008); il<br />

relativo costo è posto a carico della componente tariffaria<br />

A3 (e pertanto sostenuto dai consumatori finali del settore<br />

elettrico).<br />

Criticità<br />

Nel 2009, a fronte dell’emissione di CV per oltre 17 TWh,<br />

la domanda obbligatoria di tali titoli è stata di circa 8,5 TWh;<br />

nel 2010 l’energia elettrica incentivata con i CV è cresciuta a<br />

circa 21,2 TWh. Da tali dati si può notare l’entità dell’eccesso<br />

d’offerta; tale sovra-produzione è prevista in aumento nei<br />

prossimi anni e solo per il 2010 ha determinato un costo<br />

per il GSE, da ritiro dei CV invenduti, pari a circa 640 milioni<br />

di Euro, finanziati dalla componente A3 della bolletta dei<br />

consumatori finali.<br />

Possibile evoluzione<br />

Il costo crescente per il Sistema Paese ha prodotto il D.Lgs.<br />

28/11, che dispone le tappe per la progressiva eliminazione<br />

del meccanismo dei CV. Gli impianti che entreranno<br />

in esercizio dopo il 31 dicembre 2012 non saranno più<br />

incentivati attraverso i CV, bensì secondo nuovi regimi di<br />

sostegno, che prevedono:<br />

• la progressiva scomparsa, attraverso una riduzione graduale<br />

in tre anni, delle quote dell’obbligo a carico dei produttori da<br />

fonti non rinnovabili, che si azzereranno nel 2015<br />

• la cessazione dell’emissione dei CV al 2015; il diritto a<br />

fruire dell’incentivazione verrà commutato nei nuovi regimi<br />

di sostegno definiti da un decreto da emanarsi nei prossimi<br />

mesi, probabilmente costituiti da:<br />

- per i nuovi impianti, in esercizio dal 1° gennaio<br />

2013, un meccanismo di asta annuale o infrannuale,<br />

relativo all’accesso di quantità di potenza installabile<br />

incentivabile, che verrà pertanto contingentata<br />

- per tutti gli impianti entrati in esercizio prima e a partire<br />

dal 2013 un probabile feed-in premium, ovvero un<br />

incentivo fisso riconosciuto al produttore da fonte<br />

rinnovabile oltre al prezzo di mercato dell’energia<br />

elettrica.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 25<br />

Il Conto Energia (CE)<br />

Ambito di applicazione e riferimenti normativi<br />

Il meccanismo di incentivazione previsto per l’energia solare<br />

(fotovoltaica o ottenuta mediante cicli termodinamici), noto<br />

come Conto Energia (CE), consiste nell’erogazione da parte<br />

del GSE di una tariffa incentivante proporzionale all’energia<br />

prodotta dagli impianti (feed-in premium), differenziata<br />

a seconda della taglia di potenza installata e del livello di<br />

integrazione architettonica dell’impianto, aggiuntiva rispetto<br />

al prezzo di vendita o di valorizzazione, mediante lo scambio<br />

sul posto o l’autoconsumo, dell’energia elettrica prodotta.<br />

Regolato inizialmente con il Decreto Ministeriale 28 luglio<br />

2005 e successive modifiche, il meccanismo è stato rivisto<br />

dal recente Decreto Interministeriale 5 maggio 2011 (il<br />

cosiddetto ‘IV Conto Energia’).<br />

Meccanismo dell’incentivo e durata<br />

Il CE è un regime di sostegno che garantisce una<br />

remunerazione dell’energia elettrica prodotta dagli impianti<br />

costante in moneta corrente per un periodo prestabilito (20<br />

anni per gli impianti fotovoltaici, 25 anni per gli impianti solari<br />

termodinamici). Il regime è soggetto ad un adeguamento<br />

periodico che, tenuto conto dell’andamento dei prezzi dei<br />

prodotti energetici e dei componenti per gli impianti fotovoltaici,<br />

nonché dei risultati delle attività di monitoraggio e promozione<br />

delle tecnologie impiegate per la realizzazione degli impianti<br />

stessi, ha l’intento di contenere nel medio e lungo periodo<br />

i costi di tale incentivo per il Sistema Paese. In ogni caso, la<br />

tariffa incentivante riconosciuta all’atto dell’entrata in esercizio<br />

dell’impianto resta fissa per l’intero periodo di diritto.<br />

Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />

I costi del CE trovano copertura nel gettito della componente<br />

tariffaria A3 della bolletta elettrica.<br />

Criticità<br />

Il ‘II Conto Energia’, in vigore nel periodo 2007-2010, ha<br />

previsto valori di incentivo unitari molto elevati nell’ottica di<br />

riallineare il nostro Paese in termini di installato fotovoltaico<br />

rispetto a Spagna e Germania. Si sarebbero dovute prevedere,<br />

fin da subito, revisioni e riduzioni più marcate, in linea<br />

con l’abbattimento atteso per i costi di realizzazione delle<br />

installazioni; tale impostazione ha comportato una rapida<br />

realizzazione degli impianti con il rischio di raggiungere<br />

in anticipo gli obiettivi previsti per il fotovoltaico al 2020,<br />

sfruttando tecnologie più costose e meno efficienti rispetto<br />

a quelle che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni e,<br />

pertanto, con maggiori costi per il Sistema Paese.<br />

Possibile evoluzione<br />

Proprio tenendo conto di tali aspetti e in previsione del “…<br />

raggiungimento entro pochi anni della cd. grid parity, ossia alla<br />

convenienza economica dell’elettricità fotovoltaica rispetto a<br />

quella prelevata o immessa in rete…”, il ‘IV Conto Energia’,<br />

entrato in vigore il 5 maggio di quest’anno, ha stabilito:<br />

• una graduale riduzione del valore unitario<br />

dell’incentivazione, riconosciuta su base mensile per<br />

il 2011 e su base semestrale per gli esercizi successivi.<br />

Questa tariffa unitaria è correlata alla taglia (intervalli di<br />

potenza) degli impianti e al loro livello di integrazione<br />

architettonica (impianti sugli edifici, altri);<br />

• la trasformazione dell’incentivo, per gli impianti che<br />

entreranno in esercizio a partire dal 2013, da feedin<br />

premium (cioè un incentivo addizionale ai ricavi di<br />

vendita dell’energia) a feed-in tariff, ossia una Tariffa<br />

Omnicomprensiva (l’energia elettrica immessa in rete<br />

viene ritirata a un prezzo già inclusivo dell’incentivo; viene<br />

anche previsto un premio per l’energia elettrica prodotta ed<br />

autoconsumata che, quindi, non verrebbe immessa in rete);<br />

• il contingentamento dei nuovi impianti, mediante<br />

l’individuazione, fino all’anno 2012 e limitatamente<br />

ai grandi impianti, di limiti di costo annui indicativi ai<br />

fini dell’ammissione all’incentivazione, stabiliti a livello di<br />

Sistema Paese in 300 milioni di Euro per gli impianti che<br />

entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2011 e a 150<br />

e 130 milioni di Euro per quelli con entrata in esercizio<br />

rispettivamente nel primo e secondo semestre del 2012.<br />

Ai fini dell’ammissione al sistema di incentivazione nel<br />

rispetto dei limiti di costo annui indicativi, il Decreto<br />

propone la costituzione di un’anagrafe unica per i grandi<br />

impianti fotovoltaici presso il GSE (il cosiddetto ‘Registro’)<br />

ed una serie di verifiche in capo ai gestori di rete ai fini della<br />

certificazione della fine dei lavori di costruzione;<br />

• l’individuazione, per ogni anno o frazione d’anno a<br />

partire dal 2013, dei costi indicativi del meccanismo<br />

che, qualora superati, comportano una riduzione<br />

aggiuntiva dei valori unitari degli incentivi erogabili agli<br />

impianti entrati in esercizio nei periodi successivi, senza<br />

limitare l’accesso agli incentivi stessi.<br />

Conto Energia per il solare termodinamico<br />

L’incentivazione degli impianti solari termodinamici, ovvero<br />

impianti termoelettrici nei quali il calore utilizzato per il ciclo<br />

termodinamico è prodotto sfruttando l’energia solare quale<br />

sorgente di calore ad alta temperatura, è prevista dal Decreto<br />

Ministeriale 11 aprile 2008. Il CE remunera con tariffe<br />

incentivanti esclusivamente l’energia elettrica imputabile<br />

alla fonte solare prodotta da un impianto, anche ibrido, per<br />

un periodo di 25 anni, purché siano soddisfatte le seguenti<br />

condizioni:<br />

• un limite massimo di potenza incentivabile, inclusa la parte<br />

solare per gli impianti ibridi, pari a 1.500.000 m 2 di superficie<br />

captante;<br />

• il non utilizzo come fluido termovettore né come mezzo di<br />

accumulo di sostanze e preparati classificati come molto<br />

tossici, tossici e nocivi;<br />

• tariffe differenziate in base alla frazione d’integrazione della<br />

produzione non attribuibile alla fonte solare.<br />

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26 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

La Tariffa Fissa<br />

Omnicomprensiva (TO)<br />

Ambito di applicazione e riferimenti<br />

normativi<br />

La Tariffa Omnicomprensiva (TO) è stata introdotta dalla<br />

Legge 244/07 quale alternativa ai Certificati Verdi per impianti<br />

di potenza ridotta.<br />

Meccanismo dell’incentivo e durata<br />

Si tratta di un regime di sostegno basato sull’erogazione di<br />

una tariffa fissa unitaria, riconosciuta agli impianti da fonti<br />

rinnovabili in funzione dell’energia elettrica immessa in rete<br />

(feed-in tariff). Questa tariffa, che include sia l’incentivo sia<br />

la remunerazione per l’energia immessa in rete, è applicabile<br />

ai soli impianti entrati in esercizio in data successiva al 31<br />

dicembre 2007 di potenza inferiore a 1 MW (200 kW per<br />

l’eolico). La TO è differenziata in funzione della tecnologia,<br />

può essere rivista trimestralmente ed è riconosciuta per un<br />

periodo di quindici anni.<br />

Tale meccanismo di incentivazione si adatta ai piccoli<br />

produttori, che diversamente non riuscirebbero a gestire<br />

amministrativamente meccanismi più complessi, come<br />

quello dei Certificati Verdi.<br />

Oneri dell’incentivo e relativa copertura<br />

L’onere complessivo derivante dalle Tariffe Fisse<br />

Onnicomprensive deriva dalla differenza tra:<br />

• i costi sostenuti dal GSE per il ritiro dell’energia elettrica<br />

secondo le modalità e i prezzi definiti dalla L. 244/07<br />

• i ricavi ottenuti dal GSE per la rivendita della stessa energia<br />

sul mercato.<br />

Tale onere è posto a carico dei clienti del settore elettrico<br />

(componente tariffaria A3).<br />

Possibile evoluzione<br />

Per i prossimi anni si attende un progressivo aumento degli<br />

oneri per il Sistema Paese per effetto dell’entrata in esercizio<br />

di nuovi impianti. Il Decreto Legislativo 28/11 ha confermato<br />

le tariffe stabilite dalla Legge 244/07 per tutti gli impianti che<br />

entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2012.<br />

Nuove forme di incentivazione<br />

delle fonti rinnovabili<br />

Il D.Lgs. 28/2011 (Artt. 23 e 24) ha ridefinito “…la<br />

disciplina dei regimi di sostegno applicati all’energia<br />

prodotta da fonti rinnovabili e all’efficienza energetica<br />

attraverso il riordino e il potenziamento dei vigenti<br />

sistemi di incentivazione…”. Il Decreto ha predisposto<br />

“…criteri e strumenti che promuovono l’efficacia,<br />

l’efficienza, la semplificazione e la stabilità nel tempo dei<br />

sistemi di incentivazione, perseguendo nel contempo<br />

l’armonizzazione con altri strumenti di analoga finalità e<br />

la riduzione degli oneri di sostegno specifici in capo ai<br />

consumatori…”.<br />

La nuova disciplina degli incentivi deve inoltre seguire<br />

principi generali quali “…la gradualità di intervento<br />

a salvaguardia degli investimenti effettuati e la<br />

proporzionalità agli obiettivi, nonché la flessibilità della<br />

struttura dei regimi di sostegno, al fine di tener conto dei<br />

meccanismi del mercato e dell’evoluzione delle tecnologie<br />

delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica…”.<br />

Il Decreto ha previsto l’introduzione di alcuni nuovi sistemi<br />

incentivanti volti alla promozione dell’uso delle fonti<br />

rinnovabili per la produzione di energia elettrica generata<br />

dagli impianti che entreranno in esercizio a partire dal 1°<br />

gennaio 2013. In particolare sono stati individuati i seguenti<br />

meccanismi:<br />

• il contributo economico tariffario sull’energia prodotta<br />

dagli impianti rinnovabili aventi potenza inferiore a 5 MW,<br />

diversificato per fonte e per scaglioni di potenza<br />

• il meccanismo di selezione a base d’asta per gli impianti<br />

rinnovabili con potenza superiore a 5 MW (art. 24, comma<br />

4). L’incentivo riconosciuto è quello aggiudicato sulla base<br />

dell’asta al ribasso riferita ad un contingente di potenza<br />

da installare per ciascuna fonte o tipologia di impianto.<br />

Le procedure d’asta prevedono un valore minimo<br />

dell’incentivo comunque riconosciuto dal GSE<br />

• la definizione di “…specifici incentivi per la produzione di<br />

energia da fonti rinnovabili mediante impianti che facciano<br />

ricorso a tecnologie avanzate e non ancora pienamente<br />

commerciali, compresi gli impianti sperimentali di potenza<br />

fino a 5 MW alimentati da fluidi geotermici a media ed alta<br />

entalpia…” (art. 24, comma 9).<br />

Le modalità di attuazione dei primi due meccanismi,<br />

così come l’individuazione di strumenti di incentivazione<br />

sostitutivi dei Certificati Verdi, saranno definite con<br />

successivi Decreti Ministeriali, che verranno emanati nei<br />

prossimi mesi.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 27<br />

<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 27<br />

Altri meccanismi di<br />

incentivazione<br />

Oltre a meccanismi di incentivazione riguardanti la<br />

generazione di energia da fonti rinnovabili, il nostro Paese<br />

prevede anche forme incentivanti (non oggetto di analisi<br />

nel presente documento) relative a:<br />

• il perseguimento dell’efficienza energetica, ovvero<br />

il contenimento dei consumi energetici, attraverso<br />

il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica (i<br />

cosiddetti ‘Certificati Bianchi’), emessi in relazione<br />

all’obbligo annuale imposto ai distributori di energia<br />

elettrica e gas di risparmio negli usi finali di tali fonti. I<br />

Certificati Bianchi sono assegnati dal GSE ad operatori<br />

che realizzano progetti di efficienza energetica (es.<br />

generazione ad alta efficienza di calore ed energia<br />

elettrica); il meccanismo è in scadenza nel 2012<br />

• la riduzione delle emissioni inquinanti, derivante<br />

dall’applicazione del protocollo di Kyoto, che assegna<br />

ai soggetti industriali (settori quali la generazione<br />

termoelettrica, i prodotti per l’edilizia, la metallurgia, i<br />

trasporti aerei) dei limiti massimi di emissioni inquinanti<br />

che, se non rispettati dal singolo operatore, danno luogo<br />

ad obbligo di acquisto di una quota corrispondente dei<br />

cosiddetti ‘Certificati Neri’, realizzabile mediante contratti<br />

bilaterali o in apposite borse (Emission Trading System),<br />

e viceversa per gli operatori più virtuosi; il meccanismo<br />

sarà soggetto a rinnovo nel 2012.<br />

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28 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il quadro normativo: le procedure amministrative di<br />

autorizzazione degli impianti<br />

Le procedure amministrative per l’autorizzazione degli impianti alimentati da<br />

fonti rinnovabili e delle infrastrutture ad essi connesse sono differenziate in<br />

funzione della tipologia di impianto o di infrastruttura da realizzare, della loro<br />

dimensione, nonché della loro localizzazione territoriale. Le Regioni, in coerenza<br />

con le funzioni ad esse attribuite, hanno emanato provvedimenti normativi<br />

appositi per disciplinare le procedure autorizzative sul proprio territorio.<br />

Le principali procedure autorizzative sono di seguito riportate.<br />

Tabella 9<br />

Riepilogo delle principali procedure di autorizzazione previste dalla<br />

legislazione nazionale per la realizzazione di impianti di produzione di<br />

elettricità da fonti rinnovabili<br />

Procedimento Tipologia impianto Autorità competente Principali riferimenti<br />

normativi<br />

Autorizzazione Unica<br />

Procedura Abilitativa<br />

Semplificata<br />

(prima DIA)<br />

Comunicazione per attività di<br />

edilizia libera<br />

Impianti con dimensioni superiori in media<br />

ad 1 MW<br />

Impianti con dimensioni inferiori alle soglie<br />

previste (in media fino ad 1 MW)<br />

Piccola cogenerazione (potenza inferiore a<br />

1 MW ovvero 3 MW termici)<br />

Moduli fotovoltaici su edifici esistenti<br />

Microgenerazione (potenza inferiore a 50<br />

kW)<br />

Impianti fotovoltaici aderenti/ integrati e<br />

singoli aerogeneratori h


<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 29<br />

L’introduzione di strumenti di carattere normativo finalizzati a rendere più certe<br />

ed omogenee le procedure autorizzative sul territorio nazionale costituirebbe<br />

pertanto uno snodo fondamentale per lo sviluppo del comparto delle rinnovabili<br />

in Italia.<br />

Sotto tale aspetto, rappresentano segnali positivi i provvedimenti normativi<br />

emanati in periodi recenti, tra i quali segnaliamo in particolare:<br />

• il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 che<br />

ha definito le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti<br />

rinnovabili<br />

• le novità introdotte dal Decreto Legislativo 28 /2011, con particolare<br />

riferimento a:<br />

- l’introduzione di una procedura semplificata, estendibile ad impianti di<br />

produzione fino ad 1 MW, che potrebbe risolvere le criticità emerse in<br />

precedenza con la DIA<br />

- l’introduzione di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le<br />

amministrazioni interessate, per l’autorizzazione degli interventi per lo<br />

sviluppo delle reti elettriche, utilizzabile dai gestori di rete separatamente<br />

rispetto alle autorizzazioni per la costruzione e l’esercizio di impianti di<br />

produzione.<br />

La frammentazione<br />

a livello regionale<br />

delle procedure<br />

amministrative causa<br />

incertezza e dilatazione<br />

nei tempi di rilascio<br />

delle autorizzazioni cui il<br />

Legislatore sta cercando<br />

di porre rimedio<br />

Resta comunque la necessità di sviluppare ulteriormente sia strumenti volti<br />

a coordinare la pianificazione territoriale, per consentire una più agevole<br />

individuazione di siti tecnicamente idonei ed esenti da vincoli ambientali e<br />

paesaggistici per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili, sia finalizzati a<br />

responsabilizzare maggiormente le Regioni e le amministrazioni coinvolte nei<br />

procedimenti autorizzativi, al fine di rendere più certe le tempistiche nel rispetto<br />

delle norme nazionali vigenti.<br />

Di seguito sono brevemente illustrate le principali procedure autorizzative<br />

vigenti.<br />

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30 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO<br />

Le procedure autorizzative<br />

L’Autorizzazione Unica (AU)<br />

L’Autorizzazione Unica (introdotta dal Decreto Legislativo 387 del 29 dicembre<br />

2003 e successivamente modificata, in particolare dal recente Decreto<br />

Legislativo 28/2011) è una procedura volta a razionalizzare e semplificare l’iter<br />

autorizzativo degli impianti di produzione da fonti rinnovabili. L’AU viene infatti<br />

rilasciata dalla Regione o dalla Provincia delegata dalla Regione nel rispetto<br />

delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del<br />

patrimonio storico artistico nell’ambito di un procedimento unico al quale<br />

prendono parte tutte le Amministrazioni interessate in sede di Conferenza<br />

dei Servizi.<br />

La procedura si applica ad impianti in media aventi una potenza installata<br />

superiore a 1 MW, o soglie diverse se disposto dalle Regioni o dalle Province<br />

autonome, e costituisce l’atto conclusivo di un procedimento che può<br />

avere una durata massima di 90 giorni (come modificato dal D.Lgs.<br />

28/2011, in precedenza 180 giorni), al netto degli eventuali tempi previsti per il<br />

provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.<br />

L’Autorizzazione Unica:<br />

• fa assumere all’impianto la valenza di opera di ‘pubblica utilità’, consentendo<br />

ad esempio, qualora necessario, l’esproprio di terreni<br />

• include eventuali prescrizioni cui è subordinata la realizzazione e l’esercizio<br />

dell’impianto<br />

• definisce le modalità da rispettare per il ripristino dello stato dei luoghi a<br />

seguito della dismissione dell’impianto al termine della sua vita utile<br />

• prevede, infine, un termine per l’avvio e la conclusione dei lavori decorsi i<br />

quali, salvo proroga, l’AU perde efficacia.<br />

Per contrastare eventuali attività speculative legate allo sviluppo e<br />

all’autorizzazione di progetti di impianti rinnovabili, che si traducono nell’avvio<br />

di procedimenti autorizzativi da parte di soggetti che poi non concludono la<br />

realizzazione degli impianti, la Legge 129 del 13 agosto 2010 ha demandato<br />

al Ministro dello Sviluppo Economico la determinazione di misure opportune<br />

a garantire che l’istanza per l’AU venga accompagnata da adeguate garanzie<br />

finanziarie a carico del richiedente l’autorizzazione e degli eventuali subentranti;<br />

tale normativa è stata ad esempio già recepita dalla Regione Puglia.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 31<br />

La Valutazione di Impatto<br />

Ambientale (VIA)<br />

In base alla specifica tipologia delle opere da realizzare, alcuni dei procedimenti<br />

autorizzativi possono prevedere anche lo svolgimento del procedimento di<br />

Valutazione di Impatto Ambientale; in particolare, la VIA è propedeutica<br />

al conseguimento dell’Autorizzazione Unica per la realizzazione di impianti<br />

obbligatoriamente soggetti a tale provvedimento amministrativo. Si tratta<br />

di una procedura svolta dalla pubblica amministrazione, la cui normativa è<br />

particolarmente complessa ed articolata anche su scala regionale.<br />

La procedura, che a livello nazionale è regolata, tra gli altri, dal Decreto<br />

Legislativo 152 del 3 aprile 2006, prevede in particolare:<br />

• lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità volta ad effettuare una<br />

valutazione preliminare della significatività dell’impatto ambientale del progetto<br />

• la definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale e la sua<br />

realizzazione<br />

• la valutazione dello studio ambientale, che fornisce gli elementi tecnici sugli<br />

impatti del progetto e la sua compatibilità con il contesto ambientale utili a<br />

definirne la realizzabilità.<br />

Il D.M. 10/09/2010 ha previsto che per la realizzazione di impianti per la<br />

produzione di energia da fonte eolica e da fonti rinnovabili non termiche di<br />

potenza nominale superiore a 1 MW (entrambi soggetti all’Autorizzazione<br />

Unica), il proponente possa presentare istanza di VIA senza previo esperimento<br />

della procedura di verifica di assoggettabilità.<br />

Figura 1<br />

L’iter autorizzativo per lo sviluppo di impianti alimentati da fonti<br />

rinnovabili: caso di Valutazione di Impatto Ambientale propedeutica<br />

all’Autorizzazione Unica<br />

Autorizzazione<br />

dell’impianto:<br />

1.Realizzazione e approvazione<br />

Valutazione Impatto Ambientale<br />

2. Domanda di Autorizzazione Unica<br />

– Conferenza dei Servizi<br />

0 1 2 3<br />

t (anni)<br />

3. Ottenimento Autorizzazione Unica<br />

(se esito positivo Conferenza dei Servizi)<br />

Autorizzazione della connessione<br />

alla rete elettrica dell’impianto:<br />

A. Avvio richiesta autorizzazione<br />

alla rete elettrica<br />

B.Conseguimento autorizzazione<br />

di connessione alla rete elettrica<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

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32 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Sulla base delle evidenze della figura sopra riportata, l’iter della Conferenza<br />

dei Servizi può assumere in media una durata variabile tra i sei ed i diciotto<br />

mesi (in alcuni casi con picchi di oltre ventiquattro-trentasei mesi); un’altra<br />

criticità è costituita dal mancato coordinamento tra tali procedure e l’iter<br />

per l’autorizzazione della connessione alla rete elettrica, che rappresenta un<br />

ulteriore elemento di indeterminatezza per la realizzazione di un impianto<br />

rinnovabile.<br />

Per gli impianti di potenza installata ridotta (fino a 1 MW) la normativa consente<br />

di beneficiare di una procedura semplificata, come di seguito descritto, non<br />

richiedendo la VIA e l’AU, ma mantenendo tuttavia la criticità del mancato<br />

coordinamento con l’iter per l’autorizzazione della connessione alla rete<br />

elettrica.<br />

La Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) e la<br />

Comunicazione per attività di edilizia libera<br />

Nell’ambito di una politica di semplificazione del quadro autorizzatorio, il D.Lgs.<br />

28/2011 ha introdotto la Procedura Abilitativa Semplificata applicabile alle<br />

tipologie di impianti alimentati da energia rinnovabile fino ad quel momento<br />

soggetti (ai sensi del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10<br />

settembre 2010) a Denuncia di Inizio Attività (DIA).<br />

Di fatto, l’ambito di applicazione riguarda gli impianti che presentano una soglia<br />

di potenza inferiore a quella prevista per l’Autorizzazione Unica (ossia<br />

inferiore a 1 MW), quelli operanti in assetto di piccola cogenerazione, nonché<br />

i moduli fotovoltaici collocati su edifici esistenti o loro pertinenze (si veda<br />

tabella successiva).<br />

Si tratta, al pari della precedente DIA, di una dichiarazione semplificata, basata<br />

sulla regola del silenzio assenso, da inviare al Comune almeno trenta giorni<br />

prima dell’effettivo inizio dei lavori, volta ad asseverare la conformità del<br />

progetto al regolamento edilizio vigente. Alla dichiarazione sono allegati gli<br />

elaborati tecnici per la connessione alla rete elettrica dell’impianto e la relazione<br />

progettuale di accompagnamento.<br />

Il Decreto ha attribuito alle Regioni la facoltà di semplificare ulteriormente<br />

il quadro regolatorio consentendo loro di estendere la PAS agli impianti di<br />

potenza nominale superiore a 1 MW.<br />

Una procedura ulteriormente semplificata, la Comunicazione per attività di<br />

edilizia libera, è invece prevista per tutti gli interventi volti alla realizzazione o<br />

installazione di impianti di piccola taglia alimentati da fonti rinnovabili che sono<br />

considerati alla stregua di attività di manutenzione ordinaria o comunque tali<br />

da non richiedere comunque alcun titolo abilitativo particolare (si veda tabella<br />

successiva).<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 33<br />

Tabella 10<br />

Tipologie di impianti per le quali è prevista la Procedura Abilitativa<br />

Semplificata o la Comunicazione per attività di edilizia libera<br />

Fonte Tipologia di impianto Potenza kW Procedimento<br />

Fotovoltaica<br />

Biomasse, gas di<br />

discarica, gas residuati<br />

dai processi di<br />

depurazione e biogas<br />

Eolica<br />

Idroelettrica e<br />

geotermica<br />

Impianti aderenti o integrati nei tetti di edifici esistenti e la cui<br />

superficie non sia superiore a quella del tetto sul quale vengono<br />

realizzati<br />

Impianti realizzati su edifici esistenti o sulle loro pertinenze 0 ÷ 200<br />

Moduli fotovoltaici collocati sugli edifici e la cui superficie<br />

complessiva non sia superiore a quella del tetto sul quale sono<br />

collocati<br />

- Comunicazione per<br />

attività di edilizia libera<br />

- PAS<br />

(prima DIA)<br />

Impianti non rientranti <strong>nelle</strong> altre tipologie 0 ÷ 20 *<br />

Impianti operanti in assetto cogenerativo (microgenerazione)<br />

0 ÷ 50 Comunicazione per<br />

Impianti realizzati in edifici esistenti 0 ÷ 200 attività di edilizia libera<br />

Impianti operanti in assetto cogenerativo (piccola cogenerazione)<br />

50 ÷ 1.000 ovvero<br />

a 3.000 kWt<br />

PAS<br />

(prima DIA)<br />

Impianti alimentati da biomasse 0 ÷ 200 *<br />

Impianti alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di<br />

depurazione e biogas<br />

0 ÷ 250 *<br />

Impianti installati sui tetti degli edifici esistenti di singoli generatori<br />

eolici con altezza complessiva non superiore a 1,5 metri e diametro<br />

-<br />

non superiore a 1 metro<br />

Impianti non rientranti <strong>nelle</strong> altre tipologie<br />

0 ÷ 60 * PAS (prima DIA)<br />

Impianti idroelettrici e geotermici realizzati in edifici esistenti<br />

Impianti idroelettrici non rientranti <strong>nelle</strong> altre tipologie<br />

Comunicazione per<br />

attività di edilizia libera<br />

Comunicazione per<br />

0 ÷ 200<br />

attività di edilizia libera<br />

0 ÷ 100 * PAS (prima DIA)<br />

* capacità di generazione inferiore alla soglia indicata alla Tabella della L. 244/2007, estendibile, a<br />

discrezione di Regioni e Province autonome, fino a 1.000 kW (ex D.Lgs. 28/2011)<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su normativa nazionale<br />

Processi amministrativi: la parola d’ordine è ‘semplificare’<br />

Il successo della strategia e delle linee d’azione delineate nel PAN FER sarà<br />

fortemente legato alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi secondo<br />

criteri validi a livello nazionale.<br />

L’attuale quadro normativo pone rilevanti criticità per gli operatori delle fonti<br />

rinnovabili e/o per gli acquirenti di tali impianti; in particolare:<br />

• nell’ambito dell’attuale procedura di Autorizzazione Unica, prevista per gli<br />

impianti con potenza superiore a 1 MW si rilevano le seguenti principali<br />

criticità:<br />

- l’elemento propedeutico al rilascio dell’Autorizzazione Unica, costituito<br />

dalla Conferenza dei Servizi, può vedere la partecipazione anche di trentaquaranta<br />

enti diversi della Pubblica Amministrazione o ad essi correlati<br />

(ad esempio Autorità per la Sicurezza Aeronautica, ecc.) senza alcuna<br />

procedura od obbligo volto a normare il rilascio del proprio parere in tempi<br />

certi in merito all’opera da autorizzare<br />

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34 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

- non è definita una lista di adempimenti di dettaglio necessari per avviare la<br />

Conferenza dei Servizi (ad esempio il livello di determinazione del progetto<br />

ed i relativi terreni occupati), fattore che determina incertezza ed una<br />

dilatazione dei tempi di conclusione della stessa<br />

- l’assenza della designazione a priori, da parte della Regione autorizzante, di<br />

zone del territorio idonee all’installazione di tali opere e/o della definizione<br />

di criteri predeterminati per valutare tale idoneità che impone, per ciascuna<br />

opera, di sviluppare un’onerosa (in termini di costi e tempi) Valutazione di<br />

Impatto Ambientale.<br />

Tali criticità determinano notevole incertezza ed un rilevante aumento dei costi<br />

di sviluppo dell’opera, ante apertura del cantiere, che contribuiscono non poco a<br />

disincentivare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, a parità di incentivo disponibile.<br />

• per gli impianti soggetti alla Procedura Abilitativa Semplificata (di potenza<br />

inferiore o pari a 1 MW) non sono definite con chiarezza norme volte a<br />

determinare il cosidetto ‘illecito frazionamento’, ovvero casi in cui il soggetto<br />

sviluppatore dell’impianto procede ad iter autorizzativi paralleli su frazioni di<br />

un impianto che de facto è unico (ad esempio, più impianti territorialmente<br />

vicini, collegati alla medesima cabina di connessione alla rete).<br />

Tale lacuna normativa potrebbe portare, in caso di verifica successiva<br />

all’entrata in esercizio dell’impianto da parte delle Autorità competenti,<br />

all’accertamento dell’irregolarità del procedimento amministrativo ed<br />

al possibile sequestro dell’opera, con evidenti margini di rischio per un<br />

eventuale acquirente dell’impianto, sia nello stadio di sviluppo che di<br />

successivo esercizio.<br />

Elemento comune di ulteriore indeterminatezza per i due iter autorizzativi è<br />

inoltre costituito dal mancato collegamento al procedimento di autorizzazione<br />

delle connessione alla rete elettrica, che determina de facto, sia nel caso di<br />

VIA associata all’AU che nel caso di PAS, due iter paralleli e non coordinati di<br />

autorizzazione dell’opera.<br />

Risulta pertanto auspicabile l’emanazione di idonei ‘regolamenti attuativi’ da<br />

parte degli organi competenti (le Regioni) finalizzati a superare le criticità sopra<br />

esposte.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 35<br />

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36 36 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Gli attori del mercato<br />

italiano e le relative<br />

performance<br />

a cura dell’Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

Il contesto di riferimento<br />

Il comparto delle energie rinnovabili in Italia presenta una struttura particolare,<br />

riflesso dell’evoluzione recente e della peculiarità delle filiere che lo<br />

compongono, caratterizzate da un’elevata frammentazione e dalla forte<br />

differenziazione dei soggetti che vi operano.<br />

Gli attori del settore in Italia si possono segmentare in base a due determinanti:<br />

• il livello di presenza nella catena del valore<br />

• la loro origine.<br />

Figura 2<br />

Schema semplificato della catena del valore nel settore delle energie<br />

rinnovabili<br />

Focus del presente studio<br />

Produttori di impianti<br />

Scouting e<br />

sviluppo<br />

impianti<br />

Progettazione,<br />

committenza e<br />

costruzione<br />

Esercizio<br />

Vendita di energia<br />

Manutenzione impianti<br />

Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

Rispetto alle fasi della filiera presidiate e delle attività svolte, il comparto è<br />

caratterizzato dalla presenza delle seguenti categorie di operatori:<br />

• i produttori di impianti: si tratta di una gamma diversificata di soggetti, in<br />

genere focalizzati su una sola tipologia (eolico, fotovoltaico, bioenergie), con<br />

diverso presidio lungo la catena del valore; ad esempio:<br />

- il comparto eolico è dominato da pochi grandi player globali, alcuni<br />

specializzati <strong>nelle</strong> rinnovabili (Vestas, Gamesa, First Solar), altri operanti in<br />

molteplici business (Siemens, GE, Alstom), che tendono eventualmente ad<br />

integrarsi <strong>nelle</strong> fasi a valle solo per la parte di progettazione e costruzione<br />

- anche nel fotovoltaico e <strong>nelle</strong> bioenergie sono presenti sia produttori<br />

operanti a livello mondiale (nel solare First Solar, Sharp, MEMC, Suntech,<br />

ecc.; <strong>nelle</strong> bioenergie Babcock, Ansaldo, Foster Wheeler, Alstom, ecc.),<br />

sia operatori nazionali di dimensione più ridotta, e locali che si occupano<br />

dell’assemblaggio e dell’installazione degli impianti;<br />

• i developer (o sviluppatori) si dedicano all’individuazione, alla promozione<br />

e allo sviluppo di nuovi siti e progetti <strong>nelle</strong> fonti rinnovabili, sotto il profilo<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 37<br />

della misurazione della risorsa energetica (nel caso dell’eolico), tecnico (di<br />

progettazione preliminare) ed autorizzativo, nonché nella contrattualizzazione<br />

dei terreni:<br />

- generalmente operano in partnership con operatori del settore di<br />

dimensioni medio-grandi (es. Sorgenia, Enel Green Power, Edison Energie<br />

Speciali, ecc.) o finanziari (es. fondi di investimento infrastrutturali), oppure<br />

cedono i propri progetti ai player di maggiori dimensioni<br />

- il ruolo di tali soggetti dovrebbe nel prossimo futuro ridursi con il<br />

rallentamento dei tassi di crescita del settore ed il relativo consolidamento,<br />

anche in relazione alle garanzie e fidejussioni progressivamente necessarie<br />

per operare nella fase di ‘sviluppo’ (ad esempio per la richiesta di<br />

connessione alla rete elettrica);<br />

• gli installatori ed impiantisti, un insieme eterogeneo di imprese, dai grandi<br />

EPC (Engineering, Procurement, Construction) contractor agli operatori di<br />

piccole e medie dimensioni, nella maggior parte dei casi già attivi in altri<br />

settori (tipicamente quello impiantistico o civile);<br />

• le imprese che si occupano dell’esercizio, della vendita di energia e della<br />

gestione e manutenzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.<br />

Rispetto agli attori della catena del valore descritti, occorre rilevare un certo<br />

grado di sovrapposizione <strong>nelle</strong> attività da essi svolte lungo la filiera, che di fatto<br />

si traduce:<br />

• nel coinvolgimento di alcuni operatori energy anche <strong>nelle</strong> fasi a monte di<br />

sviluppo e realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili e persino nella<br />

produzione di tecnologie (come nel caso del fotovoltaico, ad esempio Enel<br />

Green Power)<br />

• nell’integrazione a valle di alcuni installatori ed impiantisti (specie nel<br />

fotovoltaico) che, oltre ad acquisire commesse per conto terzi, realizzano<br />

impianti anche per conto proprio (di fatto divenendo operatori del settore delle<br />

rinnovabili mediante attività di generazione) o per conto di joint venture da essi<br />

costituite con operatori energy tradizionali o investitori finanziari, determinando<br />

in tal modo un mercato captive per le proprie tecnologie e infrastrutture.<br />

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38 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Un settore con Cluster<br />

di operatori che hanno<br />

adottato strategie di<br />

ingresso nel business<br />

profondamente diverse<br />

Considerando la natura e provenienza degli operatori, le imprese attive<br />

nella gestione degli impianti da fonti rinnovabili e nella generazione e<br />

successiva vendita dell’energia elettrica prodotta possono essere distinte in:<br />

• operatori energy tradizionali che hanno sviluppato specifiche divisioni o<br />

imprese controllate dedicate alle rinnovabili, allo scopo di effettuare una<br />

diversificazione correlata e sinergica<br />

• operatori appartenenti a settori industriali non energy che hanno diversificato<br />

nel business delle rinnovabili, provenienti da comparti quali l’alimentare<br />

(come Energhe di Ferrero), raffinazione (ad esempio ERG con ERG Renew,<br />

api con api nòva energia), cementifero (Italcementi con Italgen), ecc.<br />

• start up, ossia aziende indipendenti e nate con la missione di sviluppare<br />

esclusivamente le fonti rinnovabili.<br />

Tale eterogeneità nella provenienza delle imprese, che caratterizza il comparto<br />

delle fonti rinnovabili rispetto al settore energetico tradizionale, è riconducibile<br />

alle differenti logiche di ingresso che hanno indotto gli operatori ad<br />

investire in questo business:<br />

• per gli operatori energy tradizionali, logiche sinergiche, dovute in particolare a:<br />

- obblighi imposti dal legislatore in relazione alle fonti rinnovabili, quali<br />

ad esempio quello gravante sui produttori di energia convenzionale per<br />

l’immissione in rete di una corrispondente quota di energia da fonti<br />

rinnovabili (si veda la precedente sezione relativa alla descrizione delle<br />

diverse forme di incentivo); tale disposizione normativa è attualmente in<br />

fase di superamento<br />

- immagine e corporate social responsibility, soprattutto per le società<br />

quotate, anche per i rendimenti differenziali più elevati riconosciuti dal<br />

mercato agli operatori da fonti rinnovabili rispetto a quelle tradizionali<br />

(‘premio’ riconosciuto da parte degli analisti)<br />

- sinergie industriali rispetto alle attività di sviluppo e costruzione degli<br />

impianti (si vedano le fasi della filiera) e, soprattutto, di commercializzazione<br />

dell’energia elettrica e di gestione amministrativa degli incentivi;<br />

• logiche di diversificazione in un settore, almeno fino al 2010, caratterizzato<br />

da un rapporto favorevole tra rendimenti e relativo rischio imprenditoriale, in<br />

termini di:<br />

- interessanti rendimenti, assicurati da un sistema d’incentivi assai<br />

vantaggioso (in corso di revisione da parte del Legislatore, come illustrato<br />

nel capitolo successivo)<br />

- investimenti relativamente contenuti, per l’alto grado di leva finanziaria<br />

concesso dalle banche<br />

- relativa semplicità tecnologica nella costruzione e nella manutenzione<br />

degli impianti, almeno rispetto ai settori di provenienza (es. generazione<br />

convenzionale o settori industriali di processo).<br />

In tale contesto, le aziende che si occupano dell’esercizio degli impianti<br />

rinnovabili sono caratterizzate da una dimensione assai varia, in funzione<br />

della base di partenza e dei mezzi a disposizione altrettanto diversificati: la<br />

generazione di energia da fonti alternative è infatti realizzata sia da grandi gruppi<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 39<br />

che da medie imprese e da piccoli operatori focalizzati su una singola fonte e su<br />

pochi impianti in ambiti territoriali limitati.<br />

Rispetto all’intero settore elettrico, gli operatori attivi <strong>nelle</strong> rinnovabili sono<br />

caratterizzati da un’età media ridotta, dovuta alla crescente attrattività del<br />

comparto (determinata da un sistema di incentivazioni sviluppatosi nel nostro<br />

Paese a partire dai primi anni 2000) e ad una forte evoluzione dell’affidabilità<br />

delle tecnologie e della competitività dei relativi costi.<br />

La presenza di una molteplicità di nuovi operatori che agiscono secondo logiche<br />

di business diverse, l’articolazione e la frammentazione delle filiere e la forte<br />

eterogeneità del settore, sono tutti fattori che hanno contribuito a rendere<br />

quello delle rinnovabili come un business molto dinamico, i cui player sono<br />

difficilmente inquadrabili in un modello univoco.<br />

Un business dinamico<br />

con player molto<br />

eterogenei tra loro.<br />

Un modello difficile da<br />

inquadrare in modo<br />

univoco<br />

Benchmarking degli operatori del settore<br />

Alla luce delle considerazioni esposte, volendo svolgere un’analisi di<br />

benchmarking avente per oggetto gli attori presenti sul mercato italiano che<br />

operano nel settore delle fonti energetiche rinnovabili (abbreviabili in ‘FER’),<br />

alcune considerazioni e limitazioni sono indispensabili per definire il perimetro<br />

del campione selezionato:<br />

• ai fini delle nostre valutazioni, il campione ricomprende esclusivamente i<br />

principali player nazionali o internazionali operanti nel mercato italiano delle<br />

energie rinnovabili<br />

• rispetto a tale categoria di operatori, in funzione del perimetro del presente<br />

documento sono state considerate esclusivamente le attività da essi svolte<br />

nel nostro Paese; conseguentemente sono stati utilizzati solo indicatori<br />

operativi ed economico-patrimoniali riguardanti le attività da fonti rinnovabili<br />

afferenti il solo mercato italiano<br />

• sono considerati operatori del comparto rinnovabili esclusivamente quei<br />

soggetti che gestiscono, ai fini della generazione e della vendita di energia<br />

elettrica, impianti eolici, fotovoltaici, geotermici e a bioenergie, cioè a<br />

biomasse (liquide e/o solide) e a biogas. Ai fini dell’analisi, non sono invece<br />

stati inclusi gli impianti idroelettrici, in quanto difficilmente separabile la quota<br />

rappresentata esclusivamente dalla parte rinnovabile (mini-idro) rispetto al<br />

parco generativo per tale fonte<br />

• per i gruppi/aziende non focalizzati sulle sole rinnovabili (energy tradizionale,<br />

altri business industriali) sono stati isolati e scorporati, laddove disponibili,<br />

esclusivamente gli indicatori operativi ed economico-patrimoniali riguardanti<br />

le sole attività relative alle energie rinnovabili<br />

• non sono state depurate le partecipazioni incrociate tra gruppi diversi<br />

• per lo svolgimento delle analisi sono stati utilizzati dati (operativi ed<br />

economico-patrimoniali) ed informazioni pubblicamente disponibili da siti<br />

aziendali, bilanci, comunicati e rassegna stampa.<br />

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40 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il campione di aziende selezionate ai fini del benchmarking è costituito dai<br />

raggruppamenti di seguito descritti.<br />

Figura 3<br />

Segmenti di operatori considerati nel benchmarking<br />

CLUSTER 1<br />

Operatori energy tradizionali con<br />

divisione/partecipata <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

(8 aziende, tra le quali 1 quotata)<br />

CLUSTER 2<br />

Operatori non energy con diversificazione<br />

nel business delle rinnovabili<br />

(9 aziende, tra le quali 4 quotate)<br />

CLUSTER 3<br />

Start up<br />

(8 aziende, tra le quali 1 quotata)<br />

Figura 4<br />

La composizione del campione oggetto del benchmarking – focus su Italia<br />

CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3<br />

Operatori energy<br />

tradizionali con divisione/<br />

partecipata <strong>nelle</strong> FER<br />

Operatori non energy<br />

con diversificazione nel<br />

business delle FER<br />

Start up<br />

Enel Green Power<br />

Alerion Clean Power<br />

ErgyCapital<br />

Quotato in Italia<br />

Falck Renewables<br />

Kinexia<br />

K.R. Energy<br />

Alpiq<br />

api Holding<br />

Asja Biz<br />

Non quotato in Italia<br />

BKW<br />

EDF Energies Nouvelles<br />

Edison<br />

E.ON Climate &<br />

Renewables<br />

International Power<br />

- GDF Suez<br />

Sorgenia<br />

ERG Renew<br />

Marseglia Group<br />

Moncada Energy Group<br />

TRE Tozzi Renewable<br />

Energy<br />

FRI-EL Green Power<br />

Fortore Energia<br />

ICQ Holding<br />

I.V.P.C. Italian Vento<br />

Power Corporation<br />

Marcopolo Environmental<br />

Group<br />

Veronagest<br />

Nota: Edison, controllante di Edison Energie Speciali, e CIR, azionista di riferimento di Sorgenia,<br />

sono quotate alla Borsa Italiana. Le azioni di ERG Renew sono state delistate da Borsa Italiana nel<br />

giugno 2011 a seguito del completamento dell’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria<br />

promossa dalla controllante ERG (quotata alla Borsa Italiana).<br />

Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 41<br />

I tre Cluster costituenti il campione così individuato, con circa 5.400 MW<br />

di potenza installata complessiva in esercizio (dato 2010), rappresentano<br />

il 43% del parco generativo da fonti rinnovabili italiano (24% il Cluster 1;<br />

9% il Cluster 2; 10% il Cluster 3).<br />

Grafico 6<br />

Rappresentatività del campione rispetto al parco generativo nazionale da<br />

fonte rinnovabile (2010)<br />

Totale parco generativo FER Italia*<br />

12.408 MW<br />

19%<br />

6%<br />

Totale parco generativo FER del campione<br />

5.373 MW<br />

Con oltre 5.000 MW<br />

di potenza installata il<br />

campione rappresenta il<br />

43% del parco generativo<br />

rinnovabile nazionale<br />

5%<br />

20%<br />

69%<br />

94%<br />

43% del parco<br />

generativo Italia<br />

Parco generativo (MW)<br />

Fonte<br />

Eolico<br />

Campione<br />

3.988<br />

Italia<br />

5.814<br />

183 3.470<br />

Bioenergie 473 2.352<br />

Geotermoelettrico 729 772<br />

Totale FER 5.373 12.408<br />

Fotovoltaico<br />

28%<br />

* escluso idroelettrico<br />

47%<br />

0% 20% 40% 60% 80% 100%<br />

peso% parco generativo campione su corrispondenti dati nazionali<br />

Eolico<br />

Fotovoltaico<br />

Bioenergie<br />

Geotermoelettrico<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna e dati aziendali<br />

Rispetto alle singole fonti, il campione è rappresentativo della quasi<br />

totalità del parco nazionale nel geotermoelettrico (circa 700 MW), del<br />

69% dell’eolico (circa 4.000 MW) e del 20% delle bioenergie (circa 500<br />

MW); per il fotovoltaico, le caratteristiche intrinseche della tecnologia, in<br />

particolare la dimensione media ridotta (da 1 a 5 MW) degli impianti, e la facilità<br />

di installazione generano una rilevante frammentazione del settore e pertanto<br />

un’incidenza limitata dell’installato del campione rispetto al totale nazionale.<br />

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42 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Grafico 7<br />

Il livello di concentrazione nei comparti delle fonti rinnovabili: i primi 5<br />

operatori del campione per fonte (2010, potenza installata in MW e quota<br />

di mercato sul parco nazionale)<br />

MW<br />

2.500<br />

2.000<br />

Totale parco generativo eolico Italia<br />

5.814 MW<br />

Quota di mercato:<br />

Totale campione: 69%; primi 5 operatori: 36%<br />

10% 9% 7% 5% 5% 33%<br />

1.924<br />

1.500<br />

1.000<br />

500<br />

571<br />

532<br />

382<br />

296 283<br />

–<br />

MW<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

MW<br />

250<br />

200<br />

150<br />

IP<br />

EGP Edison ES E.ON C&R IVPC Resto del<br />

campione<br />

2,0% 0,7% 0,5% 0,5% 0,4% 1,2%<br />

69<br />

23<br />

17 16 15<br />

EDF EN Alerion Moncada Marseglia Sorgenia Resto del<br />

campione<br />

8% 4% 2% 2% 1% 3%<br />

192<br />

Totale parco generativo fotovoltaico<br />

Italia 3.470 MW<br />

Quota di mercato:<br />

Totale campione: 5%; primi 5 operatori: 4,1%<br />

Totale parco generativo bionergie<br />

Italia 2.352 MW<br />

Quota di mercato:<br />

Totale campione: 20%; primi 5 operatori: 17%<br />

42<br />

• il geotermoelettrico è monopolio<br />

di Enel Green Power, Gruppo che<br />

da solo detiene quasi l’intero<br />

parco generativo italiano<br />

• nell’eolico, il 36% della potenza<br />

installata nazionale si concentra<br />

nei primi cinque player, quattro<br />

dei quali rappresentati proprio da<br />

operatori energy tradizionali<br />

diversificati <strong>nelle</strong> FER (Cluster 1)<br />

• le bionergie, comparto di più<br />

recente sviluppo, presentano una<br />

media concentrazione, dal<br />

momento che i primi cinque<br />

operatori rappresentano il 17%<br />

del parco italiano<br />

• il fotovoltaico è invece alquanto<br />

frammentato, con le prime cinque<br />

aziende che coprono solo il 4%<br />

dell’installato, grazie alla minore<br />

necessità di capitale investito<br />

(CAPEX) per sviluppare impianti.<br />

100<br />

50<br />

83<br />

53 51<br />

30<br />

65<br />

Marseglia FRI-EL Asja Biz Marcopolo api Resto del<br />

campione<br />

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Resto del campione<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna e dati aziendali<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 43<br />

Il parco generativo gestito dagli operatori del campione ha generato nel 2010<br />

una produzione di circa 8.700 GWh, pari ad oltre il 30% dell’energia elettrica<br />

prodotta a livello nazionale.<br />

In termini di efficienza media nell’utilizzo degli impianti, misurato dal ‘load<br />

factor ’, ovvero dalle ore di funzionamento che la tecnologia, per unità di<br />

potenza installata (1 MW), è in grado di generare, gli operatori facenti parte<br />

dei diversi Cluster presentano risultati omogenei rispetto al parco impianti<br />

complessivo nazionale, confermando la rappresentatività del campione<br />

selezionato.<br />

Alta frammentazione<br />

nel fotovoltaico a<br />

fronte di una maggiore<br />

concentrazione nell’eolico<br />

Grafico 8<br />

Load factor per fonte (2010, ore di funzionamento annue)<br />

ore/anno<br />

8.000<br />

7.000<br />

6.898 6.964<br />

6.000<br />

5.000<br />

4.000<br />

4.373<br />

4.014<br />

3.000<br />

2.000<br />

1.515 1.570<br />

1.000<br />

855 549<br />

0<br />

Eolico Fotovoltaico Geotermoelettrico Bioenergie<br />

Campione<br />

Italia<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali e su dati Terna<br />

In funzione delle evidenze sopra esposte, i dati operativi e gli economics<br />

del campione, che saranno analizzati nel paragrafo successivo, possano<br />

essere considerati significativi per rappresentare l’andamento medio del<br />

settore delle rinnovabili in Italia.<br />

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44 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Principali evidenze strategico-operative del benchmarking<br />

degli operatori del settore<br />

Tabella 11<br />

Le aziende del Cluster 1: operatori energy tradizionali con divisione/<br />

partecipata <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Operatore<br />

Operatore<br />

FER<br />

in Italia<br />

Anno<br />

di avvio<br />

attività<br />

<strong>nelle</strong><br />

FER<br />

Società dedicata<br />

esclusivamente<br />

alle FER<br />

nell’ambito del<br />

gruppo<br />

Nazionalità<br />

della<br />

capogruppo<br />

Presenza<br />

geografica degli<br />

impianti a livello<br />

di gruppo<br />

Parco in esercizio in Italia<br />

Potenza<br />

installata totale<br />

(MW) nel 2010<br />

Fonte<br />

(ordinata per<br />

potenza)<br />

Enel Green<br />

Power<br />

International<br />

Power - GDF<br />

Suez<br />

Edison<br />

E.ON Climate &<br />

Renewables<br />

EDF Energies<br />

Nouvelles<br />

Alpiq<br />

Sorgenia<br />

BKW<br />

Enel Green<br />

Power SpA<br />

(EGP)<br />

International<br />

Power Plc<br />

(IP)<br />

Edison<br />

Energie<br />

Speciali SpA<br />

(Edison ES)<br />

E.ON Climate<br />

& Renewables<br />

Italia Srl<br />

(E.ON C&R)<br />

EDF EN Italia<br />

SpA<br />

(EDF EN)<br />

Alpiq Holding<br />

AG<br />

(Alpiq)<br />

Sorgenia<br />

SpA<br />

(Sorgenia)<br />

BKW Italia<br />

SpA<br />

(BKW)<br />

2008 IT Italia,Europa,<br />

Nord,Centro e<br />

Sud America<br />

2.776<br />

(di cui idro<br />

1.509)<br />

n.d. UK Europa,Italia 571<br />

2008 IT Italia 382<br />

2008 D Europa,<br />

Nord America,<br />

Italia<br />

2002 FR Europa,<br />

Nord America,<br />

Italia<br />

245<br />

2009 CH Europa,Italia 243<br />

(di cui idro 165)<br />

2007 IT Italia, Francia 128<br />

(di cui idro 32)<br />

2006 CH Svizzera,<br />

Germania,<br />

Italia<br />

298<br />

93<br />

(di cui idro 43)<br />

(1)<br />

(2)<br />

(3)<br />

(4)<br />

Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Eolico Biomasse Biogas<br />

(1)<br />

Il Gruppo Enel operava <strong>nelle</strong> rinnovabili già prima del 2000 attraverso Enel Produzione ed altre società<br />

dedicate; nel 2008 ha proceduto alla costituzione di Enel Green Power<br />

(2)<br />

Il Gruppo Edison, attraverso altre controllate (in particolare Edipower, posseduta al 50%) opera anche<br />

nell’idroelettrico, nel fotovoltaico e <strong>nelle</strong> bioenergie<br />

(3)<br />

Fino a tutto il 2010, Alpiq ha operato <strong>nelle</strong> rinnovabili attraverso società partecipate da Alpiq Italia Srl<br />

(4)<br />

Oltre al parco rilevato, Sorgenia sta sviluppando impianti anche <strong>nelle</strong> biomasse. Nel luglio 2011 è stata<br />

costituita Sorgenia Green, nuova società del Gruppo interamente dedicata alle energie rinnovabili.<br />

Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

Si tratta di aziende:<br />

• la cui operatività è iniziata mediamente nella seconda metà degli anni 2000<br />

• in cui prevale la diversificazione tecnologica nell’ambito delle rinnovabili<br />

• che hanno investito in misura significativa, con portafoglio di installato<br />

mediamente superiore ai 200 MW<br />

• in cui sono molto rilevanti i grandi operatori internazionali energy, che hanno<br />

investito nel nostro Paese.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 45<br />

Tabella 12<br />

Le aziende del Cluster 2: operatori non energy, con diversificazione nel<br />

business delle rinnovabili<br />

Operatore<br />

ERG Renew<br />

Operatore<br />

FER<br />

in Italia<br />

ERG Renew<br />

SpA<br />

(ERG Ren)<br />

Anno<br />

di avvio<br />

attività<br />

<strong>nelle</strong><br />

FER<br />

Società dedicata<br />

esclusivamente<br />

alle FER<br />

nell’ambito del<br />

gruppo<br />

Nazionalità<br />

della<br />

capogruppo<br />

Presenza<br />

geografica degli<br />

impianti a livello<br />

di gruppo<br />

Parco in esercizio in Italia<br />

Potenza<br />

installata totale<br />

(MW) nel 2010<br />

2008 IT Italia, Francia 246<br />

Fonte<br />

(ordinata per<br />

potenza)<br />

Alerion Clean<br />

Power<br />

Marseglia Group<br />

Falck<br />

Renewables<br />

api Holding<br />

TRE Tozzi<br />

Renewable<br />

Energy<br />

Moncada Energy<br />

Group<br />

K.R. Energy<br />

Kinexia<br />

Alerion Clean<br />

Power<br />

SpA<br />

(Alerion)<br />

Ital Green<br />

Energy<br />

Holding<br />

Srl (Marseglia)<br />

Falck<br />

Renewables<br />

SpA<br />

(Falck Ren)<br />

api nòva<br />

energia Srl<br />

e CER Srl<br />

(api)<br />

TRE &<br />

Partners<br />

SpA (Tozzi)<br />

M&A<br />

<strong>Rinnovabili</strong><br />

Srl (Moncada)<br />

K.R. Energy<br />

SpA<br />

(KRE)<br />

Kinexia<br />

SpA<br />

(Kinexia)<br />

2004 IT Italia 225<br />

2000 IT Italia 209<br />

2010 IT Italia,Spagna,<br />

Francia,<br />

Regno Unito<br />

2006 IT Italia 134<br />

2009 IT Italia 107<br />

(di cui idro 21)<br />

2008 IT Italia 105<br />

2008 IT Italia 13<br />

2008 IT Italia 6<br />

150<br />

(1)<br />

(2)<br />

(3)<br />

(4)<br />

(5)<br />

(6)<br />

Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Eolico Biomasse Biogas<br />

(1)<br />

La capogruppo ERG ha rilevato nel corso del 2011 parchi eolici per complessivi 112 MW da IVPC;<br />

ERG Renew sta sviluppando impianti anche nel fotovoltaico<br />

(2)<br />

Il business di Falck Renewables include anche servizi di waste to energy e trattamento dei rifiuti<br />

(3)<br />

Tre & Partners è partecipata al 55% da TRE Tozzi Renewable Energy e al 45% da Axa Private Equity;<br />

il Gruppo TRE Tozzi Renewable Energy opera anche nel fotovoltaico e <strong>nelle</strong> biomasse<br />

(4)<br />

M&A <strong>Rinnovabili</strong> è partecipata al 70% da Moncada Energy Group e al 30% da Alpiq; sta sviluppando<br />

impianti anche nel geotermico<br />

(5)<br />

Il business di K.R. Energy include anche servizi di engineering<br />

(6)<br />

Kinexia si occupa anche di vendita di energia termica, gestione di impianti di generazione, cogenerazione<br />

e reti di teleriscaldamento<br />

Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

Si tratta di aziende:<br />

• la cui operatività è iniziata mediamente in un momento successivo rispetto<br />

alle imprese del Cluster 1<br />

• che si differenziano dal Cluster 1 in quanto tutte di nazionalità italiana e che<br />

solo in due casi hanno intrapreso un processo di internazionalizzazione,<br />

a conferma che il settore presenta caratteristiche infrastrutturali, ovvero<br />

molto legate alla conoscenza del proprio paese a meno di non disporre di<br />

dimensioni molto rilevanti<br />

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46 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

• analogamente al Cluster 1, presentano un portafoglio di installato<br />

significativo, seppur più contenuto ed anch’esso caratterizzato dalla<br />

diversificazione tecnologica.<br />

Tabella 13<br />

Le aziende Cluster 3: start up<br />

Operatore<br />

Operatore<br />

FER<br />

in Italia<br />

Anno<br />

di avvio<br />

attività<br />

<strong>nelle</strong><br />

FER<br />

Società dedicata<br />

esclusivamente<br />

alle FER<br />

nell’ambito del<br />

gruppo<br />

Nazionalità<br />

della<br />

capogruppo<br />

Presenza<br />

geografica degli<br />

impianti a livello<br />

di gruppo<br />

Parco in esercizio in Italia<br />

Potenza<br />

installata totale<br />

(MW) nel 2010<br />

Fonte<br />

(ordinata per<br />

potenza)<br />

FRI-EL Green<br />

Power<br />

I.V.P.C. Italian<br />

Vento Power<br />

Corporation<br />

Veronagest<br />

FRI-EL<br />

Green Power<br />

SpA<br />

(FRI-EL)<br />

I.V.P.C. Italian<br />

Vento Power<br />

Corporation<br />

Srl (IVPC)<br />

Veronagest<br />

SpA<br />

(Veronagest)<br />

2002 IT Italia 307<br />

1993 IT Italia 283<br />

2008 IT Italia 225<br />

(1)<br />

(2)<br />

Fortore Energia<br />

Holding<br />

Fortore<br />

Energia SpA<br />

(Fortore)<br />

2005 IT Italia 123<br />

(3)<br />

Asja Biz<br />

Asja Ambiente<br />

Italia Spa<br />

(Asja Biz)<br />

1995 IT Italia,<br />

Sud America,<br />

Asia<br />

108<br />

ICQ Holding<br />

ICQ Holding<br />

SpA<br />

(ICQ)<br />

1982 IT Italia 107<br />

(di cui idro 6)<br />

(4)<br />

Marcopolo<br />

Environmental<br />

Group<br />

ErgyCapital<br />

Marcopolo<br />

Engineering<br />

SpA<br />

(Marcopolo)<br />

ErgyCapital<br />

SpA<br />

(Ergy)<br />

2004 IT Italia,Portogallo 53<br />

2007 IT Italia 15<br />

(5)<br />

(6)<br />

Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Eolico Biomasse Biogas<br />

(1)<br />

IVPC ha ceduto nel corso del 2011 parchi eolici per complessivi 112 MW ad ERG<br />

(2)<br />

Veronagest sta sviluppando impianti anche nel fotovoltaico<br />

(3)<br />

Holding Fortore Energia sta sviluppando impianti anche <strong>nelle</strong> biomasse<br />

(4)<br />

ICQ Holding è partecipata al 21% dal Fondo Ambienta<br />

(5)<br />

Marcopolo Engineering è partecipata al 66% da Colombo Ambiente e al 30% da Amber Capital; sta<br />

sviluppando impianti anche <strong>nelle</strong> biomasse e nel fotovoltaico<br />

(6)<br />

Ergy Capital sta sviluppando impianti anche nel biogas<br />

Fonte: Ufficio Studi KPMG Advisory<br />

Si tratta di aziende:<br />

• per le quali, per il processo di internazionalizzazione, valgono le medesime<br />

considerazioni espresse per il Cluster 2<br />

• che, a differenza del Cluster 2, presentano in tre casi del campione un parco<br />

di installato assolutamente paragonabile a quello degli operatori del Cluster 1,<br />

evidenziando che, a fronte di risorse in equity e di standing creditizio inferiori<br />

a quelle dei player del Cluster 2, il fattore ‘specializzazione’ assume una<br />

rilevanza fondamentale.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 47<br />

Tabella 14<br />

Il livello di concentrazione per tecnologia di ciascun operatore del campione<br />

(2010, potenza installata in MW e peso % sul parco complessivo aziendale)<br />

Operatore<br />

Parco<br />

complessivo<br />

Peso % di ciascuna fonte sul parco complessivo<br />

MW Eolica Fotovoltaica Geotermoelettrica Bioenergie<br />

EGP 1.267 42% 0,5% 57,5%<br />

IP 571 100%<br />

Edison ES 382 100%<br />

E.ON C&R 298 99,5% 0,5%<br />

EDF EN 245 72% 28%<br />

Sorgenia 96 84% 16%<br />

Alpiq 78 97% 3%<br />

BKW 50 92% 8%<br />

Totale Cluster 1 2.985 72% 3% 24% 0,1%<br />

ERG Ren 246 100%<br />

Alerion 225 88% 10% 2%<br />

Marseglia 209 8% 92%<br />

Falck Ren 150 88% 2% 10%<br />

api 134 72% 6% 22%<br />

Moncada 105 75% 16% 9%<br />

Tozzi 86 100%<br />

KRE 13 46% 54%<br />

Kinexia 6 100%<br />

Totale Cluster 2 1.172 71% 6% 23%<br />

FRI-EL 307 73% 27%<br />

IVPC 283 100%<br />

Veronagest 225 100%<br />

Fortore 123 99% 0,81%<br />

Asja Biz 108 51,5% 0,05% 48,5%<br />

ICQ 101 81% 19%<br />

Marcopolo 53 5% 95%<br />

Ergy 15 100%<br />

Totale Cluster 3 1.215 82% 1% 17%<br />

Totale campione 5.373 74% 3% 14% 9%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />

Analizzando l’incidenza delle tecnologie sul portafoglio di installato dei tre<br />

Cluster identificati emerge che:<br />

• l’eolico rappresenta il 74% dell’installato e, seppur con incidenze diverse,<br />

costituisce la fonte prevalente in tutti e tre i Cluster<br />

• le bioenergie<br />

- non hanno costituito un target per gli operatori di grandi dimensioni<br />

del Cluster 1, probabilmente dovuto alla non assoluta caratteristica di<br />

‘rinnovabile’ (bilancio di emissioni in CO 2<br />

in pareggio e non in positivo) e<br />

alla necessità di dotarsi di una filiera del combustibile specializzata per<br />

l’approvvigionamento<br />

Il parco generativo del<br />

campione è concentrato<br />

prevalentemente<br />

nell’eolico (74%<br />

dell’installato<br />

complessivo)<br />

-<br />

sono rilevanti per Cluster 2 e 3, grazie alla presenza di aziende specializzate<br />

(Ital Green Energy del Gruppo Marseglia e Marcopolo Engineering) o<br />

orientate allo sviluppo di impianti di produzione da biomassa e biogas<br />

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48 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

• il fotovoltaico, in considerazione delle dimensioni limitate degli impianti (da<br />

1 a 5 MW), incide in termini assoluti in misura limitata rispetto alle altre<br />

tecnologie (dimensione del parco di installato da 15 a 60 MW).<br />

Gli impianti sono<br />

localizzati soprattutto nel<br />

Sud Italia<br />

La distribuzione geografica riflette la prevalenza delle tecnologie del campione:<br />

• per il Cluster 1 incide il peso della tecnologia geotermica localizzata nella<br />

Regione Toscana<br />

• per tutti i Cluster, il peso dell’eolico si riflette direttamente nell’incidenza<br />

geografica dell’Italia Meridionale ed Insulare.<br />

Grafico 9<br />

Distribuzione macro-regionale del parco generativo del campione (2010, MW<br />

e peso % sul parco complessivo aziendale di ciascun Cluster)<br />

Italia Centrale<br />

33%<br />

Totale parco generativo Cluster 1<br />

2.308 MW<br />

Italia Settentrionale<br />

1%<br />

Totale parco generativo Cluster 2<br />

1.167 MW<br />

Italia Settentrionale<br />

Italia Centrale 0,4%<br />

5,6%<br />

Totale parco generativo Cluster 3<br />

1.165 MW<br />

Italia Settentrionale<br />

5%<br />

Italia Centrale<br />

1%<br />

Italia Meridionale<br />

e Insulare<br />

66%<br />

Italia Meridionale<br />

e Insulare<br />

94%<br />

Italia Meridionale<br />

e Insulare<br />

94%<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati Terna e dati aziendali<br />

Sintesi delle principali evidenze strategico-operative del<br />

benchmarking<br />

I risultati emersi dall’analisi dei tre Cluster sono sintetizzati nel grafico di seguito<br />

riportato, nel quale le aziende del campione sono state rappresentate rispetto a<br />

due variabili:<br />

• il grado di diversificazione geografica dell’attività <strong>nelle</strong> FER degli<br />

operatori (e/o dei gruppi di riferimento ai quali appartengono) al fine di<br />

valutare l’estensione dei mercati serviti: si passa da un limitato livello di<br />

diversificazione nel caso di presenza su mercati nazionali, per giungere ad<br />

una copertura internazionale o globale<br />

• il grado di diversificazione per fonte rinnovabile (idroelettrico, eolico,<br />

fotovoltaico, bioenergie, geotermico) sviluppato da ciascun player<br />

limitatamente al solo mercato italiano: è misurato dall’incidenza di ogni<br />

singola fonte rispetto al parco generativo complessivo gestito dall’azienda.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 49<br />

Grafico 10<br />

I raggruppamenti nel settore rinnovabili: il posizionamento mercati/fonti (2010)<br />

MONDO<br />

E.ON<br />

C& R<br />

IP<br />

EDF<br />

EN<br />

EGP<br />

Asja Biz<br />

Area della bolla:<br />

MW in esercizio in<br />

Italia (2010)<br />

EUROPA<br />

SOLO ITALIA<br />

Diversificazione geografica<br />

BASSA<br />

ERG<br />

Ren<br />

Edison<br />

ES<br />

Marcopolo<br />

Marseglia<br />

IVPC Ergy<br />

Kinexia<br />

Fortore<br />

Veronagest<br />

Falck Ren<br />

Tozzi<br />

Alerion<br />

api<br />

FRI-EL<br />

Alpiq<br />

Moncada<br />

Sorgenia<br />

ICQ<br />

KRE<br />

BKW<br />

>50,0% >25,0% ÷ 49,9%<br />

0,0%÷ 24,9%<br />

Diversificazione per fonte<br />

ALTA<br />

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />

Dal grafico sopra riportato risultano due principali evidenze:<br />

• l’internazionalizzazione costituisce un processo evolutivo alla portata dei<br />

grandi gruppi con un background nel settore energy tradizionale; oltre alle<br />

necessità di capitale, comunque teoricamente analoghe, almeno sui mercati<br />

geografici del Centro-Nord Europa, in termini di fabbisogno assoluto per<br />

impianto e possibilità di accesso locale al credito, risulta determinante il<br />

disporre di strutture organizzative e di know-how tecnico e manageriale<br />

idonei a gestire diverse geografie che, nell’ambito del settore energy,<br />

convenzionale e rinnovabile, presentano caratteristiche industriali e normative<br />

molto diverse per ciascun paese<br />

• anche il grado di diversificazione per tecnologia, pur essendo stato attuato,<br />

vede comunque per un numero preponderante di aziende del campione<br />

una specializzazione su una tecnologia, che nella maggior parte dei casi<br />

rappresenta oltre il 50% in termini di MW installati del proprio parco impianti.<br />

A differenza della<br />

diversificazione per<br />

fonte, realizzata da<br />

quasi tutti gli operatori,<br />

l’internazionalizzazione<br />

‘spinta’ è appannaggio<br />

dei grandi player<br />

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50 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Performance economiche<br />

Le economie di scala<br />

hanno un impatto<br />

positivo sulla redditività<br />

degli operatori del settore<br />

La storia recente del comparto delle rinnovabili in Italia e le difficoltà nel<br />

separare le attività di produzione di energia elettrica da fonti alternative<br />

dagli altri business eventualmente realizzati da ciascun operatore, rendono<br />

complesse e poco significative analisi storiche dei dati economico-patrimoniali<br />

delle imprese del campione. Considerando comunque le informazioni disponibili<br />

per l’esercizio 2010 è possibile individuare alcuni elementi caratterizzanti il<br />

comparto.<br />

In particolare, nel grafico di seguito riportato, che confronta il fatturato rispetto<br />

all’incidenza percentuale dell’Ebitda (o Margine Operativo Lordo) sul fatturato<br />

stesso, si evince in media per il campione una correlazione più che positiva<br />

tra le variabili, ovvero che per ogni unità di fatturato addizionale, la redditività<br />

si incrementa più che proporzionalmente, a dimostrazione della presenza di<br />

significative economie di scopo e di scala con riferimento ai costi operativi.<br />

E’ necessario sottolineare che per le aziende del comparto:<br />

• il fatturato è costituito dai ricavi derivanti dalla vendita di energia elettrica e<br />

dall’incentivo<br />

• i costi operativi ante Ebitda sono costituiti da personale di struttura,<br />

manutenzioni, royalties corrisposte ai Comuni nei quali sono localizzati gli<br />

impianti e oneri versati ai proprietari dei terreni su cui insiste l’impianto.<br />

Ebitda margin %<br />

Grafico 11<br />

Relazione tra redditività (Ebitda margin %) e fatturato (2010)<br />

90%<br />

KRE<br />

Tozzi<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

Kinexia<br />

ICQ<br />

api<br />

ERG Ren<br />

Alerion<br />

Moncada<br />

Veronagest<br />

Edison ES<br />

EGP<br />

40%<br />

Asja Biz<br />

Sorgenia<br />

FRI-EL<br />

30%<br />

20%<br />

Marcopolo<br />

10%<br />

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 ... 1.000 1.100<br />

Fatturato Euro mln<br />

Cluster 1 Cluster 2<br />

Cluster 3<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 51<br />

Con riferimento al confronto tra fatturato e il margine dell’Ebit (o Margine<br />

Operativo Netto), la correlazione sopra descritta si inverte, ovvero per<br />

ogni unità di fatturato addizionale la redditività si incrementa meno che<br />

proporzionalmente. Tale fenomeno può essere letto alla luce della natura degli<br />

oneri post Ebitda e ante Ebit, costituiti essenzialmente dall’ammortamento e<br />

dalle eventuali svalutazioni delle immobilizzazioni. Il trend del grafico evidenzia<br />

comunque sia l’impatto positivo sulla redditività determinato dalle economie<br />

di scala sugli investimenti, sia valori di redditività molto positivi, prossimi o<br />

superiori al 20%.<br />

Grafico 12<br />

Relazione tra redditività (Ebit margin %) e fatturato (2010)<br />

Ebit margin %<br />

50%<br />

Veronagest<br />

40%<br />

Tozzi<br />

Moncada<br />

30%<br />

20%<br />

Kinexia<br />

ERG Ren<br />

Sorgenia<br />

Edison ES<br />

FRI-EL<br />

EGP<br />

Alerion<br />

Asja Biz<br />

10%<br />

api<br />

0%<br />

-10%<br />

20 40 60 80 100 120 140 160 ... 1.000 1.100<br />

-20%<br />

-30%<br />

-40%<br />

Marcopolo<br />

Fatturato Euro mln<br />

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />

Anche in termini di utile netto la maggior parte delle aziende del campione<br />

evidenzia risultati molto positivi; i risultati negativi illustrati dal grafico seguente<br />

sono in diversi casi dovuti a fenomeni di incidenza degli oneri finanziari<br />

ascrivibili agli investimenti realizzati.<br />

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52 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Grafico 13<br />

Relazione tra redditività (margine su Utile netto %) e fatturato (2010)<br />

Utile netto margin %<br />

35%<br />

30%<br />

FRI-EL<br />

EGP<br />

Moncada<br />

25%<br />

Kinexia<br />

20%<br />

15%<br />

10%<br />

5%<br />

Tozzi<br />

Asja Biz<br />

Edison ES<br />

0%<br />

-5%<br />

-10%<br />

20 40 60 80 100 120 140 160 ... 1.000 1.100<br />

api<br />

Alerion<br />

Veronagest<br />

...<br />

- 45%<br />

Marcopolo<br />

Fatturato Euro mln<br />

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />

L’indebitamento,<br />

soprattutto bancario,<br />

sostiene gli investimenti<br />

degli operatori, in un<br />

comparto che richiama<br />

per caratteristiche<br />

(elevato ricorso al project<br />

financing) il settore delle<br />

infrastrutture<br />

I dati patrimoniali sono disponibili per un numero limitato di operatori del campione.<br />

In termini generali, rispetto alle risorse finanziarie disponibili da parte delle<br />

aziende del campione è possibile osservare che:<br />

• gli operatori del Cluster 1 appartengono tutti a gruppi quotati; in tale Cluster,<br />

Enel Green Power è l’unica società ad essere anche quotata in Italia<br />

• gli operatori dei Cluster 2 e 3, ovvero aziende non energy che hanno<br />

diversificato nel business delle rinnovabili e start up, hanno solitamente una<br />

struttura patrimoniale caratterizzata da un elevato ricorso al debito di progetto<br />

(project financing non-recourse, ovvero debito concentrato sulla special<br />

purpose vehicle di progetto, senza garanzia dell’azionista); a livello di equity,<br />

lo sviluppo è spesso ottenuto grazie all’apertura del capitale a terzi:<br />

-<br />

-<br />

sia mediante la quotazione alla Borsa Italiana (Alerion Clean Power, Falck<br />

Renewables, Kinexia, K.R. Energy, ErgyCapital)<br />

sia facendo ricorso ad investitori finanziari, rappresentati principalmente da<br />

fondi specializzati (è il caso del fondo Ambienta, presente in oltre il 20%<br />

del capitale di ICQ Holding) o da private equity, quali Amber Capital (che<br />

partecipa al 30% in Marcopolo) e Axa Private Equity Infrastructure Fund<br />

(45% in TRE & Partners)<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 53<br />

- sia cedendo quote di capitale ad altri operatori del settore (il 30% di M&A<br />

<strong>Rinnovabili</strong> del gruppo Moncada detenuto da Alpiq).<br />

La contenuta forza finanziaria in equity costituisce uno dei fattori che spesso<br />

incentiva tali player alla conclusione di accordi specifici con altri investitori o con<br />

altre imprese della filiera in una logica di condivisione dell’investimento e di risk<br />

sharing; citiamo a titolo esemplificativo:<br />

• le joint venture costituite da FRI-EL Green Power con EDF Energies<br />

Nouvelles (2001) per lo sviluppo, realizzazione e gestione di parchi eolici e<br />

con RWE Innogy (2008) per la realizzazione di progetti eolici e di biomassa<br />

solida<br />

• la partnership nel fotovoltaico avviata da ErgyCapital attraverso la costituzione<br />

della joint venture Ergyca Tracker con Beghelli Servizi.<br />

Le caratteristiche così delineate trovano conferma nell’analisi della struttura<br />

patrimoniale di alcune aziende del campione.<br />

Grafico 14<br />

Grado di indebitamento (2010)<br />

Posizione Finanziaria<br />

Netta ( Euro mln )<br />

2.000<br />

...<br />

EGP<br />

600<br />

500<br />

Veronagest<br />

400<br />

300<br />

FRI-EL<br />

Edison ES<br />

Alerion<br />

Moncada<br />

200<br />

Tozzi<br />

100<br />

Asja Biz<br />

0<br />

Marcopolo<br />

0 100 200 300 400 500 600 700 ... 8.000 8.300<br />

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi KPMG Advisory su dati aziendali<br />

Capitale Investito Netto (Euro mln)<br />

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />

Il grado di indebitamento, rappresentato dal rapporto tra la posizione finanziaria<br />

netta ed il capitale investito netto, degli operatori dei Cluster 2 e 3, mediamente<br />

pari a 0,7, denota un forte ricorso al debito, soprattutto bancario, per sostenere<br />

gli investimenti aziendali, che costituisce una caratteristica peculiare del settore.<br />

Per quanto riguarda il Cluster 1, emerge la struttura patrimoniale di Enel Green<br />

Power, caratterizzata da un livello di indebitamento molto limitato (0,2), grazie al<br />

supporto della casa madre.<br />

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54 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Principali evidenze economiche del benchmarking :<br />

la dimensione conta<br />

Dall’analisi dei bilanci dell’anno 2010, le performance di marginalità economica<br />

del campione risultano proporzionalmente collegate all’incremento delle<br />

dimensioni, evidenziando per il settore significative economie di scala e di<br />

scopo, sia in termini di strutture operative che di oneri legati agli investimenti.<br />

In termini assoluti il settore evidenzia marginalità di Ebit su fatturato molto<br />

positive, nella media del campione anche superiori al 20%.<br />

In termini di finanziamento degli investimenti, il comparto presenta<br />

caratteristiche da settore infrastrutturale, ovvero:<br />

• un elevato ricorso alle strutture di project financing non-recourse, con elevati<br />

gradi di leva (70% nella media del campione), almeno fino a tutto il 2010<br />

• il rafforzamento della struttura dei mezzi propri attraverso azioni strategiche<br />

quali la quotazione in borsa e l’ingresso nel capitale, con quote di minoranza,<br />

di fondi o di altri operatori del settore energy tradizionale<br />

• l’utilizzo di partnership strategiche mirate con altri operatori del settore e non,<br />

su iniziative di investimento mirate; il fenomeno di ingresso nel capitale di<br />

altre aziende del settore rinnovabile risulta invece assente.<br />

Tuttavia, i risultati di tale analisi devono essere riconsiderati alla luce delle<br />

recenti (fotovoltaico – settembre 2011) o prossime (eolico e biomasse –<br />

fine anno corrente/2012) evoluzioni normative, mirate ad una significativa<br />

riduzione degli incentivi, che influiranno:<br />

• sia sulla redditività attesa dei nuovi investimenti<br />

• sia sui livelli di leva conseguibili sugli investimenti, certamente minori del<br />

recente passato, che sulla struttura degli investimenti stessi, con una<br />

possibile evoluzione da logiche di project financing non-recourse (che incontra<br />

sempre maggiori difficoltà in termini di istruttoria da parte delle banche) a<br />

finanziamento tramite leasing, con contestuale necessità di rafforzamento<br />

delle strutture patrimoniali.<br />

Il prossimo capitolo ha pertanto l’obiettivo di definire tali possibili nuovi<br />

scenari normativi ed i relativi impatti per gli operatori.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 55<br />

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56 56 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

<strong>Investire</strong> oggi <strong>nelle</strong><br />

rinnovabili: punti di<br />

attenzione<br />

a cura di Gianpaolo Attanasio, Associate Partner KPMG Advisory<br />

L’evoluzione attesa del quadro normativo<br />

e i relativi impatti sui rendimenti<br />

I rendimenti con la normativa 2010<br />

Stante l’attuale struttura normativa in materia di meccanismi di incentivazione,<br />

e trascurando gli effetti degli scenari evolutivi della stessa, i rendimenti<br />

realizzati dagli operatori del comparto delle rinnovabili possono essere<br />

rappresentati, a titolo esemplificativo, come di seguito riportato.<br />

Tabella 15<br />

Gli indicatori medi alla base di un business plan tipo per l’eolico e il<br />

fotovoltaico (2010)<br />

Parametri industriali di riferimento attuali Eolico Fotovoltaico<br />

Gli indicatori medi alla base di un investimento tipo per l’eolico e il<br />

Potenza (MW) 36 5<br />

fotovoltaico; anno 2010<br />

Prezzo energia (a/MWh) ~ 65 ~ 78 (1)<br />

Valore incentivo (a/MWh) 85 346 (2)<br />

Producibilità (ore) 1.850 1.400 (3)<br />

CAPEX ALL-IN (ka/MW) 1.800 3.800<br />

Royalty (% dei ricavi totali) 3 3<br />

ICI (‰ sul valore dell’asset) 4 4<br />

OPEX (ka/MW) ~ 50 ~ 100<br />

Leva (%) 75 80<br />

Durata rimborso (durata incentivo meno 2 anni) 13 18<br />

Tasso fisso capitale a debito (%) 5,5 5,5<br />

(1)<br />

Il differenziale di prezzo si spiega analizzando le finestre temporali di produzione delle due diverse<br />

tecnologie lungo l’arco giornaliero; la tecnologia eolica è molto prossima a lavorare come ‘base load ’<br />

mentre la tecnologia fotovoltaica ha i picchi produttivi proprio <strong>nelle</strong> fasce orarie durante le quali l’energia<br />

elettrica ha un prezzo di mercato più elevato<br />

(2)<br />

Incentivo riferito ad un impianto di taglia superiore ad 1 MWp, installato a terra<br />

(3)<br />

Le ore di funzionamento del fotovoltaico fanno riferimento ad un impianto localizzato nel Sud Italia (valore<br />

medio)<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 57<br />

La seguente tabella illustra i rendimenti riguardanti gli economics industriali<br />

degli impianti sopra esposti.<br />

Tabella 16<br />

Simulazione sui rendimenti attuali per l’eolico e il fotovoltaico, valori<br />

medi rilevati (2010)<br />

Incentivo<br />

Eolico<br />

Certificati Verdi<br />

(durata 15 anni)<br />

Fotovoltaico<br />

Feed-in premium<br />

(durata 20 anni)<br />

DSCR (1) medio >1,3 x >1,2 x<br />

Equity IRR (2) (%) >11% >10%<br />

(1)<br />

Debt Service Cover Ratio: rappresenta il rapporto tra i flussi di cassa totali e quelli a servizio del debito<br />

(2)<br />

Internal Rate of Return: tasso composito annuale di ritorno effettivo generato dal capitale investito<br />

dall’azionista<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

L’evoluzione normativa degli incentivi - fotovoltaico<br />

Alla luce della crescita sostenuta dei costi complessivi per il Sistema<br />

Paese dei meccanismi di incentivazione a supporto delle fonti rinnovabili, il<br />

Legislatore ha proceduto, lo scorso maggio, alla revisione del Conto Energia<br />

sul fotovoltaico, con relativa riduzione degli incentivi e contingentamento della<br />

capacità installabile. Il ‘IV Conto Energia’ (si veda apposita sezione nel capitolo<br />

precedente) è stato emanato sulla base del quadro disegnato dal D.Lgs.<br />

28/2011, che stabilisce, tra l’altro, la necessità che l’incentivo alla produzione<br />

da rinnovabili assicuri un’equa remunerazione dei costi di investimento e di<br />

esercizio degli impianti.<br />

La revisione degli<br />

incentivi per il<br />

fotovoltaico favorisce lo<br />

sviluppo degli impianti sui<br />

tetti<br />

Il ‘IV Conto Energia’ prevede una riduzione delle tariffe incentivanti, rispetto a<br />

quelle inizialmente previste dal ‘III Conto Energia’, che, secondo le intenzioni<br />

del Legislatore, dovrebbe portare ad un allineamento tra livello di sostegno<br />

e costi di generazione del fotovoltaico. Il ‘IV Conto Energia’ inoltre, fissando<br />

tariffe differenziate secondo la taglia e la collocazione dell’impianto (a terra o<br />

su edificio), intende favorire lo sviluppo dei piccoli impianti collocati su edificio<br />

piuttosto che quello dei grandi impianti collocati a terra, tipicamente in terreni a<br />

vocazione agricola.<br />

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58 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il nuovo meccanismo di incentivazione prevede:<br />

• un periodo transitorio, per gli impianti che entreranno in esercizio dal 1<br />

giugno 2011 al 31 dicembre 2012, nel quale verranno applicate tariffe feedin<br />

premium ed un cap di costo vincolanti per il sostegno degli impianti<br />

fotovoltaici di grande taglia (580 milioni di Euro per l’intero periodo di regime<br />

transitorio).<br />

In questo periodo l’accesso all’incentivo per i grandi impianti sarà regolato<br />

attraverso lo strumento del registro per i grandi impianti;<br />

• un periodo ‘a regime’ (impianti che entreranno in esercizio a partire dal 2013<br />

e fino al 2016) durante il quale si applicheranno feed-in tariff, ossia tariffe<br />

omnicomprensive, senza un limite vincolante ai costi di incentivazione, ma<br />

con meccanismi automatici di riduzione delle tariffe in caso di superamento<br />

dei tetti indicativi di spesa fissati dal Decreto per i diversi periodi in cui è<br />

suddiviso il ‘IV Conto Energia’.<br />

In questo periodo per tutte le tipologie di impianto è prevista una riduzione<br />

minima delle tariffe da semestre a semestre, con riduzioni crescenti al<br />

passare del tempo, tanto che nel 2016 è prevista una riduzione del 30% da<br />

un semestre al successivo.<br />

In sintesi, i principi ispiratori di tale evoluzione normativa sul fotovoltaico sono<br />

riassumibili nella figura di seguito riportata.<br />

Figura 5<br />

I principi ispiratori alla base della revisione del meccanismo del Conto<br />

Energia relativo al fotovoltaico (‘IV Conto Energia’)<br />

Principi IV Conto Energia (fotovoltaico)<br />

RENDERE COERENTE<br />

L’INCENTIVO CON IL<br />

DECREMENTO DEI COSTI<br />

DELLA TECNOLOGIA<br />

RENDERE CERTO E<br />

CONTENERE L’ONERE<br />

FINANZIARIO SUL<br />

SISTEMA PAESE RELATIVO<br />

ALL’INCENTIVAZIONE<br />

FAVORIRE LA GENERAZIONE<br />

DISTRIBUITA TRAMITE LA<br />

DIFFUSIONE DEGLI IMPIANTI<br />

DI TAGLIA LIMITATA<br />

RENDERE ST<strong>ABI</strong>LE NEL TEMPO<br />

L’INCENTIVO ACQUISITO,<br />

FISSATO SULLA BASE<br />

DELL’ANNO DI INGRESSO<br />

Riduzione media annua del 30 - 40% dell’incentivo,<br />

che è coerente con la riduzione attesa del CAPEX e<br />

dei costi operativi, dovuti alle economie di scala<br />

derivanti da una maggior diffusione della tecnologia<br />

fotovoltaica<br />

Spesa fissa di incentivazione per 20 anni legata a<br />

soglie di potenza installabile/produzione/<br />

tariffa incentivante che permette una definizione<br />

certa della spesa per l’incentivazione<br />

(es. 280 mln per 2012, 440 mln per 2013, ecc.)<br />

Favorire gli impianti di taglia ridotta, legati<br />

alla generazione distribuita, anziché grandi<br />

installazioni (~5 MW); es. tariffa piccoli impianti<br />

(~1 MW o inferiore) maggiore di 1/3 rispetto ai<br />

grandi impianti)<br />

Introduzione della certezza per il produttore<br />

che il valore dell’incentivo acquisito, funzione<br />

dell’anno d’ingresso, sia stabile per tutta la durata<br />

del periodo d’incentivazione<br />

Fonte: KPMG Advisory<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 59<br />

L’evoluzione normativa degli incentivi – eolico e biomasse<br />

In misura analoga, il Legislatore sta procedendo ad una revisione dei meccanismi<br />

sottostanti i Certificati Verdi, con riduzione dell’incentivo e contingentamento<br />

della capacità installabile; considerando gli interventi sugli incentivi realizzati<br />

rispetto al fotovoltaico, è possibile attendersi un’analoga evoluzione normativa, di<br />

cui si prevede l’emanazione entro l’anno corrente o nel 2012.<br />

Allo stato attuale, il D.Lgs. 28/2011 ha previsto il superamento di questo<br />

sistema di incentivazione al termine di un periodo transitorio che durerà fino<br />

alla fine del 2015 (si veda apposita sezione nel capitolo precedente). I principi<br />

generali alla base della revisione dei Certificati Verdi prevedono, in particolare,<br />

che l’incentivo dovrà avere lo scopo di fornire una remunerazione equa dei costi<br />

di investimento e di esercizio sostenuti.<br />

Le linee guida normative contenute nel Decreto definiscono, sulla base delle<br />

dimensioni ‘entrata in esercizio dell’impianto’ e ‘potenza installata’, un sistema<br />

incentivante differenziato temporalmente come rappresentato nello schema seguente.<br />

La nuova struttura dei<br />

CV prevede, a seconda<br />

della dimensione degli<br />

impianti, tariffe feed-in<br />

premium e un sistema di<br />

asta al ribasso<br />

Figura 6<br />

L’evoluzione del meccanismo dei Certificati Verdi come già definito dal<br />

D.Lgs. 28/2011<br />

DIMENSIONI<br />

(data di entrata in<br />

esercizio/potenza installata)<br />

PERIODO TRANSITORIO<br />

PERIODO A REGIME<br />

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 ...<br />

IMPIANTI IN ESERCIZIO O ENTRANTI<br />

ante 31/12/12<br />

È previsto un prezzo di riferimento annuale di ritiro<br />

dei Certificati Verdi che il GSE applicherà per ritirare<br />

tutta l’offerta disponibile<br />

Migrazione del sistema Certificati<br />

Verdi verso una tariffa feed-in<br />

premium costante per tutta la<br />

durata dell’impianto<br />

NUOVI<br />

IMPIANTI post<br />

31/12/2012<br />

POTENZA<br />

INFERIORE A 5<br />

MW<br />

n.a.<br />

Definizione di un sistema di tariffe feed-in premium<br />

costante per tutta la durata dell’impianto<br />

POTENZA<br />

SUPERIORE A<br />

5 MW<br />

Definizione di un sistema di incentivo ad asta al<br />

ribasso tramite prezzo “cap” e “floor “<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory sulla base del D.Lgs. 28/2011<br />

In base alle nuove disposizioni, gli impianti che entreranno in esercizio entro la<br />

fine del 2012 avranno diritto all’attuale sistema di incentivazione. Per questa tipologia<br />

di impianti è previsto un periodo transitorio dal 2012 al 2015 durante il quale:<br />

Nuovi impianti in<br />

esercizio entro il 2012<br />

• la quota d’obbligo di energia rinnovabile da immettere in rete a carico dei<br />

produttori da fonti tradizionali si ridurrà linearmente nel triennio 2013-2015,<br />

per poi annullarsi<br />

• il prezzo di ritiro dei Certificati Verdi invenduti sarà pari al 78% del prezzo di<br />

cessione dei CV di titolarità del GSE.<br />

Al termine del periodo transitorio, quindi a partire dal 2016, cesserà l’emissione<br />

di Certificati Verdi e il diritto alla fruizione a questa forma di incentivazione sarà<br />

commutato nel diritto ad accedere ad una tariffa incentivante costante fissata in<br />

modo da garantire la redditività degli investimenti effettuati, addizionale rispetto<br />

al prezzo di mercato per l’energia elettrica prodotta; le modalità effettive della<br />

transizione dovranno essere definite dai decreti attuativi del D.Lgs. 28/2011.<br />

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60 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Tale evoluzione normativa, in termini di regolamento attuativo, non è ancora<br />

definita, ma è prevedibile che segua principi analoghi a quelli recentemente<br />

adottati per il fotovoltaico, come illustrato nella figura di seguito riportata.<br />

Figura 7<br />

I possibili principi ispiratori alla base della revisione del meccanismo dei<br />

Certificati Verdi (eolico e bioenergie)<br />

Proiezione dei principi di riferimento per il nuovo scenario dei CV<br />

RENDERE COERENTE<br />

L’INCENTIVO CON IL<br />

DECREMENTO DEI COSTI<br />

DELLA TECNOLOGIA<br />

RENDERE CERTO E CONTENERE<br />

L’ONERE FINANZIARIO SUL<br />

SISTEMA PAESE RELATIVO<br />

ALL’INCENTIVAZIONE<br />

FAVORIRE LA GENERAZIONE<br />

DISTRIBUITA TRAMITE LA<br />

DIFFUSIONE DEGLI IMPIANTI<br />

DI TAGLIA LIMITATA<br />

RENDERE ST<strong>ABI</strong>LE NEL TEMPO<br />

L’INCENTIVO ACQUISITO,<br />

FISSATO SULLA BASE DELL’ANNO<br />

DI INGRESSO<br />

L’incentivo riconosciuto è calcolato su una base industriale di costo<br />

finanziario e operativo dell’impianto tale da:<br />

- consentire il servizio del debito dell’impianto (quota capitale + interessi)<br />

rispetto ai covenants in termini di DSCR<br />

- consentire una remunerazione dell’azionista superiore al relativo WACC<br />

La riduzione degli incentivi unitari tali da mitigare la spesa per il Sistema<br />

Paese deve essere graduale e diluita nel tempo<br />

Il Sistema Paese deve avere un budget di spesa per l’incentivazione delle<br />

rinnovabili certo e controllabile basato su:<br />

- tariffa determinata per MWh prodotto<br />

- capacità installabile determinata a preventivo, su un orizzonte temporale di<br />

medio termine (fino al 2020)<br />

Incentivare gli impianti di piccola taglia (inferiori o pari a 5 MW),<br />

rispetto a quelli di grandi dimensioni (superiori a 5 MW)<br />

L’incentivo riconosciuto è legato all’anno di entrata in esercizio e non<br />

modificabile successivamente (certezza di un incentivo costante per la tutta la<br />

durata del periodo di incentivazione)<br />

Fonte: KPMG Advisory<br />

Il tema chiave di tale evoluzione normativa è pertanto costituito da due fattori:<br />

• l’individuazione di uno scenario in merito al possibile livello di incentivo, valido<br />

per tutti gli impianti:<br />

- a partire dall’anno 2016, sia gli attuali già in funzione che in funzione entro il<br />

2012<br />

- a partire dall’anno 2013, per gli impianti in ingresso a partire da tale data<br />

• la formulazione di un’ipotesi in merito al funzionamento dei meccanismi<br />

d’asta, per l’accesso alla capacità installabile che beneficerà di incentivo,<br />

applicabile per i grandi impianti con entrata in esercizio a partire dall’anno<br />

2013.<br />

Per determinare un livello di incentivo necessario per sostenere la redditività di<br />

un investimento il Legislatore potrebbe seguire lo schema illustrato nella figura<br />

di seguito riportata, che identifica gli attuali parametri industriali di riferimento<br />

ed i vincoli costituiti dal servizio del debito e di redditività minima per l’azionista.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 61<br />

Figura 8<br />

Simulazione sul livello di incentivo per impianti che entreranno in<br />

funzione entro il 2012 (impianto con tecnologia eolica)<br />

1. Parametri industriali di riferimento<br />

2. Vincoli<br />

3. Valore del premio rispetto<br />

attuali (al 31/12/2011) per un parco<br />

al prezzo di mercato<br />

eolico<br />

dell’energia<br />

• Potenza: 36 MW<br />

• Prezzo energia ( /MWh): ~65 /MWh<br />

Durata incentivo: 15 anni<br />

• Producibilità: 1.850 h<br />

• CAPEX ALL–IN (k): 1.800 k /MW<br />

• Royalty: 3% dei ricavi totali<br />

• ICI: 4 ‰ sul valore dell’asset<br />

• OPEX : ~ 50 k /MW<br />

• Leva: 75%; durata: 13 anni a<br />

(2 anni prima di termine incentivo)<br />

• Tasso fisso capitale a debito: 5,5%<br />

DSCR medio > 1,2x<br />

(Project Financing Covenant)<br />

IRR azionista<br />

> 7,5%<br />

~70 € / MWh<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

Nella simulazione effettuata, il valore minimo del premio rispetto al prezzo di<br />

mercato dell’energia elettrica, nel rispetto dei covenant finanziari e di un ritorno<br />

dell’azionista superiore al 7,5%, risulta essere pari a circa 70 Euro / MWh (oltre<br />

il 20% in meno rispetto al prezzo del Decreto attuale pari a 89,7 Euro / MWh).<br />

Indipendentemente dal livello di feed-in premium determinato dal<br />

Legislatore, esso dovrà rimanere costante nel tempo, in quanto<br />

diversamente l’impianto, data la propria base industriale di costo non più<br />

modificabile, andrebbe in ‘breach ’ dei covenant del contratto di project<br />

financing.<br />

E’ necessario inoltre sottolineare che un rendimento per l’azionista del<br />

7,5% costituisce una soglia estremamente ridotta per un investitore<br />

industriale e/o finanziario, tale da porre in dubbio l’effettiva permanenza<br />

nel settore come soggetto investitore.<br />

Gli impianti da fonti rinnovabili (ad esclusione del fotovoltaico) che entreranno<br />

in esercizio dopo il 31 dicembre 2012 dovrebbero essere incentivati<br />

attraverso due nuovi meccanismi:<br />

• un livello minimo di feed-in premium, che assicuri una redditività sufficiente<br />

all’impianto<br />

• un meccanismo di assegnazione di capacità incentivabile basato sulla<br />

conduzione di aste al ribasso dell’incentivo (feed-in premium) per gli impianti<br />

di dimensioni maggiori.<br />

Nuovi impianti in<br />

esercizio dal 2013<br />

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62 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il livello di incentivazione che assicuri agli impianti che entreranno in esercizio a partire<br />

dal 2013 una sufficiente redditività potrebbe essere determinato dal Legislatore<br />

secondo lo schema illustrato nella figura di seguito riportata che identifica:<br />

• gli attuali parametri industriali di riferimento ed il potenziale efficientamento<br />

per i prossimi anni<br />

• i vincoli costituiti dal servizio del debito e di redditività minima per<br />

l’azionista. In particolare, è prevedibile che il Legislatore assuma un ricorso<br />

a finanziamenti corporate anziché di project financing, con una conseguente<br />

riduzione dei covenant finanziari da rispettare.<br />

Figura 9<br />

Simulazione sul livello di incentivo per impianti che entreranno in<br />

funzione dopo il 2012 (impianto con tecnologia eolica)<br />

1. Parametri industriali<br />

di riferimento<br />

attuali (al 31/12/2011)<br />

per un parco eolico<br />

1 .Parametri industriali<br />

di riferimento<br />

efficientati<br />

(al 2015-16; parco eolico)<br />

2. Vincoli<br />

3. Valore del premio<br />

rispetto al prezzo di<br />

mercato dell’energia<br />

• Potenza: 36 MW<br />

• Prezzo energia (/MWh):<br />

~65 /MWh<br />

• Potenza: 36 MW<br />

• Prezzo energia (/MWh):<br />

~65 /MWh<br />

Durata feed-in premium:<br />

15 anni<br />

• Producibilità: 1.850 h<br />

• Producibilità: 1.850 h<br />

• CAPEX ALL–IN (k):<br />

1.800 k/MW<br />

• Royalty: 3% dei ricavi totali<br />

• ICI: 4 ‰ sul valore dell’asset<br />

• OPEX : ~ 50 k/MW<br />

• CAPEX ALL–IN (k):<br />

1.400 k/MW<br />

• Royalty: 1,5% dei ricavi totali<br />

• ICI: 4 ‰ sul valore dell’asset<br />

• OPEX : ~ 35 k/MW<br />

DSCR medio ><br />

1,15 ÷ 1,20x<br />

(da Project Finance a<br />

finanziamento corporate)<br />

Prezzo minimo di<br />

tariffa >50€ /MWh<br />

(con base<br />

industriale di<br />

costo impianto<br />

efficientata)<br />

• Leva: 75%; durata: 13 anni<br />

(2 anni prima di termine<br />

incentivo)<br />

• Tasso fisso capitale a debito:<br />

5,5%<br />

• Leva: 70%; durata: 13 anni<br />

(2 anni prima di termine<br />

incentivo)<br />

• Tasso fisso capitale a debito:<br />

5,5%<br />

IRR azionista ><br />

WACC > 7,5%<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

E’ necessario inoltre sottolineare che un rendimento per l’azionista del<br />

7,5% costituisce una soglia estremamente ridotta per un investitore<br />

industriale e/o finanziario, tale da porre in dubbio l’effettiva permanenza<br />

nel settore come soggetto investitore.<br />

Non sono considerati, per il mercato italiano, significativi fenomeni di riduzione<br />

dei CAPEX unitari in relazione alle economie di scala in quanto il parco di<br />

installato, per motivi intrinseci della tecnologia e di disponibilità dei siti, risulterà<br />

anche in futuro ridotto.<br />

Anche in tale simulazione la feed-in premium di riferimento dovrà rimanere<br />

costante nel tempo, in quanto diversamente l’impianto, data la propria base<br />

industriale di costo, non più modificabile, non sarebbe sostenibile come<br />

rendimento per l’azionista e/o servizio del debito.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 63<br />

Per gli impianti di dimensioni più elevate (probabilmente superiori a 5 MW)<br />

che entreranno in esercizio dopo il 31 dicembre 2012 è stato inoltre introdotto un<br />

meccanismo ad asta, che deve ancora essere definito nel suo regolamento attuativo.<br />

Il sistema di aste al ribasso, gestito dal GSE, ha per oggetto l’assegnazione di<br />

contingenti di potenza installabile specifici per fonte/tecnologia.<br />

E’ in corso di definizione<br />

il meccanismo d’asta<br />

riguardante i grandi<br />

impianti<br />

E’ prevista la definizione di una base d’asta (prezzo cap) e di livelli di<br />

prezzo minimi (floor ), determinati tenendo conto delle esigenze di rientro<br />

degli investimenti effettuati, come evidenziato nella simulazione sopra<br />

riportata.<br />

In estrema sintesi, il meccanismo dell’asta al ribasso si dovrebbe basare sui<br />

seguenti elementi:<br />

• quantità massima di energia incentivabile inferiore alla richiesta effettiva degli<br />

operatori (per abilitare effettivamente un meccanismo competitivo tra gli stessi)<br />

• assegnazione a tutti gli operatori dell’offerta minima ricevuta nella sessione<br />

d’asta, con floor minimo per garantire la sostenibilità degli impianti<br />

• allocazione degli incentivi sulla base delle offerte pervenute fino al<br />

raggiungimento della quantità contingentata (quantità massima di energia<br />

incentivabile).<br />

Figura 10<br />

Probabili dinamiche di formazione del prezzo d’asta<br />

Euro / MWh<br />

Cap<br />

Floor<br />

MWh<br />

Quantità massima stabilita dal legislatore<br />

nel periodo, oggetto dell’asta<br />

Richiesta<br />

effettiva<br />

Fonte: KPMG Advisory<br />

In termini concreti, se il GSE stabilirà un contingente di potenza installabile<br />

dell’asta inferiore rispetto alla capacità installabile dell’anno da parte degli<br />

operatori, il meccanismo di asta al ribasso farà sì che gli operatori, per non<br />

perdere l’accesso all’incentivo, tendano in ogni sessione di asta ad allineare le<br />

proprie offerte al prezzo floor.<br />

Il valore della base d’asta sarà comunque determinato in modo<br />

da garantire il ritorno sull’investimento in accordo con quanto<br />

esplicitamente previsto nel D.Lgs. 28/2011.<br />

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64 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il meccanismo di aste al ribasso, che rappresenta uno degli elementi più<br />

innovativi introdotti dal D.Lgs. 28/11, è fonte di notevoli incertezze per<br />

gli operatori del settore. In attesa dell’emanazione dei decreti attuativi,<br />

infatti, sono diverse le incognite in merito alle modalità operative alla base<br />

del funzionamento delle aste; i principali nodi da sciogliere sono infatti<br />

rappresentati:<br />

• dalla periodicità con la quale si svolgeranno le aste nel corso dell’anno e<br />

dai relativi contingenti di potenza, perché determineranno la possibilità<br />

per progetti non selezionati di accedere a successive procedure di asta,<br />

aumentandone le probabilità di successo. I contingenti di potenza potrebbero<br />

essere riferiti a specifiche aree geografiche e definiti in coerenza con la<br />

pianificazione regionale<br />

• dalla tipologia di progetti abilitati alla partecipazione tramite asta, in particolare<br />

dalla definizione di eventuali requisiti minimi (tecnici ed economici) dei<br />

progetti stessi e di solidità finanziaria dei proponenti<br />

• dai criteri di esclusione delle offerte presentate (ad esempio in base alla data<br />

nella quale l’operatore ha conseguito la cantierabilità dell’impianto; alla data<br />

cronologica di presentazione dell’offerta; ecc.).<br />

I requisiti di accesso alle aste, che dovrebbero imporre il versamento<br />

di idonee e rilevanti garanzie (ad esempio fidejussioni) per garantire<br />

l’effettiva realizzazione dell’impianto in caso di assegnazione<br />

dell’incentivo, dovrebbero rendere tale mercato riservato agli operatori<br />

medio-grandi, di derivazione energy e non, portando ad un significativo<br />

consolidamento del comparto rispetto alla situazione attuale, che vede la<br />

presenza di numerosi soggetti privati (i cosiddetti ‘sviluppatori’).<br />

Rispetto allo scenario normativo sopra delineato, la ‘Robin Hood Tax’, approvata<br />

di recente, dovrebbe avere effetto solo per l’anno 2013, in quanto prevista per<br />

tre anni, a partire dal 2011 (si veda l’approfondimento sottostante).<br />

La ‘Robin Hood Tax’<br />

Le disposizioni previste dall’articolo 81 del Decreto Legge 138 del 13 agosto 2011 determineranno effetti rilevanti sui<br />

risultati economici degli operatori del settore rinnovabili. La Legge Finanziaria recentemente approvata, infatti, prevede<br />

alcune novità in merito alla cosiddetta ‘Robin Hood Tax’, l’addizionale all’imposta sul reddito delle società (IRES) introdotta<br />

dalla Legge 133/2008 ed applicata alle imprese del comparto energetico tradizionale:<br />

• l’innalzamento dal 6,5% al 10,5% dell’aliquota addizionale IRES per società operanti nel settore energetico per i periodi<br />

di imposta dal 2011 al 2013<br />

• l’estensione dell’addizionale IRES ai soggetti che svolgono attività regolate sia nel settore elettrico che in quello del gas<br />

(trasmissione/dispacciamento e distribuzione) con il divieto di traslazione di questa imposta ai clienti finali<br />

• l’ampliamento dell’ambito di applicazione anche a soggetti che producono elettricità da biomasse e fonte solarefotovoltaica<br />

o eolica, fino ad ora esclusi<br />

• la riduzione della soglia di fatturato che determina l’assoggettamento all’imposta da 25 a 10 milioni di Euro.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 65<br />

Gli impatti della nuova normativa sui rendimenti -<br />

fotovoltaico<br />

L’applicazione di quanto disposto dal ‘IV Conto Energia’, entrato in vigore lo<br />

scorso maggio e che avrà valenza per gli impianti entrati in esercizio entro il<br />

31 dicembre 2016, dovrebbe determinare una riduzione del rendimento medio<br />

dell’azionista (si vedano le tabelle successive).<br />

Tabella 17<br />

L’evoluzione degli indicatori medi alla base di un investimento tipo per il<br />

fotovoltaico conseguenti all’introduzione del nuovo Conto Energia<br />

Il nuovo Conto Energia<br />

dovrebbe determinare<br />

una riduzione del<br />

rendimento medio<br />

dell’azionista<br />

Parametri industriali di riferimento<br />

2010<br />

(valori medi rilevati)<br />

2012<br />

(valori simulati)<br />

Potenza (MW) 5 5<br />

Prezzo energia (a/MWh) ~ 78 ~ 78<br />

Valore incentivo FV (a/MWh) 346 (1) 156 (2)<br />

Producibilità (ore) 1.400 (3) 1.400<br />

CAPEX ALL-IN (ka/MW) 3.800 2.300<br />

Royalty (% dei ricavi totali) 3 3<br />

ICI (‰ sul valore dell’asset) 4 4<br />

OPEX (ka/MW) ~ 100 ~ 50<br />

Leva (%) 80 80<br />

Durata rimborso<br />

18 18<br />

(durata incentivo meno 2 anni)<br />

Tasso fisso capitale di debito (%) 5,5 6,5 (4)<br />

(1)<br />

Incentivo riferito ad un impianto di taglia superiore ad 1 MWp, installato a terra, entrato in esercizio<br />

durante il 2010<br />

(2)<br />

incentivo riferito ad un impianto di taglia compresa tra 1 e 5 MWp, installato a terra, entrato in esercizio a<br />

giugno 2012<br />

(3)<br />

le ore di funzionamento fanno riferimento ad un impianto localizzato nel Sud Italia (valore medio)<br />

(4)<br />

Il tasso di debito è simulato più oneroso rispetto a quello del 2010, a causa dell’attuale crisi di liquidità<br />

degli istituti finanziari<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

Tabella 18<br />

L’evoluzione dei rendimenti attesi per il fotovoltaico conseguenti<br />

all’introduzione del nuovo Conto Energia<br />

Incentivo<br />

2010<br />

(valori medi rilevati)<br />

Feed-in premium<br />

(durata 20 anni)<br />

2012<br />

(valori simulati)<br />

Feed-in premium<br />

(durata 20 anni)<br />

DSCR medio >1,2 x >1,1 x<br />

Equity IRR (%) >10% 7,5%<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

Le nuove disposizioni normative producono i seguenti effetti sugli economics<br />

degli operatori del settore fotovoltaico:<br />

• riducono i rendimenti per l’azionista<br />

• sono tuttavia mitigati, mantenendo una discreta redditività, a fronte:<br />

- del riallineamento della filiera verso valori di CAPEX unitari inferiori,<br />

conseguibile nel caso della tecnologia in oggetto grazie all’evoluzione<br />

tecnologica ed alle rilevanti economie di scala <strong>nelle</strong> produzione dei pannelli<br />

- della significativa riduzione attesa del premio oggi riconosciuto agli<br />

sviluppatori degli impianti<br />

- dal significativo riallineamento della filiera in merito ai costi operativi di<br />

funzionamento.<br />

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66 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Gli impatti della nuova normativa sui rendimenti – eolico<br />

La nuova normativa per<br />

l’eolico dovrebbe avere<br />

un impatto limitato<br />

sul rendimento medio<br />

dell’azionista<br />

Le modifiche normative, in corso di definizione, potrebbero determinare sui<br />

rendimenti degli operatori del comparto eolico gli effetti sintetizzati <strong>nelle</strong><br />

seguenti tabelle.<br />

La simulazione prevede un incentivo di 130 Euro/MWh.<br />

Tabella 19<br />

L’evoluzione degli indicatori medi alla base di un investimento tipo per<br />

l’eolico conseguenti alle possibili nuove disposizioni normative in materia<br />

di incentivi<br />

Parametri industriali di<br />

riferimento<br />

2010<br />

(valori medi rilevati)<br />

2016<br />

(valori medi simulati)<br />

Potenza (MW) 36 36<br />

Prezzo energia (€/MWh)<br />

~ 65<br />

~ 65<br />

~ 150<br />

~ 130<br />

CV/Feed in premium (€/MWh) ~ 85 ~ 65<br />

Producibilità (ore) 1.850 1.850<br />

CAPEX ALL-IN (k€/MW) 1.800 1.600<br />

Royalty (% dei ricavi totali) 3 1,5<br />

ICI (‰ sul valore dell’asset) 4 4<br />

OPEX (k€/MW) ~ 50 ~ 35<br />

Leva (%) 75 70<br />

Durata rimborso (durata incentivo<br />

13 13<br />

meno 2 anni)<br />

Tasso fisso capitale di debito (%) 5,5 5,5 (1)<br />

(1)<br />

Si ipotizza un riallineamento dei tassi di debito ai livelli 2010, dopo il superamento dell’attuale crisi di<br />

liquidità degli istituti finanziari<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

Tabella 20<br />

L’evoluzione dei rendimenti attesi per l’eolico alle possibili nuove<br />

disposizioni normative in materia di incentivi<br />

Incentivo<br />

2010 (valori medi rilevati) 2016 (valori simulati)<br />

Certificati Verdi<br />

(durata 15 anni)<br />

Feed-in premium<br />

(durata 20 anni)<br />

DSCR medio >1,3 x >1,4 x<br />

Equity IRR (%) >11% >10%<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Advisory<br />

Gli effetti delle nuove disposizioni normative sugli economics degli operatori<br />

del settore eolico dovrebbero avere un impatto limitato per i rendimenti per<br />

l’azionista a condizione che i costi di CAPEX e OPEX si adeguino al contesto di<br />

incentivi meno favorevole.<br />

Il rispetto dei covenant sul debito dovrà essere sostenuto da un maggior livello<br />

di capitalizzazione degli impianti.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 67<br />

Conclusioni<br />

In questi anni, i sistemi di incentivazione previsti nel nostro Paese si sono<br />

rivelati uno strumento essenziale per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili.<br />

Nonostante le continue modifiche del quadro normativo, gli incentivi hanno<br />

mantenuto una sufficiente ‘prevedibilità’ sul ritorno dell’investimento<br />

agevolando dunque il funding delle opere.<br />

In questa prospettiva, e nonostante il dibattito in corso, occorre sottolineare<br />

come gli incentivi rappresentino contemporaneamente un elemento di<br />

continuità importante per il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia<br />

di energie rinnovabili e un fattore di promozione rilevante sul piano produttivo<br />

ed occupazionale.<br />

Tuttavia, la crescita sostenuta degli oneri connessi ai meccanismi di<br />

incentivazione ha avuto spesso una ricaduta negativa sui consumatori in<br />

termini di maggiori costi, tanto da generare riflessioni in merito alla sostenibilità<br />

economica delle fonti rinnovabili.<br />

In tale contesto, ci si interroga su quale sia il livello adeguato degli incentivi, in<br />

termini di:<br />

• andamento dei costi delle tecnologie e tempistiche di conseguimento della<br />

cosiddetta ‘grid parity ’<br />

• sostenibilità della spesa per il Sistema Paese.<br />

Tali questioni sono da tempo al centro di un vivace dibattito sia a livello politico<br />

ed economico: il tema centrale è la ricerca di un equilibrio tra la sostenibilità di<br />

sistema e la convenienza degli operatori a continuare ad investire.<br />

Le posizioni emerse sulle revisioni degli incentivi (sia al fotovoltaico che agli<br />

altri meccanismi) e i primi interventi attuati in tal senso in questi ultimi mesi<br />

aprono la strada a diverse possibili evoluzioni nel settore delle fonti rinnovabili<br />

nel nostro Paese.<br />

In ogni caso, al di là dell’evoluzione del sistema degli incentivi, per gli operatori<br />

diventa cruciale anche il tema della dimensione d’impresa e dell’accesso ad<br />

economie di scala significative. La crescita dimensionale, infatti, consente una<br />

riduzione strutturale del proprio costo di capitale investito e di gestione degli<br />

impianti, garantendo dunque la sostenibilità dei nuovi investimenti.<br />

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68 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Quadro di riferimento<br />

per l’evoluzione del settore<br />

01. incertezza del quadro normativo legata<br />

all’assenza di un Piano Energetico<br />

Nazionale e alla revisione in atto dei<br />

meccanismi di incentivazione<br />

02. dilatazione nei tempi di rilascio<br />

delle autorizzazioni derivanti dalla<br />

‘frammentazione’ amministrativa<br />

03. spesa a sostegno della struttura<br />

degli incentivi in crescita e<br />

prevedibilmente non sostenibile<br />

nel medio periodo per il Sistema<br />

Paese<br />

04. grandi player a parte, mercato<br />

di riferimento prevalentemente<br />

nazionale o al massimo<br />

europeo<br />

05. redditività mediamente<br />

positiva dipendente<br />

dal conseguimento di<br />

economie di scala<br />

06. possibile contrazione<br />

dei rendimenti medi<br />

conseguenti alla<br />

revisione in atto<br />

dei meccanismi di<br />

incentivazione<br />

Dopo aver registrato negli<br />

ultimi anni un significativo<br />

percorso di crescita, favorito<br />

anche da un vantaggioso<br />

sistema incentivante, le<br />

prospettive di sviluppo per il<br />

settore possono essere legate<br />

ad alcuni driver principali:<br />

• il consolidamento<br />

dimensionale e l’ottenimento<br />

di economie di scala<br />

• il raggiungimento della grid<br />

parity<br />

• l’evoluzione normativa<br />

• l’eventuale allargamento<br />

del mercato di<br />

riferimento attraverso<br />

l’internazionalizzazione.<br />

L’obiettivo a tendere<br />

dovrebbe essere quello di un<br />

percorso di sviluppo guidato<br />

prevalentemente da dinamiche<br />

di mercato.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 69<br />

Approfondimenti<br />

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70 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Le energie rinnovabili e<br />

gli obiettivi di grid parity<br />

a cura di Luca Mazzoni, Amministratore Delegato Protos<br />

Lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, conseguente alle evoluzioni<br />

intervenute <strong>nelle</strong> politiche energetiche comunitarie e nazionali, strettamente<br />

legate alla riduzione della dipendenza energetica di molti paesi dell’Unione<br />

Europea, richiede sempre di più una valutazione, a prescindere dai sistemi<br />

incentivanti che si prevede in futuro possano essere superati, della convenienza<br />

economica della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto a<br />

quelle tradizionali.<br />

Il conseguimento della<br />

grid parity è la vera<br />

chiave di volta per lo<br />

sviluppo del settore<br />

L’obiettivo del raggiungimento della cosiddetta grid parity (cioè la parità dei<br />

costi di produzione dell’energia da fonti convenzionali o alternative) per le<br />

energie rinnovabili assume quindi un ruolo fondamentale; il conseguimento in<br />

tempi contenuti di questo traguardo consentirebbe alle nuove fonti di energia<br />

di avviare un percorso di sviluppo proprio, non più vincolato all’incentivazione<br />

fornita dalle politiche pubbliche ma esclusivamente guidato da dinamiche<br />

strettamente di mercato.<br />

Le fonti energetiche ‘tradizionali’ (carbone, gas e nucleare) che storicamente<br />

hanno contribuito in misura preponderante alla produzione di energia elettrica,<br />

sono caratterizzate da miglioramenti tecnologici contenuti, mentre le ‘nuove’<br />

fonti energetiche mostrano interessanti prospettive di sviluppo ma, al<br />

momento, non sembrano ancora essere altrettanto competitive.<br />

Il costo di produzione di energia da fonti tradizionali, basate su tecnologie ormai<br />

consolidate, può cambiare annualmente solo in funzione dell’andamento del<br />

prezzo del combustibile, vista l’impossibilità di fatto di progressi tecnici tali da<br />

determinare ulteriori riduzioni di spesa.<br />

Nell’ambito delle fonti rinnovabili, invece, lo sviluppo tecnologico, legato sia ai<br />

crescenti investimenti in ricerca, sia alla sempre più ampia diffusione di queste<br />

forme di produzione di energia, sta determinando una costante discesa dei<br />

costi di produzione grazie alla creazione di economie di scala e all’emergere di<br />

innovazioni incrementali e non solo.<br />

Nel grafico seguente sono posti a confronto, utilizzando i dati più recenti a<br />

disposizione, i costi di produzione per kWh delle diverse fonti di energia.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 71<br />

Grafico 15<br />

Costo del kWh per diverse fonti di energia, Europa (2010, in Euro cent/<br />

kWh)<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Carbone<br />

(2009)<br />

Gas<br />

(2009)<br />

Nucleare<br />

(2007)<br />

Eolico<br />

(2007)<br />

Fotovoltaico<br />

(2010)<br />

Da<br />

Fino a<br />

Fonte: World Energy Council (2011)<br />

I costi così determinati non includono i costi sociali ed ambientali legati<br />

all’impiego delle diverse fonti energetiche. Per carbone e gas, il prezzo<br />

‘massimo’ include l’onere sulle emissioni di c o 2<br />

(che non è però applicata in<br />

tutti gli stati europei).<br />

Visto che, come detto, il costo di produzione da fonti fossili (carbone, gas,<br />

uranio) non varia molto di anno in anno, si può assumere che i valori del 2007 e<br />

2009 siano invariati al 2010:<br />

• carbone: 3,5 Euro cent/kWh (+2,5 Euro cent/kWh di tassa sulla CO 2<br />

)<br />

(European Wind Energy Association, 2010)<br />

• gas: 4,6 Euro cent /kWh (+1,1 Euro cent /kWh di tassa sulla CO 2<br />

) (European<br />

Wind Energy Association, 2010)<br />

• nucleare: 2,5-5,5 Euro cent /kWh (medio 4 Euro cent /kWh) (World Energy<br />

Council, 2010)<br />

• eolico: 6-9 Euro cent /kWh (European Wind Energy Association, 2010)<br />

• fotovoltaico: 11-17 Euro cent /kWh (EPIA, 2010).<br />

In considerazione del costo di produzione, in forte discesa per effetto del<br />

progresso tecnologico e delle economie di scala, è importante investire sulle<br />

fonti rinnovabili fino al giorno in cui queste saranno competitive anche senza<br />

incentivi.<br />

Il costo di produzione<br />

delle fonti energetiche<br />

rinnovabili è in forte<br />

discesa per effetto del<br />

progresso tecnologico e<br />

delle economie di scala<br />

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72 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il costo di produzione dell’energia da fonte rinnovabile varia a seconda della<br />

disponibilità di risorsa naturale (vento o sole ecc.) dove l’impianto viene<br />

installato; ciò incide sulle dinamiche di variazione dei costi con un aumento di<br />

quelli iniziali di investimento, ed una generale diminuzione di quelli complessivi<br />

di produzione, quando la risorsa è abbondante.<br />

Di seguito viene presentata l’evoluzione attesa dei costi di produzione delle<br />

fonti eolica e fotovoltaica.<br />

I principali fattori che<br />

determinano l’andamento<br />

del costo di produzione<br />

dell’energia eolica<br />

sono rappresentati dai<br />

costi d’investimento<br />

e dall’energia che gli<br />

aerogeneratori sono in<br />

grado di produrre<br />

Nel comparto eolico, i principali fattori che determinano l’andamento del<br />

costo di produzione dell’energia sono rappresentati dai costi d’investimento e<br />

dall’energia che gli aerogeneratori sono in grado di produrre compatibilmente<br />

con la disponibilità della risorsa del vento.<br />

Per gli impianti eolici connessi alla rete, negli ultimi anni è stato possibile<br />

constatare una riduzione generalizzata del costo di produzione inteso<br />

come costo del kWh. Tale tendenza può essere giustificata principalmente<br />

dall’aumento della taglia media delle macchine installate, nonché dal<br />

progressivo miglioramento della tecnologia eolica, soprattutto in relazione<br />

all’affidabilità e all’efficienza degli aerogeneratori.<br />

L’effetto di un aumento costante del valore medio delle dimensioni degli<br />

aerogeneratori ha, di fatto, comportato, per effetto dell’introduzione di<br />

economie di scala, una riduzione del costo dell’investimento iniziale.<br />

Parallelamente, il costante incremento annuale dell’efficienza globale degli<br />

aerogeneratori, riscontrato pari al 2-3 per cento negli ultimi anni, ha consentito<br />

un corrispondente incremento dell’energia prodotta.<br />

Grafico 16<br />

Ipotesi di sviluppo per le turbine eoliche, taglia media 2MW, sino al 2015<br />

(Euro cent/kWh)<br />

12<br />

10<br />

Entroterra<br />

Euro cent / kWh<br />

8<br />

6<br />

4<br />

Sito costiero<br />

2<br />

0<br />

1985 1987 1990 1993 1996 1999 2001 2004 2006 2010 2015<br />

Fonte: RisØ / DTU (National <strong>Lab</strong>oratory for Sustainable Energy of Denmark)<br />

Il rapido declino dei costi di produzione ha subìto un arresto nel 2006 (si veda<br />

grafico sopra riportato) a causa della crescente domanda di aerogeneratori,<br />

che ha richiesto una fase di allineamento della capacità produttiva da parte dei<br />

produttori, e dell’aumento dei prezzi dei materiali di fornitura quali l’acciaio.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 73<br />

Il mercato dell’energia eolica ha recentemente registrato un’evoluzione molto<br />

rapida, caratterizzata da un tasso di crescita annua in media compreso tra il<br />

25 e il 30 per cento negli ultimi dieci anni, che secondo alcune stime recenti<br />

(World Wind Energy Association) può ritenersi costante fino al 2015.<br />

Questo andamento prospettico è stato determinato sulla base delle seguenti<br />

ipotesi:<br />

• riduzione del costo unitario del prodotto secondo una percentuale costante<br />

pari al 10 per cento, in corrispondenza ad un raddoppio della produzione<br />

cumulata<br />

• raddoppio della capacità cumulativa installata ogni tre anni (considerando<br />

costante il tasso di crescita riscontrato negli ultimi anni).<br />

Il comparto fotovoltaico ha conosciuto, a partire dagli anni 2000, uno sviluppo<br />

a crescita esponenziale che si è mantenuto sino ad oggi a tasso crescente<br />

nonostante la crisi economica mondiale ed i cambiamenti delle politiche<br />

energetiche avvenuti in diverse nazioni.<br />

L’andamento del costo di produzione da fonte solare è strettamente connesso<br />

a quello delle tecnologie impiegate per la realizzazione dei pannelli fotovoltaici.<br />

Grafico 17<br />

Andamento storico del costo dei moduli fotovoltaici<br />

100<br />

Il costo di produzione<br />

da fonte solare è<br />

strettamente connesso<br />

a quello delle tecnologie<br />

impiegate per la<br />

realizzazione dei pannelli<br />

fotovoltaici<br />

Prezzo moduli fotovoltaici (USD/W)<br />

1979<br />

Silicio cristallino<br />

10<br />

Carenza di silicio<br />

2007<br />

Film sottile<br />

2009<br />

2009<br />

1<br />

1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000<br />

Produzione cumulata di moduli (MW)<br />

Trend film sottile Trend silicio Film sottile Silicio cristallino<br />

Fonte: EPIA (2010)<br />

Nel grafico sopra riportato viene rappresentata la flessione nel tempo dei costi<br />

relativi alle diverse tecnologie fotovoltaiche, dal quale è possibile evidenziare<br />

la significativa riduzione del prezzo di produzione dei pannelli conseguente<br />

all’introduzione di nuove tecnologie (film sottile).<br />

Nei prossimi vent’anni assume importanza significativa ipotizzare eventuali<br />

salti tecnologici <strong>nelle</strong> curve di apprendimento, con la possibilità di assistere allo<br />

sviluppo di nuove tecnologie.<br />

I pannelli fotovoltaici rappresentano ad oggi circa il 50 per cento del valore<br />

dell’investimento e si comprende come soprattutto ad essi possa essere<br />

ricondotta una futura riduzione dei costi di questa tecnologia.<br />

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74 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

2.800<br />

Grafico 18<br />

Previsione costo parchi fotovoltaici (in Euro)<br />

Range di prezzo<br />

2.600<br />

2.445<br />

2.215<br />

2.193<br />

1.908<br />

1.982<br />

1.640<br />

1.804<br />

1.409<br />

1.644<br />

1.214<br />

1.549<br />

1.135<br />

1.460<br />

1.062<br />

1.378<br />

995<br />

1.301<br />

993<br />

- 56%<br />

- 66%<br />

1.229<br />

875<br />

2010 2012 2014 2016 2018 2020 2022 2024 2026 2028 2030<br />

Fonte: epia (2010)<br />

Sulla base dei range di prezzo osservati ad ottobre 2011 è possibile rivedere<br />

al ribasso i valori citati dalla previsione EPIA: il prezzo degli impianti a terra che<br />

entreranno in esercizio nel primo semestre 2012 varia tra 1,8 e 2,2 milioni di Euro<br />

per MWp, con una riduzione aggiuntiva di circa l’8% rispetto alle stime iniziali.<br />

Nel fotovoltaico la ricerca<br />

tecnologica potrebbe<br />

migliorare ulteriormente<br />

l’effetto di riduzione<br />

dei costi, abbreviando<br />

significativamente i<br />

tempi necessari al<br />

raggiungimento della grid<br />

parity<br />

Ipotizzando uno sviluppo costante del mercato, è possibile prevedere, tenendo<br />

in considerazione la composizione dei costi di realizzazione dei parchi fotovoltaici,<br />

una riduzione dei costi a vent’anni tra il 56 e il 66 per cento, salvo ‘salti quantici’<br />

nella curva di apprendimento, dovuti alla ricerca tecnologica, che potrebbero<br />

migliorare ulteriormente l’effetto di riduzione dei costi, ovvero abbreviare<br />

significativamente i tempi necessari alla realizzazione della grid parity.<br />

Questo porterebbe i costi di produzione, attualmente compresi tra 11 e 19<br />

centesimi di Euro/kWh, ad un range di 6-10 centesimi di Euro/kWh nel 2020 e<br />

4-7 centesimi di Euro/kWh nel 2030 (si veda grafico sotto riportato).<br />

Grafico 19<br />

Previsione del LCOE * per il fotovoltaico (range in Euro cent/kWh)<br />

Euro cent/kWh<br />

25<br />

20<br />

20,1<br />

18,7<br />

15<br />

2010<br />

10<br />

5<br />

11,8<br />

8,7<br />

8,3<br />

5,9<br />

2020<br />

2030<br />

12,6<br />

11,7<br />

7,4<br />

5,4<br />

5,2<br />

3,7<br />

0<br />

1.200 1.300 1.400 1.500 1.600 1.700 1.800 1.900 2.000 2.100<br />

Ore di operatività kWh/kWp<br />

Alto 2010 Alto 2020 Alto 2030 Basso 2010 Basso 2020 Basso 2030<br />

* LCOE Levilized Cost of Energy: risultato del rapporto tra energia totale prodotta dall’impianto nel suo<br />

ciclo di vita, e i costi di investimento, i tassi di interesse e tutti i costi relativi (sia in fase di costruzione<br />

che operativi) attualizzati.<br />

Fonte: epia (2010)<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 75<br />

Sulla base di quanto descritto è possibile ipotizzare alcuni scenari per il<br />

raggiungimento della grid parity in Italia per l’energia prodotta dalla fonte<br />

potenzialmente più abbondante in termini di risorsa sfruttabile e meglio<br />

distribuita sul territorio nazionale, ovvero il fotovoltaico.<br />

Sono stati assunti tre diversi scenari per l’incremento del prezzo di vendita<br />

dell’energia, in linea con quanto atteso dagli analisti del mercato (prezzo alto,<br />

prezzo medio, prezzo basso), mentre per la valutazione del costo dell’energia<br />

da fotovoltaico si è fatto ricorso a una forchetta (FV Fotovoltaico alto e<br />

Fotovoltaico basso) che richiama i valori descritti nel grafico precedente.<br />

Grafico 20<br />

Ipotesi di grid parity per il fotovoltaico<br />

0.30<br />

0.25<br />

0.20<br />

0.15<br />

0.10<br />

0.05<br />

0.00<br />

2010 2015 2020 2025 2030<br />

Prezzo basso Prezzo medio Prezzo alto FV alto FV basso<br />

Fonte: Protos (2011)<br />

E’ stato assunto l’incremento del prezzo di vendita dell’energia che, da 6<br />

centesimi di Euro/kWh del 2010, porta ad un range di 7-18 centesimi di Euro/<br />

kWh nel 2020 sino a raggiungere, nel 2030, la forchetta 9-25 centesimi di Euro/<br />

kWh.<br />

E’ interessante constatare come, nel caso migliore, la grid parity sia<br />

riscontrabile già a partire dal 2013.<br />

L’attuale crisi economica mondiale, però, avendo tra gli effetti la contrazione<br />

dei consumi e della produzione industriale, è causa di meccanismi deflattivi che<br />

potranno portare ad un ritardo nel raggiungimento della parità di rete.<br />

Nel fotovoltaico il<br />

migliore scenario prevede<br />

il raggiungimento della<br />

grid parity al 2013<br />

Tuttavia lo scenario prospettato non tiene conto di possibili innovazioni<br />

tecnologiche e salti nella curva di apprendimento che, nel medio periodo,<br />

vadano a contribuire ulteriormente alla competitività della tecnologia.<br />

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76 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il Project Financing nel<br />

settore delle rinnovabili<br />

a cura di Marco Serifio, Partner KPMG Advisory<br />

In Italia il project financing ha raggiunto in termini cumulati sino al primo<br />

semestre 2010 (1) un valore complessivo di circa 158 miliardi di Euro realizzati<br />

con 611 financial close. Rispetto al mercato complessivo, il numero cumulato<br />

dei financial close inerenti opere private e pubbliche per il settore delle energie<br />

rinnovabili, sino al primo semestre del 2010, è stato pari a 342 operazioni, per<br />

un valore pari a circa 50 miliardi di Euro.<br />

Le energie rinnovabili<br />

sono uno dei settori<br />

di punta in termini<br />

di ricorso al project<br />

financing<br />

Sia in termini di numerosità delle operazioni (circa il 56% del totale) che come<br />

valore finanziato (circa il 32% del totale), il settore delle energie rinnovabili<br />

si attesta come settore primario nell’effettuazione di operazioni di project<br />

financing (da notare come solo il settore delle telecomunicazioni superi le<br />

energie rinnovabili per quanto riguarda il valore dei finanziamenti).<br />

Rispetto al primo semestre dello scorso anno, il settore energetico registra un<br />

aumento di 112 financial close (su 131 totali) per un valore di circa 7 miliardi di Euro.<br />

L’analisi dei dati di sintesi dei progetti realizzati o in corso di realizzazione da<br />

parte degli istituti di credito rileva come il rapporto tra debito e capitale delle<br />

operazioni in project financing è pari a 80%-20%, con una durata delle linee di<br />

finanziamento (base facility ) compresa in un range tra 10 e 20 anni.<br />

L’aspettativa sugli spread applicati ai tassi di interesse delle principali linee di<br />

finanziamento varia in un range compreso tra 240 e 280 punti base, almeno<br />

fino al 2010, oggi in forte aumento a causa dei recenti trend macroeconomici.<br />

Per quanto riguarda il rimborso del debito, la quasi totalità degli istituti finanziari<br />

ritiene fondamentale che il DSCR (2) (Debt Service Cover Ratio) si attesti,<br />

durante la vita del progetto, su livelli pari a 1,3 per garantire la sostenibilità e<br />

‘bancabilità’ dell’investimento effettuato.<br />

Fino al 2010, gli istituti di credito coinvolti nell’analisi hanno ritenuto che il<br />

settore delle energie da fonti rinnovabili fosse in una fase di stabilità con<br />

aspettative di ulteriore crescita, ponendolo come il settore con maggiori<br />

potenzialità di crescita sul mercato del project financing nazionale.<br />

Nel corso del 2011 tuttavia, le incertezze sugli incentivi hanno portato de facto<br />

a forti ostacoli nel completamento di operazioni di project financing.<br />

(1)<br />

Fonte: “Guida agli Operatori del Project Finance 2010”, Finlombarda. Gli importi finanziati ed il numero di operazioni seguite dagli istituti di<br />

credito, sono relativi all’attività svolta dall’inizio dell’operatività degli operatori sino a tutto il primo semestre 2010. Rispetto ai dati di sintesi dei<br />

progetti realizzati o in corso di realizzazione da parte degli istituti di credito, bisogna segnalare come uno stesso progetto possa essere stato<br />

seguito da più istituti contemporaneamente, a seconda del ruolo rivestito all’interno dell’operazione (Advisor, Arranger, Asseveratore, ecc).<br />

(2)<br />

Il DSCR esprime il rapporto tra il flusso di cassa operativo (operating cash flow) e il servizio del debito (quota capitale e quota interessi).<br />

Misura la capacità del progetto di generare flussi di cassa in grado di rimborsare il debito.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 77<br />

Per quanto riguarda il ruolo degli istituti finanziari, si registra come Unicredit e<br />

Intesa Sanpaolo siano i principali operatori del settore a livello nazionale. Essi,<br />

infatti, rappresentano, ad oggi, circa il 32% del totale dei progetti seguiti (si<br />

rimanda al grafico seguente).<br />

Grafico 21<br />

Il mercato del project financing nel settore energetico: peso % dei<br />

principali istituti di credito sul numero cumulato di financial close<br />

Altri<br />

24%<br />

Totale mercato:<br />

342 Operazioni<br />

Unicredit<br />

17%<br />

Tra gli istituti finanziari,<br />

Unicredit e Intesa<br />

Sanpaolo sono i principali<br />

operatori del settore a<br />

livello nazionale (con<br />

il 32% del totale dei<br />

progetti seguiti)<br />

WestLB<br />

4%<br />

Dexia<br />

4%<br />

Agrileasing<br />

4%<br />

BNP Paribas<br />

10%<br />

MPS<br />

11%<br />

Intesa Sanpaolo<br />

15%<br />

Centrobanca<br />

11%<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />

Per quanto riguarda gli importi finanziati per la realizzazione dei progetti<br />

come sopra indicato, Unicredit da sola rappresenta il 25% dei finanziamenti<br />

concessi, seguita da Intesa Sanpaolo al 16% e BNP Paribas al 13% (i tre istituti<br />

rappresentano più del 50% dei finanziamenti concessi). Per quanto riguarda gli<br />

altri istituti, essi rappresentano percentuali minori seppur significative, come di<br />

seguito riportato.<br />

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78 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Grafico 22<br />

Il mercato del project financing nel settore energetico: peso % dei<br />

principali istituti di credito sul valore finanziato cumulato<br />

Totale mercato:<br />

Euro 50 mld<br />

ING<br />

4%<br />

Mediobanca<br />

4%<br />

Banco Bilbao<br />

4%<br />

Altri<br />

17%<br />

Unicredit<br />

25%<br />

Dexia<br />

4%<br />

Centrobanca<br />

4% MPS<br />

4%<br />

WestLB<br />

5%<br />

BPN Paribas<br />

13%<br />

Intesa Sanpaolo<br />

16%<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />

In termini di volumi, eolico e biogas sono i comparti nei quali si sono<br />

concentrati il maggior numero di investimenti.<br />

Grafico 23<br />

Il mercato del project financing nel settore delle energie rinnovabili: la<br />

ripartizione settoriale degli investimenti<br />

39%<br />

Totale mercato:<br />

342 operazioni<br />

32%<br />

13%<br />

12%<br />

4%<br />

Eolico Biogas Fotovoltaico Biomasse Idroelettrico<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />

Eolico e biogas<br />

rappresentano più<br />

del 50% dei progetti<br />

finanziati<br />

Si può notare come l’eolico e il biogas, se considerati insieme, rappresentino<br />

ben più del 50% del totale dei progetti finanziati. Il fotovoltaico, seppur<br />

recentemente ha mostrato segnali di ripresa, ha subito un periodo di forte<br />

contrazione degli investimenti data dalla momentanea mancanza di chiarezza in<br />

merito agli incentivi.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 79<br />

Il grafico seguente riporta, in dati percentuali, la collocazione geografica dei progetti<br />

finanziati (sono riportate le principali Regioni per numerosità di operazioni).<br />

Grafico 24<br />

Il mercato del project financing nel settore delle energie rinnovabili: la<br />

ripartizione geografica degli investimenti<br />

Totale mercato:<br />

342 operazioni<br />

17% 17%<br />

17%<br />

11% 11%<br />

10%<br />

7%<br />

6% 6%<br />

Puglia<br />

Sicilia<br />

Sardegna<br />

Campania<br />

Lombardia<br />

E.Romagna<br />

Toscana<br />

Marche<br />

Fonte: elaborazioni KPMG Corporate Finance su dati Finlombarda<br />

Altre<br />

Sicuramente il Sud rappresenta l’area geografica del Paese con più operazioni<br />

di project financing, dato soprattutto dovuto alle caratteristiche territoriali che<br />

meglio consentono la disponibilità delle risorse per la produzione di energia da<br />

fonti rinnovabili.<br />

KPMG svolge abitualmente attività di audit di Piani Economico Finanziari relativi<br />

ad operazioni riguardanti la costruzione e la gestione di impianti di energie<br />

alternative, in maniera tale da monitorare il settore sia dalla parte degli operatori<br />

che degli istituti finanziari.<br />

Il Sud Italia rappresenta<br />

l’area geografica del<br />

paese con più operazioni<br />

di project financing<br />

L’attività svolta negli anni permette di notare come il trend del settore, per<br />

ripartire, necessiti il chiarimento del quadro degli incentivi al fine di superare<br />

l’attuale periodo di incertezza.<br />

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80 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Modelli di strutturazione<br />

dei progetti di investimento<br />

nel settore delle energie<br />

rinnovabili<br />

a cura di Stefano Cervo, Tax Partner KStudio Associato<br />

Le opportunità legate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili<br />

(e particolarmente da fonte fotovoltaica) sono ormai da alcuni anni oggetto di<br />

speciale attenzione sotto vari punti di vista.<br />

L’analisi della variabile fiscale è di evidente interesse in quanto costituisce uno<br />

degli elementi per valutare positivamente un investimento in tale settore,<br />

consentendo di apprezzarne i margini di redditività.<br />

Il trattamento fiscale<br />

riservato alle operazioni<br />

può variare in modo<br />

significativo a seconda<br />

dell’oggetto specifico<br />

del progetto che può<br />

essere l’azienda o le<br />

partecipazioni<br />

Gli aspetti tributari da considerare sono molteplici e il trattamento fiscale<br />

riservato alle operazioni può variare in modo significativo a seconda dell’oggetto<br />

specifico del progetto che può essere l’azienda o le partecipazioni; è opportuno,<br />

pertanto, nell’esame della fiscalità, fare attenzione alle varie fattispecie.<br />

Aspetti fiscali dell’acquisizione di un asset<br />

<strong>nelle</strong> energie rinnovabili<br />

Carve out del progetto<br />

Ipotizzando uno schema frequente nel fotovoltaico che vede:<br />

• un developer che si occupa di identificazione del sito, progettazione, rapporti<br />

con le autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni, ed in taluni casi del<br />

reperimento del finanziamento per una serie di progetti (‘pipeline’)<br />

• il carve out di alcuni progetti della pipeline in special purpose vehicles (SPV)<br />

• la cessione delle quote dello SPV ad un acquirente<br />

si pongono vari problemi fiscali in relazione al carve out dei progetti in pipeline<br />

ed alla cessione delle quote della SPV.<br />

Assumendo che i progetti si qualifichino come ‘azienda’, può configurarsi<br />

l’ipotesi di un conferimento in regime di neutralità e ci si potrebbe avvalere<br />

della disposizione contenuta nell’articolo 176, comma 3, del TUIR n. 917/86<br />

che esplicitamente considera ‘non elusiva’ la successiva cessione delle<br />

partecipazioni a condizione che sia stata posseduta per almeno un anno.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 81<br />

Il panorama delle operazioni straordinarie ‘fiscalmente neutrali’, quali ad<br />

esempio la scissione parziale a favore di una beneficiaria neo costituita o<br />

preesistente, pongono il problema della elusività dell’operazione qualora la<br />

stessa sia seguita dalla successiva cessione delle quote e, dunque, vanno<br />

valutate attentamente in funzione di tale profilo di rischio.<br />

In tale situazione si pone il problema della possibile applicazione del cosiddetto<br />

regime della Participation Exemption (PEX, esenzione al 95% della plusvalenza<br />

derivante dalla cessione delle quote di partecipazione).<br />

La PEX, invero, è condizionata all’effettivo esercizio di attività commerciale.<br />

Sul punto ci si interroga sul rilievo da attribuire alle attività preliminari al<br />

completamento dell’impianto che, unite ad un profilo temporale (cessione<br />

prima dei tre anni, con eccezione forse del caso della neocostituita),<br />

sembrerebbero porre dei dubbi sull’applicabilità del regime di esenzione.<br />

I dubbi sull’applicazione della PEX consigliano spesso di detenere le SPV<br />

direttamente tramite società di diritto estero, così da poter cederne le azioni<br />

tassando i capital gains esclusivamente nel luogo di residenza del cedente, nel<br />

caso in cui questo benefici delle convenzioni contro le doppie imposizioni.<br />

Strutture alternative: il fondo immobiliare<br />

Aderendo alla tesi che qualifica un impianto solare come bene immobile si può<br />

ipotizzare di strutturare progetti di investimento mediante l’utilizzo di un fondo<br />

immobiliare.<br />

Lo schema, in alcuni casi di non semplice realizzazione pratica, sarebbe il<br />

seguente:<br />

Investitore<br />

comunitario<br />

Fondo investimento<br />

immobiliare (ITA)<br />

Canone di affitto<br />

Asset<br />

Ricavo<br />

Utilizzatore<br />

dell’ immobile<br />

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82 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Con tale struttura, il fondo immobiliare acquista l’immobile e stipula un<br />

contratto (in genere di affitto) con un terzo per l’utilizzo dell’asset. In tal caso<br />

i proventi conseguiti dal fondo immobiliare saranno esenti da imposta, mentre<br />

la tassazione si sposterà sui detentori delle units e varierà in funzione dei<br />

soggetti partecipanti:<br />

• nel caso di investitori stranieri residenti in paesi ‘white list ’ o di investitori<br />

cosiddetti ‘istutizionali’ (banche, SIM, ecc.), il provento verrà tassato con<br />

un’imposta del 20% applicata sui proventi percepiti (aliquota che può essere<br />

ridotta in base alle convenzioni contro le doppie imposizioni)<br />

• in ipotesi di investitori residenti non istituzionali, ci saranno due possibilità a<br />

seconda se la percentuale di possesso delle quote superi o meno il 5%; se lo<br />

supera la tassazione del reddito del fondo avverrà per trasparenza in capo al<br />

percettore, indipendentemente dall’effettiva percezione; mentre se la quota<br />

è al di sotto di tale limite, si applicherà un’imposta del 20% sul percepito. In<br />

caso di cessione delle quote del fondo immobiliare da parte degli investitori,<br />

tuttavia, non si potrà usufruire del meccanismo agevolativo della PEX.<br />

Fiscalità delle ‘operations’ <strong>nelle</strong> energie<br />

rinnovabili<br />

Robin Hood Tax<br />

L’appeal delle energie<br />

rinnovabili deve fare i<br />

conti con l’estensione<br />

alle società operanti<br />

in tale settore della<br />

cosiddetta Robin Hood<br />

Tax<br />

L’appeal del settore delle energie rinnovabili deve fare i conti anche con<br />

l’estensione alle società operanti in tale campo della cosiddetta Robin Hood<br />

Tax, ossia un’aliquota addizionale IRES applicata nei confronti dei soggetti<br />

incisi (che passa dal 6,5% al 10,5% per tre anni decorrenti dal 2011), portando<br />

l’aliquota complessiva IRES al 38%.<br />

Ma non è tutto. La novità, introdotta dal decreto legge n.138/2011(cosidetta<br />

‘Manovra-bis 2011’), riduce anche le soglie minime di ‘ingresso’ previste per<br />

essere assoggettati a questo nuovo tributo dai precedenti 25 milioni agli attuali<br />

10 milioni di Euro di fatturato. La disciplina fiscale considera i ricavi ottenuti<br />

dall’impresa nel 2010 (che devono superare i 10 milioni di euro) e 1,2 milioni di<br />

reddito tassabile, non esentando dalla nuova addizionale neppure chi nel 2011,<br />

per ipotesi, dovesse poi trovarsi al di sotto delle soglie previste.<br />

Al riguardo va segnalata l’ordinanza del 26 marzo 2011 n. 9, con cui la<br />

Commissione Tributaria provinciale di Reggio Emilia ha rimesso la questione<br />

della legittimità costituzionale di tale tributo alla Corte Costituzionale,<br />

affermando che lo stesso sia in contrasto con il principio di uguaglianza sancito<br />

dagli articoli 3 e 53 della Costitutizione.<br />

In attesa dell’esito della pronuncia (che se di accogliamento avrebbe un impatto<br />

in termini di mancato gettito di circa 3,6 miliardi di Euro), può osservarsi come il<br />

prelievo rappresenta, tra l’altro, una variabile da esaminare nella costruzione di<br />

un progetto di investimento.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 83<br />

Cosicchè ci si chiede se sia compatibile con l’attuale tendenza della<br />

giurisprudenza e dell’amministrazione finanziaria in tema di abuso del diritto,<br />

costituire SPV sotto forma di società di persone, sia pure detenute da soci<br />

società di capitali, per le quali la Robin Hood Tax sembrerebbe non dovuta<br />

in virtù della esclusione di tali destinatari dai soggetti richiamati dall’art. 73<br />

del TUIR ovvero, ancora, se sia possibile strutturarsi (attraverso operazioni<br />

straordinarie di fusioni o scissioni), in modo da posizionarsi sotto la soglia di<br />

applicazione del tributo in commento, in presenza, si intende, di valide ragioni<br />

economiche che giustifichino una siffatta organizzazione (o riorganizzazione).<br />

ICI<br />

Altra tematica tributaria fortemente dibattuta e fonte di incertezza operativa,<br />

nonostante la presenza di diverse pronunce ministeriali al riguardo, è quella<br />

relativa alla natura e classificazione degli impianti alternativamente quali beni<br />

immobili o beni mobili, con particolare riferimento all’imposizione diretta, all’ICI<br />

e alla possibilità di utilizzare lo strumento del fondo immobiliare.<br />

In base alla posizione dell’Agenzia delle Entrate, espressa nella Circ. 46/E<br />

del 2007: “..l’impianto fotovoltaico situato su un terreno non costituisce<br />

impianto infisso al suolo in quanto normalmente i moduli che lo compongono<br />

(i pannelli solari) possono essere agevolmente rimossi e posizionati in altro<br />

luogo, mantenendo inalterata la loro originaria funzionalità..”. La natura di<br />

bene ‘mobile’ era stata confermata nella successiva Circ. 38/E del 2008<br />

dalla medesima Agenzia delle Entrate, riconoscendo il beneficio del credito<br />

d’imposta per investimenti in aree svantaggiate (art. 1, commi 271-279, della<br />

legge 296/2006).<br />

Una fonte di incertezza<br />

operativa riguarda la<br />

classificazione degli<br />

impianti come beni<br />

immobili o beni mobili<br />

Di contrario avviso, l’Agenzia del Territorio (nota Circ. 3/T del 6/11/2008) ha<br />

da sempre ritenuto che i pannelli fotovoltaici posizionati permanentemente<br />

sul suolo devono essere assimilati alle turbine delle centrali idroelettriche<br />

(rappresentando il carattere sostanziale di centrale elettrica) e che il complesso<br />

dei beni costituito dal suolo e dalla serie di “..pannelli costituenti l’impianto<br />

fotovoltaico, costituisce un opificio avente natura di ‘bene immobile’ e<br />

autonoma rilevanza catastale (categoria D1)..”.<br />

Il contrasto tra le due amministrazioni finanziarie è proseguito, anche se a<br />

seguito dell’ultimo intervento dell’Agenzia delle Entrate (Circ. 11 marzo 2011<br />

n. 12/E), si può prendere atto della ormai prevalenza dell’orientamento che<br />

considera beni immobili gli impianti fotovoltaici, con notevoli conseguenze in<br />

tema di: coefficiente di ammortamento da applicare all’impianto; durata minima<br />

del contratto di locazione finanziaria prevista per la deducibilità dei relativi<br />

canoni; applicabilità della disciplina relativa alle società di comodo; applicabilità<br />

dell’ICI all’impianto, imposizione indiretta da applicare in caso di cessione<br />

dell’impianto; e così via.<br />

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84 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Le opportunità per gli<br />

investitori offerte dal ‘IV<br />

Conto Energia’<br />

a cura di Giorgio Saraceno, Senior Manager Protos<br />

L’emanazione del D.M. 5 Maggio 2011 (‘IV Quarto Conto Energia’) e, ancor<br />

prima, del D.Lgs 28 del 3 marzo 2011 (‘Decreto Romani’), ha indubbiamente<br />

introdotto norme più stringenti per lo sviluppo degli impianti fotovoltaici nel<br />

territorio nazionale, ed in particolare:<br />

• per la riduzione della tariffa incentivante prevista a partire dal mese di giugno<br />

2011<br />

• per le norme che limitano fortemente la realizzazione di impianti di mediograndi<br />

dimensioni in zona agricola (> 1 MWp)<br />

e, soprattutto, per l’introduzione del Registro dei Grandi Impianti.<br />

Ciononostante, il ‘IV Conto Energia’ introduce interessanti spunti di sviluppo per<br />

il settore, nell’ottica di accelerare un processo di spostamento dell’interesse<br />

degli stakeholder verso iniziative fotovoltaiche tendenzialmente:<br />

• di potenza nominale minore<br />

• posizionate su edifici<br />

• con tecnologie innovative o comunque non consolidate.<br />

Tale effetto ‘persuasivo’ della norma ministeriale è ancor più accentuato<br />

allorchè si consideri che, a regime (ovvero a partire dal 1 gennaio 2013), è<br />

previsto il passaggio da tariffa incentivante (da sommarsi, in termini di benefici<br />

economici, alla tariffa di vendita dell’energia elettrica immessa in rete) ad una<br />

Tariffa Omnicomprensiva per l’intera energia ceduta alla rete, valorizzandone<br />

la quota parte utilizzata in loco (autoconsumata) con un’ulteriore tariffa<br />

incentivante.<br />

E’ evidente quindi l’intenzione del Legislatore di privilegiare, mantenendo<br />

un livello di incentivazione certamente adeguato se rapportato al costante<br />

decremento dei costi di realizzazione degli impianti fotovoltaici, gli interventi<br />

per i quali l’impianto fotovoltaico rappresenti una soluzione impiantistica a<br />

servizio di un’utenza elettrica in prelievo, ancor meglio se concepito in un’ottica<br />

di integrazione su edificio, e non già semplicemente in parallelo con la Rete<br />

Elettrica Nazionale.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 85<br />

Quantificazione dei nuovi scenari del ‘IV<br />

Conto Energia’<br />

Per quanto detto nel precedente paragrafo e per poter dare una indicazione<br />

quantitativa dei nuovi scenari introdotti dal ‘IV Conto Energia’, ovvero di quelli<br />

maggiormente premiati dal Legislatore, si utilizzerà un indice (‘Delta’) che<br />

rappresenta la differenza percentuale tra la tariffa incentivante prevista nel<br />

prossimo futuro per determinate categorie di intervento fotovoltaico e la tariffa<br />

incentivante prevista per un impianto fotovoltaico ‘campione’, rappresentativo<br />

del periodo di maggiore crescita ed interesse dello sviluppo fotovoltaico in<br />

Italia.<br />

In particolare, si considera come impianto ‘campione’ un impianto da 999 kW ‘a<br />

terra’ con tariffa incentivante valevole per il 2010 (0,346 Euro/kWh in base al ‘II<br />

Conto Energia’).<br />

Il medesimo impianto, in virtù del ‘IV Conto Energia’, potrà godere di una tariffa<br />

incentivante pari a 0,172 Euro/kWh, entrando in esercizio al I semestre 2012, e<br />

pari a 0,239 Euro/kwh ma comprensivo anche del valore di vendita dell’energia<br />

(Tariffa Omnicomprensiva), se entra in esercizio al I semestre 2013.<br />

In sostanza, assumendo il valore di vendita dell’energia pari mediamente a 0,08<br />

Euro/kWh, per tale tipologia di impianto:<br />

• Delta (I semestre 2012) = - 50%<br />

• Delta (I semestre 2013) = - 54%<br />

In altre parole, la tariffa incentivante prevista per un tradizionale impianto ‘a<br />

terra’ da 999 kW si riduce di oltre il 50% nei prossimi due anni, rispetto al<br />

valore previsto per l’anno 2010 (ed esteso in parte anche al 2011 per effetto del<br />

decreto cosiddetto “Salva Alcoa”).<br />

Il ‘IV Conto Energia’, però, introduce (ovvero in parte conferma e rafforza<br />

rispetto alle precedenti versioni di Conto Energia) tariffe incentivanti e premi<br />

specifici per determinati interventi, relativi a:<br />

• impianti fotovoltaici integrati con ‘caratteristiche innovative’<br />

• impianti a concentrazione<br />

• impianti abbinati all’effettuazione di opere per l’efficienza energetica degli<br />

edifici<br />

• impianti abbinati ad una classificazione urbanistica specifica del terreno<br />

(industriale, cave o discariche esaurite, aree di pertinenza di discariche o di<br />

siti contaminati)<br />

• impianti realizzati da Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti<br />

• impianti che prevedono la sostituzione di coperture contenenti amianto<br />

• impianti i cui soggetti responsabili sono enti locali<br />

• impianti ubicati su aree di proprietà di enti locali<br />

• impianti il cui costo di investimento, per quanto riguarda i componenti<br />

diversi dal lavoro, sia per non meno del 60% riconducibile ad una produzione<br />

realizzata all’interno dell’Unione Europea<br />

• impianti che effettuano autoconsumo.<br />

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86 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Alla luce di tali premialità, variamente combinabili seppure non sempre<br />

cumulabili tra loro, sono state prese in considerazione le seguenti casistiche di<br />

intervento:<br />

A) impianto a terra da 999 kWp<br />

B) impianto su edificio da 999 kWp<br />

C) impianto su edificio da 999 kWp con bonifica amianto<br />

D) impianto su edificio da 999 kWp con 100% di autoconsumo<br />

E) impianto da 999 kWp a concentrazione.<br />

I risultati, in termini di Differenziale % (Delta), riportati nella tabella e nel grafico<br />

seguenti, confermano che, rispetto al confronto ‘base’ relativo all’impianto<br />

tradizionale a terra, la diminuzione percentuale di tariffa incentivante si<br />

riduce significativamente rendendo, pertanto, certamente più interessante<br />

l’investimento ipotizzabile per talune tipologie di interventi.<br />

Tabella 21<br />

Differenziale % (Delta) tra alcune tipologie di intervento e l’impianto<br />

‘campione’<br />

Caso<br />

Tipologia<br />

Entrata in<br />

esercizio<br />

FIT *<br />

Euro/kWh<br />

Differenza %<br />

rispetto al<br />

caso base<br />

Base Impianto ‘campione’ 2010 0,346 0%<br />

I Semestre 2012 0,172 -50%<br />

A<br />

Impianto a terra da 999<br />

kWp<br />

II Semestre 2012 0,155 -55%<br />

I Semestre 2013 0,159 -54%<br />

I Semestre 2012 0,224 -35%<br />

B<br />

Impianto su edificio da 999<br />

kWp<br />

II Semestre 2012 0,202 -42%<br />

I Semestre 2013 0,201 -42%<br />

I Semestre 2012 0,274 -21%<br />

C<br />

Impianto su edificio da 999<br />

kWp con bonifica amianto<br />

II Semestre 2012 0,252 -27%<br />

I Semestre 2013 0,251 -27%<br />

Impianto su edificio da I Semestre 2012 0,304 -12%<br />

D<br />

999 kWp con il 100%<br />

di autoconsumo (FIT II Semestre 2012 0,282 -18%<br />

inclusiva del risparmio da<br />

autoconsumo)<br />

I Semestre 2013 0,263 -24%<br />

I Semestre 2012 0,304 -12%<br />

E<br />

Impianto a concentrazione<br />

da 999 kWp<br />

II Semestre 2012 0,298 -14%<br />

I Semestre 2013 0,307 -11%<br />

* FIT: Feed-in tariff<br />

Fonte: elaborazioni Protos<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 87<br />

Grafico 25<br />

Differenziale % (Delta) tra alcune tipologie di intervento e l’impianto<br />

‘campione’<br />

0,172 0,155 0,159<br />

0,224<br />

0,202 0,201<br />

0,274<br />

0,252 0,251<br />

0,304<br />

0,282 0,263<br />

0,304 0,298 0,307<br />

-21%<br />

-27% -27%<br />

-12%<br />

-18%<br />

-24%<br />

-12% -14%<br />

-11%<br />

-35%<br />

-42% -42%<br />

-50%<br />

-55% -54%<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

A B C D E<br />

FIT Euro/kWh Delta %<br />

La tariffa di vendita dell’energia è stata ipotizzata pari a 0,08 Euro/kWh per tutte le tipologie (A, B, C, D ed E).<br />

La decurtazione di tale tariffa contribuisce alla formazione della Tariffa Omnicomprensiva, il cui andamento<br />

al 2013, a differenza del 2012, varia a seconda delle tipologie: nei casi A ed E tale fenomeno compensa il<br />

decremento della componente incentivo.<br />

Fonte: elaborazioni Protos<br />

Volendo ragionare in termini di IRR (Internal Rate of Return) per l’investitore,<br />

prendendo come riferimento (‘IRR obiettivo’) i valori di IRR riscontrati per<br />

l’impianto campione del 2010, <strong>nelle</strong> seguenti ipotesi generali:<br />

• ore equivalenti: 1.350 kWh/kWp<br />

• rapporto Equity/Debito: 20/80<br />

• tasso d’interesse: 6,5%<br />

• periodo di finanziamento: 200 mesi<br />

• totale CAPEX: 3,6 milioni di Euro<br />

è possibile effettuare un utile confronto al fine di mostrare i valori di CAPEX<br />

che, per ciascun caso in esame, possono determinare i medesimi IRR per<br />

l’investitore, a parità di altre condizioni.<br />

Per mantenere lo stesso IRR del caso campione è necessario che il CAPEX<br />

<strong>nelle</strong> diverse casistiche assuma il valore rappresentato nel grafico seguente<br />

dalla linea verde.<br />

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88 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Grafico 26<br />

CAPEX obiettivo per le diverse tipologie di intervento<br />

CAPEX Campione (3,6 Euro mln)<br />

2,90<br />

2,70 2,70<br />

3,20<br />

3,00<br />

2,80<br />

3,20 3,15 3,20<br />

1,90<br />

1,70 1,75<br />

0,172 0,155 0,159<br />

2,30<br />

0,224<br />

2,10 2,10<br />

0,202 0,201<br />

0,274<br />

0,252 0,251<br />

0,304<br />

0,282 0,263<br />

0,304 0,298 0,307<br />

-21%<br />

-27% -27%<br />

-12%<br />

-18%<br />

-24%<br />

-12% -14%<br />

-11%<br />

-35%<br />

-42% -42%<br />

-50%<br />

-55% -54%<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

I Sem 2012<br />

II Sem 2012<br />

I Sem 2013<br />

A B C D E<br />

FIT Euro/kWh Delta % CAPEX (Euro mln)<br />

Fonte: elaborazioni Protos<br />

La tipologia ‘A’ è quella che maggiormente risente negativamente degli<br />

interventi normativi del Legislatore ed appare, ad oggi, essere quella più<br />

penalizzata dal nuovo ordinamento relativo agli impianti fotovoltaici, pur<br />

potendo tornare ad essere di interesse a partire dal 2013, quando non sarà più<br />

necessaria l’iscrizione al Registro e i costi di costruzione, specialmente per le<br />

grandi taglie, saranno ulteriormente diminuiti.<br />

Le tipologie ‘B’, ‘C’ e ‘D’ appaiono essere già mature per l’ottenimento di<br />

rendimenti interessanti, a patto che i cosiddetti ‘costi di sviluppo’ e i costi per la<br />

disponibilità delle superfici non finiscano per incrementarne i CAPEX portandoli<br />

al di là del limite di praticabilità finanziaria.<br />

Le tipologie di intervento ‘E’, pur apparendo come quelle maggiormente<br />

interessanti (cioè con ‘CAPEX obiettivo’ prossimi al ‘CAPEX campione’) sono in<br />

realtà condizionate dalla difficoltà di individuare un prezzo medio per la scarsa<br />

diffusione e maturità di mercato delle tecnologie relative (‘E’).<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 89<br />

Conclusioni<br />

La quantificazione dei nuovi scenari delle tariffe incentivanti introdotte dal ‘IV<br />

Conto Energia’, se rapportate alle tariffe incentivanti in vigore nel periodo in<br />

cui si è raggiunto il picco di crescita fotovoltaica in Italia ed il maggior interesse<br />

degli investitori anche internazionali al settore, porta ad elaborare le seguenti<br />

conclusioni:<br />

• l’introduzione delle nuove tariffe incentivanti per gli impianti tradizionali ‘a<br />

terra’ (sostanzialmente dimezzate), aggiunte alle difficoltà di accesso al<br />

Registro ed alla conseguente ‘prenotazione’ della tariffa da richiedere all’atto<br />

dell’entrata in esercizio ed alle norme più restrittive introdotte dal cosiddetto<br />

‘Decreto Romani’ agli impianti in zona agricola, mostra lo sforzo posto in<br />

essere dal Legislatore per limitare lo sviluppo degli impianti tradizionali in<br />

zona agricola;<br />

• pur tuttavia, per quanto evidenziato in termini di Differenzale % tra le tariffe<br />

2010 degli impianti tradizionali e le nuove tariffe per alcune delle tipologie<br />

impiantistiche maggiormente ‘premiate’ dal ‘IV Conto Energia’, appare<br />

evidente l’altrettanto importante sforzo del Legislatore a spostare l’interesse<br />

del mercato dello sviluppo fotovoltaico italiano verso impianti su edifici, di<br />

dimensioni preferibilmente non superiori ad 1 MWp, premiando ulteriormente<br />

il contestuale autoconsumo dell’energia prodotta;<br />

• per questi impianti, la riduzione tariffaria appare sufficientemente<br />

compensata dalla riduzione dei costi di realizzazione già registratasi negli<br />

ultimi 2 anni e prevedibile nel futuro di breve-medio periodo, potendo<br />

addirittura ipotizzare che negli anni 2012-2013, in particolare per tipologie<br />

impiantistiche specifiche (ad esempio: con componentistica europea , con<br />

bonifica amianto ovvero ancora, con alte quote di autoconsumo), l’IRR di<br />

progetto sia finanche superiore a quello risultante per gli impianti entrati in<br />

esercizio con il ‘II Conto Energia’;<br />

• conseguentemente, il mercato dello sviluppo fotovoltaico sarà<br />

presumibilmente orientato verso pipeline di progetti di dimensioni (e, quindi,<br />

con portafogli di investimento) minori, seppure con IRR confrontabili a quelli<br />

riscontrati nei progetti delle annualità 2009-2011, in funzione dell’effettiva<br />

riduzione dei CAPEX conseguibili sul mercato;<br />

• lo sviluppo di tali pipeline prevederà il coinvolgimento sempre crescente dei<br />

soggetti che potranno utilizzare in loco l’energia prodotta (ad esempio i titolari<br />

dell’azienda interessata all’intervento fotovoltaico presso il proprio capannone<br />

‘energivoro’), che saranno coinvolti attraverso opportune pattuizioni<br />

contrattuali con gli sviluppatori/investitori ovvero che si faranno direttamente<br />

artefici dello sviluppo fotovoltaico in house;<br />

• l’investimento fotovoltaico, in definitiva, potrebbe essere presumibilmente<br />

sempre più legato al più tradizionale investimento immobiliare, ove<br />

l’intervento si traduce in recupero /rifacimento/costruzione di complessi<br />

immobiliari ad alta efficienza energetica ed elevati standard tecnologici.<br />

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90 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Le attività M&A nel settore<br />

rinnovabili in Italia<br />

a cura di Alessandro Zanca, Associate Partner KPMG Advisory<br />

Il mercato delle fusioni ed acquisizioni in Italia nel 2010 e nei primi mesi<br />

del 2011 ha visto un’inversione di tendenza rispetto ad un trend che, dal<br />

quarto trimestre del 2007, aveva portato ad un numero di operazioni che, per<br />

controvalori, si avvicinavano a quelli registrati a metà degli anni ‘90. Il quadro<br />

nel settore dell’Energy and Utilities non si discosta significativamente dal<br />

contesto generale, con la considerazione aggiuntiva, però, che negli ultimi tre<br />

anni il peso relativo sia in termini di numero di operazioni che soprattutto di<br />

controvalore è sostanzialmente più elevato: il 2009 rappresenta il picco con<br />

quasi il 70% di controvalore, ciò grazie soprattutto all’acquisizione di Endesa da<br />

parte di Enel accentuata dalla rarefazione delle transazioni negli altri settori.<br />

Grafico 27<br />

Mercato M&A in Italia nell’E&U: controvalore e numero di operazioni<br />

completate dal 2008<br />

30<br />

80<br />

Controvalore (Euro mld)<br />

20<br />

10<br />

56<br />

24<br />

25<br />

14<br />

60<br />

40<br />

20<br />

N. operazioni<br />

0<br />

11 23<br />

3 2,5<br />

2008 2009 2010 III trim 2011<br />

0<br />

Nonostante i<br />

rallentamenti dovuti<br />

all’attesa di decisioni<br />

regolamentari ed<br />

all’incertezza che ciò<br />

provoca negli investitori<br />

di equity e soprattutto<br />

di debito, il settore sarà<br />

interessato da processi di<br />

consolidamento<br />

Fonte: Rapporto Mergers & Acquisitions KPMG Corporate Finance<br />

Tale crescita è riconducibile sia alla tipicità del settore, sostanzialmente<br />

anticiclico (o per lo meno più di altri, visto che i cali della produzione industriale<br />

hanno avuto ricadute significative anche sui consumi energetici) ed al cui<br />

interno le attività inerenti l’idrico e i rifiuti controbilanciano la maggior volatilità<br />

del comparto energetico; sia alla dinamicità apportata dal comparto delle<br />

energie rinnovabili. Queste ultime, nonostante sperimentino rallentamenti<br />

dovuti principalmente all’attesa di decisioni regolamentari ed all’incertezza che<br />

ciò provoca negli investitori di equity e soprattutto di debito, sono in continua<br />

crescita; tali incertezze o lacune legislative, sono un problema generalizzato a<br />

livello europeo e hanno rappresentato un forte ostacolo sia a nuove iniziative di<br />

investimento che a possibilità di aggregazioni.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 91<br />

Gli investitori che fino a pochi anni fa erano disposti ad acquisire a<br />

prezzi considerevoli progetti di sviluppo a medio lungo termine ora sono<br />

principalmente concentrati su asset in produzione e sempre meno su sviluppi<br />

di pipeline ipotetiche dai ritorni incerti (magari ancora senza tutte le necessarie<br />

autorizzazioni). Ciò è particolarmente evidente nel fotovoltaico, dove le riduzioni<br />

tariffarie introdotte dal nuovo Conto Energia (pur non avendo nella sostanza<br />

modificato in maniera significativa il ritorno per gli investitori grazie ad un<br />

decremento forse più che proporzionale del costo per l’impiantistica) hanno<br />

accresciuto l’interesse verso impianti già connessi alla rete di trasmissione,<br />

principalmente da parte di operatori istituzionali, quali fondi specializzati di<br />

Private Equity, ma anche fondi pensioni internazionali disposti a riconoscere<br />

multipli superiori a 5 milioni di Euro a MW istallato. In Italia, in particolar modo,<br />

le difficoltà nell’ottenimento delle autorizzazioni e dei permessi necessari per la<br />

costruzione di parchi fotovoltaici ed eolici possono rappresentare un ulteriore<br />

elemento di crescita tramite acquisizioni di iniziative già operative.<br />

All’interno delle diverse tipologie di energie rinnovabili, e prescindendo<br />

dall’apporto aggiuntivo derivante dall’idrico (che rappresenta tuttora in Italia la<br />

principale fonte di produzione non fossile, ma le cui opportunità sono state in<br />

gran parte sfruttate), si ritiene che lo sviluppo eolico possa avere nei prossimi<br />

anni crescite inferiori sia rispetto al fotovoltaico che alle biomasse. Quest’ultime<br />

come le altre fonti rinnovabili sono caratterizzate da ritorni finanziari significativi<br />

in tempi relativamente contenuti, ma a differenza dell’eolico e del fotovoltaico,<br />

non sperimentano le problematicità legate alla gestione delle reti di trasporto<br />

e distribuzione avendo una produzione maggiormente programmabile, pur<br />

dovendo affrontare le rischiosità legate alla difficoltà degli approvvigionamenti e<br />

alla volatilità dei prezzi di approvvigionamento della biomassa.<br />

E’ interessante sottolineare l’interesse dimostrato per il comparto delle<br />

rinnovabili da parte di investitori che non appartengono al settore energetico (ad<br />

esempio l’annuncio di Google di investimenti in parchi eolici) o vi appartengono<br />

ma in attività diverse (Total ha recentemente acquisito la maggioranza di Sun<br />

Power Corp. per circa 1 miliardo di Euro; in Italia Erg e Saras sono stati tra<br />

i primi ad investire nel settore). In generale in Italia si sta assistendo ad un<br />

processo di diversificazione del rischio che sta conducendo diversi investitori<br />

a sostituire quello che in passato poteva rappresentare il mercato immobiliare<br />

con investimenti <strong>nelle</strong> rinnovabili.<br />

Il comparto delle<br />

rinnovabili attrae<br />

interesse anche da parte<br />

di investitori che non<br />

appartengono al settore<br />

energetico<br />

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92 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Il comparto delle rinnovabili assume, in questa ottica, un ruolo sempre più<br />

rilevante nel mercato M&A non solo in termini di numero di operazioni ma<br />

anche di controvalori (ad esempio l’acquisizione da parte di Terra Firma dei<br />

parchi fotovoltaici di Terna per oltre 600 milioni di Euro), in considerazione<br />

anche del fatto che, nell’allocazione degli investimenti nei portafogli<br />

all’interno del settore energetico, le rinnovabili rappresentano un’alternativa<br />

ad altre attività che sperimentano rischi in termini ambientali di sicurezza, di<br />

approvvigionamento e di fluttuazione dei prezzi.<br />

Un altro settore che sta sperimentando un forte interesse da parte degli<br />

investitori (in particolar modo istituzionali) è rappresentato dalle aziende<br />

operanti nel comparto ‘cleantech’, al di fuori della generazione energetica.<br />

Sono ricomprese nel segmento (l’elenco è a titolo esemplificativo e non<br />

esausitivo) tutte quelle società che operano nell’efficienza e storage energetico,<br />

nella riduzione di emissioni, nel riciclo dei materiali e nella produzione di<br />

materiali biodegradabili. E’ opinione diffusa che, oltre alla produzione di energia<br />

da fonti rinnovabili, nei prossimi anni sarà dal risparmio energetico in senso<br />

ampio che si potranno raggiungere i migliori (e forse più immediati) obiettivi in<br />

termini di sostenibilità energetica.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 93<br />

Country Focus<br />

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70 94 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Internazionalizzazione<br />

<strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

a cura di Protos<br />

L’Italia ha ricoperto, negli<br />

ultimi due anni, dal 2010 al<br />

2011, un ruolo di leadership a<br />

livello mondiale per lo sviluppo<br />

delle energie rinnovabili, con<br />

particolare riferimento al settore<br />

degli impianti fotovoltaici.<br />

Le aziende italiane operanti nel<br />

settore (sviluppo, progettazione,<br />

costruzione, manutenzione,<br />

servizi) hanno acquisito un<br />

know-how di eccellenza,<br />

anche grazie alle possibilità<br />

di interazione con soggetti<br />

(investitori, costruttori di<br />

componentistica, appaltatori<br />

EPC/O&M) provenienti da ogni<br />

parte del mondo.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 95<br />

Il nuovo contesto, determinato dalla crisi economico-finanziaria, ma anche dalla<br />

complessità normativa, sta portando l’Italia verso un’inevitabile contrazione del<br />

mercato dei nuovi impianti ad energie rinnovabili.<br />

In tale scenario, può risultare vincente un approccio orientato<br />

all’internazionalizzazione delle attività, basato sull’esportazione delle esperienze<br />

acquisite verso mercati non ancora maturi, ma con grande potenziale di<br />

crescita.<br />

La sfida non è semplice. L’organizzazione da strutturare per svolgere le<br />

stesse attività in un altro Paese, le differenze socio-culturali, le diverse<br />

modalità di ‘fare business’, il diverso corpus legislativo che regola<br />

l’imprenditoria e la difforme gestione delle pratiche amministrative<br />

rappresentano ostacoli spesso insormontabili.<br />

Certamente, un grande aiuto può provenire, ad esempio, dal supporto<br />

esterno di professionisti che conoscano il nuovo contesto operativo locale<br />

e che assistano l’azienda nello sviluppo del corretto modus operandi<br />

attraverso il quale ricavare la propria nicchia nel nuovo mercato.<br />

La naturale alternativa al mercato nazionale, alla quale le aziende<br />

italiane possono rivolgersi per trovare nuove opportunità, è costituita<br />

dai Paesi attualmente in fase di grande espansione economica.<br />

In particolare quelle realtà che stanno attivando programmi di<br />

sviluppo delle energie rinnovabili (si pensi ai cosiddetti ‘BRICS’,<br />

Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). L’opportunità è resa<br />

più concreta dalla carenza di esperienza di settore che, in tali<br />

contesti, viene spesso lamentata dagli istituti finanziatori<br />

locali e dagli investitori, sia a livello qualitativo (disponibilità di<br />

competenze adatte) sia a livello quantitativo (disponibilità di<br />

un numero adeguato di professionisti/consulenti in relazione<br />

alla dimensione del mercato potenziale).<br />

Interessante è anche il tentativo di esportare in aree<br />

geografiche diverse quelle sinergie virtuose che hanno<br />

visto coinvolti investitori, istituti bancari e advisors sul<br />

territorio nazionale.<br />

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96 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Country Focus:<br />

Sudafrica<br />

Piano di Sviluppo<br />

La Repubblica del Sudafrica ha pianificato (1) lo sviluppo delle energie rinnovabili<br />

che, nei prossimi 20 anni, arriveranno a costituire il 42% dei nuovi impianti di<br />

generazione di energia elettrica e il 19% del totale di potenza elettrica installata (si<br />

veda tabella seguente).<br />

Motivi di interesse<br />

• Elevata disponibilità della fonte<br />

solare (i siti migliori presentano<br />

irraggiamenti più alti del 30% rispetto<br />

ai migliori siti italiani)<br />

• Elevata disponibilità di terreni per le<br />

installazioni<br />

• Tariffe molto interessanti (anche<br />

se sottoposte a ribasso d’asta) per<br />

l’energia solare<br />

• Ingresso in un mercato avente una<br />

potenzialità di nuove realizzazioni di<br />

impianti per 42.600 MW entro il 2030.<br />

Tabella 22<br />

Evoluzione del parco generativo (potenza in MW)<br />

Fonte<br />

Impianti<br />

esistenti *<br />

Nuovi impianti<br />

(entro 2030)<br />

Solare fotovoltaico 8.400<br />

Solare a concentrazione 1.000<br />

Eolico 8.400<br />

Totale<br />

(al 2030)<br />

% su parco<br />

complessivo<br />

Totale rinnovabili 1.000 17.800 18.800 19%<br />

Carbone 45.600 6.300 51.900 54%<br />

Nucleare 1.800 9.600 11.400 12%<br />

Idroelettrico 2.150 2.600 ** 4.750 5%<br />

Turbogas (ciclo chiuso + aperto) 3.400 6.300 9.700 10%<br />

Totale altre fonti 52.950 24.800 77.750 81%<br />

Totale parco generativo 53.950 42.600 96.550 100%<br />

* compresi quelli già autorizzati<br />

** da importazione<br />

Programmi governativi per l’incentivazione<br />

Il Renewable Energy Independent Power Producer (REIPP) Purchase<br />

Programme prevede lo sviluppo di ulteriori 3.725 MW di nuova potenza da fonti<br />

rinnovabili con entrata in esercizio commerciale entro il 2016.<br />

Le tariffe saranno assegnate mediante cinque ‘aste’ al ribasso che si terranno entro<br />

il 2013 (precisamente <strong>nelle</strong> date del 4/11/2011, 5/3/2012, 20/8/2012, 4/3/2013<br />

e 13/8/2013). La taglia minima dei progetti è attualmente fissata in 5 MW; il<br />

programma per i progetti di taglia inferiore è atteso nel mese di novembre 2011.<br />

Tabella 23<br />

Obiettivi di sviluppo del parco rinnovabile e tariffe incentivanti<br />

Fonte rinnovabile<br />

Obiettivi REIPP<br />

(MW nuova potenza)<br />

Tariffa a base d’asta<br />

Euro/MWh *<br />

Solare fotovoltaico 1.450 258<br />

Solare a concentrazione 200 258<br />

Eolico (on shore) 1.850 104<br />

Biomasse 12,5 97<br />

Biogas 12,5 72<br />

Gas da discarica 25 54<br />

Idroelettrico (piccola taglia) 75 93<br />

Altro (< 5 MW) 100<br />

Totale 3.725<br />

* 1 Rand = 0,09 Euro<br />

(1)<br />

Integrated Resource Plan for Electricity 2010–2030, da rivedersi con cadenza biennale a cura del Department of Energy.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 97<br />

Autorizzazioni<br />

L’autorizzazione di un impianto da fonti rinnovabili si completa con il riconoscimento<br />

dello stato di ‘Preferred Bidder ’ da parte del Department of Energy nell’ambito del<br />

REIPP Procurement Programme.<br />

Per potere essere presentato all’asta, un progetto deve avere ottenuto<br />

l’autorizzazione finale sullo ‘Studio di Impatto Ambientale’ dal Department of<br />

Environmental Affairs; tale traguardo può richiedere dai 9 ai 24 mesi di tempo.<br />

Altre autorizzazioni necessarie sono:<br />

• la soluzione tecnica e il preventivo preliminare di connessione (rilasciati da<br />

ESKOM)<br />

• il deposito presso il Comune di competenza per gli oneri di riaccatastamento (nel<br />

caso di terreni ad uso agricolo).<br />

Terreni<br />

Il diritto di proprietà è sancito nella Costituzione della Repubblica del Sudafrica<br />

(Sezione 25). La registrazione di terreni e immobili è regolata dal ‘Deeds Registries<br />

Act ’ del 1937. La maggior parte dei terreni risulta essere di proprietà privata.<br />

L’acquisto di terreni di proprietà pubblica (enti governativi o Comuni) è soggetto a<br />

gara pubblica. Non vi sono restrizioni al possesso di terreni da parte di stranieri.<br />

Il sistema di registrazione dei terreni è affidabile e non si rilevano particolari criticità<br />

in tema di diritti sui terreni. La proprietà è registrata a livello regionale (Regional<br />

Deeds Registries) e la documentazione è disponibile al pubblico.<br />

Rete elettrica<br />

La public utility nazionale del Sudafrica (praticamente monopolista) è ESKOM, il più<br />

grande produttore di energia elettrica in Africa e tra le prime sette società al mondo<br />

per capacità produttiva; tra gli altri, possiede e gestisce un impianto nucleare da<br />

1,9 GW situato a Koeberg (una trentina di chilometri a Nord di Città del Capo),<br />

attualmente l’unica centrale nucleare presente in Sudafrica ed in tutto il continente<br />

africano.<br />

La rete nazionale sudafricana è interamente di proprietà di ESKOM ed è<br />

considerata la più avanzata del continente africano. Per rispondere alle esigenze di<br />

incremento della capacità di trasporto della rete, ESKOM ha previsto per i prossimi<br />

cinque anni un budget di circa 30 miliardi di Euro (300 miliardi di Rand).<br />

Disponibilità delle fonti<br />

solare ed eolica<br />

Figura 11<br />

Mappa della radiazione solare in<br />

Sudafrica (irraggiamento annuale)<br />

6.000-6.500 MJ/m 2<br />

6.501-7.000 MJ/m 2<br />

7.001-7.500 MJ/m 2<br />

7.501-8.000 MJ/m 2<br />

8.001-8.500 MJ/m 2<br />

8.501-9.000 MJ/m 2<br />

9.001-9.500 MJ/m 2<br />

Irraggiamento solare annuo (1.000 MJ/m 2 = 277,8 kWh/m 2 )<br />

Fonte: CSIR, Eskom Corporate Technology,<br />

Minerals and Energy<br />

Figura 12<br />

Mappa della velocità media del<br />

vento in Sudafrica (m/s)<br />

NERSA (National Energy Authority of South Africa), fondata nel 2004, è l’Autorità<br />

sudafricana per l’elettricità, il gas e gli oleodotti. Ad essa va indirizzata la richiesta<br />

della licenza per la produzione di energia dopo avere ottenuto lo status di ‘Preferred<br />

Bidder ’ (in ambito REIPP).<br />

Sistema finanziario<br />

Il settore bancario è dominato da cinque istituti principali, Standard Bank, ABSA,<br />

Rand Merchant Bank, NedBank e Investec, ciascuno dei quali è in grado di fornire<br />

diversi tipi di finanziamento a progetti di energie rinnovabili, ad esempio su base<br />

non-recourse o limited-recourse.<br />

L’evento che sancisce il ‘via libera’ al finanziamento è in genere costituito<br />

dall’accettazione del Power Purchase Agreement per la vendita dell’energia<br />

prodotta.<br />

Fonte: Hagemann (2008)<br />

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98 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Country Focus:<br />

India<br />

Motivi di interesse<br />

• Nazione in grande crescita (PIL in<br />

crescita di più dell’8% l’anno)<br />

• Elevata disponibilità e differenziabilità<br />

delle fonti rinnovabili: l’irraggiamento<br />

solare presenta valori, nei<br />

casi migliori, nell’ordine di 2.500<br />

kWh/m 2 annui<br />

• Disponibilità di personale locale di<br />

grande formazione e competenza<br />

tecnica.<br />

Stato attuale e Piano di Sviluppo<br />

Il 30/06/2008 è stato rilasciato il Primo Piano d’Azione Nazionale sui<br />

Cambiamenti Climatici (NAPCC National Action Plan on Climate Change)<br />

all’interno del quale sono state delineate otto Missioni Nazionali, tra cui la<br />

National Solar Mission (NSM) che ha l’obiettivo di promuovere l’uso della fonte<br />

solare al fine di farne una risorsa energetica competitiva con quelle tradizionali<br />

fossili (grid parity entro il 2020).<br />

Le politiche energetiche sono dettate dal MNRE Ministry of New & Renewable<br />

Energy. Al 31/07/2011 risultano installati venti impianti aventi potenza nominale<br />

almeno pari a 1 MWp per un totale di circa 45 MWp. Storicamente, la risorsa<br />

rinnovabile più sviluppata risulta essere quella eolica (quinto posto a livello<br />

mondiale), mentre anche il settore delle biomasse, grazie all’economia ancora<br />

largamente agricola, mostra un interessante potenziale di sviluppo. Rilevante,<br />

infine, risulta essere la disponibilità della fonte idroelettrica.<br />

Gli incentivi sono concessi sull’energia prodotta e immessa in rete, ma anche<br />

sotto forma di Renewable Energy Certificate (REC); inoltre, la maggior parte<br />

gli impianti che sfruttano le energie rinnovabili possono beneficiare dei ricavi<br />

derivanti dalla vendita dei carbon credits secondo il Clean Development<br />

Mechanism (CDM).<br />

Tabella 24<br />

Evoluzione del parco generativo indiano (potenza in MW) e attuale sistema<br />

incentivante<br />

Fonte rinnovabile<br />

Incentivo<br />

(USD cent/<br />

kWh)<br />

Impianti<br />

esistenti *<br />

Solare fotovoltaico 27-40 45<br />

Solare a concentrazione 22-31 -<br />

Impianti<br />

totali al 2020<br />

Variazione<br />

%<br />

20.000 +44.344%<br />

Eolico 8-12 14.157 50.000 +253%<br />

Biomasse 6-11 2.673 10.000 +274%<br />

Idroelettrico (piccola taglia) CAPEX 3.043 6.000 +97%<br />

Idroelettrico (grande taglia) - 38.106 n.d. -<br />

Totale rinnovabili<br />

(escluso grande idro)<br />

19.918 86.000 +332%<br />

* a giugno 2011<br />

Programmi governativi e statali per l’incentivazione<br />

• Jawaharlal Nehru National Solar Mission (JNNSM): prevede<br />

l’installazione entro il 2022 di 20.000 MWp di potenza solare; gli incentivi<br />

(feed-in tariff, tariffa omnicomprensiva) hanno durata pari a 25 anni. Gli<br />

impianti, per accedere agli incentivi, sono ammessi ad una procedura<br />

che prevede un ribasso su tariffe di riferimento (variabili nel range 27-40<br />

centesimi di Dollaro/kWh per il fotovoltaico e nel range 22-31 centesimi<br />

di Dollaro/kWh per il solare a concentrazione) fissate dal CERC Central<br />

Electricity Regulatory Commission<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 99<br />

Tabella 25<br />

Obiettivi di sviluppo del parco solare<br />

Tipo<br />

Fase 1<br />

(2010-2013)<br />

Fase 2<br />

(2013-2017)<br />

Fase 3<br />

(2017-2022)<br />

Collettori solari 7 milioni m 2 15 milioni m 2 20 milioni m 2<br />

Impianti off grid 200 MW 1.000 MW 2.000 MW<br />

Utility grid power (inclusi tetti) 1.000-2.000 MW * 4.000-10.000 MW 20.000 MW<br />

Disponibilità delle fonti<br />

solare ed eolica<br />

Figura 13<br />

Mappa della radiazione solare in<br />

India (irraggiamento annuale)<br />

* nel 2011-2012 si stima saranno ammessi agli incentivi 350 MW di impianti fotovoltaici<br />

• Stato di Gujarat:<br />

- Solar Power Policy 2009 (2009-2014): 500 MW di generatori solari<br />

incentivati per 25 anni<br />

- WindPower Policy 2009 (2009 – 2012): incentivi pari a 20 anni<br />

• Stato di Rajasthan: ‘Policy for Promoting Generation for Electricity from Non<br />

Conventional Energy Sources’ (2004)<br />

• Stato di Karnataka: ‘Karnataka Renewable Energy Policy 2009-14’ (2009).<br />

Autorizzazioni<br />

Nell’ambito del National Solar Mission, NTPC Vidyut Vyapar Nigam Ltd (NVVN)<br />

è l’ente designato ad emettere i bandi di gara e a stipulare i contratti PPA<br />

(Power Purchase Agreement ) con i soggetti proponenti le iniziative per la<br />

realizzazione di impianti fotovoltaici che siano stati selezionati. La selezione<br />

ha luogo attraverso la valutazione di criteri tecnici e finanziari, tra i quali vale<br />

la pena di menzionare quello dell’impiego di componentistica nazionale.<br />

Ad esempio, per gli anni 2011-2012, la scelta è fatta ricadere su progetti di<br />

impianti aventi potenza compresa tra 5 e 20 MWp, collegati a reti a 33 kV<br />

che, al momento della richiesta, abbiano già avuto valutazione favorevole di<br />

interconnessione dalla Transmission Utility. La tariffa della PPA è quella definita<br />

dal CERC (Central Electricity Regulatory Commission), a meno che non si renda<br />

necessario abbassare la potenza totale degli impianti valutati positivamente<br />

per fare in modo di rientrare nella massima potenza incentivabile allocabile (del<br />

singolo bando): a tale fine risulteranno preferiti gli impianti che avranno offerto il<br />

maggiore sconto sulla tariffa CERC (asta al ribasso).<br />

Cumulato medio annuo (2005-2010)<br />

6,0 m/s<br />

Fonte: AL-PRO<br />

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100 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Country Focus:<br />

Israele<br />

Piano di Sviluppo<br />

La potenza energetica complessiva installata in Israele nel 2010 risulta pari a<br />

circa 13.000 MW, con una produzione energetica totale del Paese di 56.432<br />

GWh. Le fonti energetiche principali al momento sono il gas ed il carbone,<br />

che coprono rispettivamente il 39,8% ed il 37,9% della potenza energetica<br />

istallata in Israele (tabella 26). Fino al 2010, le fonti rinnovabili e l’idroelettrico<br />

costituiscono meno dell’1% della risorsa energetica.<br />

Motivi di interesse<br />

• Elevata disponibilità della fonte solare<br />

(i siti migliori presentano irraggiamenti<br />

più alti del 15% rispetto ai<br />

migliori siti italiani)<br />

• Ingresso in un mercato avente una<br />

potenzialità di nuove realizzazioni di<br />

impianti per 300 MW entro il 2017.<br />

Tabella 26<br />

L’evoluzione del parco generativo<br />

israeliano (composizione %)<br />

Fonte 2001 2005 2010<br />

Carbone 50,0% 48,4% 37,9%<br />

Gasolio 22,6% 10,3% 3,4%<br />

Olio<br />

combustibile<br />

27,4% 28,4% 18,9%<br />

Gas - 12,9% 39,8%<br />

Totale 100,0% 100,0% 100,0%<br />

Il Ministry of National Infrastructure (MNI) israeliano ha pianificato (‘Policy of<br />

MNI to incorporate renewable energies in the electricity production sector ’,<br />

febbraio 2010) lo sviluppo delle energie rinnovabili che, nei prossimi dieci anni,<br />

arriveranno a costituire il 10% della produzione totale di energia del Paese.<br />

Israele punta principalmente sulla fonte solare (1.750 MW pianificati al 2020).<br />

Tabella 27<br />

Evoluzione della domanda di energia elettrica (TWh)<br />

e del parco generativo israeliano (potenza in MW per fonte)<br />

Fonte rinnovabile 2014-2015 2016-2017 2018-2019 2020<br />

% su<br />

capacità<br />

installata<br />

2020<br />

Domanda energia<br />

elettrica totale (TWh)<br />

60,4 61,5 64,5 64,3<br />

Eolica 250 400 600 800 29,0%<br />

Biogas e biomasse 50 100 160 210 7,6%<br />

Solare termico e<br />

grandi impianti<br />

700 750 1.000 1.200 43,5%<br />

fotovoltaici<br />

Medi impianti<br />

fotovoltaici<br />

350 350 350 350 12,7%<br />

Piccoli impianti<br />

fotovoltaici<br />

200 200 200 200 7,2%<br />

Totale rinnovabili 1.550 1.800 2.310 2.760 100%<br />

% produzione in<br />

rinnovabili<br />

5,3% 6,5% 8,3% 10,2%<br />

Programmi governativi per l’incentivazione<br />

• Decision of the board of Public Utilities Authority – Electricity (28<br />

dicembre 2009): gli impianti sono classificati in ‘piccoli’ (fino a 50kWp),<br />

di taglia ‘media’ (fino a 5 MWp) e ‘grandi’. Gli impianti di taglia media e<br />

grande immettono tutta l’energia prodotta in rete (a differenza degli impianti<br />

piccoli) e l’energia da essi prodotta è remunerata attraverso una tariffa<br />

omnicomprensiva. Il sistema di incentivazione stabilisce una tariffa base<br />

(1,49 NIS/kWh), aggiornata annualmente in funzione del tasso di inflazione,<br />

dei tassi di cambio Euro/NIS e USD/NIS, e di un fattore decrementale. Tale<br />

decremento verrà applicato fino al raggiungimento del primo tra:<br />

- un cap di potenza totale istallata (300 MWp) e<br />

- l’anno 2017.<br />

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<strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili 101<br />

Il decremento è vincolato da ulteriori cap annuali di potenza accumulata fino a<br />

quel momento secondo lo schema esposto nella tabella 28.<br />

Se il cap di potenza di uno specifico anno viene raggiunto prima della fine<br />

dell’anno, la tariffa riconosciuta al candidato successivo sarà quella dell’anno<br />

seguente.<br />

Il momento in cui viene riconosciuta la tariffa è al rilascio della ‘Provisional<br />

Tariff Approval ’. La tariffa viene erogata per venti anni a partire dalla data di<br />

entrata in esercizio dell’impianto. Un vincolo temporale è costituito dal fatto che<br />

è necessario provare alla Public Utility Authority-Electricity (PUA) che moduli<br />

ed inverter siano stati consegnati in situ non oltre gli otto mesi dal financial<br />

closure. Infine l’allaccio alla rete non può avvenire oltre 42 mesi dalla data di<br />

rilascio della Conditional License.<br />

National Outline Program 10/D/10 for PV installation (dicembre 2010): tale<br />

documento costituisce le linee guida per la costruzione di impianti fotovoltaici<br />

e promuove l’utilizzo di questo tipo di fonte energetica minimizzando l’impatto<br />

ambientale. In particolare, sono specificate le istruzioni per l’acquisizione dei<br />

permessi a costruire per impianti su tetto e facciate di edifici commerciali, ed<br />

istallazioni speciali quali magazzini, cisterne, parcheggi, ecc.<br />

Tabella 28<br />

Sistema di incentivazione: schema di<br />

riferimento (MW)<br />

Anno<br />

Quantità<br />

annuale<br />

massima<br />

Quantità<br />

cumulata<br />

2010-2011 50 50<br />

2012 65 115<br />

2013 85 200<br />

2014 100 300<br />

Disponibilità della fonte<br />

solare<br />

Figura 15<br />

Mappa della radiazione solare in<br />

Israele (irraggiamento annuale)<br />

Autorizzazioni<br />

L’autorizzazione di un impianto prevede in primo luogo l’acquisizione di una<br />

Conditional Licence, rilasciata dalla PUA che deve essere controfirmata dal<br />

MNI, per operare come Independent Power Producer (IPP) di energia da fonte<br />

solare. In questa fase il richiedente deve dimostrare di avere un legame con<br />

l’area su cui sarà costruito l’impianto (accordi preliminari con i proprietari) e<br />

di detenere almeno il 20% di valore dell’investimento come equity, avendo<br />

come riferimento un costo normativo di 5.000 USD/kWp. Tale dato è stato<br />

recentemente aggiornato dal PUA per gli anni successivi al 2011: 3.700 USD/<br />

kWp (2012), 3.480 USD/kWp (2013) e 3.270 USD/kWp (2014-2015).<br />

La richiesta di Provisional Tariff Approval può essere fatta con o senza<br />

finanziamento. Per non perdere la tariffa provvisoriamente riconosciuta<br />

è necessario provvedere a stipulare il Power Purchase Agreement (PPA)<br />

per il ritiro dell’energia da parte della compagnia di rete (IEC) e l’eventuale<br />

finanziamento entro novanta giorni.<br />

L’autorizzazione all’esercizio di un impianto si completa con il riconoscimento<br />

dell’ ‘Operational Permit ’ da parte del MNI.<br />

Altre autorizzazioni necessarie sono:<br />

• la soluzione tecnica (Technical Coordination Appendix) e il preventivo<br />

preliminare di connessione<br />

Irraggiamento complessivo (kWh/m 2 )<br />

<br />

Fonte: Ecole de Mines de Paris<br />

• lo Studio di Fattibilità da parte della IEC, solo se l’impianto è connesso in MT<br />

• il controllo con esito della IEC prima di ottenere l’ ‘Operational Permit ’.<br />

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102 <strong>Investire</strong> <strong>nelle</strong> rinnovabili<br />

Disponibilità della fonte<br />

eolica<br />

Figura 16<br />

Mappa della velocità media del<br />

vento (m/s) nel Nord Israele<br />

Velocità media del vento – 50 m<br />

-1 – 1 m/s<br />

1 – 3 m/s<br />

3 – 4 m/s<br />

4 – 6 m/s<br />

6 – 8 m/s<br />

I punti in rosso indicano le zone con maggiore potenziale a<br />

50 metri di altezza<br />

Fonte: Gotland University<br />

Figura 17<br />

Mappa della velocità media del<br />

vento (m/s) nell’Area Nord di West-<br />

Bank al confine con la Cisgiordania<br />

Velocità media del vento – 50 m<br />

3,8 – 4,4 m/s<br />

4,4 – 5,0 m/s<br />

5,0 – 5,6 m/s<br />

5,6 – 6,2 m/s<br />

6,2 – 6,8 m/s<br />

6,8 – 7,4 m/s<br />

I punti in arancione indicano le zone con maggiore potenziale<br />

a 50 metri di altezza.<br />

Fonte: Gotland University<br />

Terreni<br />

La maggior parte dei terreni risulta essere di proprietà pubblica.<br />

I terreni sono facilmente dati in affitto per periodi lunghi (fino a 90 anni);<br />

l’acquisto dei terreni, al contrario, è soggetto a procedure articolate dipendenti<br />

dalle normative municipali, regionali e nazionali, fortemente influenzate dalla<br />

scarsità della risorsa stessa. Per tale motivo anche il costo relativo a tali<br />

operazioni può essere piuttosto ingente.<br />

La proprietà è registrata a livello municipale e regionale e la documentazione è<br />

disponibile al pubblico.<br />

Rete Elettrica e Autorità<br />

La compagnia di rete nazionale di Israele è la Israel Electric Corporation (IEC), la sola<br />

‘electric utility ’ integrata del Paese, di proprietà quasi interamente statale (99,85%).<br />

Fondata nel 1923, IEC è una tra le più grandi compagnie industriali israeliane e<br />

possiede le reti di distribuzione e trasmissione nazionali. Inoltre è proprietaria<br />

e gestisce i diciassette principali impianti di generazione (di cui cinque grandi<br />

impianti termoelettrici) (1) per una capacità produttiva aggregata di circa 11.000<br />

MW (13.000 MW stimati per il 2012). Le fonti principali di generazione sono il<br />

carbone ed il gas.<br />

Oltre ad IEC, nel settore della generazione, sono presenti anche investitori<br />

privati (IPP Independent Power Producer ) sui quali lo Stato punta per<br />

soddisfare parte (target del 20%) del fabbisogno energetico nazionale, che dal<br />

1999 al 2009 è aumentato ad un tasso del 3,6% annuo.<br />

La rete di distribuzione nazionale a media tensione varia tra i 22kV ed i 33 kV<br />

(e 12,6kV in alcune zone urbane) e normalmente un impianto di produzione (o<br />

un consumatore) fino a 12 MVA può connettersi a tale rete. Impianti fino a 630<br />

KVA possono connettersi alla rete in BT, mentre sopra i 630 kVA e fino a 12<br />

MVA, la connessione deve essere effettuata in MT o superiore.<br />

L’Autorità (per l’elettricità) israeliana è la Public Utility Authority – Electricity (PUA).<br />

Ad essa va indirizzata la richiesta di licenze per la produzione di energia come<br />

Independent Power Producer e la richiesta di accesso alle tariffe incentivanti<br />

introdotta nel giugno 2008 nel caso di produttori di energia da fonte solare.<br />

Banche<br />

Il settore bancario è dominato da tre maggiori istituti: Bank Hapoalim, Bank<br />

Leumi e Israel Discount Bank (2) , che coprono circa 76% (3) dell’attività totale del<br />

comparto bancario commerciale israeliano, attive anche nei finanziamenti in<br />

energie rinnovabili (solare in particolare).<br />

Altri due istituti significativi sono United Mizrachi Bank e First International<br />

Bank of Israel. Questi cinque maggiori istituti controllano circa il 96% (3) del<br />

settore bancario israeliano.<br />

Le banche internazionali più attive sul territorio sono City Bank, BNP Paribas,<br />

HSBC. Il requisito essenziale per lo sponsor per avere un finanziamento per<br />

impianti solari fotovoltaici è la titolarità di una ‘Provisional Tariff Approval ’<br />

riconosciuta dalla PUA. Le tempistiche della chiusura del finanziamento sono<br />

strettamente legate alla ‘Provisional Tariff Approval ’, la quale verrà confermata<br />

dalla PUA solo se entro 90 giorni verrà chiuso il finanziamento e firmato il<br />

Power Purchase Agreement con IEC per la vendita dell’energia prodotta.<br />

(1)<br />

Fonte: Israel Electric Corporation (dati al 2009)<br />

(2)<br />

Fonte: Business Atlas 2010<br />

(3)<br />

Fonte: BOI news releases<br />

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Stampato in Italia: novembre 2011

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