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Lettere e frammenti - Galleria Agnellini Arte Moderna

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Note biografiche<br />

Jacques Villeglé,<br />

Rue au Maire, Paris, 2008<br />

Photo Katrin Baumann<br />

Jacques Villeglé nasce a Quimper (Finistère, in Bretagna) il 27 marzo<br />

1926.<br />

A Vannes (dipartimento di Morbihan, in Bretagna), dove risiede dal<br />

1934, Villeglé scopre, nel giugno 1943, l’Anthologie de la peinture de<br />

1906 à nos jours (Ed. Montaigne, Parigi, 1927) di Maurice Raynal,<br />

che fino alla fine della guerra sarà la sua principale fonte d’informazione<br />

sulla pittura contemporanea. Tra le opere riprodotte, in bianco<br />

e nero, un Miró lo sconcerta in modo particolare per l’indeterminatezza<br />

della macchia lanuginosa centrale e per la disinvoltura, leggerissima,<br />

del grafismo. In questo periodo Villeglé lavora presso lo<br />

studio di un architetto abbastanza tradizionalista; tuttavia, grazie a<br />

una monografia e a una biografia di Le Corbusier, prende coscienza<br />

del fatto che anche l’urbanistica sta attraversando un’evoluzione che<br />

egli ignorava completamente.<br />

Nel febbraio 1944 Villeglé soggiorna per un breve periodo nella<br />

Parigi occupata: i quadri esposti nelle gallerie lo deludono. Al suo<br />

ritorno legge Guignol’s Band di L.F. Céline, e quel testo lo converte<br />

alla letteratura di Drieu La Rochelle, che a quel tempo godeva di un<br />

enorme consenso del pubblico. A settembre Villeglé si iscrive<br />

all’Ecole des Beaux-Arts di Rennes.<br />

Alla fine di gennaio del 1945 nasce l’amicizia con Raymond Hains,<br />

anche lui iscritto all’Ecole des Beaux-Arts (sezione scultura), fino a<br />

Pasqua però, quando decide di ritirarsi. Poco dopo, anche Villeglé fa<br />

domanda di ammissione all’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture.<br />

Con Etapes de la peinture française contemporaine depuis le cubisme<br />

1911-1944 di Bernard Dorival, Villeglé apprende – nonostante le<br />

reticenze dell’autore, che era professore all’Ecole du Louvre – le<br />

nozioni dell’automatismo psichico surrealista. Lo spirito di questo<br />

libro, fortemente intriso della “prudenza contadina e borghese” dell’anti-intellettualismo<br />

vichista – che rifiutava, per un umanesimo<br />

figurativo, “tanto l’astrazione dell’avanguardia quanto il sogno del<br />

surrealismo” –, prefigurava lo statismo culturale della Quarta<br />

Repubblica, ripiegata sul “genio pittorico francese” e sul rispetto del<br />

“disordine stabilito”, come lo definiva all’epoca Emmanuel Mounier.<br />

Dopo aver lavorato quattro mesi presso lo studio di un architetto di<br />

Saint-Malo, nel gennaio del 1947 Villeglé si iscrive all’Ecole des<br />

Beaux-Arts di Nantes. Risiede dapprima in rue du Bocage, vicino<br />

all’ospedale militare dove, tempo addietro, André Breton ha conosciuto<br />

Jacques Vaché. Un aneddoto di cui Villeglé verrà a conoscenza<br />

poco tempo dopo leggendo l’Histoire du surréalisme di Maurice<br />

Nadeau. È questo il periodo in cui Villeglé approfondisce le sue<br />

conoscenze sul caso oggettivo e sulla scrittura automatica.<br />

In aprile Villeglé viene ammesso all’Ecole Nationale Supérieure des<br />

Beaux-Arts (sezione architettura).<br />

Durante le vacanze a Saint-Malo inizia a raccogliere objets trouvés:<br />

fili di ferro o residui del “mur de l’Atlantique” che, senza il minimo<br />

intervento da parte dell’artista, costituiscono già delle vere e proprie<br />

pitture o sculture.<br />

In dicembre Villeglé e Hains visitano in modo sistematico tutte le<br />

gallerie di Parigi per sapere “chi è chi”, “chi fa cosa”, “chi espone chi”<br />

ecc. Durante questa ricognizione i due artisti incontrano Colette<br />

Allendy (1895-1960), la vedova del Dott. René Allendy (1889-<br />

1942), che dirigeva allora una galleria in rue de l’Assomption n. 67,<br />

ad Auteuil. In quel momento la galleria ospitava una mostra di disegni<br />

di Arp, Kandinsky, Magnelli e Miró.<br />

1948-1949. Villeglé fa avanti e indietro fra Nantes e Parigi. A settembre<br />

conosce il poeta Camille Bryen (1907-1977), originario<br />

della “città del ponte trasbordatore e dell’angoscia nantese”; con lui<br />

frequenta Wols alla Pergola, alla Rôtisserie Saint-Germain o alla<br />

Rhumerie Martiniquaise.<br />

Nel febbraio del 1949 Villeglé realizza con Hains Ach Alma Manetro,<br />

la prima affiche lacerata.<br />

A dicembre Villeglé lascia definitivamente Nantes e si trasferisce a<br />

Parigi, abbandonando, senza alcun rimpianto, gli studi in architettura.<br />

“Intenzionalmente” – “intenzione” nel senso husserliano del<br />

termine di “visione” – limita il suo procedimento appropriativo ai<br />

soli manifesti lacerati.<br />

1950-1954. Dopo un breve apprendistato a Nancy presso gli Ateliers<br />

de Maxéville di Jean Prouvé (1901-1984), il creatore dei “mursrideaux”,<br />

Villeglé partecipa alla messa a punto delle lettere deflagrate<br />

– che Raymond Hains fotografava già dal 1947 servendosi di una<br />

trama di vetro scanalato – e a diversi film tra cui Pénélope e Loi du 29<br />

juillet 1881 o Défense d’afficher. Uno stralcio di Pénélope sarà montato,<br />

nella primavera del 1960, dall’équipe del Centre de Recherche<br />

Image della RTF e divulgato con il titolo di Etude aux allures – nome<br />

della composizione di musica concreta con cui Pierre Schaeffer<br />

(1910-1995), l’allora direttore del Centro, sonorizzò questo cortometraggio<br />

(12 min. circa, colori, 16 mm). Il titolo Pénélope era stato inizialmente<br />

scelto da Villeglé per i colori mediterranei del film e per le<br />

sue riprese ininterrotte. Da vero “ad-hochista”, sugli scarti sovrapposti<br />

delle pellicole egli realizzerà dei graffiti utilizzando la china, che<br />

seccandosi andrà via via screpolandosi. Queste pellicole graffiate verranno<br />

mostrate all’inizio degli anni ottanta in una mostra al Centre<br />

Georges Pompidou di Parigi (Paris - Saint-Brieuc 1950-1952).<br />

1° maggio 1952. Hepérile, il poema fonetico di Camille Bryen edito<br />

da PAB (Pierre-André Benoît, 1922-1993), viene scelto per ufficializzare<br />

la deflagrazione della scrittura. Hepérile éclaté, un piccolo<br />

volume dedicato a una fauna di ultra-lettere baiadere – ondine scanalate<br />

della nuova mitologia –, verrà realizzato il 19 giugno 1953 in<br />

occasione di una mostra personale di Bryen alla Galerie Colette<br />

Allendy di Parigi.<br />

A dicembre, Chez Moineau, in rue du Four 22, Hains e Villeglé frequentano<br />

i lettristi dissidenti, tra cui Bull Dog Brau (1930-1985),<br />

Guy-Ernest Debord (1931-1994), Gil J Wolman (1929-1995),<br />

Jean-Michel Mension ecc. che avevano appena fondato la loro prima<br />

internazionale, premessa al situazionismo.<br />

Nel febbraio 1954 Villeglé e Hains conoscono François Dufrêne<br />

(1930-1982), del quale da otto anni seguivano le pubblicazioni e i<br />

recital lettristi. Grazie a Dufrêne conoscono Yves Klein “il Monocromo”<br />

(1928-1962), di ritorno dal Giappone.<br />

Aprile-maggio 1957. Sfuggita ai dogmatismi degli astrattisti, la galleria<br />

di Colette Allendy organizza la prima retrospettiva delle affiches<br />

lacerate. A rendere possibile la mostra è Yves Klein, che anticipa di<br />

otto giorni la chiusura della propria. Tre critici commentano l’esposizione:<br />

Edmond Humeau, Le lyrisme des murs su “Combat” del 5 giugno<br />

1957; Michel Courtois su “Arts” del 5 giugno 1957; e Pierre<br />

Restany su “Cimaise” dell’ottobre 1957. Durante il vernissage della<br />

mostra Villeglé incontra per la prima volta Gérard Deschamps<br />

(all’epoca diciannovenne), un frequentatore abituale della galleria<br />

dove tra l’altro aveva già esposto.<br />

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