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Lettere e frammenti - Galleria Agnellini Arte Moderna

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“dadaista” di Bryen. La deformazione di Hepérile in ultralettera<br />

va al di là della semplice espropriazione semantica<br />

del poema. La prassi dell’appropriazione, emblematica<br />

dell’opera di Villeglé, genera una vera e propria disappropriazione<br />

del poema di Bryen, il quale a tal proposito dirà:<br />

“È questo lato nascosto a far sì che Hépérile éclaté sia per<br />

me un libro molto importante tra i miei lavori, perché in<br />

un certo senso lo considero come una disappropriazione<br />

attiva.” 15 Hepérile éclaté rappresenta la prima appropriazione<br />

di un poema da parte di Villeglé. Egli ripeterà quest’esperienza<br />

diverse volte dopo il 1969, anno in cui inizia<br />

a elaborare il suo alfabeto socio-politico. Pubblicando i<br />

testi dei poeti Louis Even 16 e Benjamin Péret, 17 scritti in<br />

caratteri socio-politici, Villeglé reinventa la loro composizione<br />

e prolunga così l’avventura di Hepérile éclaté.<br />

1<br />

Ricordiamo l’iniziativa di Vincent Rousseau, conservatore del<br />

Musée des Beaux-Arts di Nantes, che ha proposto Hepérile éclaté in<br />

occasione delle mostre Bryen éclaté e Bryen et compagnie, organizzate<br />

rispettivamente nel 1981 e 2007-2008: in occasione della seconda<br />

manifestazione è stata presentata al pubblico una campionatura dei<br />

disegni preparatori eseguiti da Villeglé.<br />

2<br />

Esiste anche una fotografia che mostra l’ipnagogoscopio sul set del<br />

film Pénélope e che è stata riprodotta numerose volte, al contrario dei<br />

disegni di Villeglé che sono un’esclusiva.<br />

3<br />

Intervista di Daniel Abadie con Camille Bryen del 30 marzo 1976, in<br />

Raymond Hains et la photographie, CNAC, Paris, 20 maggio - 5 luglio<br />

1976.<br />

4<br />

Brion Gysin spiega la tecnica del cut-up sul numero 108 di “Rolling<br />

Stone”: “Possedevo un grande tavolo su cui molto spesso lavoravo con<br />

un taglierino Stanley, e, accidentalmente, tagliai un certo numero di<br />

giornali che si trovavano sotto qualcosa che avevo tagliato. I pezzi<br />

sembravano andare insieme e mi misi a sistemarli [...]. Li combinai<br />

secondo un modello che mi risultava visivamente gradevole.” Cit. da<br />

Philippe Mikriammos, Au commencement était le cut-up, in William<br />

S. Burroughs. La vie et l’œuvre, Seghers, Paris, 1975, pp. 61-75.<br />

5<br />

Particolarmente significativa è una lettera che Villeglé inviò a<br />

Hains riprodotta fronte/retro in Pierre Leguillon (a cura di), J’ai la<br />

mémoire qui planche, in Raymond Hains. La tentative, Centre Georges<br />

Pompidou, Paris, 27 giugno - 3 settembre 2001, pp. 13-14.<br />

6<br />

René Labat, Manuel d’épigraphie akkadienne, Imprimerie nationale,<br />

Paris, 1948.<br />

7<br />

L’opera racconta la curiosa storia della Venere di Quinipily, una statua<br />

di origine incerta conservata in un parco a Baud, in Bretagna, e<br />

di cui Villeglé possiede nei propri archivi una vecchia cartolina.<br />

8<br />

Intervista di Daniel Abadie a Jacques Villeglé del 3 marzo 1976, in<br />

Raymond Hains et la photographie, cit.<br />

9<br />

Villeglé redige una lista abbastanza esaustiva delle librerie nell’autobiografia<br />

Cheminements 1943-1959, Jean-Pierre Huguet (“Les<br />

Sept Collines”), Saint-Julien-Molin-Molette, 1999, pp. 86-87.<br />

10<br />

Ibid., p. 87: Villeglé racconta questo particolare che prova come la<br />

mediazione della sua opera fosse stata una tematica a lui cara sin dall’inizio<br />

della sua carriera, quando questa pratica non era molto diffusa<br />

tra gli artisti. Il 16 gennaio 2008, all’Università di Versailles<br />

Saint-Quentin-en-Yvelines, fu organizzata una giornata di studio<br />

intitolata Far conoscere: le implicazioni della mediazione culturale. La<br />

relazione Mediazione e legittimazione dell’opera di un artista vivente:<br />

Jacques Villeglé (1949-2000) mostrava come la mediazione avesse<br />

acquisito un posto importante nell’opera di Villeglé e in che modo<br />

egli avesse saputo rinnovare le modalità di richiamo del pubblico. I<br />

documenti inediti conservati nella boîte à “UULTRALETTRES” sulla<br />

realizzazione di Hepérile éclaté sostengono decisamente questa teoria<br />

e confermano lo spirito anticipatore di Villeglé in materia di mediazione.<br />

11<br />

Nel testo originale, gioco di parole intraducibile in italiano: la<br />

parola dé-lire significa letteralmente de-leggere, ma allude anche a<br />

delirio (in francese délire). N.d.T.<br />

12<br />

Noël Arnaud, in “Le Petit Jésus”, 1953; Jean-François Bergery, Le<br />

poème éclaté, in “Arts”, 7-13 agosto 1953; Pierre Boujol, Lire et délire,<br />

in “La Vigie Marocaine”, 17 settembre 1953; Etiemble, Barbarie<br />

ou Berbérie, in “La Nouvelle Nouvelle Revue Française”, settembre<br />

1953; J.C., De-lire, in “Combat”, 13 luglio 1953; Georges Ravon,<br />

La poésie qui fait Bang!, in “Le Figaro”, 6 luglio 1953; Henri<br />

Rochon, La montée d’Hepérile, in “Le Journal du Dimanche Soir”,<br />

13 dicembre 1953; Léonard Saint-Michel, Le poème éclaté… ou les<br />

nouveautés de la saison, in “Le Berry Républicain”, 30 settembre<br />

1953.<br />

13<br />

Malgrado l’opinione negativa dei critici, Hepérile éclaté viene<br />

immediatamente riconosciuta per il suo giusto valore. Nel 1963 una<br />

grande mostra internazionale itinerante sul tema della lettera e dell’immagine<br />

nella creazione artistica del XX secolo, presenta l’opera e<br />

la riproduce in catalogo: Schrift en Beeld, Stedelijk Museum, Amsterdam,<br />

3 maggio - 10 giugno 1963; poi Schrift und Bild, Staatliche<br />

Kunsthalle, Baden-Baden, 14 giugno - 4 agosto 1963.<br />

14<br />

La parola “ultra-lettera” fa riferimento all’ultrasuono: effettivamente<br />

l’ultra-lettera è indecifrabile così come per l’uomo l’ultrasuono<br />

è impercettibile.<br />

15<br />

Intervista di Daniel Abadie a Camille Bryen del 30 marzo 1976,<br />

in Raymond Hains et la photographie, cit. Bryen esprime lo stesso sentimento<br />

nella nuova prefazione che scrive per la seconda edizione di<br />

L’aventure des objets nel 1969: “Ai ready-made, alle appropriazioni,<br />

avevo contrapposto in un processo dialettico la disappropriazione<br />

(Le sein de la forêt), o il sacrificio capro-espiatorio Hepérile éclaté.”<br />

16<br />

Villeglé riscrive i poemi di Even in caratteri socio-politici e li espone<br />

alla Galerie Départementale du Dourven (12 settembre - 1° novembre<br />

1998) che li riproduce nel catalogo Liens & lieux. Contrastes.<br />

17<br />

Nel 2004 Villeglé pubblica un libro d’artista intitolato Benjamin<br />

Péret. Le déshonneur des poètes, accompagnato da un’opera originale<br />

per gli esemplari numerati da I a V.<br />

Jacques Villeglé,<br />

Hôtel Salé, Rue de Thorigny,<br />

Paris, settembre / septembre<br />

1970<br />

Photo André Morain<br />

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