Artisti del XXI Secolo a Sesto Fiorentino

Lucia Bruni e Federico Napoli 

Artisti 

del XXI 

Secolo 

a Sesto 

Fiorentino

del XXI 

Artisti 

Secolo 

a Sesto 

Fiorentino 

A cura di 

Lucia Bruni e Federico Napoli

COLLANA 

Artisti in Toscana 

4 

Diretta da 

FABRIZIO BORGHINI 

Patrocinio 

COMUNE 

DI SESTO 

FIORENTINO 

Con il contributo di 

Villa 

Gisella 

FIRENZE 

L’annuario è realizzato da 

Iª edizione giugno 2013 

ISBN 978-88-6039-293-0 

Tutti i diritti riservati 

© Copyright Associazione Toscana Cultura 

e Masso delle Fate Edizioni 

Masso delle Fate Edizioni 

Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI) 

www.massodellefate.it 

In copertina: la Villa di Doccia a Sesto Fiorentino

artisti dEL XXI SECOLO A SESTO FIORENTINO 

Arte e memoria: il sapore della città 

L’identità è consapevolezza dei propri mezzi 

espressivi, è riconoscersi con l’altro e nell’altro, 

è sentirsi parte di un tutto. In questo l’arte 

gioca un ruolo importante e il territorio è luogo 

della sua espressione più ricca e vivace. 

Sesto Fiorentino ha rappresentato nei secoli un bacino 

di menti fertili nel campo dell’arte; la nascita 

della Manifattura di Doccia, fondata nel 1735 dal 

marchese Carlo Ginori, è stata, nel tempo, fabbrica 

di “ingegnosi pennelli” e autentico fiore all’occhiello 

dell’intera Piana. 

Il Settecento ha visto figure come lo scultore Gaspero 

Bruschi che diede un contributo notevole alla 

manifattura di porcellane Ginori: lavorò alla Manifattura 

per diversi decennî dirigendo il reparto della 

scultura e modellazione; a lui e al nipote Giuseppe, 

si deve gran parte delle statuine di Doccia 

come puttini, pastori, allegorie delle stagioni e 

delle arti. Fra Ottocento e Novecento figure come i 

pittori Pilade Donnini, Anchise Faggi, Giorgio Toccafondi, 

e ancora lo Zoppi, il Baroni il Boni, solo per 

citarne alcuni, lavorarono alle decorazioni della 

manifattura, ma ampliarono la loro arte dipingendo 

in proprio; nel rinnovato fermento delle arti del Novecento, 

fra i maestri della scultura troviamo Antonio 

Berti, Bruno Benelli, Romano Lucacchini, o i 

pittori Gino ed Ennio Pozzi, Piero Nincheri, Piero 

Tredici, il ceramista Salvatore Cipolla, per ricordarne 

alcuni, che hanno segnato il passo della storia 

dell’arte nell’ultimo scorcio del secolo appena trascorso. 

Nel nostro momento storico, talora distratto da un 

frenetico quotidiano, sembra allora più che mai opportuno 

tracciare un nuovo percorso che offra allo 

spettatore il panorama degli artisti sestesi a noi 

contemporanei, necessario onde ribadire quella 

identità sopra accennata, fertile terra per ogni ingegno 

e ingrediente necessario per affacciarsi al 

futuro. 

In qualità di Consigliere delegato alla Cultura e alla 

Formazione del Comune di Sesto Fiorentino, consapevole 

dell’importanza di certe aggregazioni, non 

posso che sentirmi lieto di offrire il patrocinio alla 

pubblicazione del presente volume: Artisti del XXI 

secolo a Sesto Fiorentino, promossa dall’Associazione 

Toscana cultura e curato dagli storici dell’arte 

Lucia Bruni e Federico Napoli, augurando al libro 

un meritato successo. 

Massimo Rollino 

Consigliere delegato alla Cultura e alla Formazione 

Istituzione del Comune di Sesto Fiorentino “Sesto Idee” 

3

Abside e campanile della Chiesa di san Bartolomeo - Sesto Fiorentino (loc. Carmignanello)


Una storia nei secoli 

di Lucia Bruni e Federico Napoli 

Tombe e resti di un’attività manifatturiera ritrovata 

nell’area del Polo Scientifico risalgono 

alla fine del II millennio a.C.; le tombe a 

tholos di Quinto ed i resti di un muro a secco in località 

Poggio del Giro in Palastreto rimandano al 

periodo etrusco (VII a.C); i Romani hanno lasciato, 

tra gli altri, segni sul territorio (dal I a.C) con la 

centuriazione, ancora leggibile nonostante i nuovi 

insediamenti nelle vie del Termine, dei Giunchi, di 

Rimaggio e presso la cappella della Madonna del 

Piano. Dunque, Sesto Fiorentino e la sua Piana - 

sextum lapidem da Firenze, lungo la via Cassia - 

dipanano una storia antica, archeologicamente 

molto ricca; poi, nel Medioevo nascono piccoli 

agglomerati di popolo attorno a pievi diverse: San 

Martino a Sesto, San Romolo a Colonnata, Santa 

Maria a Quinto, Santa Maria e San Bartolomeo a 

Padule, Sant’Andrea a Cercina, per citarne solo alcune. 

Nel XVI - XVII secolo diventano frequenti gli 

insediamenti nella zona pede-collinare grazie alla 

comparsa di case di campagna o da signori, proprietà 

di famiglie aristocratiche fiorentine: Boni, 

Torrigiani, Della Tosa, Lucalberti, Bartolini Salimbeni, 

Ughi, Ginori, quindi Capponi, Strozzi, Corsi, 

Aldobrandini, case usate come luoghi di riposo, ma 

utili anche per amministrare i locali beni fondiari. 

Per secoli l’economia è prevalentemente agricola, 

poco lavoro danno le cave di alberese a Palastreto, 

qualche ricchezza viene dal traffico di passaggio, 

principalmente lungo la vecchia Strada Maestra 

per Prato, ove si segnalano le tracce degli spedali 

di Santa Maria Novella (località via Verdi) e dei SS. 

Jacopo e Filippo (località via Frosali), in attività per 

molti secoli. 

Avvertibile è l’impulso economico e sociale quando 

il marchese Carlo Ginori nel 1737 inizia la produzione 

della porcellana, nei laboratori adiacenti alla 

sua villa di Doccia. Da quel momento si affermano 

1910 - Manifattura di Doccia. A sinistra Villa Gerini. 

nuove figure lavorative, quali il “maestro dei forni” 

o il “maestro in pittoria”; si affaccia al quotidiano 

una diversa classe sociale, quella operaia; infine, 

nasce un nuovo manufatto artistico (l’oggetto in 

porcellana, in tutte le sue varianti formali e di destinazione), 

per altro sulla scia della secolare tradizione 

toscana della ceramica. Ne fanno fede, nel 

territorio di Sesto Fiorentino, le tante immagini 

sacre poste nei tabernacoli di via, generalmente 

realizzate in maiolica (ricordiamo la mostra Immagini 

di devozione, a cura di Maria Pia Mannini, Villa 

Corsi Salviati, Sesto Fiorentino, 1981). 

Nell’arco dell’Ottocento continua l’attenzione 

dell’aristocrazia fiorentina per l’area sestese, 

come testimoniano gli arrivi in villa del principe 

Borghese (villa Paolina a Quinto), dei Gerini e dei 

Malenchini, nonché della stessa Teresa Gamba, 

moglie prima del conte Alessandro Guiccioli poi 

del marchese di Boissy, ma appassionatamente 

legata a George Byron e che muore nella sua proprietà, 

circondata da un parco all’inglese, oggi 

detto Il Neto. Nel XIX secolo e fino agli anni Quaranta 

di quello successivo Sesto riflette l’incerto 

cammino politico, economico e culturale dell’Italia, 

fra lotte per l’indipendenza e successivi governi di 

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1900 - Inaugurazione della nuova stazione ferroviaria: lo 

striscione è in omaggio al Senatore Torrigiani, sindaco di 

Firenze e titolare dello stabilimento conserviero a sud della 

ferrovia. 

sinistra non molto dissimili dai precedenti di diverso 

segno. Forse in “Pinocchio” di Carlo Lorenzini, 

scritto pare con riferimenti a Sesto, si rispecchia la 

città di quest’ultimo scorcio dell’Ottocento. 

Sulla scia delle necessità della Ginori, nel 1873 

nasce la Regia Scuola d’Arte Ceramica (oggi Istituto 

d’Arte), promossa dal marchese Lorenzo Ginori 

Lisci, ma caldeggiata dall’allora primo sindaco della 

città, Francesco Daddi. Questa istituzione, oltre a 

preparare le future maestranze dell’azienda - nel 

1896 c’è la fusione con la “Richard” e all’alba del 

nuovo secolo i dipendenti sono 1.500 su di una popolazione 

di 13.000 abitanti -, potenzia ulteriormente 

un artigianato diffuso - non di rado minimo come 

numero di occupati -, tanto che nell’ultimo decennio 

dell’Ottocento a Sesto nascono diverse aziende 

impegnate nella produzione ceramica: la “Società 

Ceramica di Colonnata” e la “Società Industriale 

per la Fabbricazione di Maioliche Artistiche” - divenuta 

dal 1906 la “Manifattura Fantechi” - ; tra le 

altre, aprono le imprese di Ernesto Conti (1908) e di 

Alfredo Ciulli (post 1911), poi la “Cooperativa Ceramica 

Federale”, la “Manifattura Barraud Messeri 

e C.” e la “Manifattura Carraresi e Lucchesi”. 

L’abbandono progressivo delle campagne per l’inurbamento 

(almeno lavorativo) in favore del lavoro 

in fabbrica o per il mondo artigianale, comporta 

inevitabilmente la nascita di un proletariato di 

scarso reddito - la stessa cucina locale è povera: ad 

esempio, le budella - e di una perduta identità. Ma 

Primi del ‘900 - Piazza Ginori; sulla porta a destra del Palazzo 

Pretorio si intravede Ulisse Ciulli titolare dell’omonima 

merceria; sulla destra lo stabile di “Bistelli” 

questo è terreno fertile perché nel 1897 venga 

eletto deputato Giuseppe Pescetti, primo parlamentare 

socialista toscano ed è un ambiente che 

molti anni dopo sarà capace di produrre una figura 

come quella di Anna Maria Enriques Agnoletti. 

Nel 1899 viene eletto Pilade Biondi, primo sindaco 

socialista in Italia; l’anno prima, il 5 maggio, i 

moti delle trecciaiole avevano provocato fra gli 

scioperanti 4 morti (cfr. Lucia Bruni, Mia nonna 

Elena di Bombe). 

Sui primi decenni del Novecento si sofferma il libro 

“I ragazzi della Fila rossa” di Giulio Cerreti, ne 

prosegue idealmente la narrazione il figlio Sergio 

Gianclaudio, approfondisce la conoscenza del periodo 

lo storico Ernesto Ragionieri. Nel 1982 in 

una mostra titolata Il libro di Sesto è stata documentata 

a livello di cronaca una piccola parte dei 

fatti più significativi del territorio; mostra allestita 

presso i locali della “Biblioteca Pubblica”, allora 

ospitata nei locali di via Gramsci e realizzata a 

cura di Perseo centroartivisive (associazione culturale 

fiorentina). 

La pratica di pennelli e colori, di terra modellata, 

forme e volumi, alimenta da par suo - certo, non in 

esclusiva - la nascita di un mondo artistico che qui 

vogliamo esclusivamente riferire a tempi trascorsi, 

rimandando per il contemporaneo alle pagine successive: 

Sesto trova già in Ettore Bianchini - miniaturista 

alla Ginori - ed in Enzo Ceccherini figure di 

spicco, ricordando anche i Giusti e i Fanciullacci 

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Anni ‘30 - Piazza Ginori: Caffè Galileo (già Corsi), il più antico 

e conosciuto bar di Sesto Fiorentino. 

Anni ‘50 - Bambini “Figli del Popolo” alla colonia del Parco 

del Neto 

precedenti, segnalando anche Umberto Mannini, 

legato in qualche modo alla stessa Ginori. Nel Secondo 

dopoguerra nel territorio sestese si affermano 

figure di livello non di rado nazionale, in un clima 

culturale, dunque, conteso fra la lezione del 

passato e le pressioni espressive del presente: 

Piero Tredici, autore di una pittura fatta di acceso 

realismo; Ennio Pozzi, in cui sopravvive un’oggettività 

classicheggiante; Piero Nincheri, ideatore di 

una pittura ricca di simbolo e compromissione. 

Compaiono anche figure isolate, tra le quali segnaliamo 

Anna Maria Binazzi, grafica di talento. 

La scultura novecentesca, che localmente nella 

pratica ceramica può ritrovare un seme, annovera 

autori estremamente diversi, con proprie personalità 

stilistiche, ma sempre di forte espressività, 

quali Bruno Benelli, Antonio Berti, Salvatore Cipolla, 

Delio Granchi, Romano Lucacchini. Ma in 

questo variegato mondo culturale sestese, citiamo 

l’attività della Scuola di Musica e quella del 

Teatro “La Limonaia”, nonché personaggi differenziati 

fra loro dal settore di operatività quali il 

musicista Bruno Bartoletti, il grande commissario 

tecnico della nazionale di ciclismo Alfredo Martini, 

l’attore di teatro e cinema Fosco Giachetti, oltre 

al ciclo-nauta Marco Banchelli. 

Oggi questa storia antica, fatta di eccellenze diffuse 

e di generale vitalità, sembra continuare a preferire 

tendenzialmente una connotazione oggettuale, 

forse proprio per la sua storia sociale passa- 

Villa La Mula a Quinto 

ta: quest’ultima si rinnova anche nella presenza di 

associazioni ben radicate nel territorio con diversa 

matrice e finalità, quali il “Rifugio Gualdo”, la 

“Casa del Guidi”, “La Soffitta”, “LiberArte” - 

quest’ultima anche con una nutrita sezione letteraria 

-, con una serie di luoghi espositivi ulteriori, 

come l’antica fattoria Il Prato di San Lorenzo, i locali 

presso l’articolato Polo Scientifico della Università 

di Firenze e il Centro “Berti”. 

Questa pubblicazione, promossa dall’Associazione 

“Toscana Cultura”, sia pure velocemente ha voluto 

ricordare il passato, offrendo il sapore di una storia 

lunga secoli, ma nello stesso tempo rende omaggio 

al clima artistico di Sesto all’alba del XXI secolo, 

volendone dare una prima misurazione: pertanto, 

comparire in essa equivale ad una affermazione 

di esistenza. 

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Piazza della Repubblica, 13-14R 

Tel. 055 212280 

Il Caffè “Giubbe Rosse” è tra i più 

famosi ritrovi letterari italiani e 

stranieri. All’inizio del ‘900 come 

Birreria dei fratelli Reininghaus ed in 

seguito l’attuale nome derivato dal colore 

delle giubbe dei camerieri, ha 

ospitato le stagioni del Futurimo e delle 

successive tendenze. Le famose riviste 

“La Voce”, “Lacerba”, “Solaria” ed 

altre anche recenti, devono qualcosa a 

questo Caffè dove poeti, artisti ed intellettuali 

si sono confrontati e scontrati. 

Personaggi come Marinetti, Papini, 

Prezzolini, Campana, Gadda, Boccioni, 

Montale e moltissimi altri, in differenti 

epoche e situazioni culturali, 

hanno fatto delle “Giubbe Rosse” un 

crocevia della storia letteraria del ‘900. 

Ma anche attualmente continuano gli 

Incontri Letterari alle “Giubbe Rosse” 

frequentati da artisti e intellettuali di 

ogni tendenza, che fanno di questo 

Caffè Letterario un portofranco della 

cultura e dell’arte.


rosanna boddi bronzi 

Via Lino Chini, 68 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 256515 - Cell. 329 3933507 

Abbraccio verticale, 2006, acrilico su tavola, cm. 110x80 

Pittrice e grafica, nata a Firenze, dal 1975 a oggi ha 

esposto il 23 personali, 22 mostre di piccolo gruppo 

e innumerevoli collettive, ottenendo numerosi 

primi premi. 

Fra le personali e i premi si citano: 

1979 Premio Putto d’argento, Saletta 21, Montespertoli 

1983 Palazzo comunale, Centro Modigliani, Scandicci 

1988 Premio Italia, Caprese Michelangelo 

Palazzo comunale, Centro Modigliani, Scandicci 

1990 Palazzo Pretorio, AICS, Sesto Fiorentino 

1996 Gruppo Donatello, Firenze 

2006 Limonaia di Villa Vogel, Quartiere 4, Firenze 

2008 Palazzo Panciatichi, Regione Toscana, Firenze 

Recensita da critici di rilievo in giornali, riviste, cataloghi 

d’arte e TV private: fra queste segnaliamo RTV 38, con il 

programma “Bella Bellissima” condotto da Italo Cirri (sigla 

con 13 disegni della autrice) 

Sue opere in Italia si trovano nelle collezioni di 12 enti 

pubblici e in varie private 

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sergio bonamici 

Via XXV Aprile, 71 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 320 5303407 

Giochi alla Madonna dell’Acero, 2012, 

fotografia b/n, cm. 50x60 

Senza titolo, 2000, fotografia b/n, cm. 50x60 

Sulla vastissima attività fotografica dell’autore rimandiamo 

ai commenti critici di chi si è occupato 

ripetutamente della sua produzione: P. Baldelli, M. 

Batisti, A. Bruscagli, A. Fiorenzi, M. Ghiglia, P.F. Listri, F. 

Napoli, S. Nistri, V. Partilora, D. Viggiano. 

Ricordiamo anche la sua attività come cineamatore (8 

mm e Super 8), con documentari a colori sulla natura e il 

paesaggio. 

Al veloce e fuggevole mondo circostante, Bonamici strappa 

sempre un frammento di realtà, come un pezzetto di 

anima, sintetizzandolo: così, realtà e verità per un attimo 

possono anche toccarsi prima di tornare lontane a causa 

dell’occhio (fotografico) che sottrae. In altre parole: l’operazione 

fotografica di Sergio Bonamici ci pone di fronte ad 

un procedimento di ripulitura della realtà circostante, di 

sintesi e quindi di essenzializzazione - l’autore sa sempre 

cosa vuole e cosa gli interessa -. Così, il soggetto prescelto 

perde successivamente - ma forse mai del tutto - 

la sua portata narrativa, tendendo a porsi nell’essenza 

costruttiva, come se fosse autoreferente, pur non essendolo 

mai in pieno, in quanto nella composizione resta 

sempre saldo il riferimento al reale. 

Federico Napoli 

Queste immagini fotografiche rappresentano altrettante 

finestre dalle quali possiamo gettare sguardi sulla società, 

testimonianze importanti della nostra vita “fermate” 

da una sensibilità profonda e capace di cogliere scenari 

che interpretano fatti e sentimenti, narrano storie senza 

usare le parole. 

Alessandra Bruscagli 

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ARISTIDE BRUNO 

Via Benvenuto Cellini, 57 - 50019 Sesto Fiorentino - Cell. 347 6469830 - aristidebruno@ymail.com 

Laboratorio: via Antonio Gramsci, 248 - 50019 Sesto Fiorentino 

Campo uno, 2013, acrilico su tela, cm. 60x80 

Le mele verdi, 1995, olio su tela, cm. 30x60 

Nasce a Bari il 13 aprile 1955 e trascorre i suoi 

primi anni a Lecce dove inizia a frequentare corsi 

di disegno dal vero, avendo una particolare attitudine 

al ritratto. Dal 1975 al 1988 vive una appassionata 

esperienza che lo induce a condividere le idee di maestri 

salentini che ne influenzano la formazione artistica. 

In questi anni espone a Lecce, Taranto, Cavallino e Casarano; 

esegue inoltre importanti opere commissionategli 

da illustri personaggi del mondo ecclesiastico e della 

politica, tra cui il ritratto del senatore Giovanni Spadolini 

e dell’allora Arcivescovo di Taranto; a questi si accompagnano 

altri innumerevoli ritratti commissionati in tutto il 

Meridione. 

Purtroppo l’attività artistica subisce una lunga pausa 

per la perdita prematura della madre, a cui seguirono 

problemi famigliari che lo indussero a finire gli studi 

universitari. 

Nel 1989 si trasferisce a Firenze dove partecipa a varie 

collettive ed è accolto come socio-artista al Circolo degli 

Artisti Casa di Dante che nel 1998 gli organizza un’importante 

personale di pittura. 

Dal 1992 risiede a Sesto Fiorentino, dove ha sede il laboratorio 

Sesto Arte all’interno del quale lavora ed espone. 

Nel 1995 vince il premio Gastone Razzaguta con l’opera 

“Le mele verdi” e si impone successivamente con vari 

ritratti per Francia , Inghilterra e Stati Uniti. 

Nel 2004 comincia a sperimentare nuove forme espressive 

ed inizia un nuovo ciclo di rinnovamento influenzato 

dal realismo informale di Scatizzi ed ancor di più di Mattioli, 

dal quale fu particolarmente attratto in occasione di 

una mostra parmense a lui dedicata nel decennale della 

morte. 

In questi anni volge a conseguire aspetti cromatici e 

chiaroscurali che pur essendo legati a meccanismi di 

matrice realista, puntano ad ottenere risultati cromatici 

con caratteristiche informali, in cui i particolari ed il complesso 

stanno in un rapporto espressivo ed equilibrato. 

Ma la continua ricerca di una sua identificazione attraverso 

nuove forme geometriche ed impasti di colori, ha 

lo scopo di nutrire le sue opere di un segno moderno 

dietro una materia che si presenta consumata dal tempo 

(vedi l’opera “Campo uno”). 

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mario caciotti 

Viale Pratese 42/44 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055.4212525 - www.mariocaciotti.it 

Mario Caciotti e l’opera Volto di Cristo, 1990, olio, cm. 80x70 

Nasce a Calenzano nel 1923. Si diploma in disegno 

tecnico alla Scuola Industriale Leonardo da Vinci 

e nel 1941 entra come disegnatore alle Officine 

Meccaniche Galileo; inizia a dipingere incoraggiato da 

alcuni colleghi tra cui si annovera Umberto Mannini. Per 

ragioni familiari, alterna i pennelli ad altre attività, tra 

cui la modellazione e produzione di ceramiche. Dal 1960 

si dedica completamente alla pittura, partecipando 

spesso con riconoscimenti a numerosi premi e mostre 

collettive, regionali e nazionali: Firenze, Roma, Milano, 

Piacenza e Bologna. La prima personale risale al 1958 a 

Firenze, presso la Galleria del Proconsolo. I primi paesaggi 

hanno toni ambrati e tenui, poi la sua pittura si 

evolve nei colori forti e nelle pennellate energiche. Esegue 

in più occasioni opere di destinazione pubblica e di 

soggetto religioso, tra cui tele che arredano la sede centrale 

del SS. Sacramento in Vaticano, la Via Crucis nel 

portico del Santuario di Boccadirio e la chiesa di San Pio 

X a Livorno. Nel 1996 esce la monografia accolta nelle 

biblioteche dei Musei Pecci di Prato, MoMa di New York 

e Prado di Madrid. Nel 2008 espone negli Stati Uniti a 

Savannah (Georgia) presso il Museo Hurn di arte contemporanea; 

nello stesso anni espone nei locali de “La 

Specola” a Firenze. 

Le sue opere sono ricche di colore, di pennellate intense 

con cui coglie i dettagli dei volti, della natura, della religione 

e della vita della sua Toscana. 

Piace ricordare tra le sue tante presenze in Musei nazionali 

e internazionali, la collezione permanente di disegni 

e dipinti presso il Palazzo comunale di Calenzano. 

Il mondo figurativo di Caciotti non vuole staccarsi da un 

ambito paesano e familiare, solo che egli tenta di enucleare 

l’anima convulsa e dilacerata spezzandone le linee 

di contorno e affocandone i colori. E’ il suo modo di 

esprimere l’essenza tragica del nostro tempo. Violenza, 

dunque, d’ispirazione e d’immagine, temperata nelle ultime 

fasi del suo lavoro da un ricorso a frammentazioni 

neofuturiste. Caciotti si abbandona e segue con veemenza 

forme e colori inusitati. 

Alessandro Parronchi 

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franco caini 

Via Tommaso Campanella, 20 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 338 5690258 - francocaini@gmail.com 

Sopravvissuto, 2004, collage, cm. 126x99 

Vive a Sesto Fiorentino, autodidatta, sempre attento 

a nuove forme di espressione. Sul finire 

degli anni Novanta trova nei manifesti pubblicitari 

la fonte principale della propria ispirazione. Nel 

dicembre del 2006 espone alla galleria “La Soffitta” 

con la nota critica di Stefano Berni, docente di filosofia, 

il quale lo definisce come un postmoderno nella sua 

opera di decostruzione e ricontestualizzazione dei messaggi 

discorsivi. Nel giugno del 2007 Pierfrancesco Listri, 

critico d’arte, ha elogiato gli strappi geniali di 

Franco Caini e il modo di utilizzare dal mondo dell’immagine 

frammenti di essa, per ricostruirla secondo una 

sintassi e una logica che diventa un linguaggio personale 

pieno di significati sociali, politici ed anche sottilmente 

ludici. 

Esposizioni: 

1986 Perseo Centroartivisive Firenze 

Palazzo Pretorio Sesto Fiorentino 

1999 Villa San Lorenzo Sesto Fiorentino 

2000 Bar San Firenze Firenze 

2001 Casa Del Guidi Sesto Fiorentino 

Stazione Leopolda Firenze 

2003 Palazzo Giannozzi Certaldo Alto 

2004 Grand Hotel Mediterraneo Firenze 

2005 Casa Matilde B & B Piano di Mommio 

Circolo Acli Colonnata Sesto Fiorentino 

2006 Palazzo Pretorio Sesto Fiorentino 

La Soffitta Spazio delle Arti Sesto Fiorentino 

2007 Autosalone Baccini Trento Sesto Fiorentino 

Euro Hotel Cascina 

Hotel West Florence Campi Bisenzio 

Crisolart / Galeria Bar Coctum Barcellona 

Fiera Milano Rho Milano 

2009 Prato Della Valle Padova 

Villa Montalvo Campi Bisenzio 

2010 Centro Storico Cerreto Guidi 

Saschall Firenze 

Fiorgen Museo Archeologico Nazionale 

di Firenze 

2011 Caffetteria Raffaella Firenze 

Carrozzeria Rizieri Pontedera 

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gianni calamassi 

Studio: via Antonio Canova, 116/5-6 - 50142 Firenze - Tel. 055 780941 - Cell. 335 5247799 

giannicalamassi@virgilio.it - http://www.literary.it/autore.aspid_autore=3139 

Alba in val d’Orcia, 2012, china, cm. 30x42 

Nato a Firenze, città in cui vive, laureato in Scienze 

Biologiche dell’Università degli Studi di Firenze, 

frequenta la Piccola Accademia diretta dal prof. 

Giunio Gatti presso la “Galleria dello Sprone”, sotto la 

guida del maestro Tamassia. Nel 1970 è uno dei fondatori 

del gruppo “Harf”: 

Leggere i versi del poeta e pittore fiorentino Gianni Calamassi, 

significa assaporare la forza evocativa della parola, 

il suo essere sottile, vibrante sonora, descrittiva o 

astratta, carezzevole o aspra, a seconda dei casi; sensazione 

non diversa da quella che si ricava osservando i 

suoi paesaggi, in cui il segno grafico descrive l’incanto 

della Natura, la sua bellezza che commuove e ritempra, 

ma anche il mistero che l’avvolge e la rende terra di confine 

tra luce ed ombra. 

Può accadere che la parola intervenga in aiuto dell’immagine 

quando questa non risulti immediatamente comprensibile, 

e viceversa sia l’immagine a sciogliere i nodi 

di senso e farci calare dolcemente nei recessi più oscuri 

della parola. 

È possibile, invece, che entrambe si caratterizzino per 

semplicità e chiarezza, tanto da risuonare l’una nell’altra 

come note di una sola armonia che si fa canto universale. 

Daniela Pronestì 

(Metropoli, Incontri con l’Arte, 21 ottobre 2011) 

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gianni calamassi 

La signora dell’ippocastano, 2005, china seppia e nera, cm. 51x36 

Gianni Calamassi ha la forza di saper guardar con giudizio 

ironico e di saper demitizzare e disincantare con la 

sua pittura. Non si arrocca sotto l’etichetta di una qualsiasi 

ideologia. 

La sua è una tecnica raffinata che tocca il limite del virtuosismo 

e del compiacimento. 

Opere dalla circostanza poetica ove la creatività è documentale 

di una visione della natura con l’insieme di tristezza 

e felicità. 

Ci troviamo realmente di fronte ad un’estrema purezza 

artistica ed espressiva. 

Nella Ghelfi 

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liberato calenda 

Via Cesare Beccaria, 65 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4212102 - Cell. 346 9771680 

Il giorno e la notte, 2010, olio su tela, cm. 99x95 

La pittura di Calenda è passionale, acuta e scandaglia 

sensazioni ed emozioni, portando alla luce espressioni 

essenziali emerse dal profondo, in una dimensione 

dove lo spazio non è in rapporto con il tempo e viceversa. 

Sono il sentimento e la spontaneità che nutrono le 

opere di Calenda, liberamente, senza conflitti, senza celebrazioni, 

senza tensioni. 

È un sentimento spontaneo che viaggia in parallelo con lo 

stile squisito per la sua sensibilità al colore e a una ricerca 

che non ha la necessità di essere sperimentata, pur 

svincolandosi da qualsiasi esteriorità, creando così realtà 

fantastiche, lussureggianti, ipnotiche. 

Il fascino di queste opere sta nel segreto che portano in 

sé: un mistero che ci travolge prima di essere svelato e 

che ci rende prigionieri di arcani sogni. L’approccio che 

Calenda ha con supporti e colori è lo stesso di quello che 

ha il musicista con il suo strumento. Quando il maestro 

suona una sinfonia o ne compone una nuova, strumento 

e persona diventano la stessa cosa: infatti, è l’armonia 

interiore della propria essenza che ci viene trasmessa in 

tutti e due i casi, non la logica di pensiero. Per queste 

motivazioni vi è una relazione mirabile tra forma e colore, 

una sintonia così perfetta che nessun calcolo potrebbe 

realizzare. 

E proprio perché questa logica non appartiene al pensiero, 

porta in sé una grande potenzialità: quella di proiettarci 

là dove spazio e tempo non esistono più perché offrono 

ai nostri sensi quella non realtà che è trascendentale, 

proprio nel momento in cui l’arte mostra di sé la sua immagine 

esclusivamente immanente. Vorrei dare a Calenda 

e spero che non me ne voglia, la voce del grande maestro 

Kandinskij che dice di sé: “Le forme di cui mi sono 

servito nascevano spontaneamente, mi si presentavano 

già pronte davanti agli occhi, non mi restava che copiarle, 

oppure si formavano mentre lavoravo e spesso avevano il 

potere di sorprendermi”. 

Patrizia Fattori 

Sesto Fiorentino, agosto 2012 

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liberato calenda 

Il Neto, 2008, olio e acrilico su tela, cm. 99x99 

Personali: 

1977 Federazione Artisti Pratesi, Prato 

1986 Federazione Artisti Pratesi, Prato 

2010 Palazzo Pretorio, Sesto Fiorentino 

2011 Palazzo Pretorio, Sesto Fiorentino 

Galleria Via Larga, Firenze 

2012 Galleria Fattori Arte, Sesto Fiorentino 

Collettive: 

2009 Villa San Lorenzo, Sesto Fiorentino 

2010 Casa del Pittore, Montecatini Terme 

Villa San Lorenzo, Sesto Fiorentino 

Rassegna di pittura Il Tondo, Sesto Fiorentino 


Rassegna di pittura Il Tondo, Sesto Fiorentino 

Casa del Pittore, Montecatini Terme 


Hotel Apollo, Viareggio 

Palazzo Pretorio, Sesto Fiorentino 

Nel 1985 e nel 2010 ha vinto il Primo premio al concorso 

“Giuseppe Pescetti” (Sesto Fiorentino) 

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vittorio carraresi 

Via Giosuè Carducci, 41 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. e fax 055 4481747 - vittcarraresi@alice.it 

Ponte Vecchio, 1993, tecnica mista, cm. 35x70 

Venezia, 1998, tecnica mista, cm. 50x70 

Ènato a Sesto Fiorentino e qui sempre vissuto, 

espletando come imprenditore l’attività di ceramista. 

I suoi hobby sono la fotografia e la pittura che, 

coltivati con passione, nel tempo hanno sviluppato 

un’intensa attività espositiva: moltissime le collettive 

alle quali ha partecipato, accanto ad alcune personali, 

tra le quali citiamo l’ultima, organizzata presso il Polo 

Scientifico della sua città natale. 

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roberto ceccherini 

r.ceccherini@tiscalinet.it 

www.estraforma.it 

Coppia di centauri Ambo α - Ambo β, 2012, gres, h cm. 43x44 

Inizia la sua ricerca creativa nel 1966 collaborando 

come designer con alcune manifatture di ceramica. 

All’inizio degli anni Ottanta prosegue la sua ricerca 

fuori dai vincoli della produzione seriale, con realizzazioni 

che si distinguono per l’equilibrio plastico-cromatico e 

per la forza espressiva. 

Ha insegnato “Arte della Ceramica” in alcuni istituti statali 

d’arte della Toscana; dal 1980 al 2009 presso l’I.S.A. 

di Sesto Fiorentino. 

È l’autore della grande composizione plastica San Martino 

che divide il suo mantello col povero presso la pieve 

di San Martino a Sesto Fiorentino. Nel 2012 ha realizzato 

una grande statua di San Pietro Pescatore collocata 

sul sagrato della chiesa intitolata al Santo, presso Galciana 

di Prato. 

I suoi lavori sono stati selezionati per importanti manifestazioni 

internazionali e nazionali, dove ha ricevuto premi 

e riconoscimenti. V arie le esposizioni personali e 

collettive. Recentemente ha concluso una sua personale 

presso Palazzo Medici Riccardi a Firenze. 

19


enrico cinalli 

www.enricocinalli.com 

info@enricocinalli.com - Pagina FB: look@thisTuscany 

Pieve di S. Andrea a Cercina, Sesto Fiorentino (FI) 

Abbazia di S. Galgano, Chiusdino (SI) 

L’idea di realizzare look@thisTuscany prende vita 

nel 2008, stimolata dall’ambizione di espandere 

l’orizzonte dell’attività fotografica a me più congeniale, 

il paesaggio. Il soggetto scelto è il paesaggio toscano, 

in particolare le aree rurali. 

Due sono le specificità che caratterizzano questo progetto: 

il punto di ripresa situato ben oltre i classici 1-2 metri 

dal suolo, fino ad un massimo di 10 metri, e l’impiego 

della tecnica di ripresa panoramica ad alta definizione 

chiamata “photo stitching”. 

Le immagini così realizzate mi hanno confermato ciò che 

inizialmente avevo immaginato, cioè una particolare 

sensazione di armoniosità che è risultato sia del punto di 

osservazione privilegiato, sia del formato panoramico 

con proiezione cilindrica. Quest’ultima, pur introducendo 

deformazioni prospettiche particolarmente evidenti sugli 

elementi in primo piano, risulta paradossalmente 

molto intrigante proprio laddove le geometrie dominano 

la scena. 

Le oltre 100 immagini fino ad oggi realizzate sono state 

pubblicate nel 2012 sul sito personale, al quale è stato 

dato risalto su alcune riviste on-line sia italiane che internazionali. 

Nel giugno 2013 ho presentato al pubblico una prima 

selezione di stampe fine-art di grande formato realizzate 

interamente con mezzi propri, di dimensioni fino al 

100x300 cm. La mostra si è tenuta nel suggestivo spazio 

espositivo del Rifugio Gualdo a Sesto Fiorentino. 

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SILVANA CIPRIANI 

Via della Querciola, 65 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4215719 - silvana.cipriani@gmail.com 

Scaldino, Anni Novanta , olio su tela, cm 40x30 

Funghi, Anni Novanta , olio su tela, cm 35x45 

Da Firenze, ove è nata, si trasferisce a Sesto Fiorentino 

nel 1970. Dilettante e autodidatta, dagli anni 

Ottanta dipinge e scrive poesie per passione. Ha 

partecipato a varie mostre collettive e realizzato esposizioni 

personali, ottenendo riconoscimenti sia nella pittura 

che nella poesia. Successivamente si è aggiunto un nuovo 

interesse che ha portato alla realizzazione del libro Per 

grazia ricevuta. Il santuario della Madonna dei Fossi, ricerca 

storica su di una robbiana datata 1510-20, pubblicazione 

presentata nel 2012 presso la Pieve di san Bartolomeo 

a Pomino, Rufina (ed. Servizio Editoriale Fiesolano). 

Trova l’arte, la musica e lo scrivere un forte sostegno 

nella vita, sia nei momenti difficili che in quelli gioiosi. 

1987 San Niccolò (Firenze) 

1989 Ardengo Soffici (Rignano) 

1991 Pescetti (Sesto Fiorentino) 

SAF (Firenze) 


Leonardo, Palazzo Vecchio (Firenze) 

Biblioteca comunale (Sesto Fiorentino) 

1993 Gronchi (Pontedera) - poesia 

1994 Baita (Livorno) - poesia 

San Valentino (Terni) - poesia 

1995 Baita (Livorno) - poesia 

1996 San Valentino (Terni) - poesia 

Senza titolo 

Terra 

di 

nessuno 

mormora 

il 

vento 

occhi 

lontani 

socchiusi 

granelli 

di 

sabbia. 

1997 Caffè Pianza (Firenze) - personale 

1998 Riviera degli Etruschi 

Le Stelle (Celle Ligure) - poesia 

1999 Caffè Le Logge (Greve) - personale 

2000 SAF (Firenze) 

2009 Pescetti (Sesto Fiorentino) - poesia 



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MAURO CONTI 

Via G.C. Abba 66 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 445340 - Cell. 333 7508713 

Mauro Conti e la mostra a Il Tondo, 2010 

Conti ha sentito col proprio temperamento la necessità 

di abbandonare il colore. È la cosa che 

subito colpisce i fruitori, assuefatti troppo spesso 

a considerare il disegno come “avvio”, direi come “minus”. 

Conti ha invece proseguito nel suo cammino arduo 

ben conoscendo le ricche possibilità del disegno e sapendo 

che ogni modo espressivo vale in quanto è scelto: 

in quanto l’autore vi trova le sue fonde eventualità, il 

proprio bisogno interiore, tutte le curvature e le sottigliezze 

che si annidano nella sua ansia... Mauro Conti 

espone disegni dei quali, ad un primo avvertimento, è 

notevolissima l’abilità: ma è sufficiente riguardarli e affidarsi 

a quel segno inquietissimo sotto l’apparenza della 

“calma”, per comprendere un’ ansia che mi pare avvertibile 

soprattutto in un dialogo fra pieni e vuoti del foglio. 

Conti di rado “termina” i suoi ritratti: a un certo momento 

ha bisogno di lasciare una larga zona bianca che, tuttavia, 

la zona disegnata delimita e l’avverti secondo i tuoi 

modi (il che significa una tua implicazione e una tua collaborazione) 

che il volto continua “nel bianco”. Notevole, 

fra le altre tavole, in modo particolare la composizione 

per Pasolini, che partendo da stimoli di “contenuto” coglie 

il segno della fantasia. 

Piero Santi 

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ADRIANO CORSI 

Via della Tosa, 15 - 50019 Sesto Fiorentino - Tel. 055 442545 - Cell. 338 8600657- adriano@mangona.it 

Studio: via dell’Olmo 39 - 50019 Sesto Fiorentino - Tel. 055 4487811 - www.mangona.it 

Natura morta, 2011, olio su tavola, cm. 73x54 

Nato a Sesto Fiorentino, dove tutt’ora vive e lavora. 

I suoi soggetti sono principalmente fiori e nature 

morte eseguiti ad acquarello e olio. Altra 

tecnica di lavoro è la decorazione di ceramiche in cui 

eccelle per la ricercatezza dei soggetti dipinti, che spaziano 

dalle decorazioni antiche a temi liberty di notevole 

eleganza. 

Fa parte dell’Antica Compagnia del Paiolo (Firenze) e di 

Liberarte (Sesto Fiorentino) 

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GIOVANNA CORSI 

Via Gioacchino Belli 20 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 338 7633403 

All’unisono, 2001, acquarello, cm. 80x60 

Volto di donna, 1999, acquarello, cm. 80x60 

Nel mondo delle arti figurative, come del resto per 

ogni attività umana, ci sono vari modi di schierarsi. 

Fino a tutti gli anni Settanta a Firenze, tanto per restringere 

il campo, il modo più semplice di operare era quello 

di seguire i “realisti” o gli “astrattisti”. 

Il resto delle forze erano minoranza e si dividevano (anche 

loro) fra cultori di Annigoni o epigoni dei post macchiaioli. 

Giovanna Corsi non ha mai seguito alcuna di queste strade; 

il suo modo di inserirsi nel flusso della ricerca era 

assolutamente personale, sia nel “Segno” che nella “Poetica”. 

Uso la parola “Poetica” per ricordare che Giovanna è una 

validissima e personale poetessa. 

Ricordo con tanta simpatia e nostalgia le manifestazioni 

di pittura e poesia curate da Enrico Pratesi al Circolo La 

Casa del Guidi di Sesto Fiorentino. 

Giovanna ha usato il disegno ed il monotipo per eseguire 

i suoi lavori migliori. 

Era guidata nelle sue opere dal pittore fiorentino Mario 

Barbieri e Giovanna ha trovato così la sua strada. In un 

mondo caotico come l’attuale non mi sembra cosa da 

poco. 

Mauro Conti 

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PIER LUIGI CORSI 

Via Cesare Battisti 30 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 442247 - Cell. 338 6316340 - piercorsi@libero.it 

Balla balla ballerina, 2002, acrilico su tela, cm 50x70 

Ènato e vive a Sesto Fiorentino. Espone degli anni Sessanta 

e le opere di quel periodo (1966-71) sono state 

presentate a “La Soffitta” di Sesto, con introduzione 

critica di Federico Napoli. 

La ricerca che tutt’ora vede impegnato l’artista, procede concentrandosi 

sull’importanza delle mani. Una gigantesca 

mano tiene i fili del nostro destino, alludendo anche a chi 

detiene il potere e ci fa muovere a suo piacimento sul palcoscenico 

dell’esistenza, la mano che ci spinge come pedine su 

una scacchiera... Pier Luigi Corsi si muove con agilità all’interno 

di repertorio arduo quanto inesauribile, che decifra con 

La scacchiera, 2002, acrilico su tela, cm 70x50 

cura e creatività personale, leggendo in quella dimensione 

oscura che racchiude ogni istante del nostro 

esistere. 

Gabriella Gentilini 

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PATRIZIA FATTORI 

Via Fosco Giachetti, 17 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 9754501 - Cell. 339 1312378 - info@fattoriarte.com - www.fattoriarte.com 

Il risveglio della sirena, 2007, tecnica mista con materiali diversi, h cm. 152x211 

Nata a Sesto Fiorentino nel 1956, fin dall’infanzia 

è stata educata all’amore per l’arte e al gusto 

estetico dal nonno materno, che frequentò l’Istituto 

d’Arte di Sesto e che poi fu assunto pittore decoratore 

in Galleria Richard Ginori e dal padre che, dopo aver 

frequentato una scuola di disegno privata, fu allievo del 

pittore Emilio Juso e dipinse insieme al maestro nel Santuario 

di San Francesco di Paola e nel convento dei S.S. 

Cuori di Acri (Cosenza). 

La città di Firenze poi, offre uno spettacolo unico d’arte e 

il nonno, accompagnandola fin da piccola nei musei, le 

insegna ad ammirare e a leggere l’arte come un libro. 

Patrizia si diploma all’Istituto d’Arte di Sesto Fiorentino e 

già all’età di 17 anni compie un lungo viaggio dentro se 

stessa per creare qualcosa di esclusivamente personale. 

Nonostante la giovane età la ricerca è profonda, minuziosa, 

sofferta. Viene fuori un’opera importante, originale, 

ed è con questa che, nel 1973, vince la medaglia d’argento 

per il XII Premio Panzano in Chianti. La medaglia d’oro 

viene vinta da Possenti. Seguono altre opere, ma una 

malattia che durerà 30 lunghi anni la tiene ferma. 

Il silenzio è apparente perché il viaggio di ricerca dentro 

se stessa continua e in quelle sensazioni che tanto 

avrebbe voluto esprimere. Quando torna al lavoro scopre 

che il tempo ha portato a maturazione ciò che altrimenti 

non sarebbe stato possibile. 

Si afferma in questi dipinti una spazialità che ora sembra 

immobile e atemporale, altra volta, ma talora anche 

contemporaneamente, è mobile, fluida, sensoria... 

L’ambito della pittura è superato, essa si coniuga con la 

scultura. La tecnica è sorprendentemente innovativa... 

L’autrice rispetta l’iconografia del vero, ma in primo luogo 

dà voce al proprio equilibrio interiore. 

Franco Ruinetti 

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Miriam Ferretti 

Cell. 338 9917367 

ferrettimiriam@gmail.com - www.mirinart.blogspot.it 

Panni tesi, 2011, olio su tavola, cm. 40x60 

Testata di letto, 2008, laccato antico, decorato a tempera e rifinito a cera, 

sporcato con pagliuzze dorate 

Sono una decoratrice e quello che faccio amo definirlo 

restauro alternativo. Semplicemente con il 

colore e le tecniche antiche acquisite negli anni, 

regalo nuova vita a vecchi mobili e oggetti dimenticati 

in soffitta. 

Nel corso degli anni mi sono cimentata con tutte le tecniche 

pittoriche e, solo ultimamente dipingo anche ad 

olio su tela e ho sperimentato anche una pittura materica... 

se volete seguirmi potete farlo anche attraverso le 

pagine del mio blog. 

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VALTER FIGONI 

Tel. 055 445504 - Cell. 334 7187481 

valterfigo@hotmail.it 

Medusa, 2011, olio su tela, cm. 80x60 

Ènato a Siena il 19/09/1955. Ha frequentato l’Istituto 

Statale d’Arte per ceramica di Sesto Fiorentino, 

dove vive e lavora. 

Fin da ragazzo il disegno è sempre stato la sua passione. 

Dal 1992 ha cominciato a dipingere a olio, trovando 

nella pittura nuovi stimoli di ricerca e di espressione. 

Nell’arco di questi anni ha dipinto soggetti vari, raccogliendo 

soddisfazione in particolare dalle nature morte 

e dal figurativo. 

Dal 2004 ad oggi si è dedicato anche alla pittura del 

trompe d’oeil, una tecnica pittorica che lo affascina e 

nella quale esprime la sua creatività e la sua sensibilità, 

sempre alla ricerca della trasparenza del vetro e dell’acqua, 

dei chiaroscuri nelle pieghe dei panneggi, del realismo 

degli oggetti e del corpo umano. 

Ha partecipato a diverse collettive di pittura e grafica, 

riscuotendo successi. 

Nel 1995 ha allestito una mostra personale presso il 

“Centro Giovani” del Comune di Fiesole alle Caldine. 

Nel 2011, presso il Circolo ACLI di Colonnata, ha presentato 

con successo “Percorso”, una raccolta della sua 

produzione di artista. 

Nel 2012 ha proposto una mostra personale presso il 

“Gran Caffè”, a Sesto Fiorentino. 

Nell’aprile 2013 ha esposto nell’ambito del primo concorso 

“Via Maestra incontra l’arte” a Poggibonsi. 

Nell’estate 2013 parteciperà presso la Rocca Aldobrandesca 

di Piancastagnaio, in provincia di Siena, alla rassegna 

“Omaggio alla Rocca: 10 sale per 10 artisti”, promossa 

dall’associazione culturale LiberArte. 

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Via Giovanni Berchet 56 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. e fax 055 4218296 - Cell. 338 5252537 - fab.finetti@live.it - www.liberartesesto.net 

FABRIZIO FINETTI 

Animali Demoni e Folli, 2011, smalti su compensato, cm. 35x50 

Figure fantasia, 2013, smalti su tela, cm. 80x120 

Membro del gruppo LiberArte associazione culturale, Sesto Fiorentino 

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ILARIA GIOLLI 

Cell. 339 3822193 

ilariag@supereva.it - www.ilariagiolli.artediretta.it 

Dissolvenza, 2010, olio su juta, cm. 80x80 

Nata a Firenze nel 1976, vive e lavora a Sesto Fiorentino. 

Da sempre appassionata d’arte studia alla 

Scuola Internazionale di Comics diplomandosi sia in Fumetto 

che in Illustrazione e contemporaneamente consegue 

la laurea in Lettere con un indirizzo storico-artistico 

orientato all’arte contemporanea. Tra il 2005 e il 

2009 frequenta l’ambiente della Libera Accademia di 

Belle Arti di Firenze, conseguendo un Master in Arti Visive 

e seguendo i corsi del maestro Massimo Innocenti. 

Attualmente si sta specializzando in Arteterapia e tiene 

corsi di disegno e pittura per varie associazioni della 

provincia. 

Ha all’attivo numerose esperienze espositive a partire 

dal 2001. Tra le più significative: nel 2007 è finalista del 

XXV Premio Firenze, mentre nel 2011 viene invitata alla 

Quadriennale di Arte Contemporanea “Leonardo da Vinci 

- Omaggio al Tricolore” ad Alghero. 

Raffigurando in maniera realistica i soggetti, ripresi in 

posizioni distese oppure raggomitolate, l’artista inizia la 

sua personale riflessione sulla condizione umana. Tale 

riflessione si palesa negli sfondi delle opere o nella modalità 

in cui le forme vengono dipinte, con degli accenti 

vicini all’orizzonte informale. 

Mentre in alcune opere l’accento informale si limita al 

contesto gravitante attorno alla figura, in altre si fonde 

con il soggetto del quale comunque resta ben visibile la 

forma. Certi corpi femminili sono rappresentati attraverso 

un colore e un segno di matrice astratta reso da pennellate 

veloci, ben marcate e vigorose. Questa operazione stilistica 

che porta alla deformazione dei corpi delle figure 

rappresentate, secondo una memoria baconiana, è finalizzata 

al tentativo dell’artista di esprimere le personali 

riflessioni sulla natura umana e analizzare gli stati d’animo 

e le volontà ansiogene di quest’ultima. 

Marina Volpi 

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ilaria giolli 

Infinito, 2011, olio su juta, cm. 60x60 

Il corpo, l’oggetto reale ancora alla terra, alle viscere, 

per non cadere nei giochi asettici della mente, ma i soggetti 

scelti sono il tramite per esprimere una sensazione 

o una emozione che va al di là di loro stessi. La pennellata, 

il colore che scivola, si ferma, si raggruma, si fa 

strumento di trasmissione di un moto dell’animo, qualunque 

esso sia, di ribellione, di rabbia, come di dolcezza 

o di abbandono, in un moto continuo, come le maree 

della vita. 

Ilaria Giolli 

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Antonietta Gioscia 

Via Antonio Gramsci 112 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4216374 - Cell. 335 8257617 

Ti penso amore 

Oh, Amore come ti penso 

quando la luna e le stelle 

s’impadroniscono del cielo. 

Quando rannicchiata sulle ginocchia 

i singhiozzi nella stanza 

uccidono il silenzio. 

Quando m’accorgo di sprofondare 

nella melma dei giorni rocciosi 

implacabili bari di vita. 

E capisco allora che camminare da solo non mi basta più. 

Tristezza 

Questo stato di tristezza 

è come la pioggia che batte sui vetri 

è come una notte di nebbia 

che si chiude in grande silenzio. 

E’ l’attesa di un rubato sorriso 

immagine cupa nelle mie vesti 

e mi duole e non finisce 

se non frugo nel cuore 

un’allegra certezza. 

Casa d’infanzia 

Quando torno a casa 

lì davanti guardo l’albero di fico 

che al tramonto si dondola 

tende le braccia per accarezzarmi 

ed il vento di scirocco mi porta 

il suo profumo di fresche sere. 

Nella stanza vuota ascolto 

ancora le voci di bimbo 

briciole di memoria consumate 

che attraversano un tempo svanito 

tra luci ed ombre disegnate sui muri 

ripasso la mia età. 

Con occhi nascosti 

uno sguardo cerco dal balcone 

in balia ormai dei ricordi; 

fugge intanto nell’arida aria 

un variopinto gruppo di farfalle 

che intreccia danze nel sole quieto 

dei miei pensieri non s’accorge 

e anche se stanco con la mente 

di cercare chi non c’è 

rannicchiato sulle ginocchia penso ancora 

che se tra le mie braccia tu sarai 

mentre intorno canta il vento 

e l’orgoglio si spezza silenzioso 

io, per tutta l’esistenza non fuggirò. 

Il mio nome di battesimo è Antonia, sono nata a Pomarico 

(Mt) il 18.02.1952 e vivo a Sesto Fiorentino 

dal 1967. Fino a un anno fa ho svolto l’attività di 

decoratrice su vetro, e nel tempo libero mi dedicavo e 

mi dedico alla mia passione che è quella di scrivere poesie. 

La lirica Ti penso amore è stata premiata con un 

secondo posto a Fucecchio, luogo natale di Indro Montanelli, 

nel 2002. 

Le mie composizioni compaiono su alcune antologie 

poetiche, tra le quali: 

“Voci dell’anima”, “L’amore in versi”, “Firenze capitale 

d’Europa”. 

Nel 2007 ho pubblicato una piccola raccolta di poesie 

dal titolo Ricordi e solitudine (Ibiskos Ulivieri, Empoli). 

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FABIO GUIDUCCI 

Cell. 349 4965116 

fabio_guiducci@alice.it - http://fabioguiducci.wix.com/pittura 

Il gioco della vita, 2009, acrilico su cartoncino, cm. 62x91 

Uno sguardo nell’anima, 2012, acrilico su cartoncino, cm. 45x70 

Fabio Guiducci si rifà agli studi artistici e alla passione 

per il disegno e la prospettiva, alla ricerca del suo 

linguaggio espressivo, all’analisi del proprio mondo 

interiore, di quell’immaginario che gli intensi cromatismi 

dei suoi segni sanno esprimere, conducendoci nel mondo 

onirico in cui prendono corpo i suoi sentimenti. 

I suoi acrilici non si discostano dai lavori di grafica per la 

paziente analisi della natura che emerge in ogni sua opera, 

per il desiderio di coglierne i messaggi più riservati, 

più intimi che questa promana, intridendo ogni sua opera 

che, unita alle geometrie prospettiche, ne arricchiscono 

ogni messaggio. 

L’occhio indagatore riproposto in varie composizioni è la 

chiave di lettura che sintetizza l’invito al fruitore all’attenzione, 

alla riflessione che le opere promuovono. 

Gianni Calamassi 

33


LANDO LANDI 

Via Cooperazione, 4 - 50031 Barberino di Mugello 

Cell. 338 8687286 

Balletto, Anni Ottanta, refrattario, h cm. 80 Coppia di giovani studenti, Anni Settanta, refrattario, h cm. 85 

Scultore, nativo di Calenzano, a lungo operativo a 

Sesto Fiorentino, ha una vastissima produzione 

realizzata in materiali diversi: le sue opere sono 

presenti nei diversi angoli del mondo, dall’Australia alla 

Svizzera, dal Belgio agli Stati Uniti al Venezuela. Fra le 

tante sue sculture presenti in collezioni pubbliche, qui 

vogliamo almeno ricordare la medaglia in bronzo dedicata 

a Leone X presso la collezione del Museo Nazionale 

del Bargello e la terracotta Fucilazione presso il Museo 

Civico di Prato. 

34


Via Ippolito Nievo 8 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4201762 - Cell. 333 8227559 - angelalettini@virgilio.it 

ANGELA MARIA LETTINI 

Attrici, 2012, olio su tela, cm. 50x70 

Quando una sensibilità profonda si unisce ad un talento 

artistico innato, il risultato non può che essere 

una pittura che sorprende per intensità espressiva 

e forza del colore. È questo il caso di Angela Maria 

Lettini. Pugliese di nascita ma fiorentina d’adozione, riscopre 

il suo amore per la pittura, amore che sempre l’accompagna. 

Dopo la prima formazione artistica in Puglia, 

dove frequenta l’Istituto d’Arte e assimila la lezione del 

padre, noto e stimato pittore locale, ancora giovanissima 

si trasferisce a Firenze, città in cui trova l’ambiente ideale 

per coltivare la sua passione. È l’inizio di un percorso che 

la vedrà crescere come artista e maturare un linguaggio 

pittorico via via sempre più originale e riconoscibile. Le 

tappe fondamentali della sua attività passata e recente 

lasciano intuire la dimensione della memoria presentata 

dall’artista sotto forma di frammento. Un viaggio a ritroso 

nel passato che non ha il valore di un vagheggiamento 

nostalgico e melanconico, perché la memoria non è un 

rifugio ma la certezza da cui ripartire. È soprattutto il colore 

a possedere una grande forza evocativa e a stendere 

sulle immagini un velo di emozione. Maggiore la nitidezza 

e la precisione delle immagini, più complessa la pasta 

cromatica, che si fa in taluni punti più corposa, in altri più 

vellutata e capace di belle trasparenze. La centralità della 

figura - corpi e volti di donne che guardano lo spettatore 

come a volerlo interrogare - indica la necessità di ripartire 

dall’uomo dal suo valore ineludibile per ritrovare il senso 

della vita e dell’arte. 

Daniela Pronestì 

La pittrice ha iniziato la sua attività espositiva nel lontano 

1979, con partecipazioni a collettive e concorsi e con 

le prime personali. Attività degli ultimi anni: 

2001 Collettiva Società Belle Arti Casa di Dante (Firenze) 

2005 Personale presso il Chiostro di san Francesco (Florio, 

Napoli) 

2006 Personale a Villa Gerini (Sesto Fiorentino) 

2007 Premio di pittura “Antonio Berti” organizzato da 

AICS, Palazzo Pretorio (Sesto Fiorentino) 

Collettiva “Mostra di Natale”, Società Belle Arti 

Casa di Dante (Firenze) 

2008 Personale Palazzo Pretorio (Sesto Fiorentino) 

2011 Collettiva “Oltre lo sport” (Sesto Fiorentino) 

Collettiva di Natale, Società Belle Arti Casa di 

Dante (Firenze) 

2012 Personale Gruppo Donatello, Firenze 

Collettiva “Il sacro nell’arte”, SS. Annunziata (Firenze) 

Collettiva Galleria Mentana (Firenze) 

Collettiva “Maggio Salesiano” (Firenze) 

Rassegna arti visive “Miramonti” (Piancastagnaio) 

Collettiva di Natale Società Belle Arti Casa di Dante 

(Firenze) 

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LUIGI LIOTTA 

Via Domenico Cimarosa, 18 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 338 8888762 - luigielle@alice.it 

IL PERSONAGGIO 

LUIGI LIOTTA: l’Arte della Fotografia 

Fotografo “free lance”, inizia la carriera come ritrattista 

dedicandosi in particolare al volto femminile. La brillantezza 

dello sguardo, il fascino del sorriso, specchio della 

personalità e dell’ anima del soggetto, catturano la sua 

attenzione; le foto diventano delle vere opere d’ arte. 

Conosciuto e stimato professionista dell’ immagine, partecipa 

a prestigiose mostre e concorsi sia in Italia che 

all’ estero, ottenendo ampi consensi e premi. Intorno agli 

anni Ottanta, un amico e cliente gli chiede di creare il 

logo ed il servizio fotografico per pubblicizzare l’apertura 

di un prestigioso centro estetico in Versilia; così emerge 

la sua abilità nel settore. Da quel momento Luigi Liotta 

ha dedicato la carriera a servizi fotografici pubblicitari, 

spaziando nei diversi ambiti, dalla moda al cinema, ecc.., 

con grande competenza e soddisfazione, che lo hanno 

visto affermarsi in svariati concorsi, ricevendo premi a 

Firenze, Pisa, Roma, Amalfi, Capri, Parigi ed altri. Agli 

inizi degli anni Novanta, ormai introdotto nell’ambiente 

della moda, apre una scuola per fotomodelle ed indossatrici, 

organizzando anche sfilate e concorsi di bellezza, 

fra cui, per svariate volte, anche le selezioni per Miss 

Italia delle quali è molto orgoglioso. Successivamente, 

in considerazione della notevole professionalità acquisita 

nell’ambito dell’iconografia, insieme ad un amico apre 

una scuola di fotografia e video. La frequentazione con il 

mondo dell’arte e spettacolo lo stimola ad organizzare 

serate anche per beneficenza con la partecipazione di 

importanti vedette della canzone e dell’arte. Introdotto 

nel mondo dello spettacolo sarà impegnato come Direttore 

di Scena in un dramma di Samuel Beckett al Piccolo 

Eliseo di Roma: un lavoro molto interessante ma impegnativo 

in quanto per un intero anno è costretto a spostarsi 

tra Firenze e Roma. Ormai, da una quindicina di 

anni, la carriera di fotografo free lance lo conduce a seguire 

serate, manifestazioni di moda, prime cinematografiche 

e teatrali nelle varie città d’ Italia, trattenendo 

con “eccellenti scatti” attimi particolari ed interessanti 

che vengono pubblicati in molte riviste patinate e settimanali. 

Negli ultimi anni, con la sparizione della pellicola 

fotografica, si è dovuto convertire alla foto digitale, 

La sensualità è femmina…, 2013, foto colore, cm. 70x50 

(fotomodella: Sara Avellini) 

che ha cambiato il modo di fotografare e stampare foto. 

Liotta afferma che il bello del “digitale” è che si può 

vedere subito l’immagine ripresa ed elaborarla a proprio 

gusto al computer. A tal proposito ha messo a punto alcune 

tecniche ed elaborazioni, fra cui quella presentata 

in questa pagina. Con queste sue personali tecniche, sta 

preparando un libro fotografico. Luigi Liotta mostra ed 

incontra chi è interessato alle sue opere, nel suo studio 

fotografico di Sesto Fiorentino. 

Alessandra Coliva 

(Metropoli - rubrica Incontricon l’arte 

a cura di Fabrizio Borghini - 9 ottobre 2009) 

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luigi liotta 

La dolcezza dell’attesa …, 2013, foto colore, cm. 70x50 (fotomodella: Sara Avellini) 

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FRANCESCO MARIANI 

Cell. 335 6136979 

info: Valentina Campatelli 334 9226303 - valentina.campatelli@alice.it 

Francesco Mariani 

La pittura, l’universo femminile e lo stimolo della fantasia 

di Giulia Ballerini 

“ Lupanare” deriva dal latino lupa, prostituta; luogo 

dunque dello scambio sessuale mercenario, in 

cambio di soldi. Lupa o feretri, meretrice, che non 

a caso viene da merere, guadagnare. 

In realtà nell’antica Roma il giudizio morale era assai 

diverso da quello dei tempi odierni. Praticare il sesso per 

i Romani era rendere omaggio alle divinità di Venere e 

Priapo, le munifiche Deità dell’amore: onoravano dunque 

gli Dei senza tabù né costrizioni di sorta. Testimonianze 

lampanti ne sono le incredibili pitture murali di Pompei, 

tra le prime dichiarazioni erotiche che si conoscano nella 

storia dell’arte. Ma come nell’antichità, Francesco Mariani 

nella scelta del titolo, un po’ provocatorio, della 

propria mostra, non intende per lupanare soltanto il luogo 

dell’atto sessuale, ma, come spiega il sottotitolo, il 

luogo del piacere, inteso in senso molto più ampio rispetto 

al solo rapporto fisico, la ricerca dell’Eros è un 

concetto caro a Mariani, ricorrente anche nella sua opera 

precedente (si ricordi, una per tutte, l’ultima mostra di 

Venezia); il lupanare, luogo storico che ha sempre interessato 

l’artista, è adesso diventato un corpus di lavori, 

formato da otto tele cm 25x25, tutto dedicato ad un tema 

portante e appositamente creato per la “Fiera d’Arte del 

Piccolo Formato”. In questa accezione, il titolo scelto allude 

al luogo misterioso dell’amore, del piacere, dell’Eros 

come legame spirituale, anche. Non a caso, le erère 

nella società greca antica, per esempio, erano tenute in 

grande considerazione, in quanto donne colte e sofisticate, 

che oltre a prestazioni sessuali offrivano compagnia 

e relazioni prolungate, potevano essere concubine o 

amanti occasionali. Una libertà sessuale che si rifletteva 

anche in una certa libertà sociale, dato che queste donne 

potevano gestire i propri averi e avere una vita pubblica, 

al contrario delle donne comuni. Anche i titoli dati dal 

pittore alle proprie opere, come Mirtys, Callidrome, Ianuaria, 

Myrtale, Helpis, non sono nomi d’invenzione, 

sono esattamente quelli di probabili prostitute di Pompei, 

come è emerso da studi sulle iscrizioni delle pareti di 

quei lupanare. Tutto ciò rimanda a quella cultura, all’atmosfera 

della classicità in cui ben diversa era la ricezione 

dell’erotismo rispetto a oggi. Mariani, dunque, non 

intende essere provocatorio, ma evocativo, questo sì, di 

un’atmosfera che stimola la fantasia, proprio come quella 

dell’artista viene liberata dalla modella, sua “musa” 

ispiratrice e restituita sulla tela. 

Chi conosce la pittura di Mariani, non può non rimanere 

colpito dalla sua evoluzione, dalla sua trasformazione 

anche da un certo affrancamento, forse inconscio, ma 

maturo, dal suo maestro Piero Nincheri. Se si confrontano 

le opere di qualche anno fa si capisce come Mariani 

abbia raggiunto una maggiore libertà espressiva, tanto 

da arrivare a intaccare il suo “naturalismo” pittorico attraverso 

l’inserimento sulla tela di elementi altri rispetto 

all’uso della sola tempera. Sopra i suoi consueti notturni, 

profondi e neri, con un “infinito manto di stelle” - che 

un buon osservatore riconoscerà analoghi anche in altre 

opere precedenti - si fa spazio la resina che una volta riscaldata, 

assume affascinanti forme di trasparenza, imprevedibili 

e mai uguali, opera dopo opera. L’irruzione di 

certi materiali sopra il manto pittorico è indice di apertura 

a nuove sperimentazioni. 

Ancora di più sorprende il fatto che Mariani abbia usato 

come fondamento di questo nuovo nucleo di opere alcune 

fotografie della modella, ritratta dall’obiettivo 

dell’artista, appassionato di fotografia ma finora ritenuto 

un “ortodosso” in materia. Nel senso che non avrei 

mai immaginato che un affezionato della pellicola come 

Mariani, amante convinto del bianco e nero, potesse 

arrivare a stracciare la foto con le sue mani e usarla non 

più come riferimento per la realizzazione del quadro - 

come era avvenuto fino a questo momento - ma addirittura 

come elemento inserito all’interno del quadro stesso. 

Sopra la fotografia, dunque, convivono gli inserti 

delle pennellate materiche e della resina, il tutto in una 

interessante sintesi, dai colori sobri, tutti virati su toni 

seppia, sul bianco e nero, sul giallo ocra, che danno un 

sapore retrò ai quadri di piccolo formato, rievocano, 

quasi, stampe francesi del secolo scorso. La delicatezza 

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francesco mariani 

Francesco Mariani nello studio (foto: Photo Mayer) 

della resina impreziosisce l’opera, alzandosi dal supporto 

crea un effetto tattile, fragile, che sembra rompersi 

da un momento all’altro, allusivo quasi alla stessa fragilità 

dei rapporti umani, che rischiano di spezzarsi. Il pittore 

guarda e osserva la modella, si mette in comunicazione 

con lei attraverso un osservatorio privilegiato, che 

se riuscisse a entrare nella parte segreta del suo animo, 

la mette a nudo, più di quanto lei lo sia. Una sorta di 

voyeurismo leggero e sottile si avverte osservando queste 

piccole opere, come se si avesse davanti agli occhi 

la proiezione della mente dell’artista e della sua fascinazione 

verso l’universo femminile. 

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Le antiche orizzontali 

Il lupanare… luogo del piacere, stimolo della fantasia 

di Gregorio Rossi 

La pittura figurativa di Francesco Mariani è sempre 

stata contaminata da un’attrazione onirica che in 

quest’ultimo periodo si è trovata in bilico verso l’informale. 

Le opere qui in oggetto presentano figure perfettamente 

realistiche perché fotografie della modella 

sulle quali e intorno alle quali l’intervento pittorico trasfigura 

la realtà facendo intuire il sogno e la fantasia 

dell’artista. 

Un ‘ulteriore dimostrazione che la modella può non essere 

soltanto oggetto o musa ispiratrice, ma che il quadro 

può derivare dal rapporto creativo tra i due e che il pittore 

può, attraverso la suggestione delle forme di chi raffigura, 

spaziare in una storia che affonda le radici in tempi 

remoti. 

La bella Aspasia, cittadina di Mileto, amante anche di 

Pericle, fu una donna di grande intelletto, amica di Socrate 

che incoraggiava i suoi discepoli a frequentarla; 

Senofonte disse che fu addirittura la maestra severissima 

di Socrate. Da qui si potrebbe pensare che tra le 

etère e le prostitute del lupanare vi sia una distinzione 

assoluta dove le prime sono donne di grande cultura, 

capaci di condizionare tanto la politica quanto le arti o le 

lettere. Viene facile vedere nelle seconde personaggi 

anonimi che vivono ai margini; a loro dobbiamo pensare 

alla Histoire d’O dove dall’annullamento della protagonista 

nasce la sua supremazia, dal suo essere totalmente 

oggetto di piacere scaturisce in realtà non una schiavitù 

ma il senso di una assoluta libertà. 

Il lupanare è il luogo del piacere, un piacere dei sensi che 

però non si risolve esclusivamente in maniera epidermica; 

il grande amore di Raffaello fu la donna da lui più 

volte ritratta e conosciuta come La Fornarina, molto probabilmente 

non Margherita Luti, figlia di un fornaio, ma 

una famosa meretrice conosciuta con questo soprannome 

alludendo ad infornare ben altro tipo di pagnotte. 

Le scene erotiche ritrovate nei lupanari Pompei sono 

estremamente realistiche e mostrano per lo più anonime 

coppie in pose esplicite; troviamo però anche pitture 

sempre a sfondo sessuale di genere mitologico che sembra 

fossero particolarmente apprezzate. Viene da pensare 

che queste immagini volessero avere un’assonanza tra 

posizioni ed atti amorosi delle divinità e quelle dei comuni 

mortali; quasi a significare che gli amori consumati in 

un breve spazio di tempo, per quanto mercenari, potevano 

avere la medesima intensità di quelli altrettanto momentanei 

degli dei con le donne umane, quindi il pittore 

ci vuol raccontare che in quel contesto vi può essere un 

qualcosa di ben lontano dalla bestialità, ma anche che da 

un gesto primitivo si possono ricavare sensazioni che poi 

la mente e la psiche rielaborano nelle forme più alte. 

Per conoscere le abitudini sessuali degli antichi dobbiamo 

riferirci ai testi che ci sono stati tramandati oppure 

alle scoperte archeologiche. A Pompei, in quello che 

probabilmente era un dormitorio di gladiatori, venne ritrovato 

lo scheletro di una donna ingioiellata avvinghiato 

al corpo di un gladiatore; un amplesso che l’eruzione del 

Vesuvio ha fissato per sempre, immortalato in un atto 

d’amore estremo e assoluto. Ritengo che per il Mariani 

la modella sia il soggetto e il pretesto per rivisitare i una 

propria ottica il lupanare e soprattutto le figure femminili 

a esso legate, insomma le orizzontali, ora in una visione 

esaltante tanto dei sensi quanto del fantastico e anche 

dell’esaltazione creativa. 

Come se l’artista interpretando Iperide ci presentasse 

una Frine e, così come il grande oratore greco, dopo 

averla denudata, ci dicesse Come può una simile bellezza 

offendere gli dei. Francesco Mariani vela l’oggettività 

fotografica con i colori della sua tavolozza e della sua 

immaginazione, ci propone così il lupanare come luogo 

della fantasia, dell’eccitazione, del mistero. 

L’immagine fotografica viene reinterpretata con l’intervento 

pittorico in maniera tale che la modella perde parzialmente 

la sua identità perché vi si sovrappongono la 

fantasticheria e l’emozione dell’artista; per il resto il 

quadro è una composizione astratta perché solo l’astrazione 

è idonea per raccontare il proseguo del sogno. 

Quando ho visionato le opere che il pittore presenta in 

questa mostra ho avuto l’impressione che il titolo da lui 

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Cupido e Venere, 2011, olio su tela, cm. 200x120 (coll. privata, Venezia) 

scelto fosse volutamente provocatorio oppure ammiccante; 

come se dicesse lupanare ma in realtà con 

quell’aggiunta il piacere dei sensi intendesse non il 

luogo nella realtà oggettiva a esso corrispondente, ma 

l’emozione che dal luogo e soprattutto dalle frequentazioni 

si può ricavare. 

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Francesco Mariani nasce 

a Calenzano (Firenze) 

nel 1956. Ha frequentato 

l’Istituto Statale 

d’Arte per la ceramica di 

Sesto Fiorentino. Contemporaneamente 

alla pittura 

svolge attività nel campo 

delle vetrate artistiche; tanto 

creativa quanto di restauro. 

È presente nel Museo d’Arte Contemporanea Italiana 

a San Josè in Costa Rica. 

È l’enigmaticità di certi quadri a colpire in prima istanza. 

Quelle atmosfere sospese ed eteree lasciano aperti interrogativi 

che non vogliono risposta. L’arte di oggi è un 

linguaggio di comunicazione forte, attraverso cui si denuncia, 

di dichiara, si mostra o si indaga il mondo che ci 

circonda. Le forme o i mezzi sono quelli della nostra contemporaneità, 

diversi da quelli tradizionali ma il cui scopo 

è sempre, da secoli uno: la comunicazione. Quello che 

Mariani vuol dire con la propria opera è l’espressione di 

una necessità interiore, incalzante ed urgente, che lo 

porta spesso a isolarsi dal mondo del quotidiano vivere 

per dedicarsi totalmente alla pittura. Essa diventa così 

un irrinunciabile bisogno da soddisfare, un tutt’uno con il 

proprio vissuto; le opere riflettono i suoi turbamenti, le 

sue inquietudini, le sue emozioni. 

Francesco Mariani ha dato vita alla sua tensione interiore, 

alla sua fantasia immaginativa, con la quale restituisce 

sulla tela tutta la fragilità umana del nostro oggi, la 

precarietà e le debolezze esistenziali, l’intensità delle 

passioni e la difficoltà dei rapporti interpersonali. 

Giulia Ballerini 

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L’attesa di Venere, 2011, olio su tela, cm. 200x120 (coll. privata, Venezia) 

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La fragile e delicata Jeanne Hébuterne compagna di 

Amedeo Modigliani o la volitiva Gala, moglie di 

Salvador Dalì, sono tra le muse più celebrate nella 

storia dell’arte contemporanea. Un ruolo complesso e 

talvolta sottovalutato. Mogli, madri, compagne, figlie, 

sorelle o amanti, le immagini di queste donne hanno indiscutibilmente 

contribuito al processo creativo. Quello 

del pittore la modella è un tema lanciato dalla pittura 

romantica sulla scorta del mito di Raffaello e la Fornarina 

e ha avuto poi una fortuna ininterrotta fino alla fine 

del Novecento. Il rapporto tra la donna e l’arte, donna 

musa e ispiratrice, mito e leggenda, sono diventati realtà 

nel corso dell’Ottocento e Novecento, addirittura consuetudine, 

per trasformarsi nuovamente in un mitologia 

quotidiana. Le muse nella pittura però non sono sempre 

state legate da rapporto affettivo con l’artista o da un 

legame familiare: come non ricordare allora le sensuali 

odalische di Ingres o le fanciulle polinesiane di Gauguin, 

modelle sopravvissute, che inconsapevolmente incarnano 

una femminilità ideale. Il repertorio di questo soggetto 

è vastissimo e va dai ritratti su commissione di aristocratiche 

nobildonne, ai paesaggi configura, acquisendo 

quasi l’importanza di un genere a sé stante, una sorta di 

tema trasversale che ha ispirato sempre, trovando nuovi 

spunti e differenti espressioni di stile in stile. Creature 

dalla personalità e dall’immagine intensa che hanno saputo 

far vibrare le corde della creatività, le modelle sono 

diventate nei casi più celebri, emblemi di sentimenti, 

stati d’animo o elementi caratteriali, entrando a far parte 

dell’iconografia collettiva. 

Valentina Campatelli 

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Nica e le stelle, 2012, olio resine e carta fotografica su tela, cm. 25x25 

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Mostre personali e collettive 

1975 Galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino 

Circolo Ricreativo Culturale Brozzi, Firenze 

1976 Circolo Culturale Arte Lavoro, Ponsacco 

Biblioteca Comunale, “Rassegna Arti Figurative e 

Artisti per l’America Latina”, Ponsacco 

Circolo Culturale A. Gramsci, Quinto Alto 

1977 Galleria S. Chiara, Parma 

1983 Centro Culturale Modigliani, Scandicci 

“Titoli, Tesi, Temperamenti”, Montespertoli 

Galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino (personale) 

1984 Museo Mobile II, “Nuovi versanti dell’arte italiana, 

Prima rassegna Lino Pasquale”, Bonelli 

Centro Arti Visive, “Omaggio a Modigliani”, Scandicci 

Peintre a La Soffitta, Eglise Saint Gilles, Bagnolet 

(Francia) 

1985 Limonaia Villa Corsi Salviati, “Le scale e la soffitta”, 

Sesto Fiorentino 

1987 Palazzo Pretorio, “Mostra Artisti Sestesi”, Sesto 

Fiorentino 

Galleria La Soffitta, “Collettiva di disegni e piccole 

sculture”, Sesto Fiorentino 

1988 Circolo Culturale Il Tondo, Sesto Fiorentino 

Circolo Deltasider, Sezione Arti Figurative, Piombino 

(personale) 

1989 Galleria d’Arte La Spirale, Prato (personale) 

1996 Saletta La Montagnola, Sesto Fiorentino (personale) 

Civica Galleria d’Arte Moderna, San Benedetto Po 

(personale) 

1997 Amici del Bridge Hotel Palace, Firenze (personale) 

1998 Osteria Fumetti, Castelfranco di Sopra (personale) 

2000 Antico Caffè del Ritti, Firenze (personale) 

2001 Fortezza da Basso, Festa Regionale dell’Unità, Firenze 

2003 Galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino (personale) 

Galleria Comunale di Piombino, “Le Stanze di 

Eros”, Piombino 

2004 Arte-Immagina, mostra mercato, Reggio Emilia 

2006 Festival La Versiliana, “Artisti per l’UNICEF”, Marina 

di Pietrasanta 

La Rotonda d’Ardenza, “Premio Città di Livorno”, 

(stand personale) 

2009 Polo Museale Civico Diocesano, “XXXVI Premio 

Sulmona Rassegna d’Arte Contemporanea”, Sulmona 

2011 Palazzo Pesaro Papafava, Venezia (personale) 

2013 55° Biennale di Venezia, Palazzo Merati, Venezia 

Hanno scritto di lui: 

Marco Ariani, Giulia Ballerini, Francesca Bandinelli, Marisa 

Barlettai, Alessandra Bruscagli, Valentina Campatelli, 

Giovanni Cavazzini, Ilaria Ceccherini, Chiara Filippini, 

Fiammetta Gamba Varese, Tommaso Marcheselli, 

Rita Nerozzi, Piero Nincheri, Tommaso Paloscia, Roberto 

Parenti, Dino Pasquali, Gianni Pozzi, Anna Ramenghi, 

Rita Romanelli, Gregorio Rossi, Roberto Sabatelli, Damiano 

Sforzi, Elio Succi. 

con il contributo di FattoriArte, Sesto Fiorentino 

fotografie: Photo Mayer, Sesto Fiorentino 

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Myrtis, 2012, olio resine e carta fotografica su tela, cm. 25x25 

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Myrtale e la sua intimità, 2012, olio resine e carta fotografica su tela, cm. 25x25 

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Ianuaria rannicchiata, 2012, olio resine e carta fotografica su tela, cm. 25x25 

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Myrtis alla finestra, 2012, olio resine e carta fotografica su tela, cm. 25x25 

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Myrtis alla finestra, 2013, olio resine stucco e carta fotografica su tela, 

cm. 200x100 (55ª Biennale di Venezia, 2013, Palazzo Merati, Venezia) 

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L’abbandono di Callidrome, olio resine stucco e carta fotografica su tela, 

cm. 200x100 (55ª Biennale di Venezia, 2013, Palazzo Merati, Venezia) 

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Incantarice di foglie, 2002, olio su tela, cm. 100x200 (coll. privata) 

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Bacio, 2004, olio su tela, cm. 200x100 

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Ninfee nel lupanare, 2012, olio su tela, cm. 100x200 

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GIOVANNI MARINARI 

Via Contino Conti 3 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4200336 - giovanni.marinari@tin.it 

Via Stibbert, 2000, olio, cm. 50x40 

Giovanni Marinari è nato a Sesto Fiorentino dove 

vive e lavora. Ha esposto in numerose collettive e 

personali e le sue opere si possono trovare in collezioni 

private sia in Italia sia all’estero (Francia, Germania, 

Svizzera, Stati Uniti, Giappone, Sud Africa, Singapore, 

Libano). 

Il suo soggetto preferito è il “paesaggio toscano” con il 

suo cielo, le sue case, i cipressi, gli olivi, i campi di papaveri 

e di girasoli. Lo tratta con capacità realizzativa e 

con una ricchezza di colori che lo rendono particolarmente 

vivo. 

Altro soggetto è il “vecchio rame”: brocche, ciotole, boccali, 

mezzine… ci parlano di un tempo che non finisce e 

c’invitano al ricordo delle nostre vecchie case dove sulla 

tavola o sulle mensole brillava il rame delle nostre nonne. 

l suo disegno è attento, rigoroso nella prospettiva, attento 

nel taglio compositivo; la cromia, modulata e graduale 

nei paesaggi, nasce da una tavolozza ricca ma non ridondante, 

pulita nelle mescolanze. 

Mario Tanganelli 

I paesaggi, soggetti preferiti nella pittura di Marinari, 

difficilmente hanno trovato un osservatore così attento 

come il Nostro… Se il segno si delinea sicuro nella rappresentazione 

è il colore che domina la scena….La luce 

sapientemente dosata diviene segno simbolico di vita. 

Angela Pagnanelli 

A. Dolfi 

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GIOVANNI MARINARI 

Composizione, 2000, olio, cm. 40x50 

Ritrovato il proprio ambiente, l’artista ad esso si abbandona 

con tutta la sua carica sentimentale. Le emozioni 

non si cristallizzano nella luce, ma della luce subiscono il 

fascino fino all’assorbimento totale ed alla resa di paesaggi 

nitidi e puliti entro i quali trova libero spazio la 

speranza. 

Marzia Valente 

La sua arte è semplice, schietta nel significato più vero e 

nobile del termine…..Un altro soggetto molto amato dal 

pittore: le nature morte. Bricchi, tazze, mezzine che ci 

raccontano della semplicità insostituibile di memorie e 

tradizioni con le radici affondate nel calore della quotidianità, 

nella profondità della saggezza della cultura 

contadina toscana. 


Nella sua lunga carriera artistica, l’autore ha conseguito 

numerosissimi premi e riconoscimenti a sottolineare la 

qualità della pittura e la capacità compositivo-espressiva; 

fra i tanti, vogliamo qui ricordare il 1° premio sezione 

Paesaggio nel concorso “Piccolo formato” a Forte dei 

Marmi (1974), il 1° premio nelle estempore di Maiano 

(1985) e dell’Isola del Giglio (1987), oltre al 1° premio 

nella estempore “La Stada Nova” (1997, Sesto Fiorentino), 

alla Coppa on. Bisagno (1985, Figline) e al Premio on. 

Bargellini (1985, Molin del Piano). 

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GIAN CARLO MARINI 

Studio: via Antonio D’Orso 3 - 50135 Firenze 

Cell. 333 4186080 - gianluiok@gmail.com - www.giancarlomarini.it 

Leda con cigno, 2012, terracotta policroma, h cm. 90x40x30 

Gian Carlo Marini, nato a Sesto Fiorentino nel 1936, 

di formazione autodidatta, frequenta per alcuni 

anni l’Istituto d’Arte di Sesto Fiorentino e in seguito 

lo studio dello scultore e ceramista Piero Sodi dal quale 

apprende le nozioni della scultura. 

Dal 1960 inizia l’attività artistica esponendo, dapprima, 

opere in ceramica e successivamente sculture in bronzo 

e in legno, in mostre personali e collettive di interesse 

nazionale e internazionale con l’acquisizione di premi e 

riconoscimenti. 

Sue opere figurano in raccolte private e in musei, altre 

sono collocate in spazi pubblici. Nel 2006 è stato nominato, 

dall’Accademia delle Arti e del Disegno, Accademico 

Corrispondente per la Classe di Scultura. 

Vive a Sesto Fiorentino. 

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GRAZIANO MARTINI 

Via Vincenzo Monti, 15 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4216583 - Cell. 347 7631415 

Periferia e palude, 2002, olio, cm. 50x70 

In un’attività espositiva intensa e qualificata che inizia 

nel 1962, si segnalano le mostre al Casinò Municipale 

(1982, Sanremo), alla galleria “Il Castello” (1984 e 

1990, Rovigo), al Rifugio Gualdo (1999, Sesto Fiorentino), 

alla galleria “Picasso” (2000, Lione), alla galleria “Burgassi” 

(2003, Firenze), al “Polo Scientifico” dell’Università 

(2005, Sesto Fiorentino), nella Sala degli Affreschi di Palazzo 

Panciatichi della Regione Toscana (2007, Firenze). 

Hanno scritto di lui: Batisti, Caldini, Cappelli, Carli, Denti, 

De Martino, Faccenda, Federici, Guarducci, Masoni, 

Napoli, Paloscia, Parri, Pasquali, Sfogli. 

È questa, dunque, una pittura di spessore sul piano tecnico, 

elaborata anche per il taglio creativo debitore 

dell’occhio fotografico che inquadra il mondo intorno, 

mentre per i contenuti il riferimento è alla funzione 

dell’autore simile a quella di un reporter; pittura che fissa 

una situazione, parlando come per metafora di un’attualità 

sociale reale, ma fatta di un realismo quasi da 

epica quotidiana, sorretta da ritmi da ballata popolare. 


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GIUSEPPE MASTRANTONI 

Studio: via Quattrini, 33 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 328 0637558 - gmastrantoni@libero.it 

San Giorgio, 2010, gesso, h cm. 180 

- …il combattente non sceglie di indossare un’armatura 

ma essa “diventa” e si completa. La forma d’essa assuma 

e in essa glorifica il martirio d’essere solo nel percorrere 

la “tortuosa via” - 

Nasce a Firenze il 20 ottobre1964, studia e 

vive a Sesto Fiorentino. 

Intenzioni grafiche e sculture prendono forma 

da meditazioni emotivo-comunicative, riflesse 

da persone che lo circondano, in una sorta di cammino 

“hegeliano”, cercando di rappresentare le percezioni 

di una coscienza che non facilmente si rivolge 

in direzione dello spirito . 

Il raccoglitore di pensieri, serie grafica 

Farfalle, 2012, matita, cm. 30x42 

- … hanno vita breve, concetti delicati 

a tal punto che la parola è 

gravità e tramuta in sassi. Non si 

possiedono, eterni istanti, percepirli, 

sfiorarli nel suo tutto con l’intuizione 

e poi rendergli il volo… così come… 

farfalle - 

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ANDREA MATTOLINI 

Viale Lodovico Ariosto, 222 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4217203 - Cell. 335 1598587 - andona@aliceposta.it 

Caccia in viola, 2012, tecnica mista su faesite, cm. 70x40 

Nato a Sesto Fiorentino il 27/9/1943 nel rione di 

Panicaglia, ha studiato presso il locale Istituto 

Statale d’Arte, scuola che ricorda con molta nostalgia. 

Dopo un lungo periodo d’assenza dal mondo 

della pittura e dell’arte, ha di nuovo iniziato a lavorare 

con continuità nel suo studio e abitazione, proseguendo 

così il proprio percorso artistico. 

Hanno parlato di lui, tra gli altri, la giornalista Alessandra 

Bruscagli, i professori Pier Francesco Listri, Daniele 

Menicucci, A.F. Biondilillo, le maestre d’arte Carolina 

Mazzetti, Lucia Mingardi. Fa parte dell’Antica Compagnia 

del Paiolo e dell’Associazione Firenze Arte della 

quale è socio fondatore (Firenze), oltre al Gruppo Idearte 

(Sesto Fiorentino). 

Ha presentato e partecipato a molte mostre personali e 

collettive: 

Oratorio di San Luigi, Polisportiva, Circolo Rinascita, Il 

Tondo, La Zambra, 8 Marzo, Palazzo Pretorio, Parrocchia 

San Martino, Villa San Lorenzo,Biblioteca Ernesto Ragionieri, 

Casa del Guidi (Sesto Fiorentino) 

Hotel West Florence, Centro Commerciale I Gigli, Ristorante 

Klass (Campi Bisenzio) 

Hotel Mediterraneo, Hotel Michelangelo, Casa di Dante, 

Galleria Cimabue, Galleria Via Larga (Firenze) 

E ancora a Pisa, Navacchio, Vicopisano, Riglione, Vada, 

Cecina, Follonica, Terme di Montecatini, Lerici, Castello 

di San Terenzo, La Spezia. 

Suoi quadri sono esposti in permanenza anche presso 

locali dell’Abetone, di Alba di Canazei, di Sesto Fiorentino, 

oltre a diversi hotel e ristoranti. 

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GIOVANNA MILANI 

Cell. 333 4271885 

Corallo, 2008, acrilico su legno, cm. 100x70 

La pittrice è nata a Borgo San Lorenzo nel 1951 e si è 

diplomata alla scuola magistrale, ma da autodidatta 

ha maturato la propria esperienza artistica. 

Attiva da molti anni, ha cercato di affinare la propria formazione 

espressiva frequentando vari corsi, tra cui la 

Scuola Libera del Nudo all’Accademia delle Belle Arti di 

Firenze. 

Presente in diversi premi, è stata invitata a rassegne in 

Italia e all’estero ed ha allestito numerose personali, tra 

cui negli ultimi anni: 

“Oceani”, Forte Crest (Milano) 

“Vetrina degli Artisti contemporanei” Palazzo degli Affari 

(Firenze) 

“La Donna e il Mare” La Montagnola (Sesto Fiorentino) 

“Etruriarte” Venturina (Livorno) 

“Percorsi” Casa degli Artisti (Tenno) 

“Mari di Colore” Galleria Spazi Temporali (Genova) 

“Donne nel Colore” Museo del Design Italiano (Calenzano) 

“L’Arte Racconta” Palazzo Pretorio (Sesto Fiorentino) 

Attualmente oltre alla pittura si interessa alla realizzazione 

di opere in ceramica presso un laboratorio a Sesto 

Fiorentino. 

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Info 335 6136979 

www.pieronincheri.it - ass.nincheri@tiscali.it 

ASSOCIAZIONE PER LA DIVULGAZIONE 

DELL’OPERA DI PIERO NINCHERI 

Fiori, 1994, ecoline su carta, cm. 50x35 (coll. privata) 

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ASSOCIAZIONE PER LA DIVULGAZIONE DELL’OPERA DI PIERO NINCHERI 

Bruno, 1989, matite carboncino e gessetti su carta, cm. 100x70 (coll. privata) 

Ricordati che io ti aspetto * 

L’esclusione del soggetto consumato nell’attesa in un 

tempo immoto o il senso dell’antico traghettato nel 

presente come allusione di libertà, si ritrovano nella 

pittura di Piero Nincheri complessa nella composizione, 

evocativa nei contenuti, ignara di spazi definitivi. Di questa 

ricerca artistica, vorremmo brevemente accennare un 

aspetto: l’autunno dell’ardente passione, che diventa 

malinconia e fisico abbandono in colui che sembra conoscere 

solo la fine dell’amore. Nelle opere dell’artista, il 

giorno e la luce sono destinati a svanire in un mondo di 

bellezza consumata, nell’attesa dell’altro, ma più ancora 

di se stesso. E se questo rivela una insoddisfatta ricerca 

nelle ripetute figure di giovani spesso soli e muti, eguale 

sensazione traspare dai suoi fiori, belli per se stessi, avvampati 

nei colori o isolati su sfondi di trasparenze, frutto 

di una natura esausta e peccatrice. Ancora, dunque, carne 

dolce affondata in un clima di stupita contemplante 

inazione. 


* dalla poesia “L’addio” di Guillaume Apollinaire 

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ASSOCIAZIONE PER LA DIVULGAZIONE DELL’OPERA DI PIERO NINCHERI 

Mostre personali 

1964 galleria La Barcaccia, Reggio Emilia 

1966 EPT, Reggio Emilia 

1968 galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino 

1970 Sala del Consiglio Comunale, Fiesole 

galleria Il Tridente, Grosseto 

1971 galleria Il Ridotto, Torino 

galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino 

1972 galleria Il Portico, Cesena 


1974 galleria Il Cortilaccio, Torino 

Teatro Minimo, Mantova 

Santa Chiara, Parma 

1975 Casa del Popolo, Quinto Alto 


Artelavoro, Ponsacco 

galleria Volta dei Peruzzi, Firenze 

galleria Il Cortilaccio, Torino 

1978 galleria Il Portico, Bologna 

galleria Volta dei Peruzzi, Firenze 


galleria Ieri e Oggi, Roma 

1981 CEPAC, Prato 

galleria Ieri e Oggi, Roma 

1983 galleria Il Nuovo Fanale, Genova 

1986 galleria Il Pozzo, Prato 

galleria Palazzetto Alamanni, Montevarchi 

1987 Circolo Artistico, Arezzo 

Amministrazione comunale, Piombino 

1988 galleria Il Nuovo Fanale, Genova 

1989 galleria Palazzetto Alamanni, Montevarchi 

1990 CEPAC, Prato 

1991 Ken’s Art Gallery, Firenze 

galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino 




1998 galleria Pananti, Firenze 

Fra le tante collettive e rassegne alle quali ha partecipato, 

segnaliamo: Palazzo delle Esposizioni (Empoli), Centro 

Tèchne (Firenze), Accademia Gioviana (Napoli), Galleria 

Comunale d’Arte Contemporanea (Arezzo), St. 

Leu-St.Gilles (Bagnolet), John Wanamaker (Philadelphia), 

Sala d’Arme di Palazzo Vecchio (Firenze), Museo 

Civico (Montepulciano), Palazzo Strozzi (Firenze), 

Palazzo dei Congressi (Roma), Palazzina Mangani (Fiesole), 

Villa Bellosguardo (Lastra a Signa). 

Hanno scritto di lui, fra gli altri: 

Luciano Alberti, Anatoly Archipov, Mauro Batisti, Massimo 

Di Volo, Fernando Farulli, Renzo Federici, Alfonso 

Gatto, Tatiana Gnedijc, Renzo Margonari, Federico Napoli, 

Tommaso Paloscia, Dino Pasquali, Gianni Pozzi, 

Giorgio Seveso, Pier Luigi Tazzi 

Un ringraziamento particolare agli eredi Rosanna e Antonio Nincheri per avere permesso la nascita dell’Associazione 

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ANTONELLA PANCANI 

Via Lino Chini, 45 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 348 4728024 - antonellapancani@alice.it 

Sguardo, 2011, olio su tela, cm. 70x80 

Sguardo, 2011, olio su tela, cm. 70x80 

Fiorentina di nascita, mi sono diplomata all’ Istituto 

d’Arte di Porta Romana, dove ho incontrato insegnanti 

come la professoressa Amalia Duprè, che con 

il disegno e la creta mi ha insegnato la plasticità dei corpi. 

Vivo a Sesto Fiorentino: il mio lavoro come arredatrice 

d’interni mi ha portato allo studio delle personalità e alla 

ricerca dell’insolito; adesso, ho più tempo per ”la pittura” 

la mia oasi di rilassamento, dove il tempo si ferma . 

Dal 2009 frequento la scuola di pittura di Andrea Sole 

Costa, così il mio modo di dipingere si è perfezionato e 

ho imparato nuove tecniche con le quali le mie sensazioni 

hanno preso forma. 

La mia pittura è realista, prediligo la tecnica ad olio. Per 

i miei quadri scelgo delle foto spesso di persone conosciute, 

o foto fatte in modo casuale da mia figlia; la scelta 

dei soggetti è spinta dalla voglia di studiare le emozioni 

che il corpo umano ed i volti riescono a suscitare in 

ogni interlocutore per renderli protagonisti di un tempo. 

Non so cosa farò domani, sono molto istintiva e in modo 

relativamente rapido devo concludere le mie opere, per 

lasciare spazio alla nuova emozione che mi stuzzica … 

Una caratteristica importante della Pancani è la sua determinazione. 

I volti che l’artista dipinge con cura, studiando 

pazientemente ogni particolare fino a renderlo 

vero, pur essendo fedeli alla loro realtà apparente, non 

mancano di un loro commento pittorico. I volti realistici e 

precisi dell’artista ci parlano di uno stile inconfondibile, 

pulito, solido, consapevole, sempre attraverso accordi 

cromatici accesi e personali. 

Andrea Sole Costa 

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Via XXV Aprile 141 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 444841 - Cell. 338 3802917 - giulianopini@libero.it - www.giulianopini.com 

GIULIANO PINI 

Fiorentino (1935), autodidatta, annovera tra i suoi 

primi estimatori Ottone Rosai. Risale al 1960 la sua 

prima mostra personale a Firenze, alla Galleria 

Nuova Corrente 

Il suo operare si articola principalmente per grandi cicli 

che hanno come tema l’essere umano con tutti i suoi dolori, 

ma anche sogni e miti. È del 1970 “Il tempo ha le 

mani” e nel 1979 “Il punto da raggiungere” con in catalogo 

uno scritto di Renzo Vespignani. 

Nel 1982 presenta al Palazzo dei Diamanti di Ferrara il 

ciclo “L’edificio del sogno - L’opera incantatrice di Richard 

Wagner”; seguiranno la mostra “Le radici del grido” 

e “Flamenco” dedicate ad Antonio Gades 

Nel 1991 nello Studio d’Arte Melotti di Ferrara, racconta 

la città con “Ferrara: i miti, i personaggi, i fantasmi”. Nel 

maggio-giugno 1997 è all’Istituto degli Innocenti di Firenze 

con “Firenze, il tempo della memoria - cronache 

fiorentine”. 

Sua compagna di sempre è la passione per la musica ed 

il mondo teatrale. Tutto poi all’improvviso si ferma: la 

sua voce, la sua mano, il suo passo sicuro, ma non la 

sua volontà e la speranza di tutti. Prosegue, così, l’attività 

espositiva: nel 2012 le Sale Museali di Palazzo Medici 

Riccardi di Firenze ospitano il ciclo di quadri ispirato 

alla musica di Wagner, mentre nella sala del Basolato 

di Fiesole vengono riproposte le opere del sogno mediterraneo. 

Hanno scritto fra gli altri del suo lavoro: 

F. Bellonzi, S. Bussotti, N. Campagna, P. Castellucci, M. 

De Micheli, G. Di Genova, E.Gatta, A.Kraus, M. Luzi, O. 

Matteini, D. Micacchi, A. Monciatti, L. Nucci, T. Paloscia, 

A. Paolucci, D. Pasquali, G. Pugliese, C.L. Ragghianti, E. 

Rolle, F. Solmi, A. Valentini, R. Vespignani. 

Numerose le sue personali in gallerie italiane ed estere, 

private e pubbliche. 

Nel 2000 gli è stata conferita, a riconoscimento della sua 

ricerca artistica, la ”Targa d’argento del Presidente della 

Repubblica”. 

Nel labirinto, 1990, olio su tavola, cm. 200x80 

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giuliano pini 

Al limite della notte - Parsifal, 1981, olio su tavola, cm. 170x120 

È certo che Giuliano Pini si muove nel contesto dell’arte 

italiana come un protagonista solitario… È dunque in 

questa intensità di passione, concentrata nel restare fedele 

alla vicenda degli uomini a dispetto di ogni ragione 

contraria… opera e filtra il suo miele: un miele oscuro, 

denso , mortale, ma di un’arcana dolcezza che dà conoscenza 

ed ebrietudine ad un tempo. La sua suggestiva 

ambiguità si nutre di questo miele. 

Mario De Micheli, 1977 

… Il fenomeno quasi incredibile di un grafico erede di 

Botticelli ed osservante di Michelangelo, che galvanizza, 

per così dire, Beardsley e Schiele, il pittore fiorentino ed 

europeo Giuliano Pini… 

C. L. Ragghianti, 1979 

… Disegnatore straordinario… Fiorentino deviante, 

come nuovo Pontormo che rivedesse la bellezza michelangiolesca 

sulle differenze del Durer…La familiarità 

poetica con il dolore e la bellezza e l’eros, feriti e piagati, 

lo ha portato a liberare immagini visionarie dove il segno 

che struttura il colore costruisce l’immagine come una 

grandeggiante musica del mondo che si inabissa. 

Dario Micacchi, 1982 

Giuliano trasforma in immagine l’amore per la musica che 

ha nel cuore… ha la musica nel pennello; è un musicista 

che scrive le note con i colori della sua tavolozza …. 

Leo Nucci,1997 

…Mi sembrò che Pini, come Wagner, avesse di nuovo 

realizzato quello che fu l’ardito sogno del movimento 

romantico tedesco: la fusione delle arti… 

Ottavio Matteini,1997 

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LUCA PISTELLI 

Cell. 377 9730977 

pistellilluca@gmail.com - www.lucapistelli.weebly.com 

Pegaso, 2013, olio e foglia ottone su tela, cm. 50x100 

Nato a Firenze nel 1971, a quattordici anni frequenta 

l’Istituto d’Arte di Sesto Fiorentino, successivamente 

continuando la sua avventura artistica 

nel mondo della pittura e della decorazione 

artistica. Più tardi frequenta l’Accademia d’arte AD’A di 

Firenze, dove conosce altri artisti. Si perfeziona nell’arte 

pittorica e nel disegno con Sonia de Franceschi e Monica 

Ogaz, incrementa l’arte della decorazione murale con 

affreschi e trompe l’oeil da Tiziano Lucchesi, affina la 

tecnica della doratura da Patrizio Travagli: in tal modo 

matura un’arte più completa. 

Luca Pistelli, artista fiorentino dal forte simbolismo che 

racchiude il suo mondo di riferimento. Il pittore è un 

maestro nel trasformare i suoi simboli in vere icone: 

icona del colore, icona della spiritualità, dell’infinito e 

quella giornaliera del paesaggio. Fantasia e colorazione 

lo caratterizzano per renderlo individuabile in ogni consesso 

pittorico. 

professor Michael Musone 

Unicorno, 2013, olio e foglia argentone su tela, cm. 78x80 

Luca Pistelli è il pittore dell’onirico con capacità di sognare 

dipingendo e la sua grande forza è che riesce a 

individuare in un fatto banale di paesaggi o personaggi, 

quella parte misteriosa che all’osservatore sfugge, 

estrapolando questa attrazione che ha una cosa qualunque 

quando è vista da un artista del suo livello. 

professor Daniele Menicucci 

La natura è la protagonista nell’opera di Luca Pistelli che 

compone paesaggi poetici con gli elementi dell’infinito 

(con il cielo e il mare) che qui essenzializza per concepirli 

formalmente. 

giornalista Alfonso Confalone 

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LOREDANA POZZI 

Via XXV Aprile, 71 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 338 7718001 

Cancello a Querceto, 1991, olio, cm. 50x70 

Nata a Firenze, sin da giovane opera nel mondo 

dell’artigianato di qualità, impegnata nella decorazione 

della ceramica. Vent’anni passati al “Conventino” 

di Firenze, in quegli anni importante centro di 

produzione artistica e fucina di ingegni, la pongono in 

stretta collaborazione con il maestro ceramista Carlo 

Giannitrapani facendole apprendere i segreti della “pittoria”. 

Si trasferisce poi a Sesto Fiorentino, ove si afferma 

lavorando in proprio come decoratrice e restauratrice di 

ceramiche artistiche: nascono così gli eleganti vasi, la 

fortunata serie di caricature, i piatti generalmente riferibili 

per la decorazione al XVII secolo ed al periodo liberty. La 

passione per la composizione e per soggetti all’aperto, la 

conduce ad affinare il disegno per poi conseguentemente 

affacciarsi alla pittura, nell’ambito della quale si propone 

come amante di un paesaggio luminoso e sereno. 

IL LENTO FLUIRE DEL TEMPO 

di Alessandra Bruscagli 

Loredana Pozzi si è formata nell’ambito della ceramica 

dove ha lavorato fino da ragazzina apprendendo le prime 

nozioni e via via arricchendo la propria esperienza, limando 

la tecnica e imparando i suoi segreti. Ma l’incontro 

con lo scultore Giannitrapani ed il periodo trascorso a 

dipingere i vari pezzi che lui creava plasmandoli con le 

mani, diede una chiave di svolta, un interesse nuovo al 

suo lavoro. E nacquero così i quadri con i casolari, gli 

scorci di Querceto e delle sue colline, i tabernacoli, le 

stradine di campagna, ma anche le tranquille marine, gli 

Mosé salvato dalle acque, 1980, ceramica, cm. 43x49 

alberi travagliati dal libeccio e le splendide nature morte, 

tutti paesaggi che si ritrovano nella più classica tradizione 

toscana. 

Affascinata dalla bellezza della natura Loredana Pozzi 

ne ha ‘catturato’ i colori più diversi filtrati dal suo animo 

romantico e sensibile che è riuscito a trasmetterci le 

tante emozioni celate nel profondo delle sue segrete interiorità. 

Una luce che azzarderei definire ironica e profonda 

sembra scaturire dalle immagini ritratte e le rende 

fresche e trasparenti, capaci di evocare memorie accarezzate 

e fantasie sognate, silenziose ma mai immobili e 

completamente pervase da vibranti armonie. Loredana 

Pozzi non ha mai disconosciuto le sue origini ceramiche 

e ha dipinto spesso su pannelli di questo nobile materiale 

dando vita a scene di altri tempi, a scene storiche; di 

questi suoi ritorni al passato ci piace ricordare “Mosè 

salvato dalle acque”. Numerosi i riconoscimenti alla sua 

arte pittorica ricevuti al Palazzo Pretorio sia nell’ambito 

della “Festa di Primavera” che del “Premio Pescetti” organizzati 

dall’Aics (associazione italiana cultura sport). 

Leggerezza e liricità sono i punti di forza del linguaggio 

pittorico di Loredana Pozzi, che si esprime con la tecnica 

a olio ma in maniera delicata ed elegante, gentile ed 

equilibrata, mai materica, mai eccessiva come le suggerisce 

la sua ‘dottrina’ ancestrale di artista semplice e 

intuitiva che lavora senza fragori, senza rigidezze sapendo 

ben ascoltare e ritrasmettere il lento fluire del tempo. 

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GUALTIERO RISITO 

Tel. 055 4207048 - Cell. 328 3508504 

www.gualtierorisito.com 

Così ora Io vedo, 2012, olio su tela, cm. 90x120 

Lucifero, 2000, olio su tela, cm. 120x140 

Nato a Firenze il 10 gennaio 1947, vive e lavora a 

Sesto Fiorentino. Autodidatta, col tempo ha sentito 

la necessità, alla fine degli anni Ottanta, di 

approfondire le basi tecniche ed artistiche del disegno e 

del colore frequentando l’Istituto Raimondo Riachi di Firenze, 

oltre alla scuola di nudo dal vero. 

La frequentazione con altri artisti, fra i quali quelli dello 

Studio 7 e di altre associazioni, ha creato diversi legami 

di amicizia e di collaborazione duraturi nel tempo. Una 

gratifica nel lavoro collettivo proprio con gli amici dello 

Studio 7 è stata la realizzazione dei paramenti della Cappella 

della Casa di Riposo “La Mimosa” in Campi Bisenzio 

(Fi) inaugurata poi dal Cardinale di Firenze Piovanelli. 

È presente nel mercato dell’arte da diversi anni ottenendo 

favorevoli consensi dalla critica e successi in ambito 

di varie manifestazioni culturali. 

Alcuni suoi lavori sono presenti in locali pubblici e privati 

quali: Sala conferenze del Comando Regionale 

dell’Arma dei Carabinieri in Borgognissanti a Firenze; 

Villa Gisella col ritratto di Enrico Caruso; un ritratto della 

Beata Bettina in un tabernacolo di San Piero a Ponti 

ed il medesimo soggetto presso la fonte battesimale 

nella Chiesa di Santo Stefano di Campi Bisenzio. Ancora: 

la tela ad olio raffigurante “Abramo” collocata nel 

Convento delle Suore Carmelitane di Campi Bisenzio; il 

quadro ad olio “Il Tempo” esposto nell’atrio degli uffici 

del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino; il ritratto di don 

Lorenzo Milani nei locali della Madonnina del Grappa; il 

ritratto ad olio di Gino Bartali (proprietà Andrea Bartali) 

collocato al Museo del Ciclismo, Madonna del Ghisallo 

(Magreglio, Como). 

Di lui hanno scritto: Dino Pasquali, Alessandra Bruscagli, 

Vania Partilora, Pier Francesco Listri, Mauro Batisti, 

Sandra Nistri, Arnaldo Nesti, Salvatore Cipolla, Mario 

Cenni, Luigi Bicchi, Mario Mugnai, Daniela Pronestì. 

Tra le sue esperienze più significative ricordiamo: 

1994 Palacongressi (Firenze) 

1998 Sala Conferenze Aeroporto (Francoforte) 

1999 Villa Montalvo (Campi Bisenzio) 

2001 “La mia Genesi”, Convitto della Calza (Firenze) 

2003 “La mia Genesi”, Cappella Corsini (Firenze) 

2006 “Rivelazioni: Apocalisse 2000”, La Soffitta (Sesto 

Fiorentino) 

2010 “Così mi azzardo”, ritratti ad olio, Centro espositivo 

Antonio Berti (Sesto Fiorentino) 

2012 “L’uomo della Mancha”, Casa di Dante (Firenze) 

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LAURA RONCHI 

Via Agnoletti, 16 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4200986 - Cell. 333 2220076 - l.ronchi1@libero.it 

Sole e sabbia, 2008, olio, cm. 80x80 

Nasce nel 1966 a Firenze, poi approda a Sesto Fiorentino; 

studia da autodidatta fin dall’adolescenza, 

alternando l’attività pittorica con quella musicale. 

Ritrattista anche su commissione, ha esposto in 

molte gallerie fiorentine e della Toscana, ottenendo diversi 

riconoscimenti. 

Tra realtà e simbolismo 

Per Laura Ronchi dipingere non è soltanto liberare la propria 

creatività o il personalissimo gesto in un’avventura 

pittorica normale e ripetitiva, ma una vera e propria esigenza 

dello spirito, un modo tutto suo di aderire con l’impatto 

lirico della propria sensibilità all’irresistibile richiamo 

di un mondo personale, ricco di sogni e di vita 

quotidiana. Proprio per questo, troviamo i suoi dipinti in 

bilico tra realtà e simbolismo. 

Certi ritratti scaturiscono da un bisogno interiore di visualizzare 

le immagini che ci portiamo dentro il cuore e 

che lentamente, ma decisamente emergono per la gioia 

dei nostri occhi. 

È autodidatta, Laura, ma il suo è già un lungo percorso 

fatto di ricerca di materiali e di tematiche mai banali. 

Dipinge da “sempre” e da sempre ha diviso la passione 

per la pittura con quella della musica, essendo insegnante 

di pianoforte. 

E la musica entra nei suoi dipinti in una simbologia inesauribile 

quanto profonda e la stessa rappresentazione 

pittorica diventa teatro di questo sdoppiamento di passioni, 

quasi a fare uscire dalle sue tele una melodica 

sinfonia. Anche l’incontro con il colore è dettato da note 

differenti, a volte si fa corposo, materico, a volte è fluido 

quasi a sciogliersi al contatto con la tela, proprio a sottolineare 

ancora questo suo dualismo tra realtà e simbolismo, 

musica e pittura in questa nostra commedia che si 

dipana giorno per giorno. 

Giovanni Maranghi 

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RINA RUSSANO 

Via Gian Domenico Romagnosi, 35 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 349 3118447 - rinarussano@tiscali.it 

La scultura della Russano è un richiamo forte alla 

chiarezza che coinvolge l’esprit e l’essere stesso 

del soggetto, allo sviluppo armonico e consapevole 

delle potenzialità e delle capacità, (…) con l’obiettivo di 

un sapere che non sia disumanizzato, privo del fattivo 

apporto della personalità, della sua ricchezza e della sua 

virtualità. Ancora una volta l’arte può essere lo strumento 

adatto a questo scopo: sviluppare la propria ricchezza 

interiore, la propria pluralità; mettere ordine in questa 

significa dunque svolgere sino in fondo l’attivazione delle 

proprie virtualità. La capacità dell’artista di estrapolare 

da sé una nuova capacità di percepire la realtà, di 

comprendere i suoi stimoli e di reagire adeguatamente, 

operando sulla realtà, la colloca in un’assoluta dimensione 

avvolgente di creatività. La sua potenza trasformativa 

parte dall’essenziale e arriva all’esistenziale, 

alla dimensione del sogno. 

Luigi Amato 

Eros e Psiche, 2008, fusione in bronzo a cera persa, h cm. 50 

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MARIA SALVATICI 

Via Gian Domenico Romagnosi, 14 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4212474 - Cell. 334 3949220 - maria-salvatici@virgilio.it 

Dopo il suo esordio negli anni Novanta quando riprodusse 

con successo capi d’abbigliamento infantile 

settecenteschi, è approdata alla manifattura 

di borse raffinate da donna utilizzando tessuti 

pregiati, sete antiche, pizzi, ricami preziosi e minuterie 

metalliche di oreficeria che reperisce in opifici antichi e 

botteghe di tradizione. 

Nel 2004 ha partecipato alla mostra dal titolo Lame al 

femminile tenutasi a Scarperia. È stata quindi ospite in 

varie puntate del programma televisivo Beauty Farm di 

Canale 10 e quindi è stata intervistata per Incontri con 

l’arte di Toscana TV. 

Ha presentato a Firenze le sue creazioni in vari club Inner 

Wheel nonché alle socie del Comité Mondial AIDDA tenutosi 

nel giugno 2008 nella Maison di Giulia Carla Cecchi 

ed ha partecipato alla sfilate di Pitti Bimbo. Nel 2009, 

con l’aiuto dell’OMA – Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 

ha tenuto la personale Maria Salvatici “Il Giardino 

della vita”. Magici scrigni tra moda, arte, e design, presso 

la Fondazione Antonio Berti di Sesto Fiorentino. All’interno 

del Genio Fiorentino ha rappresentato insieme alla 

Richard Ginori il meglio delle produzioni sestesi partecipando 

alla mostra Dall’artigianato al design organizzata 

dalla Provincia di Firenze nella Galleria delle Carrozze di 

Palazzo Medici Riccardi. 

Nel 2010 Fabrizio Borghini ha scritto di lei nel libro Incontri 

con l’arte: due anni di mostre ed eventi espositivi in 

Toscana. 

Nel 2011 l’intera collezione di borse è stata esposta presso 

il Museo della Paglia di Signa. Il catalogo della mostra 

s’intitola “Borse e Sogni” L’arte di Maria Salvatici ed è 

scritto da Massimiliano Guasti, Roberto Lunardi e Maria 

Emirena Tozzi Bellini (Edizioni Polistampa). La presentazione 

è a cura dello storico dell’arte prof. Roberto Lunardi. 

Numerosi sono gli articoli, sia a livello locale che nazionale, 

che la riguardano pubblicati su “La Nazione”, “Il 

Corriere della sera”, “Il Nuovo Corriere di Firenze” , “Metropoli” 

e il quotidiano online “Piananotizie.it” 

Anche sul web numerosi sono gli articoli che descrivono 

il suo lavoro. 

Profumo di rose (ricamo floreale ripreso da una decorazione del Settecento). 

Borsa a secchiello in tweed inglese doppiato con lino, ricamata a mano con ciniglia di seta policroma a motivi floreali. 

La borsa è chiusa da uno scubidù di pelle, rifinito alle estremità da due palline di metallo rivestite con filo cerato, 

tenuto unito da un laccetto di tweed. Il laccio passa attraverso degli occhielli metallici rifiniti a mano con filo cerato. 

La fodera è in shantung di seta ed è munita di taschina. 

(Fonte iconografica: HISTORICAL FASHION IN DETAIL The 17th and 18th 

centuries - Avril Hart and Susan North - V&A Publications) 

Profumo di donna (riproduzione di un modello Art Decò, 1930). 

Pochette in camoscio plissettato e ricamato a mano su entrambi i lati e sui 

fianchi a punto catenella, con filati di seta e applicazione di conterie e cannette 

di vetro. La borsa è munita di cerniera metallica incisa a mano con 

decorazione a motivo floreale 

ed è dotata di cavallotto con 

broche per l’apertura. La broche 

realizzata in metallo e pietre 

dure (turchese) rappresenta un 

fiore a 6 petali. La fodera è in 

raso di seta ed è munita di taschina 

porta specchietto. 

(Fonte iconografica: BE- 

ADSONBAGS editore Schiffer 

Publishing Ltd.) 

74


Via della Tosa, 15 - 50019 Sesto Fiorentino - Tel. 055 442545 - Cell. 333 4208640 

Studio: Tel. 055 4487811 - marta@mangona.it - www.mangona.it 

MARTA SARTI 

Atelier, 2012, collage e tempera, cm. 50x38 

È 

nata a Sesto Fiorentino, dove tutt’ora vive e lavora. 

I suoi lavori sono collages eseguiti con ritagli di carte 

stampate completati con interventi a tempera. 

Ha partecipato a numerose manifestazioni e rassegne 

d’arte in Italia e all’estero, ottenendo successi e riconoscimenti. 

Varie le mostre personali, fra cui “Arte Fiera” di 

Bologna (1995) e Parigi (2001). 

Sue opere figurano in collezioni italiane e straniere. Sue 

anche le copertine dei libri di poesia di Alessandra Bruscagli 

Momenti di donna (1997) e Impronte di donna 

(2004). 

Fa parte dell’Antica Compagnia del Paiolo di Firenze (dal 

1992) e dell’Associazione Liberarte di Sesto Fiorentino. 

75


ANDREA VERONICA SOLE COSTA 

Cell. 339 1922397 

solecosta@gmail.com - www.andreasolecosta.com 

Doppio sguardo, 2011, olio su tela, cm. 70x120 

Artista e insegnante d’arte presso la propria scuola, 

espone in personali e collettive in Europa dal 

1984 e dal 2012 a New York City. 

Nel 2012 ha partecipato alle seguenti mostre collettive: 

“Lo Sguardo Collettivo” presso Present Contemporary 

Art, istallazione multipersonale su proprio progetto; 

“Sensorial Prospectives” presso Agora Gallery, New 

York City, U.S.A e “Carta common ground” presso Linea 

Spazio Arte Contemporanea, Firenze. Ha esposto nelle 

seguenti mostre personali: “Scenografie” presso Dadarté 

a Sesto Fiorentino e “Momenti” presso Circuiti Dinamici, 

Milano. 

Ha realizzato la scenografia per il balletto “Caravaggio” 

della Lyricdancecompany presentato al teatro Cantiere 

Florida di Firenze. 

Ha dipinto il murales “I bimbi in acqua” per la Piscina 

Comunale di Vicchio (Fi) 

76


PRIMO SPENSIERATI 

Via Gino Venni, 5 - 50019 Sesto Fiorentino 

Cell. 338 6727444 - primo.spensierati@gmail.com 

Casa di caccia dei Ginori a Carmignanello, 2011, olio, cm. 40x50 

Sincerità emozionale nella pittura 

di Primo Spensierati 

“Lancia il tuo cuore davanti a te, e poi corri a raggiungerlo” 

recita un antico proverbio arabo. È l’azione artistica 

che fa Primo Spensierati, nel senso che guarda, osserva, 

recepisce, elabora emozioni e sentimenti prima col cuore 

e poi “corre” a metterli sulla tela senza porsi domande o 

interrogativi, ma seguendo un moto istintivo che può 

scaturire solo dal profondo della sua sensibile interiorità 

così come accade quando un getto d’acqua pura e zampillante 

appare tra le rocce della montagna. 

Primo Spensierati non si ispira a nessun altro cultore 

dell’arte pittorica, ascolta solo le sue impressioni più 

intime e la sua sensibilità che gli permettono di captare 

sfumature luminose e che porta sulla tela con la sempli- 

77


primo spensierati 

cità disarmante che viene dai sentimenti più puri, più 

veri come l’amore per la propria terra, per gli affetti familiari, 

per la bellezza della natura. 

Nato a Cortona in una numerosa e affiatata famiglia 

contadina, Spensierati ha vissuto un’infanzia serena 

che gli ha favorevolmente ‘condizionato’ la vita e ha 

contribuito a creare uno stile di pensiero propositivo e 

ottimista che gli ha permesso e gli permette di realizzare 

dipinti che si staccano da ogni dettame scolastico o 

di corrente. La sua opera procede autonomamente lungo 

strade e sentieri che conducono verso orizzonti mai 

segreti, mai misteriosi, mai oscuri, rivolti, anzi, a promuovere 

un mondo ideale fatto di buoni sentimenti di 

pace e umanità. 

Come lo stesso Primo Spensierati afferma, l’arte pittorica 

lo ha aiutato a superare momenti difficili e rappresenta 

per il suo animo un’ancora preziosa e utile che lo ha 

favorito, lo ha facilitato in una faticosa ma energica e 

fattiva risalita grazie alla quale sono nati i suoi paesaggi 

dell’anima; siano essi immagini di campagne assolate, 

di scorci cittadini, di fiori meravigliosi, di case, palazzi, 

chiese o vecchi casolari, tutti esprimono sensazioni luminose 

ed emozioni sincere. 


78


LINO SPERANZA 

Via Arrighetto da Settimello, 124 - 50040 Settimello di Calenzano 

Tel. 055 8824580 - cell. 338 2289783 - www.liberartesesto.net 

La quiete di montagna 

In silenzio profondo, 

davanti alla tua imponenza, 

mi inchino; osservo le tue 

vette frastagliate le marmotte ed i pini, 

in alto il Sole risplende 

bianco sovrasta il color della cima 

il cielo di nuvole è privo. 

Nei verdi pascoli alpestri 

l’acqua sgorga lieve nei fossi, 

attraversa le tue valli 

il paese in fondo a salutare. 

Le sponde del ruscello sono ad aspettare. 

I prati son pieni di fiori 

profumi e colori 

l’aquila vigila e scruta 

gli animali sui prati smarriti. 

Nell’aria aleggia la primavera. 

(2012) 

Sa avvicinarsi alla poesia con il cuore leggero e 

umile, consapevole che una vita di lavoro lascia 

poco spazio alla fantasia e consapevole che la 

strada alla ricerca di se stessi è lunga e in salita. 

I sentimenti di Lino Speranza sono semplici, ma sinceri e 

sempre si confronta con la natura, che sola lo conforta 

Ed in quest’alba serena / il cielo s’illummina ancora / del 

chiaror della luna (“Il colore dell’asfalto”); e si stupisce 

di come bianco sovrasta il color della cima / il cielo di 

nuvole è privo (“La quiete di montagna”). 

Lino di sofferma ad osservarla ed anche i fenomeni atmosferici 

dipinge come personaggi i fiocchi cristallini / 

nell’aria non han voce (“Neve”). 

La natura è un riferimento ricorrente, ma non mancano le 

riflessioni sugli accadimenti: dal terremoto (“La terra trema”) 

alle donne di strada (“Il colore dell’asfalto”), alla 

morte di una persona cara che viene a mancare alla propria 

luce (“Il prete non c’è”), anche se i sogni lo fanno 

volare. 

Nelle parole di Lino aleggia la speranza della primavera, 

che gli fa dichiarare “La mia fede è in Dio”, anche se 

osservando il mondo di oggi si domanda con insistenza 

perché 

Gianni Calamassi 

79


MAURO UGOLINI 

Cell. 329 9664135 - arte.care@gmail.com 

Blog: http://artecare.wordpress.com/ 

Pensieri, 2010, acrilico, cm. 50x70 

Di qua di là da noi, 2011, cere, cm. 50x70 

Mauro Ugolini, pittore e poeta (insegnante di 

arte e immagine) è nato a Calenzano il 30 maggio 

1953 e risiede a Sesto Fiorentino. 

La ricerca espressiva di Mauro Ugolini sviluppa i paradigmi 

che il movimento artistico Post-Moderno ha proposto 

come contesto culturale che ha investito il pensiero 

filosofico, la letteratura e l’arte negli anni di inizio del 

terzo millennio. 

Le proposte di figurazioni che lui realizza propongono 

stimoli e sensazioni che, le differenti sensibilità dei 

fruitori, possono rielaborare liberamente rispettando le 

personali percettività strutturate e il proprio vissuto 

nella singola idealità, nella personale ‘sensibilità’ spirituale. 

Ugolini si oppone all’esigenza di dare ordine alla realtà 

sulla base di una chiave di lettura unitaria ed univoca e 

nella sua ricerca vengono esaltate (le differenze interpretative 

di ciascuno) nel confrontarsi con un mondo 

sempre più complesso. Questa attività può proporsi 

come sottolineatura dei limiti dell’approccio razionalistico, 

incapace di cogliere la propositività positiva di ogni 

persona. Solo la libertà di leggere e guardare quello che 

ognuno vede e sente ci fa conoscere la ricchezza interiore 

dell’umanità nel nostro tempo. 

Partendo da un processo di creazione spontanea, Ugolini 

ha eliminato la presunzione di essere veicolatore di messaggi 

di verità o di regole, limitandosi a predeterminare 

condizioni (creativo-liberatorie) dove il singolo, nel momento 

fruitivo, interagisce con l’artista entrando nella 

dinamica Progettuale. 

Questo permette a chi guarda di attivare dinamiche di 

elaborazione interiore delle sensazioni personali, rivisitando 

figurazioni fantastiche, memorie di suggestioni 

vissute.. scandagliando il profondo del sè. 

L’arte e la professione 

L’attività di insegnante di arte e immagine si collega 

coerentemente con la sua ricerca artistica, finalizzata 

alla predeterminazione di situazioni nelle quali gli studenti 

trovano occasioni dove prendere coscienza delle 

loro capacità di osservazione lettura e produzione di 

messaggi visivi, sviluppando competenze che liberano 

la creatività e la fantasia dagli stereotipi e favoriscono 

la possibilità di interagire con una realtà mutevole e 

sempre più complessa. 

80


MAURO UGOLINI 

Copia di opera classica, 1972, calco in cemento e pigmenti, 

cm. 37x55 

Larici (aria acqua roccia e vita), 2013, acquarello, cm. 70x50 

Compagna di viaggio, 2009, matita, cm. 33x48 

Vietcong - dinamica di un ideale nel tempo, 1973-2013, calco 

in gesso con azioni erosive controllate, h cm. 30x38 

81


LENIO VALLATI 

Via Mozza 96 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4217071 - cell. 338 5053274 - lenio.vallati@virgilio.it 

Auschwitwz 

(da “La vita nell’osmosi del tempo”) 

Urla il silenzio 

nelle pieghe violentate della carne, 

nei campi cinti 

di filo spinato, 

e battono instancabili le nocche 

sul tavolaccio duro del dolore. 

Auschwitz! 

Un condanna muta, 

un grido che non si scioglie 

come neve 

al sole del perdono 

e che riecheggia ancora 

per l’uomo di ieri, 

che non ebbe pietà 

e per quello di oggi, 

che non ha memoria. 

Ascolta 

(da: “La vita nell’osmosi del tempo”) 

Ascolta le mie parole. 

C’è un vento freddo 

di stanze vuote 

nella tua anima, l’assenza 

di un raggio di sole. 

Apri la tua porta, 

almeno uno spiraglio 

perché io possa entrare. 

Sarà un attimo, 

un battito di ciglia, 

il lampo 

di una carezza amica 

sul tuo scoglio nudo. 

Ènato a Gavorrano (Gr) il 21/9/1953, ma risiede a 

Sesto Fiorentino. È capostazione presso l’impianto 

di Firenze-Castello. Esordisce nel 2003 con il libro 

di narrativa ‘Soggiorno a Bip-Bop’, Aut. Libri Firenze. Del 

2004 ‘Un criceto al computer’, Ibiskos editrice, del 2006 

‘Desiderio di volare’, ed. Bastogi. Sempre del 2007 è il 

volume di poesie “Alba e tramonto” ed. Bastogi. Nel 

2011, sempre per Bastogi, esce il suo primo romanzo, 

“Graffio d’Alba”, ambientato a Sesto Fiorentino. A metà 

del corrente anno uscirà il suo secondo libro di poesie, 

dal titolo ancora da definire. È socio di Liberarte e fa parte 

delle giurie dei concorsi “San Lorenzo in poesia” e 

“Prato, un Tessuto di Cultura”. Recentemente ha ricevuto, 

nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, una 

targa alla carriera per la sua attività letteraria. Hanno 

recensito le sue opere, tra gli altri, Marzia Carocci, Anna 

Balsamo, Massimo Acciai, Gianni Calamassi, Alessandra 

Bruscagli, Carmelo Consoli, Lia Bronzi, Ester Cecere, 

Sandra Carresi. 

82


LENIO VALLATI 

Kamikaze 

Ti ho visto spesso, sai, camminare con lo zaino in spalla 

a poche centinaia di metri da me. Non conoscendo il tuo 

nome, avrei voluto chiedertelo, ma poi mi sono ricordata 

che apparteniamo a due popoli diversi che solo la morte 

può unire. Così mi sono immaginata tutta una serie di 

nomi, e con essi ho provato a chiamarti durante i miei 

sogni. Solo una volta ti sei voltato verso di me, ma era già 

l’alba e mia madre mi stava svegliando. Così tu resterai 

per me il ragazzo che abita dall’altra parte della striscia di 

Gaza, e nient’altro. Forse ti rivedrò ogni giorno, fino a che 

non costruiranno quel muro che dividerà ancora di più i 

nostri popoli. Quel muro che impedirà al sole di illuminare 

le nostre residue speranze. Mio padre dice che non ci 

vuole nessuna pietà per i terroristi, che solo distruggendo 

i loro possibili nascondigli potremo stare in pace. Ho visto 

troppe case distrutte, troppi bimbi uccisi per essere d’accordo 

con lui. E così ho immaginato una notte che anche 

tu la pensavi come me. Forse non saremo mai un unico 

stato, mi dicevi, ma potremo finalmente vivere in pace un 

giorno ed io potrò finalmente chiederti come ti chiami, 

ragazzo che abiti dall’altra parte della striscia di Gaza. Io 

mi chiamo Sara. Sara è un bel nome, un nome biblico. 

Forse potremo fare anche i compiti insieme, e giocare 

insieme se ci rimarrà un po’ di tempo. Da sei mesi sembra 

che molte cose siano cambiate. Non ci sono più stati attentati 

terroristici come quelli che più volte hanno insanguinato 

i mercati o hanno fatto saltare in aria pullman di 

bambini, una speranza nuova sembra aleggiare nell’aria. 

Forse la gente ha bisogno di pace, dopo tanto odio. Perché 

io credo, amico mio, che la violenza generi altra violenza, 

in una continua spirale che non possiamo più fermare: 

solo dall’amore può nascere la pace. Adesso sono 

le tre del pomeriggio, un sole afoso mi sta accompagnando 

lungo questa striscia polverosa che conduce alla fermata 

dell’autobus che mi porterà a casa. Ti scorgo. Non 

porti lo zaino in spalla come al tuo solito. Il mio invece, 

come vedi, è pieno zeppo di libri. Intorno a noi troppa gente 

affolla questa piccola cittadina, Beersheva, nell’ora di 

punta. Come sempre i tuoi capelli neri sono mossi dal 

vento, come sempre i tuoi occhi sono azzurri come questo 

cielo a metà tra Israele e Palestina. Rallento il passo. Immagino 

che tu mi raggiunga, e mi chieda qualcosa, qualsiasi 

cosa. Ma già l’autobus numero sei sta arrivando, 

portando con sé nugoli di polvere e di gente. Io salirò e tu 

scomparirai alla mia vista. Ciao, ragazzo che abiti dall’altra 

parte della striscia di Gaza, a domani. Mi faccio largo 

per trovare un posto a sedere, ma è impossibile. C’è troppa 

gente. Allora cerco appiglio dove capita, dopo qualche 

minuto l’autobus riparte bruscamente, facendomi quasi 

cadere. Mi guardo intorno. Ci sono alcune donne, molti 

uomini, qualche bambino piccolo, improvvisamente ti 

vedo, sei in piedi, stagliato di fronte alla porta d’uscita. 

Sembri più grande. Ma non mi stai guardando, forse stai 

pensando a qualcosa, sei come paralizzato dai tuoi pensieri. 

Poi i nostri sguardi si incrociano. Vorrei chiederti 

perché sei su un autobus degli israeliani, e per un attimo 

mi illudo che mi stai seguendo, forse vuoi conoscermi, 

vuoi fare amicizia con me. No. Guardo i tuoi occhi e vi 

scorgo un grido disperato. Una richiesta d’aiuto Neanche. 

La tua è una preghiera, mi stai dicendo di scappare, 

scendi, vattene. Io ho terrore di quegli occhi che non ti 

avevo mai visto prima. Che cosa vuoi Cerco di chiederti 

con lo sguardo. Cosa vuoi dirmi Scappa, và via, presto! 

Mi stai dicendo ancora. L’autobus si ferma, alcune persone 

scendono, e con loro anch’io. D’accordo, farò come 

dici, anche se non ti capisco. Pochi metri. Poi un boato 

tremendo. Degli oggetti appuntiti mi percuotono il corpo. 

Vengo scaraventata a terra. I miei libri sparpagliati intorno. 

Dopo poco un altro tremendo boato. Mi alzo in piedi. 

Vedo l’autobus sul quale viaggiavamo che sta prendendo 

fuoco e un altro, che proveniva dalla direzione opposta, a 

poca distanza, cento metri circa, che è solo un groviglio 

informe di lamiere. Sento grida disperate di aiuto, intravedo 

corpi carbonizzati tra le carcasse dei due mezzi pubblici. 

Solo adesso capisco: hai voluto salvarmi. Non mi 

hai voluto portare con te nella tua spirale di odio, di guerra, 

di distruzione. Perché Forse io rappresento per te la 

speranza che non deve mai morire Forse sei stato costretto 

al tuo folle gesto Chissà. Molte persone oggi 

sono morte e tante altre ne moriranno. Tu rimarrai comunque 

nei miei sogni, parleremo tante e tante volte di 

nuovo insieme. Ho cento cose da chiederti. Ma non sarai 

più il ragazzo che abita dall’altra parte della striscia di 

Gaza. No. Da stanotte ti chiamerò Kamikaze. 

(da Desiderio di volare, edizioni Bastogi, 2006) 

83


LENIO VALLATI 

Date a me 

(da “La vita nell’osmosi del tempo”) 

Date a me le sofferenze del mondo. 

Le porterò lontano, le disperderò 

come pulviscolo 

tra strade affollate di gente. 

Date a me l’odio, lo avvamperò 

alla fiamma del puro amore 

che non resti altro che memoria. 

Date a me la guerra. 

Caricherò i fucili 

di fiori e gli spari 

diventeranno abbracci 

nella stagione nuova del cuore. 

Date a me la paura. 

La fonderò con l’alba 

dissolvendo le tenebre 

oscure della notte. 

Date a me la morte. 

Le racconterò una storia 

che parla di noi due, 

e alla luce del nostro amore 

volgerà lo sguardo altrove. 

Altalene 

(da “Alba e tramonto”) 

Ricordi ancora 

le altalene di Perm 

E il cielo azzurro 

E il vento, che accarezzava 

i tuoi capelli, 

rossi papaveri 

tra le spighe gelide 

di un bianco mare 

La mia mano ti spingeva 

lenta 

mentre tu gridavi parole 

di una lingua sconosciuta. 

Ci sono ancora sai 

quelle altalene, 

e bimbi appesi 

a dondolare al vento. 

Nessuna mano, però 

li spinge via 

dal loro triste 

destino d’abbandono. 

84


RANIERO VETTORI 

Cell. 335.1312915 

rani5@libero.it 

Studio di figure abbracciate,1997, tecnica mista, cm. 40x30 

Nato a Sesto Fiorentino il 25 luglio 1961, di famiglia 

sestese da generazioni, vive e lavora nel 

territorio come imprenditore nel settore dei 

pneumatici. 

Ha un passato di disegnatore grafico, formatosi presso 

l’Istituto d’Arte di Sesto Fiorentino, ove ha avuto come 

insegnati Enzo Francioni, Roberto e Marcello Ceccherini. 

La sua passione era ed è rimasta il disegno che pratica 

con continuità, scegliendo soggetti che vanno da ripetuti 

studi anatomici ad angoli del paesaggio. 

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VENANZIO VOLPONI 

Via Raffaello Sanzio 25 - 50019 Sesto Fiorentino 

Tel. 055 4215295 - Cell. 388 7446528 - venanziovolponi@gmail.com 

Omaggio a Giacomo Puccini, 2007, tecnica mista su tela, cm. 70x60 

Nato a Calenzano e vissuto a Sesto Fiorentino, 

dopo avere frequentato l’Istituto d’Arte e la 

Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di 

Belle Arti a Firenze, nel 1967 consegue la qualifica di 

incisore grafico su metalli presso la scuola ministeriale 

INIASA, sempre a Firenze. Pittore, grafico, incisore, illustra 

libri di poesia e narrativa, realizza manifesti ed ex 

libris. Dal 1958 è presente in numerose mostre a Firenze 

e in altre città, riscuotendo favorevoli consensi di pubblico 

e di critica apparsi su giornali e riviste. Ha ricevuto 

premi e riconoscimenti. Sue opere si trovano in collezioni 

pubbliche e private in Italia e all’estero. 

86

ARTE CONTEMPORANEA 

Via Maggio,71r (Fi) - Via Marconi, 1/a - Castiglioncello (Li) 

Direttore Artistico: Rossana Corsi 

Tel. 334 3445766 - info@artgalleryilcesello.com

Finito di stampare nel mese di giugno 2013 

presso la Nova Arti Grafiche 

Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI) 

Tel. 055 8734952 - fax 055 875713

Sesto Fiorentino ha rappresentato nei 

secoli un bacino di menti fertili nel 

campo dell’arte; la nascita della Manifattura 

di Doccia, fondata nel 1735 dal marchese 

Carlo Ginori, è stata, nel tempo, 

fabbrica di “ingegnosi pennelli” e autentico 

fiore all’occhiello dell’intera Piana. 

ISBN 978-88-6039-293-0 

E 15,00 (IVA inclusa)

Artisti del XXI Secolo a Sesto Fiorentino

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