03.01.2015 Views

La TOSCANA - Gennaio 2014

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Giganti, natura e sogni, 2013, acrilico su tavola, cm. 70x90<br />

più ambiziosa, perché si serve della linea dell’orizzonte per<br />

indicare uno scarto semantico tra il primo piano in cui è<br />

ammessa la presenza dell’uomo e la vastità cristallina del<br />

cielo che si apre sul fondo e che, spesso introdotto da un<br />

prospetto marino, diventa esso stesso un mare da cui<br />

affiorano, in qua e in là, delle piccole isole. <strong>La</strong> finzione,<br />

quindi, non si ferma a ciò che accade sulla scena principale,<br />

ma prosegue nel retropalco dell’immaginazione, tra le<br />

visioni e gli incantamenti che attendono di essere rivelati.<br />

Tornando al racconto di Saramago, potremmo dire che oltre<br />

l’orizzonte si estende lo spazio che allontana i due naviganti<br />

nesiani dall’approdo ultimo del loro viaggio, nonostante<br />

abbiano già da tempo rotto gli ormeggi e sciolto i lacci<br />

terrestri per involarsi sulle rotte del meraviglioso. Non solo<br />

naviganti ma anche musicisti, acrobati, giocolieri, turisti su<br />

auto da corsa che hanno nuvole al posto delle ruote.<br />

Creature poetiche e fragili come il mondo in cui vivono, che<br />

è fatto di sogni, memorie e desideri. Il loro aspetto è<br />

gentile, le guance appena tinte di rosa, le labbra schiuse<br />

per intonare un canto o perché colti da improvviso stupore.<br />

Indossano curiose giacche svolazzanti e cappelli sulle cui<br />

falde crescono, come per effetto di un bizzarro innesto,<br />

distese di alberi oppure oggetti dalla forma strana, come<br />

quelli che ci aspetteremmo di veder uscire dal cilindro di un<br />

mago. Ed è certamente una magia quella che in Giganti,<br />

natura e sogni li rende simili a due enormi isole posta l’una<br />

di fronte all’altra come parti di un più ampio arcipelago. Un<br />

insolito ritratto di coppia, in cui sembra di sentir risuonare<br />

le parole di John Donne: “Nessun uomo è un’isola, intero in<br />

se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte<br />

della Terra”. Una coralità che abbraccia persone e cose,<br />

mutando le prime in pietra e dotando le seconde - penso<br />

alla coppia di cipressi amorosamente stretta sul lato destro<br />

del quadro - di un’attitudine quasi umana. Le variazioni<br />

Orizzonte per due, 2013, acrilico su tavola, cm. 50x70<br />

conformazione del passato - un paesaggio per lo più diurno, in cui la luna,<br />

graziosamente appesa a un filo rosso, ruba il posto al sole, le città sono<br />

piccoli agglomerati di case e cipressi che si ergono su isole erratiche o si<br />

distribuiscono su di uno spazio che diventa sede dell’azione - ad eccezione di<br />

un elemento che segna un’apertura sul piano del significato. Si tratta della<br />

linea dell’orizzonte che fino a ieri l’artista ha risolto con un sapiente rapporto<br />

cromatico luminoso e che oggi, invece, acquista l’evidenza di un tratto che<br />

divide in maniera netta il cielo dalla terra, come a voler scandire la distanza<br />

tra un “qui” e un altrove nel sogno. Se da un lato, quindi, permangono le<br />

“attrezzature” sceniche, i fondali, gli oggetti, le luci - la luna non è forse un<br />

grande faro che illumina il palco - i personaggi che da sempre concorrono al<br />

funzionamento del suo mirabolante teatro del fantastico, dall’altro è come<br />

se, da consumato conoscitore dei meccanismi che regolano la traduzione in<br />

termini pittorici di un immaginario complesso, avvertisse l’esigenza di<br />

spingersi oltre il consueto per allargare i confini di un universo linguistico<br />

lungamente frequentato. Un’esigenza che nelle ultime opere si traduce in un<br />

approfondimento di alcuni valori visivi, primo fra tutti lo spazio, la cui<br />

funzione simbolica non è più quella di rimandare ad una dimensione “altra”<br />

rispetto alla realtà, da cui deriva che il paesaggio naturale o urbano in cui<br />

tradizionalmente i suoi personaggi vivono e agiscono non risponde alle leggi<br />

fisiche del mondo bensì allo spirito anarchico della fantasia, ma si fa ancora Orizzonte invisibile, 2013, acrilico su tavola, cm. 90x70

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!