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Prof. Juan G. Noblejas

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72<br />

~~ La nostra infinita vita silenziosa e sommersa non<br />

scompare appena parliamo.<br />

~~ Parlare è sempre un po’ come balbettare, e implica una<br />

inconscia frustrazione, perché la complessità del silenzio<br />

non riesce ad attraversare la lingua parlata…<br />

~~ Uno scrittore deve arrivare a questa zona muta dei suoi<br />

personaggi. In realtà proprio questo è il suo lavoro: fare<br />

riaffiorare, in superficie, ciò che si muove dentro.<br />

~~ Si potrebbe dire che il ruolo dello scrittore è quasi<br />

terapeutico. L’umanità racconta i propri segreti attraverso<br />

l’arte.<br />

~~ I personaggi raccontano se stessi, raccontano la loro<br />

“vita”, il loro modo di stare nel mondo.<br />

~~ Si può descrivere un personaggio, nella sua essenza,<br />

soltanto se lo si mette in rapporto con altri personaggi, solo<br />

quando parla con loro.<br />

~~ In questo caso il dialogo è libero, cioè non deve “far<br />

passare” informazioni, ma soltanto emozioni.<br />

~~ Lo scrittore dice più, quando dice meno [quando non<br />

deve dare informazioni].<br />

~~ La vita silenziosa dei personaggi si rivela nei dubbi, nelle<br />

insicurezze, nelle paure, ecc., perché quello che sono in<br />

gioco sono temi come la maternità, la solitudine, il senso di<br />

colpa, la speranza di salvezza, ecc. Materie che fanno parte<br />

della vastissima e segreta “enciclopedia del silenzio” che<br />

caratterizza gran parte delle nostre vite.<br />

~~ Nel cinema, il dialogo serve per far emergere il silenzio<br />

che si nasconde dietro l’immagine di uno sguardo. Il dialogo

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