Matematica e didattica della matematica
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MATEMATICA E DIDATTICA DELLA MATEMATICA<br />
Ana Millán Gasca<br />
Ecco quanto racconta Hughes (p. 25-26):<br />
«Il mio personale interesse per l’addizione e per la sottrazione fu svegliato quasi per caso. Un<br />
giorno stavo giocano ad alcuni giochi numerici con un bimbo chiamato Gordon (4 anni e 8 mesi)<br />
dell’asilo nido del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Edimburgo. Gli portai una scatola<br />
contenente mattoncini da contare, ma notai che era più interessato a togliere i mattoncini dalla scatola e<br />
rimetterli dentro. Mi apparve evidente che per lui questa situazione era intrinsecamente attrattiva, e<br />
decisi quindi di svilupparla oltre.<br />
Gordon aveva messo dieci mattoncini nella scatola. Le chiesi quanti mattoncini vi fossero lì. Egli<br />
li contò accuratamente, puntando i mattoncini ad uno ad uno. “Vi è dieci”, disse. Presi la scatola, tolsi<br />
tre mattoncini in modo tale che egli potesse vedere i mattoni rimossi ma non potesse vedere quanti<br />
fossero rimasti nella scatola, e chiusi il coperchio.<br />
MH: Ne ho estratto tre, Quanti sono rimasti<br />
G: Non lo so. Cinque<br />
MH: Dai un’occhiata e vedi (Apre la scatola)<br />
G: (Conta i mattoncini) Sette!<br />
MH: (Toglie un mattoncino e chiude di nuovo il coperchio) Ne ho estratto un altro. Quanti ne<br />
sono rimasti ora<br />
G: Non lo so. (Apre la scatola e conta) Sei.<br />
Decisi di semplificare il compito, e svuotai la scatola da tutti i mattoncini. Gordon osservava<br />
quanto misi due mattoncini di nuovo dentro e chiusi il coperchio.<br />
MH: Quanti ora nella scatola<br />
G: Due<br />
MH: (Aggiunge un mattoncino in modo tale che Gordon lo vede entrare dentro ma non lo può<br />
vedere dentro la scatola) Quanti ora<br />
G: Tre<br />
MH Sto ponendo un altro dentro (Aggiunge un altro ancora, allo stesso modo)<br />
G: Quattro. Quattro!<br />
MH: E ora sto ponendo dentro ancora due (Lo fa)<br />
G: Sei! Sei!<br />
MH: (Toglie un mattoncino) Quanti ora<br />
G: (Pausa) Cinque. Cinque!<br />
MH: (Toglie due ma non deve porre la domanda)<br />
G: Tre!<br />
MH: Vuoi vedere se avevi ragione (Apre la scatola)<br />
G: (Con le braccia spalancate) Guarda!<br />
Gordon era ovviamente intrigato dai problemi che gli stavo ponendo, e si eccitava assai quando<br />
pensava di aver la risposta giusta. Evidentemente egli accettava come genuino il problema di trovare<br />
cosa era nella scatola, e le sue risposte suggerivano che egli era capace di eseguire alcune semplici<br />
addizione e sottrazioni. È palese che aveva avuto un po’ di difficoltà con i problemi iniziali, ma egli<br />
riuscì facilmente a risolvere i successivi quando i numeri coinvolti erano minori.»<br />
Il compito <strong>della</strong> scatola (the Box task) escogitato da Hughes a partire dalla sua attenzione al<br />
bambino presenta tutte le caratteristiche di un problema (egli difatti usa la parola “problema” per<br />
riferirsi ai quesiti), seppure estremamente semplice e con un enunciato non scritto, ma proposto in<br />
forma orale e legato a oggetti materiali e a gesti fisici: una sfida, che non appare immediatamente<br />
raggiungibile, la quale richiede la riflessione sul quesito e lo sviluppo di un piano, di una strategia.<br />
Come l’insegnante che segue le indicazioni di Polya, egli ha saputo scegliere un problema<br />
“proporzionato alle conoscenze” di Gordon, glielo ha saputo proporre in modo da sollevare il suo<br />
interesse e infine lo ha aiutato a risolvere quel problema e altri simili con domande opportune.<br />
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