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Matematica e didattica della matematica

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MATEMATICA E DIDATTICA DELLA MATEMATICA<br />

Ana Millán Gasca<br />

Individuare le incognite e associare ad ognuna di esse una lettera (spesso x, y, z) è guardare il<br />

problema dal punto di vista dell’algebra. Una volta individuate le incognite, l’enunciato del<br />

problema esprime una o più condizioni relative a tale incognite: tradurre il problema in equazioni è<br />

scrivere tale condizioni sotto forma di una o più uguaglianze usando le lettere e i numeri coinvolti<br />

nel problema, oltre ai simboli delle operazioni e al simbolo =. L’algebra classica si occupa proprio<br />

<strong>della</strong> risoluzione delle equazioni e dei sistemi di equazioni con una o più incognite.<br />

L’algebra è quindi una branca <strong>della</strong> <strong>matematica</strong> che fu creata per risolvere i problemi <strong>della</strong><br />

<strong>matematica</strong> pratica. Il fondatore dell’algebra fu Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi (conosciuto<br />

anche dal nome latinizzato, Algorismi, origine <strong>della</strong> parola “algoritmo”), un matematico e<br />

astronomo molto importante di Bagdad all’epoca del califfo al-Ma’mun (813-833). Questo<br />

matematico di origini persiane, che scriveva in arabo (la lingua colta nei paesi dell’Islam), aveva<br />

una profonda conoscenza <strong>della</strong> <strong>matematica</strong> greca, ma si occupò anche di <strong>matematica</strong> pratica. Egli<br />

scrisse dapprima un libro per illustrare la scrittura dei numeri con il sistema di numerazione<br />

posizionale alla maniera indiana e i relativi algoritmi. Poi si occupò <strong>della</strong> risoluzione di problemi<br />

pratici, tentando di superare la tradizione basata sulle istruzioni applicate a singoli casi particolari e<br />

impostando il problema da un punto di vista generale: individuare l’incognita e tradurre la<br />

condizione del problema in un’equazione. Egli espose questo nuovo punto di vista in un libro<br />

dedicato a ciò che egli stesso descrisse come la “scienza delle riduzioni e delle comparazioni”, in<br />

arabo ilm al-giabr za l-muqabala, che impiega un termine, giabr, usato dapprima nella terminologia<br />

medico-chirurgica (si veda il riquadro “L’algebra di al-Hwarizimi”, All’inizio fu lo scriba, cap. 4,<br />

pp. 50-51). All’inizio del libro al-Hwarizmi scrisse:<br />

«Ho scritto, nel campo del calcolo con il giabr, un trattato che comprende le più fini e le più<br />

nobili operazioni di calcolo di cui gli uomini hanno bisogno per la ripartizione delle eredità e delle<br />

donazioni, per le spartizioni e i giudizi, per le transazioni commerciali e per tutte le operazioni che<br />

hanno fra di loro, relative all’agrimensura, alla ripartizione dell’acqua dei fiumi, all’architettura e altre<br />

cose.»<br />

ESERCIZIO 7.4 Applichi al problema che lei ha considerato nell’esercizio 7.1 e al problema proposto<br />

nell’esercizio 7.2 il punto di vista dell’algebra: individui l’incognita e traduca il problema in equazione. Che<br />

tipo di equazione ha ottenuto<br />

In termini algebrici, se x e y sono le due grandezze direttamente proporzionali (misurate<br />

secondo una certa unità di misura), si ha:<br />

x<br />

y = k<br />

e il numero k è la costante di proporzionalità.<br />

Negli anni Sessanta e Settanta l’importanza assegnata allo studio dell’algebra è aumentata,<br />

con una preferenza però per gli aspetti ! più astratti dell’algebra, come ad esempio lo studio dei<br />

polinomi e delle operazione fra di loro o lo studio dei sistemi di equazioni. Di conseguenza, i<br />

problemi “tradizionali” sono stati lasciati un po’ da parte, sia nella risoluzione aritmetica ad<br />

esempio usando la regola del tre, sia usando l’algebra. Negli ultimi anni si è registrata una tendenza<br />

a tornare alla risoluzione dei problemi, per un insieme di motivi: per il loro valore formativo nel<br />

“dare un senso” ai concetti matematici; per il loro valore generale nella formazione delle abilità<br />

euristiche (ossia per la ricerca di una verità o <strong>della</strong> risposta a un quesito, anche per tentativi, in<br />

contrasto con la dimostrazione di una verità); e, infine, per il loro potenziale valore pratico nella<br />

formazione di base di un cittadino.<br />

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